Angeli, creature o manifestazioni divine?

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  1. paola860
     
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    Mi piacerebbe che qualcuno traducesse il testo riportato da Abramo. Grazie

     
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  2. Veritas
     
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    CITAZIONE (Negev @ 21/1/2010, 07:50)
    CITAZIONE
    vale a dire 'messaggero',

    un "messaggio" molto più "sensibile" da parte di un messaggero - autore -attore protagonista del "fattaccio" :D

    Probabilmente si trattò proprio di un messaggero 'neutrale', e non dell'autore del 'misfatto'. Inoltre, con tutta probabilità, egli era inadatto a mettere la Vergine in 'dolce attesa'...


    Saluti


    Veritas

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    CITAZIONE (Shazarahel @ 21/1/2010, 14:53)
    Shalom Abramo,
    innanzitutto vi ringrazio per queste discussioni che sono sempre uno stimolo ad un maggiore approfondimento.

    Grazie a te per la partecipazione.

    CITAZIONE
    Per mancanza di tempo non posso citarti fonti che contraddicono quello che é solo uno dei diversi modi di intendere "malakim". Cito solo Bereshit Rabba 3,8, secondo cui gli angeli furono creati il secondo giorno.

    Questo secondo l'opinione di rabbi Yonathan che si poggia su Salmi 104:3,4 dove i malachim altro non sono che le forze della natura. Secondo l'opinione contrapposta invece i malachim furono creati nel quinto giorno insieme a tutti gli altri uccelli. Ma qui bisogna saper individuare il senso espresso da questi maestri, che è sempre nascosto fra le righe. Il termine biblico "mal'ach", come ben noto nell'Ebraismo, è un termine molto generico, è riferito ad umani, profeti o eventi biblici importanti. E' inconfutabile che dal punto di vista etimologico in ebraico "mal'ach" non ha lo stesso peso che ha invece il termine "angelo" in Italiano, il quale univocamente intende una creatura spirituale. In ebraico invece no. Quando i maestri parlavano di "mal'achim" intendevano le azion divine, che essendo tali possono assumere aspetti molto complessi fino a raggiungere le sembianze delle creature terrene, anche i profeti sono mal'achim e anch'essi sono azioni divine. Rambam, che era un eccellente conoscitore della letteratura talmudica si richiamava proprio a questi passaggi del Midrash, che naturalmente interpretava in modo sostanzialmente diverso da come lo intenderebbero i più semplici, che non conoscono alla perfezione tutto il resto della letteratura talmudica. Ci si dovrebbe chiedere come mai nessun trattato della Mishnàh parla mai di mal'achim.



    CITAZIONE
    Senza poi parlare delle diverse tefillot in cui ci si rivolge ad essi...

    Tefillot cui i maestri si appellarono e condannarono.


    CITAZIONE
    Dunque appellarsi ad una visione più "casher" o più autentica o più autorevole dell'altra mi appare un atteggiamento che non rispecchia la natura multiforme dell'ebraismo. Con altrettanta stima. Shalom

    I maestri si sentivano sempre liberi di esprimere le loro idee e anche noi nel forum dobbiamo cercare di imitarli. In ogni modo, il Talmud Yerushalmy, molto antico, più antico del Midrash, ci insegna che i nomi dei malachim sono il risultato della diaspora. I maestri dello Yerushalmi, che dovettero affrontare tante strettezze per rimanere in Erez Israel, si opponevano spesso a certe concezioni assunte nelle scuole di Bavel e per confutarle si rifacevano ad un Ebraismo più puro, che ritenevano, non il più "kasher", ma il solo "kasher".

    Shalom

    Edited by Abramo - 21/1/2010, 23:58
     
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  4. paola860
     
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    Da quello che ho capito i "mal'achim" possono essere tutti quelli che D-o ha comandato di essere suoi messaggeri (uomini, profeti ed eventi importanti) e questi hanno un’elevata dote di spiritualità fino a raggiungere la mente di D-o perchè D-o è nella mente di questi.

    Spero di aver capito bene.

    Shalom
     
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  5. Shazarahel
     
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    [QUOTE=Abramo,21/1/2010, 19:02]
    QUOTE (Shazarahel @ 21/1/2010, 14:53)
    I maestri dello Yerushalmi, che dovettero affrontare tante strettezze per rimanere in Erez Israel, si opponevano spesso a certe concezioni assunte nelle scuole di Bavel e per confutarle si rifacevano ad un Ebraismo più puro, che ritenevano, non il più "kasher", ma il solo "kasher".

    Carissimo Abramo,
    condivido quanto dici.
    Riguardo alla tua ultima affermazione mi dico che i secoli sono passati ma che certe cose non sono cambiate: tutt'ora nell'ebraismo ortodosso c'é sempre chi si reclama non solo "il più cacher" ma "il solo casher"!!!
    Questa continua pretesa di maggiore purezza da parte di alcuni la ritengo uno dei più gravi problemi interni al nostro popolo! Perché certi elementi siano stati filtrati dall'ambiente esterno non lo ritengo un criterio sufficiente per ritenerli meno casher!
    Shabbat shalom e compliementi a tutti voi per l'impegno!!
     
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  6. Hannah1
     
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    CITAZIONE
    Questa continua pretesa di maggiore purezza da parte di alcuni la ritengo uno dei più gravi problemi interni al nostro popolo! Perché certi elementi siano stati filtrati dall'ambiente esterno non lo ritengo un criterio sufficiente per ritenerli meno casher!

    Grazie, Shazarahel, effettivamente, in buona fede, spesso chi legge ha questa sensazione.
    Shabbath Shalom
     
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  7. mono247
     
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    Vi propongo un caso, un ipotetico episodio riguardante angeli. Supponiamo che appaia davanti a noi un "angelo", magari simile nell'aspetto a quello visto dal profeta Daniele.

    CITAZIONE
    (Daniele 10:5-6) ...allora alzavo gli occhi e vedevo, ed ecco un certo uomo vestito di lino, con i fianchi cinti d’oro di Ufaz. 6 E il suo corpo era simile al crisolito, e la sua faccia simile all’aspetto del lampo, e i suoi occhi simili a torce infuocate, e le sue braccia e il luogo dei suoi piedi erano simili alla visione del rame forbito, e il suono delle sue parole era simile al suono di una folla.

    Un ebreo fedele all'ortodossia, quella comunemente accettata al giorno d'oggi, potrebbe prostrarsi di fronte all'angelo con l'intento di adorarlo quale Unico Dio?

    Faccio questa domanda perché nel libro cristiano di Rivelazione si narra di un episodio simile e sto cercando, se possibile, d'interpretarlo in chiave ebraica:

    CITAZIONE
    (Rivelazione 22:8-9) 8 E io, Giovanni, ero quello che udivo e vedevo queste cose. E quando ebbi udito e visto, caddi per adorare davanti ai piedi dell’angelo che mi aveva mostrato queste cose. 9 Ma egli mi dice: “Sta attento! Non farlo! Io sono solo un compagno di schiavitù tuo e dei tuoi fratelli che sono profeti e di quelli che osservano le parole di questo rotolo. Adora Dio”.

    Visto che l'episodio appena descritto accade ben due volte (Rivelazione 19:10) forse un simile comportamento può essere ascrivibile ad una certa mentalità monoteista che non concepisce altro "spirito" che non sia Dio stesso, e questo al di là del fatto che nell'episodio in questione si parli di un fatto letterale o meno. In Apocalisse non si permette altra adorazione se non quella rivolta a Dio, quindi è chiaro che adorare un angelo (che in questo frangente è una creatura spirituale) significherebbe commettere idolatria, ma in ogni caso "Giovanni" tenta per ben due volte di venerare questo tipo di essere sovrumano. Forse pensava anche lui che gli angeli sono una sorta di 'operazione divina' e quindi non vedeva niente di sbagliato nell'adorarli?

    Resta quindi in sospeso la domanda: un ebreo "ortodosso" può adorare un angelo?

    Grazie!
     
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  8. paola860
     
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    CITAZIONE (mono247 @ 22/1/2010, 17:02)
    Vi propongo un caso, un ipotetico episodio riguardante angeli. Supponiamo che appaia davanti a noi un "angelo", magari simile nell'aspetto a quello visto dal profeta Daniele.

    CITAZIONE
    (Daniele 10:5-6) ...allora alzavo gli occhi e vedevo, ed ecco un certo uomo vestito di lino, con i fianchi cinti d’oro di Ufaz. 6 E il suo corpo era simile al crisolito, e la sua faccia simile all’aspetto del lampo, e i suoi occhi simili a torce infuocate, e le sue braccia e il luogo dei suoi piedi erano simili alla visione del rame forbito, e il suono delle sue parole era simile al suono di una folla.

    Un ebreo fedele all'ortodossia, quella comunemente accettata al giorno d'oggi, potrebbe prostrarsi di fronte all'angelo con l'intento di adorarlo quale Unico Dio?

    Faccio questa domanda perché nel libro cristiano di Rivelazione si narra di un episodio simile e sto cercando, se possibile, d'interpretarlo in chiave ebraica:

    CITAZIONE
    (Rivelazione 22:8-9) 8 E io, Giovanni, ero quello che udivo e vedevo queste cose. E quando ebbi udito e visto, caddi per adorare davanti ai piedi dell’angelo che mi aveva mostrato queste cose. 9 Ma egli mi dice: “Sta attento! Non farlo! Io sono solo un compagno di schiavitù tuo e dei tuoi fratelli che sono profeti e di quelli che osservano le parole di questo rotolo. Adora Dio”.

    Visto che l'episodio appena descritto accade ben due volte (Rivelazione 19:10) forse un simile comportamento può essere ascrivibile ad una certa mentalità monoteista che non concepisce altro "spirito" che non sia Dio stesso, e questo al di là del fatto che nell'episodio in questione si parli di un fatto letterale o meno. In Apocalisse non si permette altra adorazione se non quella rivolta a Dio, quindi è chiaro che adorare un angelo (che in questo frangente è una creatura spirituale) significherebbe commettere idolatria, ma in ogni caso "Giovanni" tenta per ben due volte di venerare questo tipo di essere sovrumano. Forse pensava anche lui che gli angeli sono una sorta di 'operazione divina' e quindi non vedeva niente di sbagliato nell'adorarli?

    Resta quindi in sospeso la domanda: un ebreo "ortodosso" può adorare un angelo?

    Grazie!

    Scusa mono hai riportato due versetti e nessuno dei due dice di adorare un angelo, o sbaglio?
    Abramo ha dato un'eccellente spiegazione, spero che l'hai compresa.

    L'ebreo ortodosso sa benissimo che gli angeli non possono essere adorati.


    Shalom
     
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  9. mono247
     
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    CITAZIONE
    Scusa mono hai riportato due versetti e nessuno dei due dice di adorare un angelo, o sbaglio?

    Non sbagli, ma quello è uno scritto cristiano che parla di un ebreo convertito al cristianesimo, mi interessava invece l'opinione dei nostri amici ebrei "moderni" relativamente ad una tale pratica in seno all'ebraismo.

    CITAZIONE
    Abramo ha dato un'eccellente spiegazione, spero che l'hai compresa.

    L'ebreo ortodosso sa benissimo che gli angeli non possono essere adorati.

    Se ho capito bene... il pensiero di Abramo dovrebbe coincidere con quello di Negev: gli angeli non sarebbero quindi creature spirituali ma "Dio" stesso che si manifesta in modi particolari a seconda della missione specifica del singolo angelo. Proprio per questo mi chiedo se l'adorazione di un angelo non potrebbe essere in qualche misura considerata lecita. Se però mi dici che per l'ebraismo gli angeli non possono in nessun modo essere adorati allora prendo atto della tua opinione ;).

    Per "adorazione" io intendo quella forma di devozione e venerazione che si concede solo a Dio in via esclusiva, non parlo semplicemente del fatto di prostrarsi davanti a qualcuno o ad altre forme di rispetto, come potrebbe essere l'alzarsi in piedi o altro.

    Edited by mono247 - 22/1/2010, 20:10
     
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  10. paola860
     
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    CITAZIONE (mono247 @ 22/1/2010, 19:24)
    CITAZIONE
    Scusa mono hai riportato due versetti e nessuno dei due dice di adorare un angelo, o sbaglio?

    Non sbagli, ma quello è uno scritto cristiano che parla di un ebreo convertito al cristianesimo, mi interessava invece l'opinione dei nostri amici ebrei "moderni" relativamente ad una tale pratica in seno all'ebraismo.

    CITAZIONE
    Abramo ha dato un'eccellente spiegazione, spero che l'hai compresa.

    L'ebreo ortodosso sa benissimo che gli angeli non possono essere adorati.

    Se ho capito bene... il pensiero di Abramo dovrebbe coincidere con quello di Negev: gli angeli non sarebbero quindi creature spirituali ma "Dio" stesso che si manifesta in modi particolari a seconda della missione specifica del singolo angelo. Proprio per questo mi chiedo se l'adorazione di un angelo non potrebbe essere in qualche misura considerata lecita. Se però mi dici che per l'ebraismo gli angeli non possono in nessun modo essere adorati allora prendo atto della tua opinione ;).

    Per "adorazione" io intendo quella forma di devozione e venerazione che si concede solo a Dio in via esclusiva, non parlo semplicemente del fatto di prostrarsi davanti a qualcuno o ad altre forme di rispetto, come potrebbe essere l'alzarsi in piedi o altro.

    Abramo ha detto che i "mal'achim" sono azion divine, che essendo tali possono assumere aspetti molto complessi fino a raggiungere le sembianze delle creature terrene, anche i profeti sono mal'achim e anch'essi sono azioni divine.

    Se leggi Deuteronomio 5 D-o dice:

    Io sono il Signore, tuo D-o, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile.

    [7] Non avere altri dèi di fronte a me.

    [8] Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.

    [9] Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo D-o sono un D-o geloso.

    Cosa significa? significa che anche le azioni divine non devono essere adorate come D-o perchè la mente dell'essere umano tende facilmente a prostarsi davanti a qualsiasi cosa. D-o ha parlato tramite i profeti, ma non devono essere adorati come D-o. Non so se mi sono spiegata.
     
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  11. mono247
     
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    Premesso che io faccio riferimento ad una traduzione dei Testimoni di Geova, ecco quello che leggo in esodo capito 3:


    (Esodo 3:1-22) 3 E Mosè divenne pastore del gregge di Ietro, sacerdote di Madian, di cui era genero. Mentre conduceva il gregge verso il lato occidentale del deserto, giunse infine al monte del [vero] Dio, all’Horeb. 2 Quindi l’angelo di Geova gli apparve in una fiamma di fuoco nel mezzo di un roveto. Mentre guardava, ebbene, ecco, il roveto ardeva col fuoco eppure il roveto non si consumava. 3 A ciò Mosè disse: “Voglio proprio deviare per ispezionare questo grande fenomeno, come mai il roveto non brucia”. 4 Quando Geova vide che deviava per ispezionare, subito Dio lo chiamò di mezzo al roveto e disse: “Mosè! Mosè!” al che egli disse: “Eccomi”. 5 Quindi disse: “Non ti avvicinare qua. Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo dove stai è suolo santo”. 6 E proseguì, dicendo: “Io sono l’Iddio di tuo padre, l’Iddio di Abraamo, l’Iddio di Isacco e l’Iddio di Giacobbe”. Quindi Mosè nascose la sua faccia, perché temeva di guardare il [vero] Dio. 7 E Geova aggiunse: “Incontestabilmente ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto, e ho udito il grido a causa di quelli che lo costringono al lavoro; perché conosco bene le pene che soffre. 8 E mi accingo a scendere per liberarlo dalla mano degli egiziani e per farlo salire da quel paese a un paese buono e spazioso, a un paese dove scorre latte e miele, al luogo dei cananei e degli ittiti e degli amorrei e dei ferezei e degli ivvei e dei gebusei. 9 E ora, ecco, il grido dei figli d’Israele è giunto a me, e ho anche visto l’oppressione con cui gli egiziani li opprimono. 10 E ora vieni e lascia che io ti mandi da Faraone, e tu fa uscire il mio popolo, i figli d’Israele, dall’Egitto”. 11 Comunque, Mosè disse al [vero] Dio: “Chi sono io perché vada da Faraone e perché debba far uscire i figli d’Israele dall’Egitto?” 12 A ciò egli disse: “Perché io mostrerò d’essere con te, e questo è per te il segno che sono io che ti ho mandato: Dopo che avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete il [vero] Dio su questo monte”. 13 Tuttavia, Mosè disse al [vero] Dio: “Supponiamo che ora io sia andato dai figli d’Israele e realmente dica loro: ‘L’Iddio dei vostri antenati mi ha mandato a voi’, ed essi realmente mi dicano: ‘Qual è il suo nome?’ Che dirò loro?” 14 A ciò Dio disse a Mosè: “IO MOSTRERÒ D’ESSERE CIÒ CHE MOSTRERÒ D’ESSERE”. E aggiunse: “Devi dire questo ai figli d’Israele: ‘IO MOSTRERÒ D’ESSERE mi ha mandato a voi’”. 15 Quindi Dio disse ancora una volta a Mosè: “Devi dire questo ai figli d’Israele: ‘Geova l’Iddio dei vostri antenati, l’Iddio di Abraamo, l’Iddio di Isacco e l’Iddio di Giacobbe, mi ha mandato a voi’. Questo è il mio nome a tempo indefinito, e questo è il memoriale di me di generazione in generazione. 16 Va, e devi raccogliere gli anziani d’Israele, e devi dire loro: ‘Geova, l’Iddio dei vostri antenati, mi è apparso, l’Iddio di Abraamo, Isacco e Giacobbe, dicendo: “Immancabilmente dovrò prestare attenzione a voi e a ciò che vi si fa in Egitto. ..... ”.

    -fine citazione


    In questa traduzione al secondo versetto si dice chiaramente che è l'Angelo di Geova ad apparire nel roveto, Mosé deve togliersi i sandali perché il luogo è santo. Evidentemente in base alle tue parole nemmeno in casi come questo i mal'achim possono essere adorati, e se è così, cosa di cui non ho ragione di dubitare, immagino che i mal'achim siano in un certo senso delle "creazioni", ma non delle "creature" nel senso di individui spirituali in qualche misura distinti da Dio, ma "creazioni" così come lo sono il sole e le stelle o il fuoco... apparterrebbero quindi alla sfera del creato (inanimato e impersonale) e proprio per questa ragione non vanno adorati... ci sono quasi o dico fesserie? :huh:

    thx

    Edited by mono247 - 22/1/2010, 23:41
     
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  12. Hannah1
     
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    A proposito di angeli. Nel senso dell'ebraismo ortodosso, anche il volto dell'uomo può essere considerato un angelo?
    Shalom
     
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  13. paola860
     
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    Mono, ti riporto questi commenti di Abramo con la speranza ti siano d'aiuto.

    Figli di Dio
    Molti danno per scontato che i "figli di D-o" di Giobbe 1 siano esseri celesti e che con questi termini si intende gli angeli. Molti non sanno però che il termine ebraico "malaach" tradotto in italiano con "angelo" non significa essere celeste, significa invece "mandato", "incaricato". Il malaach è colui che svolge una "melaachàh"="compito", un lavoro. Nella Bibbia questo termine è impiegato innumerevoli volte per indicare uomini che sono "mandati" o "incaricati"da altri uomini per svolgere un dato compito, insomma chiunque di ciascuno di noi può fare il malaach. Conclusione: angelo è il nome di un incaricato a svolgere un compito chiunque esso sia: un uomo, un cane, una scimmia o anche un computer, non da escludere che potrebbe essere anche un essere celeste materiale o spirituale, terrestre o extraterreste. La tradizione cristiana invece insegna erroneamente che l'angelo è un essere spirituale.
    Stesso discorso si è convenuto che i "figli di D-o" siano angeli intesi come esseri spirituali come vuole la tradizione. Per dimostrare che i figli di D-o e gli angeli sono la stessa cosa viene citato il cap.1 di Giobbe.




    CITAZIONE
    I giudici o "bene elohim" erano i discendenti di Shet, egli fù re e giudice della terra, dopo di lui furono re Kenan, Hanoch e Metushelach. I "bene elohim", secondo le traduzioni aramaiche sarebbero i figli maschi dei giudici, che sono di discendenza reale della linea di Shet, l'immagine di D-o, ossia la Sua massima rappresentanza. Il termine "ben"=figlio in ebraico si usa per dire semplicemente: maschio, analogamente il termine "bat"=filglia si usa per dire femmina, donna. I figli dei Giudici sono dunque i discendenti reali maschi, i principi. Le figlie dell'umanità sono invece le donne che non sono di discendenza reale e le quali sono proibite ai Giudici da prendersi come mogli. Il primo a dare quest'ordine fù proprio Shet e non tutti i suoi discendenti seguirono le sue disposizioni, ma fino all'ultimo re Metushelach, morto una setimana prima del Diluvio si mantenne una discendenza pura che continuò con Noè, che prese come moglie Naama figlia di Hanoch(Enoch). Anche i figli di Noè presero come mogli le figlie di Eliakim figlio di Metushelach. Anche Terach, il padre di Abramo essendo di discendenza reale da parte di Ever e Shem, ha dovuto sposare Amtalai figlia di Carnevò (di discendenza reale), altrimenti Abramo non sarebbe potuto essere erede delle promesse. Anche la sposa di Abramo, Sarai era figlia di Haran suo frartello, allo stesso modo Isacco e Giacobbe si sposarono con donne di discendenza reale, ma non invece Esav e Ishmael. Shem, il figlio di Noè era cohen, sacerdote, egli è il Malchizedech melech Shalem che benedice Abramo e trapassa i suoi incarichi sacerdotali. La linea sacerdotale oggi continua con i discendenti di Aharon, che sono una discendenza pura, infatti anche oggi, essi, per esempio, non possono sposare una ebrea che non abbia una discendenza pura. I Giudici durano fino a Shemuel ed essi sono, oltre a re anche cohanim=sacerdoti.

    Poco prima del Diluvio si raggiunse il culmine della Malvagità, una situazione irreversibile. Come dice il passo di Ezra, anche i "sarim"=ministri e i loro vice si corruppero e sposarono donne di stirpe non reale, che in questo caso sarebbero i popoli gentili. Nel verso di Genesi c'è però un particolare interessante che certamente potranno notare tutti quelli che hanno una Bibbia in ebraico: il termine "basar"="carne" del verso 3 si può benissimo interpretare: "ba-sar"=nel ministro. Il termine "sarim" di Ezra 9:1, altro non è che il plurale di "sar"=ministro di Gen. 6:3. In questo caso si stà dicendo esattamente la stessa cosa e il verso di Gen 6:3 andrebbe tradotto nel seguente modo:

    "E disse **** : non giudicherà il Mio Spirito nell'umanità per sempre nel loro errore, esso è nel ministro e i suoi giorni saranno 120 anni."

    Oppure quest'altra variante:

    "E disse **** : non giudicherà il Mio Spirito nell'umanità per sempre in quanto anche egli è nel ministro e i suoi giorni saranno 120 anni."

    Questa ultima variante deriva dal fatto che il termine "beshagam" (termine unico nella Bibbia) può significare due cose:

    1) "be-sha-gam"="in-quanto-anche".

    2) "be-shagam"="nel loro errore": da "shoghèh" come in Ezechiele 45:20. Shoghèh è chi pecca per errore e questo termine lo troviamo anche nella Toràh. L' "errore" invece sarebbe "shagà" che con il suffisso diventa "shagam"= loro errore. Così ha inteso il verso la Luzzi che traduce:"nel suo traviamento" invece la CEI preferisce l'altra possibilità e traduce:"...perchè ...".


     
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    אריאל פינטור

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    l pensiero di Abramo dovrebbe coincidere con quello di Negev:

    ti correggo:
    è il pensiero di Negev che tutt'al più coincide con quello di Abramo.
    Abramo è l'Enciclopedia , io sono il Bignami ( non so se esiste ancora) :D

    CITAZIONE
    In questa traduzione al secondo versetto si dice chiaramente che è l'Angelo di Geova ad apparire nel roveto, Mosé deve togliersi i sandali perché il luogo è santo. Evidentemente in base alle tue parole nemmeno in casi come questo i mal'achim possono essere adorati,

    Sia che tu interpreti in un modo (manifestazioni di azioni divine) sia che tu li ritenga creature spirituali, il problema non si pone. Solo HaShem è adorato e venerato. Null'altro

    CITAZIONE
    A proposito di angeli. Nel senso dell'ebraismo ortodosso, anche il volto dell'uomo può essere considerato un angelo?

    Non l'ho mai sentito, sentiamo cosa dicono Shazarahel e Abramo
     
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  15. paola860
     
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    X Mono


    Abramo scrive:

    non da escludere che potrebbe essere anche un essere celeste materiale o spirituale, terrestre o extraterreste.


    Abramo, quindi, non esclude che possono essere anche esseri spirituali, ma non devono essere venerati.
    Io molto tempo fa ho avuto una manifestazione del genere e dopo avermi detto delle cose svanì nel nulla.

     
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37 replies since 20/1/2010, 19:46   2870 views
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