Questioni di schiavitù.

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    Leggendo Esodo 21 apprendo che un ebreo si poteva autovendere come schiavo per sette anni dopodiche' poteva riacquistare la liberta'.
    Nello stesso capitolo si parla di schiavi nati nella famiglia del padrone che, se ho capito bene restavano per sempre di proprieta' del padrone.
    Esisteva quindi una categoria di maschi ebrei che nascevano schiavi ed erano destinati a restarlo fino alla fine della loro vita senza possibilita'di autoriscattarsi?
     
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    Dice Bruno di Porto:

    "... lo schiavo è chiamato eved, termine peraltro di largo significato, valendo addirittura per i ministri del re, come si è visto per i consiglieri del Faraone..
    Per Rav Canarutto eved sarebbe meglio traducibile con" lavoratore"..
    Se lo schiavo rinunciava alla libertà, per restare con la moglie e i figli e per affezione al padrone, o per non dover pensare a mantenersi, veniva portato davanti al giudice (il testo dice davanti a D.io, sempre ispiratore della legge e del giudizio) e gli si forava l’orecchio con la lesina, in segno di una scelta di servitù, con rinuncia per sempre a venir liberato. Per sempre voleva in effetti dire, secondo la tradizione talmudica, fino al giubileo, se vivesse ancora. Pare che al Giubileo anche gli schiavi non ebrei potessero esser liberati..
    Secondo una opinione esegetica, gli schiavi nati in casa del padrone sarebbero stati considerati alla stregua di schiavi ebrei (anche se non lo erano). La Encyclopaedia judaica rimanda, in proposito, all’opera del rabbino ed archeologo Josef Lewin Das Mosaische Recht, pubblicata nel 1853.
    Se era così, questi schiavi, giunti alla maggiore età, dovrebbero, all’anno sabatico, esser emancipati.."

    Edited by leviticus - 2/2/2020, 14:44
     
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    CITAZIONE (leviticus @ 2/2/2020, 11:27) 
    Secondo una opinione esegetica, gli schiavi nati in casa del padrone sarebbero stati considerati alla stregua di schiavi ebrei (anche se non lo erano). La Encyclopaedia judaica rimanda, in proposito, all’opera del rabbino ed archeologo Josef Lewin Das ĺ Lewin Das Mosaische Recht, pubblicata nel 1853.
    Se era così, questi schiavi, giunti alla maggiore età, dovrebbero, all’anno sabatico, esser emancipati..

    Ma cosa si intende per maggiore età?
    Nel frattempo (prima che raggiungessero la maggiore eta') erano usati per lavorare?

    Tenendo conto che all'epoca si avevano figli in eta' precoce, un individuo alla maggiore eta' aveva già figli.
    Questi restavano in casa con il padrone secondo la legge.
    Un loop che sarebbe continuato indefinitamente creando un numero di bambini costantemente in crescita.
    Ben presto la tenuta del padrone si sarebbe trasformata in un orfanotrofio...
    E quale convenienza poteva avere un padrone ad allevare un potenziale schiavo ,ops "lavoratore" che appena giunto all'eta matura per lavorare, quindi per potergli rendere qualcosa, doveva liberare?

    Edited by Maurizio 1 - 4/2/2020, 12:11
     
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2 replies since 30/1/2020, 13:18   246 views
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