Poiché il Giudizio appartiene a D-o

tesi master UCEI di Negev

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    Moshèh e il significato del termine אלהים


    Queste due Toroth, questi due insegnamenti, secondo la tradizione ebraica, sono state trasmesse per mezzo di una catena di trasmissione che ha a capo un unico autore, Moshèh Rabbenu:

    משה קיבל תורה מסיניי, ומסרה ליהושוע, ויהושוע לזקנים, וזקנים לנביאים, ונביאים מסרוה לאנשי כנסת הגדולה

    Traduzione:
    “Moshèh ricevette Toràh dal Sinai e la consegnò a Yehoshua’, Yehoshua agli anziani, gli Anziani ai profeti e i profeti la consegnarono alle personalità della grande Knesset”.
    (Avot 1,1).

    Moshèh è definito “איש האלהים” (Ish haelohim) (Devarim 33,1).

    Secondo Rabi Ishmael אלהים(elohim) non è “qodesh”, ma “hol” (non è inteso in senso sacro, ma in senso ordinario). Il senso della coppia di termini “ish haelohim” è come intendevano i saggi del Midrash Tehilim: גברא דיינא (Gavra daiana: l’uomo giudice) ovvero la più alta personalità giuridica:

    אמר רבי אלעזר: מייסטרופולין היה משה שנאמר:״לא כן עבדי משה בכל ביתי נאמן הוא״. דבר אחר: איש האלהים גברא דיינא שנאמר: ״צדקת ה׳ עשה ומשפטיו עם ישראל״ שהיה אומר: ״יקוב הדין את ההר״ דבר אחר שהטיח דברים כנגד מדת הדין (…) ״איש האלהים״ שהכריע מדת הדין למדת הרחמים, הקב״ה אמר: ״אכנו בדבר ואורישנו״ ומשה אמר:״סלח נא לעון העם הזה כגודל חסדך״ וכתיב: ״ויאמר ה׳: סלחתי כדבריך״.

    Traduzione:
    “Così disse Rabi El’azar: Moshèh era un incaricato dal popolo, come fu detto: “Non così è il mio servo Moshèh, in tutta la mia casa egli è affidabile” (Bamidbar 12,7). Altra cosa: “Ish haelohim” significa: “l’uomo giudice”, come fu detto: ”Mise in pratica la giustizia di HaShem e i suoi giudizi con Israel” (Devarim 33,21); come egli diceva: ”Che il giudizio perfori i monti” (Sanhedrin 6b). Altra cosa: “Che mosse dure critiche alle misure della giustizia retributiva”. (…), “Ish haelohim” perché sottomise l’attributo della giustizia all’attributo della clemenza. Il Santo Benedetto Sia disse: “Lo colpirò con l’epidemia e lo espellerò” (Bamidbar 14,12). E Moshèh disse: ”Perdona, per favore, la trasgressione di questo popolo in conformità alla Tua grande clemenza” (Bamidbar 14,19); ed è scritto:” HaShem disse: “Ho perdonato conformemente alle tue parole” (Bamidbar 14,20).
    (Midrash Tehilim, 90,5)

    Nel Midrash Tehilim abbiamo il termine “מייסטרופולין” composto di “maistro” (incaricato) e “polin” (città, stato). Ma in un’altra edizione del Midrash abbiamo, al suo posto, il termine ”מטרפולין” con il senso di “città capitale”. Esso è composto di “matro” (madre) e “polin” (città o stato). Dunque “Ish metropolin” è l’alta personalità della città capitale, ovvero il capo di stato e la più alta autorità giuridica.

    Il diritto ebraico si basa su due poli, uno è la Legge e l’altro è l’Insegnamento. Essi furono entrambi consegnati a Moshèh nel Sinai ed egli è il Maestro per eccellenza: “Moshèh Rabbenu,” “Moshèh nostro Maestro”.
    Per osservare la legge, è necessario che il Popolo sia educato ed istruito e occorre che vi sia un corpo preposto a questo scopo.
    La Ghemaràh inoltre, parla di due incarichi importanti e complementari che erano affidati ai due condottieri del popolo di Israel. Da un lato vi è Moshèh che è il Giudice che giudica, senza aver timore di alcuno, il cui motto era:
    “יקוב הדין את ההר” (la giustizia perfora i monti) e dall’altro vi è Aharon, il quale non essendo un Giudice, ma il Cohen haGadol aveva il compito di curarsi della spiritualità del popolo:

    יקוב הדין את ההר שנאמר כי המשפט לאלהים הוא וכן משה היה אומר יקוב הדין את ההר אבל אהרן אוהב שלום ורודף שלום ומשים שלום בין אדם לחבירו שנאמר תורת אמת היתה בפיהו ועולה לא נמצא בשפתיו בשלום ובמישור הלך אתי ורבים השיב מעון

    Traduzione:
    “Ia Giustizia perfora i monti” come fu detto: Il giudizio appartiene a D-o (Devarim 1,17) e perciò Moshèh diceva che il giudizio perfora i monti, però Aharon amava la Pace e la perseguiva e metteva pace fra gli uomini, come fu detto: ”Un’istruzione di verità aveva nella sua bocca e non si trovava ingiustizia nelle sue labbra. Nella pace e nel diritto camminò con Me e a molti fece abbandonare la via della trasgressione (Malachì 2,6).
    (Sanhedrin 6b)

    Secondo invece “Sha’arè lashon”, “Ish haelohim” è da intendersi “l’uomo del giudizio” che, da come si evince dal Midrash Tehilim sopracitato, non è il tipo di Capo del potere giuridico esecutivo, che giudica solo secondo la norma scritta, come avviene nel giudizio dei popoli, ma che giudica anche secondo la מדת הרחמים (midat harahamim), l’attributo della clemenza. Giudicare secondo l’attributo della clemenza, significa mitigare il senso “granitico”, fisso ed inamovibile della Giustizia, per risalire alla Norma Morale Superiore da cui deriva una data legge. Così che il verdetto non sia rigido, tale che il Giudice sia obbligato a restare ancorato ad esso e, di conseguenza, da non poter emettere un verdetto equilibrato. E’ importante, nel diritto ebraico, tenere conto delle norme morali di base e della condizione dell’accusato, come vedremo in seguito.

    Così “Sha’arè lashon” commenta il Midrash Tehilim:

    במדרש הזה משמש אומנם הצירוף ״איש האלהים״ כתואר למשה אך לסומך ״האלהים״ מיוחס המשמע ״הדין, המשפט״ הווי אומר: איש האלהים = ״איש הדין״ בין שהוא משליט את מידת הדין במשפט בן שהוא מכניע אותה ומשליט עליה את מידת הרחמים. אין ספק שדרשה זו מושתתת על משמע התיבה [ה]אלהים כפי שהוא עולה מן הפשט או מפרשנות חזל לכמה כתובים במייוחד אלה:
    1. ״והגישו אדוניו אל האלהים״ (שמות כא,ו) — אצל הדיינים (מכילתא דרבי ישמעאל)
    2. ונקרב בעל הבית אל האלהים… עד האלהים יבוא דבר שניהם…אשר ירשיעון אלהים ישלם שנים לרעהו (שמות כב,ז-ח)

    Traduzione:
    “In questo Midrash la coppia “Ish haelohim”, a dire il vero, è usata come un attributo di Moshèh ma al secondo termine “haelohim” è attribuito il senso [giuridico] di “giudizio, giustizia”. Pertanto “Ish haelohim” è l’uomo del Giudizio, sia che egli, nel procedimento giudiziario, faccia prevalere l’attributo della Giustizia, sia che invece lo sopprima e faccia prevalere l’attributo della clemenza. Non vi è dubbio che questa interpretazione è basata sul significato del termine “elohim” come si evidenzia dal senso letterale, oppure dall’interpretazione dei saggi di alcune scritture, in particolare queste:

    1) “Il padrone lo presenterà a Elohim (Shemot 21,6) — presso i Giudici” (Mechilta derabi Ishmael, Talmud Yerushalmi, Qiddushin,1,2)

    2) “Il padrone di casa si rivolgerà all’Elohim…ci si presenterà all’Elohim con le due versioni dei fatti…secondo come decideranno Elohim [egli] pagherà il doppio al suo prossimo.
    (Sha’arè lashon, Volume I pag.275)

    Il Salmo 82 mostra i problemi delle Autorità, dei Capi di stato e dei Giudici che potrebbero manifestare la tendenza a privilegiare il ricco ed il potente e a tenere in scarso conto o a soggiogare i poveri, i deboli e gli indifesi. Il monito divino, espresso in questi versi, trasmette l’ideale di un governo giusto, che non abbia preferenze per i potenti e che salvi gli indifesi dalle oppressioni: l’ideale di una società perfetta. Riportiamo questa Tehilàh in ebraico, seguita dalla nostra traduzione e dalle interpretazioni tradizionali.

    מזמור לאסף
    אלהים נצב בעדת אל בקרב אלהים ישפט
    עד מתי תשפטו עול ופני רשעים תשאו סלה
    שפטו דל ויתום עני ורש הצדיקו
    פלטו דל ואביון מיד רשעים הצילו


    Traduzione:
    Mizhmor leAsaf
    Elohim presiede la commissione dei potenti, giudicherà in mezzo ai Giudici
    “Fino a quando giudicherete ingiustamente e avrete preferenza per i malvagi?
    Giudicate equamente l’indifeso e l’orfano e salvate il povero e l’afflitto.
    Lasciate vivere l’indifeso, che non ha nulla, salvatelo dalla mano dei malvagi”.
    (Tehilim 82,1-4)

    Il verbo הצדיקו di radice צדק ha qui il senso di salvare, come in quest’altro verso di Tehilim:

    “הודיע ה׳ ישועתו לעיני הגוים גלה צדקתו”


    “HaShem fece conoscere la Sua salvezza, ha rivelato la Sua salvezza davanti agli occhi dei popoli”.
    (Tehilim 98,2)


    E così afferma il Prof. Amos Chakham:

    “ולפי זה הדברים מכוונים למושלי העם בכלל, ולאו דוקא לשופטים הדיינים”.

    Traduzione:
    “In base a ciò le parole sono dirette ai governanti del popolo e non necessariamente ai giudici che giudicano”.
    (Da’at haMikrà, Tehilim 82,3, pag.88)

    Così commenta HaMalbim (Rabi Meïr Leibush ben Jehiel) questo capitolo di tehilim:

    הוסד נגד השופטים המטים משפט, וכפי סדר המזמורים נראה שגם שיר זה (כמו השיר שאח"ז) נתקן בימי יהושפט שהעמיד שופטים בכל עיר ועיר והזהיר אותם, דעו מה אתם עושים כי לא לאדם תשפטו כי לה' ועמכם בדבר המשפט, ועתה יהי פחד ה' עליכם (דה"ב י"ט):
    אלהים נצב בעדת אל - אלהים עומד בין הבעלי דינים והעדים הבאים למשפט שהם צריכים לעמוד, אלהים עומד עמהם, וגם בקרב אלהים ישפט - גם נמצא בין השופטים ושופט עמהם ומצייר ששופט בקרב אלהים, היינו בקרב לב השופטים נמצא דבר אלהים המזהיר אותם, ואומר להם: עד מתי תשפטו עול.

    Traduzione:
    “E’ stato stabilito contro i Giudici che deviano il giudizio e secondo l’ordine dei salmi, sembra che anche questo canto (come il canto successivo) sia stato composto ai tempi di Yoshafat, il quale nominò Giudici in ogni città e li avvertì: “Sappiate ciò che fate, perché non l’uomo voi giudicate, ma HaShem ed Egli è con voi nel corso del procedimento giudiziario ed ora che sia il timore di HaShem su di voi”.
    “Elohim presiede la commissione dei potenti “(Tehilim 82,1): Elohim sta in piedi fra le parti in causa e i testimoni che vengono in giudizio. Essi devono stare in piedi e Elohim sta in piedi con loro. “Giudicherà in mezzo ai Giudici” (Tehilim 82,1). Egli sta anche fra i Giudici e giudica in mezzo a loro. L’atto del giudicare in mezzo ai giudici, descrive che Egli giudica in mezzo agli Elohim, cioè a dire che nel cuore dei Giudici vi è la parola di Elohim, che li avverte e dice loro: “Fino a quando giudicherete in modo ingiusto?”



    L’applicazione del diritto ebraico, nella nazione ebraica, è alla base del Patto fra D-o ed il Suo popolo. Un Giudice che emetta un verdetto giusto e veritiero fa sì che la shekinàh stia in mezzo a Israel:

    אמר רבי שמואל בר נחמני אמר רבי יונתן כל דיין שדן דין אמת לאמיתו משרה שכינה בישראל שנאמר: אלהים נצב בעדת אל בקרב אלהים ישפוט

    Traduzione:
    “Disse Rabi Shemuel bar Nachmani, disse Rabi Yonathan: ogni Giudice che giudica secondo giudizio veritiero, fa posare la Shekhinàh in Israel, come è detto: “Elohim presiede la commissione dei Potenti, giudicherà in mezzo ai Giudici”. (Salmo 82,1)
    (Sanhedrin 7a)

    In questa pagina talmudica del trattato Sanhedrin, viene citato il salmo 82, il quale presenta D-o che presiede la commissione del Gran Sinedrio ed Egli stesso giudica in mezzo ai Giudici.

    Dalle fonti citate appare chiaro che nella tradizione ebraica il termine “Elohim” è inteso in senso strettamente giuridico e non soltanto religioso.
    Vero è che, per definizione, Hashem è אלהי האלהים “Elohè haElohim”, ossia “Giudice dei Giudici” e Legislatore Supremo, ma anche il giudice, il legislatore e il governatore umano sono “elohim”, in quanto rappresentanti umani della Somma Legislazione.

    Nota: ogni capitolo è raggiungibile attraverso l'Indice del primo post, pian piano ogni voce sarà trasformata in link.

    Shalom

    Edited by Abramo - 29/5/2016, 07:53
     
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23 replies since 25/5/2016, 08:41   3859 views
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