Chi è per gli ebrei il Messia?

mi piacerebbe sapere se esiste una corrente ebraica contemporanea che ne parla

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  1. msandra
     
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    Io sono cristiana e per me è chiaro che il Messia, cioè l'Unto del Signore è Gesù, per voi Jeshuà.
    Però questo fatto del Messia è veramente troppo importante per passare sotto silenzio, nel Forum.
    Se c'è qualcuno che vuole parlarne, sono contenta di farlo, anche con citazioni bibliche, ognuno secondo le sue conoscenze delle Scritture.
    Shalom
    M.Sandra
     
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    אריאל פינטור

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    se cerchi nell'indice sia in questo che tra le discussioni di "consulenza ebraica" troverai molte discussioni in merito.
    più tardi provo a cercarne qualcuna

    ecco una
    http://forumbiblico.forumfree.it/?t=5704941
     
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    אילון

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    CITAZIONE (msandra @ 4/1/2010, 22:19)


    Io sono cristiana e per me è chiaro che il Messia, cioè l'Unto del Signore è Gesù, per voi Jeshuà.
    Però questo fatto del Messia è veramente troppo importante per passare sotto silenzio, nel Forum.
    Se c'è qualcuno che vuole parlarne, sono contenta di farlo, anche con citazioni bibliche, ognuno secondo le sue conoscenze delle Scritture.
    Shalom
    M.Sandra

    Il Messia e l'epoca messianica

    Uno dei concetti fondamentali dell'Ebraismo, oltre ai principi basilari: Dio, Israele, la Torà, è quello del Messia. "Messia" è la traduzione della parola ebraica Mashìach, che significa "unto". Infatti, anticamente, quando si eleggeva un re o un sommo sacerdote, lo si ungeva, ad indicare che egli era stato scelto di mezzo al suo popolo, per adempiere importanti cariche.

    Mashìach è colui che verrà scelto dal Signore e, seguendo la Sua ispirazione, redimerà Israele e introdurrà una nuova era di pace, di felicità, di bontà fra gli uomini di tutta la terra. Col suo avvento, infatti, cesseranno le sofferenze, le distruzioni, le guerre; il malvagio sarà punito e il giusto premiato. Israele, che per tanti secoli è rimasto in esilio, sparso in tutto il mondo, potrà finalmente tornare alla terra dei suoi Padri e, cosa molto importante, tutti i popoli riconosceranno la sovranità del Signore, Dio Unico.

    Nel Talmùd, vi sono centinaia di riferimenti al Messia e alla sua missione; di questi si è detto: "All'inizio della creazione del mondo il Re Messia era già nato, perché egli entrò nella mente del Signore prima ancora che il mondo fosse creato" (Pesiktà Rabà, 15).

    Molti profeti, nelle loro profezie, accennarono all'avvento del Messia, che essi indicarono come discendente della Casa di Davide. Così ne parla Isaia: "Uscirà un ramo dal tronco di Isciài (padre di Davide) e un rampollo spunterà dalle sue radici, e riposerà su di lui lo Spirito del Signore… Egli giudicherà con giustizia i miseri e deciderà con dirittura a favore degli umili della terra… Allora dimorerà il lupo con l'agnello; si coricherà il leopardo con il capretto, e il vitello e il leone staranno assieme e un piccolo ragazzo li guiderà. La mucca e l'orso pascoleranno, assieme giaceranno i loro piccoli e il leone come il bue mangerà paglia… Il Signore radunerà gli esuli di Israele e raccoglierà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra…".

    Il Messia non è inteso come un essere soprannaturale o divino, ma come un uomo. Egli però sarà ispirato dal Signore e avrà il compito di portare il Suo messaggio sulla terra e di rendere tutti i popoli degni del Suo Regno, mediante l'opera del popolo ebraico.

    Inizierà così l'era messianica, in cui si effettuerà il "Regno di Dio", Malkhùth Shaddài, e il mondo sarà meraviglioso, perché non esisterà più il male e vi saranno pace e felicità per gli uomini.

    Questa speranza è espressa nelle profezie di molti profeti; Isaia e Michà dicono con parole molto simili fra loro: "Saliremo alla Casa del Dio di Giacobbe, affinché Egli ci ammaestri sulle Sue vie… Egli giudicherà fra le nazioni… le quali spezzeranno le loro spade per farne vomeri e le loro lance per farne falci; nessun popolo alzerà la spada contro l'altro e non impareranno più la guerra".

    Anche in una delle nostre più belle preghiere, l''Alénu, dopo aver esaltato il Signore che ha eletto Israele e lo ha allontanato dall'idolatria, è espresso l'ideale che anticipa il giorno in cui il Signore sarà il Dio unico di tutte le genti e sarà attuato il trionfo della Sua onnipotenza.

    Non per tutti il Messia è un uomo

    Non in tutti i libri dei Profeti viene ricordato un messia umano. Nei libri di Nachum, Zefanià, Chabbaquq, Malachì, Yoel, e Daniel l'unico redentore è Dio stesso. Nei libri di Amos, Yechezqel e Ovadià e nel libro dei Salmi si parla di un Messia collettivo: i "salvatori", i "giusti" che redimono il mondo in virtù della loro giustizia e della loro bontà. Nei libri di Chaggai e Zecharià il Messia non è altri che Zerubavel, un discendente, realmente esistito, della casa di David. E in Isaia (cap. 40 e ss.) il Messia è il popolo di Israele stesso. Nel Talmud Rabbì Hillel (da non confondersi con Hillel il Vecchio (arriva a dire: "Non ci sarà più un messia per Israele, dopo i tempi del Chizkià". A questa opinione si oppone duramente Rav Yosef; "Il Signore lo perdoni (per aver detto cose senza senso)" (Sanhedrin 98b e 99a). Rimane il fatto, tuttavia, che un ebreo, fedele alla sua religione e al suo popolo, poteva raffigurarsi la redenzione svincolata da un redentore umano: il Santo, Benedetto Egli sia, sarà il Redentore.
    Comunque, quest'ultima concezione non ebbe successo nell'ebraismo. La fede nella venuta del Messia è invece divenuta il dodicesimo dei "Tredici articoli di fede" formulati dal Maimonide. Non c'è però da meravigliarsi che fosse sorta, in un certo periodo, la visione della redenzione senza un messia: la salvezza infatti, viene da Dio e per tramite di Dio. Il Messia è solo uno strumento nelle mani di Dio. Il Messia è un uomo, simile a tutti gli altri uomini mortali, che ha il pregio di possedere le migliori qualità che un uomo possa avere. Un uomo caratterizzato dalla perfezione insieme fisica e spirituale.;
    Persino Filone Alessandrino vede nel Messia non solo l'aspetto spirituale e morale, ma anche una "forza fisica" invincibile", che si erge a "combattere e sconfiggere popoli grandi e numerosi", e insieme a ciò caratterizzato dalla "santità e il bene agire" (De praemiis et poenis, 16: 95-97).;
    Il progresso verso la "fine dei giorni";
    Infine, il regno messianico verrà alla "fine dei giorni". La differenza fondamentale fra la cultura ebraica e quella greca, sta nel fatto che i greci (e i romani) vedevano "l'epoca d'oro" antecedente a loro, all'inizio della storia, mentre gli ebrei la vedevano alla fine di essa. L'umanità è intrisa di malvagità e iniquità e per questo è imperfetta. La perfezione verrà solo alla "fine dei giorni", quando il male e la guerra saranno eliminati, e "il lupo dimorerà con l'agnello" e "la terra si riempirà della conoscenza di Dio com e il mare dell'acqua".;
    L'idea della perfezione è anche la grande idea del progresso che sta alla base dell'ebraismo. Il popolo ebraico e tutta l'umanità di oggi hanno bisogno di un continuo progresso per giungere alla perfezione, che si può ottenere tramite il ritorno alla retta via e alle buone azioni, e questo porterà ai "giorni del Messia". È sì vero che il Messia è incluso fra le "tre cose che capitano senza accorgersene" (Sanhedrin 97a): ma è anche detto che il giorno in cui il Messia verrà è fra le "sette cose nascoste alla conoscenza dell'uomo" (Pesachim 54b; Mechiltà, Be-shallach, 5). Il "venire senza accorgersene" non va inteso dunque nel senso che il Messia verrà senza preparazione, ma che è impossibile prevedere quando tale preparazione da parte degli uomini sarà ultimata.
     
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    אריאל פינטור

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    Il divieto di spargere il seme invano è stato accettato nella Halakah?

    Il che non vuol dire alla fine del Mondo, ma alla fine di QUESTO mondo fatto di guerre, ingiustizie e iniquità.
     
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  5. msandra
     
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    Grazie della tua risposta. La leggerò e poi la commenterò
    MS
     
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  6. msandra
     
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    Caro Aialon, i testi della bibbia di cui mi parli, li conosco bene perchè anche noi cristiani li seguiamo e tutto coincide perfettamente.
    Il Messia è l'Inviato di Dio.
    Gesù di Nazareth della casa di Davide, è per noi cristiani, questo Inviato di Dio, che in parole e opere, miracoli, segni, prodigi e risurrezioni dai morti, guarigioni di malati e perdono dei peccatori, ha portato sulla Terra questa era di pace e di fratellanza, di cui si parla nelle profezie.
    Perchè per gli ebrei è tanto difficile credere al compimento in Gesù, delle promesse di Israele?
    Chi ti parla è una persona che crede profondamente nel compimento di queste promesse messianiche.
    M.Sandra
     
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    אילון

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    CITAZIONE (msandra @ 5/1/2010, 17:40)
    Caro Aialon, i testi della bibbia di cui mi parli, li conosco bene perchè anche noi cristiani li seguiamo e tutto coincide perfettamente.
    Il Messia è l'Inviato di Dio.
    Gesù di Nazareth della casa di Davide, è per noi cristiani, questo Inviato di Dio, che in parole e opere, miracoli, segni, prodigi e risurrezioni dai morti, guarigioni di malati e perdono dei peccatori, ha portato sulla Terra questa era di pace e di fratellanza, di cui si parla nelle profezie.
    Perchè per gli ebrei è tanto difficile credere al compimento in Gesù, delle promesse di Israele?
    Chi ti parla è una persona che crede profondamente nel compimento di queste promesse messianiche.
    M.Sandra

    IL VERO MESSIA
    E' scritto nella Torah,e commentato nelle Mishna che il messia giungerà alla fine dei tempi,a svolgere un preciso compito,quello di adempiere la promessa fatta da D_o ad Israele; l'adempimento rivelerà la persona del messia, non solo agli ebrei, ma al mondo intero.
    Le scritture riportano che tutti i popoli lo riconosceranno come tale,e nessuno dovrà "convincere" gli altri a credere che lo sia veramente.
    Dunque già il solo fatto che un gruppetto di ebrei identifichi il messia in un maestro, o in un profeta di cui è seguace, tenti di "persuadere" di conseguenza tutto il resto dell'umanità, è prova che il messia non è ancora giunto.
    Di aspiranti e falsi messia, è ricca la storia del popolo ebraico.

    I falsi messia

    In tali circostanze, non deve sorprendere che Sabbatai Tsvi (1626-1676), l'uomo che in Turchia si autoproclamo' messia, abbia considerato che il momento gli era favorevole e l'ora propizia per l'inizio di un movimento messianico. Shabbatai Tsvi affermava che i massacri di Chmielnitski costituivano quello che i profeti avevano annunciato come i dolori di gestazione per la nascita del messia e che lui era il salvatore atteso.
    Nel clima emotivamente teso del momento e intellettualmente scosso dalle dure prove subite, in un momento in cui era necessario dare un senso alla vita, l'ondata messianica riscontro' un successo immediato. Sabbatai Tsvi fu circondato da numerosi discepoli e un fervore particolare si impossesso' di diverse comunita' ebraiche sparse nel mondo. In un primo tempo, alcuni dei maggiori rabbini dell'epoca rimasero impressionati dalla forte personalita' di Sabbatai Tsvi e dal suo effettivo carisma.
    Testimoni dell'epoca lo descrissero come un personaggio magnetico. Gli stessi pero' non tardarono a capire che Sabbatai Tsvi ed il suo movimento, costituivano un gravissimo pericolo per l'intero popolo ebraico, nella misura in cui provocavano atteggiamenti millenaristici e la conseguente negligenza delle pratiche religiose che avevano costituito fino ad allora, la colonna portante del giudaismo attraverso i secoli, pertanto decisero di opporsi a lui ed alla sua predicazione. Si sviluppo' quindi un gran dibattito intellettuale, a seguito del quale molti non tennero conto della condanna rabbinica poiche' dopo aver aderito al pensiero di Sabbatai Tsvi, non potevano pensare di tornare indietro ed erano comunque disposti a seguire ciecamente qualsiasi sua impresa.
    L'attesa di una rivelazione messianica da parte di Sabbatai Tsvi era gia' talmente radicata che quando decise di convertirsi all'islam la sua immagine non ne venne interamente offuscata. Malgrado gli sforzi delle più alte autorita' rabbiniche, il movimento riusci' a mantenersi vivo fra i numerosi discepoli di Sabbatai Tsvi, soprattutto in Polonia. Mezzo secolo più tardi, il movimento conobbe anche una brusca ripresa sotto forma della setta franchista. Il suo capo spirituale, Jacob Franck, contemporaneo del Baal Shem Tov, nato anch'esso in Polonia, si autoproclamera', come il suo predecessore, l'atteso messia e in un secondo tempo si convertira' al cristianesimo con tutti i suoi seguaci.
    Questi sedicenti movimenti messianici, conosceranno, uno dopo l'altro, una fine più o meno naturale anche se inevitabilmente, ma prevedibilmente la loro scomparsa lascio' un'impronta profonda nel pensiero ebraico. I rabbini divennero sempre più diffidenti e determinati ad evitare che tali errori si potessero ripetere facendo nascere nella popolazione delle false speranze che poi conducevano alla più cocente disillusione.
    E' in quest'ottica che si spiega la tragica esperienza vissuta da alcuni dei maestri dell'epoca, quali il Rabbi Moshe Haim Luzzato (1707-1746) accusato di diffondere dottrine pseudo-messianiche, oppure Rabbi Jonathan Eybchutz (1690-1764) che si vide accusato di tendenze sabbataiane, od altri rispettabilissimi rabbini dell'epoca accusati di simili colpe, si trattava in ogni caso del contraccolpo dello pseudo-messianesimo. Questa inquietudine rabbinica e l'incombente atmosfera di sospetto contribui' a mettere in discussione tutta la produzione spirituale che faceva riferimento al misticismo cabalistico, percepito nel migliore dei casi come incomodo o altrimenti nocivo se non eretico. La logica conseguenza di tale atteggiamento fu che la kabbala divenisse oggetto di evidente disprezzo e di un'esplicita proscrizione.

    "Se sorgerà un Re dalla casa di Davide che saprà ricercare in
    profondità nello studio della Torà e, come il suo antenato Davide, osserverà
    le Mitzvot stabilite dalla Legge Scritta e dalla Legge Orale; se egli
    imporrà a tutto Israele di camminare [nella via della Torà] e riparare le
    brecce [nella sua osservanza]; e se combatterà le guerre di D-o; - possiamo,
    sicuramente, considerarlo il Messia".

    "Se egli non avrà successo fino a tanto o se sarà ucciso, sicuramente non era [il Redentore] promesso dalla Torà.
    [Piuttosto] sarà da considerare come tutti gli altri re validi e legittimi
    della dinastia di Davide che sono morti. D-o ha solo fatto sì che sorgesse
    per provare il popolo. Come è scritto (Dan. 11, 35) "Tra gli stessi
    intelligenti, alcuni cadranno, affinché si compia fra di loro la
    purificazione, una selezione, un raffinamento fino al tempo della fine, che
    deve ancora venire."

    Gesù di Nazareth, che aspirò ad essere il Messia e fu
    giustiziato da un tribunale, è anche presente nelle profezie di Daniele
    (Dan. 11, 14): "Dei rinnegati nel tuo popolo si esalteranno tentando di
    realizzare la visione, ma saranno abbattuti". Ci può essere ostacolo
    maggiore di questo? Tutti i profeti parlarono del Messia come del Redentore
    d'Israele e Salvatore, che avrebbe radunato gli esiliati e avrebbe
    rinsaldato in loro le Mitzvot. Al contrario,
    causò agli ebrei di essere ammazzati dalla spada, i sopravvissuti furono
    dispersi e umiliati, la Torà fu alterata e la maggioranza dei popoli del
    mondo fu ingannata e posta al servizio di una divinità ben diversa dal
    Signore. E tuttavia l'intento del Creatore del mondo non è alla portata
    della comprensione umana, perché (parafrasando Isaia 55, 8) "le Sue vie non
    sono le nostre vie e i Suoi pensieri non sono i nostri pensieri". [Infine]
    tutti i fatti compiuti da Gesù di Nazareth e dall'Ismaelita [cioè Maometto]
    che sorse dopo di lui servono solo a lastricare la via per l'arrivo del
    Messia e per mettere alla prova il mondo intero [motivando le nazioni] a
    servire D-o tutti insieme, come è scritto (Sofonia 3, 9): "Renderò i popoli
    puri di linguaggio, così che invocheranno il Nome del Signore e Lo
    serviranno tutti indistintamente". Come avverrà ciò? Il mondo intero è già
    pieno di discorsi intorno al Messia, così come intorno alla Torà e alle
    Mitzvot. Questi argomenti si sono diffusi tra molte popolazioni
    spiritualmente indifferenti, che ne discutono, come discutono di Mitzvot e
    di Torà. Alcuni di loro [cioè i cristiani] dicono: "Questi precetti
    sarebbero veri, ma non sono validi nella nostra epoca; non sono sempre
    applicabili." Altri [cioè i Mussulmani] dicono: "All'interno di questi
    precetti sono nascosti concetti che non possono essere compresi
    semplicemente; il Messia è già venuto e li ha rivelati." Quando verrà il
    vero Re Messia e si rivelerà con successo, [diventando il suo rango]
    celebrato e innalzato, tutti loro torneranno a comprendere come i loro
    antenati abbiano lasciato loro una falsa eredità; i loro profeti e i loro
    antenati li portarono ad errare".

    Ciao

    Aialon
     
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  8. msandra
     
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    Caro Aialon,
    sei molto competente nelle Scritture e nelle tue conoscenze, dal punto di vista ebraico. Ovviamente!
    Però....Gesù Cristo della Stirpe di Davide compie esattamente quanto detto dal Profeta Isaia.
    In Lui tutte le promesse di Israele e di tutti coloro che credono in Lui si sono compiute.
    Il fatto che la sua piccola comunità di ebrei e gentili si sia diffusa nonostante la sua morte, anzi GRAZIE alla sua morte, in duemila anni di Storia, fa capire che non si tratta di un falso Messia.
    So bene quanti hanno voluto essere ritenuti Messia e hanno fatto una brutta fine con la dispersione dei loro seguaci; per i cristiani non è lo stesso, perchè ogni volta che c'erano dei martiri, cioè delle persone uccise in Nome di Cristo, la Chiesa si ingrandiva e si moltiplicava.
    Questo è un fatto appurato e non umano.
    Credere in Cristo non è certo un gioco e non lo è stato per milioni e milioni di creature, da duemila anni.
    Il punto è che quando ebrei e cristiani si ricongiungeranno nel nome di un unico Signore, allora ci sarà la fine di tutto.
    Grazie comunque del tuo punto di vista.
    Dobbiamo trovare punti comuni su cui lavorare e non per far prevalere il nostro personale punto di vista, ma l'unione tra gli uomini in nome di Dio.

    M.Sandra
     
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    אריאל פינטור

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    CITAZIONE
    Perchè per gli ebrei è tanto difficile credere al compimento in Gesù, delle promesse di Israele?

    Il Messia è Uomo, non D-O
    Il Messia non muore
    Il Messia riunisce le tribù disperse
    Il Messia instaura una nuova era teocratica
    questo solo per dire alcune caratteristiche
    Se il Tanach è verità e l'Ebreo chrede alla Torah, Unica, Eterna e Immutabile, come può credere a:

    un Messia che è considerato D-O,
    Che muore e non torna come detto
    Che non realizza la riunificazione d'Israel
    Che non realizza la pace universale sotto la teocrazia?
    in Matteo 7 il Maestro di Nazareth affermè che la Legge ha tutto il suo valore e che "questi precetti non escludono questi" e ancora che "I Farisei siedono sulla cattedra di Mosè".
    Allora perché dovrebbe essere vero quanto affermato dopo di Lui se Egli stess riconoscva in pieno la Torah?
    Possbile che sia così difficile capire, per i Cristiani che un Ebreo non piuò dare nessun valore al Nuovo testamento, in quanto iò che vi è affermato era stato totalmente già detto e/o scritto da decine d rabbini e anche più dettagliatamente?

    Detto questo vi prego di continuare le discussioni in materia di dialogo inter-religioso sul forum "consulenza ebraica per lo studio del Cristianesimo e dell'Islam" in quanto in questo forum si studia solo il Tanach , nel quale la figura di Gesù di Nazareth non è presente.
    Qui si può discutere del Mashiach d'Israel ma non è consentito discutere della figura di Gesù

    https://consulenzaebraica.forumfree.it/
     
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  10. mErA
     
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    CITAZIONE
    Gesù Cristo della Stirpe di Davide compie esattamente quanto detto dal Profeta Isaia. In Lui tutte le promesse di Israele e di tutti coloro che credono in Lui si sono compiute.

    Tutte le promesse di Israele?
    Con tutto il rispetto, ma a me sembra veramente uno scherzo. E questo scherzo urta la sensibilità degli Ebrei.

    CITAZIONE
    in duemila anni di Storia, fa capire che non si tratta di un falso Messia.

    Duemila anni di torture, persecuzioni e conversioni forzate operate in nome della Croce e contro il popolo d'Israele.

    CITAZIONE
    Dobbiamo trovare punti comuni su cui lavorare e non per far prevalere il nostro personale punto di vista, ma l'unione tra gli uomini in nome di Dio.

    Questo mi sembra giusto.

    Shalom.

     
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  11. paola860
     
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    CITAZIONE (msandra @ 5/1/2010, 20:17)

    Caro Aialon,
    sei molto competente nelle Scritture e nelle tue conoscenze, dal punto di vista ebraico. Ovviamente!
    Però....Gesù Cristo della Stirpe di Davide compie esattamente quanto detto dal Profeta Isaia.
    In Lui tutte le promesse di Israele e di tutti coloro che credono in Lui si sono compiute.
    Il fatto che la sua piccola comunità di ebrei e gentili si sia diffusa nonostante la sua morte, anzi GRAZIE alla sua morte, in duemila anni di Storia, fa capire che non si tratta di un falso Messia.
    So bene quanti hanno voluto essere ritenuti Messia e hanno fatto una brutta fine con la dispersione dei loro seguaci; per i cristiani non è lo stesso, perchè ogni volta che c'erano dei martiri, cioè delle persone uccise in Nome di Cristo, la Chiesa si ingrandiva e si moltiplicava.
    Questo è un fatto appurato e non umano.
    Credere in Cristo non è certo un gioco e non lo è stato per milioni e milioni di creature, da duemila anni.
    Il punto è che quando ebrei e cristiani si ricongiungeranno nel nome di un unico Signore, allora ci sarà la fine di tutto.
    Grazie comunque del tuo punto di vista.
    Dobbiamo trovare punti comuni su cui lavorare e non per far prevalere il nostro personale punto di vista, ma l'unione tra gli uomini in nome di Dio.

    M.Sandra

    Ciao MSandra, sicuramente vieni da una comunità evangelica perchè parli esattamente come parlano gli evangelisti. Anch'io sono stata in una comunità per circa 3 anni e credevo fermamente ciò che il pastore diceva. Credevo al Messia "Gesù" il liberatore dei peccati tramite il suo sangue. Credevo che la Misericordia di D-o era così grande al punto di dare una vita umana (Gesù) per riscattare i peccatori dal peccato. Un giorno mi chiesi: perchè D-o ha permesso di far morire suo figlio (una persona umana) per salvare chi non aveva il diritto di salvarsi per il male arrecato al mondo? perchè D-o ha permesso che un solo uomo fosse il riscatto dell'umanità?

    Un giorno, ringraziando D-o, ho deciso di lasciarli perchè non era la mia strada.
     
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    Allora non mi sono spiegato bene.
    Questo forum studia il Tanach e basta.
    Non è una sezione di dialogo inter-religioso.
    se volte continuare parlate della figura e del ruolo del mashiach d'Israel.
    le altre tematiche vanno affrontate qui:


    https://consulenzaebraica.forumfree.it/
    Il dialogo religioso non può assolutamente sussistere quando vi sono posizioni teologiche così diverse e inconciliabili.
    Lo scopo di questo forum è chiarire i passi del Tanach e se abbiamo aperto l'altro forum è stato proprio perchè molti Ebrei erano estremamente infastiditi dalla solita, eterna e ossessiva domanda:
    "PERCHE' GLI EBREI NON ACCETTANO....?" che è un modo come un altro di fare proselitismo e di tentativo missionario di convincere
    Inutile quindi meravigliarsi che gli Ebrei non capiscano questo o non accettino quest'altro.
    L'ebreo legge e studia il Tanach che è verità. Il resto sono chiacchiere e invenzioni di 2000 anni.
    Quando i Cristiani leggeranno in Ebraico il Tanach, si meraviglieranno molto meno e la smetteranno di assillare con la stessa vecchia e solita questione.
    Nel frattempo, Ognuno resta delle sue opinioni e amici come prima.

    Spero di non dovere più ripetere questo avvertimento

    Edited by Negev - 5/1/2010, 20:57
     
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  13. paola860
     
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    CITAZIONE (Negev @ 5/1/2010, 20:54)
    Allora non mi sono spiegato bene.
    Questo forum studia il Tanach e basta.
    Non è una sezione di dialogo inter-religioso.
    se volte continuare parlate della figura e del ruolo del mashiach d'Israel.
    le altre tematiche vanno affrontate qui:

    https://consulenzaebraica.forumfree.it/
    Il dialogo religioso non può assolutamente sussistere quando vi sono posizioni teologiche così diverse e inconciliabili.
    Lo scopo di questo forum è chiarire i passi del Tanach e se abbiamo aperto l'altro forum è stato proprio perchè molti Ebrei erano estremamente infastiditi dalla solita, eterna e ossessiva domanda:
    "PERCHE' GLI EBREI NON ACCERRANO....?"
    Inutile quindi meravigliarsi che gli Ebrei non capiscano questo o non accettino quest'altro.
    L'ebreo legge e studia il Tanach che è verità. Il resto sono chiacchiere. Ognuno resta delle sue opinioni e amici come prima.

    Spero di non dovere più ripetere questo avvertimento

    Negev, hai ragione ma devi spostare la discussione altrimenti chiunque scrive ciò che sente.

     
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    Non la so spostare tecnocamente Abramo lo sa fare. nel frattempo chi vuole ne apra un'altra in tema
     
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    אילון

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    msandra,5/1/2010, 20:17

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    Grazie comunque del tuo punto di vista.

    Il dialogo civile è sempre un piacere, il punto di vista Ebraico è questo, non mi sembra che
    si possa sovrapporre a quello Cristiano.
    Non mi sembra di vedere lupi ed agnelli andare a spasso insieme mano nella mano, mi spiace che tu ti sia cancellata dal forum, allora non volevi dialogare, volevi solamente provocare?
    Peccato
    Aialon :(


    Uno dei concetti fondamentali dell'Ebraismo, oltre ai principi basilari: Dio, Israele, la Torà, è quello del Messia. "Messia" è la traduzione della parola ebraica Mashìach, che significa "unto". Infatti, anticamente, quando si eleggeva un re o un sommo sacerdote, lo si ungeva, ad indicare che egli era stato scelto di mezzo al suo popolo, per adempiere importanti cariche.
    Mashìach è colui che verrà scelto dal Signore e, seguendo la Sua ispirazione, redimerà Israele e introdurrà una nuova era di pace, di felicità, di bontà fra gli uomini di tutta la terra. Col suo avvento, infatti, cesseranno le sofferenze, le distruzioni, le guerre; il malvagio sarà punito e il giusto premiato. Israele, che per tanti secoli è rimasto in esilio, sparso in tutto il mondo, potrà finalmente tornare alla terra dei suoi Padri e, cosa molto importante, tutti i popoli riconosceranno la sovranità del Signore, Dio Unico.
    Nel Talmùd, vi sono centinaia di riferimenti al Messia e alla sua missione; di questi si è detto: "All'inizio della creazione del mondo il Re Messia era già nato, perché egli entrò nella mente del Signore prima ancora che il mondo fosse creato" (Pesiktà Rabà, 15).
    Molti profeti, nelle loro profezie, accennarono all'avvento del Messia, che essi indicarono come discendente della Casa di Davide. Così ne parla Isaia: "Uscirà un ramo dal tronco di Isciài (padre di Davide) e un rampollo spunterà dalle sue radici, e riposerà su di lui lo Spirito del Signore… Egli giudicherà con giustizia i miseri e deciderà con dirittura a favore degli umili della terra… Allora dimorerà il lupo con l'agnello; si coricherà il leopardo con il capretto, e il vitello e il leone staranno assieme e un piccolo ragazzo li guiderà. La mucca e l'orso pascoleranno, assieme giaceranno i loro piccoli e il leone come il bue mangerà paglia… Il Signore radunerà gli esuli di Israele e raccoglierà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra…".
    Il Messia non è inteso come un essere soprannaturale o divino, ma come un uomo. Egli però sarà ispirato dal Signore e avrà il compito di portare il Suo messaggio sulla terra e di rendere tutti i popoli degni del Suo Regno, mediante l'opera del popolo ebraico.
    Inizierà così l'era messianica, in cui si effettuerà il "Regno di Dio", Malkhùth Shaddài, e il mondo sarà meraviglioso, perché non esisterà più il male e vi saranno pace e felicità per gli uomini.
    Questa speranza è espressa nelle profezie di molti profeti; Isaia e Michà dicono con parole molto simili fra loro: "Saliremo alla Casa del Dio di Giacobbe, affinché Egli ci ammaestri sulle Sue vie… Egli giudicherà fra le nazioni… le quali spezzeranno le loro spade per farne vomeri e le loro lance per farne falci; nessun popolo alzerà la spada contro l'altro e non impareranno più la guerra".
    Anche in una delle nostre più belle preghiere, l''Alénu, dopo aver esaltato il Signore che ha eletto Israele e lo ha allontanato dall'idolatria, è espresso l'ideale che anticipa il giorno in cui il Signore sarà il Dio unico di tutte le genti e sarà attuato il trionfo della Sua onnipotenza.
     
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