CAIFA potè essere il nonno di Giuseppe Flavio?

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  1. sapremo
     
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    Caifa potè essere il nonno di Giuseppe Flavio?


    dallo studio di Emilio Salsi qui
    www.vangeliestoria.eu/approfondimento.asp?ID=45
    (non so se altri abbiano fatto uno studio simile...)
    risulta che:


    in Ant di Giuseppe Flavio,
    la mancanza del patronimico accanto al nome di un sommo sacerdote,
    e precisamente del sommo sacerdote Caifa,
    sarebbe voluta
    (e viene colta come l'unica mancanza in questi scritti di scritti di GF, chefarebbe insospettire di più)

    ricordiamo che si tratta del Caifa che avrebbe processato Gesù (in un processo avvenuto davanti ai sacerdoti _secondo quanto raccontato nel Vangelo_)

    la mancanza di cui sopra, la avrebbero voluto i copisti cristiani che ad un certo punto vollero omettere tale patronimico nelle loro copie, che invece potrebbe essere stato presente nella prima stesura dell'autore

    e questo perchè, con una ricostruzione realistica che un lettore ingegnoso avrebbe potuto attuare (la si può leggere sempre nella pagina sopra indicata; ricostruzione sempre che ha come autore Salsi), si sarebbe potuto ricostruire, già a quei tempi, che Flavio Giuseppe a quel punto sarebbe potuto essere anche il nipote del sommo sacerdote Caifa (Caifa, cioè, ne era il nonno)

    e se GF fosse stato il nipote di Caifa, sicuramente avrebbe conosciuto bene i fatti di quel tempo e gli atti del sinedrio, dice Salsi

    ed a quel punto, se un processo a Gesù davanti ai sacerdoti ci fosse veramente stato (il famoso processo appunto tra Gesù e Caifa...), Giuseppe Flavio nei suoi scritti, ne avrebbe sicuramente parlato, dice sempre Salsi

    e i copisti, sempre secondo Salsi, notararono invece che GF... non ne aveva mai parlato nelle sue opere, neanche un pò...

    ed allora decisero, nei libri che stavano copiando, di togliere il patronimico a Caifa (rendendo impossiible, ripetiamo, a quel punto, la ricostruzione della parentela con GF);
    perchè?
    perchè a quel punto, avrebbero potuto far ricondurre il fatto che GF non riportò mai nessuna notizia del processo nei suoi scritti ad una semplice ed ammissibile non conoscenza del fatto
    (una non conoscenza da parte di GF, che se fosse stato parente di Caifa, sarebbe stata difficile da ritenere, cioè prima o poi, da grande, avrebbe saputo
    cosa aveva fatto il nonno...)

    e potendo a questo punto, i copisti cristiani, far passare con più tranquillità, l'esistenza del processo a Gesù (anomalo, davanti ai sacerdoti, di notte, etc.) raccontato nei Vangeli, un processo che per Salsi è naturalmente ritenuto invece una pura invenzione

    aggiungendo, Salsi, che non solo questo processo davanti ai sacerdoti non ci fu mai, ma che Gesù dovette essere diventato anche bell' e pericoloso per la sicurezza, perchè fu direttamente processato e condannato dalle ufficiali autorità giudicanti romane e non da autorità religiose ebraiche
    (testo di Salsi sintetizzato "... una volta catturato, non sarebbe mai stato rinviato ad alcun tribunale: il Legatus Augusti, dall'alto della magistratura nella quale fu insignito, lo avrebbe crocefisso direttamente, in quanto capo di ribelli sediziosi contro la sovranità di Roma ...")

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    Domanda:
    cosa ne pensate?

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    Alcuni estratti dello studio di Salsi:




    Il nostro scriba Giuseppe, ligio ai suoi doveri di storico, trasmise ai posteri tutti i nominativi dei Sommi Sacerdoti del Tempio che presiedettero il Sinedrio, i quali, per l’ecumene degli Ebrei di allora, erano equivalenti al Papa di oggi dei cattolici. Lo fece riportando, come d’obbligo, il nome del padre di ognuno di loro … tranne uno: quello di “Giuseppe che fu chiamato Caifa” (Ant. XVIII 35).


    ... TAGLIO...


    “Giuseppe, che fu chiamato Caifa”, proclamato Sommo Sacerdote dal Prefetto Valerio Grato il 18 d.C. (Ant. XVIII 35).

    ... TAGLIO...


    Le accuse da parte dello storico Giuseppe Flavio al potente capo sovversivo Giuda di Gamala sono troppo ricorrenti … come per i suoi figli, che conosce tutti, rimarcandone la discendenza.
    Perchè? Le risposte potrebbero essere molte, ipotetiche, ma una sola è la più realistica: Giuseppe figlio di (bar) Mattia, appartenente alla più elevata famiglia sacerdotale di Gerusalemme, era parente di quella dinastia di Farisei zeloti (tra cui Giuda di Gamala, ndr), Dottori della Legge (Rabbini), di “grande potere”, tramite sua madre discendente dagli Asmonei.
    Dice lo storico:
    “Da noi l’eccellenza della stirpe trova conferma nell’appartenenza all’ordine sacerdotale. La mia famiglia non solo discende da sacerdoti, ma addirittura dalla prima delle ventiquattro classi che già di per sé è un segno di distinzione, e, all’interno di questa, dalla più illustre delle tribù. Inoltre, da parte di madre, sono imparentato con la famiglia reale, giacché i discendenti di Asmoneo (i Maccabei), dei quali lei è nipote, detennero per lungo tempo il sommo sacerdozio e il regno del nostro popolo. Questa è la mia genealogia, e la esporrò. Nostro bisavolo fu Simone il Balbuziente, visse al tempo di colui che per primo tra i sommi sacerdoti ebbe nome Ircano. Simone il Balbuziente ebbe nove figli, dei quali uno, Mattia, chiamato figlio d'Efeo, prese in moglie una figlia del Sommo Sacerdote Gionata, il primo fra gli Asmonei a rivestire il sommo acerdozio e fratello del Sommo Sacerdote Simone. Durante il primo anno del regno di Ircano, a Mattia, figlio d'Efeo, nacque un figlio: Mattia detto il Gobbo. Da costui, nel nono anno del regno di Alessandra, nacque Giuseppe, e da Giuseppe nacque Mattia, nel decimo anno del regno di Archelao (6 d.C., anno del censimento di Quirinio), infine, da Mattia nacqui io, il primo anno del regno di Gaio Cesare (37 d.C.)” (Bios 1,1-4).

    Prima il nonno “Giuseppe”, poi suo padre Mattia e infine lui, Giuseppe Flavio ... ma, suo nonno, "Giuseppe" … non sarà stato per caso il "Giuseppe detto Caifa" che, come Sommo Sacerdote del Sinedrio, secondo i vangeli, si dette tanto da fare per accusare “Gesù” ?

    Lo scrittore definisce la sua “una stirpe sacerdotale di eccellenza … la prima delle ventiquattro classi sacerdotali”… si, “Giuseppe detto Caifa” sembrerebbe avere tutti i requisiti per essere il nonno di Giuseppe Flavio e quindi genero di Anano, i cui figli maschi diverranno tutti Sommi Sacerdoti; infatti, quando l’ultimo di essi, anch’egli di nome Anano, verrà ucciso dai rivoluzionari, egli se ne dispererà come per la perdita di un caro amico o parente. Anano è "Anna" (italianizzato) e, stando ai vangeli, era suocero del Sommo Sacerdote del Tempio, Caifa: assieme furono i grandi accusatori del Salvatore.

    Era consuetudine da parte dei sacerdoti del Tempio sposare le figlie di altri sacerdoti della stessa casta per rafforzare il potere dinastico e politico. Hanno conosciuto e frequentato Giuda di Gàmala, prima, e i suoi figli, dopo; “Dottori potenti” (Rabbini), discendenti dagli Asmonei, pretendenti al “trono di Davide”, ma di una corrente politico religiosa estremista e indipendentista (quella facente capo a Giuda di Gamala, ndr) cui aderirono altri Farisei zeloti, e anticonservatori. Dal tempo del censimento in poi, si sono ritrovati su posizioni politico religiose contrapposte, veri e propri nemici, e certamente vittime gli uni degli altri: nazionalisti rivoluzionari da una parte e conservatori filoromani dall'altra.


    insomma, andando indietro nel ramo del padre si incontra Caifa;
    andando indietro nel ramo della madre si incontra Giuda di Gamala
    (ndr)



    ... TAGLIO...


    Il nonno e il padre di Giuseppe Flavio erano sicuramente presenti nel Sinedrio quando fu crocefisso “Gesù” ... ma qualcun altro prima di noi, preso atto della sua appartenenza alla casta sacerdotale più aristocratica di Gerusalemme, deve essere giunto alla stessa conclusione. Le eminenze grigie erano consapevoli che, se Caifa fosse stato il nonno di Giuseppe, simile risultanza avrebbe obbligato lo storico a riferire dettagliatamente l'Atto del Sinedrio relativo al "processo al Messia Gesù"; fatto che sappiamo non essere avvenuto ma, tale "vuoto" avrebbe contraddetto i vangeli, i quali difatti ne parlano approfonditamente ed a chiare lettere. L'inesistente "processo a Gesù", per il modo superficiale con cui fu ideato dagli evangelisti, rischiava di essere smascherato: gli oscuri prelati sapevano che quel giudizio non poté mai avvenire. Erano certi che un suddito dell'Impero, a capo di ribelli sediziosi contro la sovranità di Roma, pur essendo riuscito a sopraffare la guarnigione militare di stanza a Gerusalemme e farsi proclamare Re della Giudea, un territorio dell'Imperatore, avrebbe scatenato la reazione delle legioni romane. Di conseguenza, una volta sconfitto e catturato, non sarebbe mai stato rinviato ad alcun tribunale: il Legatus Augusti, dall'alto della magistratura nella quale fu insignito, lo avrebbe crocefisso direttamente facendo morire il capo degli Zeloti fra i più atroci tormenti fino all'ultimo istante di vita.


    Edited by sapremo - 18/7/2013, 15:34
     
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