Giacobbe e l'Angelo

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  1. Alessandro977
     
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    Quindi, vediamo se ho capito,

    sia nell'analisi di Veritas che in quella di Lithops il significato (o meglio, i significati, visto che non credo siano eguali) di questo passo sarebbe puramente allegorico, mutuato o no da altre religioni e culture.
    E a questo punto non vedo nessun motivo per ricercare una continuitą narrativa col resto della storia. Un'allegoria č un'allegoria uno la piazza dove vuole e nella forma che vuole e poi continua col racconto.
    Semmai ci possiamo interrogare sul significato..

    Nella spiegazione talmudica riportata da Negev invece cambia tutto,
    se quest'uomo č semplicemente un uomo, un messaggero di Esał e non un emissario divino, tutto torna e il racconto fila con una sua logica.
    Il fratello, ancora adirato con Giacobbe, invia nella notte un sicario che lo trova presso il fiume. Giacobbe, avvertendo il pericolo, allontana tutti, e una volta solo affronta il nemico, non per strappargli una benedizione (e non fa strano che poi si faccia pure benedire) ma per difendersi.
    Giusto?
    La confusione starebbe nel termine "malach", emissario, spesso riferita a un emissario divino, e quindi tradotto come angelo, mentre qua si tratta evidentemente di un uomo (come anche nella traduzione CEI) che pure viene per conto di un uomo, Esał.
    Correggetemi se sbaglio.

    A questo punto perņ ci sono altre domande:

    Perchč il sicario, oltre a dirgli che ha combattuto con gli uomini, gli dice che ha combattuto anche con Dio?

    E per quale motivo diventa cosķ importante il colpo al nervo sciatico e il nome Israele che, secondo questa lettura, gli sarebbe dato da questo poco raccomandabile emissario-sicario di Esaś?


    Grazie mille
    Alessandro.
     
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144 replies since 11/9/2012, 02:19   7177 views
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