Scuole ebraiche

Immanenza

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  1. Hakudo Koji
     
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    Salve

    Spero di essere nella sezione giusta, se no vi prego di spostare pure il post.
    Studio lo Zen Soto al monastero di Fudenji, dove da anni si fanno seminari di studi "teologici" che "fortunatamente" sembra più un circolo ellenistico/filosofico piuttosto che una esegesi delle scritture*, ma mi è stata fatta una domanda da un conoscente a cui non so rispondere.
    E' basata su certi passi del Vangelo Di Matteo, quando Gesù (Joséf? Jeoshua?) pone certi principi che ricordano quelli Buddhisti.

    E' stato piuttosto inutile spiegare che:

    _ non sappiamo esattamente cosa si diceva nelle tradizioni orali
    _ non sappiamo quali cambiamenti interpretativi, diciamo "umani" ci siano stati durante la composizione e trasmissione orale
    _ non sappiamo se ciò che ci è pervenuto è stato messo correttamente per iscritto e/o manipolato
    _ non sappiamo se avevano gli strumenti linguistici e grammaticali per esprimere il concetto
    _ non sappiamo se i redattori ci hanno messo del loro infilandoci concetti esprimibili in una lingua ma non in un'altra

    Ecc. Ecc. Ecc.

    Per farla breve mi ha chiesto se c'erano assonanze con l'insegnamento Buddhista. Mi rendo conto che questo non è un forum dove discutere di Buddhismo, ma la domanda che mi è venuta in mente è:

    Esistevano/esistono varie scuole ebraiche che hanno connotazioni diciamo compatibili con certe filosofie orientali che possano ricordare principi buddhisti/vedici? Questo per postulare un'ipotesi che questo signore Ebreo, che parlava agli ebrei ecc. poi fortemente "Ellenizzato" con concetti metafisici/filosofici greco-romani tipici della cultura dell'impero romano dando così una possibile spiegazione a queste assonanze?
    Grazie per la vostra cortesia.

    *= non ci occupiamo di "Dio" o qualsiasi cosa di "soprannaturale" confidando che tutto ciò che ci serve per esprimere la nostra dottrina è presente qui, ora.
     
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    אריאל פינטור

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    Non conosco bene il buddismo.
    Posso dire che, trattandosi di uno stile di vita, diciamo una filosofia e non di una religione, questo non può contraddire il più importante principio dell'ebraismo e cioè l'unità ed unicità di Dio. pertanto, per definizione, il buddismo non può avere nulla di idolatrico.
    Se a ciò aggiungiamo la centralità della vita umana, il senso etico-morale, il rispetto dell'altro, l'introspezione e la riflessione, allora direi che vi sono non poche affinità di pensiero.
    Naturalmente parlo a mio nome e non a nome del giudaismo, in quanto vi sarà certamente chi non la pensa in questo modo
     
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  3. Hakudo Koji
     
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    A partire da Wikipedia per passare dai dizionari ed enciclopedie di religione più illustri fino alle Garzantine puoi facilmente appurare che il Buddhismo è una religione, ma non è questo il punto:

    Chiedevo se esistevano (a quel tempo) qualche scuola Ebraica che trattava termini filosofici tipo l'immanenza che pare trasparire dal "Discorso della montagna", sempre se non è una sparata del redattore sconosciuto che ha scritto il pezzo.
     
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    Se può interessare qui

    www.morasha.it/zehut/rdr02_diversita.html

    Si dice:".. Trovare se stessi, scoprire l'irriducibilità del valore individuale, equivale a trovare Di.o; in termini moderni, l'individuazione e la scoperta della propria dimensione religiosa si trovano in un rapporto di mutuo condizionamento. "Quando Rabbi Baruch di Mesbiz arrivava alle parole del Salmo: "... non darò sonno ai miei occhi né riposo alle mie palpebre fino a che io non abbia trovato una dimora per il Signore ..." (Salmi, 132; 4), egli si fermava e diceva a se stesso: "Fino a che trovo me stesso e faccio di me una dimora pronta ad accogliere la Shechinàh, la Divina Immanenza" .
    La Shekinah è l'aspetto immanente di Di.o."

    Edited by leviticus - 10/1/2019, 23:19
     
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    In effetti e' fuorviante considerare l'insegnamento attribuito al Buddha storico come una filosofia (come quella dei suoi contemporanei greci) o una religione (intesa come un sistema di morale, dottrina e culto); e' pero' vero che secondo la dottrina buddhista nessuna divinita' ha attributi di onniscienza, onnipotenza ed immortalita', neanche Brahma. Non so se queste negazioni comportino un carattere idolatrico nella dottrina e nella pratica buddhista.
    Un saluto

    CITAZIONE (Negev @ 4/1/2019, 01:28)
    Non conosco bene il buddismo.
    Posso dire che, trattandosi di uno stile di vita, diciamo una filosofia e non di una religione, questo non può contraddire il più importante principio dell'ebraismo e cioè l'unità ed unicità di Dio. pertanto, per definizione, il buddismo non può avere nulla di idolatrico.
    Se a ciò aggiungiamo la centralità della vita umana, il senso etico-morale, il rispetto dell'altro, l'introspezione e la riflessione, allora direi che vi sono non poche affinità di pensiero.
    Naturalmente parlo a mio nome e non a nome del giudaismo, in quanto vi sarà certamente chi non la pensa in questo modo
     
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  6. Hakudo Koji
     
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    CITAZIONE
    Non so se queste negazioni comportino un carattere idolatrico nella dottrina e nella pratica buddhista.
    Un saluto

    Sculture e suppellettili, parlo per lo Zen, hanno lo scopo puramente commemorativo/liturgico. Nel senso che se stai morendo di freddo le puoi pure bruciare per scaldarti. La pratica essenziale (Zazen) va infatti fatta seduto nella postura del loto (chi ci riesce, io no per esempio) davanti ad muro bianco assolutamente vuoto. L'idolatria sarebbe considerata un attaccamento, quindi un ostacolo. Secondo la tradizione lo stesso Buddha proibiva fortemente la sua stessa venerazione, invitando chi voleva seguirlo a praticare perchè era l'unico mezzo per raggiungere il Samsara, che nello Zen diventa il Satori. Dico la "figura" perchè storicamente e documentalmente su questo soggetto c'è poco o niente. Lo si accetta per tradizione. Quindi se cerchi una "grazia" di stampo cristiano o una sorta di do-ut-des (se non ho capito male) ebraico o una sottomissione totale sperando che il meglio venga dopo che sei morto tipo Islam hai sbagliato posto e devi rivolgerti altrove. Devi praticare correndo i tuoi rischi: stancarti, capire che non fa per te, essere tutto solo uno stile di vita senza raggiungere il Satori, che il Satori sia una str… ecc.
    Solo la pratica può risolvere la faccenda. Detto questo non mi voglio inoltrare oltre perchè non è il luogo. Mi interessa sapere però quali scuole Ebraiche potesse aver frequentato la figura di Cristo e quali erano i loro possibili "indirizzi" di queste. Il soggetto era ebreo, parlava agli ebrei e solo le interpretazioni apologetiche successive, ficcando a forza concetti filosofici e metafisici greci lo fecero diventare un'altra cosa.

    CITAZIONE (leviticus @ 10/1/2019, 21:38) 
    Si dice:".. Trovare se stessi, scoprire l'irriducibilità del valore individuale, equivale a trovare Di.o; in termini moderni, l'individuazione e la scoperta della propria dimensione religiosa si trovano in un rapporto di mutuo condizionamento. "Quando Rabbi Baruch di Mesbiz arrivava alle parole del Salmo: "... non darò sonno ai miei occhi né riposo alle mie palpebre fino a che io non abbia trovato una dimora per il Signore ..." (Salmi, 132; 4), egli si fermava e diceva a se stesso: "Fino a che trovo me stesso e faccio di me una dimora pronta ad accogliere la Shechinàh, la Divina Immanenza" .
    La Shekinah è l'aspetto immanente di Di.o."

    Interessante: Fino a che trovo me stesso e faccio di me una dimora pronta ad accogliere la Shechinàh, la Divina Immanenza.
    La Shekinah è l'aspetto immanente di Di.o.
    ricorda molto la "filosofia della Zattera", ossia il concetto che la dottrina serve da strumento per attraversare il fiume dell'ignoranza ( avidyā, in giapponese mumyō) che può essere abbandonato una volta raggiunto lo scopo. Esistono scuole ebraiche specifiche che insistono su questi punti?
     
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    [QUOTE=Hakudo Koji,14/1/2019, 16:32 ?t=76294602#entry628082301]
    CITAZIONE
    Mi interessa sapere però quali scuole Ebraiche potesse aver frequentato la figura di Cristo e quali erano i loro possibili "indirizzi" di queste. Il soggetto era ebreo, parlava agli ebrei e solo le interpretazioni apologetiche successive, ficcando a forza concetti filosofici e metafisici greci lo fecero diventare un'altra cosa.

    Si può iniziare a vedere qui, il link e corposo con le varie sette e scuole Dell epoca

    www.morasha.it/zehut/mlm02_brevestoria.html


    ".. Al tempo di Gesù di Nazareth c’erano due grandi maestri farisei: Shammai, particolarmente rigido sull’osservanza dei precetti, e il saggio Hillel, mite e tollerante, insisteva particolarmente sul comportamento verso il prossimo. Gesù, a giudicare dal contenuto dei suoi discorsi riportati nei Vangeli, doveva essere della scuola di Hillel che, ad un pagano che gli chiedeva di spiegare in breve la Torà, aveva risposto: "Quello che è odioso a te, non farlo al tuo prossimo: questa è tutta la Torà, il resto è commento" e aggiunse "va’ e studia". Così pure di Hillel sono i brani biblici usati per la preghiera Avinu Malkenu (Padre nostro) e in generale il contenuto delle parabole.

    ... C’erano poi altre correnti mistiche come gli Esseni, studiosi, pacifisti seguivano strettamente i precetti, ma vivevano in comunità e conducevano una vita austera e casta: oggi li chiameremmo monaci.....

    .. Abbiamo quindi farisei, sadducei, zeloti, "monaci" di qumran...

    ... Gesù comunque, nato ebreo e vissuto sino alla fine da ebreo, ripeteva spesso la frase "Non cambierò uno iota (Lettera ebraica a forma di virgola, si legge -i-) della Legge di mio Padre", chi invece cambiò il senso della sua predicazione fu Paolo di Tarso.."

    Edited by leviticus - 14/1/2019, 19:47
     
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  8. Hakudo Koji
     
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    Hillel ha una scuola "specifica"? Ossia un nome proprio?
    Il concetto di "non fare agli altri" ecc. oltre che espresso da Buddha è postulato da altre discipline atee, incluso il Taoismo.

    Edited by Hakudo Koji - 14/1/2019, 20:57
     
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    Un problema che mi affascina ma rimane del tutto irrisolto è quello del rapporto tra mondo greco-romano e impero cinese nei primi tre secoli aEV. Se sia possibile introdurre come tema di ricerca le influenze del buddismo dei regni indiani sulla filosofia classica lo ignoro. Parlo di India come "terra di mezzo" fra Cina e Mediterraneo. Se immaginiamo un'influenza del pensiero buddista nel pensiero greco, da lì potremmo immaginare un rimbalzo culturale sul pensiero ebraico, che ovviamente ha un'origine più antica.
     
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8 replies since 3/1/2019, 14:59   355 views
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