Lawrence Kushner genesi 28:16

In questo luogo c'era D-o e io non lo sapevo

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    In questo luogo c'era D-o e io non lo sapevo di Lawrence Kushner, Ed. Giuntina


    Pubblicato per la prima volta nel 1994 e da qualche anno esaurito, "In questo luogo c'era Dio e io non lo sapevo" è uno dei libri più affascinanti del catalogo Giuntina. Per questo motivo, la Casa Editrice ha deciso ora di ristamparlo.

    "Giacobbe stava fuggendo dalla sua casa. Una notte, coricatosi nel deserto per dormire, fu protagonista di una delle maggiori esperienze mistiche della religione occidentale. Sognò una scala che andava dalla terra al cielo e, su di essa, angeli che salivano e scendevano.

    Per migliaia di anni gli uomini hanno cercato di cogliere il messaggio che quegli angeli erano venuti a portare a Giacobbe, e a noi.

    Operando un ardito amalgama di erudizione e inventiva, psicologia e storia, Lawrence Kushner raggruppa una serie di stimolanti interpretazioni di Genesi 28,16 fornite da Maestri del passato: da Shmuel bar Nachmani, vissuto in Palestina nel III secolo, fino a Hannah Rachel Werbermacher di Ludomir che visse in Polonia duecento anni fa. Grazie a un nuovo, affascinante genere letterario e all'originale ricostruzione delle vite e delle epoche di quei dotti abbiamo l'impressione di entrare nelle aule di studio e di sedere ai piedi di quei Maestri dello spirito per apprendere quanto ognuno di loro ha scoperto sul Sé di Dio e su noi stessi mentre saliva e scendeva per la scala di Giacobbe".

    Scheda Giuntina: Catalogo - vol. 45

    https://www.giuntina.it/Schulim_Vogelmann_..._sapevo_58.html

    Sul sito IBS.it è disponible un estratto:

    https://tolinoreader.ibs.it/reader/index.h...epub&lang=it_IT
     
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    Un'altra recensione

    Questa la recensione di Aranel su blog Wuthering Spires:

    "Lawrence Kushner è unanimemente considerato uno dei teologi ebrei più originali d'America", si dice sul retro di copertina, e dopo aver letto questo suo saggio ne riesco a comprendere il perché. Come da titolo, si comprende bene quale sia l'oggetto della riflessione: Genesi 28,16 : "Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo»." Queste poche parole ispirano l'autore, in un dibattito di erudizione che tocca la storia, la psicologia, la teologia antica e moderna, interpretando le parole della Bibbia nella sua caleidoscopica varietà. Filo conduttore è un amalgama di humour e filosofia, tanto diretto nelle parole quanto profondo nei significati. I commenti a Genesi 28,16 sono sette :

    Rashi, che è il nome di Salomone Isaccide, un rabbino medievale francese, commentatore dei testi sacri.
    Kotzk, che è il nome di un rabbino polacco, vissuto durante l'ottocento. Le tematiche principali riguardano "l'Io" e "Dio", "qualcosa di Dio è dentro di me e qualcosa di me è in Dio", e delle forti argomentazioni circa il divieto originario di non rappresentare Dio in qualsivoglia forma fisica. "Quel Dio il cui nome è l'Essere, che non ha forma visibile nè voce udibile, è anche letteralmente inimmaginabile". Mi viene da pensare quanto sia strano che l'affermazione di uno e poi di pochi, che la rivelazione, abbiano avuto nella storia un così largo effetto da spazzare via qualsiasi altra cosa ci fosse prima. Come mai Abramo non è stato tacciato di pazzia, o se lo è stato, come è possibile che la rivelazione a lui compiuta riecheggi ancora nel nostro secolo?

    Ludomir, "Anche in mezzo al male dio è presente". Probabilmente la sezione più interessante del saggio, riguarda la tematica su cui sono stati scritti fiumi di inchiostro : il male. "Dio è presente anche nei nostri peccati" e "Il male dipende da Dio per la sua stessa esistenza, Dio è in ogni dove, anche nell'impulso di ribellarsi a lui". Dio è cioè presente allorquando si pensa o si commette il male, ma è compito dell'uomo comprenderlo e accogliere quella parte del sè come una in cui Dio stesso parla e si manifesta, esorcizzando il male.

    Mesritch, "Dio era qui perché non ho sentito più me stesso." E' la tematica del sè, il problema della misconoscenza di ciò che siamo, il desiderio di esternarci e fingere ciò che non si è. Uno dei più grandi problemi della civilizzazione è la scissione tra chi siamo e chi sta parlando. Solo attraverso l'accettazione e la conoscenza del sè è possibile interiorizzare Dio.

    Nachmani, "Sarei potuto salire su questa scala della storia". Una riflessione teologica a venature politiche e storiche, in memoria delle umiliazioni subite dal popolo ebreo nella Storia, quella che l'autore definisce una Storia lineare, originata dal "principio" di Dio, in cui egli agisce misteriosamente in modo da concedere agli attori umani di dire la loro opinione su come tutto finirà. Poi, si dice, in un futuro ignoto "Dio porrà un termine al tempo".

    De Leon, "Io è il signore tuo Dio". Ispirandosi allo Zohar - testo fondamentale cabbalistico di età medievale - l'autore racconta di come il pronome personale "Io", "Anochì" in ebraico, sia l'unica parola che ciascuno condivide con Dio. Anochì è in fatti la prima parola delle leggi sul monte Sinai, è il termine che ogniqualvolta è pronunciato fa riecheggiare l'Io originario, ciò che condividiamo con il Creatore.

    Ostropol, "Non sapevo che il mio nome facesse parte del nome di Dio". La parola Anochì è formata in ebraico da quattro lettere : Aleph (che è anche la prima lettera di Leone), Nun (che è anche la prima lettera di Aquila), Khaf (che è anche la prima lettera di Cherubino) e Yod. Essi sono tre dei quattro elementi che compongono la Merkavah ebraica, il carro di Ezechiele. Esso è per eccellenza il simbolo del misticismo ebraico. Queste lettere sono le stesse che compongono la parola "akhen", che significa "certo, davvero" ma anche "Oh". Ci si chiede se sia una mera coincidenza che ci sia tale comunanza tra akhen e anochì, se esiste un collegamento tra gli esseri che trasportano il carro di Ezechiele e l'Io.

    Un testo per approcciarsi alla spiritualità ebraica, che è, a mio parere, la vera e antica spiritualità delle origini, che è senza tempo. Alcuni passaggi, molto illuminanti, toccano vette altissime di spiritualità e aiutano la riflessione, fornendo vie d'uscita e spiegazioni tanto semplici quanto plausibilmente vere, del modo in cui Dio si manifesta nel tempo.
     
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1 replies since 5/2/2019, 18:20   172 views
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