Poiché il Giudizio appartiene a D-o

tesi master UCEI di Negev

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  1. Abramo
     
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    Il Diritto delle minoranze


    Alle norme morali è riservato un posto centrale nel Tanakh. In esso è sottolineato che gli obblighi morali valgono per tutti i popoli e al Popolo di Israel furono aggiunte altre norme, soprattutto di carattere cultuale.
    Il principio di questa parità è ben evidente nell’ordinamento sociale dello straniero che vive in seno allo Stato ebraico.
    La riforma giuridica dello Stato di Israel del 1980 ha emesso il verdetto di adottare il diritto ebraico come diritto nazionale:

    מתוך עקרון אהבת האדם ושוויונו, בא פסק הדין לדון בעמדתה של מורשת ישראל ויחסה כלפי מיעוט לאומי או דתי המתגורר בחסותו של שלטון יהודי

    Traduzione:
    “Nel principio dell’altruismo e dell’uguaglianza, la sentenza viene a discutere della posizione del patrimonio culturale di Israel e la sua relazione con la minoranza popolare o religiosa che risiede sotto la protezione del governo ebraico”. (Menachem Elon; HaMishpat ha’Ivri, pag. 1561)

    Nel linguaggio comune, גר (Gher) è colui che abita un paese straniero, un immigrato. Nel linguaggio legale, è invece uno straniero che entra a far parte del popolo di Israel e si sottomette alle sue leggi.

    Gli ebrei erano gherim in terra d’Egitto e anche coloro che venivano ad abitare la Terra di Israel erano definiti gherim.

    וכי יגור אתך גר בארצכם לא תונו אתו כאזרח מכם יהיה לכם הגר הגר אתכם ואהבת לו כמוך כי גרים הייתם בארץ מצרים:

    Traduzione:
    “Quando abiterà, nella vostra terra, con te, un gher, non lo ingannerai, sarà considerato un cittadino come voi il gher che abita con voi e amerai (desidererai) per lui come per te, perché gherim eravate nella terra d’Egitto”.
    (Waykrà. 19,33-34)

    וגר לא תונה ולא תלחצנו כי גרים הייתם בארץ מצרים כל אלמנה ויתום לא תענון אם ענה תענה אתו כי אם צעק יצעק אלי שמע אשמע צעקתו וחרה אפי והרגתי אתכם בחרב והיו נשיכם אלמנות ובניכם יתמים

    Traduzione:
    “Non ingannerai il gher e non lo opprimerai, perché eravate gherim in terra d’Egitto. Non angariate ogni orfano o vedova. Se lo opprimerai con angherie ed egli griderà forte a me Io ascolterò molto attentamente il suo grido, tale da accendersi la mia ira che vi ucciderò con la spada, le vostre donne saranno vedove e i vostri figli orfani.”
    (Shemot 22,20-23)

    Il גר תושב (Gher Toshav), secondo Rav Meir, è colui che si è impegnato a non praticare il culto straniero.
    I Saggi invece, affermano che è colui che ha accettato di osservare tutte le mizwot della legge noachide.

    Egli appartiene ai “חסידי אומות העולם” (hasidè ummot ha’olam) e anche se non è circonciso viene accettato davanti ad un Bet Din di tre rabbini.
    (Rambam, issurè bià 14,7)
    E’ colui che riconosce che le mizwot noachidi erano già in vigore ancor prima del Matan Toràh ed in forza di questo fatto egli vi si sottomette.
    Chi invece decide di abitare insieme al popolo di Israel per ottenere qualche vantaggio, è semplicemente considerato un saggio dei goym.
    Egli si chiama gher toshav (da “ישב = risiedere), perché è permesso al Bet Din di autorizzarlo a risiedere presso il popolo di Israel.
    Anche per gli Ishmaeliti vale lo statuto di gher toshav, poiché è noto che non sono idolatri.
    E’ una mizwàh far risiedere il gher toshav dove egli ritenga vi sia un buon posto per lui, soprattutto laddove possa trovare un buon lavoro.
    E’ proibito farlo risiedere in periferia: egli dovrà ottenere una buona residenza all’interno (בקרבך) delle città, tranne che a Gerusalemme, la quale è riservata al Popolo per ragioni di sacralità. Si pensi, ad esempio, alle tre “regalim”, durante le quali la città è particolarmente affollata, per l’arrivo di ebrei provenienti da tutto Eretz Israel per i festeggiamenti (ai quali il gher toshav non è obbligato).

    Altra motivazione sta nel fatto che, che risiedendo in periferia, potrebbe allearsi con il nemico ed attaccare la città.
    Egli dovrà abitare insieme con il popolo di Israel ma non potrà costruire città proprie.
    Dovrà essere aiutato, affinché trovi il posto migliore per lui, in buona salute e con una buona פרנסה (parnassàh: sostentamento).

    E’ obbligo per ogni ebreo aiutare il gher toshav “לחיותו” (affinché egli viva), in ogni situazione di degrado o pericolo, alla pari di un cittadino ebreo.

    Se è malato dovrà essere aiutato, affinché riceva le dovute cure, come è scritto:

    וכי-ימוך אחיך ומטה ידו עמך והחזקת בו גר ותושב וחי עמך


    Traduzione:
    “Se il tuo fratello si impoverirà e la sua forza verrà meno, chi è con te, lo sosterrai, straniero o risiedente che vive con te”.
    (Waykrà 25,35)

    E’ un comandamento procurargli le cure gratuitamente ed è permesso trasgredire lo Shabbath per far nascere i suoi figli.
    Secondo Ramban questo è un comandamento positivo (Sefer haMizwot, 16).

    Tutto ciò che non è kasher per l’ebreo ed è kasher per il gher toshav, potrà da questi essere ricevuto in regalo.

    Secondo la Toràh, al gher toshav è permesso consumare carne non kasher, come è scritto:

    לא תאכלו כל נבלה לגר אשר בשעריך תתננה ואכלה או מכר לנכרי


    Traduzione:
    “Non mangerete animali non kasher, li donerai al gher che sta nelle tue città e li mangerà, oppure la venderai al nokrì”
    (Devarim 14,21)

    Non è permesso quindi vendere al gher toshav ma si potrà vendere al commerciante straniero di passaggio.
    Quando si presenta l’occasione di vendere il prodotto della terra ad un commerciante straniero di passaggio e vi è anche un gher toshav che lo richieda, questi ha la precedenza e non si potrà vendere a lui il prodotto, ma dovrà riceverlo in dono.
    E’ permesso vendere beni immobili al gher toshav e ci si dovrà comportare con lui con rispetto e gentilezza, come nei confronti dell’ebreo.

    La tzedaqàh offerta dal gher toshav appartiene ai poveri di Israel, dato che egli trae il suo nutrimento da Israel e dato che l’ebreo ha degli obblighi verso di lui.
    (Rambam, melachim, 10,12).

    E’ proibito abusare economicamente del gher toshav, anche nel caso che si tratti di un servo fuggito dal suo padrone. Colui che ne abusa trasgredisce il principio “lo tonennu” ( non lo ingannerai):

    עמך ישב בקרבך במקום אשר יבחר באחד שעריך בטוב לו לא תוננו


    Traduzione:
    “Con te risiederà, vicino a te, nel posto che sceglierà all’interno di una delle tue città, in modo che egli sia soddisfatto, non lo ingannerai”.
    (Devarim 23,17)

    Chi trattiene il salario del gher toshav contravviene all’obbligo di “lo ta’ashok”:

    לא תעשק שכיר עני ואביון מאחיך או מגרך אשר בארצך בשעריך ביומו תתן שכרו ולא תבוא עליו השמש כי עני הוא ואליו הוא נשא את נפשו ולא יקרא עליך אל ה׳ והיה בך חטא

    Traduzione:
    “Non deprederai il salariato povero e il nullatenente dei tuoi fratelli o dei residenti stranieri che abitano nel tuo paese, all’interno delle tue città. In giornata gli darai il suo salario, prima che tramonti il sole, perché egli, essendo povero, aspetta questo per mantenersi. Che non gridi ad HaShem contro di te e ti sia attribuita una trasgressione”.
    (Devarim 24,14)

    Il Tribunale ebraico ha l’obbligo di costituire dei Giudici che abbiano l’incarico speciale di giudicare secondo le sette mizwot di Noah, in quanto il gher toshav appartiene ad un’altra giurisdizione e richiede un’adeguata competenza. E’ possibile che tali Giudici appartengano alla classe del gher toshav, oppure che siano individui nominati dal Tribunale ebraico, specializzati su questa differente legislazione.
    (Rambam, Melachim 10,11).

    La costituzione di un Tribunale con la competenza della legge noachide è un obbligo primario della classe del gher toshav e, solo nel caso che questa non abbia la sufficiente capacità e competenza, interverrà il Tribunale ebraico per aiutare a raggiungere tale scopo.
    Si tratta di un concetto estremamente rivoluzionario, nell’ambito giuridico, che non trova riscontro neanche oggi, come allora, in nessun altro sistema giuridico al mondo. Nessuna nazione e nessuno stato permetterebbero, nei propri domini, la presenza di forme di giudizio, gestite da giudici e tribunali, altri che quelli istituzionali del paese sovrano.

    Nel caso vi sia una contesa fra un ebreo ed un gher toshav, il Tribunale di competenza è sempre quello del gher toshav. (Rambam, Melachim 10,12).

    Il servo ebreo non può vendersi al gher toshav, egli può vendersi ad un altro ebreo o al גר צדק (gher tzedeq), come è scritto:

    וכי ימוך אחיך עמך ונמכר לך לא תעבד בו עבדת עבד


    Traduzione:
    “Se il tuo fratello che è con te si impoverisce e si venderà a te, non gli farai fare lavori da servo”.
    (Waykrà 25,39)

    L’anno sabbatico non è in vigore per il gher toshav come non lo è per i goym in generale.

    מקץ שבע שנים תעשה שמטה וזה דבר השמטה שמוט כל בעל משה ידו אשר ישה ברעהו לא יגש את רעהו ואת אחיו כי קרא שמטה לה׳ את הנכרי תגש ואשר יהיה לך את אחיך תשמט ידך

    Traduzione:
    Alla fine di sette anni farai shemitàh. Questa è la shemitàh:
    ogni creditore che denuncia il pagamento del debito al suo prossimo, che vi rinunci e non obblighi il suo prossimo, perché egli è come suo fratello, dato che fu proclamato l’anno della shemità. Il Nokrì potrai obbligarlo, ma dovrai rinunciare a tutti gli obblighi verso il tuo fratello.
    (Devarim 15,1-3)

    Il gher toshav non ha l’obbligo di mangiare il Qorban Pesah ed è dunque proibito offrirglielo come è scritto:

    תושב ושכיר לא יאכל בו


    Traduzione:
    “Il residente e il commerciante non lo mangeranno”
    (Shemot 12,45)

    L’avvertimento di non consumare il Pesah è rivolto all’ebreo, affinché questi non inviti il gher a mangiarlo.
    Tale avvertimento non è affatto rivolto al gher toshav e se egli vuole mangiarlo, dovrà farsi circoncidere:

    וכי יגור אתך גר ועשה פסח לה׳ המול לו כל זכר ואז יקרב לעשתו והיה כאזרח הארץ


    Traduzione:
    “Quando uno straniero abiterà con te e farà il Pesah ad HaShem si circonciderà ogni maschio ed allora si avvicinerà a farlo e sarà considerato come un cittadino del Paese”.
    (Shemot 12,48)

    Divenendo così un “גר צדק” (Gher Tzedeq) e acquistando il diritto di cittadinanza.

    Il Din del Gher Toshav è a tutti gli effetti come il din del nokrì.
    Secondo l’halachàh, il gher toshav non ha l’obbligo di osservare lo Shabbat.
     
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