Yediòt Ahronòt

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    אילון

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    Qualche anno fa, ho letto con grande stupore una notizia apparsa sul sito Yediòt Ahronòt: in Corea del Sud il Talmùd è diventato un libro obbligatorio in tutte le case. I coreani hanno spiegato che questa decisione è legata al fatto che, secondo loro, gli ebrei possiedono un’intelligenza particolare e sperano, attraverso lo studio del Talmùd, di poter diventare anche loro dei geni.
    I coreani hanno davvero scoperto uno dei nostri segreti? È questa la vera ragione per la quale numerosi Premi Nobel sono ebrei?
    Certamente si! Lo dice chiaramente la Torà: Poiché la Torà è la vostra intelligenza davanti ai popoli (Devarìm 4, 6).
    Il momento ideale per riflettere su questo argomento è Shavu'òt, che celebriamo questa sera, ricevendo di nuovo la Torà, come se fossimo ai piedi del Monte Sinày.
    Come ci sono arrivati i sud coreani, questa festa è l’occasione giusta per prenderne coscienza anche noi.

    Talvolta i gioielli più preziosi sono in casa, sotto i nostri occhi, e noi li cerchiamo altrove: l’erba del vicino è sempre più verde!
    Diventiamo anche noi Coreani e studiamo un po’ di Torà e Talmud ogni giorno!!!

    Kabalat haTorà besimkha ubepnimiut!
    Shlomo Bekhor
     
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    In evoluzione

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    Anche su wikepia nella pagina dedicata a “Religioni in Corea del Sud” viene citata questa cosa e si rimanda a due articoli.
    Per chi volesse leggerli (uno in inglese: www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4065672,00.html e l’altro in francese: http://www.tel-avivre.com/2013/05/17/les-s...ient-le-talmud/ ).
    Da quello che leggo non si tratta solo di provare a stimolare i neuroni con certe letture, ma anche di stimolare la coscienza, grazie al riconoscimento di valori comuni quali il senso della famiglia e il rispetto per gli anziani.
    Da una parte fa piacere leggere certe cose, dall’altra fa male. Quando scatta il confronto con noi che ancora dopo 2000 anni fatichiamo ad ammettere la partecipazione dell’ebraismo nel modellare in maniera positiva il pensiero occidentale, a “riconoscergli la paternità” di molti pensieri. Là studiano il Talmud e qui lo si bruciava e ancora c’è chi crede che siano testi pieni di odio e cose oscure, dire che è davvero uno spreco è dir poco.
     
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    Lo studio del Talmud come della Torah non può che sviluppare l'intelligenza, proprio perché è studio vivo.
    Non si impara solo a memoria un "dictat" in modo passivo e neppure si cerca di dimostrarlo valido a posteriori (cosa comunque stimolante per l'intelletto).
    No, si distrugge, poi costruisce, poi distrugge di nuovo. Ogni risposta ha senso solo in quanto inevitabile domanda per uno sviluppo successivo, sviluppo che deve anche tornare ai quesiti precedenti per smentire le risposte già acquisite.

    Shalom

    Edited by LvBv1983 - 31/5/2017, 13:04
     
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    In evoluzione

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    Credo di intuire quello che intendi, volendo fare una metafora potrei immaginare che stimolando il pensiero a “ramificare” le idee e le interpretazioni, si stimola parallelamente la ramificazione delle nostre connessioni neuronali.
    Non riesco a ricordare i testi di studio di quando ero bambina o i libri di narrativa adottati a scuola, ma di certo non ci facevano ragionare mai molto su quanto letto. La religione in cui sono nata è meglio lasciar stare, non credo che i dogmi aiutino in tal senso. Mia madre diceva sempre che il cervello è un po’ come un muscolo che va allenato costantemente e che se non lo usi si atrofizza. Chissà se fossimo stati stimolati maggiormente.
     
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