Pesher Habakuk

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    עם ישראל חי

    Group
    Administrator
    Posts
    3,153
    Location
    Israel

    Status
    Offline
    Questa traduzione, fornita gentilmente da Hard Rain verrà discussa nella discussione:

    Commento ad Abacuc (1QpHab) - Qumran






    1Qpesher
    Abacuc (1QpHab)
    (
    1)







    Estratto da: Florentino Garcia Martinez,
    Testi di Qumran, traduzione italiana dai testi originali con note di Corrado
    Martone, PAIDEIA editrice, Brescia, 1996, pp. 328-340.
    Attenzione: documento per solo uso
    personale, ricopiato fedelmente dal testo originario del libro protetto da
    copyright.







    Col. I
    (
    2)







    1 [(Ab. 1,1-2) “Oracolo ricevuto in visione dal profeta
    Abacuc. Fino a quando, YHWH], chiederò aiuto senza che
    (
    3)
    2 [mi ascolti? Ti griderò: ‘Violenza!’ senza che mi salvi? L’interpretazione
    (
    4)
    di questo si riferisce all’ini]zio
    (
    5)
    della generazione 3 [ultima…] su di loro 4 [… gri]deranno
    (
    6)
    4 contro 5 [… (Ab. 1,3a) “Perché mi fai vedere crimini e mi mo]stri
    [fa]tica?”. vacat 6 [L’interpretazione …] di Dio, con oppressione e
    tradimento.
    (
    7)
    7 [… (Ab. 1,3bc) “mi poni di fronte violenza e distruzione e ci sono risse e
    sorgono contese”].
    (
    8)
    vacat 8 [L’interpretazione …] spoglie […] e risse 9 […dis]puta e
    pen[sa]no distruzione
    (
    9)
    10 […] (Ab. 1,4a) “Poiché la legge cade in disuso”. 11 [L’interpretazione…]
    che hanno ripudiato la legge di Dio. 12 [(Ab. 1,4bc) “E il diritto non esce
    vincitore, perché il malvagio circon]da il giusto”. vacat 13 [La sua
    interpretazione: il malvagio è il Sacerdote Empio
    (
    10),
    e il giusto] è il Maestro di Giustizia 14 [che … (Ab. 1,4d) “Per]ciò il
    diritto esce 15 [calpestato”. L’interpretazione …] e non […]







    Col. II
    (
    11)







    1 (Ab. 1,5) “lo si raccontasse”.
    (
    12)
    [L’interpretazione della citazione si riferisce a]i traditori che sono con
    l’Uomo di 2 Menzogna
    (
    13),
    dal momento che non [diedero ascolto alle parole del] Maestro di Giustizia
    dalla bocca di 3 Dio; e ai tradito[ri del patto] nuovo, dal momento che non 4
    credettero nel patto di Dio [e profanarono] il suo nome santo. 5 Allo stesso
    modo: vacat l’interpretazione della citazione [si riferisce ai
    tra]ditori nei giorni 6 ultimi. Essi saranno quelli che violano [il pat]to,
    che non crederanno 7 quando sentiranno tutto ciò che v[errà al]la generazione
    ultima dalla bocca del 8 sacerdote
    (
    14)
    che Dio ha posto in [mezzo alla comunità] per spiegare tutte 9 le parole dei
    suoi servi i profeti, [per] mezzo dei quali Dio ha annunciato 10 tutto ciò che
    avverrà al suo popolo
    (
    15)
    [Israele]. (Ab. 1,6) “Perché ecco che io mobiliterò 11 i caldei
    (
    16),
    popolo cru[dele e svel]to”. vacat 12 La sua interpretazione si
    riferisce ai kittim che sono rapidi e potenti 13 nella battaglia, per
    distruggere molti [a fil di spada] nel dominio dei 14 kittim; conquisteranno
    [molti paesi] e non crederanno 15 ai precetti di [Dio …]















    Col. III







    1 e avanzeranno nella pianura per distruggere e
    saccheggiare le città del paese. 2 Poiché questo è ciò che ha detto: (Ab. 1,6)
    “Per conquistare dimore altrui”. (Ab. 1,7) “E’ temibile 3 e terribile, da lui
    stesso proviene il suo diritto e il suo potere”. vacat 4
    L’interpretazione di questo si riferisce ai kittim, per la paura e il terrore
    che infondono a tutti 5 /i popoli;/ sono premeditate tutte le loro
    macchinazioni e con astuzia e perfidia 6 si comportano con tutti i popoli.
    (Ab. 1,8) “La sua cavalleria è più veloce delle pantere; essi sono più feroci
    7 dei lupi notturni. vacat I suoi cavalieri balzano e si lanciano da
    lontano. 8 Voleranno come l’aquila che scende in picchiata per divorare”. (Ab.
    1,9) “Tutti loro accorrono alla violenza; il fiato 9 delle loro bocche è come
    il vento dell’Est”
    (
    17).
    vacat La sua [inter]pretazione si riferisce ai kittim, che 10
    calcheranno la terra coi loro cavalli e i loro animali
    (
    18),
    11 e verranno da lontano, dalle isole del mare
    (
    19),
    per divorare tutti i popoli, come un’aquila, 12 insaziabili. Con rabbia [si
    riuniranno e con ar]dente collera e furibondo 13 viso parleranno a tutti [i
    popoli]. Poiché questo è ciò che 14 ha detto: (Ab. 1,9) “Il fia[to delle loro
    bocche è come il vento dell’Est. E raccolgono come sab]bia prigionieri”. 15
    [L’inter]pretazione di ciò […]







    Col. IV







    1 (Ab. 1,10a) “beffeggia [i re] e si burla dei capi”.
    vacat La sua interpretazione: che 2 ridicolizzano i potenti e
    disprezzano i nobili; re 3 e principi burlano e beffeggiano un grande popolo
    (
    20).
    (Ab. 1,10b) “Ed egli 4 se la ride di tutte le piazzeforti, ammucchia terra e
    le conquista”. 5 L’interpretazione di questo si riferisce ai capi dei kittim
    che disprezzano le 6 fortezze dei popoli e con alterigia ridono di esse, 7 le
    assediano con un grande esercito per conquistarle. E per terrore e paura 8
    esse si consegneranno nelle loro mani, ed essi le distruggeranno a causa
    dell’empietà dei loro abitanti. 9 (Ab. 1,11) “Allora cambiò il vento e passò.
    Egli fece della sua forza 10 il suo Dio”. vacat L’interpretazione di
    questo si riferisce ai capi dei kittim, 11 che per decisione della Casa della
    Col[pa] passeranno l’uno 12 davanti all’altro. [I loro] capi, uno dopo
    l’altro, verranno 13 per devastare la terra
    (
    21).
    (Ab. 1,11) “Egli [fece] della sua forza il suo Dio”. 14 La sua interpretazione
    […] ai popoli 15 […]



















    Col. V







    1 (Ab. 1,12b-13a) “Lo hai posto per giudicare; Roccia, lo
    hai stabilito affinché punisse. I tuoi occhi sono troppo puri 2 per guardare
    il male, non puoi contemplare l’oppressione”. vacat 3 Interpretazione
    della citazione: Dio non distruggerà il /suo/ popolo
    (
    22)
    per mano delle nazioni, 4 ma anzi, per mezzo dei suoi eletti
    (
    23)
    giudicherà Dio tutte le nazioni; 5 saranno dichiarati colpevoli tutti i
    malvagi del suo popolo per mezzo del castigo di quelli che osservarono i suoi
    precetti 6 nella loro afflizione. Poiché questo è ciò che ha detto: (Ab.
    1,13a) “I tuoi occhi sono troppo puri per guardare 7 il male”. vacat La
    sua interpretazione: che i loro occhi non li hanno trascinati nella lussuria
    nell’epoca della 8 empietà. (Ab. 1,13b) “Perché state a guardare
    (
    24),
    traditori, e taci mentre distrugge 9 un empio uno più giusto di lui?”
    (
    25)
    vacat La sua interpretazione si riferisce alla Casa di Assalonne
    (
    26)10
    e ai membri del loro consiglio che tacquero nel rimprovero del Maestro di
    Giustizia 11 e non lo aiutarono contro l’Uomo di Menzogna, vacat che
    rifiutò 12 la legge in mezzo a tutta la loro comuni[tà]. (Ab. 1,14-16) “Tratti
    gli uomini come pesci del mare, 13 come rettili, per dominarli. Tutti [loro]
    li tira fuori [con l’a]mo, li prende nella rete 14 e li raccoglie nella [sua
    rete. Perciò offre sacri]fici alla sua rete; perciò gioisce 15 [e si rallegra
    e brucia incenso alla sua rete; poiché per essi] è pingue la sua parte 16 [e
    il suo pasto sostanzioso …”]







    Col. VI







    1 dei kittim, e ammassarono la loro fortuna con tutti i
    loro saccheggi 2 come i pesci del mare. E quando dice: (Ab. 1,16a) “Perciò
    offre sacrifici alla sua rete 3 e brucia incenso alla sua rete”. vacat
    La sua interpretazione: che essi 4 offrono sacrifici alle loro insegne e le
    loro armi sono 5 l’oggetto del loro culto
    (
    27).
    (Ab. 1,16b) “Poiché per essi è pingue la sua parte e il suo pasto
    sostanzioso”. 6 La sua interpretazione: che essi hanno diviso il loro giogo e
    7 la loro tassazione
    (
    28),
    che è il loro cibo, fra tutti i popoli, anno dopo anno, 8 radendo al suolo
    molti paesi. (Ab. 1,17) “Perciò sguaina sempre la sua spada 9 per uccidere
    popoli senza pietà”. vacat 10 La sua interpretazione si riferisce ai
    kittim, che faranno perire molti a fil di spada, 11 giovani, adulti e vecchi,
    donne e bambini; neppure dei frutti del 12 ventre hanno pietà
    (
    29).
    (Ab. 2,1-2). “Starò fermo al mio posto di guardia, 13 mi stabilirò nella mia
    fortezza, a vedere cosa mi dice, 14 che cosa [risponde] alla mia accusa. Il
    Signore mi rispose 15 [e mi disse: Scrivi la visione, incidila] su tavolette
    perché corra 16 [chi la legge …”]







    Col. VII







    1 E disse Dio /ad/ Abacuc che scrivesse ciò che doveva
    succedere 2 alla generazione ultima, ma la fine dell’epoca non gliela fece
    conoscere
    (
    30).
    3 vacat E quando dice: (Ab. 2,2) “Perché /corra/ chi lo legge”. 4 La
    sua interpretazione si riferisce al Maestro di Giustizia, a cui ha fatto
    conoscere Dio 5 tutti i misteri della parole dei suoi servi i profeti. (Ab.
    2,3) “Poiché la visione ha 6 un termine, avrà fine e non sbaglierà”.
    vacat 7 La sua interpretazione: che si procrastinerà il periodo ultimo
    e oltrepasserà tutto ciò che 8 dicono i profeti, perché i misteri di Dio sono
    meravigliosi. 9 (Ab. 2,3b) “Anche se tarda, aspettala; chè certamente deve
    giungere e non 10 ritarderà”. vacat L’interpretazione si riferisce agli
    uomini della verità
    (
    31),
    11 coloro che praticano la legge
    (
    32),
    le cui mani non abbandoneranno il servizio 12 della verità prolungandosi su di
    loro il periodo ultimo, perché 13 tutti i periodi di Dio giungeranno al
    momento giusto, come decise 14 per loro nei misteri della sua saggezza. (Ab.
    2,4) “Ecco che si eleva, non si sottomette” 15 [la sua anima in lui”]
    vacat La sua interpretazione: che raddoppieranno su di loro 16
    [l’oppressione e non troveranno clemenza] nell’essere giudicati.
    vacat







    Col. VIII







    1 La sua interpretazione si riferisce a tutti quelli che
    compiono la legge nella Casa di Giuda, i quali 2 libererà Dio dalla punizione
    grazie alle loro fatiche
    (
    33)
    e alla loro fede 3 nel Maestro di Giustizia. (Ab. 2,5-6) “Certamente la
    ricchezza pervertirà l’uomo presuntuoso, non 4 starà in pace chi allarga le
    sue fauci come l’abisso ed è insaziabile come la morte. 5 Tutte le nazioni si
    uniscono contro di lui, tutti i popoli si alleano contro di lui. 6 Forse che
    non intoneranno strofe contro di lui, interpretando indovinelli a suo
    svantaggio? 7 Diranno: Guai a quello che accumula beni altrui! Fino a quando
    si caricherà 8 di debiti?”. vacat La sua interpretazione si riferisce
    al Sacerdote Empio
    (
    34),
    che 9 fu ritenuto degno di fede all’inizio del suo ufficio. Ma quando dominò
    10 su Israele si inorgoglì il suo cuore, abbandonò Dio e tradì le leggi a
    causa delle 11 ricchezze. E rubò e accumulò le ricchezze degli uomini violenti
    (
    35)
    che si erano ribellati contro Dio. 12 E prese le ricchezze pubbliche,
    aggiungendo su di sé un peccato grave. 13 E commise atti abominevoli in ogni
    sorta di impurità immonda. (Ab. 2,7-8) “Forse non sorgeranno all’improvviso 14
    i tuoi creditori e non si sveglieranno quelli che ti scuotono? Tu sarai la
    loro preda. 15 Poiché hai saccheggiato tante nazioni, gli altri popoli ti
    saccheggeranno”. 16 vacat L’interpretazione della citazione si
    riferisce al sacerdote che si ribellò
    (
    36)
    17 […] i precetti di [Dio …]







    Col. IX







    1 essendo afflitto coi castighi dell’iniquità, gli orrori
    di infermità 2 spaventose causarono a lui; così come atti di vendetta nel suo
    corpo di carne
    (
    37).
    E quando 3 dice: (Ab. 2,8a) “Poiché hai saccheggiato tante nazioni, ti
    saccheggeranno 4 gli altri popoli”. vacat La sua interpretazione si
    riferisce ai sacerdoti di Gerusalemme 5 ultimi
    (
    38)
    che ammasseranno ricchezza e bottino dal saccheggio dei popoli. 6 Ma nei
    giorni ultimi, la loro ricchezza e il loro saccheggio cadranno in mano 7
    dell’esercito dei kittim. vacat Poiché essi sono (Ab. 2,8a) “il più
    potente dei popoli”. 8 (Ab. 2,8b) “Per il sangue umano [versato] e la violenza
    fatta al paese, alla città e a tutti i suoi /abitanti”./ vacat 9 La sua
    interpretazione si riferisce al Sacerdote Empio, dal momento che, per
    l’iniquità contro il Maestro di 10 Giustizia e i membri del suo consiglio, lo
    consegnò Dio nelle mani dei suoi nemici per umiliarlo 11 con un castigo, per
    annientarlo con l’amarezza dell’anima per avere agito empiamente 12 contro i
    suoi eletti
    (
    39).
    (Ab. 2,9-11) “Guai a chi mette in casa guadagni ingiusti, ponendo 13 in alto
    il suo nido per liberarsi dal potere del male! Hai progettato l’ingiuria 14
    alla tua casa, distruggendo molte nazioni e peccando contro la tua anima.
    Perché 15 le pietre delle pareti grideranno e risponderanno le travi di
    legno”. 16 [L’interpretazione della citazio]ne si riferisce al [sacerdote] che
    […]















    Col. X







    1 perché sia la sua pietra per l’oppressione, e la trave
    del suo legno per la rapina. E quando 2 dice: (Ab. 2,10) “Distruggendo molte
    nazioni e peccando contro la tua anima”. vacat 3 La sua
    interpretazione: è la casa del giudizio
    (
    40),
    poiché Dio darà 4 il suo giudizio in mezzo a molte nazioni e da lì le condurrà
    al castigo. 5 E in mezzo a loro lo dichiarerà colpevole e lo punirà con fuoco
    di zolfo. (Ab. 2,12-13). “Guai 6 a chi costruisce col sangue una città, e
    fonda una città sul crimine! Forse non 7 proviene ciò dal Dio degli eserciti?
    Si consumano i popoli per il fuoco 8 e le nazioni si affaticano invano”.
    vacat 9 L’interpretazione della citazione si riferisce al Profeta di
    Menzogna
    (
    41),
    che ha sviato molti 10 costruendo una città di vanità con sangue e innalzando
    una comunità con inganni 11 per la sua propria gloria consumando molti con
    inutili lavori e facendo concepire 12 opere di menzogna, perché siano inutili
    le loro fatiche e vadano 13 alla punizione del fuoco
    (
    42)
    quelli che beffeggiarono e oltraggiarono gli eletti di Dio. 14 (Ab. 2,14)
    “Perché si riempirà la terra della conoscenza della gloria di Dio, come le
    acque 15 colmano il mare”. vacat Interpretazione della citazione: [che]
    16 al loro ritorno […]







    Col. XI







    1 la menzogna. Dopo gli sarà rivelata la conoscenza,
    abbondante come le acque 2 del mare
    (
    43).
    (Ab. 2,15) “Guai a chi fa bere il suo prossimo, a chi rovescia 3 il suo
    furore! E lo ubriaca pure per guardare le sue feste!”. 4 vacat La sua
    interpretazione si riferisce al Sacerdote Empio, che 5 ha perseguitato il
    Maestro di Giustizia per divorarlo con il furore 6 della sua ira nel luogo del
    suo esilio, nel tempo della festa, nel riposo 7 del giorno delle Espiazioni.
    Si presentò davanti a loro per divorarli 8 e farli cadere nel giorno del
    digiuno, il sabato del loro riposo
    (
    44).
    (Ab. 2,16) “Sei più sazio 9 di vergogne che di onori. Bevi anche tu e
    barcolla! 10 la coppa della destra del Signore si volge contro di te, e
    l’obbrobrio 11 sulla tua gloria”. vacat 12 La sua interpretazione si
    riferisce al sacerdote la cui ignominia ha superato la sua gloria, 13 perché
    non ha circonciso il prepuzio del suo cuore, e ha proceduto per vie di 14
    ubriachezza
    (
    45)
    per calmare la sua sete; ma la coppa del furore di 15 Dio lo inghiottirà,
    accumulando [su di lui il suo obbrobrio]. E il dolore







    Col. XII







    1 (Ab. 2,17) “ti terrorizzerà, a causa del sangue umano e
    della violenza (contro) il paese, la città e tutti i suoi abitanti”. 2
    L’interpretazione della citazione si riferisce al Sacerdote Empio, per
    pagargli la 3 ricompensa per ciò che fece ai poveri
    (
    46).
    Poiché: il Libano è 4 il Consiglio della Comunità
    (
    47),
    e gli Animali sono i semplici di Giuda, quelli che praticano 5 la legge.
    Costui lo condannerà Dio alla distruzione, vacat 6 proprio come lui
    progettò di distruggere i poveri. E quando dice: (Ab. 2,17) “A causa del
    sangue 7 della città e della violenza (contro): il paese”. La sua
    interpretazione: la città è Gerusalemme, 8 poiché in essa il Sacerdote /Empio/
    commise azioni abominevoli e profanò 9 il santuario di Dio
    (
    48).
    La violenza (contro) il paese sono le città di Giuda, che 10 egli ha spogliato
    dei beni dei poveri. (Ab. 2,18) “A cosa serve la scultura, che l’artefice la
    scolpisca, 11 l’immagine fusa e l’oracolo ingannevole, perché il suo artefice
    si fidi di loro 12 per fare idoli muti?” L’interpretazione della citazione si
    riferisce a tutti gli 13 idoli delle nazioni che fecero per servirli e
    prosternarsi 14 davanti a loro. Ma essi non li salveranno nel giorno del
    giudizio
    (
    49).
    (Ab. 2,19) “Guai 15 a quello che [dice al le]gno: Destati, e a una pietra
    muta: [Svegliati]!”.







    Col. XIII
    (
    50)







    1 (Ab. 2,20) “Silenzio, in sua presenza, mondo intero!”. La
    sua interpretazione si riferisce a tutte le nazioni 2 che servono la pietra e
    il legno. Ma nel giorno 3 del giudizio sterminerà Dio tutti gli adoratori
    degli idoli 4 e tutti gli empi dalla terra”. vacat




    1
    Testo databile paleograficamente alla fine del I sec. a.C. Si tratta del più
    lungo e meglio conservato tra i pesharim a noi pervenuti. Consta di
    13 colonne che commentano i primi due capitoli del libro di Abacuc, mentre
    si può affermare con certezza che il terzo non era commentato poiché
    l’ultima colonna del testo termina con un ampio spazio bianco, a significare
    la fine dell’opera.





    2
    La prima e la seconda colonna, contrariamente alle altre, abbastanza ben
    conservate, offrono un testo molto lacunoso e, là dove non si tratti di
    citazioni del testo biblico, parecchio difficile da integrare. Nonostante la
    frammentarietà, si può comunque affermare con un discreto margine di
    certezza che questa prima colonna doveva effettivamente rappresentare
    l’inizio dell’opera: sono infatti ben visibili alla fine della prima linea
    le ultime lettere della citazione di Ab. 1,1. Per quanto possibile, è
    altamente improbabile che un’eventuale colonna precedente contenesse per
    intero un’introduzione al pesher.





    3
    Senza che: come spesso a Qumran, troviamo qui un esempio di
    scriptio plena: il nostro testo, infatti, tramanda wlw’,
    mentre il T.M. ha wl’.
    La forma viene spiegata da Qimron
    (The Hebrew of the Dead Sea Scrolls, Atlanta, 1986, 22) “as a means
    to indicate the sound o (or i/e) since alef and
    he generally indicate other vowels”. Cfr.,
    contra, Kutscher (The Language and Linguistic Background of the
    Isaiah Scroll [1QIs a]
    , Leiden, 1974, 20-22) che spiega la scriptio
    plena
    come un tentative di salvaguardare la pronuncia ebraica di fronte
    alla pronuncia aramaica l’.





    4
    Come risulta dalle ultime poche lettere della linea, doveva essere qui
    citato il testo di Ab. 1,1. “Interpretazione”: pseher: cfr. la nota
    introduttiva ai pesharim. Più in particolare sul metodo esegetico di
    1QpHab cfr. H.W. Basser, Pesher Hadavar: The Truth of the Matter, RQ
    13 (1988) 388-405.





    5
    Ini]zio: nel ms. sono chiaramente visibili solo un lamed e un
    taw; la nostra traduzione presuppone thlt “inizio”, e integra
    il principio della l. 3 con l’attributo “ultima” riferito a “generazione”.
    L’”ultima generazione” è quella che, nell’ottica escatologica qumranica,
    avrebbe vissuto la punizione dei “traditori” (cfr. CD 1,12), e il riscatto
    dei giusti nel tempo finale, ritenuto ormai prossimo, del riscatto
    messianico; quando cioè si sarebbero compiute le parole dei profeti secondo
    l’esatta interpretazione del Maestro di Giustizia. Cfr. anche II,7 e
    VII,1.





    6
    Gri]deranno: è possibile integrare il testo sia con il pf. Che con
    l’impf. dei verbi z‘q e s‘q. Quest’ultimo verbo è forse più
    probabile data la tendenza del pesher a interpretare il testo biblico
    per mezzo di sinonimi, cfr. ad es. 1QpHab I,6.





    7
    Tradimento: ebr. m‘l: il termine viene usato per commentare
    ‘ml (“fatica”, “travaglio”) del testo biblico. In questo caso
    l’interpretazione si basa sull’uso di una parola formata dalle stesse
    consonanti di quella alla quale viene fatto riferimento nel testo
    biblico.





    8
    Mi poni… contese: l’integrazione della l. 5 con Ab. 1,3a e della l. 7
    con Ab. 1,3bc è quella che meglio rispetta l’ampiezza delle lacune.





    9
    E pen[sa]no distruzione: la traduzione è basata sulla ricostruzione
    del testo proposta da K. Elliger, Studien zum Habakuk-Kommentar vom Toten
    Meer
    , Tubingen 1953, ad loc.: wh[sb]wn hw’h che fa
    derivare hw’h da hwwh con alef mater lectionis.





    10
    Poiché alla fine della linea è ben leggibile l’espressione “è il Maestro di
    Giustizia”, è ragionevole supporre che l’autore del nostro testo abbia
    riferito “il giusto” del testo di Abacuc al Maestro di Giustizia e, di
    contro, “il malvagio” al Sacerdote Empio. Sul Sacerdote Empio cfr. 1QpHab
    VIII,8.16; IX,9; XI,4.12; XII,2. Il Maestro di Giustizia (sulla resa
    dell’espressione mwrh hsdq cfr. J. Carmignac, Notes sur le
    Pesharim
    : RQ 3 [1961], 505-538, in particolare alle pp. 529-533) è
    figura centrale della comunità di Qumran; la sua figura può essere, in base
    ai testi, così ricostruita: egli non fu il fondatore della comunità (cfr. CD
    I,9-11; 4QpIs d 2) ma fu colui che “la organizzò” (cfr. 4QPs 37 11,16);
    lottò contro una setta rivale (cfr. 4QpIs b II,6-7.10; 4QpIs c 10-14.19-20;
    4QpOs b II,2-6; 1QpHab II,1-4; V,11-12); subì persecuzioni da parte del
    Sacerdote Empio (cfr. 1QpHab IX,9-12; XI,4-8). Egli inoltre ebbe, in seno
    alla setta, la funzione di interpretare le parole profetiche (cfr. 1QpHab
    II,8-9). La maggior parte degli studiosi considera impossibile
    l’identificazione del Maestro di Giustizia con qualche personaggio noto da
    altre fonti (cfr. Garcia Martinez, Qumran Origins and Early History: A
    Groningen Hypothesis
    , FO 25 [1988] 120) e isolata resta la posizione di
    J. Carmignac (cfr. RQ 10 [1980] 235-246) che, riprendendo un suggerimento di
    W.H. Bwonlee (BASOR, 126 [1952] 10-20) ha proposto l’identificazione del
    Maestro di Giustizia con Giuda l’Esseno (cfr. Flavio Giuseppe, Bell.,
    1,3,5; Ant., 13,11,2).





    11
    E’ anch’essa, come la Col. I, molto danneggiata: presenta una vasta lacuna
    centrale che riguarda tutte le linee. Viene qui citato e commentato il testo
    di Ab. 1,5-6.





    12
    Lo si raccontasse: ebr. yswpr = T.M. yspr. Si tratta
    della parte finale di Ab. 1,5 che doveva essere citato nelle ultime linee
    della col. Precedente e che recita: “Ciò che (Dio) farà durante la vostra
    vita non lo credereste neanche se lo si raccontasse”. Versetto che il nostro
    commentatore interpreta come riferito a coloro i quali non hanno creduto (ed
    è interessante notare che viene usato lo stesso verbo, ’mn, usato nel
    testo biblico) e che hanno tradito il “nuovo patto” della setta. Inizia qui
    una lunga pericope, che si conclude alla l. 10, riguardante i “traditori”.
    Essi vengono nominati anche alle ll. 3 e 5; si tratta di capire se il
    commentatore abbia inteso in questi tre passi parlare di un unico gruppo
    (cfr. K. Elliger, Studien zum Habakuk-Kommentar vom Totem Meer,
    Tubingen 1953, 170 s.) o se piuttosto non sia riferito a tre diversi gruppi
    distinti cronologicamente (cfr. A. Dupont-Sommer, Le Commentaire
    d’Habacuc decouvert pres de la Mer Morte
    : RHR 137 [1950] 153; L.H.
    Silbermann, Unriddling the Riddle, a Study in the Structure and Language
    of the Habakkuk Pesher
    : RQ 3 [1961] 336) ovvero secondo le rispettive
    colpe (cfr. G. Jeremias, Der Lehrer der Gerechtigkeit, Gottingen
    1963, 80 ss.; W.H. Brownlee, The Midrash Pesher of Habakkuk, Missoula
    1979, 54, s.), ipotesi, quest’ultima, che appare la più probabile in quanto
    trova sostegno in CD 19,32-20,13 dove vengono distinti tre diversi gruppi di
    persone che alla fine dei tempi non saranno salvate.





    13
    L’Uomo di Menzogna (il titolo deriva probabilmente da Prov.
    19,22; cfr. anche CD XX,15) pare essere il leader di una setta rivale
    a quella del Maestro di Giustizia. Secondo la recente “ipotesi di Groningen”
    (cfr. Garcia Martinez, art. cit., e Id. – A.S. van der Woude, A
    ‘Groningen’ Hypothesis of Qumran Origins and Early History
    : RQ 13 [1988]
    521-541) la setta di cui era a capo l’Uomo di Menzogna sarebbe quella degli
    esseni da cui i qumraniani, seguaci del Maestro di Giustizia, si sarebbero
    scissi. Chi invece assimila esseni e qumraniani tende, seppure
    dubbiosamente, a identificare l’Uomo di Menzogna con un leader dei
    Farisei (cfr. J. Carmignac, Les textes de Qumran, Paris 1961,
    95).





    14
    Questo “sacerdote” è il Maestro di Giustizia, del quale viene qui messa in
    evidenza la funzione di interprete della parola profetica:; cfr. sotto,
    VII,4-5.





    15
    Il suo popolo è il popolo di Dio, il verus Israel, quindi,
    nell’ottica qumranica, gli stessi componenti la setta, coloro che hanno
    ascoltato le parole del Maestro di Giustizia.





    16
    I “caldei” del testo biblico vengono interpretati nel pesher come
    “kittim”, termine biblico che indicava originariamente (cfr. Gen. 10,4) gli
    abitanti di Cipro. A Qumran il termine indica sia i nemici generici (cfr.
    1QM), sia, ed è il caso del nostro pesher, un ben determinato popolo
    che all’epoca dell’autore deteneva il potere in Palestina. Attualmente
    vengono di solito identificati con i romani (cfr. Geza Veremes, The Dead
    Sea Scrolls in English
    , Sheffield 1987, 29).





    17
    Il fiato… Est: la frase è una delle cruces del testo di
    Abacuc; essa suona, nel pesher, così: mgmt pny hm qdym, e
    presenta, rispetto al T.M., la variante qdym (“il vento dell’Est”,
    cfr. Gen. 41,6; Os. 12,2) per qdymh (“verso Est”). Il problema
    principale è costituito dal termine mgmt, hapax di incerto
    significato. La nostra traduzione si riallaccia all’interpretazione data da
    Rashi al passo (cfr. L. Silbermann, Unriddling the Riddle, a Study
    in the Structure and Language of the Habakkuk Pesher
    : RQ 3 [1961]
    339).





    18
    E Stauffer (ThLZ 76 [1951] 667-674) intende questi “animali” come elefanti e
    identifica quindi i kittim con i Seleucidi (cfr. 1 Macc. 6,30-46; 8,6; 2
    Macc. 11,4; 13,2.15), più economico parrebbe intenderli come semplici bestie
    da soma (cfr. ad es.
    K. Elliger, Studiem zum
    Habakuk-Kommentar vom Toten Meer
    , Tubingen 1953, 264-265).





    19
    I kittim provengono dal mare, ciò che ne rende verosimile l’identificazione
    coi romani. E. Stauffer (art. cit., 667ss.) propone l’identificazione
    dei kittim con i Seleucidi sulla base di 1 Macc. 6,29, dove si dice che
    Antioco V (164-161 a.C.) arruolò mercenari “dalle isole del mare”. Risulta
    difficile capire, però, per quale motivo l’autore del pesher avrebbe
    identificato l’intero esercito con questi mercenari (cfr. J. Carmignac,
    Les Textes, 99).





    20
    Secondo L.H. Silbermann, Unridding the Ridde, a Study in the Structure
    and Language of the Habakkuk Pesher
    , RQ 3 (1961) 340, questo brano
    sarebbe “a perfect bi-cola with chiastic parallelism and could be a
    quotation from some as yet unknown source”.





    21
    L’autore del pesher sottolinea il continuo avvicendarsi dei capi dei
    kittim, ciò che si può adattare sia al susseguirsi dei magistrati romani,
    sia all’instabilità politica dei Seleucidi. Il fatto però che si parli di
    una “Casa Colpevole” che decide tali avvicendamenti fa pensare al senato
    romano, mentre in ambito seleucide questa espressione non trova una
    spiegazione soddisfacente.





    22
    Il popolo di Dio pare qui essere l’intero giudaismo dell’epoca dell’autore,
    cui vengono contrapposti gli “eletti”, cioè la setta di Qumran, che, su
    delega divina, eseguirà il giudizia sia contro i non ebrei (“le nazioni”),
    sia contro gli “empi” del suo popolo, cioè contro quegli ebrei che non hanno
    seguito gli insegnamenti del Maestro di Giustizia; pare che qui si alluda
    alla guerra escatologica (cfr. 1QM 1,2).





    23
    I suoi eletti: l’ortografia qumranica non consente, in questo caso,
    una scelta sicura tra la forma singolare e quella plurale, che viene qui
    preferita sulla base di IX,13 dove i componenti la setta vengono definiti,
    senza possibilità di dubbio, “gli eletti di Dio”. Per le ragioni più sopra
    esposte, non ci pare da condividere la tesi del Carmignac (Les
    Textes
    , 101) secondo cui l’espressione equivarrebbe a “il suo popolo”
    della l.4.





    24
    State a guardare: il pesher trasforma l’appello a Dio (“perché
    stai a guardare?”) del T.M. in un’accusa contro i traditori della
    “Casa di Assalonne” che non sono intervenuti in difesa del Maestro di
    Giustizia (cfr. sotto, ll, 9-12). Parrebbe di trovarsi di fronte a un
    commento interno al testo stesso operato per mezzo dell’inserzione di una
    variante.





    25
    L’empio che, nel testo di Abacuc, ha la meglio sul giusto è,
    nell’interpretazione del pesher, l’Uomo di Menzogna (cfr. II,2-3 e
    commento). Egli, col tacito e colpevole assenso della “Casa d’Assalonne”,
    attaccò il Maestro di Giustizia rifiutando la sua interpretazione della
    legge.





    26
    Casa d’Assalonne: data l’abbondanza, nel nostro testo, di riferimenti
    criptici, ci pare da escludere l’identificazione di questo Assalonne col
    figlio di Giovanni Arcano di cui parla Flavio Giuseppe (cfr. Bell.
    1,4; Ant. 13,12; 14,4). Il riferimento sarà piuttosto al figlio
    ribelle di Davide (cfr. 2 Sam. 15,1-12) e servirà a sottolineare l’infedeltà
    di un partito avverso alla setta. Secondo F. Garcia Martinez (art.
    cit., 125) è registrato in questo passo il momento dello scisma tra
    gli esseni (la “Casa d’Assalonne”) e quella che sarà la setta di Qumran, il
    gruppo, cioè, di coloro che restarono fedeli al Maestro di Giustizia.





    27
    Il fatto che i kittim offrano sacrifici alle loro insegne depone decisamente
    a favore della loro identificazione con i romani, cfr. ad es. Flavio
    Giuseppe, Bell., 6, 316.





    28
    Anche la tassazione annuale è un argomento a favore di chi sostiene
    l’identificazione dei kittim con i romani, cfr. Flavio Giuseppe,
    Ant., 14,77 ss.





    29
    Neppure… pietà, cfr. Is. 13,18.





    30
    L’interpretazione della parola profetica operata dal Maestro di Giustizia,
    va oltre la comprensione che i profeti stessi ebbero di ciò che dicevano,
    perché Dio non rivelò ad Abacuc la fine dell’epoca, ma solo il Maestro di
    Giustizia “correrà” (cioè leggerà agevolmente) nelle parole profetiche, dal
    momento che Dio gli ha rivelato i misteri in esse contenuti. Sulle radici
    apocalittiche di una tale concezione dell’interpretazione della profezia
    cfr. J. Blenklinsopp, Interpretation and Tendency to Sectarianism: An
    Aspect of Second Temple History
    , in E.P. Sanders (editor), Jewish and
    Christian Self-Definition
    II, London, 1981, 1-26. E’ evidente che la
    convinzione del Maestro di Giustizia di possedere la chiave dei misteri
    della Scrittura comporta una frattura col resto del giudaismo, di qui il
    ritiro suo e dei suoi seguaci nel deserto.





    31
    Gli “uomini della verità” sono i componenti la setta di Qumran che hanno
    seguito la veritiera interpretazione delle Scritture data dal Maestro di
    Giustizia.





    32
    Coloro che praticano la legge: cfr. VIII,1; XII,4-5; cfr. anche CD
    VI,14; VIII,7. La formula designa ancora una volta la setta di Qumran, ed è
    possibile intravedere in essa un’intenzione polemica contro gli altri ebrei,
    accusati di non mettere in pratica gli insegnamenti della legge, cfr. anche
    Mt. 23,3.





    33
    I settari di Qumran si salveranno nel giudizio finale non solo grazie alla
    loro fede nel Maestro di Giustizia, ma anche grazie alle loro sofferenze,
    cioè alle persecuzioni subite da parte dei loro nemici, cfr. IX,11-12;
    XI,4-8; cfr. anche 1 Enoc 29,6 testo che evidenzia il complesso intreccio
    tra fede, elezione e giustizia nel giudaismo contemporaneo al nostro
    pesher. Sul valore della sofferenza nell’ideologia qumranica, cfr.
    1QH IV,37 e J. Carmignac, La teologie de la souffrance dans les Hymnes de
    Qumran
    , RQ 3, 1961, 365-386.





    34
    Il Sacerdote Empio è, insieme all’Uomo di Menzogna, il principale
    antagonista del Maestro di Giustizia. Le due figure vanno, a nostro parere,
    tenute nettamente distinte (cfr., contra, G. Vermes, The Dead Sea
    Scrolls in English
    , Sheffield, 1987, 30) dal momento che con l’Uomo di
    Menzogna il Matesro di Giustizia pare avere avuto una sorta di disputa
    teologica (cfr. V, 11-12), mentre il Sacerdote Empio sottopose il Maestro di
    Giustizia a una vera e propria persecuzione (cfr. IX,11-12; XI,4-8). Poiché
    del Sacerdote Empio si dice che dominò su Israele (VIII,9-10) e che profanò
    il santuario di Gerusalemme, egli fu sicuramente sommo sacerdote di
    Gerusalemme. Il problema è capire quale, tra i sommi sacerdoti a noi noti da
    altre fonti, può essere identificato col Sacerdote Empio del nostro
    pesher. Molte sono state ovviamente le identificazioni proposte (cfr.
    M. Delcor – F. Garcia Martinez, Introduccion a la literatura Esenia de
    Qumran
    , Madrid, 1982, 47 ss.) ma nessuna riesce a far coincidere
    tutti i dati del pesher con un unico personaggio.
    Partendo da questa considerazione, A.S. van der Woude, Wicked
    Priest or Wicked Priests?
    Reflections on the Identification of the
    Wicked Priest in the Habakkuk Commentary
    , JJS, 32, 1982, 349-359, ha
    ripreso e perfezionato una vecchia tesi di W.H. Brownlee (cfr. art.
    cit., sopra, commento a I,12). Secondo van der
    Woude, I vari passi in cui compaiono riferimenti al Sacerdote Empio nel
    nostro pesher (VIII,8-13; VIII,16-IX,2; IX,8-12; IX,16-X,1;
    XI,2-8;XI,8-11), non si riferiscono allo stesso personaggio ma designano, in
    ordine cronologico, tutta la serie (tranne Aristobulo I) dei sommi
    sacerdoti, da Giuda Maccabeo (165-160 a.C.) ad Alessandro Ianneo (103-76
    a.C.); sulla possibilità di considerare Giuda sommo sacerdote cfr. Garcia
    Martinez, Judas Macabro Sacerdote Impio?
    Notas al margen de 1QpHab VIII,8-13, in A.
    Caquot (ed.), Melanges Bibliques et orientaux en l’honneur de M. Mathias
    Delcor
    , Neukirchen/Vluyn, 1985, 169-181.
    Considerare ciascuna citazione del Sacerdote Empio
    come riferita a un diverso sommo sacerdote rappresenta sicuramente un’ottima
    ipotesi di lavoro.





    35
    Uomini violenti: setta rivale dei qumraniani, come questi, però,
    vittima del Sacerdote Empio che ne depreda le ricchezze.





    36
    Il sacerdote qui citato senza aggettivi è il Sacerdote Empio, come si evince
    dal verbo a lui riferito: “ribellarsi”.





    37
    La lacuna nelle ultime linee della colonna precedente impedisce di stabilire
    chi sia colui il quale subisce queste disgrazie. A noi pare che si parli qui
    del Sacerdote Empio dal momento che sembra difficile (se non impossibile)
    che l’autore del pesher abbia potuto considerare il Maestro di
    Giustizia vittima di “atti di vendetta”, termine che in ebraico riguarda di
    solito la vendetta divina contro l’empietà (cfr. Ger. 46,10; 50,15.28;
    51,11; Sal. 94,1). Un’ulteriore difficoltà è costituita dall’espressione “…
    infermità spaventose attuarono su di lui”. Chi può essere stato a causare
    malattie al Sacerdote Empio? E’ ovvio che un tale potere può appartenere
    solo a esseri soprannaturali; W.H. Brownlee, op. cit., 148, pensa
    agli “angeli di distruzione”, i quali, secondo quanto risulta da 1QS IV,12,
    sono in grado di portare malattie (cfr. anche A.S. van der Woude, Wiched
    Priest
    , 355).





    38
    Gli “ultimi sacerdoti di Gerusalemme” sono quelli contemporanei all’autore
    del pesher, quelli cioè che vivono durante gli “ultimi giorni” (cfr.
    l. 6).





    39
    Questo passo pare confermare la nostra interpretazione delle prime due linee
    di questa stessa colonna (cfr. anche XI,15).





    40
    Il contesto indica che questa “casa del giudizio” è il tribunale ove avrà
    luogo il giudizio finale, vividamente descritto in queste righe. La vittima
    è il Sacerdote Empio nominato in IX,6, che viene castigato col fuoco di
    zolfo (cfr. Gen. 19,24; Ez. 38,22), mentre il fuoco sarà la punizione di
    coloro che hanno offeso la setta (cfr. l. 13). L’atteggiamento tenuto nei
    confronti del Maestro di Giustizia pare essere, del resto, il criterio per
    distinguere i colpevoli e gli innocenti nel giudizio finale in 1QH VII,12.
    Sul concetto di giudizio escatologico a Qumran, cfr. M. Delcor – F. Garcia
    Martinez, Introduccion, 309 s.





    41
    Il “profeta di Menzogna” è lo stesso personaggio, leader di una setta
    rivale citato in II,2 e V,11 come “l’Uomo di Menzogna”. Inoltre il
    parallelismo che si può constatare alla l. 10 fra “città” e “setta” fa
    pensare a una sinonimia tra i due termini (cfr. J. Maier, Die Texte vom
    Toten Meer II
    , Munchen-Basel, 1960, 148 s.).





    42
    Sulla punizione per mezzo del fuoco cfr. Am. 7,4; Sof. 3,8;
    Dan. 7,9-11; 12,10.





    43
    Descrizione, sulla scorta di Ab. 2,14, della situazione seguente il
    giudizio finale.





    44
    E’ questo un passaggio molto importante, dal quale risulta che il Sacerdote
    Empio non era tenuto, come il Maestro di Giustizia, al riposo durante il
    giorno dell’espiazione (cfr. Lev. 16,29-31). Cosicché il Maestro di
    Giustizia e i suoi seguaci non poterono difendersi dall’attacco del
    Sacerdote Empio. Ciò si verificò perché i due gruppi non seguivano lo stesso
    calendario, come pare specificare il suffisso possessivo di “riposo” alla l.
    8 (“il sabato del loro [sc. Dei qumraniani] riposo”). Il
    riferimento alle feste spiegherà anche la variante del testo biblico offerta
    dal pesher. Sul complesso problema del calendario a Qumran, cfr. R.
    Beckwith, The Significance of the Calendar for Interpretino Essene
    Chronology and Eschatology
    , RQ 10, 1981, 167-202.





    45
    Il riferimento all’ubriachezza viene di solito riferito ad Alessandro Ianneo
    (cfr. Flavio Giuseppe, Ant. 13,398 ss.). Per l’immagine della “coppa
    del furore” cfr. Is. 51,17.22.





    46
    I poveri: sono la setta stessa di Qumran, quindi gli eletti (cfr. X,
    13; cfr. anche XII,6.10; 1QH V,22; 4QpPs 37 11,10). L’identificazione dei
    poveri con gli eletti è concezione diffusa nell’apocalittica giudaica
    contemporanea al nostro pesher: il “Libro delle Parabole” identifica
    continuamente i dannati con i potenti e, quindi, gli eletti con gli umili, i
    poveri, cfr. ad es. 1 Enoc 46,6: “Ed egli piegherà la faccia dei potenti, li
    riempirà di vergogna e la tenebra sarà la loro sede e i vermi il loro
    letto…” (trad. di L. Fusella in P. Sacchi, Apocrifi dell’Antico
    Testamento I
    , Torino, 1981). Tale tematica si ritroverà, com’è noto, nel
    Nuovo Testamento, cfr. ad es.
    Mt. 5,3. Cfr. L.E. Keck, The Poor
    Among the Saints in Jewish Christianity and Qumran
    , ZNW, 57, 1966,
    54-78. “Il Libano” è paragonato al Consiglio della
    comunità in quanto vittima di violenza, secondo quanto affermato nel testo
    di Ab. 2,17° che doveva essere citato nelle ultime linee della colonna
    precedente.





    47
    Il “Consiglio della comunità” doveva essere una sorta di comitato direttivo
    della setta, esso è citato 16 volte in 1QS. L’identificazione degli animali
    con la setta (“i semplici”, “quelli che praticano la legge”) vuol mettere in
    rilievo la fedeltà dei settari a Dio, simile a quella dell’animale al
    proprio padrone (cfr. Is. 1,3). I settari, poi, si autodefiniscono
    “semplici” per sottolineare il loro rigore nell’applicare la legge: essi
    sono quelli che mettono in pratica la legge semplicemente, senza
    compromessi.





    48
    La profanazione del tempio pare essere ancora un riferimento ad Alessandro
    Ianneo (cfr. Flavio Giuseppe, Ant., 13,372 s.)





    49
    Giorno del giudizio: termine prettamente apocalittico, cfr. 1 Enoc
    10,6; Giub. 22,21; 23,11. Esso torna, nel nostro pesher, nella
    visione conclusiva della col. XIII.





    50
    La colonna è composta di sole 4 linee e l’ampio spazio bianco lasciato nel
    foglio ci assicura che questa era l’effettiva fine del pesher, che si
    chiude con la speranza escatologica nello sterminio di tutti gli infedeli e
    gli empi. Sull’assenza del restante testo del profeta Abacuc, cfr. W.H.
    Brownlee, Midrash, 218 s.







    1







    Edited by Abramo - 24/4/2007, 02:17
     
    .
0 replies since 22/4/2007, 21:28   500 views
  Share  
.