L’insegnamento di Gesù sul ripudio qualifica il Nazoreo come falso profeta secondo l’Halakhah?

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    Una premessa importante: pur essendo un figlio di Noè e non un cristiano, sono molto legato alla figura di Gesù il Nazoreo; non intendo pertanto denigralo aprendo questa discussione, bensì cercare di comprendere la problematica di cui all’oggetto.

    Il rapporto tra Gesù e la Torah è un argomento molto complesso, sul quale sono state scritti centinaia di libri, da cristiani, ebrei, agnostici, atei ecc. ecc. Ciò che la tradizione sinottica riporta sulle parola che Gesù avrebbe pronunciato, in tema di ripudio della moglie da parte del marito, presenta in particolare delicati aspetti afferenti alla possibile qualifica del Nazoreo quale falso profeta.

    Chi è il falso profeta secondo la Torah? Partiamo dai passi del Pentateuco che ne parlano (traduzione C.E.I.):

    Deuteronomio 13,1-6
    1 Vi preoccuperete di mettere in pratica tutto ciò che vi comando; non vi aggiungerai nulla e nulla toglierai.

    2 Qualora si alzi in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti proponga un segno o un prodigio 3 e il segno e il prodigio annunciato succeda ed egli ti dica: Seguiamo dèi stranieri, che tu non hai mai conosciuti, e rendiamo loro un culto, 4 tu non dovrai ascoltare le parole di quel profeta o di quel sognatore; perché il Signore vostro Dio vi mette alla prova per sapere se amate il Signore vostro Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima. 5 Seguirete il Signore vostro Dio, temerete lui, osserverete i suoi comandi, obbedirete alla sua voce, lo servirete e gli resterete fedeli. 6 Quanto a quel profeta o a quel sognatore, egli dovrà essere messo a morte, perché ha proposto l'apostasia dal Signore, dal vostro Dio, che vi ha fatti uscire dal paese di Egitto e vi ha riscattati dalla condizione servile, per trascinarti fuori della via per la quale il Signore tuo Dio ti ha ordinato di camminare. Così estirperai il male da te.

    Deuteronomio 18,18-22
    18 Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. 19 Se qualcuno non ascolterà le parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. 20 Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire. 21 Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? 22 Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione; di lui non devi aver paura.

    L’esatta comprensione di questi passi del Pentateuco richiede l’irrinunciabile integrazione data dalla Torah Orale; ecco quello che scrive il grande Rambam:

    Mishneh Torah - Yesodei haTorah 9:1


    “È chiaramente affermato nella Torah che le sue Leggi dureranno per sempre e non subiranno alcun cambiamento, diminuzione o aumento, come è scritto: "Vi preoccuperete di mettere in pratica tutto ciò che vi comando; non vi aggiungerai nulla e nulla toglierai. "(Deuteronomio 13: 1).

    Quindi, puoi dedurre che nessun profeta è autorizzato a introdurre qualcosa di nuovo nella Torah. Se qualcuno dovesse sorgere quindi, ebreo o non ebreo, mostrando segni e prodigi, e dichiarando che Dio lo ha mandato:

    -Ad aggiungere o a togliere un precetto alla Torah;
    -A dare ad uno qualsiasi dei comandamenti un’interpretazione contraria a ciò che abbiamo udito da Mosè;
    -Ad affermare che i comandamenti ingiunti a Israele non sono per tutte le generazioni, ma solo temporanei;

    Egli è un falso profeta, perché si propone di negare la profezia di Mosè. È punito con la morte a mezzo strangolamento, per aver affermato perversamente, in nome di Dio, ciò che non gli ha comandato. Il Signore, benedetto sia il suo nome, ingiunse a Mosè che questa Legge fosse per noi e per i nostri figli per sempre, e Dio non è come un uomo che infrange la parola data.”


    Veniamo adesso ad analizzare l’insegnamento di Gesù sull’istituto del ripudio.

    Come statuisce la Torah ( Deuteronomio 24:1), il marito può ripudiare la propria moglie qualora trovi in lei “qualcosa di sconveniente” ( traduzione di Rav Dario Disegni; letteralmente l’ebraico dice “la nudità di una cosa”); le grandi scuole di Rabbi Hillel e Rabbi Shammai dibattevano, tra le altre cose, anche sul significato da attribuire a questa clausola: Shammai dava un’interpretazione restrittiva, ritenendo che il marito potesse ripudiare la moglie solo se quest’ultima avesse tenuto un comportamento impudico; Hillel , la cui posizione prevalse, sosteneva invece che il ripudio potesse avvenire anche se la moglie avesse fatto bruciare il pranzo, cioè a dire per una gamma di motivi molto ampia ( v. Mishnah Gittin 9:10).

    Come sappiamo, nei Vangeli Gesù dibatte con alcuni farisei in merito al tema, sostenendo come il diritto di ripudio sia stato concesso da HaShem per la “durezza del cuore” del popolo, in quanto l’originaria volontà del Creatore era l’indissolubilità del matrimonio, secondo la particolare esegesi che Gesù fa del passo di Genesi 2:24. Il Nazoreo conclude questa prima parte del suo insegnamento affermando che “l’uomo non deve separare ciò che Dio ha unito”. Fino a qui a mio avviso non si pongono problemi di contrasto tra le affermazioni di Gesù e la Torah; al di là infatti di come si possano valutare nel merito le argomentazioni del Nazoreo, non è certamente contro la Legge invitare qualcuno a non esercitare un diritto riconosciuto dalla Legge stessa.
    I problemi sorgono per la seconda parte dell’insegnamento, dove Gesù avrebbe pronunciato della sanzioni estremamente dure nei confronti di coloro che invece intendessero avvalersi del diritto di ripudio.

    Riporto di seguito i pertinenti passi evangelici, con tutte le variazioni attestate:

    Matteo 5:32

    “Chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di rapporto sessuale illecito, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata (eccetto il caso di rapporto sessuale illecito), commette adulterio.”

    Traduco con “rapporto sessuale illecito” l’originale greco “porneia”, letteralmente “prostituzione”. Molto si è scritto sul significato del termine in questo contesto; certamente il riferimento è alla condotta sessuale, ed io lo interpreto come afferente ai rapporti sessuali proibiti dalla Torah: adulterio in primis certo, ma anche lesbismo e zooerastia.


    Matteo 19:9

    “Chiunque ripudia la propria moglie, eccetto in caso di rapporto sessuale illecito, e ne sposa un'altra commette adulterio.”

    Marco 10:11

    “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei.”


    Luca 16:18

    “Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio”.

    Se questi detti di Gesù sono autentici, ci troviamo di fronte ad un insegnamento che sembra configurare la condotta del falso profeta secondo l’Halakhah. Infatti, con la sola eccezione di Matteo 5:32, tutte le altre prescrizioni contestano i precetti della Torah, in quanto qualificano con il gravissimo reato di adulterio delle condotte perfettamente lecite secondo la Torah, quali sono:

    -Sposare una donna ripudiata;

    -Ripudiare la propria moglie e sposarne un’altra. Questa seconda “sanzione” attribuita a Gesù comporta inoltre una contestazione della Torah ancora più radicale, in quanto oltre a contrastare con l’istituto del ripudio stravolge altre due fattispecie della Torah, e cioè:

    -Lo stesso adulterio, che è il rapporto sessuale tra un uomo, non importa se sposato a meno, e la moglie di un altro, ovvero con la sua arusah (promessa sposa in base alla celebrazione del solo Kiddushin). L’adulterio è un reato contro la potestà del marito (o promesso sposo) esercitata verso la moglie o la arusah, e non ha niente a che vedere con l’infedeltà del marito verso la propria moglie: se un uomo sposato tradisce la propria moglie con una donna non sposata, non commette adulterio, bensì incorre nel reato di prostituzione ex Deuteronomio 23:18, e sempre che non vi sia un rapporto di pilagshut con la donna in questione;

    - La poligamia (rectius poliginia), ammessa dalla Torah, ma che in questo contesto viene implicitamente proibita; infatti, se applicassimo il detto ammettendo la pratica poligamica, arriveremmo all’assurdo secondo cui sarebbe adultero un uomo che mantenesse un matrimonio monogamico ripudiando la sua unica moglie e sposandone soltanto un’altra; mentre un uomo poligamo che sposasse dieci donne contemporaneamente, ma non ne ripudiasse nessuna, non sarebbe adultero!

    L’unica “sanzione”, tra quelle riportate nei vangeli, che possa trovare una conformità alla Torah è quella di Matteo 5,32:

    “Chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di rapporto sessuale illecito, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata (eccetto il caso di rapporto sessuale illecito), commette adulterio.”

    Questa fattispecie infatti si sostanzia in un’interpretazione restrittiva, coerente con la posizione della scuola di Rabbi Shammai, della clausola “qualcosa di sconveniente” che Deuteronomio 24:1 prevede per l’esercizio del ripudio da parte del marito. Il ragionamento giuridico in tale caso è il seguente: il ripudio, al di fuori del caso di rapporto sessuale illecito, è nullo per violazione della predetta clausola, quindi chi si unisce ad una donna ripudiata invalidamente commette adulterio poiché la donna è ancora sposata con il primo uomo.

    Riassumendo, le ipotesi sono a mio avviso tre:

    1) Gesù ha effettivamente pronunciato le sanzioni indicate nei vangeli; in questo caso per l’Halakhah è un falso profeta;

    2) Gesù si è limitato a pronunciare l’insegnamento di Matteo5:32, di per sé conforme alla Torah;

    3) Gesù ha ingiunto di non avvalersi del diritto al ripudio previsto dalla Legge, anch’esso insegnamento di per sé non contrario Torah, ma non ha pronunciato alcuna sanzione contro coloro che avessero continuato ad esercitare il diritto medesimo; le sanzioni enunciate nei sinottici sono creazione delle prime comunità cristiane, che hanno inteso dare un contenuto autoritativo-giuridico ad un insegnamento di Gesù di natura esclusivamente etico-sapienziale;quest'attività di trasformazione dell'originario insegnamento di Gesù presenta però aspetti maldestri sul piano afferente alla conoscenza della Legge Ebraica ( con l'eccezione del detto di Matteo 5:32), ed evidenzia a mio parere che i redattori dei vangeli, o almeno gli ultimi in ordine temporale ,non erano Ebrei ma Gentili con una preparazione in tema di Torah molto,molto scadente, attestata dal detto attribuito a Gesù “Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio", che non solo è contro la Torah,ma per quest'ultima non ha veramente alcun senso, come spiegato in precedenza.


    L’ipotesi sub 2) ha pochi elementi a supporto; è infatti attestata soltanto nel vangelo secondo Matteo, dove tra l’altro però “convive” anche con gli atri pronunciamenti sul tema contrari alla Torah (vedi Matteo 19:9);

    L’ipotesi sub 3) ha a mio avviso buone ragioni di sostegno, che elenco di seguito :

    - E’ lo stesso Gesù a dichiarare l’eterna validità di tutti i precetti della Torah

    Luca 16,17
    “E’ più facile che passino il cielo e la terra, piuttosto che cada un solo apice della Legge”;

    -Gesù non viene mai accusato, sulla base della testimonianza dei Vangeli, di contestare la Torah in ordine al suo insegnamento sul ripudio;

    -In tal senso depone anche l'attestazione più antica di questa ingiunzione contro il ripudio, contenuta nel cap. 7 vv. 10 e 11 della I lettera di Paolo di Tarso ai Corinzi, da tutti gli studiosi ritenuta autentica e risalente agli anni 53-57 e.v..: al di là dell'evidente adattamento delle prescrizioni gesuane all'ambiente greco-romano cui appartiene la comunità dei destinatari ( si parla di divorzio per iniziativa della moglie, ipotesi come sappiamo non contemplata dalla Torah e pertanto priva di un possibile insegnamento del Nazoreo), si può notare come Paolo non riporti alcuna condanna sanzionatoria emessa da Gesù nel caso di "violazione" dell'ingiunzione di non ripudiare: una mancanza che ritengo alquanto significativa.


    Un’ultima considerazione: secondo l’Halakhah, neanche il Messia sarà autorizzato da HaShem a modificare la Torah:


    “E non pensare che il Re Messia debba fare miracoli e segni e creare una nuova realtà nel mondo o resuscitare i morti, o cose simili(….).I saggi non hanno richiesto da lui, né un segno né una meraviglia (cioè azioni miracolose). La cosa principale è che la Torah e le sue leggi e statuti sono eterne per sempre e mai, e noi non aggiungiamo o sottraiamo da loro” (Estratto dalla Mishneh Torah—Leggi dei Re e delle Guerre 11:3)



    Aspetto con interesse le vostre osservazioni

    Edited by Amos74 - 23/12/2017, 12:57
     
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    Come sempre, chi ha ha scritto queste cose non sapeva nulla di ebraismo e nemo ancora di Torah:

    “Chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di rapporto sessuale illecito, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata (eccetto il caso di rapporto sessuale illecito), commette adulterio.”

    Il povero redattore evangelico, non sapeva che l'atto di ripudio lascia la donna completamente libera e questa può risposarsi trascorsi tre mesi dal divorzio (tre mesi sono il tempo legale per la sicurezza di gravidanza)
    Una donna divorziata è completamente libera e non sarà adultera in caso di nuovo rapporto.
     
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    Il punto critico che vedo nel ragionamento, Amos, è il seguente:

    tu - in pratica - dici:
    Gesù seguiva la scuola di Shammai e riteneva "non validi" i divorzi, ovvero i libelli di ripudio, giustificati da 'futili motivi' (far bruciare il pasto), ma riteneva motivato un ripudio o divorzio solo nel caso di adulterio.

    Pertanto - tu dici - un divorzio invalido, secondo Gesù da luogo ad una situazione di adulterio.

    Quali sono i problemi in questa visione?

    Il primo è la ratio del reato di adulterio, che è la stessa che governa matrimonio o relazione di pilagshut ed è la garanzia della conoscenza certa della paternità di un nascituro.

    Innanzi ad un ripudio, che sia valido o meno secondo il giudizio di Shammai ed - eventualmente - Gesù sulle posizioni di Hillel, comunque la certezza della paternità è garantita. Ed è questa la cosa che, invece, non è garantita in caso di adulterio.

    L'adulterio - per come la vedo io - non è un "peccato" di tradimento che ferisce la relazione fra i coniugi, ma un "reato" in relazione al fatto che viene invalidata la possibilità di un corretto riconoscimento di paternità (basti pensare all'importanza sociale che poteva avere allora l'essere o meno riconoscibili come figli di un cohen o discendenti di Davide).

    Ora considerare solo le leggi e le discussioni su di esse non credo basti, occorrerebbe approfondire anche la procedura.

    Un livello di ripudio (divorzio) veniva ratificato o no dal tribunale?
    Era un atto privato o pubblico?

    Se era un atto pubblico e ratificato da un Tribunale, anche se il Tribunale avesse ratificato divorzi che non avrebbe dovuto ratificare secondo le opinioni di Shammai o di Gesù, il reato di adulterio che afferma Gesù non si può verificare, in quanto innanzi alla conoscenza della separazione dei coniugi da parte di essi e di terzi, non vi è presupposto materiale per porre dubbi su una eventuale paternità e pertanto il reato di adulterio non si configura.

    Quello che io non so è se il libello di ripudio (divorzio) era solo un atto privato o era invece un atto pubblico ratificato dal Tribunale.

    Se anche era un atto privato, tuttavia ritengo che resti la natura del reato, cioè la sua ratio, ad ostacolare il tuo ragionamento.
    Infatti pubblico o privato che fosse restano vive tutte le garanzie rispetto al riconoscimenti di paternità dato che - secondo me - è esclusivamente a ciò che il reato di adulterio intende riferirsi.
     
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    Il non riconoscimento di paternità è un problema gravissimo in ogni caso: non occorre arrivare al cohen o alla discendenza davidica.
    Un figlio nato da adulterio è mamzer: stato giuridico che pur riconoscendolo ebreo, non gli consente di sposare un'ebrea, ma solo una mamzeret.
    si tratta di un danno sia morale che patrimoniale (l'uomo deve provvedere al figlio fino alla maggiore età).
    Si badi bene che il reato di adulterio si configura solo nel caso di donna sposata. con la donna libera non è adulterio. Contrariamente alla concezione occidentale, qui non si tratta di "corna "tout court"

    Come potete vedere tra le posizioni delle due diverse scuole, esse non contraddicono il principio della Torah che consente il ghet, cioè il libello di divorzio. Si tratta solo di due diverse interpretazioni sulle modalità e possibilità.
    Il problema è che Gesù nega proprio la possibilità di divorziare in toto e adduce una motivazione inesistente e cioè che Mosè l'abbia permessa, solo "per la durezza dei vostri cuori". Più avanti Gesù stesso dirà: "Se avrete desiderato una donna nel vostro cuore, avrete già commesso adulterio". Questo è inammissibile per un ebreo perché nell'ebraismo non esiste il peccato di intenzione. L'infrazione è tale ed è punibile solo se si è realizzata. E' del tutto umano che si possa desiderare una bella donna o un rapporto illecito in genere. Difficile non provare un sentimento naturale, perché non dipende dalla volontà.
    Lo yetzer harà, cioè la natura animale e primitiva, presente in ciascuno di noi, può portare, umanamente, a desiderare qualcosa di sbagliato (vale per il sesso, come per i cibi non kasher o per il conseguimento di denaro con azioni illegali), perché è impossibile non provare una pulsione o un desiderio, nostro malgrado. Non per questo siamo colpevoli.
    Sta allo yetzer hatov, cioè al sistema legale e morale che è presente in noi e che è stato formato, con l'educazione alle Leggi, con l'insegnamento morale ecc, dominare queste pulsioni e non contravvenire. Solo in questo caso, e cioè di mancato rispetto della Norma, si configura il reato.
    Se non vi è infrazione non vi è reato
    In questo caso, i Vangeli condannano già il desiderio, quindi la natura umana in sé.
    Chiaro quindi che queste cose sono state scritte quando il cristianesimo era già formato e consolidato e che chi ha scritto conosceva il mondo ebraico, la sua mentalità e la sua tradizione, solo per sentito dire , comunque di sfuggita, come osservatori esterni
     
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    CITAZIONE (Negev @ 24/12/2017, 10:43) 
    qui non si tratta di "corna" "tout court"

    :lol: mi hai fatto ridere.
    era quello che volevo dire.

    Lascio, ora il 3D, ad Amos, e casomai dopo chiederò un paio di cose che non ho ancora chiare sulla legislazione ebraica. Ora non voglio interrompere i vostri ragionamenti.

    Buone feste a tutti.
     
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    CITAZIONE (yes yes @ 24/12/2017, 13:26) 
    CITAZIONE (Negev @ 24/12/2017, 10:43) 
    qui non si tratta di "corna" "tout court"

    :lol: mi hai fatto ridere.
    era quello che volevo dire.

    Lascio, ora il 3D, ad Amos, e casomai dopo chiederò un paio di cose che non ho ancora chiare sulla legislazione ebraica. Ora non voglio interrompere i vostri ragionamenti.

    Buone feste a tutti.

    ed infatti, un "tradimento" dove non ci sia unione ma "rapporti alternativi" è deprecabile e condannato moralmente, ma non configura LEGALMENTE il reato di adulterio
     
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    Comunque è chiaro che Rambam, che è stato citato, afferma che la Torah vale in ogni epoca,
    Di conseguenza, se qualcuno afferma che una certa regola fu data SOLO PER LA DUREZZA DEI VOSTRI CUORI e che quindi valeva allora ma non vale più, allora certamente è qualcuno che insegna difformemente alla Torah che è inamovibile e quindi è un falso profeta
     
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    CITAZIONE (Negev @ 24/12/2017, 13:30) 
    CITAZIONE (yes yes @ 24/12/2017, 13:26) 
    :lol: mi hai fatto ridere.
    era quello che volevo dire.

    Lascio, ora il 3D, ad Amos, e casomai dopo chiederò un paio di cose che non ho ancora chiare sulla legislazione ebraica. Ora non voglio interrompere i vostri ragionamenti.

    Buone feste a tutti.

    ed infatti, un "tradimento" dove non ci sia unione ma "rapporti alternativi" è deprecabile e condannato moralmente, ma non configura LEGALMENTE il reato di adulterio

    CITAZIONE
    "rapporti alternativi"

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    Scherzo, ovviamente :)

    E' qui che non mi quaglia, e neanche piccione :)
    Cioè, parlando seriamente, che non capisco e quindi non riesco a inquadrare le cose.

    Lasciamo del tutto da parte Gesù, che è un altro discorso e una altra indagine, e guardiamo solo la ratio delle norme (ma anche perchè poi è utile a chi vorrà chiarirsi su Gesù):

    Se
    - la base fondamentale è la garanzia del riconoscimento della paternità e l'impegno del padre nei confronti del mantenimento dei figli (per tutti, senza per forza dover tirare in ballo Cohen e stirpe di Davide)
    - esistono fidanzamento e matrimonio
    - esiste la o il pilagshut (sto indietro da morire con la grammatica :D )
    - esiste questa responsabilità della donna di far intercorrere da un rapporto sessuale e quello successivo con uomo diverso i tre mesi necessari ad escludere una gravidanza, in modo da non creare dubbi di paternità fra il compagno o marito precedente e successivo

    dov'è lo spazio per "rapporti alternativi"? Quali altri?

    Sarebbero che, indipendentemente da beneplaciti sociali, della gente intrattiene rapporti occasionali, affidandosi esclusivamente ad una 'fiducia' nella responsabilità della donna che una mattina ti bussa e ti dice "Cu, cu! E' tuo, lo devi mantenere fino ai x anni". E lui può rispondere: "Mah, io mica sono tanto sicuro". Come poteva intervenire l'autorità giudiziaria?

    Quello che posso capire, è che il reato di adulterio si configuri esclusivamente in caso di impegno assunto per matrimonio (o anche relazione di plagshut? penserei di si), e, magari, per il resto degli sciammannati si configuri qualcos'altro (prostituzione?).

    Quello che non riesco a capire è come possa esistere uno spazio per "relazioni alternative" alle 2 o 3 (fidanzamento/matrimonio e pilagshut) previste, cioè "giuridicamente" una specie di terra di nessuno.
    Non sarei incline a credere che esistesse, proprio per la preoccupazione fondamentale della paternità, che mi sembra un perno della cultura ebraica.

    Amos mi ha passato un .pdf sulla pilagshut, purtroppo in inglese e non posso tradurlo con il traduttore, per cui faccio una gran fatica a leggerlo (pigrizia vuole che piuttosto che prénne er vocabbolario me farei moncà le mani :D ).
    Forse lì c'era qualcosa che mi poteva essere utile, e dovrei trovare qualche pagina alternativa che dica le stesse cose ma su cui possa usare il traduttore per risparmiare del tempo.

    Allora non ho capito se

    - in contratto di matrimonio, se tradimento = adulterio
    - in contratto di fidanzamento, se tradimento = adulterio (se non ho capito male quanto dettomi da Amos nell'altro 3D)
    - in relazione di pilagshut (ma viene contrattualizzata in quale modo e resa pubblica?) se tradimento = che cosa? non adulterio ma un'altra cosa?
    - e fuori da queste era consentito intrattenere relazioni sessuali?
    - e come si comporta(va) la giurisprudenza a riguardo di esse e di eventuali figli?

    In pratica non sono riuscito a farmi una griglia, uno schema preciso.
    Vi è da dire che non è che mi sia impegnato, ho solo seguito le discussioni qui.
    Però forse non sono l'unico a non aver inquadrato bene lo schema.
     
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    È chiaro: il reato non è il tradimento morale (che è peraltro considerato deprecabile ed è possibile causa di divorzio per indegnità morale). Per configurare il reato di adulterio deve esserci unione fisica.
    In altri termini, dei soggetti che si danno piacere senza coito non incorrono nell’adulterio in senso legale ebraico
     
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    La discussione che ho aperto verte su questo specifico tema: qual è l’insegnamento del Gesù storico su ripudio, e che rilievo ha in ordine alla condotta del falso profeta?

    Che Gesù in qualche modo si sia pronunciato contro il divorzio mi sembra storicamente fondato: si tratta di un istituto previsto sia dalla Legge Ebraica che dalle legislazioni dei paesi pagani, quindi non vedo chi avrebbe dovuto inventare una tradizione del genere: non i Gentili divenuti cristiani, né i seguaci ebrei di Gesù.

    La mia personale opinione, per i cui dettagli rimando a quanto ho detto in apertura di discussione, è che il Nazoreo abbia predicato soltanto di non avvalersi del diritto di ripudio previsto dalla Torah, senza pronunciare alcuna valutazione in ordine alla condotta di chi invece decida di esercitare tale diritto. Ora, richiedere di non avvalersi di una facoltà prevista dalla Legge non è contro la Legge; si può dibattere sulla natura discutibile delle argomentazioni di Gesù a sostegno della sua posizione, ma invitare un marito a non ripudiare la propria moglie (o le proprie mogli, ricordiamoci che il contesto storico dell’antico Israele è poligamico) non è contrario alla Torah, salvo il caso particolare di adulterio della donna, dove la Torah Orale obbliga il marito a ripudiare la consorte (ma non sappiamo se Gesù accettasse la Torah Orale).

    Altra questione è l’ipotesi in cui Gesù abbia aggiunto, all’invito di non esercitare il diritto di ripudio, le seguenti affermazioni sanzionatorie:

    - Costituisce adulterio sposare una donna ripudiata
    -Costituisce adulterio ripudiare la propria moglie e sposarne un’altra

    Queste due frasi contestano invece la Torah, e se il Nazoreo le avesse veramente pronunciate,secondo l'Halakhah sarebbe senza dubbio da annoverare quale falso profeta,perché si sarebbe arrogato il diritto di modificare la Torah stessa.

    Per quanto attiene alla pericope di Matteo 5:32

    “Chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di rapporto sessuale illecito, la espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata (eccetto il caso di rapporto sessuale illecito), commette adulterio.”


    Ritengo come più probabile l’idea che si tratti di un intervento posteriore di un redattore il quale, avendo trovato nel testo in suo possesso il detto attribuito a Gesù “Chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio”, si sia preoccupato della sua incompatibilità rispetto alla Torah, e lo abbia modificato con l’inserzione “eccetto il caso di rapporto sessuale illecito”, al fine di portare, in qualche misura, questo insegnamento nell’alveo della possibile interpretazione dell’ “ervat davar” di Deuteronomio 24:1, e forse anche perché tale redattore era a conoscenza dell’obbligo di ripudiare la moglie adultera previsto dalla Torah Orale.


    Per quanto riguarda la posizione di Shammai, riporto il testo del Talmud- Gittin 90a:2

    MISHNA: La casa di Shammai dice: Un uomo non può divorziare da sua moglie a meno che non scopra che si è impegnata in una questione di rapporti sessuali proibiti [devar erva], cioè ha commesso adulterio o è sospettata di farlo, come è affermato: "Perché ha trovato in lei una cosa sconveniente [ervat davar], e le scrive un documento di divorzio" (Deuteronomio 24: 1).

    Dal testo non si evince se Shammai considerasse nullo il ripudio al di fuori del caso di rapporto sessuale proibito, ma è evidente che in questo caso lo considerava emesso in violazione della Legge (“Un uomo non può divorziare da sua moglie a meno che non scopra che si è impegnata in una questione di rapporti sessuali proibiti”)
     
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    אריאל פינטור

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    Devi ammettere che se un Maestro con un seguito pronunci un’affermazione cone quella in questione, ha un certo peso.
     
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    CITAZIONE (Negev @ 24/12/2017, 15:39) 
    Devi ammettere che se un Maestro con un seguito pronunci un’affermazione cone quella in questione, ha un certo peso.

    Hai sicuramente ragione.

    Ti dico di più: non condivido affatto l'esegesi di Gesù in questo caso,perché la previsione del divorzio a mio avviso non è stata certamente data "per la durezza del cuore", ma al contrario per offrire una adeguata regolamentazione legale ad un problema che trova la sua esistenza in tutte le società di ogni epoca.
    Tu poi sai meglio di me come la Legge Ebraica in materia sia molto, ma molto più ricca ed elaborata rispetto al mero testo del Pentateuco; se si consulta la Torah Orale si vede, ad esempio come la posizione della moglie sia ampiamente tutelata e protetta.

    La negazione del divorzio,presente nelle legislazioni dei paesi cristiani per moltissimo tempo, ha provocato solo enormi danni sociali e personali.

    Mi dispiace Gesù: sai che ti ammiro molto, ma per me in questo caso hai torto.
     
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    Domanda da ignorante:
    È permessa solo la poliginia o anche la poliandria?
    È possibile in ogni caso specificarne il "motivo"?
    Grazie mille
     
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    אריאל פינטור

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    Perdona tu l’iignoranza ma che intendi per poliginia e per poliandria? Un uomo che va con più donne e viceversa?
     
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    Si esatto, la poliginia sarebbe l'unione matrimoniale di un uomo con due o più donne.
    La poliandria il contrario.
     
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