Giovanni di Gamala

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  1. isaia80
     
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    E' bravo l'Emilio che non ha risposto ad una sola mia argomentazione. Rispondiamo brevemente:
    1) Non ha capito che Simone Barghiora non poteva essere il Simone richiamato dallo storico attraverso un lontano ricordo che si diparte dal 6 d.C. perché Giuseppe F. dichiara esplicitamente che furono uccisi “facendoli morire fra i più atroci tormenti d’ogni sorta”. Mentre il vero Simone Barghiora, un nome ripescato appositamente dagli amanuensi per depistare il lettore da quello reale, fu decapitato, “zac” non ucciso “fra i più atroci tormenti di sorta”, a Roma, alla fine della sfilata trionfale di Tito nel 71 d.C.
    -----Emilio come al solito gioca con il testo, ecco l'esatta citazione: "In tale clima prosperarono gli zeloti,
    un'associazione che confermò conn i fatti il suo nome essi ecc ecc ,,........comunque fecero tutti la fine che meritavano ecc ecc facendoli morire tra i più atroci tormenti. Emilio dimentica che Simone non era uno zelota e che qui non si parla della morte di Simone, quindi con i suoi ragionamenti può fregare i suoi scagnozzi non certo Isaia. Lo stesso dicasi per Giovanni di Giscala che era vivo e vegeto ma Giuseppe Flavio non si riferisce a lui quando dice la fine che fecero gli zeloti.
    2) Il patronimico veniva riportato da Giuseppe ai protagonisti ebrei famosi sempre in prima citazione, successivamente, nella stessa vicenda, sarebbe stato inutile. Il “di Giscala”, patronimico finto, non risulta nel testo ma viene “affibbiato” nella “nota chiarificatrice” (sic) dal curatore della traduzione col preciso intento di depistare i lettori con lo stesso quoziente intellettivo di “Isaia”.
    ----Infatti il testo riporta solo Giovanni e Giovanni di Giscala viene spesso citato in questo modo in quanto già ampiamente noto ai lettori. La nota chiarificatrice è fatta da uno studioso serio che non ha intenzione di depistare ma quella di fare il proprio lavoro con onestà ed Isaia de Agostini aveva identificato il personaggio prima di leggere la nota.
    3) Questa sarebbe la parte del testo che io stupidamente avrei tralasciato.“Quale amicizia, quale parentela non rese questi due più audaci nelle loro stragi quotidiane? Essi consideravano un atto di ignobile cattiveria far male agli estranei, mentre ritenevano fare bella figura mostrandosi spietati verso i parenti prossimi” . Ancora per Emilio, e dove risulterebbe che i figli di Giuda il Galileo si sarebbero scannati tra loro? Questa è la risposta intelligente e falsa di Emilio: Nel lungo resoconto di Bellum, riguardante le azioni di questi due capi della rivolta, Giuseppe F. non ha mai fatto una accusa così grave contro i suoi due mortali nemici descritti “nella diretta” del conflitto: nessuno dei due risulta aver ucciso propri familiari,...
    -----E questa la dimostrazione delle bugie intelligenti di Emilio.Gli si levò contro un intrigante di Giscala di nome Giovanni ecc ecc ecc egli considerava l'inganno una virtù e se ne serviva anche contro LE PERSONE PIU' CARE e mentre fingeva mitezza era pronto a uccidere anche solo per la speranza di un guadagno. (LIBRO II CAPI 21, 1 PAR 586).
    Per finire: Emilio rifiuta di capire che in quel brano Flavio non fa altro che assegnare le rispettive colpe ai tre gruppi che si erano contesi Gerusalemme prima dell'arrivo dei romani. Gli zeloti, i seguaci di Giovanni e quelli di Simone.
     
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5 replies since 28/10/2009, 19:15   2245 views
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