Tavole calendariali di Qumran

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  1. Hard Rain
     
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    Bene, come promesso ad Abramo e a Stella Maris apro un thread specifico per la discussione delle tavole calendariali di Qumran.

    Le tavole, come vedremo, delineano essenzialmente tre calendari. Il primo è il calendario solare di 364 giorni, il secondo è la lista dei turni di servizio sacerdotali al tempio, il terzo un secondo calendario che potrebbe essere quello basato sul ciclo della luna in vigore a Gerusalemme (se questo sia vero è oggetto di discussione).

    La novità interessante è l'esistenza di un calendario solare di 364 giorni, dunque. Una simile struttura calendariale ha delle definizioni teoriche che si trovano in due apocrifi dell'Antico Testamento che sono il libro dei Giubilei e 1 Enoc.

    Giubilei, 6:32-38 fa esplicito riferimento a un calendario contenente esattamente 364 giorni all'anno. Cito il passo del libro dei Giubilei:

    “E tu ordina ai figli di Israele che osservino gli anni secondo questo calcolo: trecentosessantaquattro giorni, che formano un anno intero, e che non alterino il computo del tempo dei suoi giorni e delle sue feste – poiché tutto capiterà ad essi secondo la loro testimonianza – e che non passino oltre il giorno stabilito e non violino la festa. E se trasgrediranno e non celebreranno le feste così come fu ordinato a Noè allora tutti altereranno i tempi e gli anni si sposteranno da questo computo e così anche gli anni e le stagioni trasgrediranno la propria legge. E tutti i figli di Israele dimenticheranno e non troveranno la via per calcolare gli anni e dimenticheranno l’inizio del mese, il sabato e la festa. E sbaglieranno tutta la regola degli anni. Infatti io so e ti annunzio fin da oggi – e non di mia mente perchè così è stato scritto nel libro che è davanti a me e così la divisione del tempo è stata stabilita nelle tavole del cielo – che essi dimenticheranno le feste del mio patto e che nelle varie feste dei pagani andranno appresso al loro errore e alla loro ignoranza. E vi saranno alcuni che fonderanno le loro osservazioni sulla luna, orbene, ella sbaglia le stagioni e di anno in anno arriva dieci giorni prima. Per questo accadrà loro di alterare i tempi e considereranno spregevole il giorno della testimonianza e impuro il giorno di festa e confonderanno tutto: i giorni santi con i giorni impuri, i giorni impuri con i giorni santi; essi sbaglieranno infatti i mesi, le settimane, le feste e i giubilei. Perciò io ti ordino di dire loro – poiché dopo la tua morte i tuoi figli altereranno il computo del tempo – di fare l’anno di trecentosessantaquattro giorni soltanto. A causa di questo loro errore essi sbaglieranno il principio del mese, il sabato, il tempo e le feste, berranno ogni sorta di sangue.”

    Come si vede il passo oltre ad accennare alla suddivisione del tempo in anni di 364 gg. contiene una polemica nei confronti di chi presumibilmente onora le festività secondo un'altro calendario. Una simile osservazione può essere fatta relativamente a quel noto passo del pesher di Abacuc che afferma:

    “Al tempo stabilito per il riposo, per il Giorno dell’Espiazione, egli (il Sacerdote Empio) apparve loro per confonderli e per farli errare il Giorno del Digiuno, il loro shabbat di riposo.” (cfr. 1QpHab., Col. IX, linee 7-8).

    Il senso di questa frase del pesher di Abacuc può essere compreso se si ipotizza che il Sacerdote Empio, forse un sommo sacerdote che perseguitava i membri della Comunità di Qumran, fosse seguace di un calendario mentre i membri della Comunità ne seguissero un'altro così il Giorno dell'Espiazione cadeva in due giorni diversi per entrambi. In questo modo il Sacerdote Empio avrebbe potuto viaggiare nello shabbat di riposo (per la Comunità ma non per lui) e raggiungere la Comunità per perseguitare i loro membri o per ottenere qualcosa.

    I Capp. da 71 a 82 di 1 Enoc (denominati sezione astronomica di 1 Enoc) fanno un riferimento ancora più esplicito a un calendario di 364 giorni, basato sulla rotazione della terra attorno al sole piuttosto che su quella della luna attorno alla terra. 1 Enoc Cap. 71 descrive un ciclo solare di 364 giorni (cfr. 1 Enoc 71:42), rivelato al patriarca Enoc dall’angelo Uriel (cfr. 1 Enoc 71:1). Il percorso del Sole viene qui suddiviso in sei “porte” attraversate dall’astro durante un intero anno; l’anno inizia convenzionalmente in un “primo mese” nel quale il Sole attraversa la quarta porta e staziona per trenta giorni. Durante questa fase iniziale pian piano il giorno diventa più lungo della notte in modo che al termine del primo mese di trenta giorni il giorno è lungo dieci parti mentre la notte soltanto otto parti (cfr. 1 Enoc 71:9-14). Il Sole quindi attraversa la quinta porta e staziona in essa altri trenta giorni; al termine di questa seconda fase il giorno diventa di 11 parti, mentre la notte si riduce ancora a 7 parti (1 Enoc 71:15-16). Poi il Sole attraversa la sesta porta e resta qui per trentuno giorni, al termine dei quali il giorno misura 12 parti e la notte soltanto sei, la metà del giorno (1 Enoc 71:17-19). Dopo questa prima sequenza di tre “mesi” il Sole ritorna nella sesta porta per trenta giorni e al termine il giorno è di undici parti, la notte di sette parti. (1 Enoc 71:20-21). Inizia così una fase nel corso della quale la notte via via diventa sempre più lunga fino a durare come il giorno. Nella quinta porta il Sole stazione per trenta giorni e al termine il giorno è lungo dieci parti, la notte otto parti (1 Enoc 71:22-23). Quindi il Sole rientra nella quarta porta dove al termine di trentuno giorni il giorno ha la stessa durata della notte: nove parti (1 Enoc 71:24-25). Inizia ora un periodo nel quale la notte diventa sempre più lunga del giorno. Nella terza porta si ha una fase di trenta giorni al termine della quale il giorno è lungo otto parti, la notte dieci (1 Enoc 71:26-27). Successivamente il Sole attraversa la seconda porta dove staziona per trenta giorni, al termine il giorno è lungo sette parti, la notte undici parti (1 Enoc 71:28-30). Nella prima porta, dopo trentuno giorni, il giorno dura soltanto sei parti mentre la notte dura il doppio: dodici parti (1 Enoc 71:31-35). Dalla prima porta inizia però un ciclo che porta ad allungare i giorni; al termine dei primi trenta giorni il giorno è lungo sette parti, la notte undici (1 Enoc 71:36-38). Il Sole attraversa quindi la seconda parte dove dopo trenta giorni la notte è lunga dieci parti, mentre il giorno otto (1 Enoc 71:39-41). Siamo così arrivati al dodicesimo mese, l’ultimo dell’anno, dove il Sole attraversa la terza porta. Questo mese conclusivo dura trentuno giorni e al termine di esso notte e giorno hanno esattamente la stessa durata: nove parti. Ma il termine dell’ultimo mese coincide con l’inizio del nuovo anno, pertanto da 1 Enoc 71:36-38 concludiamo che l’anno inizia quando giorno e notte hanno la stessa durata. Poiché questa fase avviene in un periodo in cui il giorno sta aumentando le parti rispetto alla notte, concludiamo che l’anno secondo 1 Enoc inizia il giorno dell’equinozio di primavera, quando notte e giorno hanno la stessa durata, che nel nostro calendario corrisponde sempre al 21 di Marzo. Questa importante indicazione sembra peraltro coerente con il frammento di Qumran 4Q320 (cfr. fr. 1, Col. I) come vedremo più avanti. L’altro equinozio, quello autunnale che nel nostro calendario attuale corrisponde al 23 di Settembre, è descritto invece in 1 Enoc 71:24-25. Anche nell’equinozio autunnale giorno e notte hanno la stessa durata di nove parti ma il giorno è in una fase della stagione in cui si accorcia sempre più rispetto alla notte in quanto l’anno volge verso l’inverno.

    Riassumendo: Giubilei e 1 Enoc alludono all'esistenza di un calendario solare di 364 giorni all'anno. Giubilei contiene anche una evidente polemica nei confronti dei seguaci di altri calendari mentre 1 Enoc fa iniziare l'anno (il primo giorno del primo mese) il giorno dell'equinozio di primavera, quando notte e giorno hanno esattamente la stessa durata. Rimane completamente sconosciuto se i giorni erano computati dalla sera al tramonto (come nell'attuale ebraismo) e soprattutto mancano indicazioni sul meccanismo di intercalazione del calendario: esso infatti viene a perdere 1,25 giorni anno, così ad esempio dopo 30 anni risulta sfasato di ben 37,5 giorni rispetto al ciclo delle stagioni.

    (fine prima parte - continua)

    Edited by Hard Rain - 24/4/2007, 12:30
     
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  2. Stella Maris2
     
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    Che la tesi di Hard non tenda ora a dimostrare che il calendario di questi apocrifi sia il vero calendario biblico altrimenti si cadrebbe in contraddizione con il nuovo testamento. A quei scrittori che hanno rimproverato al popolo di Israele di violare il calendario solare non possono essersi associati i cristiani perché questi invece riconoscevano il novilunio come festività. Inoltre la stessa etimologia del termine ebraico "chodesh" tradotto con "mese" significa letteralmente: novilunio, ed è usato con tale significato fino ai tempi talmudici (e anche oggi nell'ebraico moderno). Anche il termine biblico più antico "yareach" usato per "mese" significa letteralmente: luna. Il calendario biblico antico era chiaramente lunisolare e questo fatto è incontestabile.

    Oggi in Israele si celebra il 59esimo anno di indipendenza e non so quando potrò replicare.
    Buon proseguimento Hard e Buon Azmaut a tutti gli ebrei del forum.
     
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  3. Hard Rain
     
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    No, sgombero subito il terreno dagli equivoci.

    Il mio problema è capire che cosa fosse esattamente quel calendario, se è mai stato utilizzato, se può aiutare a risolvere problemi storici o meno, vedi la frase del pesher di Abacuc che ho più volte citato oppure le anomalie cronologiche della passione di Gesù Cristo.

    Lungi da me dallo stabilire che il calendario biblico era quello di 364 giorni quando non c'è traccia alcuna nell'Antico Testamento di come si dovesse computare il tempo. Tra l'altro si può dimostrare che in alcuni casi l'anno biblico sembra essere suddiviso in 360 giorni (sic!) e persino l'Apocalisse di Giovanni contiene un passo che fa riferimento a 360 giorni, ma questo è un discorso successivo.

    Per il fatto stesso che le tavole calendariali sono state ritrovate a Qumran e che alcuni passi anche degli apocrifi e non solo della letteratura qumranica settaria si riferiscano al calendario solare di 364 giorni e presentino una polemica nei confronti di altri calendari lascia velatamente intuire che il calendario solare di 364 giorni NON fosse certo il calendario di Gerusalemme ma che qualcuno volesse sostituire quel calendario o ritenesse più valido il calendario solare. Non entro nel merito di queste polemiche religiose, mi interessa solamente approfondire l'impiego del calendario solare per la possibile (sarà da vedere) soluzione di problemi storici.

    I passi che ho citato sono presi dal libro dei Giubilei e da 1 Enoc, due apocrifi che non sono canonici neppure per i cristiani. Mi servono solamente per dimostrare che da tempo qualcuno aveva concepito una struttura calendariale di 364 giorni con il primo giorno dell'anno fissato all'equinozio di primavera (cfr. 1 Enoc). Le tavole calendariali ricalcano esattamente questo schema, ecco il motivo per cui sono partito da quei testi. Diciamo che la formulazione teorica del calendario solare è attestata da Giubilei e 1 Enoc, l'applicazione pratica dai documenti calendariali della grotta 4Q di cui parleremo a breve.

     
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  4. Hard Rain
     
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    Tavole calendariali di Qumran, seconda parte.

    Il frammento 4Q320 = 4QCal. A
    Si tratta di un manoscritto che riporta una lista di giorni di un calendario correlata ai turni di servizio settimanali dei sacerdoti del tempio di Gerusalemme e alle date che compaiono in un secondo calendario. Il testo di questo manoscritto, databile paleograficamente all'inizio del I sec. a.C., può essere studiato in Einseman, Wise, Manoscritti segreti di Qumran, ediz. italiana a cura di E. Jucci, PIEMME, Casale Monferrato, 1994, pp. 106-109; oppure in F. Garcia Martinez, I testi di Qumran, ediz. italiana a cura di C. Martone, PAIDEIA, Brescia, 1996, pp. 691-694.

    In 1 Cr 24:7-19 vengono elencate ventiquattro famiglie sacerdotali, da Ioarib a Maazia, i cui nomi ricorrono anche in 4Q320, oltre che in altri documenti calendariali della grotta 4Q di Qumran. Secondo il citato passo di 1 Cr, le ventiquattro famiglie sacerdotali sono:

    Ioarib, Iedaia, Carim, Seorim, Malchia, Miamin, Akkoz, Abia, Giosuè, Secania, Eliasib, Iakim, Cuppa, Is-Baal, Bilga, Immer, Chezir, Happizzes, Petachia, Ezechiele, Iachin, Gamul, Delaia e Maazia.

    Ogni sacerdote del tempio di Gerusalemme apparteneva ad una determinata classe sacerdotale, per esempio il sacerdote Zaccaria, il padre di Giovanni Battista, secondo il Vangelo di Luca v. 1:5 apparteneva alla classe di Abia, l’ottava classe sacerdotale sulla base della lista di 1 Cr 24:7-19. La suddivisione in classi sacerdotali viene fatta risalire ai tempi del re Davide: secondo Giuseppe Flavio il re stabilì che “ogni famiglia prestasse servizio a Dio per otto giorni, da sabato a sabato”, “notte e giorno come aveva ordinato loro Mosè”, cfr. Ant., VII:365-367. Nel mondo ebraico la settimana inizia di domenica, considerato il primo giorno della settimana, e termina di sabato. Il turno settimanale ricopriva dunque questo arco di tempo, da domenica a sabato, con il sabato considerato un giorno speciale in quanto smontava dal servizio una classe sacerdotale e iniziava il servizio quella successiva. Dal passo delle Antichità giudaiche precedentemente citato si evince inoltre che la tradizionale suddivisione in classi era ancora utilizzata nel momento in cui Giuseppe Flavio scriveva il suo libro, cfr. Ant., VII:366. Nel frammento 4Q320 vengono comparati i giorni di quello che possiamo supporre essere un calendario solare di trecentosessantaquattro giorni utilizzato dalla setta che compose i manoscritti di Qumran con i turni di servizio al tempio e quindi con i giorni di un’altro calendario, probabilmente il calendario lunare che definiva il modo di computare il tempo presso il Tempio di Gerusalemme. La struttura del calendario solare qumranico è la stessa del calendario di trecentosessantaquattro giorni descritto in 1 Enoc e nel libro dei Giubilei.

    Nel calendario solare costruito secondo quanto riportato nella sezione astronomica del primo libro di Enoc vi sono dodici mesi di trenta oppure trentuno giorni per un totale di 364 giorni all’anno. Poiché in 1 Cr 24:7-19 e nei documenti calendariali di Qumran vengono definite ventiquattro classi sacerdotali, se le mettiamo in relazione con un anno avente cinquantadue settimane di sette giorni l’una, per un totale 364 gg., identico a quello teorizzato nel primo libro di Enoc, troviamo che il ciclo “sacerdotale” si ripete esattamente ripartendo dall’inizio ogni sei anni. Questo significa che dopo sei anni la successione delle famiglie sacerdotali si ripete esattamente come nei sei anni precedenti, seguendo lo stesso ordine. Per questo, quando si fa riferimento al calendario solare di Qumran, si parla sempre di ciclo solare calendariale di sei anni. La successione dei turni di servizio sacerdotali, infatti, si ripete con una periodicità di sei anni e l’ultimo giorno del sesto anno del calendario solare è esattamente il giorno che deve precedere il primo giorno del primo anno per ripartire con la giusta sequenza del ciclo sacerdotale per altri sei anni. Complessivamente l’anno di trecentosessantaquattro giorni ha in sei anni una durata di 2.184 giorni. Questo arco di tempo è ricoperto dalle ventiquattro classi sacerdotali in tredici turni della durata di una settimana ciascuno, sulla base dell’equazione:

    364 gg. X 6 anni = 2.184 gg. = 24 famiglie sac. X 13 turni X 7 gg. = ciclo dei sei anni

    Nel complesso 4Q320 permette di ricostruire i primi tre anni della corrispondenza tra il calendario solare, presumibilmente in uso presso la Comunità che redasse i manoscritti di Qumran, e un secondo calendario di tipo lunare i cui giorni compaiono nel manoscritto comparati ai giorni del calendario solare. Forse questo secondo calendario lunare era il calendario “ufficiale” in uso a Gerusalemme, controllato dalla Comunità di Qumran. 4Q320 contiene una successione di informazioni del tipo:

    “Il quinto (giorno) di Immer = il trentesimo = il ventitreesimo nel decimo” (cfr. 4Q320, frammento 1, colonna II, v. 1).

    Il contenuto del documento va naturalmente decodificato e interpretato. Ad esempio questa informazione viene usualmente compresa nel seguente modo: il quinto giorno del turno di servizio settimanale della classe di Immer coincide con il trentesimo giorno del calendario lunare (non è qui precisato però il mese) e anche con il ventitreesimo giorno del decimo mese del calendario solare qumranico. I mesi del calendario, sia quello solare che quello lunare, non hanno nomi specifici che li designano, sono semplicemente numerati da 1 a 12, in accordo con la più antica tradizione biblica. Nella Toràh ebraica i mesi sono sempre indicati con numeri (il primo mese, il secondo mese, ecc..) per esempio la Pasqua va celebrata nel primo mese, al decimoquarto giorno, al tramonto del sole, cfr. Lev. 23:5. L’usanza di assegnare dei nomi ai mesi (Adar, Nisan, ecc…) si riscontra nei libri di Ester, Neemia, Esdra, Zaccaria, nella tradizione talmudica ma non nella Toràh, ad eccezione dell’Esodo e del Deuternomio, che parlano di Abib in vari passi (cfr. ad es. Es. 13:4 o Deut. 16:1), mese la cui denominazione moderna è, nell’attuale calendario ebraico, Nisan. Supponendo che ogni classe sacerdotale resti in carica per sette giorni, iniziando dalla domenica, che è il primo giorno della settimana, fino al sabato successivo, il “quinto giorno del turno di servizio di Immer” è un giovedì. Sappiamo pertanto che il giorno 23 del decimo mese del primo anno di ciclo secondo il calendario qumranico è un giovedì. Inoltre questo giorno coincide con il giorno 30 del calendario lunare nel mese corrispondente. A titolo di esempio riportiamo la trascrizione/traduzione dall’ebraico del frammento I, Colonna I di 4Q320, secondo Eisenman e Wise (vedi bibliografia). Essa coincide sostanzialmente con quella che si trova nel testo di F. Garcia Martinez:

    4Q320. Frammento 1, Colonna I

    (1) ... a mostrarlo a partire da est (2) ... nel mezzo del Cielo, nel fondamento di (3) ... dalla sera alla mattina. Nel quarto (giorno), di sabato, (4) i figli di Gamul (presteranno servizio), nel primo mese, nel primo (5) anno. (6) [Il quinto (giorno) del turno di servizio di Jedai]ah = il ventinovesimo (giorno del mese lunare) = il trentesimo (giorno del mese solare) in esso (cioè: nel primo mese dell'anno solare) (7) [Il sabato di Hak]koz (cioè: quando cambia il turno di servizio; non presterà più servizio fino al sabato successivo) = il trentesimo = il trentesimo del secondo (mese). (8) [Il secondo (giorno) di Elia]shib = il ventinovesimo = il ventinovesimo nel terzo (mese). (9) [Il terzo (giorno) di Bilg]ah = il trentesimo = il ventinovesimo (Si noti che questo è un errore dello scriba: l'equivalenza corretta sarebbe “ventottesimo”) nel quarto (mese). (10) [Il terzo (giorno) di Petha]iah = il ventinovesimo = il ventisettesimo nel quinto (mese). (11) [Il sesto (giorno) di Delaiah] = il trentesimo = il ventisettesimo nel sesto (mese). (12) [Il sabato di Seor]im = il ventinovesimo = il venticinquesimo nel settimo (mese). (13) [Il secondo (giorno) di Abijah = il trentesimo] = il venticinquesimo nell'ottavo (mese). (14) Il terzo (giorno) di Jakim = il venti[nove]simo = il ventiquattresimo nel nono (mese). [Trascrizione e traduzione dall’ebraico: R.H. Einsenman, M. Wise]

    Quella riportata è solo una porzione del contenuto del manoscritto completo che consente di ricostruire la struttura dei tre calendari per i primi tre anni di ciclo.

    Il documento 4Q320 prosegue poi con altre tre colonne appartenenti al frammento 1, che seguono in ordine logico la Colonna I e consentono di fissare alcuni giorni dei mesi per i primi tre anni di ciclo. Prestiamo ora attenzione all’inizio del Frammento 1, Colonna 1, che legge:

    “... a mostrarlo a partire da est ... nel mezzo del Cielo, nel fondamento di ... dalla sera alla mattina. Nel quarto (giorno), di sabato, i figli di Gamul (presteranno servizio), nel primo mese, nel primo anno”.

    Questa informazione è estremamente importante in quanto consente di stabilire innanzitutto come iniziava il primo anno del ciclo solare di sei anni. Dalla seconda parte della precedente citazione deduciamo immediatamente che il quarto giorno del primo mese del primo anno secondo il calendario qumranico presta servizio la classe sacerdotale di Gamul. Inoltre questo giorno cade di sabato e, supponendo che ogni classe sacerdotale resti in carica per sette giorni partendo dalla domenica, questo giorno è anche l’ultimo giorno della settimana di Gamul. Ne consegue che il primo giorno del primo anno del calendario qumranico cade di mercoledì ed è il quarto giorno della settimana di Gamul.

    Inoltre la prima parte della precedente citazione da 4Q320 sembra descrivere un fenomeno celeste che viene generalmente interpretato come l’equinozio primaverile, che cade il 21 di marzo nel nostro attuale calendario gregoriano, quando notte e giorno hanno esattamente la stessa durata: “... a mostrarlo a partire da est ... nel mezzo del Cielo, nel fondamento di ... dalla sera alla mattina.” (trad. Eisenman/Wise). Un'altra traduzione attesta: “... mostrandosi da est e risplende nel centro del cielo, alla base del firmamento, dalla sera al mattino.” (F.G. Martinez). Il primo anno del ciclo di sei anni inizierebbe quindi con l’equinozio di primavera, il primo giorno del primo mese. Purtroppo il documento 4Q320 è danneggiato e non consente di confermare senza alcuna ombra di dubbio questa ipotesi di lavoro. Essa, comunque, è accreditata anche da una citazione dal primo libro di Enoc, che descrive dettagliatamente un sistema calendariale solare di 364 giorni. Da 1 Enoc 71:41-42 sappiamo che al termine dell’ultimo giorno dell’anno, quindi all’inizio dell’anno successivo, giorno e notte hanno esattamente la stessa durata di nove parti. Poiché in questa fase il numero di parti del giorno va aumentando rispetto alla notte, si conclude che l’inizio dell’anno avviene il giorno dell’equinozio di primavera, in accordo con 4QCal. A. Si noti che queste informazioni relative all’inizio dell’anno e dedotte da 4Q320 sembrano essere abbastanza sicure, almeno stando alla trascrizione fornita in R.H. Einsenman, M. Wise (vedi bibliografia): il testo che abbiamo precedentemente citato non compare infatti tra parentesi quadre, dunque non è stato ricostruito o postulato dall’editore ma compare effettivamente sul documento così com’è.

    Utilizzando poi tutte le informazioni fornite da 4Q320 si può iniziare a delineare la corrispondenza tra il calendario solare e quello lunare, almeno limitatamente ai primi tre anni del ciclo. Il primo anno del ciclo viene fatto iniziare di mercoledì, sotto la classe di Gamul che termina il servizio di sabato, il quarto giorno del primo mese del primo anno (del ciclo qumranico). Segue il turno di Delaia che inizia il giorno 5 del primo mese del primo anno (una domenica, primo giorno della settimana) e termina il giorno 11 del primo mese del primo anno, un sabato. Dopo Delaia, nella Tabella 2 segue il turno di Maazia, quindi vengono Ioarib e Iedaia. Il primo mese del primo anno solare dura trenta giorni, in accordo a 1 Enoc, così l’ultimo giorno del mese cade di giovedì e coincide con il quinto giorno della classe di Iedaia: in effetti il frammento 4Q320 contiene la frase:

    “[Il quinto (giorno) del turno di servizio di Ieda]ia = il ventinovesimo (giorno del mese lunare) = il trentesimo (giorno del mese solare)…”

    L’ultimo giorno del primo mese del primo anno secondo il ciclo solare di sei anni viene quindi a coincidere con il ventinovesimo giorno del calendario lunare. Proseguendo con la successione dei turni sacerdotali, la classe di Iedaia deve terminare il secondo giorno del secondo mese del primo anno, poi si susseguono i turni settimanali di Carim, Seorim, Malchia, e Miamim, quest’ultimo chiude il secondo mese di sabato e infatti il rotolo 4Q320 attesta che:

    “[Il sabato di Ak]koz (cioè: quando cambia il turno di servizio; non presterà più servizio fino al turno successivo) = il trentesimo = il trentesimo del secondo (mese)”,

    il trentesimo giorno del secondo mese del primo anno è un sabato e coincide con il cambio di turno da Miamim ad Akkoz, oltre che con il trentesimo giorno del calendario lunare. L’ultima informazione disponibile dal rotolo 4Q320 consente di stabilire la corrispondenza tra calendario solare e lunare fino al dodicesimo mese del terzo anno, il frammento 1, colonna III si conclude con: “[Il secondo (giorno) di] Miamim = il trentesimo (giorno del mese secondo il calendario lunare) = nel giorno [secondo] del dodicesimo mese (secondo il cal. solare qumranico)”.

    Utilizzando quindi la successione sacerdotale di cui alla Tabella 1, stabilito sulla base del rotolo 4Q320 che l’anno (o meglio: il primo giorno del primo mese del primo anno) inizia con un mercoledì, coincidente con il quarto giorno del turno di servizio di Gamul, è possibile ricostruire tutto il ciclo dei sei anni e conoscere i giorni in cui prestavano servizio le classi sacerdotali, controllando le corrispondenze con il rotolo 4Q320 quando possibile: il rotolo è infatti incompleto. Inoltre il frammento 4Q320 riporta anche l’equivalente nel calendario lunare presumibilmente in uso a Gerusalemme. La corrispondenza con il calendario lunare sarà discussa dettagliatamente più avanti. Il maggior pregio del calendario solare di Qumran è che le festività cadono sempre lo stesso giorno. Il giorno i-mo del mese j-mo è sempre costante e non cambia qualunque sia l’anno:

    “Il maggiore vantaggio del calendario di Qumran rispetto al suo concorrente lunisolare era che otteneva date fisse per le maggiori feste. Si evitava che cadessero di sabato, superando così tutte le difficoltà connesse con lo svolgimento dei sacrifici. Di fatto, questo calendario garantiva che un particolare giorno di un determinato mese cadesse sempre regolarmente nello stesso giorno della settimana ogni anno.”
    (da: R.H. Einsenman, M. Wise, Manoscritti segreti di Qumran, ediz. italiana a cura di E. Jucci, PIEMME, Casale Monferrato, 1994, pag. 107).

    Per esempio il primo giorno del primo mese dell’anno inizia sempre di mercoledì, in qualunque punto del ciclo dei sei anni. La Pasqua, che cade il giorno 14 del primo mese dell’anno, cade sempre di martedì qualunque sia l’anno. Non così invece nel calendario lunare, dove le festività sono variabili e la Pasqua può cadere in giorni diversi a seconda dell’anno, esattamente come nel nostro odierno calendario.

    Il Frammento 4 (cfr. Coll. III, IV, V, VI) di 4Q320 elenca le festività religiose correlandole ai giorni di servizio dei sacerdoti (quindi al calendario di Gerusalemme), per tutti e sei gli anni del ciclo. Per esempio nell’anno primo, il terzo giorno della settimana di Marzia (martedì) cade la Pasqua; dalle informazioni precedenti sappiamo anche che questo giorno corrisponde al 14 del primo mese del calendario solare per cui questa è la data della festa celebrata secondo il calendario qumranico e non secondo quello ufficiale di Gerusalemme. Le festività introdotte dal frammento sono quelle tradizionali dell’Antico Testamento: Pasqua, seconda Pasqua, giorno del ricordo, giorno dell’espiazione, presentazione del covone, festa delle settimane (che la tradizione successiva chiamerà Pentecoste), festa delle capanne.


    (fine seconda parte; continua)



    Edited by Hard Rain - 24/4/2007, 18:34
     
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  5. Hard Rain
     
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    Mi servirebbe a questo punto il parere di quelli che hanno consultato il Talmud sulla questione calendariale. Il problema da chiarire è l'avvistamento della luna nuova (o novilunio). Come abbiamo dedotto leggendo Sanhedrin e Rosh ha-shanah, il giorno 30 del mese i testimoni si mettevano ad osservare il cielo per vedere quando sarebbe apparso il primo "spicchio" - chiamiamolo così - della luna nuova. Cioè se numeriamo i giorni del mese in questo modo: 1, 2, 3, 4, ..., 28, 29, 30, dall'inizio del giorno 30 i testimoni si mettevano a scrutare il cielo. L'inizio del giorno 30 coincide con la fine del prec. giorno 29 che avviene di sera. Gli ebrei infatti computavano il tempo da tramonto a tramonto, se non erro ancora oggi l'ora convenzionale di inizio del giorno è fissata alle 18:00. Quindi dal tramonto e per tutta la notte si osservava il cielo. Se la luna nuova veniva osservata allora il giorno 29 appena trascorso apparteneva al vecchio mese che per convenzione veniva fissato in 29 giorni, mentre se l'avvistamento non si era verificato allora il mese aveva 30 giorni per cui il giorno in corso, quello dell'osservazione (mancata) era aggiunto al mese e il mese successivo a questo punto inziava il giorno dopo, cioè alle 18:00 del giorno 30. La periodicità dell'anno sinodico assicurava infatti che se non c'era stato avvistamento il giorno 30 del mese, allora si sarebbe certamente verificato il giorno successivo. Inoltre come abbiamo detto l'avvistamento era possibile soltanto in ritardo, cioè alcune ore dopo il novilunio astronomico.

    A questo punto però mi servirebbe un chiarimento. Nel novilunio astronomico la luna è esattamente invisibile, poi a mano a mano che il tempo trascorre la luna inizia a farsi vedere sotto forma di spicchio. Notare che al novilunio la luna sorge con il sole e tramonta con il sole pertanto è visibile in pieno giorno. L'avvistamento dello spicchio della prima luna dopo il novilunio può avvenire quindi di giorno o al più poco dopo il tramonto del sole, ma non molte ore dopo cioè ad esempio in piena notte. In pratica l'avvistamento si collocava tra la fine del giorno 29 e tutto il giorno 30. Ma c'era un'ora precisa a partire dalla quale si dichiarava che aveva inizio il nuovo giorno, come oggi per convenzione si fissano le 18:00? Poteva succedere che il primo spicchio della luna fosse avvistato per esempio nel pomeriggio del giorno 29, quando il nuovo giorno, il trentesimo, ancora doveva cominciare (iniziando al tramonto)? E come si procedeva in questi casi? Come si interpreta il passo del Rosh ha-shanah che legge:

    GEMARA. Abbiamo appreso da una boraita che R. Gamaliele disse ai sapienti: “Mi è stato tramandato dalla Casa di mio nonno (R. Gamaliele il vecchio) che qualche volta la luna nuova appare in ritardo e qualche volta in anticipo. R. Hyya vide ancora la vecchia luna il mattino del ventinovesimo giorno e gettò verso di lei delle zolle di terra, gridando: ‘Dovremmo consacrarti questa sera e tu appari adesso? Vai a nasconderti!’”.

    Possiamo essere più precisi sui momenti della giornata oppure si può solo dire genericamente che a cavallo tra il terminare del 29° giorno e l'inizio del 30° giorno del mese si tenevano le osservazioni? Ho letto poi sempre nel Rosh ha-Shana che se la luna nuova era vista abbastanza in ritardo, cioè un po' dopo il tramonto del sole, all'inizio del giorno 30, e di conseguenza mancava tempo per organizzare la cerimonia della consacrazione e della dichiarazione del mese che non poteva essere eseguita in piena notte, allora il mese era considerato intercalare, cioè di 30 giorni anzichè 29.

    Forse la luna era apparsa il giorno 29, cioè prima del tramonto che definiva l'inizio del giorno 30?

    Chiarire questo discorso è importante perchè il frammento successivo, il 4Q321, oltre alle consuete date di calendari riporta anche le date di osservazione di alcuni eventi, che potrebbero essere la luna nuova e il plenilunio nel corso dell'anno. Questo potrebbe fornirci preziose indicazioni sulla validità dei calendari e delle ricostruzioni.

    Edited by Hard Rain - 25/4/2007, 10:36
     
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    QUOTE (Hard Rain @ 24/4/2007, 19:05)
    Quindi dal tramonto e per tutta la notte si osservava il cielo.

    Non per tutta la notte, ma solamente nel periodo del tramonto del Sole.

    QUOTE
    inziava il giorno dopo, cioè alle 18:00 del giorno 30.

    Dopo il tramonto, all'uscita delle stelle. In ebraico si usa un'espressione particolare che indica l'inizio del giorno che indica le prime luci, che sono le stelle di notte.

    QUOTE
    Notare che al novilunio la luna sorge con il sole e tramonta con il sole pertanto è visibile in pieno giorno. ...
    L'avvistamento dello spicchio della prima luna dopo il novilunio può avvenire quindi di giorno o al più poco dopo il tramonto del sole, ma non molte ore dopo cioè ad esempio in piena notte.

    Di giorno non è possibile vedere la Luna Nuova a causa dell'intensità della luce solare.
    Nella discussione sul calendario ebraico ho scritto un post sulle modalità di osservazione e santificazione del capomese riportando alcuni dati scientifici sui tempi di avvistamento.
    QUOTE
    Ma c'era un'ora precisa a partire dalla quale si dichiarava che aveva inizio il nuovo giorno, come oggi per convenzione si fissano le 18:00?

    Di quale convenzione parli? Non c'è nessuna convenzione, il giorno per gli ebrei comincia con l'uscita delle stelle e l'ora dipende dal periodo dell'anno, se il giorno è corto o lungo.

    QUOTE
    Poteva succedere che il primo spicchio della luna fosse avvistato per esempio nel pomeriggio del giorno 29, quando il nuovo giorno, il trentesimo, ancora doveva cominciare (iniziando al tramonto)? E come si procedeva in questi casi?
    Come si interpreta il passo del Rosh ha-shanah che legge:

    GEMARA. Abbiamo appreso da una boraita che R. Gamaliele disse ai sapienti: “Mi è stato tramandato dalla Casa di mio nonno (R. Gamaliele il vecchio) che qualche volta la luna nuova appare in ritardo e qualche volta in anticipo. R. Hyya vide ancora la vecchia luna il mattino del ventinovesimo giorno e gettò verso di lei delle zolle di terra, gridando: ‘Dovremmo consacrarti questa sera e tu appari adesso? Vai a nasconderti!’”.

    Alla fine del mese, prima dell'alba è possibile vedere l'ultimo spicchio della Luna Vecchia fino a più 16 ore prima del novilunio astronomico. Se, per esempio vediamo la luna vecchia all'alba, alle ore 6 de mattino, il novilunio astronomico avverrà dopo 16 ore circa, cioè 6+16=22 intorno alle 22 di notte. Pertanto la Luna Nuova sarà visibile come minimo solo dopo altre 16 ore, cioè 22+16=14 pomeriggio, quindi solo al tramonto del sole del giorno dopo sarà possibile vederla. Complessivamente dalla vecchia Luna fino alla Nuova passano come minimo 16+16= 32 ore. Pertanto se si è vista la luna vecchia all'alba del 29 esimo giorno non sarà possibile santificare il 30 esimo perchè non può essere vista alla stessa notte, dovrà passare ancora un giorno.
    Era importante che il mese di Elul che precede Tishrej sia di 29 giorni, come dice la stessa Ghemarà che dai tempi di Ezrà non si è visto Elul di 30 giorni.

    QUOTE
    Forse la luna era apparsa il giorno 29, cioè prima del tramonto che definiva l'inizio del giorno 30?

    Il periodo di osservazione è nei minuti intorno al tramonto del Sole e il tempo a disposizione era di circa mezzora. Dal tramonto del Sole fino all'uscita delle stelle (inizio della notte del giorno dopo) intercorre da circa 20 minuti a mezzora, dipende dalla stagione.

    Shalom
     
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  7. Hard Rain
     
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    La questione delle ore 18:00 era riportata in alcuni siti, cito ad esempio http://xoomer.alice.it/esongi/ebraico.htm Forse è una bufala che mi ha tratto in inganno.

    Quindi provo a ricapitolare. Supponiamo i giorni del mese numerati così: 1, 2, 3, ..., 27, 28, 29, 30 dove il 30 è eventuale.

    Nel tardo pomeriggio del giorno 29, quando si è prossimi al tramonto del sole, ci si metteva a scrutare il cielo per avvistare la luna nuova. Astronomicamente la luna nuova (istante di perfetto allineamento terra - luna - sole) si era verificata ore prima ma durante il periodo del novilunio astronomico qualche ora prima e qualche ora dopo di esso la luna è invisibile dalla terra. Inoltre essa sorge con il sole e tramonta con il sole così è possibile avvistarla in prossimità del tramonto, al massimo una mezz'ora dopo, non ad esempio a mezzanotte (infatti al primo quarto, la fase successiva al novilunio, la luna sorge a mezzogiorno e tramonta a mezzanotte). Ora, il tardo pomeriggio o tramonto del giorno 29 è essenzialmente l'inizio del giorno 30, anzi poichè l'avvistamento avviene poco dopo il tramonto possiamo dire che il giorno 30 è gia iniziato (se le stelle sono già apparse). Se lo spicchio della luna nuova viene osservato, allora viene decretato l'inizio del nuovo mese e quello appena terminato si conclude con 29 giorni. Altrimenti se non si vede nulla si dichiara che il mese corrente ha 30 giorni e la sera dopo, cioè la fine del giorno 30 e l'inizio del giorno 31 si deve avere per forza una osservazione lunare data la durata del mese sinodico. Il giorno 31 quindi ovviamente non esiste ma quello sarà il giorno 1 del nuovo mese. Giusto?

    Quindi tutto si decide a cavallo tra il giorno 29 e l'inizio del giorno 30. Mi sembra poi di aver letto un passo del Rosh ha-shanah in cui si afferma che se la luna era stata osservata all'inizio del giorno 30 ma per qualche motivo (es.: lentezza nell'esaminare i testimoni) il tribunale non aveva dichiarato prima della notte l'inizio del mese allora la dichiarazione non era valida e si doveva intercalare il mese. E' giusto oppure ho capito male io?

    Chiedo perdono per l'insistenza su concetti che abbiamo discusso ma per la mia mentalità "occidentale" non è semplice ragionare sul calendario lunare, mi servirebbe capire bene per evitare colossali fraintendimenti.

    Grazie e Shalom.
     
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  8. Stella Maris2
     
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    QUOTE
    364 gg. X 6 anni = 2.184 gg. = 24 famiglie sac. X 13 turni X 7 gg. = ciclo dei sei anni

    Premetto che non ho ancora letto tutti i tuoi post. Ho già i primi dubbi: non capisco la relazione fra i turni sacerdotali ed il calendario ebraico. Se alla fine dei turni l'anno non era ancora finito, che importa? Perchè le famiglie ed i turni dovrebbero combaciare con un ciclo di sei anni? Poniamo il caso che non combacino, quale problema si creerebbe?
    Il discorso dei 13 turni non mi è chiaro e su questo interpello Abramo, se gentilmente... Grazie.
     
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    I turni sono 24, una settimana per famiglia, finisce un turno di Shabbat e ne comincia un'altro di un'altra famiglia. Ogni famiglia è a sua volta divisa in bet avot e ad ogni giorno della settimana ci sono turni interni nella stessa famiglia. Nel Talmud è riportato che ogni famiglia presta servizio un minimo di due volte all'anno. E' chiaro che non importa completare l'anno, ne un qualunque ciclo di anni facendolo combaciare con i turni dei cohanim. Anche io facevo fatica a scorgerre la relazione, ma aspettavo che Hard Rain finisse di postare per chiederglielo e cercare di capire l'impostazione di questa teoria.

    Shalom
     
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  10. Hard Rain
     
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    Sarà tutto più chiaro quando la struttura calendariale sarà stata spiegata. Per ora una anticipazione la trovi nel link:

    https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Calendario.xls

    E' ancora provvisorio nel senso che lo sto sistemando sulla base delle vostre osservazioni/considerazioni.

    La questione delle famiglie sacerdotali nasce dalle tavole calendariali stesse. Nel tempio si alternavano nel servizio i sacerdoti di una determinata famiglia, che restava in carica sette giorni da domenica a sabato. Il sabato era un giorno speciale in quanto c'era il cambio della guardia tra una famiglia e la successiva. Questa suddivisione dei servizi al tempio viene fatta risalire dall'Antico Testamento addirittura al re Davide. In un mio post precedente sono citati i passi dell'A.T. e delle Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio in cui si parla di questo.

    Ora le tavole calendariali riportano come ho detto tre calendari diversi:

    1) il calendario solare di 364 gg./anno

    2) il calendario dei turni di servizio delle famiglie sacerdotali

    3) un'altro calendario che potrebbe essere quello lunare in vigore a Gerusalemme quando le tavole furono composte, prima di Cristo (vedi datazione delle tavole).

    Il ciclo dei sei anni salta fuori innanzitutto perchè le tavole riportano il calendario al massimo per sei anni. Questo vuol dire che dopo il sesto anno dobbiamo avere una struttura ciclica e il calendario si deve ripetere. Parlo qui del calendario solare, non dell'altro calendario quello che ho messo come incognita al punto 3 e che forse era quello ebraico di Gerusalemme. Infatti come ho scritto in capo a sei anni il calendario solare di 364 gg./anno conta esattamente 2.184 gg. che è pari al numero di giorni che ricoprono 24 famiglie sacerdotali in tredici turni da una settimana ciascuno. Questo significa che se il primo giorno del primo mese nel primo anno di ciclo coincide con il quarto giorno (mercoledì) della classe di Gamul, come affermano le tavole, allora il primo giorno del primo mese del settimo anno (dopo la conclusione del ciclo di sei) riprende ancora una volta esattamente con il quarto giorno di Gamul. E infatti puoi vedere nel file excel la ripetizione delle famiglie.

    Il problema è ora capire cosa sia il terzo calendario. Potrebbe essere quello lunare? Quello in vigore a Gerusalemme? Ovviamente vanno inseriti dei mesi intercalari per rapportarlo alla struttura ciclica dei sei anni. La cosa interessante è che proprio ogni tre anni (cioè al termine del terzo, sesto, ecc...) anno deve essere aggiunto un mese intercalare di Adar II per allineare i tre calendari tra loro e rispettare quanto è scritto sulle tavole calendariali. Una intercalazione ogni tre anni, come discutevo qualche giorno fa con Abramo, non è una assurdità dal momento che consente benissimo di evitare che la festa di Succoth cada nella stagione estiva, la Tekufah di Tammuz. Se vogliamo rispettare le regole talmudiche, effettivamente bisogna che almeno ogni tre anni intercaliamo un mese (di 29 o 30 gg.) all'anno ebraico per evitare che la festa di Succoth cada nel periodo sbagliato. Vedremo anche che nelle tavole calendariali sembrano essere registrati degli eventi astronomici che potrebbero essere i noviluni e i pleniluni. Ora dalla ricostruzione salta fuori che il terzo calendario registrato nelle tavole ha i mesi che corrispondono ai noviluni registrati ad es. in 4Q321. Ma questo lo vedremo meglio. Nota che la periodicità dei sei anni, ovviamente, non ha alcun senso in questo terzo calendario ma ha un significato solo nel primo, quello solare.

    Naturalmente va fatta una osservazione fondamentale. Noi non sappiamo se quelle registrazioni lunari fossero osservazioni o calcoli o cos'altro riguardassero. Forse i qumranici stavano tendando di costruire un algoritmo matematico per costruire un calendario o più calendari che consentissero di sapere sempre quale classe sacerdotale era di servizio, quando cadeva il novilunio e quindi l'inizio del mese ebraico ufficiale di Gerusalemme e che relazione c'era con il calendario solare. Forse cercavano solo di codificare i vari calendari che conoscevano con regole e/o tabelle matematiche, come avviene per l'attuale calendario ebraico.
     
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    QUOTE (Hard Rain @ 25/4/2007, 15:54)
    La questione delle ore 18:00 era riportata in alcuni siti, cito ad esempio http://xoomer.alice.it/esongi/ebraico.htm Forse è una bufala che mi ha tratto in inganno.

    Ho letto, si tratta di una convenzione stabilita dall'autore per facilitare i calcoli, lo dice fra le parentesi. Anche io ho usato la stessa convenzione se fai caso. Non che in Israel il giorno comincia alle 18.00, comincia con la notte, così vale per tutte le ricorrenze ebraiche da sempre.

    QUOTE
    Altrimenti se non si vede nulla si dichiara che il mese corrente ha 30 giorni e la sera dopo, cioè la fine del giorno 30 e l'inizio del giorno 31 si deve avere per forza una osservazione lunare data la durata del mese sinodico. Il giorno 31 quindi ovviamente non esiste ma quello sarà il giorno 1 del nuovo mese. Giusto?

    Giusto, ma per il 31 non è necessaria una testimonianza dell'avvistamento, questa vale solo per il 30 ed il Sanhedrin poteva respingerla se gli complicava i calcoli. Leggi quanto ho scritto a proposito nel thread sul calendario ebraico, mi pare di aver toccato ogni punto.

    QUOTE
    Quindi tutto si decide a cavallo tra il giorno 29 e l'inizio del giorno 30. Mi sembra poi di aver letto un passo del Rosh ha-shanah in cui si afferma che se la luna era stata osservata all'inizio del giorno 30 ma per qualche motivo (es.: lentezza nell'esaminare i testimoni) il tribunale non aveva dichiarato prima della notte l'inizio del mese allora la dichiarazione non era valida e si doveva intercalare il mese. E' giusto oppure ho capito male io?

    Si, in genere si, ma sempre se ciò non complichi i calcoli, per esempio una situazione simile non può verificarsi di Rosh haShannàh (capodanno) all'uscita di Elul perchè questo mese lo si fa durare sempre 29 giorni.

    QUOTE
    Chiedo perdono per l'insistenza su concetti che abbiamo discusso ma per la mia mentalità "occidentale" non è semplice ragionare sul calendario lunare, mi servirebbe capire bene per evitare colossali fraintendimenti.

    Non ti preoccupare anche noi abbiamo lo stesso problema, non è un argomento facile. Siamo tutti abituati a guardare sul calendario e a pochi importa come funziona.

    Shalom
     
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  12. Hard Rain
     
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    Vorrei chiedere il vostro parere su Sanhedrin, 11b che legge:

    I nostri Rabbi insegnavano: Un anno può essere intercalato per tre motivi: a causa dello stato di prematura maturazione delle coltivazioni dei cereali; o degli alberi da frutto; o a motivo del ritardo della Tekufah. Due di queste ragioni che si verifichino assieme possono giustificare l’intercalazione, ma non una soltanto di esse. Tutti, comunque, si rallegrano quando la causa del ritardo della maturazione dei cereali è una di esse. Rabban Simeon b. Gamaliel afferma: A motivo del [ritardo della] Tekufah. I dottori domandarono: Egli intendeva dire che ‘sulla base del [ritardo della] Tekufah’ [essendo questa una delle due ragioni], si rallegravano, oppure che il ritardo della Tekufah da solo era una ragione sufficiente per intercalare un anno? – Il quesito rimase senza risoluzione.

    Quale soluzione dareste voi al quesito di R. Simeon b. Gamaliel? L'intercalazione può avvenire solamente per prevenire il ritardo della Tekufah? Oppure si deve verificare almeno una delle altre due condizioni supplementari?

    Facciamo un po' di calcoli. Supponiamo di partire inizialmente con il calendario ebraico perfettamente in sintonia con il ciclo delle stagioni. Consideriamo un anno ebraico medio di 354 giorni, ad esempio con 6 mesi di 29 gg. e 6 mesi di 30 gg. In un ciclo stagionale si perdono evidentemente 11,25 giorni, cioè le stagioni dall'inizio del secondo anno inziano a ritardare di 11,25 giorni. Un arco di tempo simile probabilmente non fa una grossa differenza per la maturazione dei cereali e degli alberi, quindi mi viene da dire che dopo il primo anno non occorreva intercalare. Al termine del secondo anno, però, il divario tra anno stagionale di 365,25 gg. e anno lunare è salito a 22,5 giorni. Quindi all'inizio di Nisan, il primo mese del terzo anno, siamo arrivati 22,5 giorni prima del necessario. Un simile scarto di giorni inzia a farsi sentire per la maturazione dei cereali, diciamo che siamo al limite, potrebbero già essere maturi così come ancora acerbi. Non sono un esperto agronomo però in Italia dalle mie parti il frumento - ad esempio - è pronto per essere raccolto verso la fine di giugno, raccogliero all'inizio di giungo o peggio alla fine di maggio è certamente prematuro. Inoltre se non si intercala un mese aggiuntivo alla fine del secondo anno secondo me è molto probabile che Succoth del terzo anno cada in estate. Ma supponiamo per un istante che 22,5 giorni di scarto sulla maturazione dei cereali siano accettabili ugualmente per non intercalare l'anno, se tuttavia dai calcoli risulta che la festa di succoth dell'anno successivo cade in estate cosa si fa, si intercala oppure devono essere valide due condizioni come sembra dirci il precedente passo del Sanhedrin?

    Altra questione: io penso che se non si intercala alla fine del secondo anno (cioè ogni due anni) succoth viene a cadere nel terzo anno in estate. Arrivo a questa conclusione facendo partire il mese di Nisan grosso modo all'inizio dell'equinozio di primavera (non so se sia corretto partire da questo assunto). Ne segue che - contrariamente a quanto avevo forse detto in un prec. messaggio - mi sembra più ragionevole aggiungere 30 giorni all'anno ogni due anni e non ogni tre anni. Voi che dite? Era più probabile aggiungere un mese alla fine del secondo o del terzo anno? Oppure è difficile stendere una regola generale e si decideva di volta in volta? Per esempio, se seguo la regola di aggiungere sempre 30 giorni ogni due anni a un certo punto il calendario lunare risulta in ritardo dalle stagioni, no? Per esempio partendo da un perfetto allineamento, dopo 10 anni seguendo sempre la regola di aggiungere 30 gg. ogni due anni ottengo che il calendario lunare (intercalato in questo modo) ha contato 3690 gg. mentre per quanto riguarda le stagioni sono passati soltanto 3652,5 gg. ben 37,5 gg. in meno del dovuto.

    Le tavole calendariali qumraniche presentano una intercalazione del calendario lunare ogni tre anni, cioè al termine del terzo e del sesto anno, in modo da armonizzarlo con quello solare. Che ne pensate di una intercalazione ogni tre anni? Non si corre il rischio che, partendo da un perfetto allineamento con le stagioni nel primo anno, il terzo anno la festa di Succoth cada in estate? E' vero anche che in tal caso ci si potrebbe forse (si tratta di fare un po' di calcoli) ricollegare al punto di vista di R. Jose che in Sanh., folio 13, afferma in una polemica con R. Judah che solo una parte della festa di succoth doveva cadere in autunno, mentre una parte della festa poteva anche cadere d'estate senza problemi.



    Edited by Hard Rain - 26/4/2007, 21:18
     
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    QUOTE (Hard Rain @ 26/4/2007, 20:47)
    Vorrei chiedere il vostro parere su Sanhedrin, 11b che legge:

    I nostri Rabbi insegnavano: Un anno può essere intercalato per tre motivi: a causa dello stato di prematura maturazione delle coltivazioni dei cereali; o degli alberi da frutto; o a motivo del ritardo della Tekufah. Due di queste ragioni che si verifichino assieme possono giustificare l’intercalazione, ma non una soltanto di esse. Tutti, comunque, si rallegrano quando la causa del ritardo della maturazione dei cereali è una di esse. Rabban Simeon b. Gamaliel afferma: A motivo del [ritardo della] Tekufah. I dottori domandarono: Egli intendeva dire che ‘sulla base del [ritardo della] Tekufah’ [essendo questa una delle due ragioni], si rallegravano, oppure che il ritardo della Tekufah da solo era una ragione sufficiente per intercalare un anno? – Il quesito rimase senza risoluzione.

    Quale soluzione dareste voi al quesito di R. Simeon b. Gamaliel? L'intercalazione può avvenire solamente per prevenire il ritardo della Tekufah? Oppure si deve verificare almeno una delle altre due condizioni supplementari?

    Basta solo il ritardo dell'equinozio e la risposta sta in Rosh haShannàh 21a, nell'ultima discusione della pagina : "shalach le Rav Huna". Nel seguito è anche spiegato come identificare il giorno di Pesach tramite l'osservazione della Luna Piena.

    shalom

    QUOTE
    Che ne pensate di una intercalazione ogni tre anni? Non si corre il rischio che, partendo da un perfetto allineamento con le stagioni nel primo anno, il terzo anno la festa di Succoth cada in estate?

    Ma hai letto il mio sunto sul ciclo diciannovennale?
    In un ciclo di 19 anni abbiamo 12 anni normali e 7 anni embolismici. Gli embolismici cadono 5 volte ogni tre anni e due volte ogni due anni.

    Shalom
     
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  14. Hard Rain
     
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    Sì, avevo letto il tuo discorso sul ciclo dei 19 anni. Ho una domanda: si tratta del ciclo dell'attuale calendario ebraico (quello di Hillel II, chiamiamolo così anche se la paternità come hai fatto notare è oggetto di discussione)?

    Riprendo qui il post che avevi scritto:

    QUOTE
    Ci sono considerevoli differenze fra il calendario ed il sistema adottato dal Sinedrio pur trattandosi delle medesime regole.
    Il calendario ebraico ha un ciclo di 19 anni. Gli anni 3,6,8,11,14,17,19 sono embolismici e hanno il mese intercalare. Abbiamo dunque 7 anni di 13 mesi con l'intercalare II Adar e 12 anni di 12 mesi.
    Come narrato nel primo capitolo di Sahnedrin, l'aggiunta del mese intercalare era soggetto a tanti fattori e non permetteva un ciclo fisso. Un anno semplice poteva costituire di 353, 354 o 355 giorni, mentre un anno embolismico poteva essere di 383, 384 o 385 giorni. 10 mesi avevano durata fissa: 5 di 30 giorni, detti pieni e 5 di 29 giorni detti mancanti. I pieni sono: Tishrei, Shvat, Nissan, Sivan, Av. I mancanti: Tevet, Adar (solo quello che precede Nissan), Yar, Tammuz, Elul. I mesi di Chesvan e Kislev, quando sono entrambi pieni, danno luogo all'anno "completo"(shannah shlemàh), quando invece sono entrambi mancanti danno luogo all'anno "incompleto"(shannah chasserà). L'anno è invece detto "ordinario" quando Chesvan è mancante e Kislev pieno.
    Nell'anno embolismico il mese di I Adar è sempre pieno.
    Nel calendario fisso i mesi hanno durata fissa mentre nel sistema del Sinedrio, basato sull'osservazione astronomica i mesi possono avere durata diversa.

    ho corretto un errore: "12 anni di 12 mesi"

    Gli anni in qualche modo intercalati sono quelli detti embloismici, quindi deduco che si intercala alla fine del terzo anno. Ma si riesce ad essere coerenti con la festività di Succoth? Cioè: evidentemente si riesce, dal momento che viene fatto, ma mi piacerebbe sapere come. Quando inzia in un dato anno la stagione di Tammuz rispetto al mese di Tishri? Io avevo fatto un semplice calcolo partendo dalla stagione di primavera collocata all'inizio del mese di Nisan, questo mio assunto può essere corretto o la stagione di norma dovrebbe iniziare diversamente (i.e. fine mese o altro)? Se è così, con un anno medio che possiamo assumere pari a 354 giorni se non intercalato, risulterebbe che alla fine del secondo anno occorre aggiungere il mese intercalare altrimenti ci si ritroverebbe l'anno dopo, cioè il terzo, con la festa di Succoth che cade ancora in estate. Probabilmente al tempo del Sinedrio la regola si avvicinava di molto a quella attuale anche se veniva decisa di volta in volta, cioè si aggiungeva il mese intercalare non secondo scadenze fisse (cioè: non sempre ogni due anni oppure tre anni) ma ad intervalli variabili, cioè dopo due anni si aggiungeva il mese, quindi dopo tre, ecc..., grosso modo in una maniera che si avvicinava al metodo attuale. E' corretto allora dire che anche se il calendario attuale non è esattamente quello del secondo tempio comunque è costituito da una regola codificata che grosso modo si avvicina al metodo, forse più empirico, utilizzato all'epoca del secondo tempio?

    Edited by Abramo - 27/4/2007, 13:59
     
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    All'inizio del ciclo di 19 anni, l'equinozio di primavera cade al massimo una settimana prima del primo di Nissan. Solo in uno degli anni del ciclo fisso del calendario, la festa di succot viene a cadere a cavallo fra le due stagioni, ma ciò pur essendo ammesso dalla regola, ai tempi del Sinedrio si poteva evitare dato che non si seguiva un calendario fisso.
    L'anno comincia il primo di Tisrhei ed il mese intercalare viene e veniva posto fra Adar e Nissan. Non dunque alla fine del terzo anno, ma proprio nel cuore del terzo anno, poi del sesto etc.
    Considera però che gli anni, sia interalari che normali possono essere anche completi giocando sui mesi di Chesvan e Kislev e nel periodo del Sinedrio erano più lunghi cioè fino a 356 giorni e ciò permetteva di recuperare quando ciò era necessario.

    Shalom
     
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