LA MORTALITA' DI ADAMO

Prima della trasgressione Adamo ed Eva erano immortali?

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  1. franceski
     
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    Salve a tutti!

    Secondo voi Perché Dio, dando la proibizione di toccare l’albero della conoscenza del bene e del male, disse che altrimenti sarebbero morti? Significa che sarebbero diventati mortali? Allora prima erano immortali? Oppure voleva dire che sarebbero morti subito?
     
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    CITAZIONE (franceski @ 2/12/2015, 07:39) 
    Salve a tutti!

    Secondo voi Perché Dio, dando la proibizione di toccare l’albero della conoscenza del bene e del male, disse che altrimenti sarebbero morti? Significa che sarebbero diventati mortali? Allora prima erano immortali? Oppure voleva dire che sarebbero morti subito?

    Shalom. Mi permetto di risponderti, anche se non sono ebreo.
    Adamo ed Eva non dovevano morire. Erano stati creati per vivere per sempre. Trasgredendo l' unico comando sono poi morti, come Dio aveva detto loro che sarebbe successo, ma non subito. Invecchiarono gradatamente, come succede anche a noi, suoi discendenti. Adamo morì a 930 anni. (Genesi 5:5).

    Edited by Bloccoporta - 3/12/2015, 14:51
     
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  3. fabio aste
     
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    la mia interpretazione personale di questo non è tanto che fossero immortali ed ora non lo siamo più, quanto proprio che allontanandosi da D-o, per scelta, per diventare Divinità di se stessi, hanno fatto un tutt'uno della vita con l'esistenza "materiale", da questo coincide che la vita è legata indissolubilmente al corpo, decaduta la "materia" = fine della vita = morte = oblio assoluto = fine di tutto = interruttore che si gira in off = ___________________________________________

    da cui il terrore panico della fine del corpo, della morte, che, se ci pensiamo bene, è (essa Morte della materia e terrore conseguente) l'unico vero motore dell'umanità da tempo immemorabile.

    Leggasi, ad esempio : il Libro di Qoélet.

    Edited by fabio aste - 21/12/2015, 14:36
     
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    La spiegazione più accreditata è quella legata al secondo albero, ovvero l'Albero della Vita.. ma lascio sia un "esperto" ad esportela =)

    Posso anticiparti tuttavia che pare sia stato un " atto di misericordia" (oltre che di previdenza) proibire l'immortalità.
     
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  5. Aramaico1
     
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    Per me è semplice. Se mangi muori....se non mangi ...non muori.
    L'argomento Adamo lo conosceva perchè vedeva gli animali morire....
     
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  6. bgb4
     
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    Secondo me, quando Dio parlò di morte intese dare una informazione comprensibile all'uomo e alla donna e di conseguenza la mortalità era non solo una caratteristica della vita anche di allora ma una caratteristica che aveva già dato prova di esistere.
    bgb
     
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  7. Aramaico1
     
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    ....resta il fatto che...se non avessero mangiato non sarebbero morti....
    Rashi dice che Eva dopo aver mangiato ne diede ad Adamo perchè diversamente una volta morta, lui, avrebbe sposato un altra donna.....
     
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    Poi io avevo detto riguardo Adamo ed Eva:

    Se non avessero trasgredito non sarebbero morti, il che vuol dire che erano fisicamente perfetti, e ciò include anche la mente, che non li portava a peccare.

    E Lea ha detto a riguardo:

    Sarebbero morti lo stesso. Non sono stati creati immortali. L'immortalità è un concetto non biblico.

    Sinceramente capisco diversamente da ciò che dice Genesi. Dio disse ad Adamo che se avesse mangiato del frutto dell’albero sarebbe morto (Genesi 2:17). Che senso avrebbe avuto questa frase se Adamo fosse morto lo stesso? E sicuramente non si riferiva ad un limite minore di tempo, perché dice solo che sarebbe morto. Ed Adamo è vissuto 930 anni...
    Infatti è solo dopo che i due hanno trasgredito che Dio dice loro che sarebbero ritornati polvere, non prima (Genesi 3:11,19). Quella era quindi la conseguenza del peccato.
     
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    Pur senza dire niente su Adamo , per non appesantire il mio intervento, vorrei se mi e' permesso dire qualcosa un merito all'assunto di Lea che il concetto di immortalita' non sarebbe biblico.
    Io credo che qualsiasi uomo rinchiude in se stesso almeno il desiderio di immortalita' e quindi anche l'uomo biblico non potrebbe fare eccezione.
    Nella misura in cui e'vero che in qualche pagina biblica troviamo traccia di una speranza nella risurrezione possiamo dedurre che si stava anche sperando in un imnortalita'.
    Si si e'sperato di resuscitare credo che sia per non morire mai più.

    Tutto qui. Vi ripasso la palla e scusate.

    Edited by Maurizio 1 - 22/12/2019, 16:50
     
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  10. Lea Sgarbi
     
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    Non è "l'assunto di Lea", ma il senso letterale logico e l'interpretazione ebraica. Vedasi Giuseppe Flavio.
     
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    Se permetti avrei un paio di domande:
    Prendiamo una frase come questa:
    "ora non vorrei che porgesse la mano, e pigliasse anche dell’albero della vita, e ne mangiasse, ed avesse a viver sempre."
    (Gen 3:2 Trad. italiana di Shemuel David Luzzatto)
    Il senso logico e letterale non ci fa capire che l'uomo doveva vivere per sempre?
    E inoltre in riguardo al tuo invito ad andare a leggere Giuseppe Flavio:
    Ma non e' proprio lui che ci informa che alla sua epoca l'ebraismo era diviso in varie scuole di pensiero tra le quali vi era chi (esseni e farisei) credeva nell'immortalita' dell'anima?

    Edited by Maurizio 1 - 24/12/2019, 14:32
     
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  12. Lea Sgarbi
     
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    Il testo non dice "vivere sempre", l'ebraico le'olam designa una vita lunga, non vita eterna. Nel tanach non c'è il concetto di eternità e non c'è nemmeno una parola ebraica per descriverla.
    In quanto a Giuseppe Flavio, mi riferivo alla sua interpretazione di questi versi di Genesi. Prima leggili e poi ne riparliamo.
     
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    Ok ho letto Giuseppe Flavio.
    Concorda con te in riguardo alla punizione come accorciamento della vita.
    Ma perche dobbiamo farlo assurgere a punto di riferimento unico per l'interpretazione di Genesi ?
    Perche' invece non prendiamo in considerazione l'interpretazione di qualche rabbino?

    Rav Alfonso Arbib nei suoi video di commento alla Genesi che si trovano su youtube dice questo:

    "Una conseguenza della punizione che segue al peccato di Adamo ed Eva e' che l'uomo non vive piu' in eterno.
    In conseguenza alla trasgressione Dio che "l'uomo e' diventato come uno di noi nel conoscere il bene e il male e potrebbe mangiare dall'albero della vita e vivere in eterno" e quindi mette degli angeli che devono custodire la strada che porta all'albero della vita.
    L'uomo ha mangiato dall'albero della conoscenza del bene e del male quindi gli viene proibito di mangiare dall'albero della vita.
    Dal che si dedurrebbe che l'albero della vita prima era permesso.
    Questa punizione era stata gia' preannunciata all'uomo quando gli viene detto che in caso avesse mangiato dall'albero della conoscenza sarebbe morto.
    Di solito quando Dio dice "se mangi morirai"noi lo capiamo come una condanna a morte, invece potrebbe essere interpretatato come l'introduzione della morte, cioe' la morte non c'era prima e dopo viene introdotta, quindi in realta' l'uomo questa punizione la subisce, la subisce con il fatto che diventa un essere mortale.
    In realta' il problema e' capire, in generale che senso hanno le punizioni.
    La torah e' piena di punizioni, pero abbiamo un'idea fondamentale nella nella tradizione ebraica, l'idea che la punizione non e' una vendetta, quindi "sei stato cattivo e devi morire" non e' una punizione come intesa nella tradizione.
    la punizione e un tikkun. la punizione serve a aggiustare, serve a riparare.
    la domanda e' in che modo la morte ad esempio serve a riparare, che senso ha parlare di una punizione come la morte, che e' qualcosa di definitivo e distruttivo.
    mentre una punizione in vita possiamo dire che serve a riparare, la morte non e' una pena che puo' redimere.
    In realta' vedremo che non e' cosi, anche la morte puo' essere una punizione che serve a riparare.
    Il problema e che nel modo pdi pensare comune la morte e' qualcosa di definitivo, mentre nella tradizione ebraica la morte non e' la fine di tutto..."

    poi il discorso prosegue parlando dell'olam haba (mondo a venire)


    La domanda alla fine e' questa.
    Se una persona dello spessore di Rav Arbib legge il versetto in questo modo:
    "l'uomo e' diventato come uno di noi nel conoscere il bene e il male e potrebbe mangiare dall'albero della vita e vivere in eterno"
    Non vuol dire perlomeno che linguisticamente entrambe le traduzioni sono possibili ? (viva in eterno / viva molto a lungo)

    Edited by leviticus - 16/1/2020, 11:43
     
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  14. Lea Sgarbi
     
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    Ti dicevo proprio di approfondire da solo perché io non posso aiutare chi ha dubbi su quanto ho scritto se poi non trova riscontri nella letteratura a disposizione su internet.
    Il problema è che sei andato a cercare nell'ambiente ebraico religioso invece di quello accademico, questo è il tuo problema. Ti chiedo per favore il link di questo video attribuito ad un rabbino, tanto per sentire cosa dice esattamente perché è noto che chi proviene da una cultura diversa ha tendenza a fraintendere le cose ebraiche.
    In ogni modo è sbagliato: 'olam non significa mai eternità, non può essere intesa la vita eterna.
     
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    Io pensavo di essere andato a attingere agli insegnamenti tradizionali dell'ebraismo seppur me li riporta un rabbino.
    Non ho idea di come si possa fare a distinguere tra un interpretazione o un tramandamento religioso e uno non religioso.

    Comunque quello che ho riportato e cio' che dice Rav Arbib più o meno tra il decimo e il quindicesimo minuto

     
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