Gesù di Nazaret, i Dodici e l'Impero Romano

Erano Gesù e i suoi discepoli ribelli all'Impero o collaborazionisti/pacifisti?

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  1. Jesuslives
     
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    Prologo:

    Nel Cristianesimo di solito, con varie sfumature nei toni e nelle interpretazioni da confessione a confessione, si sostiene l'idea che Gesù di Nazaret predicò la sottomissione alle "autorità preposte", qualunque esse siano, quindi la sottomissione alle autorità umane.
    Solitamente, a prova di questa visione delle cose viene citata la famosa frase di Gesù: "date a Cesare ciò che è di Cesare".
    Questa discussione nasce con lo scopo di dare spazio a ipotesi alternative sul rapporto di Gesù di Nazareth e dei suoi discepoli con l'autorita umana che alla sua epoca dominava il loro popolo: l'Impero Romano.

    Comincio la discussione proponendo un brano, tratto da un'opera di Pinchas Lapide, a proposito dell'episodio evangelico dei duemila porci nei quali Gesù scaccia gli "spiriti immondi" facendoli gettare a capofitto nel mare.

    Tratto da: "Bibbia tradotta Bibbia tradita", pp 159-161, Pinchas Lapide, Edizioni EDB
    La guarigione miracolosa dell'indemoniato di Gerasa - una delle pericopi più ampie della tradizione sinottica - mostra evidenti segni di ipetuti rimaneggiamenti.
    Essa è stata oggetto di interpretazioni molto diverse. I più pensano che l'episodio dei porci sia stato aggiunto in un secondo tempo al racconto originario che riguardava un esorcismo. Il frequente passaggio dal singolare al plurale (Mc 9,10), dal passato al presente (Mc 9,14), il fatto che in Marco (5,12) e Luca (8,26-39) si tratti di un solo indemoniato e in Matteo (8,28-34) di due, il fatto che la città di Gerasa disti due giorni di cammino al lago di Genezaret, per cui lo spostamento del «mare» (Mc 5,1.31) sul luogo della guarigione è con ogni probabilità redazionale, sono incongruenze del racconto che danno del filo da torcere all'esegeta.
    Ma assolutamente incredibili sono i «circa duemila porci» nei quali, secondo Mc 5,13, Gesù ha fatto entrare i demoni scacciati dall'indemoniato nella regione dei gadareni. Che questo numero oltrepassi di gran lunga tutte le possibili dimensioni di un branco di porci - a parte il fatto che i porci non sono animali che vivono in branco - è incotestabile. Anche Matteo (8,32) e Luca (8,33) sembrano essere stati di quest'avviso, poichè riprendono quasi con le stesse parole di Marco la conclusione della pericope sulla cacciata dei demoni, ma tacciono circa il numero dei porci.
    Anche in questo caso una ri-ebracizzazione del racconto potrebbe risolvere il problema. Ba'alafim significherebbe in ebraico «in branco» o «a frotte», poichè il termine originario elef può significare sia «bestiame, bovini» sia «mille» o «tribù, gruppo». Poichè nella Scrittura ebraica le lettere bet e kaf sono molto simili, sarebbe piuttosto difficile distinguerle in un rotolo usato di frequente e quindi usurato. Quindi ka'alafim può essere facilmente letto K'alafim (cf. Gs 3,4; 7,3) che significa «quasi duemila».

    [...]

    Ma il nostro racconto può nascondere benissimo un significato profondo, che possiamo scoprire solo riflettendo sul significato del termine «porci» nell'Israele di quel tempo. Com'è noto, la carne di maiale non poteva essere consumata (Lv 11,7; Dt 14,8) e l'allevamento dei maiali era severamente vietato ni tutto Israele (BQ 7,7).
    «Maledetto l'uomo che alleva maiali!» (M 64b e Sotah 49b) era considerato un principio basilare assolutamente incontestabile.

    continua

    Edited by Jesuslives - 23/11/2007, 21:46
     
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15 replies since 23/11/2007, 08:31   1081 views
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