Messia

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    Tutti gli uomini, coscienti della loro finitezza, incapaci di liberarsene, come dei naufraghi su un’isola deserta che attendono il vascello che verrà a soccorrerli, scrutano l’orizzonte della propria condizione. Mi piace il fatto che, per l’ebraismo, questo amico dell’umanità (che si chiama Mashia’h) non sia necessariamente un essere umano, ma piuttosto un avvenimento o, meglio ancora, il risultato dell’azione di tutti gli uomini.
    La parola Mashia’h deriva da una radice molto interessante: come primo significato, ha quello di “unzione di un uomo con l’olio di oliva”, ed è collegata alla consacrazione dei sacerdoti («Poi prendi l’olio per la consacrazione e versalo sulla sua testa per consacrarlo sacerdote», Es 29,7), uso molto diffuso nel Vicino Oriente.
    In effetti, c’è molto di più in questo nesso con l’oliva. Da una parte, la parola “Messia” rimanda anche, metaforicamente, a colui che galleggia al di sopra della Torah, come l’olio galleggia sopra all’acqua; d’altra parte l’olio è anche ciò che permette di rendere trasparente la pergamena, e anche questo è uno dei ruoli del Messia. Infine, l’olio è la frazione più preziosa dell’oliva. Stranamente, i cristiani riprenderanno lo stesso tipo di metafora e diranno che i Vangeli stanno alla Torah come la farina sta al grano.
    Del Messia, il Pentateuco non parla mai; i Profeti ne parlano un po’ e in maniera enigmatica. Come sempre quando si tratta di questioni importanti trattate di sfuggita nella Torah, i rabbini, nel corso dei secoli, danno risposte contraddittorie alle questioni che lo concernono.


    Chi sarà?

    Per alcuni rabbini sarà un ebreo, uomo o donna; per altri, uno sconosciuto che entra a Gerusalemme a dorso d’asino (Zc 9,9) o un generale alla testa delle sue armate, un martire che soffre in nome di tutti. Potrebbe essere un bambino che crescerà per far crescere la pace (Is 9,5), un giudice discendente di Davide (Is 11,1-4), il direttore della celeste Accademia dove studiano i Giusti (Zohar Berechit 1,4b). Per altri non sarà una persona, ma un avvenimento, o una guerra, o ancora una catastrofe, un movimento verso il progresso e la giustizia universale, il sionismo, l’antisionismo, la riunione di tutti gli uomini... O anche l’apparizione di una stella nuova poiché, secondo Balaam (inviato dal re di Moab per maledire gli ebrei, ma che si ricredette), «un astro, tra i discendenti di Giacobbe, sorge un sovrano in mezzo al popolo di Israele» (Nm 24,17): è la sola metafora nel Pentateuco che può essere interpretata come un’evocazione del Messia.


    Come agirà?

    Per alcuni, con la violenza; per altri, facendo prendere coscienza della necessità dell’amore. «Egli sarà il giudice delle genti, e l’arbitro dei popoli...» (Is 2,4). Per alcuni, sarà preceduto da una sorta di periodo di transizione o di disintossicazione, delle durata di mille anni all’incirca, durante il quale il tempo scorrerà più lentamente e l’uomo imparerà a dimenticare la violenza e il desiderio; la natura dell’universo subirà allora un cambiamento fondamentale che i rabbini chiamano “i dolori del parto del Messia”. Per altri, sarà preceduto da una sorta di pre-Messia discendente di Giuseppe (e non di Davide, come il vero Messia), il quale combatterà le forze del Male, ma fallirà. Il Mashia’h ben Yussef, della tribù di Efraim, riunirà il popolo; e il Mashia’h ben David sarà, invece, il Messia spirituale. Ambedue discenderanno da Betsabea.



    Che cosa vorrà compiere?

    Secondo alcuni profeti, si interesserà solo a Israele per assicurare la sua vittoria, riunire gli ebrei sulla loro terra, permettere loro di vivervi la propria religione e di ricostruire il Tempio. «La mia casa si chiamerà “Casa di preghiera per tutti i popoli”» (Is 56,7). «Torneranno ad essere ricche e stabili come prima. Così sarà anche per te e i tuoi villaggi» (Ez 16,55). «Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre» (Dn 2,44). Il Tempio sarà ricostruito (come è mostrato in Ez 40). Per la maggior parte degli altri profeti, il Messia avrà una missione universale: permettere a tutti gli uomini di comprendere la ragion d’essere dei comandamenti, che è quella di farla finita con le ristrettezze, sotto l’autorità di un potere mondiale; tutti gli umani si convertiranno all’ebraismo: «Così dice il Signore degli eserciti: In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: “Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”» (Zc 8,23). Si trovano anche in Isaia numerose descrizioni della sua azione: «Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore» (Is 11,2). «Giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio» (Is 11,4). «Renderò i tuoi giudici come una volta, i tuoi consiglieri come al principio» (Is 1,26). Sarà un «messaggero che annuncia la pace» (Is 52,7). «Bruceranno armi, scudi grandi e piccoli, e archi e frecce e mazze e giavellotti» (Ez 39,9). O ancora, metterà fine alla violenza sulla Terra (come dice Is 11, precedentemente citato), o condurrà gli uomini nell’Aldilà, in un’eternità dalle forme multiple.
    Maimonide si oppone a questa visione miracolosa del Messia: «Non immagino che il Melekh HaMashia’h debba produrre dei miracoli e dei segni, o creare delle nuove cose nel mondo, o resuscitare i morti, e così di seguito...». Afferma poi che il Messia non farà che incitare gli uomini a rinunciare alla violenza.


    Cosa si può fare per accelerare la sua venuta?

    Essere morali, dicono alcuni; o, al contrario, lasciare che domini il peggio. Per alcuni, la creazione dello Stato di Israele accelera la sua venuta; per altri, la ritarda; per altri ancora, bisogna soprattutto non occuparsi di quella venuta. Secondo rabbi Yohanan ben Zakkai, che riuscì, nel I secolo, a ottenere da Vespasiano di continuare a insegnare l’ebraismo a Gerusalemme anche dopo la distruzione del Secondo Tempio: «Se tu hai una pianta tra le mani e le genti ti dicessero: “Guarda! Il Messia viene verso di te!”, continua tranquillamente a sistemare la tua pianta nel terreno, e soltanto in seguito esci dal tuo campo per andarlo ad accogliere» (Avot di rabbi Nathan, B31). Come sempre: trasgredire per poi pentirsi.


    Quando verrà?

    Secondo una tradizione, a ogni generazione spunta un Messia potenziale, ma può rivelarsi solo se Dio stima che la generazione in questione ne sia degna. Verrà quando il mondo sarà buono, dicono alcuni rabbini. «Il Messia non verrà che nel momento in cui l’orgoglio scomparirà dal mondo», precisa Nachman di Breslav. In particolare, per alcuni rabbini dei giorni nostri, verrà quando la pace sarà instaurata in Medio Oriente. Per altri rabbini, al contrario, verrà quando il mondo sarà disperatamente cattivo, o quando una guerra terribile vi si scatenerà e lo Stato di Israele sarà distrutto. Tanto atteso, definito in modo così confuso, l’arrivo del Messia è stato molto spesso annunciato; uno dei giochi praticati più frequentemente dai rabbini è anche, in ogni tempo, di calcolare la data del suo avvento a partire dal valore numerico di alcuni testi che lo annunciano. Isaac Abrabanel, ex ministro delle Finanze dei re cattolici, cacciato nel 1492, parla del 1503 della nostra era. Altri avanzano ben altre date (tra cui il 2008, a partire da un testo di Isaia, e il 2009 secondo altri calcoli).
    Per alcuni, non verrà più, perché il popolo ebraico ha lasciato passare la sua possibilità di accogliere il Messia. Rabbi Hillel dice: «Non c’è più alcun Messia per Israele. Israele lo ha provato all’epoca del re Ezechia» (capitolo XI del Trattato Sanhedrin), e ormai solo da Dio si deve attendere la redenzione.
    Molti ebrei si sono presentati come Messia o sono stati presentati come tali da vivi, a differenza di Gesù che lo fu soltanto dopo la sua morte e la sua resurrezione, e che, per i cristiani, deve ritornare. Verso il 135, a Gerusalemme, rabbi Akiba presenta un certo Simon ben Kozeba, che egli proclama “re dei Giudei” sotto il nome di Simon bar Kochba (‘figlio della Stella’) per richiamare la profezia che annuncia l’arrivo del Messia come una stella, lasciando intendere da ciò che Simon potrebbe essere quel Messia.
    Molto più tardi, a metà del XVII secolo, il più celebre tra questi pretesi Messia, Sabbatai Tsvi, appare a Smirne, nell’Impero ottomano. Annunciato da un giovane rabbino dotato di grandi talenti, Nathan di Gaza, Sabbatai Tsvi solleva all’inizio un’immensa speranza nel mondo intero. Alcune comunità polacche, lituane, olandesi vendono addirittura i propri beni per raggiungerlo, prima che Sabbatai Tsvi si converta all’islam per sfuggire alla morte e finisca la sua vita in Albania senza essere turbato e senza tornare all’ebraismo.
    Enormemente scosso da questa fine ridicola, l’ebraismo mondiale entra allora in crisi. Molti nemici dell’ebraismo, come Voltaire, ne fanno un argomento del loro antigiudaismo. Alcuni ebrei abiurano; altri si suicidano, come Uriel da Costa. Molti altri si rifugiano in una fede volontariamente ignorante, quella del chassidismo. Altri infine cominciano a riflettere all’avvenire dell’umanità senza passare per la speranza di un salvatore: Baruch Spinoza parla così della libertà, riprendendo a modo suo un’esigenza tra le più importanti dell’ebraismo, l’herut, l’autonomia.

    Karl Marx, leale verso i suoi antenati senza saperlo o almeno senza riconoscerlo, riprendendo questa riflessione là dove essi l’hanno interrotta, designa la classe operaia come il Messia e parla, anche lui, come molti altri dopo di lui, di «periodo di transizione», di mondo perfetto, di governo mondiale, di gratuità generale, di rinuncia al desiderio, di superamento dell’alienazione, riprendendo ciò che era e resta fino a oggi la più bella posizione umana, la sola capace di rendere compatibile l’utopia con l’azione politica: forse Egli verrà, ma io non devo farci conto e devo agire piuttosto come se fossi Lui.


    © 2009 Plon et Librairie Arthème Fayard
    © 2009 Jacques Attali
    © 2013 Fazi Editore srl
    Via Isonzo 42, Roma
    Tutti i diritti riservati
    Titolo originale: Dictionnaire amoureux du Judaisme
    Titolo italiano: Dizionario innamorato dell'ebraismo
    Traduzione dal francese di Giuliano Cianfrocca
    ISBN: 978-88-7625-548-9


    Edited by ashkenazi - 3/6/2016, 08:31
     
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  2. Duenda
     
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    "Egli verrà, ma io non devo farci conto e devo agire piuttosto come se fossi Lui."

    Così dovrebbe AGIRE il popolo dell'Adonai!


    Poi forse accadrà questo...

    “Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”

    ... e quando tutto sarà sistemato, arriverà e si troverà disoccupato :D

    ma forse felice e orgoglioso :)

    Shalom
     
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    אילון

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    CITAZIONE (Duenda @ 3/6/2016, 03:20) 
    ... e quando tutto sarà sistemato, arriverà e si troverà disoccupato :D

    Per questo è anche detto, che arriverà quando non ci sarà più bisogno di lui.
     
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  4. Duenda
     
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    Ah sì?
     
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    CITAZIONE (Duenda @ 5/6/2016, 10:54) 
    Ah sì?

    Al solito dipende a chi lo chiedi


    Maimonide dice che anche se un re


    1) sorge dalla Casa di David,
    2) osserva diligentemente la Torah
    3) osserva le mitzvot come prescritte dalla legge scritta e dalla legge orale
    4) conduce tutta Israele ad osservarle
    5) rettifica le violazioni nell'osservanza
    6) combatte le guerre di Dio

    ma poi venga ucciso questi sarà solo uno tra i "saggi che cadranno" profetizzati in Daniele 11,35.
    Se oltre ai precedenti compiti

    7) ricostruisce il tempio al suo posto
    8) raccoglie i dispersi di Israele

    sarà il Messia
     
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    Ottima trattazione, ashkenazi. Ben scritta e ricca di riferimenti biblici.

    Attali... Ho visto adesso.
     
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  7. DAN/ROS
     
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    domanda semplice. per ebrei cristiani e musulmani cos e il messia. poi faro altre domande. scusate x gli accenti ma oggi dal cellulare non saltano fuori













    Dunque, il forum è diviso per aree tematiche, quindi il tuo post è stato spostato da "Regolamento, consigli e presentazione " a "Temi a confronto"
    Inoltre è stato accorpato a uno tra i tanti 3D già aperti sul tema. Prima di aprire una nuova discussione, specialmente se così generica, è d'obbligo controllare se non sia possibile accodarsi ad una già aperta.
    Infine ultimamente si leggono spesso messaggi affrettati, stile Facebook. Perdere cinque minuti ad aggiustare la scrittura di un post prima di pubblicare non sarebbe sbagliato.







    Edited by ashkenazi - 5/6/2017, 15:46
     
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  8. fabio aste
     
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    Ciao!

    non so se questa discussione verrà spostata o assemblata ad altre già esistenti, nel frattempo ti dico brevissimamente la mia : secondo me il concetto di Messia va di pari passo con quello di Melchisedec, con la carica di Melchisedec, ovvero: Re e Sacerdote Universale, insomma, secondo me il Messia e il Melchisedec sono la stessa identica cosa, se proprio volessi differenziare, il Messia sarà colui che avrà carica di Melchisedec alla "fine dei tempi", il Melchisedec che traghetterà l'umanità nella "Nuova Era del Mondo"
     
    .
  9. jjl
     
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    Breve riassunto dei riferimenti principali in spoiler

    3D in cui se ne è già parlato

    Chi è per gli ebrei il Messia?mi piacerebbe sapere se esiste una corrente ebraica contemporanea che ne parla
    https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=45214541

    Il Mashiach negli scritti dei sagginella tradizione alla luce del Tanach
    https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=65335583

    Il Messia
    https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=71416882

    I Samaritani e il Messia
    https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=42898192

    Sette ragioni perchè gli ebrei rifiutarono Gesù da 2.000 anni
    https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=73062153

    Figlio dell'Uomo o Figlio di Dio?
    https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=52414827&st=30

    Il secondo Messia ,L'Elia che ritornaIl nuovo tempio di Gerusalemme sarà ricostruito ma sarà di culto Cristiano.la Giovenca rossa é nata nel 2002 e annuncia la venuta del secondo Messia
    https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=72675857

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    Principali post riassuntivi ed estesi dei consulenti ebraici


    Il Messia è Uomo, non D-O
    Il Messia non muore
    Il Messia riunisce le tribù disperse
    Il Messia instaura una nuova era teocratica
    questo solo per dire alcune caratteristiche
    Se il Tanach è verità e l'Ebreo chrede alla Torah, Unica, Eterna e Immutabile, come può credere a:

    un Messia che è considerato D-O,
    Che muore e non torna come detto
    Che non realizza la riunificazione d'Israel
    Che non realizza la pace universale sotto la teocrazia?

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    la principale missione del Maschiach è la riunificazione delle tribù disperse, la riedificazione del terzo e ultimo tempio e l'instaurazione della teocrazia, della fine delle guerre e dell'avvento di un mondo di pace.
    le istanze spirituali sono strettamente parallele a quelle materiali. Territoriali non nel senso di espansione di Israele, ma solo di ripristino dei confini biblici (sui quali però non vi è accordo interpretativo assoluto, in quanto per alcuni dovrebbero includere parte del Libano, mentre il Sinai non rientra in questi) che corrispondono più o meno agli attuali, inclusi i cosiddetti territori contesi.

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    Cosa si suppone che il Messia debba realizzare? La Bibbia dice farà:

    A. costruire il Terzo Tempio (Ezechiele 37: 26-28).

    B. Raccogliere tutti gli ebrei di nuovo alla Terra d'Israele (Isaia 43: 5-6).

    C. Iniziare un un'era di pace nel mondo, e la fine di tutto l'odio, l'oppressione, la sofferenza e la malattia. Come si dice: "un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, nè si impareranno più la guerra". (Isaia 2: 4)

    D. Diffondere la conoscenza universale del Dio di Israele, che unirà l'umanità come una sola.
    "Dio sarà re di tutta la mondo in quel giorno, Dio sarà Uno e il suo nome sarà UNO" (Zaccaria 14:
    da qui #entry598457301

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    Il Messia e l'epoca messianica

    Uno dei concetti fondamentali dell'Ebraismo, oltre ai principi basilari: Dio, Israele, la Torà, è quello del Messia. "Messia" è la traduzione della parola ebraica Mashìach, che significa "unto". Infatti, anticamente, quando si eleggeva un re o un sommo sacerdote, lo si ungeva, ad indicare che egli era stato scelto di mezzo al suo popolo, per adempiere importanti cariche.

    Mashìach è colui che verrà scelto dal Signore e, seguendo la Sua ispirazione, redimerà Israele e introdurrà una nuova era di pace, di felicità, di bontà fra gli uomini di tutta la terra. Col suo avvento, infatti, cesseranno le sofferenze, le distruzioni, le guerre; il malvagio sarà punito e il giusto premiato. Israele, che per tanti secoli è rimasto in esilio, sparso in tutto il mondo, potrà finalmente tornare alla terra dei suoi Padri e, cosa molto importante, tutti i popoli riconosceranno la sovranità del Signore, Dio Unico.

    Nel Talmùd, vi sono centinaia di riferimenti al Messia e alla sua missione; di questi si è detto: "All'inizio della creazione del mondo il Re Messia era già nato, perché egli entrò nella mente del Signore prima ancora che il mondo fosse creato" (Pesiktà Rabà, 15).

    Molti profeti, nelle loro profezie, accennarono all'avvento del Messia, che essi indicarono come discendente della Casa di Davide. Così ne parla Isaia: "Uscirà un ramo dal tronco di Isciài (padre di Davide) e un rampollo spunterà dalle sue radici, e riposerà su di lui lo Spirito del Signore… Egli giudicherà con giustizia i miseri e deciderà con dirittura a favore degli umili della terra… Allora dimorerà il lupo con l'agnello; si coricherà il leopardo con il capretto, e il vitello e il leone staranno assieme e un piccolo ragazzo li guiderà. La mucca e l'orso pascoleranno, assieme giaceranno i loro piccoli e il leone come il bue mangerà paglia… Il Signore radunerà gli esuli di Israele e raccoglierà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra…".

    Il Messia non è inteso come un essere soprannaturale o divino, ma come un uomo. Egli però sarà ispirato dal Signore e avrà il compito di portare il Suo messaggio sulla terra e di rendere tutti i popoli degni del Suo Regno, mediante l'opera del popolo ebraico.

    Inizierà così l'era messianica, in cui si effettuerà il "Regno di Dio", Malkhùth Shaddài, e il mondo sarà meraviglioso, perché non esisterà più il male e vi saranno pace e felicità per gli uomini.

    Questa speranza è espressa nelle profezie di molti profeti; Isaia e Michà dicono con parole molto simili fra loro: "Saliremo alla Casa del Dio di Giacobbe, affinché Egli ci ammaestri sulle Sue vie… Egli giudicherà fra le nazioni… le quali spezzeranno le loro spade per farne vomeri e le loro lance per farne falci; nessun popolo alzerà la spada contro l'altro e non impareranno più la guerra".

    Anche in una delle nostre più belle preghiere, l''Alénu, dopo aver esaltato il Signore che ha eletto Israele e lo ha allontanato dall'idolatria, è espresso l'ideale che anticipa il giorno in cui il Signore sarà il Dio unico di tutte le genti e sarà attuato il trionfo della Sua onnipotenza.

    Non per tutti il Messia è un uomo
    Non in tutti i libri dei Profeti viene ricordato un messia umano. Nei libri di Nachum, Zefanià, Chabbaquq, Malachì, Yoel, e Daniel l'unico redentore è Dio stesso. Nei libri di Amos, Yechezqel e Ovadià e nel libro dei Salmi si parla di un Messia collettivo: i "salvatori", i "giusti" che redimono il mondo in virtù della loro giustizia e della loro bontà. Nei libri di Chaggai e Zecharià il Messia non è altri che Zerubavel, un discendente, realmente esistito, della casa di David. E in Isaia (cap. 40 e ss.) il Messia è il popolo di Israele stesso. Nel Talmud Rabbì Hillel (da non confondersi con Hillel il Vecchio (arriva a dire: "Non ci sarà più un messia per Israele, dopo i tempi del Chizkià". A questa opinione si oppone duramente Rav Yosef; "Il Signore lo perdoni (per aver detto cose senza senso)" (Sanhedrin 98b e 99a). Rimane il fatto, tuttavia, che un ebreo, fedele alla sua religione e al suo popolo, poteva raffigurarsi la redenzione svincolata da un redentore umano: il Santo, Benedetto Egli sia, sarà il Redentore.
    Comunque, quest'ultima concezione non ebbe successo nell'ebraismo. La fede nella venuta del Messia è invece divenuta il dodicesimo dei "Tredici articoli di fede" formulati dal Maimonide. Non c'è però da meravigliarsi che fosse sorta, in un certo periodo, la visione della redenzione senza un messia: la salvezza infatti, viene da Dio e per tramite di Dio. Il Messia è solo uno strumento nelle mani di Dio. Il Messia è un uomo, simile a tutti gli altri uomini mortali, che ha il pregio di possedere le migliori qualità che un uomo possa avere. Un uomo caratterizzato dalla perfezione insieme fisica e spirituale.;
    Persino Filone Alessandrino vede nel Messia non solo l'aspetto spirituale e morale, ma anche una "forza fisica" invincibile", che si erge a "combattere e sconfiggere popoli grandi e numerosi", e insieme a ciò caratterizzato dalla "santità e il bene agire" (De praemiis et poenis, 16: 95-97).;
    Il progresso verso la "fine dei giorni";
    Infine, il regno messianico verrà alla "fine dei giorni". La differenza fondamentale fra la cultura ebraica e quella greca, sta nel fatto che i greci (e i romani) vedevano "l'epoca d'oro" antecedente a loro, all'inizio della storia, mentre gli ebrei la vedevano alla fine di essa. L'umanità è intrisa di malvagità e iniquità e per questo è imperfetta. La perfezione verrà solo alla "fine dei giorni", quando il male e la guerra saranno eliminati, e "il lupo dimorerà con l'agnello" e "la terra si riempirà della conoscenza di Dio com e il mare dell'acqua".;
    L'idea della perfezione è anche la grande idea del progresso che sta alla base dell'ebraismo. Il popolo ebraico e tutta l'umanità di oggi hanno bisogno di un continuo progresso per giungere alla perfezione, che si può ottenere tramite il ritorno alla retta via e alle buone azioni, e questo porterà ai "giorni del Messia". È sì vero che il Messia è incluso fra le "tre cose che capitano senza accorgersene" (Sanhedrin 97a): ma è anche detto che il giorno in cui il Messia verrà è fra le "sette cose nascoste alla conoscenza dell'uomo" (Pesachim 54b; Mechiltà, Be-shallach, 5). Il "venire senza accorgersene" non va inteso dunque nel senso che il Messia verrà senza preparazione, ma che è impossibile prevedere quando tale preparazione da parte degli uomini sarà ultimata.

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    IL VERO MESSIA

    E' scritto nella Torah,e commentato nelle Mishna che il messia giungerà alla fine dei tempi,a svolgere un preciso compito,quello di adempiere la promessa fatta da D_o ad Israele; l'adempimento rivelerà la persona del messia, non solo agli ebrei, ma al mondo intero.
    Le scritture riportano che tutti i popoli lo riconosceranno come tale,e nessuno dovrà "convincere" gli altri a credere che lo sia veramente.
    Dunque già il solo fatto che un gruppetto di ebrei identifichi il messia in un maestro, o in un profeta di cui è seguace, tenti di "persuadere" di conseguenza tutto il resto dell'umanità, è prova che il messia non è ancora giunto.
    Di aspiranti e falsi messia, è ricca la storia del popolo ebraico.

    I falsi messia

    In tali circostanze, non deve sorprendere che Sabbatai Tsvi (1626-1676), l'uomo che in Turchia si autoproclamo' messia, abbia considerato che il momento gli era favorevole e l'ora propizia per l'inizio di un movimento messianico. Shabbatai Tsvi affermava che i massacri di Chmielnitski costituivano quello che i profeti avevano annunciato come i dolori di gestazione per la nascita del messia e che lui era il salvatore atteso.
    Nel clima emotivamente teso del momento e intellettualmente scosso dalle dure prove subite, in un momento in cui era necessario dare un senso alla vita, l'ondata messianica riscontro' un successo immediato. Sabbatai Tsvi fu circondato da numerosi discepoli e un fervore particolare si impossesso' di diverse comunita' ebraiche sparse nel mondo. In un primo tempo, alcuni dei maggiori rabbini dell'epoca rimasero impressionati dalla forte personalita' di Sabbatai Tsvi e dal suo effettivo carisma.
    Testimoni dell'epoca lo descrissero come un personaggio magnetico. Gli stessi pero' non tardarono a capire che Sabbatai Tsvi ed il suo movimento, costituivano un gravissimo pericolo per l'intero popolo ebraico, nella misura in cui provocavano atteggiamenti millenaristici e la conseguente negligenza delle pratiche religiose che avevano costituito fino ad allora, la colonna portante del giudaismo attraverso i secoli, pertanto decisero di opporsi a lui ed alla sua predicazione. Si sviluppo' quindi un gran dibattito intellettuale, a seguito del quale molti non tennero conto della condanna rabbinica poiche' dopo aver aderito al pensiero di Sabbatai Tsvi, non potevano pensare di tornare indietro ed erano comunque disposti a seguire ciecamente qualsiasi sua impresa.
    L'attesa di una rivelazione messianica da parte di Sabbatai Tsvi era gia' talmente radicata che quando decise di convertirsi all'islam la sua immagine non ne venne interamente offuscata. Malgrado gli sforzi delle più alte autorita' rabbiniche, il movimento riusci' a mantenersi vivo fra i numerosi discepoli di Sabbatai Tsvi, soprattutto in Polonia. Mezzo secolo più tardi, il movimento conobbe anche una brusca ripresa sotto forma della setta franchista. Il suo capo spirituale, Jacob Franck, contemporaneo del Baal Shem Tov, nato anch'esso in Polonia, si autoproclamera', come il suo predecessore, l'atteso messia e in un secondo tempo si convertira' al cristianesimo con tutti i suoi seguaci.
    Questi sedicenti movimenti messianici, conosceranno, uno dopo l'altro, una fine più o meno naturale anche se inevitabilmente, ma prevedibilmente la loro scomparsa lascio' un'impronta profonda nel pensiero ebraico. I rabbini divennero sempre più diffidenti e determinati ad evitare che tali errori si potessero ripetere facendo nascere nella popolazione delle false speranze che poi conducevano alla più cocente disillusione.
    E' in quest'ottica che si spiega la tragica esperienza vissuta da alcuni dei maestri dell'epoca, quali il Rabbi Moshe Haim Luzzato (1707-1746) accusato di diffondere dottrine pseudo-messianiche, oppure Rabbi Jonathan Eybchutz (1690-1764) che si vide accusato di tendenze sabbataiane, od altri rispettabilissimi rabbini dell'epoca accusati di simili colpe, si trattava in ogni caso del contraccolpo dello pseudo-messianesimo. Questa inquietudine rabbinica e l'incombente atmosfera di sospetto contribui' a mettere in discussione tutta la produzione spirituale che faceva riferimento al misticismo cabalistico, percepito nel migliore dei casi come incomodo o altrimenti nocivo se non eretico. La logica conseguenza di tale atteggiamento fu che la kabbala divenisse oggetto di evidente disprezzo e di un'esplicita proscrizione.

    "Se sorgerà un Re dalla casa di Davide che saprà ricercare in
    profondità nello studio della Torà e, come il suo antenato Davide, osserverà
    le Mitzvot stabilite dalla Legge Scritta e dalla Legge Orale; se egli
    imporrà a tutto Israele di camminare [nella via della Torà] e riparare le
    brecce [nella sua osservanza]; e se combatterà le guerre di D-o; - possiamo,
    sicuramente, considerarlo il Messia".

    "Se egli non avrà successo fino a tanto o se sarà ucciso, sicuramente non era [il Redentore] promesso dalla Torà.
    [Piuttosto] sarà da considerare come tutti gli altri re validi e legittimi
    della dinastia di Davide che sono morti. D-o ha solo fatto sì che sorgesse
    per provare il popolo. Come è scritto (Dan. 11, 35) "Tra gli stessi
    intelligenti, alcuni cadranno, affinché si compia fra di loro la
    purificazione, una selezione, un raffinamento fino al tempo della fine, che
    deve ancora venire."

    Gesù di Nazareth, che aspirò ad essere il Messia e fu
    giustiziato da un tribunale, è anche presente nelle profezie di Daniele
    (Dan. 11, 14): "Dei rinnegati nel tuo popolo si esalteranno tentando di
    realizzare la visione, ma saranno abbattuti". Ci può essere ostacolo
    maggiore di questo? Tutti i profeti parlarono del Messia come del Redentore
    d'Israele e Salvatore, che avrebbe radunato gli esiliati e avrebbe
    rinsaldato in loro le Mitzvot. Al contrario,
    causò agli ebrei di essere ammazzati dalla spada, i sopravvissuti furono
    dispersi e umiliati, la Torà fu alterata e la maggioranza dei popoli del
    mondo fu ingannata e posta al servizio di una divinità ben diversa dal
    Signore. E tuttavia l'intento del Creatore del mondo non è alla portata
    della comprensione umana, perché (parafrasando Isaia 55, 8) "le Sue vie non
    sono le nostre vie e i Suoi pensieri non sono i nostri pensieri". [Infine]
    tutti i fatti compiuti da Gesù di Nazareth e dall'Ismaelita [cioè Maometto]
    che sorse dopo di lui servono solo a lastricare la via per l'arrivo del
    Messia e per mettere alla prova il mondo intero [motivando le nazioni] a
    servire D-o tutti insieme, come è scritto (Sofonia 3, 9): "Renderò i popoli
    puri di linguaggio, così che invocheranno il Nome del Signore e Lo
    serviranno tutti indistintamente". Come avverrà ciò? Il mondo intero è già
    pieno di discorsi intorno al Messia, così come intorno alla Torà e alle
    Mitzvot. Questi argomenti si sono diffusi tra molte popolazioni
    spiritualmente indifferenti, che ne discutono, come discutono di Mitzvot e
    di Torà. Alcuni di loro [cioè i cristiani] dicono: "Questi precetti
    sarebbero veri, ma non sono validi nella nostra epoca; non sono sempre
    applicabili." Altri [cioè i Mussulmani] dicono: "All'interno di questi
    precetti sono nascosti concetti che non possono essere compresi
    semplicemente; il Messia è già venuto e li ha rivelati." Quando verrà il
    vero Re Messia e si rivelerà con successo, [diventando il suo rango]
    celebrato e innalzato, tutti loro torneranno a comprendere come i loro
    antenati abbiano lasciato loro una falsa eredità; i loro profeti e i loro
    antenati li portarono ad errare".

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    1 Intervento di approfondimento
    #entry530097414

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  10. DAN/ROS
     
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    quindi quando nell'islam si parla di Mahdi (spero di averlo scritto giusto) e di Gesu (Isa) si parla di due concetti diversi? quindi il Mahdi sarebbe il messia e Isa chi lo aiuta. ho lettp qualcosa ma mi sa che ho confuso le cose.
     
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  11. fabio aste
     
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    Non saprei nell'Islam, non sono così addentro, nel cristianesimo, invece, è certo che gli evangelisti, si sforzano, soprattutto Marco, di presentare Gesù in veste di Melchisedec, Re e Sacerdote di Gerusalemme (Universale, biblicamente), Messia, appunto, la cui prima venuta e morte, anticipa la seconda venuta alla fine dei tempi, per l'inizio dei nuovi
     
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  12. jjl
     
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    CITAZIONE (DAN/ROS @ 5/6/2017, 12:19) 
    quindi quando nell'islam si parla di Mahdi (spero di averlo scritto giusto) e di Gesu (Isa) si parla di due concetti diversi? quindi il Mahdi sarebbe il messia e Isa chi lo aiuta. ho lettp qualcosa ma mi sa che ho confuso le cose.

    Prob. ti sei confuso perchè le correnti dell'Islam sono molte (a partire da sunniti e sciiti a tutte le altre) e ci sono differenze nelle loro visioni. Se non sbaglio e non ricordo male vi è un piccolo gruppo annoverabile fra quelli di impostazione sunnita che ritiene che Gesù sarà il Mahdi, ma la maggior parte dell'Islam, pur con tutte le differenze, ritiene che il ritorno di Gesù seguirà il Mahdi, anzi, l'avvento del Mahdi sarebbe il segno della immediata prossimità del Giorno del Giudizio, in quanto Gesù sarà il Giudice del giorno del Giudizio (quest'ultima cosa mi pare, e dico mi pare perchè vado a lontana memoria, stia proprio scritta nel Corano). Quindi dopo la comparsa del Mahdi vi sarà il Giudizio.
    Il Mahdi sarà aiutato da Angeli (e, mi pare, da un gruppo di compagni che stringeranno un patto con lui, o qualcosa del genere).
     
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  13. fabio aste
     
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    trovo molto interessanti questi riferimenti all'Islam, di cui non so molto, a leggerVi la sensazione è che i ruoli di Gesù e del Messia siano sovrapponibili in un'unica persona, sempre Gesù, appunto, similmente a quanto accade nel cristianesimo, in cui appare chiara la sovrapponibilità dei concetti di Melchisedec e Messia
     
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  14. jjl
     
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    Fuorchè quella corrente (ovvero quel gruppuscolo in seno al sunnismo) no, in quanto il Mahdi è un governante del tutto terreno, come il Mashiach ebraico, fra le altre cose dovrebbe discendere dalla famiglia del Profeta, dovrebbe chiamarsi con il suo stesso nome, addirittura dovrebbe avere degli specifici segni fisici di riconoscimento, e varie altre cose, su cui ci sono anche altri più o meno lievi disaccordi, ma non sempre rilevantissimi, quindi che sia Gesù stesso sembra proprio essere idea di uno sparuto gruppuscolo, almeno a quanto ne sò. Poi fa sempre in tempo a venir fuori di tutto, per carità.
    Per quanto riguarda Melquisedek, non ne so molto, non ho mai capito onestamente chi sia questo personaggio, nè cosa voglia rappresentare, come sia concepito dall'ebraismo, tuttavia ricordo che fosse un "sacerdote" (non ebreo però).
    Nell'islam la figura del sacerdote non esiste assolutamente, niente Templi, uffici di Tempio, sacerdoti, nulla di tutto ciò. Pensa che usare e bruciare dell'incenso per loro è già considerato kufr, idolatria.
    L'unico edificio consentito è la moschea e l'unico uso consentito è la riunione per le sessioni di preghiera (la Salat) e l'insegnamento.
    Quindi mi sembra improbabile questa sovrapposizione fra il Mahdi e Melquisedek per parte islamica.
    La dialettica fra i vari gruppi non è semplice, però la possibilità/probabilità di simile accostamento per il Mahdi per ora la escluderei.

    Edited by jjl - 5/6/2017, 16:52
     
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  15. DAN/ROS
     
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    grazie x le risposte.
     
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64 replies since 2/6/2016, 23:29   2253 views
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