Giacobbe e l'Angelo

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    Buongiorno a tutti (o, vista l'ora, meglio, buona notte)
    Questo è il primo messaggio nel forum da cui negli ultimi mesi ho letto e, spero, imparato tanto.

    Curioso, da ateo(?) perplesso, mi sono accostato da qualche tempo alla lettura (studio mi pare eccessivo) dei testi sacri e, ovviamente, questo ha generato in me molte più domande che risposte. Ma non mi perdo d'animo e continuo nell'interminabile viaggio che spero mi porti, se non al messaggio, almeno ad una maggior comprensione di quel che leggo.

    Ed ecco qua le mie prime domande.
    Vertono sul passo della Genesi che racconta della lotta di Giacobbe con l'Angelo (che tante volte ho visto in rappresentazioni pittoriche)

    ...Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora... (CEI)

    Qua si parla di un uomo (che spunta apparentemente dal nulla) e con, cui senza troppe presentazioni o giri di parole e senza evidenti motivi d'offesa, Giacobbe ingaggia improvvisamente una lotta che lo coinvolge fino al mattino con l'unico, pare, obbiettivo di strappargli una benedizione.

    Immagino che il passo sia di fondamentale importanza visto che poi è proprio quest'uomo, poco dopo, a cambiare il suo nome in Israele

    ...Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!»...

    Ma appunto,

    chi è quest'uomo?
    da dove arriva?
    da cosa si evince che è un angelo (messaggero)?
    Giacobbe evidentemente lo riconosce ma perché quest'improvvisa e furibonda lotta?
    se il suo obiettivo è quello di strappargli una benedizione, perché attaccarlo?
    o è l'uomo che attacca lui?

    Questo passo oltretutto pare non aver nulla a che fare col resto del racconto in cui è narrato il ritorno di Giacobbe dal fratello.
    Compare dal niente e sparisce poco dopo senza aggiungere apparentemente nulla alla vicenda se non il nuovo nome, Israele, e il fatto Giacobbe ne esce claudicante (dal che ne deduco la fondamentale importanza).

    Vi ringrazio anticipatamente per qualunque risposta vogliate darmi e mi scuso se ho commesso degli errori nell'introdurre questo messaggio.

    Alessandro
     
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  2. Veritas
     
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    CITAZIONE (Alessandro977 @ 11/9/2012, 03:19) 
    Buongiorno a tutti (o, vista l'ora, meglio, buona notte)
    Questo è il primo messaggio nel forum da cui negli ultimi mesi ho letto e, spero, imparato tanto.

    Curioso, da ateo(?) perplesso, mi sono accostato da qualche tempo alla lettura (studio mi pare eccessivo) dei testi sacri e, ovviamente, questo ha generato in me molte più domande che risposte. Ma non mi perdo d'animo e continuo nell'interminabile viaggio che spero mi porti, se non al messaggio, almeno ad una maggior comprensione di quel che leggo.

    Ed ecco qua le mie prime domande.
    Vertono sul passo della Genesi che racconta della lotta di Giacobbe con l'Angelo (che tante volte ho visto in rappresentazioni pittoriche)

    ...Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora... (CEI)

    Qua si parla di un uomo (che spunta apparentemente dal nulla) e con, cui senza troppe presentazioni o giri di parole e senza evidenti motivi d'offesa, Giacobbe ingaggia improvvisamente una lotta che lo coinvolge fino al mattino con l'unico, pare, obbiettivo di strappargli una benedizione.

    Immagino che il passo sia di fondamentale importanza visto che poi è proprio quest'uomo, poco dopo, a cambiare il suo nome in Israele

    ...Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!»...

    Ma appunto,

    chi è quest'uomo?
    da dove arriva?
    da cosa si evince che è un angelo (messaggero)?
    Giacobbe evidentemente lo riconosce ma perché quest'improvvisa e furibonda lotta?
    se il suo obiettivo è quello di strappargli una benedizione, perché attaccarlo?
    o è l'uomo che attacca lui?

    Questo passo oltretutto pare non aver nulla a che fare col resto del racconto in cui è narrato il ritorno di Giacobbe dal fratello.
    Compare dal niente e sparisce poco dopo senza aggiungere apparentemente nulla alla vicenda se non il nuovo nome, Israele, e il fatto Giacobbe ne esce claudicante (dal che ne deduco la fondamentale importanza).

    Vi ringrazio anticipatamente per qualunque risposta vogliate darmi e mi scuso se ho commesso degli errori nell'introdurre questo messaggio.

    Alessandro
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    Ciao!

    Hai toccato un tasto molto 'inquietante', almeno per quella parte del mondo rabbinico che conosce la verità e se la tramanda, presumo oralmente o attraverso documenti 'secretati' ai più, di generazione in generazione, da tempi remotissimi: praticamente dal VII secolo a.c., quando, con la riforma monoteistica del re giudaico Giosia (da cui il termine 'giudaismo' per la nuova religione), la verità connessa a questo importante aspetto venne 'affossata' per sempre, visto che era del tutto inconciliabile con la riforma monoteistica, imposta tra lacrime e sangue dalle autorità politico-religiose della Gerusalemme del tempo. (in pratica, accadrà la stessa cosa con il catto-cristianesimo, circa 8 secoli dopo la riforma di Giosia)

    Nella sostanza, quella di Giacobbe che combatte di NOTTE con un uomo, che alla fine si rivela essere D-o stesso, è una mera ALLEGORIA o 'favola allegorica', che servì ai riformatori 'giosiani' per mistificare la 'verità' storica: in pratica una leggenda mitologica, di dominio pubblico prima dell'avvento del re Giosia e della sua riforma monoteistica, la quale ebbe origine nel tessuto dell'antica società egizia: matrice, almeno in parte, di quella ebraica.

    Tale 'inconfessabile' verità contemplava il fatto che NON era assolutamente Giacobbe che combatteva con D-o, ma era quest'ultimo che, di NOTTE, combatteva con determinati esseri 'mostruosi'!... Per afferrare bene tutta la verità, è assolutamente necessario erudirsi, almeno per lo stretto necessario, circa la mitologia egizia ed il suo caratteristico pantheon.

    Con tutta probabilità, a tale leggenda era legata anche quella del 'SERVO SOFFERENTE' (v. Isaia), il quale venne identificato arbitrariamente con il 'popolo eletto' da parte dei giudei dell'antichità (sempre dopo la riforma di Giosia), e con il 'Messia' catto-cristiano (cioè Gesù di Nazareth) da parte dei 'padri' falsari delle origini!


    Saluti


    Veritas

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  3. Lithops
     
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    Molto interessante, Alessandro :)

    ...io, deviando da discorsi "occulti", o "alieni"...interpreto così:

    ...per riconoscere l'unico D-o, per scoprire il Monoteismo occorre passare per la sua assoluta negazione,
    secondo me il Monoteismo richiede una immersione nell'ateismo (=Lotta con D-o) ed un confronto con l'idolatria, il culto riservato alla moltitudine di finti "dei": statuette...ecc...ecc....(=lotta con gli uomini)

    Mia libera interpretazione di fantasia, si intende :)
     
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  4. Ditocorto
     
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    CITAZIONE (Lithops @ 11/9/2012, 14:57) 
    Molto interessante, Alessandro :)

    ...io, deviando da discorsi "occulti", o "alieni"...interpreto così:

    ...per riconoscere l'unico D-o, per scoprire il Monoteismo occorre passare per la sua assoluta negazione,
    secondo me il Monoteismo richiede una immersione nell'ateismo (=Lotta con D-o) ed un confronto con l'idolatria, il culto riservato alla moltitudine di finti "dei": statuette...ecc...ecc....(=lotta con gli uomini)

    Mia libera interpretazione di fantasia, si intende :)

    bellissima interpretazione, del tipo ''tesi antitesi sintesi'' di hegeliana memoria. Peccato che il tutto sia da considerare, al vaglio della scienza post-moderna, del tutto una favola.
     
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  5. Lithops
     
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    CITAZIONE (Ditocorto @ 11/9/2012, 17:15) 
    CITAZIONE (Lithops @ 11/9/2012, 14:57) 
    Molto interessante, Alessandro :)

    ...io, deviando da discorsi "occulti", o "alieni"...interpreto così:

    ...per riconoscere l'unico D-o, per scoprire il Monoteismo occorre passare per la sua assoluta negazione,
    secondo me il Monoteismo richiede una immersione nell'ateismo (=Lotta con D-o) ed un confronto con l'idolatria, il culto riservato alla moltitudine di finti "dei": statuette...ecc...ecc....(=lotta con gli uomini)

    Mia libera interpretazione di fantasia, si intende :)

    bellissima interpretazione, del tipo ''tesi antitesi sintesi'' di hegeliana memoria. Peccato che il tutto sia da considerare, al vaglio della scienza post-moderna, del tutto una favola.

    :D Grazie!...e quanto è attendibile questo "vaglio della scienza post-moderna"?
     
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    אריאל פינטור

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    chi è quest'uomo?
    da dove arriva?
    da cosa si evince che è un angelo (messaggero)?
    Giacobbe evidentemente lo riconosce ma perché quest'improvvisa e furibonda lotta?
    se il suo obiettivo è quello di strappargli una benedizione, perché attaccarlo?
    o è l'uomo che attacca lui?

    Il personaggio è un uomo e non un essere spirituale.
    Il termine ebraico usato è "malach" che vuol dire "emissario, messaggero".
    Si tratta di un emissario di Esaù che ha il compito di impedire a Giacobbe di varcare il fiume e di prendere possesso del territorio. Dopo la strenua lotta l'inviato di Esaù è costretto a soccombere e a riconoscere la supremazia anche territoriale di Giacobbe. Questa è la spiegazione talmudica dell'evento. non si tratta di nessun evento soprannaturale, ma di un vero e proprio sicario che deve cercare di eliminare Giacobbe
     
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  7. Ditocorto
     
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    CITAZIONE (Lithops @ 11/9/2012, 18:23) 
    CITAZIONE (Ditocorto @ 11/9/2012, 17:15) 
    bellissima interpretazione, del tipo ''tesi antitesi sintesi'' di hegeliana memoria. Peccato che il tutto sia da considerare, al vaglio della scienza post-moderna, del tutto una favola.

    :D Grazie!...e quanto è attendibile questo "vaglio della scienza post-moderna"?

    eccoti un panorama
    #entry483527882
    :D
    CITAZIONE
    Hai ragione, avrei dovuto spiegarmi meglio. Quando parlo del minimalismo del Thompson ovviamente mi riferisco al VT e forse dovrei definirlo minimalismo radicale o estremo, in quanto di fatto egli considera tutte le parti della Bibbia storiche più o meno come Il Signore degli Anelli. A questo minimalismo mi riferisvo quanto lo definivo discutibile. Mi sembra invece che la posizione maggioritaria sia una posizione intermedia e assai variegata, con punte di massimalismo probabilmente confessionale. Mi sembra anche che il dibattito sia tuttora aperto e, benchè io non sia certo un esperto del VT, molto lontano da una effettiva risoluzione.

    Ovviamente la maggioranza è tesa unicamente a preservare lo status-quo delle istituzioni religiose. questo è certamente un interesse comune alle tre religioni monoteistiche.
    Ho riportato sopra chiaramente le parole di un apologeta cattolico, ma temo che anche un ebreo e un islamico si ritroverebbero nelle sue parole.
    In ogni caso lo studio dell'Antico Testamento è una strada attraversata da cadaveri, e i minimalisti, reduci da questo studio, esperti delle offese puramente ad hominem :alienff: loro rivolte, si apprestano a fare lo stesso lavoro sporco con il sedicente Nuovo Testamento, che di Nuovo ha solo la pretesa di chiamare Vecchio il precedente. :B):
    ciao



     
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    Quindi, vediamo se ho capito,

    sia nell'analisi di Veritas che in quella di Lithops il significato (o meglio, i significati, visto che non credo siano eguali) di questo passo sarebbe puramente allegorico, mutuato o no da altre religioni e culture.
    E a questo punto non vedo nessun motivo per ricercare una continuità narrativa col resto della storia. Un'allegoria è un'allegoria uno la piazza dove vuole e nella forma che vuole e poi continua col racconto.
    Semmai ci possiamo interrogare sul significato..

    Nella spiegazione talmudica riportata da Negev invece cambia tutto,
    se quest'uomo è semplicemente un uomo, un messaggero di Esaù e non un emissario divino, tutto torna e il racconto fila con una sua logica.
    Il fratello, ancora adirato con Giacobbe, invia nella notte un sicario che lo trova presso il fiume. Giacobbe, avvertendo il pericolo, allontana tutti, e una volta solo affronta il nemico, non per strappargli una benedizione (e non fa strano che poi si faccia pure benedire) ma per difendersi.
    Giusto?
    La confusione starebbe nel termine "malach", emissario, spesso riferita a un emissario divino, e quindi tradotto come angelo, mentre qua si tratta evidentemente di un uomo (come anche nella traduzione CEI) che pure viene per conto di un uomo, Esaù.
    Correggetemi se sbaglio.

    A questo punto però ci sono altre domande:

    Perchè il sicario, oltre a dirgli che ha combattuto con gli uomini, gli dice che ha combattuto anche con Dio?

    E per quale motivo diventa cosí importante il colpo al nervo sciatico e il nome Israele che, secondo questa lettura, gli sarebbe dato da questo poco raccomandabile emissario-sicario di Esaú?


    Grazie mille
    Alessandro.
     
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  9. Lithops
     
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    CITAZIONE (Ditocorto @ 12/9/2012, 09:31) 
    CITAZIONE (Lithops @ 11/9/2012, 18:23) 
    CITAZIONE (Ditocorto @ 11/9/2012, 17:15) 
    bellissima interpretazione, del tipo ''tesi antitesi sintesi'' di hegeliana memoria. Peccato che il tutto sia da considerare, al vaglio della scienza post-moderna, del tutto una favola.

    :D Grazie!...e quanto è attendibile questo "vaglio della scienza post-moderna"?

    eccoti un panorama
    #entry483527882
    :D
    CITAZIONE
    Hai ragione, avrei dovuto spiegarmi meglio. Quando parlo del minimalismo del Thompson ovviamente mi riferisco al VT e forse dovrei definirlo minimalismo radicale o estremo, in quanto di fatto egli considera tutte le parti della Bibbia storiche più o meno come Il Signore degli Anelli. A questo minimalismo mi riferisvo quanto lo definivo discutibile. Mi sembra invece che la posizione maggioritaria sia una posizione intermedia e assai variegata, con punte di massimalismo probabilmente confessionale. Mi sembra anche che il dibattito sia tuttora aperto e, benchè io non sia certo un esperto del VT, molto lontano da una effettiva risoluzione.

    Ovviamente la maggioranza è tesa unicamente a preservare lo status-quo delle istituzioni religiose. questo è certamente un interesse comune alle tre religioni monoteistiche.
    Ho riportato sopra chiaramente le parole di un apologeta cattolico, ma temo che anche un ebreo e un islamico si ritroverebbero nelle sue parole.
    In ogni caso lo studio dell'Antico Testamento è una strada attraversata da cadaveri, e i minimalisti, reduci da questo studio, esperti delle offese puramente ad hominem :alienff: loro rivolte, si apprestano a fare lo stesso lavoro sporco con il sedicente Nuovo Testamento, che di Nuovo ha solo la pretesa di chiamare Vecchio il precedente. :B):
    ciao

    Ciao! :)

    ...ovviamente ogni "organizzazione religiosa" che si rifà alla Tradizione abramitica tenderà a "leggere" quei testi in maniera campanilistica,
    ognuno cercando di portare "acqua al suo mulino"; dall'altra parte so che il popolo di israele considera i Libri biblici, la Torah soprattutto, come veraci libri storici, che raccontano la storia e le vicissitudini del loro popolo. occorre mettersi d'accordo perché le due ipotesi non sono assolutamente compatibili...o sono racconti alla Tolkien, oppure sono autentici Libri storici, che raccontano di fatti realmente accaduti...io, non so spiegare il perché...non è certo la fede...sono più portato a credere sia più vera la seconda ipotesi, piuttosto che la prima....
     
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  10. Solleticoso
     
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    CITAZIONE (Alessandro977 @ 12/9/2012, 10:48) 
    Quindi, vediamo se ho capito,

    sia nell'analisi di Veritas che in quella di Lithops il significato (o meglio, i significati, visto che non credo siano eguali) di questo passo sarebbe puramente allegorico, mutuato o no da altre religioni e culture.
    E a questo punto non vedo nessun motivo per ricercare una continuità narrativa col resto della storia. Un'allegoria è un'allegoria uno la piazza dove vuole e nella forma che vuole e poi continua col racconto.
    Semmai ci possiamo interrogare sul significato..

    Nella spiegazione talmudica riportata da Negev invece cambia tutto,
    se quest'uomo è semplicemente un uomo, un messaggero di Esaù e non un emissario divino, tutto torna e il racconto fila con una sua logica.
    Il fratello, ancora adirato con Giacobbe, invia nella notte un sicario che lo trova presso il fiume. Giacobbe, avvertendo il pericolo, allontana tutti, e una volta solo affronta il nemico, non per strappargli una benedizione (e non fa strano che poi si faccia pure benedire) ma per difendersi.
    Giusto?
    La confusione starebbe nel termine "malach", emissario, spesso riferita a un emissario divino, e quindi tradotto come angelo, mentre qua si tratta evidentemente di un uomo (come anche nella traduzione CEI) che pure viene per conto di un uomo, Esaù.
    Correggetemi se sbaglio.

    A questo punto però ci sono altre domande:

    Perchè il sicario, oltre a dirgli che ha combattuto con gli uomini, gli dice che ha combattuto anche con Dio?

    E per quale motivo diventa cosí importante il colpo al nervo sciatico e il nome Israele che, secondo questa lettura, gli sarebbe dato da questo poco raccomandabile emissario-sicario di Esaú?


    Grazie mille
    Alessandro.

    Ciao Alessandro,e benvenuto!

    Devo dire che hai praticamente posto tutte le domande che intendevo porre io... anch'io sono rimasto infatti "inquietato" dal racconto dell'incontro tra Giacobbe/Israele e l'angelo...

    Domanina per Negev: nella mia Bibbia cattolica si legge, a piè di pagina, che l'Angelo sarebbe addirittura Dio stesso!!
    Intendiamoci, il tuo racconta fila, ha un senso logico e soprattutto, come dice Alessandro, dà continuità alla storia... ma alcuni dubbi permangono...

    Se era solo un sicario, sconfitto, mi dici tu, perchè poi si comporta così?
    Perchè smette di combattere e cambia il nome di Giacobbe in Israele, che sarebbe "Colui che combatte con (contro) Dio"?? Nella traduzione che ho io, quando sta per sopraggiungere l'alba, l'angelo colpisce Giacobbe così forte da fargli fuoriscire l'osso del femore dal bacino... e si dice che infatti Giacobbe restò sciancato a vita, e che, per questo, ancora oggi gli Ebrei non mangiano mai la parte dell'animale che contiene il nervo sciatico. Nella traduzione del racconto che ho io, però, non è Giacobbe a vncere, ma l'angelo a porre fine allo "scontro" con Giacobbe con questo "colpo segreto" (che, evidentemente, gli rende impossibile continuare a combattere), e poi lo benedice... non sembra che l'angelo sia sconfitto nè che stia per morire.

    Che senso ha "cambiare il nome" di un altro uomo che ti ha appena sconfitto (ucciso)?
    Perchè poi Giacobbe porterebbe con orgoglio il nome datogli da un sicario?
    Perchè il nome significa "Is(h) = uomo rah = combattere contro? El = Il Signore"??
    Se davvero l'angelo era solo un sicario, non è riuscito a sconfiggere Giacobbe rompendogli il femore? Che ne è di lui, successivamente? Nella Bibbia sparisce dal racconto... quasi fosse una creatura metafisica.

    C'è anche da dire che Giacobbe, fino a quel momento del racconto, non brilla di certo per coraggio... mentre si avvicina all'accampamento del fratello Esaù, non fa altro che mandare avanti doni sempre più cospicui e promesse di pace... e quando i suoi servi lo informano che Esaù lo attende con un gran numero di uomini armati, lui trema fino al midollo delle ossa, e ha paura soprattutto per i suoi figli e per le sue mogli.

    Inoltre, se non sbaglio, si dice che all'inizio del combattimento Giacobbe HA PAURA per la sua vita, e per questo combatte strenuamente...

    Sono curioso di sentire le risposte dei nostri dotti (non nel senso dei nani! :D ) amici in merito! :)

    Scusate, dimenticavo il dubbio più grande di tutti...

    Se Esaù voleva così tanto uccidere Giacobbe, al punto da mandargli in "avanscoperta" un sicario, perchè poi, non appena Giacobbe gli si para davanti, lo accoglie a braccia aperte?

    Negev ha parlato di "supremazia territoriale", però io, ribadisco, leggendo una vecchia traduzione CEI della Bibbia, leggo che Esaù aveva (non mi ricordo quanti) decine e decine di uomini armati, mentre Giacobbe viaggiava nel deserto con le mogli, i figli, il bestiame e gli schiavi... rebus sic stantibus, Esaù avrebbe potuto schiacciare Giacobbe facilmente, sicario eliminato o no.
     
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  11. Ditocorto
     
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    io, non so spiegare il perché...non è certo la fede...sono più portato a credere sia più vera la seconda ipotesi, piuttosto che la prima....

    Apprezzo moltissimo :) il tuo riconoscimento del dubbio di fondo sotteso all'intera questione, come pure il fascino che provi verso il puro monoteismo (che presumo non sia quello trino!), non inporta se trascendente o immanente.

    ...Come pure :) mi piace interpretare ''a modo mio'' la tua firma
    CITAZIONE
    "Le domande non sono mai indiscrete,
    le risposte lo sono a volte"

    intuendo per certo la natura(dogmatica) di coloro che danno risposte indisrete. :)
     
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    Andiamo per ordine.
    Innanzi tutto se proprio vogliam tradurre Israel
    Isrà: combatterà El, il potente.
    Il cambio del nome è un evento costante nella cultura ebraica. Anche chi ritorna dalla diaspora cambia nome molto spesso perchè ciò rappresenta un nuovo ruolo e una nuova vita.
    Yaacov è il nome principale, dalla radice "akev" calcagno" come tutti ricorderanno.
    Israel è il nome del suo ruolo di capo della nuova nazione ebraica che egli assume nel riprendere possesso della Terra, di ritorno da lontano, dopo i dissidi con il fratello.

    Per quanto riguarda lo sciatico, anche in ebraico si usa parlare di sciatico ed infatti, tradizionalmente, si usa togliere il nervo sciatico dall'animale macellato, in memoria di questo evento. Ma il termine biblico usato è un termine molto oscuro, sul quale abbiamo riflettuto molto.
    L' espresione usata è "caf haiarech" cioè la parte cava tra le due gambe (in anatomia è il perineo). Ma i commentatori del talmud precisano che si tratta del "Ghid hanashè"
    Il Ghid in anatomia , anche moderna è un nervo. Resta da capire che cosa può significare "hanashè" "delle donne".
    Cercando in varie corrispondenze, dizionari e fonti antiche, si può affermare , con ottima attendibilità che il "Ghid hanashè" è il pene, in altri termini, il " nerbo" destinato alle donne, considerando che la <Torah fa riferimento a quella parte piatta tra le anche. La spiegazione quindi è che nella lotta, Giacobbe abbia ricevuto un colpo basso, tale da debilitarlo e da farlo zoppicare.
    In realtà non vi è nulla che possa richiamare il nervo sciatico, anche se gli stessi ebrei spesso lo traducono così , forse per pudore

    Dimenticavo.
    Non è affatto vero che Esaù accoglie il fratello a braccia aperte e Giacobbe lo Sto arrivando! Molto bene, tant'è che dispone l'accampamento in maniera protetta.
    Ciò che le bibbie traducono con un bacio di Esaù, la tradizione ebraica afferma che Esaù finge di volerlo abbracciare, ma tenta di morderò sul collo per ucciderlo

    Edited by Negev - 12/9/2012, 20:57
     
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    Puntata nei gioielli di famiglia e un fratello che fintando un abbraccio cerca d'ammazzarlo con un morso?!

    Ma tutto questo riporta, ai miei ormai disillusi occhi, la vicenda sul più umanissimo dei piani.

    Insomma, io ero partito immaginando la solennità del momento in cui l'Angelo di Dio per il potere a lui conferito, al termine d'un leale confronto fisico, rinomina Giacobbe benedicendolo etc etc. con un finale quasi da stretta di mano.
    E mi ritrovo con un maldestro sicario che nonostante il vantaggio d'un attacco notturno e un'avversario non valentissimo e non coraggiosissimo, non riesce nel suo intento omicida e non trova niente di meglio da fare per uscire dall'impasse d'una lotta senza fine che assestargli una ginocchiata negli zebedei.
    Ora l'immagine di quest'assassino, al termine della bagarre, che cerca di riprender fiato appoggiato a una roccia lì vicino e dice non ti chiamerai più...... ad un Giacobbe piegato in due dal dolore che si tiene con le mani.. sì insomma. Ecco, quest' immagine è già indelebile.

    E comunque le domande permangono..

    CITAZIONE
    Perchè il sicario, oltre a dirgli che ha combattuto con gli uomini, gli dice che ha combattuto anche con Dio?

    E per quale motivo diventa cosí importante il nome Israele che, secondo questa lettura, gli sarebbe dato da questo poco raccomandabile emissario-sicario di Esaú?

     
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    וַיּ֗אֹמֶר ל֤אֹ יֽעֲקֹב֙ יֽאָמֵ֥ר עוֹד֙ שִׁמְךָ֔ כִּ֖י
    אִם־יִשְׂרָאֵ֑ל כִּֽי־שִָׂר֧יתָ עִם־אֱלֹהִ֛ים
    וְעִם־אֲנָשִׁ֖ים וַתּוּכָֽל׃

    la traduzione letterale è:
    Disse: Non Yaacov, ulteroriormente suonerà il tuo nome ma Israel, poiché hai combattuto con governanti e con uomini e potrai (cioè riuscirai)
    Tutti i dubbi provengono dalla traduzione, perché in ebraico è chiarissimo. proverò a spiegarmi.
    Ho evidenziato in blu le parole ISRAEL e SARITA
    se guardate bene il colore le due parole hanno la stessa radice, quindi è un gioco di parole: ti chiamerai Isra-El, perché hai combattuto (SARITA).
    Elohim non è Dio, in questo caso perchè, tra l'altro, non è preceduto dall'articolo "ha", ma vuol dire governanti, legislatori terreni. Anche "anashim", che letteralmente vuol dire uomini, in linguaggio biblico vuol dire "personaggi importanti, altolocati". (Infatti sono "anashim" i tre personaggi che si presentano ad Abramo alle querce, in direzione di Sodoma).
    Si tratta dunque di uno scontro di conquista territoriale, tra il legittimo erede di Isacco e il fratello che non accetta la supremazia di primogenitura. La pretesa della benedizione è la pretesa del riconoscimento che gli spetta, di sovranità su quella terra.
    Non c'emtrano nulla nè angeli, né D-O, almeno nella Bibbia in ebraico. Poi dalle traduzioni si può ricavare ciò che si vuole
     
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    Ok, a questo punto, nuovamente, tutto cambia e diventa chiarissimo (se ho capito bene), quindi riprovo:

    Giacobbe sta facendo ritorno nella terra di suo padre e di suo fratello, il fiume ne rappresenta il confine. Approssimandosi ad esso, cerca di favorire pacificamente il suo ingresso inviando doni ad Esaù.
    La cosa non funziona ma lui inizia via via a far entrare in quella terra tutto il suo seguito, per ultimi quelli a lui più prossimi e i suoi congiunti , finché non rimane solo nella notte a un passo dal confine-fiume.
    A questo punto viene raggiunto da un sicario inviato dal fratello come estremo tentativo di non farlo attraversare e con questi ingaggia una lotta che dura fino all'aurora.
    Non riuscendo il sicario ad ucciderlo, si dichiara sconfitto, anche se chi ne esce messo peggio e tutto dolorante (ma vivo!) è proprio Giacobbe.
    Quindi il sicario, riferendosi allo scontro "a distanza" col fratello Esaù (governatore della zona) e al combattimento avuto con lui (un uomo) da cui Giacobbe esce vincitore e quindi riuscirà (nel suo intento, immagino, cioè guadare il fiume ed entrare nella terra di suo padre), dice che lui sarà conosciuto con un nome che vuol dire proprio questo.

    In questa maniera direi che da un punto di vista narrativo tutto mi torna senza bisogno di tirar nel mezzo Dio* e l'Angelo (inteso come emissario divino) di cui, se ho ben capito, in questo passaggio non v'è traccia.

    Poi ovviamente ci saranno anche aspetti allegorici o altro (che per ora non colgo) nella vicenda, visto che, se non ricordo male da altre discussioni, questi sono imprescindibili dalla lettura dell'intera Torah. Ma intanto ha letteralmente un senso e, dato il punto di partenza, mi accontento.

    * Non ho ben capito se sarebbe più opportuno che anch'io scrivessi D-o. Vista la mia posizione in ambito religioso la cosa in parte mi metterebbe a disagio perché lo riterrei ipocrita ed offensivo nei confronti di chi, in quella particolare maniera di scriverlo, vede un adempimento cui ottemperare. Per questo per ora l'ho sempre scritto così come si scrive in italiano. Ma son ospite e se questo può apparire irriverente o irrispettoso per qualcuno non c'è che da dirlo e mi adeguo.



    Grazie mille, ancora una volta.
    Alessandro

     
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144 replies since 11/9/2012, 02:19   7167 views
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