Luca

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    L'evangelista Luca era un proselito?

    Quale è l'opinione degli storici?
     
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    Correlato al mio primo quesito: al tempo di Gesù, i proseliti cosa dovevano fare prima di essere ebrei a pieno titolo, per così dire?
     
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    Ci sono state 14 visite. Spero che qualcuno possa rispondere ai miei quesiti.
     
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    Bah, solo per risponderti brevemente. Non mi meraviglierebbe scoprire che con Luca non siamo di fronte solo a un evangelista, ma a un apostolo. Questo perché se i vangeli sono la porta di accesso al cristianesimo, Luca e Giovanni sono le colonne: l'uno la mente, l'altro il cuore.
    Inoltre -e di questo ne sono sicuro- la sua conversione precede di anni quella di Paolo, sebbene si dica il contrario, perché sua è la relazione che giunge a Tiberio nel 35 d.C. sui fatti gerosolomitani (crocefissione).
    Infine c'è una locuzione temporale greca che è stata universalmente fraintesa. Essa è davvero minima, quasi un'inezia, ma se non compresa genera un frainteso enorme e obbliga a naufragare nel tempo l'intero suo Vangelo ed è ἐν ἡμῖν di Lc 1,1 che tutti traducono "in mezzo/tra noi", ma in realtà essa ha un'accezione esclusivamente temporale e significa "ai nostri giorni", meglio ancora, "questo anno", cioè il 34/35 d.C.
    Ti avverto, però: non so se risponderò oltre.
     
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    Apostolo, sembra proprio di no.

    Di quali fonti ti sei servita per affermare che "la sua conversione precede di anni quella di Paolo"?
     
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    E' gioco facile parlare di fonti se Antichità giudaiche sono state devastate. Ed è altrettanto facile parlare di fonti se per gli anni 32-35 d.C. è calata la censura, mentre gli Annales non lasciano traccia del regno di Caligola, fondamentale per la comprensione della profezia delle 70 settimane. E' gioco facile se si esige la scienza nello studio del cristianesimo, una scienza che esige a sua volta prove che però si sono precedentemente distrutte, come la Stele di Mesha che solo pochissimi studiosi hanno potuto esaminare dal vivo e tra questi uno si è potuto concentrare su una sola riga, mentre il calco in gesso, provvidenzialmente fatto dall'archeologo che l'ha acquistata e che contiene il testo originale, nessuno mai l'ha pubblicato, quando tutto viene prodotto a stampa, ma non quel calco.
    E' davvero gioco facile, quindi, andare a zonzo per il mondo a distruggere le prove anziché a rinvenirle come gli sciocchi credono e produrre solo quelle che generano una polemica senza fine che alcuni, come me, chiamano mercato. E con questo chiudo, perché piace vincere troppo facile. Troppo.
     
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    Non ho alcuna intenzione di polemizzare ma non ho capito il tuo post. Demerito mio. Le domande che ho posto sono motivate da interesse storico. Non so se tu sei di religione ebraica, religione che stimo moltissimo. Per me, cattolico, la religione ebraica è quella dei nostri fratelli maggiori. Ho scelto questo forum, per porre i quesiti, specialmente quello riguardante il proselitismo, per avere un consulenza ebraica sull'argomento. Se sei cristiana/o, pace e bene, se sei ebrea/o, shalom.
     
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    CITAZIONE (alfaom @ 30/11/2019, 17:46) 
    Correlato al mio primo quesito: al tempo di Gesù, i proseliti cosa dovevano fare prima di essere ebrei a pieno titolo, per così dire?

    Ciao,

    Per quello che so le sole notizie su Luca provengono dalla tradizione cristiana, che è ovviamente altra cosa rispetto all'indagine storica propriamente detta.Secondo tale tradizione Luca era un siro di Antiochia, nato da famiglia pagana, il quale si sarebbe convertito alla fede cristiana grazie all'opera di Paolo. Non vi sono elementi per ipotizzare che fosse un proselito: il proselito, in ebraico "gher tzedek", è un gentile (non ebreo) di nascita che decide di diventare ebreo accettando l'osservanza di tutti i precetti della Torà, a cominciare dalla circoncisione;l'acquisizione di tale status era, ed è tutt'oggi presso l'Ebraismo Ortodosso, accertata da parte del competente Tribunale Rabbinico. Condizione diversa è quella del "gher toshav", ossia del non ebreo che vive in Terra Di Israele accettando l'osservanza dei Precetti Noachidi: costui non diventa ebreo, ma acquisisce uno status ben distinto da quello degli altri Gentili, status che si estende agli altri non Ebrei che vivono fuori da Israel ma osservano i predetti Precetti Noachidi : tutti costoro sono considerati "Giusti tra le Nazioni" ed avranno una parte nel Mondo a Venire ( Rambam -Mishneh Torà --Leggi dei Re e delle Guerre 8:11)
     
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    In effetti a oggi non sarebbe chiaro nemmeno se prima di aver "aderito" al cristianesimo Luca sia stato anche solo un "simpatizzante" dell' ebraismo.
    L'annuncio cristiano aveva inizialmente luogo principalmente tra gli Ebrei e solo in seguito (con Paolo) tra i pagani Greco-Romani, improbabile quindi la conversione di Luca prima di Paolo ma chi può saperlo.. (ma anche fosse cosa cambierebbe?).
    Secondo il Canone muratoriano (circa 170) non conobbe direttamente Gesù, cosa che sarebbe confermata dalle ricerche presso i testimoni oculari accennate nell'incipit del suo Vangelo (1,1-4). È verosimile che abbia conosciuto il cristianesimo nella sua città natale, Antiochia dove Paolo arrivò attorno al 44.
    Sulla questione Luca apostolo attorno al 375 Epifanio lo identifica con uno dei settanta discepoli inviati in missione da Gesù (Lc10,1), ma si tratta probabilmente di una leggenda tardiva. Altre tradizioni tardive e leggendarie lo identificano con l'anonimo discepolo di Emmaus (Lc 24,13-35) o con Lucio di Cirene (At 13,1).
    La datazione del vangelo di Luca alcuni la danno negli anni 80 e 90, altri dopo. Nella migliore delle ipotesi secondo Klaus Berger si può arrivare a poco prima del 68.
    Dato che Tiberio muore nel 37 risulta improbabile che un giovanissimo pagano Luca abbia potuto trasmettergli una qualche sorta di bozza del vangelo che peraltro potrebbe essere stato scritto a Efeso come a Roma (sempre secondo Berger).
    Che fonte sostiene questo?
    Che dizionario o critica testuale sostiene che ἐν ἡμῖν sia traducibile con ai giorni/tempi nostri riferito al 35/37?
    ἡμῖν che vuol dire nostro, noi, con noi ecc compare diverse volte nel nt (169) e non ha mai connotazione temporale né viene mai tradotta con giorni o tempi ma posso sbagliarmi
    Ricordiamo che il proemio va inquadrato secondo la mentalità di allora, alla domanda chi sia una persona nell antichità nel mondo greco ellenistico si risponde indicando in che modo ha avuto inizio ed è finita la sua vita (infatti nell inizio sono inquadrati i presagi e nella fine l apoteosi).
    L evidenziare la collocazione temporale o i partner o la professione della persona interessata è frutto della mentalità dei nostri tempi (sempre secondo Berger).

    Edited by leviticus - 3/12/2019, 18:25
     
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8 replies since 30/11/2019, 17:17   290 views
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