DALL' EBRAICO AL GRECO

dubbie interpretazioni ...

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  1. Haviland Tuf
     
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    CITAZIONE
    27 In questo tempo alcuni profeti scesero ad Antiochia da Gerusalemme.

    28 E uno di loro, di nome Agabo, alzatosi in piedi, annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l'impero di Claudio.

    l'episodio della carestia è stata derivata midrashicamente da Antichità Giudaiche. Lì era la regina Elena di Adiabene a mandare aiuti ai giudeocristiani di Gerusalemme, dopo la conversione del figlio al giudaismo dei Pilastri. Il Miidrash di Atti però aveva lo scopo di ridicolizzare esattamente il figlio di Elena, Izate, ridotto all' EUNUCO battezzato da Filippo (''capisci quello che stai leggendo?'').
    Una crudele parodia della circoncisione, e quindi di tutto l'ebraismo.
    Non stupisce che pure questo ''Agabo'' avesse nel nome una frecciatina ironica indirizzata ai giudeocristiani.

    Edited by Haviland Tuf - 17/9/2013, 17:49
     
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  2. Haviland Tuf
     
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    Libro XX:17 - II, I. - In questo stesso periodo, Elena, regina di Adiabene, e suo figlio Izate si convertirono al Giudaismo nelle circostanze seguenti:
    Libro XX:18 Monobazo, soprannominato Bazeo, re di Adiabene, colpito da passione verso la propria sorella Elena, la prese come compagna in matrimonio e la rese incinta. Ora, un giorno, mentre egli dormiva al suo fianco, posò la mano sul ventre di lei che dormiva e gli parve di udire una voce che gli ordinava di togliere la mano dal ventre di lei per non arrecare danno al bambino che era dentro; il quale, per provvidenza di Dio, aveva avuto un inizio felice e avrebbe ottenuto una buona fine.
    Libro XX:19 Scosso dalla voce, si destò subito, narrò alla moglie queste cose; in seguito nacque il figlio e lo chiamò Izate.
    Libro XX:20 Da Elena aveva già avuto un altro figlio di nome Monobazo e altri figli da altre mogli, ma era chiaro che il favore si accentrava su Izate, come se fosse il suo unico figlio.
    Libro XX:21 A motivo di questo, i fratellastri di Izate, che avevano in comune il padre, crebbero invidiosi del piccolo, inquieti che il padre preferisse Izate a tutti loro.
    Libro XX:22 Il padre si accorgeva di tutto questo, ma li perdonava, attribuendo il sentimento di ognuno non a una motivazione cattiva, ma piuttosto al desiderio di ognuno di conquistarsi i favori del padre; tuttavia era grandemente allarmato per il giovane Izate, temendo che l'odio dei suoi fratelli gli facesse del male: gli diede, dunque, una quantità di doni e lo mandò ad Abennerigo, re di Charax Spasini, al quale affidò la salvezza del fanciullo.
    Libro XX:23 Abennerigo accolse cortesemente il ragazzo e prese a volergli tanto bene che gli diede in moglie la figlia di nome Samaco e gli affidò una regione dalla quale potesse trarre buone rendite.
    Libro XX:24 - 2. Monobazo, giunto alla vecchiaia e vedendo che non gli rimaneva più molto da vivere, volle vedere suo figlio prima di morire. Lo mandò, dunque a chiamare, gli diede il più affettuoso benvenuto e gli donò una regione detta Carron;
    Libro XX:25 una regione eccellente il cui suolo produce una grande abbondanza di amomo, conserva pure dei resti dell'arca nella quale Noè si salvò dal diluvio, resti che oggi si mostrano a chiunque brama vederli.
    Libro XX:26 Izate passò i suoi primi giorni in questa regione fino alla morte di suo padre. E nel giorno in cui Monobazo lasciò questa vita, la regina Elena convocò tutti i nobili e i satrapi del regno e quanti avevano cariche militari di comando. Al loro arrivo, disse loro:
    Libro XX:27 “Credo che sia a vostra conoscenza quanto mio marito avesse a cuore che nel regno gli succedesse Izate, da lui giudicato degno di tale onore; io però aspetto, la vostra decisione. Poiché felice è colui che riceve il regno non dalle mani di una sola persona, ma di molte che danno volentieri il loro assenso”.
    Libro XX:28 Parlò così per assaggiare le disposizioni di coloro che aveva radunato. Udite tali parole, prima di tutto prestarono obbedienza alla regina conforme al loro costume; poi risposero che accordavano il loro sostegno alla decisione del re, e volentieri avrebbero obbedito a Izate, che, conforme alle preghiere di tutti, suo padre aveva preferito ai suoi fratelli.
    Libro XX:29 Aggiunsero poi che si auguravano che i fratelli e i parenti fossero messi a morte, affinché Izate potesse sedere sul trono con piena sicurezza; poiché una volta distrutti, si sarebbe allontanata ogni paura che nasce dall'odio e dall'invidia che portano in cuore contro Izate.
    Libro XX:30 Elena rispose esprimendo la sua gratitudine per la loro benevolenza verso di lei e verso Izate; ma li pregò di sospendere la decisione di mettere a morte i fratelli fino a quando arrivasse Izate e desse la sua approvazione.
    Libro XX:31 Non riuscendo a persuaderla a mettere a morte i fratelli, come essi avevano deciso, le suggerirono che, per la loro propria salvezza, almeno li ponesse in custodia fino al suo arrivo; nel mentre le suggerirono anche di designare, come fiduciario del regno, una persona che godesse pienamente della sua fiducia.
    Libro XX:32 Elena gradì questo consiglio e innalzò come re Monobazo, il figlio primogenito; gli mise il diadema sul capo, gli consegnò il sigillo del padre, e ciò che essi chiamano sampsera esortandolo ad amministrare il regno fino all'arrivo di suo fratello.
    Libro XX:33 Udita la morte del padre, quest'ultimo venne sollecitamente e succedette a suo fratello Monobazo che gli aveva mantenuto il principato.

    Libro XX:34 - 3. Ora, durante il periodo nel quale Izate risiedeva a Charax Spasini, un mercante giudeo di nome Anania, visitò le mogli del re e insegnò loro a venerare Dio alla maniera tradizionale dei Giudei;
    Libro XX:35 ed anzi, è per mezzo di esse che fu portato alla conoscenza di Izate e, con la cooperazione delle donne, ammaestrò anche lui. E allorché suo padre lo chiamò nell'Adiabene, Anania lo accompagnò obbedendo alle molte insistenza di lui. E così avvenne che Elena, ammaestrata anch'essa da un altro giudeo, fu portata (ad aderire) alle loro leggi.
    Libro XX:36 Quando Izate giunse ad Adiabene per prendersi il regno e vide i suoi fratelli e altri congiunti in catene, rimase dispiaciuto per ciò che era avvenuto.
    Libro XX:37 Giudicando cosa empia sia ucciderli sia tenerli in catene, d'altra parte giudicando rischioso trattenere con lui, ma non in prigione, tenendo sempre presente il risentimento per gli affronti ricevuti, ne mandò alcuni a Roma da Claudio Cesare, con i loro figli come ostaggi e con la stessa scusa (altri) li mandò da Artabano re dei Parti.
    Libro XX:38 - 4. Quando Izate ebbe conoscenza che sua madre provava molto piacere nella religione giudaica, anch'egli si affrettò ad apprenderla meglio; siccome riteneva che non sarebbe stato schiettamente giudeo a meno che fosse circonciso, era pronto ad agire di conseguenza.
    Libro XX:39 Ma appena la madre lo seppe tentò di distoglierlo affermando che questa era una mossa rischiosa. Poiché, diceva, lui era un re; e se i sudditi fossero venuti a sapere che era devoto a riti strani e a loro stessi forestieri, ne sarebbe derivata molta disaffezione e non avrebbero tollerato di essere governati da un Giudeo.
    Libro XX:40 Oltre a questo avvertimento, lei escogitò ogni altro mezzo per trattenerlo. Lui riferì tali argomenti ad Anania; e in questo era d'accordo col padre della madre, non solo, ma affermò pure che qualora non fosse capace a distogliere Izate, lo avrebbe abbandonato e avrebbe lasciato il paese.
    Libro XX:41 Diceva, infatti, di temere che qualora la cosa si divulgasse dappertutto, con molta verosimiglianza sarebbe stato punito come personalmente responsabile di avere insegnato al re pratiche sconvenienti. Il re, aggiunse, poteva venerare Dio senza essere circonciso, se veramente intendeva aderire al Giudaismo, poiché era questo che contava molto, più della circoncisione.
    Libro XX:42 Gli disse ancora, che Dio stesso l'avrebbe perdonato se, costretto dalla necessità e dal timore dei sudditi, avesse mancato di adempiere questo rito. E così, per il momento, il re si lasciò convincere dai suoi argomenti.
    Libro XX:43 Siccome non aveva abbandonato interamente il suo desiderio, quando giunse un altro Giudeo dalla Galilea di nome Eleazaro, che aveva fama di essere estremamente severo sulle patrie leggi, questi lo spinse ad adempiere il rito.
    Libro XX:44 Venuto a salutarlo, lo trovò che leggeva la legge di Mosè e gli disse: “Nella tua ignoranza, o re, sei colpevole della più grande offesa contro la legge, e quindi contro Dio. Perché non solo devi semplicemente leggere la legge, ma devi ancora fare quanto in essa è comandato.
    Libro XX:45 Fino a quando seguiti a essere incirconciso? Se tu non hai ancora letto la legge su questo argomento, leggila ora, di modo che tu possa conoscere l'empietà che commetti”.
    Libro XX:46 Udite queste parole, il re non indugiò più.
    Si ritirò in un'altra stanza e chiamato il suo medico eseguì il rito prescritto. Poi mandò da sua madre e dal maestro Anania e li informò che aveva eseguito il rito.
    Libro XX:47 Immediatamente restarono stupiti e colpiti da timore stragrande: qualora venisse provato che aveva compiuto quell'atto, il re rischiava di perdere il trono, in quanto i suoi sudditi non si sarebbero sottomessi a un governo retto da un uomo devoto a pratiche straniere e loro stessi sarebbero stati posti in pericolo, perché è ad essi che sarebbe data la colpa.
    Libro XX:48 Dio però impedì che le loro paure si realizzassero. Sebbene Izate e i suoi figli fossero spesso minacciati da pericoli, Dio li custodì, aprendo loro un sentiero per salvarli da situazioni disperate. Così Dio dimostrò che coloro che hanno gli occhi fissi su di Lui e confidano unicamente in Lui, non perdono la ricompensa. Ma riferirò questi eventi in un altro momento.
    Elena visita Gerusalemme
    Libro XX:49 - 5. Intanto Elena, madre del re, vedendo il regno tranquillo, il figlio felice e ammirato da tutti gli uomini, anche dagli stranieri, grazie alla prudenza elargitagli da Dio, ebbe il desiderio di recarsi nella città di Gerusalemme, venerare quivi nel tempio di Dio, famoso per tutto il mondo e offrire sacrifici di ringraziamento. Pregò quindi il figlio che le concedesse di partire.
    Libro XX:50 Izate ne fu entusiasta, acconsentì alla domanda della madre, fece i preparativi per il viaggio, la fornì di grande quantità di denaro e la scortò per un lungo tratto, e lei proseguì il suo viaggio per la città di Gerusalemme.
    Libro XX:51 La sua venuta fu di grande utilità per il popolo di Gerusalemme, perché in quel tempo la città era rattristata dalla carestia e molta gente moriva perché sprovvista del denaro per acquistare ciò di cui abbisognava. La regina Elena inviò i suoi attendenti ad Alessandria per acquistare ingenti quantità di grano ed altri a Cipro per carichi di fichi secchi.
    Libro XX:52 Gli attendenti ritornarono presto con le provviste che poi lei distribuì secondo il bisogno. Per la sua beneficenza lasciò un nome famoso che resterà per sempre glorioso tra tutto il nostro popolo.
    Libro XX:53 Quando Izate, suo figlio, seppe della carestia, anch'egli mandò ai capi di Gerusalemme una grande somma di denaro. La distribuzione di queste somme ai bisognosi, liberò molti dai disagi della carestia. Lascio a un altro momento il racconto dei benefici compiuti da questa coppia reale per la nostra città.


    in rosso ho messo il riferimento a Paolo. In blu ho messo la fonte midrashica dell'episodio di FIlippo e l'Eunuco etiope. Alla fine compare la fonte midrashica del passo alluso da Barionu.
     
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  3. Fabio Sc Cavallo
     
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    Finalmente qualcuno che dice la verità , vi faccio i miei complimenti . Illudere la gente con false traduzioni è immorale . Grazie Mille .
     
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17 replies since 15/5/2011, 14:31   2903 views
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