Analisi per paragrafi delle origini del pensiero paolino

Ricerca finalizzata a catalogare le origini delle contaminazioni che dall'ebraismo portarono al cristianesimo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    1,723
    Location
    Italia

    Status
    Anonymous
    Sto leggendo con spirito analitico le lettere di Paolo; non conosco né Greco né ebraico, ma vorrei riuscire ad individuare tutte le correnti di pensiero, paragrafo per paragrafo, che sono confluite in quello che poi, a prescindere dagli insegnamenti di un rav ebreo, sarà il cristianesimo.
    Forse è un tema più indicato al forum di cristianesimo primitivo, ma mi è indispensabile una consulenza ebraica.

    Ad esempio inizio con un estratto dalla lettera ai romani:

    [25]La circoncisione è utile, sì, se osservi la legge; ma se trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei come uno non circonciso.


    Questo passaggio mi sembra rientrare perfettamente in un'ottica ebraica: l'applicazione della Legge attua l'elezione rendendola "attiva", chiedo conferma.


    [26]Se dunque chi non è circonciso osserva le prescrizioni della legge, la sua non circoncisione non gli verrà forse contata come circoncisione?

    qui invece non capisco: può il fariseo Shaul non conoscere le Leggi noachidi e la differenza, non nei termini di "salvazione", ma di responsabilità di fronte all'intero corpus della Torah? Anche se credo debbano essere molto più antiche: sono le Leggi noachidi state forse codificate dopo il primo secolo? Se non si riferisce alle Leggi noachidi, come mai presuppone che un goy possa o debba seguire la Legge di Israele, e perché poi?

    Inoltre da quanto ho capito "giusto" è il goy che rispetta le Leggi di Noah e "giusto" è l'ebreo che rispetta la Legge della sua nazione, il punto è che il corpus di leggi e le responsabilità non sono le medesime.
    Quindi come può il solo rispetto dell'etica universale valere come "circoncisione", che nulla c'entra poi con l'ingresso o meno nel Mondo a Venire?
    Leggendo queste righe (mi servirebbe una conferma sull'aderenza al Greco), mi pongo subito l'interrogativo di come e dove Shaul di Tarso abbia assorbito l'idea di una salvezza solo riservata ai circoncisi, una salvezza da "allargare".
     
    .
  2. Varnon
     
    .

    User deleted


    Caro LvBv1983 Shaul di Tarso considerava (mi pare) la circoncisione come un fatto indispensabile per la salvezza, perché così comprendeva il Patto tra Abraham e El - Shaddai (Dio).
    Ed infine dice che se rispetti la Torah sei come un uomo circoinciso.

    Shalom
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    7,515
    Location
    la città della Bora....

    Status
    Offline
    Credo che la risposta la trovi in Romani 2:12-16.

    Paolo per i gentili non si rifà alle leggi noachidi, che pochissimi, quasi nessuno, penso fuori dagli ebrei conoscevano, ma alla legge scritta nel cuore, la coscienza.
    Anche questa da Dio.

    Ciò che riguarda la morale (non rituale) gli ebrei l'hanno ricevuta in forma scritta, ma è stata data a tutti gli uomini nel cuore.

    Paolo parla di circoncisione anche per i gentili perché insegna che la vera, autentica circoncisione, quella che conta di più davanti a Dio è quella del cuore.

    "Circoncidete dunque il vostro cuore e non indurite più il vostro collo;" (Deut.10.16)

    "Circoncidetevi per il SIGNORE, circoncidete i vostri cuori, uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme, affinché il mio furore non scoppi come un fuoco, e non s'infiammi al punto che nessuno possa spegnerlo, a causa della malvagità delle vostre azioni!»" (Jer.4.4)
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    1,723
    Location
    Italia

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Alessandro< @ 22/7/2015, 14:22) 
    Ciò che riguarda la morale (non rituale) gli ebrei l'hanno ricevuta in forma scritta, ma è stata data a tutti gli uomini nel cuore.

    Sono anche d'accordo ma

    CITAZIONE
    Paolo per i gentili non si rifà alle leggi noachidi, che pochissimi, quasi nessuno, penso fuori dagli ebrei conoscevano

    lui Appunto da ebreo ben le conosceva o doveva conoscerle, presumo la teorizzazione di tali leggi sia precedente al 1° secolo, comunque chiedo a chi lo sa.

    così fosse, perché non insegnare quelle?
    Senza troppi proselitismi.

    Da quale corrente di pensiero (Gesù ipotetico a parte) Paolo ha mutuato questo fortissimo impulso alla conversione del prossimo?
    Non conosco nulla di enochismo, essenismo e di altre correnti magari molto proselite.
    perché Pietro che in teoria ha conosciuto il Maestro in carne ed ossa temporeggia sui gentili perché, per lui, l'insegnamento della Torah è indispensabile e, allo stesso tempo, gli riesce così facile accettare l'idea di dover comunque prima o poi diffondere il messaggio alle genti.
    l'ebraismo ho capito non prevede l'idea della salvazione legata al culto, ma solo legata all'etica.

    Da quale dottrina pagana invece deriva la teoria del culto giusto che salva il giusto?

    La mia domanda verteva su questo.
    cioè Paolo dovrebbe essere di idee farisaiche, o sbaglio?
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    7,515
    Location
    la città della Bora....

    Status
    Offline
    Cosa intendi con "salvazione legata al culto?"
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    1,723
    Location
    Italia

    Status
    Anonymous
    Chiamo "salvazione" legata al culto qualunque dottrina escatologica per cui l'essere salvati costituisca una forma di elezione dettata dall'appartenenza ad una determinata fede o ad una più generica condivisione di certe credenze che devono appunto essere ritenute vere pena la dannazione.

    Per "salvazione" legata all'etica invece intendo un'escatologia basata su premesse di condotta rispondente a certe richieste pratiche e morali che, se seguite, forniscono salvezza a prescindere dal culto per cui esse stesse vengono adottate.

    In pratica in base alla visione etica: "meglio un ateo buono che un fedele cattivo".

    Non entro in merito di descrivere cosa o perché ci debba essere una salvezza, era un'analisi a partire dalle dottrine Paoline credo come minimo note per sommi capi a tutti nel forum, me compreso, personalmente non ne posseggo certo una visione super approfondita.
     
    .
  7. Baal Peor
     
    .

    User deleted


    Visto l'argomento, se ne siete al corrente mi farebbe comodo una conferma di informazioni che ho raccolto nel corso degli anni su San Paolo ma che non ho mai avuto il tempo di verificare.

    E' corretto dire che San Paolo era per lo piu' in disaccordo con i discepoli di Gesu al punto che propone un cristianesimo per "gentili" in contrapposizione a quello per "giudei" degli apostoli?

    E' corretto dire che l'impostazione dei cristiani giudei era piu' legata alla tradizione dell'osservanza delle regole bibliche di deriva ebraica, mentre quella Paolina era piu' etica e verteva sul messaggio di amore di Gesu che se veniva seguito, poneva in secondo piano le regole?

    Secondo voi, e' quindi possibile immaginare che avendo preso piede l'impronta Paolina ed essendo per quanto ne so sparita l'impronta cristiano giudaica, tutto quello che ne e' seguito, quindi i vangeli, ne siano stati influenzati?

    Essendo Paolo in contrapposizione "teologica" con i discepoli di Gesu che avevano vissuto con lui, non e' pensabile che l'interpretazione di Paolo del significato dei gesti e delle parole attribuiti a Gesu fosse lontano dalla realta'? I discepoli di Gesu che avevano vissuto e parlato con lui avrebbero dovuto, a ragion di logica, saperne di piu' di Paolo che non aveva mai incontrato Gesu se non in "apparizione"...
    Quindi se veramente Paolo era in disaccordo con loro... questo mi fa riflettere...
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    568

    Status
    Offline
    SI , ma se fai anche un bel post e poi ti chiami Baal Peor mettendo una firma abbastaza discutibie diventi poco credibile :/
     
    .
  9. Baal Peor
     
    .

    User deleted


    beh, non ho niente che deve essere creduto da nessuno e ritengo che se la gente si prendesse un po' meno sul serio il dialogo ne guadagnerebbe, quindi tanto vale iniziare dal nome. :)

    comunque avendo un interesse oggettivo (non viziato da partitismi soggettivi) nelle religioni qui trattate mi sono permesso di identificarmi nella figura che mi e' piu' simpatica per la particolare stranezza e licenziosita' dei comportamenti.

    La firma l'ho scritta sull'onda dell'infervoramento dopo una reprimenda riguardo la violenza nel post sull'isis, non va bene? :P
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    1,723
    Location
    Italia

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    E' corretto dire che San Paolo era per lo piu' in disaccordo con i discepoli di Gesu al punto che propone un cristianesimo per "gentili" in contrapposizione a quello per "giudei" degli apostoli?

    Modificato -
    Quanto meno per Pietro & Co. la precedenza l'aveva il popolo della Giudea.

    Sono andato a rileggere un po' di cose "alla veloce", qualche precisazione: Pietro si apre inizialmente al popolo di Israele, ma già in atti è chiarissimo il suo proselitismo presso i pagani, proselitismo che lascia stupiti, inizialmente gli altri apostoli.

    CITAZIONE
    Atti - Capitolo 11

    A Gerusalemme, Pietro giustifica la sua condotta

    [1]Gli apostoli e i fratelli che stavano nella Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. [2]E quando Pietro salì a Gerusalemme, i circoncisi lo rimproveravano dicendo: [3]«Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».

    [4]Allora Pietro raccontò per ordine come erano andate le cose, dicendo: [5]«Io mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e vidi in estasi una visione: un oggetto, simile a una grande tovaglia, scendeva come calato dal cielo per i quattro capi e giunse fino a me. [6]Fissandolo con attenzione, vidi in esso quadrupedi, fiere e rettili della terra e uccelli del cielo. [7]E sentii una voce che mi diceva: Pietro, àlzati, uccidi e mangia! [8]Risposi: Non sia mai, Signore, poiché nulla di profano e di immondo è entrato mai nella mia bocca. [9]Ribattè nuovamente la voce dal cielo: Quello che Dio ha purificato, tu non considerarlo profano. [10]Questo avvenne per tre volte e poi tutto fu risollevato di nuovo nel cielo. [11]Ed ecco, in quell'istante, tre uomini giunsero alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. [12]Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell'uomo. [13]Egli ci raccontò che aveva visto un angelo presentarsi in casa sua e dirgli: Manda a Giaffa e fà venire Simone detto anche Pietro; [14]egli ti dirà parole per mezzo delle quali sarai salvato tu e tutta la tua famiglia. [15]Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di loro, come in principio era sceso su di noi. [16]Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo. [17]Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che a noi per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».

    [18]All'udir questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».

    Tuttavia il conflitto con Paolo prende poi piede nella misura in cui per Pietro, per lungo tempo, rimane la necessità di convertire i pagani all'ebraismo del suo Maestro con circoncisione e Torah, vedendo in questo soprattutto la figura del MESSIA di Israele.
    Paolo invece, punta su una direzione decisamente più realizzabile, ritenendo la Torah e la circoncisione inutili per il pagano convertito e proponendo non tanto Gesù come messia, ma come uomo-dio, concetto estremamente più assimilabile dai gentili.
    La predicazione Paolina vince sulle visioni concorrenti e, alla fine, ogni tentativo di ebraicizzazione dei convertiti viene abbandonato.

    A proposito della visione di Pietro sugli alimenti: a che pro se già Gesù li aveva dichiarati mondi dicendo: "non è ciò che entra dalla bocca ma ciò che ne esce che rende impuri"?

    CITAZIONE
    E' corretto dire che l'impostazione dei cristiani giudei era piu' legata alla tradizione dell'osservanza delle regole bibliche di deriva ebraica, mentre quella Paolina era piu' etica e verteva sul messaggio di amore di Gesu che se veniva seguito, poneva in secondo piano le regole?

    I cristiani-giudei semplicemente continuano a seguire la Legge, la Torah, perché è la legge della loro nazione. La visione Paolina non è "più etica" o "meno esteriore" a parer mio, semplicemente, diffonde il comandamento dell'amore e non il resto ai gentili, d'altronde ai gentili la Torah in quanto legge nazionale, non "serve" a nulla.

    CITAZIONE
    Essendo Paolo in contrapposizione "teologica" con i discepoli di Gesu che avevano vissuto con lui, non e' pensabile che l'interpretazione di Paolo del significato dei gesti e delle parole attribuiti a Gesu fosse lontano dalla realta'? I discepoli di Gesu che avevano vissuto e parlato con lui avrebbero dovuto, a ragion di logica, saperne di piu' di Paolo che non aveva mai incontrato Gesu se non in "apparizione"...
    Quindi se veramente Paolo era in disaccordo con loro... questo mi fa riflettere...

    Ti rispondo agganciando un'altra riflessione:
    ma Gesù, che è D-o incarnato, si sceglie 12 apostoli e un numero decisamente consistente di discepoli per poi capire a posteriori che ha parlato a degli ottusangoli e salvarsi in corner chiamando in extremis l'unico che ha un po' di sale in zucca?
    Vista in certi termini l'intera faccenda diventa un assurdo.
    Io rispetto le esperienza mistiche, ci mancherebbe, non è quello il punto per me.
    Secondo me quello che genera paradossi come questo è che nell'ottica cristiana un santo o chiunque sia in comunicazione con lo Spirito Santo, diventa infallibile.
    Pensare che in maniera di dottrina persino il Papa viene dato, dai cattolici, come impossibilitato all'errore!

    Ergo uno o più santi o apostoli o discepoli in discussione, invece che essere visti sì come illuminati dallo Spirito, ma anche e sempre comuni esseri mortali assolutamente capaci di sbagliare e bisognosi di confrontare le proprie idee, diventano esseri infallibili ed ogni contraddizione fra il loro pensiero genera dei dubbi che necessitano di teologie acrobatiche per essere spiegati o che cadono più facilmente nel "facciamo finta di niente".
    Comunque anche dal mio punto di vista facilmente Paolo ne sapeva meno degli altri.

    CITAZIONE
    Fate l'amore, non fate la guerra... W Baal Peor :P

    Ahahah, ma stai attento: quegli idoli erano comunque visti come strani e sibillini, se haShem vieta nella Legge di bruciare adulti e bambini e di procurarsi mutilazioni tremende, proprio in contrapposizione a quello che chiedono gli altri "dèi"... ci sarà un motivo :rolleyes:

    Edited by LvBv1983 - 26/7/2015, 00:16
     
    .
  11. Baal Peor
     
    .

    User deleted


    QUOTE
    Paolo invece, punta su una direzione decisamente più realizzabile, ritenendo la Torah e la circoncisione inutili per il pagano convertito e proponendo non tanto Gesù come messia, ma come uomo-dio, concetto estremamente più assimilabile dai gentili.

    Ecco e' proprio questo che mi fa pensare: la necessita' di fare una versione piu' "commerciale" di Gesu perche' comunque al di fuori della cultura ebraica sarebbe stato poco spendibile mi sembra che abbia spinto Paolo a fare un ragionamento del tipo "Gesu e' amore", questo e' facile e lo capiscono tutti, tutto il resto non conta...
    Pero' non posso non chiedermi se l'interpretazione non sia forzata e di comodo.
    Le lettere di Paolo sono i documenti su Gesu piu' antichi che abbiamo che io sappia, vangeli e atti vengono dopo, anche decine di anni dopo, quando ormai la visione Paolina si era affermata.
    Gli atti dovrebbe averli scritti Luca evangelista, che non aveva mai visto Gesu e per quanto ne so era parte di una comunita' fondata da Paolo, quindi mi immagino che quanto sapeva di Gesu lo avesse appreso proprio da Paolo e dalla sua "illuminazione"

    Quindi all'inizio della seconda meta' del primo secolo ecco che abbiamo il 90% di quello su cui si basa il cristianesimo, lettere di Paolo, Vangelo di Luca e Atti prodotti da Paolo e da un suo "discepolo" per rendere commerciale il messaggio di Gesu in un modo che sappiamo indicativamente non convincere chi aveva vissuto e parlato con Cristo...

    Se poi aggiungiamo che le altre "campane" sono state eliminate definitivamente nel IV secolo rendendo apocrifi i testi che divergevano dalla visione che pareva andare piu' di moda in quel periodo e addirittura abbiamo la certezza con l'episodio del "finale lungo di Marco" che non v'erano troppi problemi a modificare i vangeli in modo da far tornare i conti come faceva comodo...

    Beh direi che se non sono errate queste premesse qualche dubbio sia lecito...

    Edited by Baal Peor - 26/7/2015, 13:09
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    7,515
    Location
    la città della Bora....

    Status
    Offline
    Personalmente non ritengo che Paolo predicasse un vangelo "più semplice" o solo "amore" in diversi punti è anche piuttosto severo.
    Poi vorrei sottolineare il fatto che i due riconoscevano i loro mandati "Giacomo, C'era e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano in segno di comunione perché andassimo noi agli stranieri, ed essi ai circoncisi" Galati 2:10 a prescindere dalle loro debolezze (Galati11:14).

    E Pietro in 2Pietro3:15-16 dimostra stima per la sapienza di Paolo.

    Quella sapienza particolare che Paolo affermava di aver ricevuto per il particolare compito che era chiamato a svolgere (Efesini 3:1-5).

    Poi come ha citato Lvbv sia Paolo che Pietro non limitavano la loro testimonianza solo ai circoncisi o solo ai non circoncisi.
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    1,723
    Location
    Italia

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Personalmente non ritengo che Paolo predicasse un vangelo "più semplice" o solo "amore" in diversi punti è anche piuttosto severo.

    Concordo, basti pensare a Matteo 5,28 "Io vi dico: chiunque guarda una donna* per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore...", per molti aspetti Gesù si configura come un rabbino assolutamente ultra-ortodosso.
    Per quanto mi riguarda il riuscire a contenere un desiderio istintivo è proprio quanto di più lontano ci sia dalla semplicità, rasenta l'impossibile, almeno se preso il discorso alla lettera, diciamo...
    Comunque il messaggio evangelico non è affatto di attuazione semplice, quello a cui mi riferivo parlando di "facilità" nel proselitismo è che convertire così tante persone al rispetto non tanto di una religione, ma piuttosto di una legge nazionale, sarebbe stato quasi inattuabile.
    Inoltre da ebreo, penso che Paolo sapesse più che bene che la Torah non riguardasse altri popoli.
    La cosa che mi stupisce un po' è che non avesse pensato all'idolatria che inevitabilmente avrebbe preso il sopravvento ( e che cerca mezzo inutilmente di contenere) e che, distanziandosi dal contenuto del Tanach, il messaggio evangelico avrebbe dato vita a qualcosa davvero mal conciliabile con l'ebraismo che ne aveva quantomeno ispirato il maestro.

    *
    Vorrei sapere perché la CEI si ostina a complicare le cose mettendo donna al posto di donna-sposata...
    Certe cose non le capirò mai.
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    7,515
    Location
    la città della Bora....

    Status
    Offline
    Per Paolo credo che Israele è una nazione ma è anzitutto il "popolo di Dio".
    Ciò che distingue Israele è Dio in mezzo a loro e la Legge, è vero che c'è una benedizione generazionale, ma non c'è solo questo.
    Perché gli stranieri potevano entrare a far parte del popolo di Israele se lo desideravano (Isaia 56:3-6). Dio, essendo che è l'unico Dio, è tale per tutti gli uomini. L'altro giorno riflettevo sulla misericordia del Signore :) se tue leggi 1re17:8-26 o 2re5:1-19, si può vedere come Dio benedicesse anche gli stranieri per mezzo degli israeliti.
    Però per Paolo parte di Israele non aveva riconosciuto il tempo della sua visitazione e credeva che Dio avesse per questo voluto, nella.sua misericordia, vedendo che non c'era "una nazione fedele più delle altre", dare la possibilità che tutti gli uomini fossero raccolti sotto un nuovo patto.

    Io penso che Paolo intendesse Israele come la luce tra le nazioni, e quindi nei piani di Dio una benedizione.
    Infatti Dio è adirato quando è profanato il suo nome a causa degli israeliti(Ezechiele 36:20-21) Come ci sono profezie dicono che Israele sarà letteralmente la luce per le nazioni "Le nazioni cammineranno alla tua luce" (Isaia 60:3), quindi c'è un interesse.

    Allo stesso tempo Paolo credeva che Dio avesse abbandonato gli altri popoli ai loro pensieri perché non vollero conoscere Dio (vedi Romani 1).

    Alcuni uomini vollero conoscerLo e per l'amore di questi Dio strinse un patto con loro e figli dei loro figli, che divennero una nazione, Israele.

    In questa nazione, Israele, Dio ha previsto che si rendesse noto il patto di generazione in generazione e se c'erano degli stranieri, di cui Dio conosceva il cuore, che temessero Dio sulla terra li benediceva, come negli esempi che ho citato sopra.
    Ma ora per Paolo difronte all'indurimento, che si era manifestato più volte nei secoli, Dio desiderava stabilire un popolo sotto un nuovo patto, e tale alleanza era rivolta agli ebrei quanto ai gentili (goy?). Questo non significa che Israele per la carne è stata soppiantata, Paolo crede che nella sua interezza un giorno non sarà più indurita (Romani 11:11-15).

    Quello di cui veniva accusato Paolo e che cercava di difendersi era che questo patto annullasse la Legge.
    Invece Paolo sosteneva che quanti erano sotto la Legge anche se riconoscevano Cristo erano chiamati ad ubbidire alla Legge "Ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare tutta la legge" (Galati 5:3), mentre gli stranieri dovevano riferirsi solo al nuovo patto. Su questo si discusse nel Concilio di Gerusalemme, perché alcuni farisei convertiti chiedevano che gli stranieri seguissero i segni dei patti precedenti come la circoncisione, mentre gli stranieri per Paolo e gl'altri avevano incontrato alleanza con Dio per un patto successivo che non li richiedeva, ma chi fosse già circonciso doveva attenersi alla Legge.

    Sul "proselitismo", la cosa seguiva una logica nel senso che la legge era annunciata nella sinagoga, per Paolo le nazioni, non avevano chi potesse annunciare loro il nuovo patto che Dio voleva allargare a tutti i popoli e per questo era necessaria un opera che viene chiamata di evangelizzazione, l'annuncio della possibilità di riconciliazione con Dio per tutti, non solo per Israele attraverso un nuovo patto.

    In breve il patto di Noè fu tramandato (e oggi praticamente dimenticato, anche se del diluvio vediamo ci fu tramandazione orale più o meno fedele tra i popoli), le promesse fatte ad Abrahamo furono tramandate, il patto della Legge è ancora oggi tramandato nelle sinagoghe e per Paolo e gl'altri il nuovo patto tra Dio e l'umanità aveva invece bisogno di essere conosciuto, i discepoli erano chiamati ad essere degli ambasciatori a tutti i popoli e quindi in tutto il mondo.

    Per tornare al principio del discorso, per Paolo le promesse fatte ai figli di Abrahamo, Isacco e Giacobbe non sono annullate ma per " Israele" Paolo intende essenzialmente il "popolo di Dio" dice infatti "non tutto il popolo d'Israele è Israele" (Romani 9:6), perché importante è amare Dio.

    Edited by Alessandro< - 27/7/2015, 10:25
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    1,723
    Location
    Italia

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Allo stesso tempo Paolo credeva che Dio avesse abbandonato gli altri popoli ai loro pensieri perché non vollero conoscere Dio (vedi Romani 1).

    D-o ha sempre "pensato" a tutti i popoli, sin dai tempi di Adamo, passando per Noah. "Pensa" anche alla discendenza di Ismaele, per esempio, infatti a lui promette un grande popolo più numeroso delle stelle in cielo, eppure né ai noachidi, né agli ismaeliti, dà la Sua Legge.

    (Tra Ismaele e Israele c'è una sola lettera di differenza. Che significato possono avere la ר e la מ in queste parole? Apro domanda apposita.)

    CITAZIONE
    Alcuni uomini vollero conoscerLo e per l'amore di questi Dio strinse un patto con loro e figli dei loro figli, che divennero una nazione, Israele.

    Sì anche io credo che sia stato il popolo ebraico a scegliere di essere il custode della Torah e a scegliere di conoscere D-o in una misura più vicina a ciò che Egli è, senza filtri di divinità aggiuntive o dèi creati per sudditanza al mondo ignoto, allora ed ancora oggi, della materia e della natura.

    Ma a livello storico, non c'era la necessità di un "nuovo" patto con i gentili, che, se andiamo a vedere avevano già una situazione più "facile" rispetto a quella del popolo di Israele e, in secondo luogo, perché fare un "nuovo" patto con Israele (che prevede la Torah e ad essa aggiunge Cristo) e uno con i gentili (che non la prevede e introduce comunque Cristo)? Non cambia nulla rispetto a prima!
    A Israele la Torah e agli altri no. La dicotomia Israel - Goym non muta, il rapporto, paradossalmente, rimane invariato.

    CITAZIONE
    Quello di cui veniva accusato Paolo e che cercava di difendersi era che questo patto annullasse la Legge.
    Invece Paolo sosteneva che quanti erano sotto la Legge anche se riconoscevano Cristo erano chiamati ad ubbidire alla Legge "Ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare tutta la legge" (Galati 5:3), mentre gli stranieri dovevano riferirsi solo al nuovo patto. Su questo si discusse nel Concilio di Gerusalemme, perché alcuni farisei convertiti chiedevano che gli stranieri seguissero i segni dei patti precedenti come la circoncisione, mentre gli stranieri per Paolo e gl'altri avevano incontrato alleanza con Dio per un patto successivo che non li richiedeva, ma chi fosse già circonciso doveva attenersi alla Legge.

    Quindi gli ebrei continuerebbero a leggere ed interpretare i significati della Legge, a rispettare le mitzvoth e lo Shabbat, e gli altri popoli no.
    Con l'unica differenza che per (quello che noi conosciamo essere) il messaggio di Cristo verrebbero ad aggiungersi alla già ben nota Legge elementi in contraddizione con essa.
    Prima del cristianesimo nessun "upgrade" della Legge (Noah - Abramo - Mosé) ha mai generato contraddizione con la "versione" precedente.
    (Scusate il linguaggio informatico, sono molto geek a volte.)

    Se invece il messaggio cristiano autentico era perfettamente in sintonia con l'ebraismo, be' allora possiamo anche smettere di discutere, perché vuol dire che Paolo ha capito molto poco o ha manipolato "molto tanto"; e allora davvero i cristiani per entrare nelle file di Israele, dovrebbero adottarne Patto Nuovo e Vecchio e Legge e costumi.

    Ma se il Nuovo Patto riesce ad avere valore anche senza la Legge, allora perché in Israele si dovrebbe ancora seguire la Legge?
    Se i goym possono farne a meno ed accedere comunque "all'alleanza", perché gli ebrei dovrebbero continuare a farsene carico?

    Secondo la me la risposta sta nel fatto che c'è sempre un grosso frainteindimento su ciò che è l'Alleanza dal punto di vista ebraico.
    Per gli ebrei è un alleanza normativa, D-o è il loro Legislatore, in persona. D-o guida la nazione di Israele dal punto di vista legislativo e giuridico.
    Per i cristiani l'Alleanza è una questione soprattutto teologico-escatologica: senza Alleanza non c'è salvezza dopo la morte. Grazie Dante per aver dato il Limbo a tutti quelli che non avevano avuto il.. hmm la fortuna di sentir parlare di Gesù.

    Faccio un esempio:

    prendi la legge italiana, tutto il codice, fai finta che agli italiani la abbia dato D-o.
    Ora, pensa che arrivi uno studente di legge chiamato Paolo che dice che è ritornato il re d'Italia e che ha deciso, per la salvezza delle anime, di dare la legge italiana anche agli altri europei e poi al resto del mondo.
    Immagina la faccia dei legislatori italiani, si chiederebbero: "ma che c'entra?"
    E poi senti questa: lo stesso studente di legge dice che agli altri si può dare una legge "meno normativa che arriva al cuore", che però è sempre quella, perché da sola basta a vincolare il "patto", mentre invece chi si definisce italiano della vecchia leva deve continuare anche a rispettare il vecchio codice.
    Abbiamo due tipi di italiani, quelli che rispondo alla legge A e alla appendice B, e quelli che invece rispondono solo alla appendice B.
    Quindi, se pensiamo che la legge abbia valenza escatologica, cittadini con diversi gradi di elezione.

    Ripeto, non sono nessuno per stabilire cosa haShem pensi e come haShem agisca, ma per citare il mio amico Maury... "...qui possiamo pure arrampicarci sopra gli specchi insaponati..."

    Con questo non tolgo nulla alla legittimità di sentirsi cristiani o ebrei o musulmani o tutto quello che si vuole. E non dico che la Legge di haShem non presenti caratteristiche etiche e morali, è pura etica!
    IMO, D-o parla sempre con tutti uno ad uno, Leggi e idoli a prescindere, non credo che Israele sia in una posizione di "superiorità", semplicemente ha avuto accesso ad un differente modo di relazionarsi con il divino (come poi hanno tutti, a ciascuno il suo), in più anche un ebreo può sempre scegliere se accettare o meno ciò che gli è stato assegnato.
    Mi ha colpito molto, quando lo scoprii per la prima volta, constatare come per gli ebrei non ci sia una "salvezza" a misura loro dalla quale gli "altri" sono tagliati fuori. Non ho la presunzione di capire o giudicare l'opera di D-o, mi ripeto, ma una cosa come questa mi sembra da parte di una "Madre e di un Padre", molto in sintonia con l'amore ed il rispetto per le Sue creature e, sempre secondo mia visione personale, Gesù come rav, al massimo, si lanciava spesso contro una comune mentalità, di alcuni intellettuali dell'epoca, che vedevano il popolo israeliano "sopra" e i goym "sotto.
    A questi ricordava appunto che la salvezza e la considerazione di D-o sono per tutti, così come era sempre stato, senza bisogno di "aggiunte".
    Il cristianesimo a me piace, non lo nego, solo ritengo che non debba essere per forza e a forza interpretato secondo "l'Antico Testamento". Dal mio punto di vista è un abuso che svilisce il Tanach e che tradisce le stesse origini cristiane.


    Ps.
    Se ho sparato castronerie e dato grande prova di ignoranza dal punto di vista ebraico e/o cristiano ringrazio in anticipo per le correzioni. Soprattutto all'inizio ho fatto fatica a capire certo concetti, non perché "difficili", ma perché sconvolgenti rispetto ad anni ed anni di altre interpretazioni, quindi abbiate pazienza.

    :)

    Edited by LvBv1983 - 27/7/2015, 16:30
     
    .
34 replies since 21/7/2015, 08:30   879 views
  Share  
.