LA BIBBIA GRECA, ANTIDOTO AL TALMUD

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  1. Cecca
     
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    senti qui che disamina!


    LA BIBBIA GRECA, ANTIDOTO AL TALMUD
    Maurizio Blondet 18 luglio 2015 61



    Fra i giudei di Alessandria folgorati di Ellenismo, Filone è il caso più impressionante. Di potente famiglia, fu nel 40 d. C. nella delegazione che gli ebrei alessandrini inviarono all’imperatore Caligola per lamentarsi del governatore Flacco (per una volta la lobby fallì: Flacco rimase al suo posto). Doveva allora essere un sessantenne; era dunque un colto e maturo signore quando Gesù concludeva sulla croce la sua missione terrena. Se l’ha saputo, è più che probabile; ma nulla risulta dai suoi scritti.

    Il suoi scritti sono numerosi; ovviamente, tutti in greco. Sono tutti dediti all’esegesi delle Sacre Scritture: che Filone – si prega notare – conosceva solo in greco, la Bibbia dei Settanta; si sarebbe stupito a sentir parlare di testi “masoretici”. E’ il primo grande commentatore dell’Antico Testamento: una specie di talmudista, se vogliamo, ma neoplatonico – differenza essenziale. Come i suoi correligionari, Artapano o Aristobulo, anche Filone sostenne la tesi che i grandi filosofi greci, Platone, Aristotile, avevano plagiato Mosé: avevano letto di nascosto la Torah (il Pentateuco, che si asseriva scritto da Mosè) e ne avevano ricavato le verità di cui si vantavano nelle loro opere. Più intelligente però di loro, però, Filone si dedicò a dimostrare l’assunto – secondo lo spirito di Atene. Imbevuto di spirito ellenico, la sua “lettura” della Bibbia segue il metodo usato dagli stoici per commentare Omero: quello dell’integrazione allegorica. La narrazioni “storiche” sono prese come metafore di quel che Dio ha voluto comunicare agli uomini. A tutti gli uomini, si noti, non solo agli ebrei. Filone non può se non mettere in sordina l’etnicismo ebraico, il rozzo antropomorfismo, la fede nella letteralità degli eventi; fuga in Egitto, traversata nel deserto, conquista della terra promessa, sono per lui allegorie di conquiste interiori e superiori.

    Facciamola breve: dò qualche esempio del suo metodo [1 Gli esempi li ricavo da Andè Paul, “Jésus Christ, la rupture”, Bayard 2001.]

    . Prendiamo l’evento in cui Genesi narra come il servo inviato da Abramo a cercare una moglie (della sua famiglia…) per Isacco, identifica Rebecca come la prescelta dal fatto che questa, con somma bontà, gli dà acqua da bere dalla sua brocca.

    “…E’ detto: Ella (Rebecca), discese alla fonte alla fonte, riempì l’anfora e risalì (Gn 22,16). Questa fonte è la Sophia divina, alla quale bevono le scienze particolari e tutte le anime di contemplazione, che son possedute dall’amore per la perfezione” (Filone, De fuga et inventione, 195).

    Quel pozzo beduino per uomini e cammelli, che la Bibbia descrive così concreta – prego di rileggervi il 22 – sarebbe la Sophia, la ateniese Sapienza. Capite in che clima eleva le narrative ebraiche, il Filone. Oltretutto, ci dice che Sophia è per “tutte le anime contemplative”; non solo per gli ebrei. In un altro libro (De confusione linguarum, 41) commenterà il Genesi 42,11 in questo modo:

    “Quando intendo coloro che dicono: ‘Siamo tutti figli di un solo uomo, siamo uomini di pace’ (Gn 42,11, appunto) sono colmo di ammirazione davanti all’armonioso concerto di parole. Volentieri direi loro: ‘Nobili fratelli, come non sareste pronti a detestare la guerra ed amare la pace, voi che siete iscritti sotto il nome di un unico e medesimo padre? Padre non mortale ma immortale, l’uomo di Dio che, in quanto Logos dell’Eterno, non può che essere lui stesso che imperituro (aphtartos)?”. Inaudito: qui un ebreo parla degli altri uomini come fratelli, e di Dio come universale salvatore e soccorritore di tutti gli uomini, atttraverso il Logos…

    Altro esempio: l’Esodo (16). Nel deserto, gli ebrei non hanno da mangiare e mormorano contro Mosè che li ha trascinati nell’avventura: com’erano buone le cipolle egiziane! Dal cielo scende la manna. A tutta prima gli ebrei non pensano affatto a mangiarla; glielo deve dire Mosé, il condottiero, che è una cosa commestibile.

    Sentiamo Filone: “Quando gli israeliti ebbero cercato ciò che nutriva l’anima – “in effetti non sapevano cosa fosse, dice Mosé” (Esodo 16,15) – appresero e scoprirono che è la Parola di Dio (in greco: rhéma Théou), il Logos divino: tutte le forme di istruzione e di saggezza ne sprizzano, inesauribili. Questo è il nutrimento celeste; è rivelato dalle Scritture in questi termini: Ecco, io faccio piovere per voi pane dal cielo. In realtà, è la Sophia eterea che Dio distilla dall’alto sugli spiriti dotati ed amici della contemplazione”.

    Sicuramente conscio che il YHVH etnico ed esclusivista faceva una spiacevole figura nella cultura greca, il neoplatonico ebreo giungerà a scrivere: “Esamina a fondo se realmente ci sono due Dei. Perché è detto: ‘Io sono il Dio che ti è apparso’ non già nel mio luogo, ma ‘nel luogo di Dio’, come se fosse il luogo di un altro (…) Nel caso presente, la Parola sacra (hieròs Logos) designa il vero Dio con l’articolo: ‘Io sono il Dio’ e il Dio chiamato così senza l’articolo: ‘Colui che è apparso nel luogo’ non del Dio, ma semplicemente ‘di’ Dio. Chiama Dio il suo Logos più venerabile”. E’ quel Dio, aggiunge, che “non ha nome proprio se non per abuso di linguaggio. Perché è nella natura di Colui-che-è di non per essere nominato, ma solo di Essere” (De somniis, I, 228-e seguenti).
    Sensazionale Filone Ebreo

    Subito dopo, ecco un’affermazione sensazionale: “Come continuare a stupirsi che Dio si faccia simile a un angelo, dal momento che per soccorrere quelli che ne hanno bisogno, può prendere la forma d’uomo?” .

    Si resta senza fiato: Filone adombra due divinità, anzi la stessa divinità è due; la seconda è il Logos; e può prendere forma umana…Si tenga presente che Filone sta commentando una sola riga di Genesi 31,13: quella dove Giacobbe riceve in sogno la visita di “un angelo”, che gli dice: “Io sono il Dio di Bethel, dove tu hai unto una stele e mi hai fatto un voto” . Si riconosce la capziosità puntigliosa che gli esegeti ebraici sfoggeranno senza limiti cervellotici nel Talmud. Ma quale Talmud avrebbero dati i savii rabbini ebrei, se avessero continuato sulla linea di Filone!

    Non ricorderò gli infiniti passi in cui i talmudisti s’ingegnano a “leggere” la sacra parola come in modo da far dire alla Legge il contrario di quel che afferma. Mi limito a un solo esempio che basta a rendere lo spirito. Genesi 22 racconta come Abramo, ricevuta da Dio il comando di sacrificare il suo unico figlio maschio Isacco, con la morte nel cuore sale al monte con una fascina per il rogo caricata sull’asino e due servi. Arrivato ai piedi del monte, “disse ai suoi servi: voi restate qui con l’asino, mentre io col ragazzo salirò ad adorare” [2 “ In un commento a questo brano, il talmud racconta di come Abramo, dopo l’intervento di Dio, se la prese moltissimo con lui, accusandolo di avergli chiesto una cosa assurda. Abramo disse di avere superato la prova e chiese a Dio, in cambio, di perdonare qualunque peccato sarebbe stato commesso dai discendenti d Isacco. Dio, vergognandosi per cià che aveva chiesto ad Abramo, acconsentì”].

    Ebbene: da questa riga, i talmudisti traggono la conclusione che i non ebrei (i servi) sono come l’asino, animali parlanti. Zoologicamente inferiori. Dio non estende ad essi la sua promessa di salvezza. «Il gentile è escluso, perché non è nostro prossimo» ( Trattato Baba Kamma 37b). «Gente simile agli asini, schiavi che si considerano proprietà del padrone» (Trattato Kethuboth, 111°) Ne segue che, nel Regno futuro, il non ebreo sarà trattato come uno schiavo, “e notte e giorno non li lascerai riposare” (Sanhedrin, 58b): non avranno nemmeno il diritto di riposare il Sabato. Ne consegue che la proprietà dei non ebrei è “come terra deserta e non reclamata, l’ebreo che la occupa per primo ne diventa padrone» (Baba Bathra, folio 54b). Il che è proprio ciò che fanno oggi ai palestinesi, e vogliono fare a tutta l’umanità quando YHVH darà loro il Regno di questo mondo.

    Di Logos, costoro, nella Bibbia non ne hanno trovato una briciola.

    Ora, quale delle due letture della Bibbia è la più legittima? Quale la più capziosamente abusiva? I talmudisti hanno rigettato deliberatamente la grecità. Ma si è tentati di supporre che la lettura “alta” di Filone, sia nell’occhio del lettore imbevuto fino al midollo di ellenismo. E’ lui che vede nella manna Sophia, e nella parola di Dio il Logos? In generale, la bellezza e bontà, la divinità della Bibbia è forse nell’occhio di chi la legge?

    Il dubbio mi è stato sciolto di recente da un profondo articolo di Michael Jones, il filosofo cattolico americano [3 Michael Jones, “Ethnos need Logos”, Culture Wars, june 2015] .



    Sì, dice Jones, il concetto che si chiama “Logos” è entrato nella storia coi greci. Più o meno da quando Anassagora, un presocratico ,quarto secolo a. C., proclamò che il “Nous” governa il mondo. Il “Nous” significa “la mente”: c’è una intelligenza che amministra il mondo, un “intelligent design”. E’ la scoperta che appassionò i greci; i dialoghi di Platone evocano lo stupore con cui, in piazza o sotto un albero, tracciando linee e cerchi sulle polvere, risolvevano discutendo teoremi di geometria. La geometria era la prova che dietro le cose si nascondeva un sapientissimo Nous, una intelligenza; il Logos. Oggi, i vocabolari ci dicono che “logos” significa “parola”. E’ giusto ma insufficente. Ricordiamo che si era allora in un mondo che non conosceva la lettura mentale [4 Il primo uomo di cui sappiamo che adottò la lettura mentale fu Ambrogio di Milano. Sant’Agostino, che lo vide leggere senza muovere le labbra, ne fu così impressionato da segnalare il fatto nei suoi scritti] , dove perciò ”parola recitata” e “pensiero” sono tutt’uno; e discussione, scoperta dialettica del vero, erano la stessa cosa. Attenzione: il motivo per cui Socrate cominciò la sua missione di interrogare i passanti con domande scomode, veniva da questo: era scandalizzato che la Parola potesse essere usata per dire menzogne: ciò che facevano i sofisti, insegnando a far prevalere il “discorso falso” sul vero, e facendosi pagare per questo (nella carriera politica lo trovavano utile). Non doveva esser così, per Socrate: ed usò la parola per smascherare il discorso falso. Era la riaffermazione del Logos – Parola – nella sua pienezza: verità. Non ci renderemo mai conto di come fossero elettrizzati da scoperte come, diciamo, il teorema di Pitagora. Incredibile, ma se sai la misura dei due cateti di un tirangolo rettangolo, e disegni due quadrati su di essi…il quadrato che disegni all’ipotenusa è la somma dei due. E’ il segno che una Intelligenza è nascosta sotto, agisce e governa ciò che sembra casuale.

    Il punto è che il teorema di Pitagora non è proprietà dei greci, come YHVH era proprietà degli ebrei. Una volta scoperta, la verità del teorema (ma anche ogni verità) vale e serve anche ai cinesi ed è utile agli egizi. Non c’è copyright. La verità – il Logos – l’hanno scoperta i greci ma è un patrimonio universale. Filone giungerà a far balenare che la Verità può prendere forma d’uomo. Prima che Filone morisse, foorse evangelista Giovanni già stava forse scrivendo che il Logos s’era incarnato, ed era un tal Gesù, galileo, che guariva i malati e dava la vista ai ciechi.

    “Da quel momento” – scrive Jones – “la storia umana è legata all’incorporazione cristiana del Logos”. Persino Hegel – Hegel! – riconosce in qualche modo che il Logos, lo Spirito nella storia agente, è cristiano. Persino Croce: non possiamo non dirci cristiani. I cattolici di fede sanno e fanno di più: offrono a tutti quella Verità, mostrano che ora che il Logos e Cristo, “non c’è più né giudeo né greco”.

    Per questo Benedetto XVI, nel suo celebre (e famigerato) discorso di Regenburg, ha detto: “L’incontro tra il messaggio biblico e il pensiero greco non è avvenuto per caso. (…) La fede biblica ha incontrato il meglio del pensiero greco ad un livello profondo, da cui è venuto un mutiuo aricchirsi, evidente nella ultima letteratura sapienziale”. E ha aggiunto, proprio a proposito della Bibbia dei Settanta: “ Un profondo incontro di fede e ragione ha luogo qui, un incontro tra illuminismo genuino e religione. Dal profondo cuore della fede cristiana, e allo stesso tempo dal cuore del pensiero greco adesso unito alla fede, Manuele II Paleologo poté dire: ‘Nessun atto ‘con Logos’ è contrario alla natura di Dio’. Ciò significa che il Logos, lungi dall’essere un’escrescenza culturale, è parte della natura d i Dio e, quindi, parte della creazione. L’Europeo è nato in un mondo che è radicalmente ragionevole, radicalmente logico, perché questo mondo rispecchia la mente di Dio; il quale agisce in modo che talvolta superano quanto l’umana ragione può capire, ma mai in modi che contraddicono la ragione”.

    Bellissimo discorso. Dopo il quale ci si sarebbe aspettati la frase seguente: “Ragion per cui io Benedetto, rivestito dell’autorità di Sommo Pontefice e vicario di Cristo, dichiaro che la Chiesa cattolica romana adotta la Bibbia greca dei Settanta come unico testo divinamente ispirato. Di conseguenza vieto l’uso liturgico di tutte le Bibie “concordate” con giudei e protestanti , tutte le Bibbie masoretiche e simili documenti falsi e posteriori”. Come sapete la frase non è stata pronunciata. E il caro Benedetto s’è anche dimesso. Resterà nella storia dei nostri tempi perigliosi come il Papa che vide il vero e il bene, ma gli parve indelicato ordinarlo.


    www.maurizioblondet.it/la-bibbia-greca-antidoto-al-talmud/
     
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    La lettura si accompagna in modo favoloso con questa:

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    Come dire: ti fa sentire così contestualizzato che quando hai finito e vai in bagno a specchiarti ti aspetti di vedere baffetti e riga da una parte.
     
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  3. fabio aste
     
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    ...anche la Bibbia Gotica è un ottimo antidoto :)
     
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    Oggi mi è stato segnalato questo articolo antisemita e nonostante non sia degno della minima considerazione, ma che nemmeno meriterebbe una risposta, data la segnalazione evidenziamo alcune parti:

    CITAZIONE (Cecca @ 8/12/2015, 10:52) 
    Ebbene: da questa riga, i talmudisti traggono la conclusione che i non ebrei (i servi) sono come l’asino, animali parlanti. Zoologicamente inferiori. Dio non estende ad essi la sua promessa di salvezza. «Il gentile è escluso, perché non è nostro prossimo» ( Trattato Baba Kamma 37b). «Gente simile agli asini, schiavi che si considerano proprietà del padrone» (Trattato Kethuboth, 111°)

    Al contrario di quanto scrive questo tale, la halachàh, la legge ebraica, che è l'unica a determinare la condotta degli ebrei, dice invece che l'ebreo deve amare il non-ebreo come se stesso, ovvero deve desiderare per lui tutto il bene allo stesso modo come egli lo desidera per se stesso (ואהבת לו כמוך). Non entro nel merito delle citazioni di cui sopra, perché la faziosità è ben evidente nella falsità e contraffazione delle citazioni che seguono:

    CITAZIONE
    Ne segue che, nel Regno futuro, il non ebreo sarà trattato come uno schiavo, “e notte e giorno non li lascerai riposare” (Sanhedrin, 58b): non avranno nemmeno il diritto di riposare il Sabato.

    la parte fra virgolette altro non è che una citazione di Genesi 8:22, che riporto in ebraico:
    ויום ולילה--לא ישבותו
    Facciamo ora tradurre ad una versione cattolica:
    C.E.I.:
    Genesi 8:22

    Finché durerà la terra,
    seme e messe,
    freddo e caldo,
    estate e inverno,
    giorno e notte
    non cesseranno»
    .

    Mentre l'articolo riporta invece la seguente traduzione, riferendola falsamente ai non-ebrei, invece che al susseguirsi del giorno e della notte: “e notte e giorno non li lascerai riposare” (Sanhedrin, 58b) Invertendo anche la sequenza: giorno-notte e non rendendosi nemmeno conto che si trattava di una citazione biblica.

    CITAZIONE
    Ne consegue che la proprietà dei non ebrei è “come terra deserta e non reclamata, l’ebreo che la occupa per primo ne diventa padrone» (Baba Bathra, folio 54b).

    Anche qui una faziosità e falsità incredibile. La discussione talmudica in questione si riferisce ad un ebreo che aveva già acquistato un terreno da un non-ebreo. Un altro ebreo, vedendo il terreno incurato, si mise a lavorare quella terra ancor prima dell'acquisto. Si discute quale dei due ebrei ha la precedenza all'acquisto, il primo che si mise già a lavorare oppure chi ha già acquistato il terreno avvalendosi della sola formalità d'acquisto? Si avanza il fatto che il non-ebreo non aveva pagato le tasse al re e quindi della dubbia validità della compra-vendita. A questo punto nella contesa viene fatto notare: ma tu cosa pensi che Shemuel dice che le proprietà dei non-ebrei sono come il deserto e chiunque le detiene ha la precedenza?
    (מאי דעתיך דאמר שמואל נכסי <עובד כוכבים> {גוי} הרי הן כמדבר וכל המחזיק בהם זכה)
    Con questo modo di dire si voleva evidenziare la complessità dell'acquisto da un non-ebreo che non aveva pagato le tasse al re. Ma la contesa qui riguarda due ebrei, il non-ebreo ha già ricevuto il suo denaro ed è già uscito di scena.

    Molti passi talmudici presi di mira dagli antisemiti sono affermazioni fatte nel corso di dispute mentre si stava discutendo ed analizzando questioni legali. Bastano piccole modifiche per contraffarle per poi far leva alla concezione di testo sacro alla cristiana, che pensa che il Talmud sia il testo sacro degli ebrei. La religione, qui però non c'entra nulla.

    CITAZIONE
    Il che è proprio ciò che fanno oggi ai palestinesi, e vogliono fare a tutta l’umanità quando YHVH darà loro il Regno di questo mondo.

    Queste parole a sfondo fortemente antisemita si commentano da sole.

    Shalom
     
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    Abramo , ti ringrazio immensamente di questo tuo intervento .


    Infatti , se a te appaiono immediati e lampanti le assurdità scritte , non così

    ai frequentatori del WEB .... e post come il tuo sopra sono di aiuto decisivo

    per chiarire la situazione .

    Ti chiedo anzi di perseverare .

    Io rimango sempre più atterrito da quanto sia insidioso e insistente

    un antisemitismo che opera con articoli come quello presentato sopra .


    zio ot
     
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  6. Cecca
     
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    CITAZIONE (Cecca @ 8/12/2015, 10:52) 
    senti qui che disamina!

    non pensavo che il post potesse essere frainteso.

    Ovviamente l'ho definito "disamina" in modo ironico, intendendo ovviamente l'esatto contrario, e cioè che è un bel cumolo di idiozie.

    Era qui per ridere di quanto possa essere idiota certa gente.
     
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    CITAZIONE (Cecca @ 5/2/2016, 01:18) 
    non pensavo che il post potesse essere frainteso.

    Ovviamente l'ho definito "disamina" in modo ironico, intendendo ovviamente l'esatto contrario, e cioè che è un bel cumolo di idiozie.

    Era qui per ridere di quanto possa essere idiota certa gente.

    Dai, che il "disamina" fosse ironico era fatto gargantuesco! xD
    Purtroppo mi sono ritrovato a dover ribattere davvero a simili passa parola. Le tue risposte Abramo, ti ringrazio, saranno molto preziose.
    Quindi grazie per questo thread anche a te Cecca.
     
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  8. Lea Sgarbi
     
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    @Cecca
    Quali sono esattamente le idiozie? E cosa è stato frainteso?
    D'accordo per quanto riguarda il trafiletto delle citazioni, nessuna infatti corrisponde. Ma per il resto quanto le tue idee divergono da quelle di questo articolo?
     
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  9. Lea Sgarbi
     
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    CITAZIONE (Abramo @ 2/2/2016, 04:14) 
    Con questo modo di dire si voleva evidenziare la complessità dell'acquisto da un non-ebreo che non aveva pagato le tasse al re. Ma la contesa qui riguarda due ebrei, il non-ebreo ha già ricevuto il suo denaro ed è già uscito di scena.

    Ciao Avraham, aggiungo, tanto per evidenziare il grado di faziosità di questo articolo, che qui sono gli ebrei ad essere discriminati non i goyym. Questa discussione talmudica dice anche che il goy, una volta ricevuto il denaro, cessa di essere il proprietario, ma per l'ebreo non è sufficiente il principio di acquisto con la sola ricevuta di pagamento effettuato. L'ebreo diviene proprietario solo dopo aver ricevuto l'atto di proprietà dal re. In tutto il periodo che intercorre, fra pagamento avvenuto del goy e l'arrivo del documento da parte del re, la terra è come se fosse un deserto perché non ha proprietario. L'ebreo richia di perdere la proprietà che ha comprato.
     
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    Bravissima. Abbiamo bisogno di persone come te in questo forum. Per quanto riguarda le citazioni antisemite, c'è una discussione qui sul forum, con un lungo articolo pieno di false citazioni come queste. Ci vorrebbe una confutazione una per una.

    Shalom

    ps. sarebbe gradita una tua presentazione nella sezione apposita.
     
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    CITAZIONE (Abramo @ 7/2/2016, 08:37) 
    Per quanto riguarda le citazioni antisemite, c'è una discussione qui sul forum, con un lungo articolo pieno di false citazioni come queste. Ci vorrebbe una confutazione una per una.

    Riporto intanto una affrettata traduzione, dove ho omesso le citazioni in ebraico per agevolarne la formattazione,
    di un breve passaggio di un saggio scritto e pubblicato dall'ADL dal titolo "Il Talmud nella polemica anti-semita".


    Prefazione



    Recentemente c'è stato un rinnovarsi di attacchi contro l'ebraismo e gli ebrei attraverso il riciclaggio di vecchie accuse e distorsioni sul Talmud. Questi attacchi anti talmudici si sono originariamente sviluppati nel Medioevo nel cristianesimo in polemica contro il giudaismo ma oggi vengono utilizzati da musulmani e da fonti secolari.
    A volte questi "studi" hanno toni palesemente antisemiti; a volte sono più sottili.
    Eppure tutti loro rimangono oggi falsi e perniciosi come nel Medioevo.
    A causa della loro sfortunata frequente ricomparsa vi è la necessità di respingere formalmente queste accuse e infamità. La Lega Antidiffamazione ha sviluppato il seguente saggio che spiega in modo onesto gli insegnamenti talmudici come sono intesi dalla religione ebraica

    ...

    Le accuse


    A. I non ebrei come non umani

    Probabilmente l'affermazione di più vasta portata da parte dei polemisti anti-Talmud è che l'ebraismo veda i non-ebrei come una specie subumana che merita solo odio e disprezzo
    Sostengono che vi è un odio viscerale degli ebrei verso i non ebrei e che questo è dimostrato da una serie di affermazioni contenute nel Talmud e dalla legge ebraica, dove si incoraggiano gli ebrei a sfruttare, attraverso attività criminali, i loro vicini non ebrei . Molti arrivano al punto di affermare che gli ebrei siano intenti a soggiogare i non-ebrei in tutto il mondo e a commettere genocidi contro di loro.

    Nella sua lunga storia l'ebraismo ha avuto la sua quota di bigotti, razzisti e xenofobi, alcuni dei
    quali hanno espresso i loro pregiudizi in termini religiosi. In certi periodi storici vi sono state anche sette ebraiche nella cui visione del mondo gli ebrei, per valore intrinseco, erano superiori rispetto ai non-ebrei. Ma nella normativa ebraica non è mai diminuita l'umanità, e la concomitante santità, derivata dalla dottrina della creazione in imago Dei allo stesso modo di ebrei e non ebrei
    Sulla base di versi biblici come Genesi 1: 26-28 il principio che tutti gli uomini e le donne sono creati a immagine di Dio è codificata nella Mishnah (Avot 3,14) e nel Talmud (Avot 9b)
    "[Rabbi Akiva] used to say, “Beloved is man, for he was created in God’s image; and the
    fact that God made it known that man was created in His image is indicative of an even
    greater love. As the verse states (Genesis 9:6), ‘In the image of God, man was created.’)”


    Questa dottrina fa eco uno dei grandi rabbini del ventesimo secolo, il rabbino Joseph
    B. Soloveitchik (Man of Faith in the Modern World, p. 74):

    Anche se l'Ebreo è animato dalla sua esclusiva alleanza sinaitica con Dio ad incarnare
    e preservare gli insegnamenti della Torah, egli è mosso dalla convinzione che tutta
    l'umanità, di qualsiasi colore o credo, è "a sua immagine" ed è in possesso di una
    intrinseca dignità umana, egli sa che la singolarità dell'uomo deriva dal "[Dio] soffiò nelle sue narici, al momento della creazione" (Genesi 2: 7).
    Quindi, facciamo parte nella esperienza storica universale e la provvidenza di Dio abbraccia tutta l'umanità.


    Di fronte a queste dottrine che esprimono la stessa preoccupazione per gli uomini e le donne di tutte le religioni, i tentativi antisemiti di ritrarre la normativo del giudaismo come bigotta e
    odiosa si rivelano come profonde distorsioni dell'etica ebraica.
    Essi sostengono, ad esempio, che il termine ebraico goy (pl. goyim), che si riferisce ai non ebrei, significa "mucca" o "animale". In realtà, tuttavia, il termine significa "membro di una nazione" (vedi ad esempio Genesi 35:11, Isaia 2: 4) e non ha alcuna connotazione dispregiativa.
    La Bibbia definisce anche ebrei come 'goy' (Esodo 19: 6), ma attraverso i millenni è diventato un termine generico per "Gentile". Naturalmente, come i termini utilizzati per qualsiasi altro gruppo etnico, il contesto e il tono di cui si parla o scrive è in grado di renderlo peggiorativo (si pensi alla storia della parola "Ebreo"), ma ciò si può applicare difficilmente al termine nella letteratura ebraica classica.

    Un'accusa insultante anche più grave viene fatta quando gli antisemiti sostengono che la legge ebraica imponga o consenta agli ebrei, se praticabile, di uccidere i non-ebrei. A sostegno di questa affermazione i polemisti citano un passaggio del Talmud di Gerusalemme
    riferito al nome di R. Simeone b. Yochai (metà del II secolo C.E.) che "Il meglio dei non-ebrei dovrebbero essere uccisi."
    Ma nella tradizione ebraica questa dichiarazione è riferita solo ad una situazione in cui gli ebrei sono in guerra; in tali occasioni, secondo R. Simeone , lo stato (?) di un avversario non ebreo non deve essere preso in considerazione, la guerra non può essere condotta con mezze misure. R. Simeone si riferisce al tempo di guerra dove si è svolta la storia della sua vita, egli ha vissuto in mezzo alle persecuzioni adrianee della seconda secolo C.E. e ha partecipato alla rivolta di Bar Kochba contro Roma. Ma ancora più importante, tuttavia, è che in ogni successiva citazione della dichiarazione di R. Simeone la dottrina ebraica riporta le parole "in tempo di guerra" Eppure questi polemisti continuano a citare il passaggio del Talmud di Gerusalemme nel tentativo di sollevare sospetti sugli ebrei contemporanei segretamente comandati a uccidere i loro vicini non ebrei.
    ...

    A seguire ci sarebbero

    B. Child Molestation
    C. Kol Nidrei and Jewish Truthfulness
    D. Non-Jews and the Study of Torah
    E. Jesus and Balaam

    ...
    L'altro forum sarebbe stato più adatto a questo argomento, che ne dite di provare a rispolverarlo?

    Edited by ashkenazi - 8/2/2016, 14:15
     
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10 replies since 8/12/2015, 10:52   717 views
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