BIGLINO SMONTATO!!!

Critica alle ipotesi di Mauro Biglino, Scritti e conferenze

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Cochav YaM
     
    .

    User deleted


    Abramo,9/11/2011, 02:02


    Alcune considerazioni sulla traduzione del primo verso di Genesi.

    La bet di compiacimento non esiste, ברא non può essere composto di bet + רא col senso di "vedere" (come dice il prof.). "Vedere" è infatti di radice "ראה" e "רא" è invece di radice "ירא"(temere). Il prof può far dire quello che gli piace al primo verso di Genesi se estrapolato dal suo contesto, ma poi... della grammatica che se ne fa? Il primo termine "בראשית" significa "nel principio di" e non semplicemente "nel principio", questo termine si attacca sempre al successivo. Quindi abbiamo " nel principio di creare" con "ברא" vocalizzato all'infinito. Il professore ha poi detto che il testo parli di elohim al plurale. Una cosa che desta non poca meraviglia che un professore di ebraico non sappia distinguere un semplice plurale da un plurale di astrazione, che è un singolare a tutti gli effetti. I verbi ad esso collegati sono infatti singolari ed "Elohim" non ha l'articolo determinativo ed è quindi un nome proprio essendo i nomi propri autodeterminati. Il singolare è "Eloha" di radice "alah"=comporre norme giuridiche. Quindi significa "Legislatore" che con il plurale di astrazione ("Elohim) diviene: Legislatore Supremo.
    Il termine "shemim" di cui parla il prof. non esiste, il termine rimane "shammaim" anch'esso plurale di astrazione, che significa "Cielo". Il termine "רקיע" è di radice "רקע" da cui deriva anche il termine "קרקע" che significa "suolo".
    Il professore dice che le sue deduzioni provengono dalla Bibbia, ma a me pare che sono solo frutto della sua fantasia o qualcos'altro.

    Secondo voi ci verrebbe sui nostri forum per chiarire gli altri punti?
    Ma questo professore ha davvero tradotto la Bibbia delle edizioni paoline come egli stesso dichiara? Se tutti i traduttori sono come lui...

    Shalom




    barionu,12/8/2012, 11:22
    Cit di Abramo.



    E cos'altro dovrebbe essere? Il bisogno degli extraterrestri di sentire l'odore riposante che calma la nostalgia di casa?

    Al contrario di come vorrebbe far credere il prof. Biglino, la Toràh contiene elementi che bocciano totalmente tale idea del bisogno di sentire tale odore nonché ogni forma di nostalgia.

    L'annusare l'odore "riposante" (nichoach è intraducibile in italiano, più precisamente "l'odore del riposo") nell'ebraico biblico è l'accettazione del riscatto per le trasgressioni involontarie; quando le trasgressioni divenivano volontarie o premeditate vi era il rifiuto totale di annusare quell'odore . Vedasi per esempio Levitico 26:31 (velo 'ariach bereach nicoichakhem). Nichoach non è un aggettivo, è un sostantivo che indica il riposare della cenere, ovvero il ritorno alla polvere in un simbolismo che serve per ricordare la natura umana fatta di corpo materiale e composto di microelementi. La riduzione in cenere è una simulazione del ritorno in polvere ossia lo stato primordiale degli esseri viventi e quello post-morte.

    L'atto dell'annusare toglie a D-o ogni materialità. Egli infatti non mangia le offerte, ma semplicemente li annusa, dato che bruciandoli viene loro tolta ogni materialità. Dato che vi sono passi biblici ove si mostra il rifiuto di annusare si tratta chiaramente di una metafora che vuole esprimere l'accettazione od il rifiuto dell'offerta. L'offerta viene accettata se la trasgressione è involontaria perché le trasgressioni involontarie sono la causa della degradazione del corpo umano materiale privo della sufficiente attenzione e adeguata saggezza.

    Il sacrificio animale aveva lo scopo di ricordare che il corpo umano e quello animale sono fatti dagli stessi elementi ed hanno le medesime attitudini, gli stessi istinti che però si distinguono da una vera volontà rappresentata dalla ragione, che è una caratteristica esclusiva dell'uomo.

    Il divenire spirito dopo la morte deriva proprio da questa concezione antica del ritorno alla polvere assimilata al vento che la porta via. In ebraico infatti vento e spirito sono espressi con il medesimo termine ruach da cui deriva reach. Il reach nichoach è il vento che sale con la cenere che successivamente si riposa, ossia torna allo stato di non vita e provoca soddisfazione nella divinità perché così facendo gli umani mostrano la buona volontà di intraprendere un cammino verso la perfezione ove si predilige la ragione agli istinti animali.

    Lo spirito che "si riposa" nel senso che si posa nuovamente, quando la sua presenza si può individuare solamente attraverso l'odore divenendo esso invisibile. Le offerte nel tempio erano come delle multe per le trasgressioni involontarie e venivano prescritte ai trasgressori che dovevano comprare l'animale e successivamente effettuare il rito per il rispetto della sacralità della vita.

    L'animale veniva offerto al posto del corpo umano come riscatto e ciò è alla base della soddisfazione divina con la condizione di una coscienza e volontà umana riparatoria. La coscienza di avere un corpo animale pieno di istinti difficilmente controllabili con conseguente azioni commesse inavvertitamente che provocano la morte per disattenzione e deterioramento. E non un il riscatto per crimini commessi volontariamente ove ogni sacrificio non può essere accettato e nessun odore del riposo può essere annusato.

    Shalom



    """"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""

    Ho voluto riportare questo splendido post di Abramo , che quoto al 1000%



    zio ot :rolleyes:




    Abramo,3/9/2012, 17:07


    3 settembre 2012 alle 15:54
    La Bibbia contiene molti segreti e ciò è noto da millenni agli ebrei attraverso i testi della tradizione orale. Alcune delle cose spiegate da Mauro Biglino sono comuni agli ebrei, ma risultano totalmente estranee e sorprendenti ad un pubblico non ebraico abituato a leggere la Bibbia dalle traduzioni. Per esempio il termine ebraico “mal’ach” tradotto in italiano con “angelo” ha spesso come soggetto gli essere umani comuni. Sono relativamente pochi i casi in cui il termine “mal’ach” indica apparizioni fuori dal comune. Questo per l’ebreo che legge la Bibbia in ebraico è assolutamente normale. Gli angeli, nell’ebraismo sono anche le azioni divine, che possono essere portate a termine attraverso vari mezzi, fra cui: comuni cittadini, profeti, microorganismi e cose materiali e queste stesse cose sono dette “mala’achim” ovvero “coloro che svolgono un compito”.
    Che la Bibbia parli di ingegneria genetica è noto da sempre agli ebrei attraverso il Talmud, ma gli autori del Talmud non attribuirono mai tali conoscenze scientifiche avanzate ad esseri provenienti da altri mondi, come appunto vuole la linea interpretativa di Mauro Biglino. L’ingegneria genetica altro non fu che l’eredità degli umani che vissero prima del diluvio universale narrato nella Bibbia (racconto presente in altre forme in varie altre tradizioni distanti nel tempo e nello spazio). In 1656 anni, la durata dell’era prediluviana si raggiunse un livello scientifico clamoroso, in parte derivante dal fatto che i prediluviani sapevano sfruttare pienamente la memoria e le altre parti del cervello con tutte le specialità cui esso è dotato. In parte perché avevano una vita longeva, conseguenza del tipo di atmosfera diverso che vi era prima del diluvio la quale rallentava notevolmente l’invecchiamento.

    Nel Talmud non è narrata la favola degli angeli caduti; questi, come testimoniato da vari scritti ebraici antichi, altro non sono che i governanti di quel mondo, detti “shoftim” = “giudici”. Nella Bibbia i cosiddetti “figli di D-o”, che in ebraico l’originale ha: “benè haelohim”, altro non sono che la categoria della classe dirigente. Gli “elohim”, come vuole l’etimologia di questo termine, altro non sono che i “giudici”. Il termine “ben”, in ebraico spesso designa appartenenza oltre che figliolanza. Pertanto i benè haelohim sono coloro che appartengono alla classe degli elohim ovvero dei giudici umani, assolutamente umani.

    Su varie cose Mauro ha ragione: la Bibbia, come egli afferma, non è un libro di religione; ma questo discorso, come d’altronde anche altre cose simili che afferma, non riguardano certamentegli ebrei e l’Ebraismo, né la religione ebraica perché questa è quasi sconosciuta e proibisce severamente il proselitismo. Dunque, dato che non ha mai avuto una volontà di divulgazione, i suoi contenuti rimangono ignoti ai più.
    L’errore di Mauro, sta nello strumentalizzare alcuni termini biblici per costruirvi, su questi pochi, tutte le sue “teorie”. Altri termini sono stati trattati correttamente da Mauro, altri sono stati di proposito amplificati ed adattati ad un contesto assolutamente inesistente nella Bibbia, altri ancora attribuendogli significati totalmente inventati, se non lui direttamente, attraverso la letteratura che usa da supporto.

    Gli ingegneri genetici erano i “refaim” vocalizabile altrimenti con “rofim”=medici, e non gli “elohim”. Questi c’entrano in parte, nell’era prediluviana per l’appoggio a questi concesso come rappresentanti del potere.
    Y-H-W-H non è, come dice Mauro, il governatore di una parte del territorio; ma Egli è “konè shammaim waArez” = padrone del Cielo e della Terra, ovvero della totalità dell’Universo.

    Non si può fare affidamento a quattro pezzi di coccio per interpretare una letteratura così ricca come la Bibbia. Per questa ci vuole conoscere bene la tradizione orale ebraica che ci istruisce su come venivano letti ed interpretati nell’antichità i termini biblici che oggi altrimenti ci risulterebbero assoluti arcani e ciò comunque rimangono realmente per chiunque l’ignora. Mauro Biglino non fa alcun cenno a questa assolutamente indispensabile letteratura da cui noi ebrei abbiamo imparato il linguaggio per leggere la Bibbia.

    Inoltre Mauro commette un comune errore grossolano: Il termine ebraico “Elohim” è nella sua forma più frequente al singolare, un tipo di singolare caratteristico delle lingue semitiche, e non, come egli dice, un plurale riferito ad una classe di extraterrestri. Nella Bibbia sono comuni termine il cui numero singolare è assolutamente indiscusso, come ad esempio “be’alim” e “adonim” ed anche nella forma femminile come per esempio la “behemot” del libro di Giobbe, che è una bestia al singolare e non una classe di bestie. Affermare che “Elohim” sia un plurale anche quando è chiara la forma grammaticale delle parole che lo circondano è ormai un luogo comune. Come anche affermare che Elohim è plurale di El. I due termini derivano da radici assolutamente diverse. Elohim ha il suo singolare che è “eloah”(he finale con mappik), mentre il plurale di “el” è “elim”, termine quest’ultimo che mai è usato per designare il D-o degli ebrei (anche se non sarebbe nemmeno scorretto etimologicamente).
    I kerubini, è noto agli ebrei attraverso il Talmud, che sono degli oggetti meccanici, una specie di robot che servivano a proteggere l’arca, ovvero la cassaforte che conteneva cose preziosissime e nel frattempo pericolosissime. Questo era un congegno di protezione ad alta tecnologia sicuramente più efficiente dei sistemi oggi usato nelle banche moderne. Ma come detto, l’alta tecnologia, secondo la tradizione ebraica proveniva dalla precedente era prediluviana e non dagli extraterrestri.
    Il capitolo sul “satan” Mauro Biglino lo ha egregiamente trattato e su ciò gli faccio i miei migliori complimenti. Non fa una piega; mancano però le citazioni ebraiche ad alto livello.

    Leggete bene i libri di Mauro, imparerete tante cose, egli mostra una verità ancora allo stato embrionale anche se piena di errori, poi vedrete che con il vostro impegno ed approfondimento arriverete a comprendere che quell’ “extraterrestre” che vi ha creati è il Solo Creatore dei mondi terrestri ed extraterrestri.
    Che la Bibbia contiene un’alta moralità è indubbio per gli ebrei di tutti i tempi. Anche se generalmente gli ebrei non hanno voglia di spiegarsi su questi temi, sono convinto troverete la spiegazione a quegli interrogativi comuni, che non si risolvono certo con l’uso di una traduzione.

    Sto leggendo ancora i libri di Mauro Biglino, forse, se saranno graditi, seguiranno altri commenti. Basta però che non vengano liquidati con frasi colme di vittimismo, tipo: ” Biglino è attaccato perché mette in crisi la fede”. Gli ebrei non hanno il problema della crisi della fede, né gli ebrei religiosi, né i non religiosi e… come dice lo stesso Biglino: molte cose che egli scrive le scrivono anche i rabbini.

    Shalom




    Abramo,4/9/2012, 18:07

    4 settembre 2012 alle 16:46
    Io preferirei non usare il termine “verità”, ha più sapore di religione, che di ricerca.

    Varie spiegazioni di termini biblici ed interpretazioni che Mauro ha pubblicato solo recentemente nei suoi libri; anche noi, piccolo gruppo di utenti ebrei israeliani ed italiani del forum biblico ebraico, ne parliamo già da quasi un decennio.

    Poi vi è una sostanziale differenza fra noi e Mauro nell’interpretazione di fatti narrati nella Bibbia nel loro complesso. Noi non abbiamo la “necessità ideologica” di attribuire agli extraterrestri l’alta tecnologia di cui ci parla la Bibbia. Questa vi era perché proveniva da un’altra era precedente in cui visse una civiltà molto evoluta e fra l’altro longeva.

    “Che poi voi abbiate le necessità ideologica di sostenere che a fare tutto son0o stati gli esperti ebrei lo posso anche capire e non entro neppure nel merito.”

    “necessità ideologica”?

    Ma abbi pazienza, il mondo ebraico è talmente vario e ricco che non può avere e non ha alcuna “necessità ideologica”. La necessità ideologica può averla chi deve portare avanti una determinata ideologia e se gli manca un solo elemento il castello di carta gli casca. L’ebraismo è un castello di ferro e sussiste già da millenni con mille ideologie e porta sempre in testa la ricerca della verità e non la pretesa di avere la verità. Siamo il popolo più antico della terra ed abbiamo subito le prove più atroci della storia, tutti i tentativi di sterminio, di minare le nostre radici e la nostra tradizione sono tutti miseramente falliti.
    Ho solo riportato ciò che dice il nostro antico tramandamento orale senza nessuna “necessità ideologica”.

    “A me interessa la conferma inequivocabile della validità della mia traduzione su passi tanto controversi e su cui le religioni, la cosiddetta tradizione e certi sedicenti esoteristi hanno costruito tante falsità.”

    Molte conferme le può certamente trovare anche nei nostri forums anche da altri utenti, ma non si illuda… troverà anche le inevitabili smentite. La sua “verità” non è poi tanto diversa da quella delle religioni. Lei parla di “senso letterale” della Bibbia, ma la Bibbia non ha un solo senso letterale e per comprenderla è indispensabile studiare il resto della letteratura ebraica ed i costumi del popolo ebraico. Dopo aver trovato una chiave di lettura del testo, ecco ne viene fuori un’altra, tale da averne tante di letture e di sensi letterali. Nella Bibbia ogni parola è interpretabile ancora nel suo strato più basso, cioè il suo presunto senso letterale, poi vengono gli strati successivi, quelli religiosi e teologici.

    “Voi lo sapevate mentre IO l’ho ricavato TRADUCENDO i CODICI EBRAICI scritti nell’ebraico che voi dite che io non conosco!.”

    Non credo che qualcuno le abbia detto che non conosce l’ebraico. Semplicemente qualcuno ha notato che da come ha riportato la pronuncia di alcune parole le manca una certa dimestichezza, una certa padronanza con la lettura. Se avesse rivisto bene il testo prima di pubblicarlo sicuramente avrebbe evitato simili commenti. Ma ora leggendo il suo libro mi accorgo che di errori o sviste ve ne sono di più gravi di quelli che già le hanno fato notare: a pag 51 del suo libro, nella traduzione di Gen 3.20, riporta la pronuncia del pronome personale הוא con “hiwà”. Cos’è un’integrazione del kerì uctiv? Mi astengo dal commentare per rispetto alla sua persona.

    Shalom



    Abramo,4/9/2012, 18:47

    QUOTE (Jadeni @ 3/9/2012, 21:04) 
    Gentile Abramo, la ringrazio tanto per la sua dettagliata risposta che mi ha dato la possibilità di analizzare determinati aspetti e ambiguità sotto una luce diversa e interessante.
    Questa però mi fa sorgere altre domande che vorrebbero risposta e che vorrei sottoporle:

    - il Diluvio Universale quindi da cosa è stato causato? Da elementi naturali oppure, da come ho letto sulla bibbia, è stato influenzato o causato da D-O poichè non accettava più determinati comportamenti umani?

    Chi ha studiato la Bibbia direttamente in ebraico sa benissimo che a D-o vengono attribuite azioni umane ed eventi naturali, ma gli autori biblici spesso mostrarono la volontà di togliere a D-o ogni concetto di materialità. Tale che per i commentatori ebrei è più nobile l'idea che ogni miracolo sia stato eseguito da mezzi materiali piuttosto che la Divinità abbia operato direttamente.
    Il diluvio, secondo la tradizione orale fu causato dalla caduta di due meteoriti provenienti da una stella cometa che passò vicino al nostro pianeta. Il diluvio non consistette solamente di pioggia alluvionale, ma soprattutto di eruzioni vulcaniche tale da oscurare l'intera atmosfera terrestre e non permettere ai raggi del sole di penetrarvi. Noè per sapere se era giorno o notte dentro l'arca avrebbe usato, secondo la tradizione, un qualche oggetto frutto della tecnologia del tempo.

    Il diluvio universale, al contrario di come si pensa fu causato per alleviare i dolori dell'uomo causati dalla scarsa produttività della terra e dalla longevità che successivamente fu abbreviata come appunto conseguenza della caduta dell'atmosfera fatta di ghiaccio e vapore acqueo.

    QUOTE
    - Se l'uomo era tecnologicamente più avanzato addirittura di noi prima del Diluvio, come spiegate o come va interpretata la Bibbia sul tanto citato dagli studiosi attuali "salto evolutivo" e "anello mancante" che quindi dovrebbe essere stato molto maggiore?

    Rimando al mio scritto: L'evoluzione e L'immagine.

    QUOTE
    - Per cui la Bibbia non è un libro religioso ma parla comunque di D-O, creatore dell'universo e degli esseri viventi?

    Certamente, ma nella Bibbia non esiste il termine D-o come in italiano, tutti i termini usati presentano D-o come legislatore della nazione ebraica, creatore e padrone dell'intero universo. La Toràh è fatta di norme giuridiche non di credi religiosi, ma questo è un argomento poco familiare ai non-ebrei, che ne hanno fatto una religione e ci vuole un po' di pazienza per approfondire.

    QUOTE
    - E relativamente alla visione di Ezechiele? Da quanto si può cogliere dalla lettura non è Ezechiele a possedere un mezzo tecnologicamente avanzato, ma è spettatore di un evento che coinvolge uno stumento estremamente avanzato, tant'è che lui rimase stordito per sette giorni quando giunse a TelAbib.

    Appunto alla "visione" come hai ben detto. Cerco un mio vecchio scritto e lo posto, abbi un po' di pazienza.

    Shalom



    QUOTE (Abramo @ 9/9/2012, 11:52) 
    Segue un altro commento che ho appena scritto nel blog di Biglino in risposta a due dei suoi commenti poco gentili nei miei confronti, in seguito vediamo di commentare qualche capitolo e scendere in campo in modo metodico, dato che avete chiesto il mio parere ed ora ho due dei suoi libri.

    Avraham: Il tuo commento è in attesa di moderazione.
    9 settembre 2012 alle 10:44
    Non credo di essere stato arrogante nei suoi confronti, anzi, da un lato le ho fatto anche i complimenti su un capitolo che ha ben trattato. Il mio scopo è quello di dare un giudizio equilibrato ai suoi scritti e non certo di irritarla. Il mio è un contributo a favore di una corretta ricerca; se da un lato accetta i complimenti, accetti allora anche le critiche anche se le appaiono un po’ dure.
    Nel caso di “hiwà” di refuso non si può certo parlare. Lei ha scambiato la madre di lettura wav del ctiv הוא con una consonante vocalizzandola con “a” a causa della alef che la segue. Invece di pronunciare “hi” lei pronuncia “hiwa”.
    A pag. 151 pronuncia ancora la chet finale erroneamente: “loqècha” (al posto di loqeach) come già le è stato fatto notare nel caso di “nichochà”(al posto di nichoach).
    A pag. 107 nell’ebraico scambia una bet con una wav e legge ketav invece di ketov in un verbo scritto in ketav chasser.
    Mi sembra giusto che lei accetti anche le critiche e si prenda responsabilità di ciò che scrive, d’altronde le correzioni le serviranno per regolarsi meglio con le nuove edizioni invece di continuare a farsi criticare e inquadrare come chi, non conoscendo a sufficienza la lingua ebraica si azzarda a parlare di libera ricerca e formulare teorie in un ambiente che non conosce bene e non padroneggia abbastanza.
    Mi delude il suo commento sull’opera del dott. Menachem Cohen. Lei parla di “errori”, ma il maestro Menachem non parla affatto di errori ed evita di proposito di usare questo termine perché di errori non si tratta, ma bensì di piccole differenze derivate da diverse versioni provenienti da antiche tradizioni. I 21 volumi sono una nuova edizione del Mikraot ghedollot, ovvero dell’intera Bibbia con aggiunta delle note della massorà che testificano l’originalità della versione del codice di Aleppo. Attualmente ne sono usciti 16 di volumi e li ho tutti a casa, l’opera sarà completata l’anno prossimo.
    In ogni modo il paragone è a sproposito, lei ha commesso principalmente errori di pronuncia come chi non è ben addentrato nella lingua ebraica e qualche errore di trascrizione. Quelli di cui si occupa da anni il dott. Menachem Cohen sono tutt’altra cosa.
    Preferirei chiudere questa parentesi dato che a lei non piace essere corretto in questioni linguistiche, ma ora dobbiamo scendere nel campo delle sue affermazioni e nei contesti biblici, dato che lei parla di “senso letterale” e di “ricerca per liberi pensatori”.

    Shalom


    LINK

    QUOTE (Lino520 @ 12/9/2012, 23:19) 
    www.bibbia-alieni.it/?p=2722
    Il link dove ha postato Abramo

    QUOTE (Negev @ 13/9/2012, 11:16) 
    Vi trasmetto il messaggio che ho inviato a Mauro Biglino, affinchè sia chiara la mia posizione:"Caro Mauro, io sono Ernesto Pintore. Ti scrivo, perché sento il bisogno di scusarmi, se ho talvolta usato espressioni forti e sgradevoli. Purtroppo fa parte del mio carattere impulsivo, a causa del quale, prima agisco e poi rifletto. Se non hai rancore e accetti le mie scuse, potremo intavolare un dibattito simpatico, dove ognuno potrà esprimere le proprie teorie. Ovviamente sono in discaccordo con te su molti punti, ma vi sono anche molte cose interessanti che apprezzo e condivido. Tengo a precisare che le mie osservazioni non vertono e non verteranno mai su questioni di fede o sulle idee, perché queste sono sempre legittime e insindacabili.. Mi riferisco solo alla lingua e alla tradizione ebraica. Ti rinnovo rispetto e stima eti invio un caloroso shalom uvrachà
    Ernesto (Ariel) Pintore.
    PS: non ho diffioltà al fatto che tu renda pubbliche le mie scuse, cosa che farò anche io. Ci tenevo a che tu non pensassi che sono solo un maleducato arrogante e presuntuoso. tra
    pochi secondi fa · Mi piace
    Scrivi un commento...

    QUOTE (Abramo @ 24/9/2012, 23:26) 
    Qualche piccolo commento sui libri di Biglino.
    Mauro Biglino, nei suoi libri si rivolge ad un pubblico cristiano, esclusivamente cristiano. Nell'Ebraismo il concetto di miracolo è diverso da quello cristiano, l'approccio è diametralmente opposto. Secondo l'Ebraismo i miracoli sono del tutto naturali, non violano mai le leggi della fisica, sono tutti spiegabili scientificamente, altrimenti non sarebbero miracoli, sarebbero invece allegorie, favole per far sorridere i bambini.
    Egli parla di dischi volanti ed attribuisce ciò che la Bibbia descrive chiaramente come fenomeni vulcanici ad oggetti più meglio identificabili come terrestri (motori a reazione, turbine, piloti ominidi creatori, etc.).
    Egli usa i significati dei termini ebraici che sono ignoti al mondo cristiano, ma perfettamente noti agli ebrei che studiano la Bibbia in ebraico. Tutti i termini ebraici che lui usa e spiega adornandoli per adattarli alle sue teorie come meglio può, li potete trovare nel nostro forum biblico facendo una semplice ricerca. Noi questi termini li abbiamo trattati quasi un decennio prima che Mauro scrivesse i suoi libri. Niente di nuovo dunque nei significati, nelle etimologie, se non tutte quelle volte che scova qua e la qualche dizionario che riporta qualche frase che lo aiuta ad elaborare e fargli cambiare completamente significato. Come ad esempio egli afferma che "zelem" contiene anche il significato di "tagliato fuori". Chissà in quale contesto lo avrà letto?!? Fatto sta che zelem non contiene affatto il concetto di "tagliare fuori". La pelle di Mosè era divenuta cornea a causa dei raggi emessi dal vulcano perché il monte Sinai era un vulcano, questo la Bibbia lo dice chiaramente. Nella rivelazione del cosidetto "roveto ardente" il "senè" è vero che non è un roveto, ma non centra nemmeno nulla il discorso della pietra bagnata di sostanza grassa, di cui parla ridicolizzando. Appunto, come dicevo, sbagliato è l'approccio. Secondo l'ebraismo, quello non fu affatto un fenomeno soprannaturale, fenomeno raro a vedersi, ma del tutto naturale, come lo sono daltronde tutti i miracoli descritti nella Toràh. Il "senè" era si pietra, ma pietra lavica. Un guscio di pietra lavica raffreddata al cui interno vi circola lava fusa, che non consuma la lava pietrificata che ne costituisce l'involucro. La lava fusa è chiamata "lavat esh"=lava infuocata, e questi termini sono stati confusi con "fiamma di fuoco" da molti traduttori. "Fiamma di fuoco" in ebraico è infatti "lehavat esh". Il targum aramaico fa corrispondere alla pietra "senè": "madrukita" = "pietra calpestabile" ovvero guscio di pietra lavica su cui è possibile camminare. Vi sono infatti due tipi di questi gusci lavici uno contiguo e l'altro spezzato su cui non è possibile camminare. Sinai deriva da senè, al plurale "sinaim"; "Monte Sinai" (har Sinai) significa infatti monte di gusci di lava calpestabili.
    La Torà racconta tutt'altra storia.

    Shalom

    QUOTE (Accept @ 8/10/2012, 11:12) 
    Leggendo sul blog di Biglino ho notato che costui riamanda ad un blog dove risponde a tutte le critiche ed è in continuo aggiornamento.
    Posto il link

    www.scribd.com/doc/109278042/analis...i-Mauro-Biglino


    Pardon non è lui che risponde, ma un altro per lui.

    QUOTE (Abramo @ 10/10/2012, 12:05) 
    QUOTE (Accept @ 8/10/2012, 12:12) 
    Leggendo sul blog di Biglino ho notato che costui riamanda ad un blog dove risponde a tutte le critiche ed è in continuo aggiornamento.
    Posto il link

    www.scribd.com/doc/109278042/analis...i-Mauro-Biglino


    Pardon non è lui che risponde, ma un altro per lui.

    Dove? Non l'ho trovato sul suo blog.

    Riscrivo la mia risposta in modo più completo citando direttamente dalla fonte che hai citato:

    QUOTE
    4)Anche solo per analgia tra linguen semitiche, qualsiasi Arabo sa che "allah" è plurale grammaticalmente, ma non si sognerebbe mai di tradurlo al plurale
    Risposta: purtroppo per il sig. Pintore anche qui é presente un grossolano errore, per non dire una menzogna bella e buona. Il nome Allah ha due etimologie, ancora nessunadelle due certa, e nessuna delle due ipotizza una morfologia con numero plurale. La teoriapiù diffusa indica Allah come unione di due morfemi arabi: AL (articolo determinativo,numero singolare, genere maschile) + ILAH (nome univoco, genere maschile, numerosingolare) il quale ha altre due forme: la duale = ILAHAIN, e la plurale = AALIHAH. Laseconda teoria invece, che sta prendendo piede negli ultimi anni, vuole Allah derivante dalsiriaco Alaha, sempre di numero singolare e genere maschile. Il falso problema della'pluralità' di Allah viene da alcuni commentari (come quello di Sam Shamoun) che fannonotare come nelle varie sure, in alcune frasi ipoteticamente o certamente pronunciate da Allah, vengano utilizzati pronomi e aggettivi posessivi plurali. Potrebbe esserci unragionevole dubbio se nelle sure Allah parlasse di se SEMPRE al plurale, ma non è così,come leggiamo per esempio in questi versi:
    “Glory be to Him Who made His servant to go on a night from the Sacred Mosque to theremote mosque of which We have blessed the precincts, so that We may show to HIM some of Our signs; surely He is the Hearing, the Seeing.” S. 17:1 Shakir

    " per non dire una menzogna bella e buona". :huh:

    Il nome الله (Allàh), come si può notare dalla doppia lamed, esso è chiaramente l'abbreviazione di أللهم (allahum) equivalente all'ebraico "Elohim". إِلٰه (ilàh) ha una sola lamed ed è l'equivalente all'ebraico "El", poco convincente dunque far derivare الله (Allàh) da إِلٰه (ilàh) come combinazione articolata dato i contesti grammaticali in cui si trova .


    QUOTE
    5)il verbo usato è "merakefet" tradotto comunemente con "aleggiava" In realtà laradice indica un'azione di terribile vibrazione di movimento, atta a provocare uncambiamento. Comunemente un uccello che batte violentemente le ali a protezione del nido è "merakef”
    Risposta: il sig. Pintore deve illustrare dove ha trovato l' indicazione di una idea divibrazione che causi cambiamento. I lessici attestano il significato di 'aleggiare – muoversisopra – sorvolare', l' utilizzo che poi se ne fa non può invalidare (ma tutt' al più completare)il significato relazionale del termine.

    Non capisco dove sia il problema? Lo stesso Biglino nel suo libro "Il dio alieno della bibbia" ammette il senso di "vibrare" (pag.42). A questo punto se lo faccia spiegare da lui.

    QUOTE
    Veniamo adesso a due critiche mosse da tale Avraham, riconosciuto nel blog inquestione come un critico attento, competente ed onesto. Egli fa importanti ammissioni allavoro di Biglino, ma poi si ferma a scrivere ancora sul termine Elohim.
    1)Il termine ebraico Elohim è nella sua forma più frequente al singolare
    Risposta: a parte una evidente confusione tra forma e utilizzo, infatti la forma(morfologia) del termine Elohim é di per se sempre purale inquanto presente il suffissoplurale -im, questa frase stride con la dichiarazione del Pintore: “il termine Elohim èsempre singolare”. Dobbiamo deciderci: Elohim, nei suoi utilizzi (e non nella forma) ésempre singolare o solo 'più frequentemente' singolare?

    L'autore, parlando del termine "Elohim" riconosce che il suo uso corrente è al singolare pur affermando che la forma del termine è plurale. Noi abbiamo dimotrato linguisticamente che le desinenze plurali in ebraico non indicano sempre il numero, ma spesso indicano astrazione, intensità o indefinibilità. L'autore non ha speso nessuna parola sulla caratteristica di plurale intensivo ed indefinito così spesso usati nella letteratura ebraica. Pare che, secondo questo autore, esistano solamente plurali che indicano il numero. Noi abbiamo spesso citato in questo forum e nel forum biblico, molti esempi di termini che hanno apparentemente desinenze plurali, ma che non sono affatto dei plurali, nel senso che questi non indicano il numero, ma l'intensità di un singolare.
    Ecco alcuni esempi di nomi astratti che hanno la stessa desinenza del plurale:
    מגורים
    כיפורים
    מדנים
    מלואים
    מראשות
    מרירות
    ניאופים
    נפתולים
    אמונים
    זנונים
    חיים
    חררים
    כריתות
    עלומים
    נעורים
    זקונים
    דודים
    סדרים
    סליחות
    פטורים
    שיכולים
    שילומים
    שימורים
    שעשועים
    תאונים
    תעתועים
    בהמות
    תמים

    Per esempio in Gen. 6:9 è scritto che Noè era un uomo giusto e integro. Il termine "integro" in ebraico è "tamim" ed ha desinenza "im". Tale desinenza ha una forma simile al plurale, ma è chiaramente un singolare. Ma, inutile dirlo, nessuno può essere interessato ad attribuire a Noè una pluralità.

    Per altri termini e spiegazioni sui vari generi di "plurali" (se così si possono chiamare) rimando alla discussione Plurale Maiestatico in terza persona?

    Shalom

    segue...

    QUOTE (Abramo @ 10/10/2012, 13:01) 
    QUOTE
    2)Non si può fare affidamento a quattro pezzi di coccio per interpretare unaletteratura così ricca come la Bibbia. Per questa ci vuole conoscere bene la tradizioneorale ebraica che ci istruisce su come venivano letti ed interpretati nell’antichità i termini biblici che oggi altrimenti ci risulterebbero assoluti arcani e ciò comunque rimangonorealmente per chiunque l’ignora. Mauro Biglino non fa alcun cenno a questaassolutamente indispensabile letteratura da cui noi ebrei abbiamo imparato il linguaggio per leggere la Bibbia.

    Risposta: Avendo assistito a una sua conferenza e visionato molti dei suoi video possoaffermare che il Biglino ha invece sempre parlato del processo interpretativo e dei suoi 4livelli, come ha anche sempre sostenuto di soffermarsi di proposito sul livello più 'basso'.La sua scelta é pienamente giustificata e coerente perchè egli non vuole interpretare iltesto ma tradurlo, quindi (osservazione mia) rimanere più vicino al significato relazionaledei termini. Quando si analizza un testo, o più genericamente una lingua, il significato piùcerto é sempre quello del livello più basso e meno interpretativo. Una interpretazione é per sua definizione l' adattamento di un significato al contesto, quindi una specializzazione delmodo di utilizzare un termine, ma non può e non deve mai avere più valore del suosignificato (o dei suoi significati, in caso ve ne sia più di uno) più intrinseco e menospecializzato

    L'autore evidentemente non sa che in ebraico il livello più basso si presta a più letture dettate da più di una tradizione orale. Vero è invece che il significato etimologico di molti termini ebraici lo si deduce proprio dal contesto e in molti casi nemmeno il contesto è perfettamente chiaro (Segue l'esempio nella risposta al prossimo quote).

    Per inciso: Biglino non fa altro che adattare alcuni termini ad un contesto da lui stesso creato ed assolutamente inesistente nella Bibbia.

    QUOTE
    Es 2):
    “vayomer elohim naseh adam besalmenu kidmutenu”
    = va-yo-mer (yo = terzapersona, tempo futuro, in questo caso -mar/mer indica numero singolare – mru avrebbeindicato numero plurale) + eloah (nome univoco genere maschile) + im (numero plurale) +n-aseh (n = prima persona plurale tempo futuro) + adam (nome univoco maschilesingolare) + be (locativo, qui ha il significato 'con') + selem (nome univoco generefemminile numero singolare) + nu (aggettivo possessivo numero plurale, prima persona) +ki (qualitativo) + demoth (nome univoco genere femminile numero singolare) + nu(aggettivo possessivo numero plurale, prima persona)In questa frase Elohim é morfologicamente plurale, con un significato plurale, un utilizzosingolare, autoreferentesi con elementi grammaticali tutti plurali.

    Evidentemente l'autore non fa caso ad un'altra possibile lettura riportata anche in un'altra tradizione orale che legge il testo tutto al singolare:

    נעשה oltre che "na'assè" è leggibile anche al nifal terza persona singolare "na'assà" e di conseguenza: bizlomennu kedamotennu.


    QUOTE
    In questa seconda frasequindi é Elohim stesso (singolare) a dichiarare una pluralità (n-aseh / salme-nu / dmute-nu) relativa a se stesso. Cioè Elohim dà di se stesso un SIGNIFICATO OPERAZIONALEplurale, perchè utilizza i verbi in numero plurale.

    L'autore in questo caso non sta leggendo il testo ma lo sta interpretando perché anche se leggiamo "na'assè" al plurale, il soggetto si sta solo esprimendo al plurale che non vuol dire che chi parla è una pluralità, né che chi cui si sta rivolgendo sia del suo stesso genere. C'è infatti una tradizione che dice che l'uomo fu creato nel quinto giorno come corpo animale, poi successivamente il suo corpo venne modificato ed infatti la radice "עשה" esprime l'aggiunta di una caratteristica o una modifica a qualcosa già creata prima. La caratteristica è la donazine della ragione e questo può anche essere espresso con il verbo ledamot al piel o anche all'hifil con la decadenza della "he" nell'interpretazione al singolare. Il plurale (se così si vuole interpretare) si rivolge (secondo la tradizione) al padre e la madre che mettendo al mondo i loro figli donano loro l'educazione che consiste nello sviluppo della ragione.

    Shalom

    QUOTE (Abramo @ 11/10/2012, 11:33) 
    Ora cominciamo a prendere in esame qualche considerazione in qualche capitolo dei libri di Biglino.

    Nel libro "Il dio alieno della bibbia" a pag.37 abbiamo l'inizio del capitolo 2 intitolato in ebraico רוח (ruach) e in italiano: Lo "spirito"?

    Sono rimasto molto sorpreso nel leggere certe affermazioni di Biglino considerando che egli si identifica come un traduttore della Bibbia e dunque come chi la Bibbia dovrebbe conoscerla bene.

    Egli afferma che il termine ruach oltre ai normali significati di vento, respiro e aria in movimento indichi anche, in senso estensivo, "ciò che viaggia rapidamente nello spazio aereo".

    Non c'è alcuna espressione biblica in cui è usato il termine ruach per designare un oggetto che viaggia rapidamente.

    Ma la cosa che più sorprende è che egli afferma che il termine ruach avrebbe acquistato il senso di "spirito" solo dopo il III secolo a.C.con la versione della LXX. Un senso, egli afferma, che probabilmente in origine non gli apparteneva.

    Nella Bibbia sono presenti tante espressioni in cui è usato il termine ruach per designare gli stati d'animo dell'uomo ed in modo figurativo questo termine è usato per indicare la forza vitale che fa vivere in particolare gli esseri umani. Sono tutti usi in cui questo temine acquista significati astratti perfettamente riconducibili al senso di "spirito" inteso nel mondo occidentale.

    Va comunque detto che il concetto di spirito nel senso biblico attribuito al termine ruach è si astratto ma non in assoluto; in quanto esso indica delle forze reali, ma invisibii; che muovono i sentimenti umani o che sono alla base delle azioni dei personaggi biblici, i quali vengono mossi dalla forza invisibile dei loro sentimenti o stati d'animo o di D-o che è comunque sempre forza reale e consistente usando Egli le forze della natura.

    Come avevo già sottolineato precedentemente nel blog di Biglino, i miracoli non sono intesi, nell'ebraismo, come trascendenti le leggi della fisica, essi invece sono sempre naturali e spiegabili scientificamente. Pertanto anche le forze che muovono i sentimenti o lo spirito profetico che fa degli uomini i suoi messaggeri sono sempre espressi dal termine ruach per designare forze vere consistenti, ma invisibii come appunto lo è il vento, che fa muovere, volare, vibrare, ma non lo si vede.

    Riportiamo alcuni versi biblici ove il termine ruach è chiaramente usato in tal senso nel testo ebraico della Bibia:

    In Esodo 28:3 abbiamo:"רוח חכמה" (ruach chokhmà=spirito di saggezza)

    In Gen 41:38 הנמצא כזה--איש, אשר רוח אלהים בו (hanimzà kazhe--ish asher ruac elohim bo=c'è qualcuno come questo che abbia ruach Elohim in lui)

    Num 27:18 איש, אשר-רוח בו (ish asher ruach bo= Individuo nel quale lo spirito è in lui)

    In Ecl 12:7 è usata una forma figurativa per designare la morte, lo spirito, inteso qui come forza vitale (o il respiro della vita) torna a D'o che l'ha dato: והרוח תשוב, אל-האלהים אשר נתנה (weha ruach tashuv el haElohim)

    בידך, אפקיד רוחי (beyadechà afkid ruchì=nelle tue mani affido il mio spirito) salm 31.6

    Prov 16:32 טוב ארך אפים, מגבור; ומשל ברוחו, מלכד עיר. Trad. Nuova Diodati: Chi è lento all'ira val più di un forte guerriero, e chi domina il suo spirito val più di chi espugna una città. Trad. Riveduta: Chi è lento all'ira val più del prode guerriero; chi padroneggia se stesso val più di chi espugna città.

    Salmo 34:19 karov h lenishberè lev weet dakè-ruach yoshi'a trad. Riveduta: 34:18 L'Eterno è vicino a quelli che hanno il cuor rotto,
    e salva quelli che hanno lo spirito contrito.


    Gioele 3:1 אשפוך את-רוחי על-כל-בשר (eshpokh et ruchì 'al col basar) Trad. CEI: io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo

    1 re 21.5 מה-זה רוחך סרה (ma zhe ruchacha sarah=che è, il tuo spirito se ne andato? )

    Shalom

    QUOTE (Abramo @ 11/10/2012, 16:26) 
    Ok, ma riporta anche il link del nostro forum, magari volesse rispondere nel forum, che è più comodo e veloce per me. Grazie.

    Ancora qualche risposta al sito di Alessandro Demontis ANALISI DI ALCUNE CRITICHE LINGUISTICHE

    QUOTE
    Nota: questo articolo verrà periodicamente aggiornato nel caso nuove critiche o nuovisviluppi di quelle analizzate dovessero evidenziare ulteriori mancanze dal punto di vistalinguistico.

    Ma a voi come vi sembra questa "nota"? A me sembra che abbia l'aria un po' minacciosa. :D Il sito verrà aggiornato solo nel caso vi siano le "mancanze".

    QUOTE
    In conclusione possiamo affermare che le critiche esaminate sono linguisticamentefallaci, e rese ancora più gravi perchè spesso accompagnate da esclamazioni denigratorienei riguardi della capacità traduttiva dell' Autore.

    Io non mi sono mai permesso di denigrare alcuno, ma a volte le nostre espressioni stesse anche se non vogliono apparire degrinatorie lo divengono inevitabilmente a causa del loro contenuto, specialmente quando l'autore in questione commette errori grossolani.

    Io ho solo segnalato alcuni errori nel blog di Biglino; ma è chiaro che un certo tipo di errori non possono essere commessi da chi ha una buona dimestichezza con la lingua ebraica, ma come ho già detto in precedenza, Bglino è scusato non essendo egli ebreo vissuto entro la cultura e la lingua ebraica.
    L'inevitabile interpretazione degrinatoria di chi legge le nostre critiche è in relazione al fenomeno di chi formula teorie di una certà entità e non padroneggia bene la lingua ebraica. A questo punto, fin quando il lettore è ignorante di ebraico è chiaro che tutto fila liscio, ma se uno scrive un libro e lo rende pubblico tutta la sua responsabilità e su se stesso. Insomma è meglio occuparsi d'altro, di cose che si padroneggiano bene invece di entrare in un terreno così spinoso come l'ebraico, che è già difficile per noi ebrei che lo parliamo quotidianamente. A parte poi le limitazioni che hanno gli studiosi occidentali ancorati ancora al Gesenius e alla povera letteratura a disposizione in lingua anglosassone. Chi padroneggia bene la lingua ebraica ha accesso ad una vastissima letteratura che riguarda la nostra stessa cultura ebraica in cui siamo nati e cresciuti.

    Uno che padroneggia bene la lingua ebraica non legge "hiwà" il pronome femminile (frequente in quel ctiv). Errore già fatto notare insieme ad altri nel suo blog.

    A pag. 205 del libro già citato traduce "ויקרא אליו" di Gen. 22:11 con "e venne incontro": da quando la radice קרא ha acquistato il senso di "incontrare"?

    A pag 71 confonde la he con het e scrive "חיה" invece di "היה"; scrive poi nello stesso verso e a distanza di due parole, con 'ain (עיה) il termine "חיה".

    Poi parla spesso di senso letterale. :huh:

    Dalla letteralità si discosta parecchio Biglino: a pag 323 traduce "הן" di Gen 3:22 con "ecco", così riporta la LXX, che è un'interpretazione e non il senso letterale. Il TM ha: "הן", che significa "si" oppure "nonostante". Ancora "היה" traduce al tempo presente e "ממנו" con "di noi", che è sempre un interpretazione della LXX. Tutti i targumim aramaici compreso il samaratino intendono "ממנו" come riferito alla terza persona singolare e non alla prima plurale. Il testo qui usa un'espressione ebraica difficile da tradurre in italiano il cui senso è:"nonostante che l'uomo scelse una delle due (condizioni)".

    A pag 279 il testo di Num 12:8 "פה אל פה" letteralmete dice "bocca a bocca" (come anche la CEI traduce) e non "faccia a faccia" (come anche la Nuova Diodati). Certo se fosse stato "פנים אל פנים" Biglino avrebbe certo tradotto con "facce a facce" :D come traduce tutte le volte il termine "panim". Questo è uno dei termini che pur avendo il suffisso plurale il suo significato è sempre al singolare pur ammettendo l'uso di verbi al plurale. Va tradotto sempre con "faccia" e non "facce" come spesso fa ove il senso è del tutto diverso da facce/faccia.
    Il senso biblico di "פנים אל פנים" (panim el panim) non è nemeno "faccia a faccia", questo è il solito luogo comune. Né tantomeno "facce a facce". :D

    Shalom



    Edited by Cochav YaM - 11/11/2012, 22:11
     
    .
4 replies since 11/11/2012, 18:58   48218 views
  Share  
.