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Allora, le uniche parti scritte direttamente in aramaico sono: TÔRAH (Genesi 31,47 solo due parole); NeVÎM (Geremia 10,11); KeTÛVÎM (Daniele 2,4b-7,28; Esdra 4,8-6,18; 7,12-26). Tutto il resto è scritto in ebraico, non ricordo che ci siano parti scritte in un'altra lingua, o perlomeno che originariamente fossero state scritte in una lingua diversa dall'ebraico. Grazie Sandro_48 per la domanda.
Masmok73.
Edited by Masmok73 - 29/3/2018, 17:49. -
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L'aramaico dello Zohar, problemi di traduzione di una lingua artificiale.
Shālôm.
Masmok73.File AllegatoL_aramaico_dello_Zohar.pdf
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Grazie Masmok73 ho sottolineato o meglio copiato :
"Pagina 323 = 7° pagina su 10 pagine scaricate."
Però non riesco a copia-incollarla qui. Allora le copio a mano qui. TRaducendo parola per parola in Italiano si ottiene: "Rabbi Shim'on aprì : " Ho messo le mie parole sulla tua bocca". Quanto ha da sforzarsi l'uomo nella Torah giorno e notte, perchè il Santo, sia benedetto, ascolta le voci di coloro che si occupano della Torah, e con ogni parola che è innovata nella Torah per mano di colui che si sforza nella Torah, fa un firmamento. Abbiamo studiato: nel momento in cui la parola di Torah è innovata dalla bocca dell'uomo, quella parola sale e si presenta al cospetto dinanzi al Santo, sia benedetto. E il Santo, sia benedetto, solleva la parola e la bacia e la incorona con settanta corone incise e intagliate. E la Parola di Saggezza che è stata innovata, sale e si siede sulla testa del Giusto, Vitalità del mondo. E vola di là e vaga in sette mila mondi e sale al cospetto dell' Antico di Giorni e tutte le parole dell' Antico di Giorni sono parole di saggezza in segreti occulti, sublimi. E quella occulta parola di saggezza che è stata innovata qui, quando sale si unisce alle parole dell' Antico di Giorni e sale e scende con loro ed entra in diciotto mondi nascosti che "occhio non vide. o D-o, all'infuori di Te". Escono di là e vagano e giungono piene e perfette e si presentano al cospetto dell' Antico di Giorni. In quel momento l' Antico di Giorni odora la parola ed essa è gradita al Suo cospetto, più di tutto. Solleva la parola e la incorona con tre cento settanta mila corone. La Parola vola e sale e scende e diventa un firmamento. E così tutte le parole di saggezza diventano firmamenti stabili in perfetta stabilità al cospetto dell' Antico di Giorni, ed egli li chiama "cieli nuovi" cieli rinnovati, occulti, dei segreti della saggezza sublime.
Edited by Sandro_48 - 4/6/2016, 16:07. -
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Di niente Sandro_48, quando trovo qualche documento di particolare interesse è un piacere condividerlo, anche per scambiare opinioni diverse. Ho letto quasi tutte le 10 pagine, è molto interessante non solo dal punto di vista linguistico ma anche da quello religioso perché connesso direttamente con la Torah. Questo libro ha sempre affascinato molti studiosi e nonostante le ricerche e le traduzioni che si possono fare, rimane comunque avvolto nel mistero.
Masmok73.. -
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ARAMAICO LETTERARIO DEL TARGUM ONKELOS
Il Targum Onkelos è la traduzione "ufficiale" della Torah (Pentateuco), è stato composto in Palestina, con molta probabilità in Giudea, tra il 70-135 d.C. ed ha avuto la sua forma definitiva in Babilonia nel III-IV sec. d.C.
Questo Targum si impose progressivamente non solo nell’ambiente babilonese, ma anche in territorio palestinese, facendo cadere in disuso i precedenti Targumim.
Tra i due centri di Palestina e Babilonia vi è stata un’osmosi profonda circa la produzione dei Targumim. Sembra infatti che una recensione dell’antico Targum palestinese, comprendente la Torah quanto i Profeti sia stata portata a Babilonia prima della rovinosa fine della rivolta di Bar Kokhba (135 d.C.) e quindi prima di una sua revisione galilaica. In Babilonia fu a sua volta profondamente revisionato per conformarlo meglio sia al testo ebraico che all’halakah del rabbinismo babilonese. Non si ebbe però una riscrittura del Targum nell’aramaico babilonese, il Targum infatti rimase fondamentalmente nel suo "dialetto" originario palestinese. Il movimento poi si inverte, quando I Targumim babilonesi ritornano all’ovest, affiancandosi nell’uso al Targum palestinese ed esercitando su questo una profonda influenza, fino a sostituirlo.
Il testo è creato a modello di quello ebraico, tradotto quasi letteralmente, con l'utilizzo di un aramaico letterario semplice e diretto.
Sebbene non si tratti della lingua vernacolare (cioè la lingua locale parlata all'interno della comunità), la popolazione era in grado di capire il testo del Targum perché parlava aramaico, altrimenti non avrebbe avuto senso ricorrere all'ausilio di un traduttore (meturgeman), per ripetere e spiegare il testo in quella lingua. Lo scopo primario era ovviamente rendere accessibile la conoscenza della Torah a una popolazione che non parlava più l'ebraico in modo sufficiente per leggere e capire il testo sacro.
*la parte scritta in grassetto è tratta da "I Targûmîm. Le versioni aramaiche dell’Antico Testamento, di Patrizio Rota Scalabrini"
Grazie.
Masmok73
P.S.
Per chi volesse iniziare a studiare l'aramaico, sto preparando una piccola guida introduttiva sull'aramaico targumico di Onkelos. Consiglio di procedere poco a poco, iniziando a memorizzare le lettere dell'alfabeto e i loro suoni.
Edited by Masmok73 - 27/12/2018, 12:36. -
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GUIDA ALLO STUDIO DELL'ARAMAICO TARGUMICO
PARTE 1^
L'ALFABETO ARAMAICO
L'aramaico si scrive e si legge da destra a sinistra, con lo stesso alfabeto della lingua ebraica. La lettura dell'aramaico (biblico e targumico), insegnato nelle facoltà teologiche e nelle università italiane, segue la pronuncia tradizionale "sefardita", la stessa dell'ebraico moderno. Delle sei lettere che hanno doppia pronuncia (Beth, Ghimel, Daleth, Kaf, Peh, Taw) solo la Beth, Kaf e Peh si leggono, come in ebraico; cioè Beth (b, v), Kaf (k, h fortemente aspirata, come il ch tedesco), Peh (p, f).
La lettera Zayin si legge come la s di "rosa".
Il suono della Heth equivale a quello della Kaf aspirata, come il CH in tedesco.
La He invece ha un suono più leggero, simile alla h inglese.
La Tet è come la nostra 't'.
La lettera 'Ayin ha un suono gutturale non presente nella lingua italiana. Essa si nota soprattutto quando si trova in mezzo alla parola, si ha la separazione della sillaba con la 'Ayin. Ad esempio la parola אַרְעׇא "terra, paese" si legge 'ar-'â' (accento sull'ultima sillaba), nella pronuncia la -â' si separa dalla sillaba precedente.
La lettera Sade si legge come la z di "pazzo".
Il suono della Resh è come quello della r nella lingua italiana. Mentre nell'ebraico parlato in Israele ha il suono uvulare della 'r' francese.
La Shin con il puntino sulla destra si pronuncia sc come in "scena", mentre se ha il puntino sulla sinistra ha il suono s di "sera".
Per le altre consonanti il suono equivale a quello della lingua italiana.
Nella traslitterazione ho scritto la Heth con H, la Tet con T; la Kaf aspirata kh; la 'ALEF e 'AYIN con il medesimo segno ('), anche se in realtà sono diverse, vedi l'alfabeto.
*Le lettere dell'alfabeto hanno anche valore numerico.
1 = א
2 = ב
3 = ג
4 = ד
5 = ה
6 = ו
7 = ז
8 = ח
9 = ט
10 = י
20 = (כ (ך
30 = ל
40 =(מ (ם
50 = (נ (ן
60 = ס
70 = ע
80 = (פ (ף
90 = (צ (ץ
100 = ק
200 = ר
300 = ש
400 = ת
Edited by Masmok73 - 13/6/2019, 12:04Attached Image. -
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LA DOPPIA PRONUNCIA DELLE LETTERE BETH, KAF, PEH
Queste lettere in principio di parola hanno sempre un puntino al centro chiamato "daghesh lene", hanno un suono duro, B di 'bene', K di 'kappa', P di 'pane'. Mentre sprovviste di puntino hanno un suono fricativo, V di 'vero', H come in tedesco 'ich', F di 'filo'. In finale di parola hanno sempre il suono fricativo, V, H, F.
N.B.
Questa regola si applica anche per le lettere Ghimel, Daleth e Taw, ma si riflette solo nell'ortografia e non nella pronuncia.
Edited by Masmok73 - 12/8/2016, 11:42Attached Image. -
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ESEMPI
con il puntino:
בֵּיתׇא
bêtâ' (casa, tempio)
כַּרְמׇא
karmâ' (vigna)
פֻּמׇּא
pummâ' (bocca)
senza il puntino:
גַּבְרׇא
gavrâ' (uomo)
מַלְאֲכׇא
mal'ăkhâ' (angelo)
נַפְשׇׁא
nafshâ' (anima)
In finale di parola:
טׇב
Tāv (buono)
מֶלֶךְ
mèlekh (re)
אַף
'af (anche)
Edited by Masmok73 - 17/8/2016, 20:47. -
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IL TESTO MASORETICO
Con l'introduzione del testo masoretico (VII-VIII sec. d.C), il testo biblico (ebraico e aramaico) fu codificato con l'utilizzo di un sistema di puntuazione vocalica. Questo fu fatto non solo per permettere la corretta pronuncia del testo, ma soprattutto per preservarlo da manipolazioni. Infatti il testo essendo sprovvisto di vocali, poteva essere mal interpretato con una conseguente alterazione del significato originale.
SISTEMA DI PUNTUAZIONE TIBERIENSE
Questo sistema di puntuazione vocalica è stato creato dai rabbini nel VII-VIII sec. d.C., per trasmettere il testo della Bibbia ebraica. Le vocali possono essere brevi, medie, lunghe e brevissime, si scrivono sopra e sotto le consonanti. Nella lettura la differenza tra brevi e lunghe non è molto marcata e si nota solo nella scrittura.
Prendiamo come esempio la lettera ב Beth
VOCALI BREVI
Nome = PATAH
Suono= A
בַ VA
_____________________________
Nome=SEGHOL
Suono= E
בֶ VE
_____________________________
Nome=HÎREQ
Suono= I
בִ VI
_____________________________
Nome=QĀMETS-HĀTÛF
Suono=O
בׇ VO
_____________________________
Nome=QIBBÛTS
Suono=U
בֻ VU
_____________________________
VOCALI MEDIE E LUNGHE
Nome = QĀMETS
Suono
Media= Ā
Lunga=Â
בׇ
VĀ *in posizione iniziale e centrale
VÂ *In finale di parola davanti alla 'ALEF
_____________________________
Nome=TSERÊ
Media=Ē
בֵ VĒ
Lunga=Ê
בֵי VÊ
_____________________________
Nome= HIREQ
Lunga=Î
בִי VÎ
_____________________________
Nome=HÔLEM
Media= Ō, scritta col trattino lungo sopra
בֺ VŌ
Lunga=Ô
בוֹ VÔ
_____________________________
Nome=SHÛREQ
Lunga= Û
בוּ VÛ
_____________________________
VOCALI BREVISSIME
Nome = HATEF-PATAH
Suono= Ă
בֲ VĂ
_____________________________
Nome=SHEWÂ
Suono= E brevissima, traslitterata con una e minuscola.
בְ Ve
N.B.
Lo schewa semplice anticamente si pronunciava come la e francese di JE.
_____________________________
Nome=HATEF-SEGHOL
Suono= Ĕ
ְ בֱ VĔ
_____________________________
Nome=HATEF-QĀMETS
Suono= Ŏ
בֳ VŎ
Edited by Masmok73 - 12/9/2017, 17:41Attached Image. -
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L'ACCENTO
L'accento cade normalmente sull'ultima sillaba. I pochi casi in cui l'accento cade sulla penultima sillaba riguardano soprattutto i possessivi e alcune persone del perfetto e dell'imperativo.
Per sentire la pronuncia e l'accento dell'aramaico vi propongo questa lettura, un estratto dal libro di Daniele 2,35, letto da Padre Abraham Shmuelof.
בֵּאדַיִן דָּקוּ כַחֲדָה פַּרְזְלָא חַסְפָּא נְחָשָׁא כַּסְפָּא
וְדַהֲבָא, וַהֲווֹ כְּעוּר מִן-אִדְּרֵי-קַיִט, וּנְשָׂא הִמּוֹן רוּחָא, וְכָל-אֲתַר לָא-הִשְׁתְּכַח לְהוֹן; וְאַבְנָא דִּי-מְחָת לְצַלְמָא, הֲוָת לְטוּר רַב--וּמְלָאת כָּל-אַרְעָא
Traduzione
Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate; il vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione
Edited by Masmok73 - 15/9/2016, 18:05File AllegatoAramaic_portion_of_the_Bible__Daniel____Audio.mp3
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PARTE 2^
MORFOLOGIA DEL NOME
Il nome è caratterizzato dal genere (maschile e femminile), il numero (singolare e plurale), lo stato (assoluto, costrutto, enfatico)
1) Lo stato assoluto.
La parola è alla forma indeterminata:
גְּבַר
gevar (un uomo)
2) Lo stato costrutto.
La parola è seguita dal genitivo:
גְּבַר
gevar (l'uomo di)
Il secondo termine è sempre alla forma enfatica:
גְּבַר קַרְתׇּא
gevar qartâ' (l'uomo della città)
3) Lo stato enfatico.
La parola è alla forma determinata:
גַּבְרׇא
gavrâ' (l'uomo)
*Per formare lo stato costrutto si usa anche il pronome relativo דְּ DE preceduto dal nome in stato enfatico:
גַּבְרׇא דְּקַרְתׇּא
gavrâ' de qartâ' (l'uomo della città)
* Il DE si usa anche per specificare la materia di cui è fatta una cosa:
פׇּתוּרׇא דְּאׇעׇא
pātûrâ' de 'ā'â' (tavolo di legno)
pātûrâ'=tavolo, 'ā'â'=legno
Edited by Masmok73 - 7/6/2017, 18:25. -
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I SUFFISSI DEL NOME Attached Image. -
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L'AGGETTIVO
L'aggettivo segue il nome e si concorda per genere e numero:
גַּבְרׇא שַׁפִּירׇא
gavrâ' shappîrâ' (l'uomo bello)
אִתְּתׇא שַׁפִּירְתׇא
'ittetâ' shappîrtâ' (la donna bella)
בֵּיתׇא רַבׇּא
bêtâ' rabbâ' (la casa grande)
נְהוֹרַיׇּא רַבְרְבַיׇּא
nehôrayyâ' ravrevayyâ' (i grandi luminari)*
*Targum Onkelos, Genesi 1,16. -
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FLESSIONE DEI NOMI
Nella tabella seguente sono elencati alcuni nomi allo stato assoluto, costrutto ed enfatico, divisi per genere e numero. In aramaico molte parole hanno un genere diverso rispetto all'italiano, ad esempio la parola CASA è femminile in italiano, ma è maschile in aramaico. Così come le parole REGNO, OCCHIO, che sono maschili in italiano, sono di genere femminile in aramaico.
*Il simbolo (<) posto sopra la lettera indica che l'accento cade sulla penultima sillaba.Attached Image. -
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PARTE 3^
I PRONOMI PERSONALI
Edited by Masmok73 - 12/8/2016, 17:32Attached Image.