DOMANDA SUL MESSIA

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  1. Licya1
     
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    NON HO MAI CAPITO PERCHE' GLI EBREI CONTINUANO A SOSTENERE CHE IL MESSIA NON E' IL GESU' CRISTO DI 2000 ANNI FA ( A PROPOSITO QUALE RESPONSABILITA' SENTONO SU DI SE RIGUARDO ALLA SUA MORTE?) E SECONDO QUALI PROFEZIE DICONO CHE ANCORA DEVE VENIRE, MENTRE I CRISTIANI ORA SEMMAI ASPETTANO IL SUO RITORNO? DI RECENTE HO VISTO QUESTO VIDEO,
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    CHE NE PENSATE? GRAZIE.
     
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    CITAZIONE
    ( A PROPOSITO QUALE RESPONSABILITA' SENTONO SU DI SE RIGUARDO ALLA SUA MORTE?)

    Cioè, qualcuno sano di mente può sentirsi responsabile per la morte di un individuo che - si narra - ucciso (e dai romani) migliaia di anni fa?

    Edited by ashkenazi - 18/4/2016, 14:28
     
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    אריאל פינטור

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    Ancora con queste rotture di scatole?
    Ma questi bigotti perché non se ne vanno in sacrestia a chiedere al loro parroco anziché venire qui a far perdere tempo e per di più scrivento in maiuscole?
    Gli ebrei non credono in Gesù messia perché non era il Messia, perché il Messia non muore in croce e perché il Messia riunifica le tribù disperse.
    Gli ebrei non hanno e non sentono nessuna responsabilità perché Gesù fu crocifisso e la crocifissione era una pena romana introdotta dai romani. non una pena ebraica. se si conosce la storia, non dal catechismo ma dai libri veri e onesti.
    e con questo chiudo perché a domande poste in questo modo nemmeno si dovrebbe rispondere.

    Poverino a 108 anni doveva essere doivorato dalla demenza senile. Intanto il povero Sharon è morto ma di Gesù nemmeno l'ombra.
    MA che cumulo di idiozie: i classici messianici che si spacciano per ebrei

    Quanto al commentatore è letteralmente patetico quando pronuncia l'ebraico, farebbe meglio a parlare il siciliano che sicuramente gli è più congeniale. chiudiamola qui
     
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  4. Veritas
     
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    CITAZIONE (Licya1 @ 24/5/2014, 18:51) 
    NON HO MAI CAPITO PERCHE' GLI EBREI CONTINUANO A SOSTENERE CHE IL MESSIA NON E' IL GESU' CRISTO DI 2000 ANNI FA ( A PROPOSITO QUALE RESPONSABILITA' SENTONO SU DI SE RIGUARDO ALLA SUA MORTE?) E SECONDO QUALI PROFEZIE DICONO CHE ANCORA DEVE VENIRE, MENTRE I CRISTIANI ORA SEMMAI ASPETTANO IL SUO RITORNO?...
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    I discepoli che furono effettivamente accanto a Gesù non avevano MAI pensato che Gesù fosse stato un 'messia', tantomeno quello 'atteso' dall'immaginario comune ebraico!...Gesù ricevette un'educazione GNOSTICA, presso la scuola gnostica di Giovanni il Battista. Presso tale mondo gnostico, il concetto di 'messia' era assolutamente alieno, mentre era di casa il concetto dI SALVATORE: vale a dire colui che, avendo raggiunto la 'GNOSIS' della verità 'salvifica' (quella che rende 'liberi': v. il vangelo di Giovanni), era in grado di condurre alla salvezza anche gli altri 'eletti' della setta gnostica.

    Tuttavia, vi fu un periodo della sua vita (forse meno di un anno), in cui Gesù venne effettivamente acclamato dai giudei di Gerusalemme (sic!) come il messia atteso!...L'episodio è perfino ricordato nei vangeli come la 'Domenica delle palme'; tuttavia, gli evangelisti falsari anticiparono l'avvenimento di circa 30-35 anni, essendosi svolto l'evento poco tempo prima che Gerusalemme venisse cinta d'assedio dalle legioni di Tito.

    Giuseppe Flavio, in base ad una citazione fatta da Origene (e che oggi è del tutto assente da ciò che rimane dei lavori del celebre storico ebraico del I secolo) ovviamente NON credeva che Gesù fosse stato il messia. Tutto ciò, inoltre, ci dà la conferma del carattere assolutamente spurio dell'insulso 'testimonium flavianum'!...

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    Edited by Veritas - 29/5/2014, 11:55
     
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  5. il_gico
     
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    CITAZIONE
    Ma questi bigotti perché non se ne vanno in sacrestia a chiedere al loro parroco anziché venire qui a far perdere tempo e per di più scrivento in maiuscole?

    Oh oh oh negev! ma dai povera ragazza...

    e poi perché ci metti in mezzo la mia lingua???
    Aia pigghiari a lupara? Ah?!?
    :shifty:
     
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    אריאל פינטור

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    quell'"Ah" finale oltre che siciliano sembra proprio palemmitano Ah!!1 :D
     
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  7. Karmelsr
     
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    Che poi Gesù, posto che sia realmente esistito, afferma nel Vangelo di Matteo di NON essere venuto per abolire la Legge (cioè la Legge mosaica o Torah) ma per portarla a compimento e andando poi nelle lettere paoline, in una di esse mi sembra che Paolo di Tarso dispensò i nuovi seguaci dalla Legge...nsomma si deve o non si deve applicare?
     
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    אריאל פינטור

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    La leggeva lepre gli ebrei nn per i gentili, quindi Paolo, una volta tanto,aveva ragione.
    Il gentile non è tenuto all'osservanza di tutte le leggi date agli ebrei, cominciando dal sabato per continuare con i divieti alimentari. ma solo delle sette leggi di Noè.
    Quando Gesù dice che non è venuto ad abolire la legge sta parlando degni obblighi per gli ebrei, non dgli altri
     
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  9. Karmelsr
     
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    Questo significa allora che l'essenza del cristianesimo sta nelle epistole più che nei vangeli...
     
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  10. Marco8523
     
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    Una volta tanto concordo col fratello Negev, almeno nel suo secondo intervento. Il "gentile" non è tenuto all'osservanza delle Leggi, ma ai comandamenti dati a Mosè si, più quelli dati da Gesù stesso. Gesù disse di non esser venuto ad abolire la Legge, anzi nemmeno un suo tratto verrà abolito, ma a portare a compimento. Ma ha altresi detto: "la Legge e i profeti fino a Giovanni il Battista", dividendo la storia in due: prima e dopo di Lui. Per tanto non è opera di Paolo, la non osservanza alla Legge per i Cristiani. Ma Gesù stesso, ha "raccomandato" a chi non lo riconosce l'osservanza della Legge e dei profeti fino a Giovanni; e a chi lo riconosce l'osservanza alle Leggi del Messia. Sul primo intervento tutto mi è opinabile. Mi piacerebbe aprire una serena discussione sul tema: "il Messia non muore in croce". Ma dubito sarà possibile. Più che altro mi interessa sapere come interpreta, chi osserva la Legge, ad esempio Isaia 53:

    1 Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
    A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
    2 È cresciuto come un virgulto davanti a lui
    e come una radice in terra arida.
    Non ha apparenza né bellezza
    per attirare i nostri sguardi,
    non splendore per provare in lui diletto.
    3 Disprezzato e reietto dagli uomini,
    uomo dei dolori che ben conosce il patire,
    come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
    era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
    4 Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
    si è addossato i nostri dolori
    e noi lo giudicavamo castigato,
    percosso da Dio e umiliato.
    5 Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
    schiacciato per le nostre iniquità.
    Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
    per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
    6 Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
    ognuno di noi seguiva la sua strada;
    il Signore fece ricadere su di lui
    l'iniquità di noi tutti.
    7 Maltrattato, si lasciò umiliare
    e non aprì la sua bocca;
    era come agnello condotto al macello,
    come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
    e non aprì la sua bocca.
    8 Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
    chi si affligge per la sua sorte?
    Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
    per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte.
    9 Gli si diede sepoltura con gli empi,
    con il ricco fu il suo tumulo,
    sebbene non avesse commesso violenza
    né vi fosse inganno nella sua bocca.
    10 Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
    Quando offrirà se stesso in espiazione,
    vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
    si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
    11 Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
    e si sazierà della sua conoscenza;
    il giusto mio servo giustificherà molti,
    egli si addosserà la loro iniquità.
    12 Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
    dei potenti egli farà bottino,
    perché ha consegnato se stesso alla morte
    ed è stato annoverato fra gli empi,
    mentre egli portava il peccato di molti
    e intercedeva per i peccatori.

    Pace e bene.
     
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    אילון

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    CITAZIONE (Licya1 @ 24/5/2014, 18:51) 
    NON HO MAI CAPITO PERCHE' GLI EBREI CONTINUANO A SOSTENERE CHE IL MESSIA NON E' IL GESU' CRISTO DI 2000 ANNI FA

    IL VERO MESSIA
    E' scritto nella Torah,e commentato nelle Mishna che il messia giungerà alla fine dei tempi,a svolgere un preciso compito,quello di adempiere la promessa fatta da D_o ad Israele; l'adempimento rivelerà la persona del messia, solo agli ebrei, ma al mondo intero.
    Le scritture riportano che tutti i popoli lo riconosceranno come tale,e nessuno dovrà "convincere" gli altri a credere che lo sia veramente.
    Dunque già il solo fatto che un gruppetto di ebrei identifichi il messia in un maestro, o in un profeta di cui è seguace, tenti di "persuadere" di conseguenza tutto il resto dell'umanità, è prova che il messia non è ancora giunto.
    Di aspiranti e falsi messia, è ricca la storia del popolo ebraico.
    Non per tutti il Messia è un uomo;
    Non in tutti i libri dei Profeti viene ricordato un messia umano. Nei libri di Nachum, Zefanià, Chabbaquq, Malachì, Yoel, e Daniel l'unico redentore è Dio stesso. Nei libri di Amos, Yechezqel e Ovadià e nel libro dei Salmi si parla di un Messia collettivo: i "salvatori", i "giusti" che redimono il mondo in virtù della loro giustizia e della loro bontà. Nei libri di Chaggai e Zecharià il Messia non è altri che Zerubavel, un discendente, realmente esistito, della casa di David. E in Isaia (cap. 40 e ss.) il Messia è il popolo di Israele stesso. Nel Talmud Rabbì Hillel (da non confondersi con Hillel il Vecchio (arriva a dire: "Non ci sarà più un messia per Israele, dopo i tempi del Chizkià". A questa opinione si oppone duramente Rav Yosef; "Il Signore lo perdoni (per aver detto cose senza senso)" (Sanhedrin 98b e 99a). Rimane il fatto, tuttavia, che un ebreo, fedele alla sua religione e al suo popolo, poteva raffigurarsi la redenzione svincolata da un redentore umano: il Santo, Benedetto Egli sia, sarà il Redentore.


    -Maimonide dalle Hilkot Melachim. Sul Messia-

    "Se sorgerà un Re dalla casa di Davide che saprà ricercare in
    profondità nello studio della Torà e, come il suo antenato Davide, osserverà
    le Mitzvot stabilite dalla Legge Scritta e dalla Legge Orale; se egli
    imporrà a tutto Israele di camminare [nella via della Torà] e riparare le
    brecce [nella sua osservanza]; e se combatterà le guerre di D-o; - possiamo,
    sicuramente, considerarlo il Messia".
    "Se egli non avrà successo fino a tanto o
    se sarà ucciso, sicuramente non era [il Redentore] promesso dalla Torà.

    [Piuttosto] sarà da considerare come tutti gli altri re validi e legittimi
    della dinastia di Davide che sono morti. D-o ha solo fatto sì che sorgesse
    per provare il popolo. Come è scritto (Dan. 11, 35) "Tra gli stessi
    intelligenti, alcuni cadranno, affinché si compia fra di loro la
    purificazione, una selezione, un raffinamento fino al tempo della fine, che
    deve ancora venire."
    Gesù di Nazareth, che aspirò ad essere il Messia e fu
    giustiziato da un tribunale romano, è anche presente nelle profezie di Daniele
    (Dan. 11, 14): "Dei rinnegati nel tuo popolo si esalteranno tentando di
    realizzare la visione, ma saranno abbattuti".
    Ci può essere ostacolo
    maggiore di questo? Tutti i profeti parlarono del Messia come del Redentore
    d'Israele e Salvatore, che avrebbe radunato gli esiliati e avrebbe
    rinsaldato in loro le Mitzvot. Al contrario causò agli ebrei di essere
    ammazzati dalla spada, i sopravvissuti furono
    dispersi e umiliati, la Torà fu alterata e la maggioranza dei popoli del
    mondo fu ingannata e posta al servizio di una divinità ben diversa dal
    Sig-ore. E tuttavia l'intento del Creatore del mondo non è alla portata
    della comprensione umana, perché (parafrasando Isaia 55, 8) "le Sue vie non
    sono le nostre vie e i Suoi pensieri non sono i nostri pensieri". [Infine]
    tutti i fatti compiuti da Gesù di Nazareth e dall'Ismaelita [cioè Maometto]
    che sorse dopo di lui servono solo a lastricare la via per l'arrivo del
    Messia e per mettere alla prova il mondo intero [motivando le nazioni] a
    servire D-o tutti insieme, come è scritto (Sofonia 3, 9): "Renderò i popoli
    puri di linguaggio, così che invocheranno il Nome del Signore e Lo
    serviranno tutti indistintamente". Come avverrà ciò? Il mondo intero è già
    pieno di discorsi intorno al Messia, così come intorno alla Torà e alle
    Mitzvot. Questi argomenti si sono diffusi tra molte popolazioni
    spiritualmente indifferenti, che ne discutono, come discutono di Mitzvot e
    di Torà. Alcuni di loro [cioè i cristiani] dicono: "Questi precetti
    sarebbero veri, ma non sono validi nella nostra epoca; non sono sempre
    applicabili." Quando verrà il
    vero Re Messia e si rivelerà con successo,celebrato e innalzato,
    tutti loro torneranno a comprendere come i loro
    antenati abbiano lasciato loro una falsa eredità; i loro profeti e i loro
    antenati li portarono ad errare".


    Dan. 11, 14
    *Dei rinnegati nel tuo popolo si esalteranno tentando di
    realizzare la visione, ma saranno abbattuti*.
    Tutti i profeti parlarono del Messia come del Redentore
    d'Israele e Salvatore, che avrebbe radunato gli esiliati e avrebbe
    rinsaldato in loro le Mitzvot.
    Al contrario [Gesù], causò agli ebrei di essere ammazzati dalla spada,
    i sopravvissuti furono dispersi e umiliati, la Torà fu alterata e la maggioranza dei popoli del
    mondo fu ingannata e posta al servizio di una divinità ben diversa dal Signore.
     
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  12. Marco8523
     
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    Grazie Aialon, si si premetto che la mia è semplice curiosità riguardo al vostro pensiero in materia, di cui conosco poco, ma per cui ho interesse e profonda stima e rispetto. Sia chiaro che non ho volontà di convincere nessuno, o "polemizzare". Spero che condividere i proprio pensieri in pace sia possibile e interessante per entrambi.
    Alcune cose mi pongono delle domande, se ad esempio: "nessuno dovrà convincere altri che egli è il Messia" la cosa si fa problematica. Quindi il Messia dovrebbe rivelarsi a ciascuno personalmente oppure come ritengo più probabile, in potenza e gloria, pubblicamente, cosi che nessuno dubiti. Difatti, se io sostenessi che uno è il Messia a una qualsiasi persona che non lo sostiene o che semplicemente ancora non lo conosce, automaticamente starei cercando di convincere qualcun'altro e quindi, questo non farebbe di lui il vero Messia.
    Dalle scritture che mi hai citato, emergono pareri piuttosto diversi sul Messia, si va da: Il Signore è l'unico redentore, al Messia collettivo, a Zerubavel, al popolo di Israele stesso, fino a non c'è nessun Messia dopo i tempi del Chizkià . Con tale diversità non sarà difficile trovare l'unità nel riconoscimento dello stesso?

    Su Maimonide dalle Hilkot Melachim, apprezzo la tua spiegazione, non voglio contestarla! Un Cristiano ovviamente la vede secondo la sua prospettiva (che ovviamente è opposta e non conciliabile). Gesù è dato come discendente della casa di Davide, osservò la Legge, portandola a compimento. La guerra da lui combattuta è contro il peccato, odiato dal Signore. Fu ucciso ma per risorgere, e la sua missione è stata portata al mondo intero obbiettivamente con un certo seguito (intendo solo per numero di fedeli). I più dotti, almeno stando a quanto riportano i Vangeli furono coloro che rifiutarono con più forza Gesù.
    In Daniele 7: "Io guardavo nelle visioni notturne ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell'uomo; egli giunse fino all'Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui.14 A lui fu dato dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà mai distrutto".
    Il nome più utilizzato nei Vangeli per definire Gesù è Figlio dell'uomo. Il suo ritorno è stato profetizzato avvenire con potenza e gloria dai cieli. Così come dai Vangeli è profetizzato che Egli non sarebbe stato riconosciuto dal suo popolo, se non il giorno del suo ritorno nella gloria, alla fine. Ad ogni modo, l'importante non è una visione diversa che ci divide, ma la gioia che avremo, spero quando il vero Messia verrà, chiunque egli sia.

    Riguardo al video del rabbino Yitzhak Kaduri, personalmente mi ha dato molto a riflettere. Infatti rivelazione all'interno del Cristianesimo coincidono stranamente con quanto afferma il rabbino. Egli data il ritorno del Messia, dopo il 2014 morte di Ariel Sharon. Teresa Neumann affermò che gli anni dal 1999-al 2017 siano i tempi di Caino (tempi di grande tribolazione), che precedono la venuta del Cristo. Teresa Musco rivelò che il ritorno sarebbe avvenuto in potenza dal cielo, dopo una grande guerra, che scoppierà nella terra del Salvatore (che per i Cristiani è ovviamente Israele e Gerusalemme). Purtoppo gli avvenimenti recenti, tra Palestinesi e Israeliani non sembrano incoraggianti. Che dire, staremo a vedere. Del resto se essi sbagliano non manca molto per confutarlo, se essi non sbagliano non manca molto per confermalo. Pace e bene.
     
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  13. teista
     
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    CITAZIONE (Marco8523 @ 9/7/2014, 14:38) 
    Il nome più utilizzato nei Vangeli per definire Gesù è Figlio dell'uomo. Il suo ritorno è stato profetizzato avvenire con potenza e gloria dai cieli.

    Se ci pensi un attimo è una specie di aporia che proprio l'essere figlio dell'uomo -un ben Adam un essere umano- come più volte ribadito nei Vangeli, debba consistere nella sua divinizzazione.
    Anche tu, io, Aialon o chiunque altro siamo figli dell'uomo; l'accento è proprio sul fatto che sarà un essere umano (straordinario quanto vuoi) a riportare la Teocrazia tra gli uomini; il che è anche un bel concetto, perché fa dipendere la nostra salvezza non da una specie di superman ma da un essere umano come tutti gli altri.

    Il Messia lo riconosceremo dalle sue azioni, inequivocabilmente intese a realizzare i tempi predetti dai Profeti; lo stesso Gesù cristiano deve tornare, nei primi tempi del cristianesimo questo ritorno veniva considerato imminente per poi degradare a speranza futura della quale "Non si conosce né il giorno né l'ora".

    Insomma, a queste condizioni chiunque può essere il Messia: basta dire "io sono il Messia, però quel che devo fare lo farò appena tornato" :)

    Sulla guerra finale non è affatto detto che Israel non abbia tribolato abbastanza da vedere i giorni del Messia senza ulteriori dolori, per il resto condivido la tua speranza: quando arriverà (tornerà, se preferisci) il Messia sarà festa per tutta l'umanità, e preghiamo che avvenga presto.

    Shalom
     
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  14.  
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    אילון

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    Il Messia ebraico, ossia il Messia così come è stato concepito dall'ebraismo biblico e talmudico, è un redentore potente, che manifesta la sua forza sia spiritualmente che materialmente, e che alla fine dei giorni procurerà la redenzione completa, politica, economica e spirituale per il popolo d'Israele, e contemporaneamente porterà la pace eterna, la felicità e la perfezione morale per tutta la specie umana.

    Il Messia ebraico è un uomo figlio di uomini, di carne ed ossa come tutti i mortali. Giustino (nel Dialogus cum Tryphone Judeo, cap. 49) mette in bocca a Rabbì Tarfon le seguenti parole: "Noi ebrei tutti aspettiamo un messia uomo figlio di uomini". Questo concetto di messia umano è rimasto nell'ebraismo fino ad oggi. È vero che nel Talmud si include il nome del Messia fra "le sette cose che furono create prima della creazione del mondo" (Pesachim 54b, Nedarim 39b), e un concetto simile si trova nel libro di Enoch l'etiope (48:3): ma certamente in questi passi ci si riferisce all'idea del Messia e della redenzione.

    Il Messia è pervaso dallo spirito della saggezza e dell'intelligenza, dell'assennatezza e della forza, della conoscenza e del timore di Dio. Ha una sensibilità particolare per la giustizia. Egli "odora e giudica" (Sanhedrin 93b), "percuoterà la terra con le sue labbra, e con il suo fiato farà morire il malvagio" (Isaia il:4). Il Messia figlio di David è il Re della pace: "Quando il Messia si rivelerà a Israele, sarà tramite la pace, come è detto: ‘Quanto è bello vedere sui monti i passi dell'annunciatore che fa udire parole di pace…!’ (Isaia 52:7); e il suo nome è Shalom, come è detto (ibi. 9:5): ‘Padre eterno, principe della pace’ (Derech Eretz Zutà, cap. 11, Della pace)".

    L'azione del Messia

    Qual è, principalmente, l'azione del Re-Messia? Egli verrà a redimere Israele dall'esilio e dall'oppressione, e libererà il mondo intero dalla povertà, dalla sofferenza, dalle guerre, e innanzitutto dall'idolatria e da tutto ciò che a questa è collegato: le colpe dell'uomo verso Dio e verso i suoi simili. Ai giorni del Messia la pace regnerà nel mondo, fra uomo e uomo, fra gli animali e l'uomo, e soprattutto fra popolo e popolo. Tutti i popoli infatti si convertiranno alla fede dell'Unico Dio: nell'Alenu, il brano conclusivo della preghiera recitato tre volte al giorno dai figli di Israele, si esprime la speranza che Dio affretti la costituzione di "un mondo sotto il dominio dell'Onnipotente, nel quale tutti gli uomini invocheranno il Suo nome, e a Lui torneranno tutti i malvagi della terra. In cui tutti gli abitanti del mondo riconosceranno e sapranno che davanti a Lui deve piegarsi ogni ginocchio… e tutti accetteranno il giogo nel suo regno".

    OItre alla liberazione dall'oppressione, dal male e dall'idolatria, cioè dal male che sta nell'uomo, il Messia libererà l'uomo dal male che è insito nella natura. Non ci saranno più serpenti velenosi e animali predatori, o meglio, ci saranno ma non recheranno danno. La terra produrrà un'abbondanza di prodotti e l'uomo ne godrà senza dover affaticarsi. Per quanto riguarda il popolo d'Israele, non solo esso risiederà libero nella sua terra, ma tutti gli ebrei dispersi verranno raccolti dai quattro angoli del mondo e ricondotti nella terra d'Israele. Tutti i popoli riconosceranno l'unità e la sovranità del Dio d'Israele e della Sua Torà, e il Re-Messia, Re di giustizia, sarà anche Re di tutti i popoli.


    Non per tutti il Messia è un uomo.

    Non in tutti i libri dei Profeti viene ricordato un messia umano. Nei libri di Nachum, Zefanià, Chabbaquq, Malachì, Yoel, e Daniel l'unico redentore è Dio stesso. Nei libri di Amos, Yechezqel e Ovadià e nel libro dei Salmi si parla di un Messia collettivo: i "salvatori", i "giusti" che redimono il mondo in virtù della loro giustizia e della loro bontà. Nei libri di Chaggai e Zecharià il Messia non è altri che Zerubavel, un discendente, realmente esistito, della casa di David. E in Isaia (cap. 40 e ss.) il Messia è il popolo di Israele stesso. Nel Talmud Rabbì Hillel (da non confondersi con Hillel il Vecchio (arriva a dire: "Non ci sarà più un messia per Israele, dopo i tempi del Chizkià". A questa opinione si oppone duramente Rav Yosef; "Il Signore lo perdoni (per aver detto cose senza senso)" (Sanhedrin 98b e 99a). Rimane il fatto, tuttavia, che un ebreo, fedele alla sua religione e al suo popolo, poteva raffigurarsi la redenzione svincolata da un redentore umano: il Santo, Benedetto Egli sia, sarà il Redentore.
    Comunque, quest'ultima concezione non ebbe successo nell'ebraismo. La fede nella venuta del Messia è invece divenuta il dodicesimo dei "Tredici articoli di fede" formulati dal Maimonide. Non c'è però da meravigliarsi che fosse sorta, in un certo periodo, la visione della redenzione senza un messia: la salvezza infatti, viene da Dio e per tramite di Dio. Il Messia è solo uno strumento nelle mani di Dio. Il Messia è un uomo, simile a tutti gli altri uomini mortali, che ha il pregio di possedere le migliori qualità che un uomo possa avere. Un uomo caratterizzato dalla perfezione insieme fisica e spirituale.;
    Persino Filone Alessandrino vede nel Messia non solo l'aspetto spirituale e morale, ma anche una "forza fisica" invincibile", che si erge a "combattere e sconfiggere popoli grandi e numerosi", e insieme a ciò caratterizzato dalla "santità e il bene agire" (De praemiis et poenis, 16: 95-97).


    Il progresso verso la "fine dei giorni"

    Infine, il regno messianico verrà alla "fine dei giorni". La differenza fondamentale fra la cultura ebraica e quella greca, sta nel fatto che i greci (e i romani) vedevano "l'epoca d'oro" antecedente a loro, all'inizio della storia, mentre gli ebrei la vedevano alla fine di essa. L'umanità è intrisa di malvagità e iniquità e per questo è imperfetta. La perfezione verrà solo alla "fine dei giorni", quando il male e la guerra saranno eliminati, e "il lupo dimorerà con l'agnello" e "la terra si riempirà della conoscenza di Dio com e il mare dell'acqua".;
    L'idea della perfezione è anche la grande idea del progresso che sta alla base dell'ebraismo. Il popolo ebraico e tutta l'umanità di oggi hanno bisogno di un continuo progresso per giungere alla perfezione, che si può ottenere tramite il ritorno alla retta via e alle buone azioni, e questo porterà ai "giorni del Messia". È sì vero che il Messia è incluso fra le "tre cose che capitano senza accorgersene" (Sanhedrin 97a): ma è anche detto che il giorno in cui il Messia verrà è fra le "sette cose nascoste alla conoscenza dell'uomo" (Pesachim 54b; Mechiltà, Be-shallach, 5). Il "venire senza accorgersene" non va inteso dunque nel senso che il Messia verrà senza preparazione, ma che è impossibile prevedere quando tale preparazione da parte degli uomini sarà ultimata.


    Il Messia cristiano Le differenze

    Nel cristianesimo, il monoteismo viene offuscato dalla presenza del Messia, che è contemporaneamente "figlio di Dio", "logos", "Signore", "Dio-uomo", "persona dalle due qualità". Da tutto ciò derivano le altre differenze importanti che ci sono fra il Messia ebraico e quello cristiano: è impossibile pregare al Messia ebraico, perché egli non è intermediario fra Dio e l'uomo, né può intercedere per l'uomo.

    Il Messia ebraico redime il suo popolo e l'umanità intera.

    Ma non li redime con il suo sangue.

    L'uomo deve redimere se stesso dal peccato non tramite la fede soltanto, ma anche con il ritorno alla retta via e alle buone azioni, ed allora Dio lo libererà dalla morte e da Satana (che non è nell'ebraismo una sorta di Dio del male dei Cristianesimo).
    Infine il progresso dell'umanità non dipende tanto dal Messia ma dall'umanità stessa. Infinite volte nel Talmud si ripete che la salvezza dipende dal pentimento e dal bene agire (Sanhedrin 98a). "L'unica differenza fra questo mondo e l'era messianica è la scomparsa dell'oppressione dei popoli" (Berachoth 34b e altrove).
    (trad. e adat. dall'ebraico da Ha-Ra'Aion Ha Meshikhi' Be Israel di Y. Klausner, Hoz. Massada, Tel Aviv 1950);

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    domande varie

    In tempi passati un messia (la parola ebraica corrispondente è mashiah [ = unto ] e designa in genere la figura di un re, in quanto il re veniva unto nella cerimonia della nomina) era atteso come persona fisica come un re o come un capo capace di liberare gli ebrei da situazioni politiche o sociali tristissime (asservimento all’impero romano, persecuzioni, ecc.)
    La tendenza odierna è invece di considerare il messia piuttosto come un epoca messianica cioè un’epoca di pace e di armonia in cui, come si legge in Isaia (cap. 2 v. 4) “le genti spezzeranno le loro spade per farne vomeri, e le loro lance per farne falci; nessun popolo alzerà la spada contro l’altro, e non impareranno più l’arte della guerra”. O, come si legge in Michà (Cap 4, vv. 2-4): ”…allora da Sion uscirà l’ammaestramento e da Gerusalemme la parola divina. Egli giudicherà tutti i numerosi popoli, ammaestrerà le più potenti e remote nazioni, tanto che spezzeranno le loro spade per farne delle vanghe e le loro lance per farne delle falci; nessuna nazione alzerà più la spada contro un’altra e non impareranno più l’arte della guerra. Ciascuno siederà sotto la propria vite e sotto il proprio fico, senza timore alcuno”.
    Al raggiungimento di quest’epoca “messianica” cioè all’elevazione e al miglioramento della società, ciascuno deve però contribuire con il suo buon comportamento. Solo con lo sforzo di ciascuno- e non certo con un intervento “ venuto dall’alto”- potrà essere raggiunta l’epoca messianica.

    Perché non avete riconosciuto Gesù come Messia?
    Per vari motivi:
    a) Prima di tutto Gesù non ha portato la pace nel mondo come avrebbe dovuto fare il Messia ma le guerre e le violenze sono continuate come prima (gli stessi cristiani credono che ci dovrà essere una seconda venuta di Cristo per realizzare ciò).
    b) Il concetto di figlio di Dio ( nel senso cristiano, per cui Gesù è insieme uomo e Dio) ed il concetto di Trinità si scontrano con la concezione assolutamente monoteistica dell’ebraismo.
    c) Gesù, benché in un primo tempo abbia asserito di non allontanarsi dalle norme della Torà (base dell’ebraismo), se ne poi è allontanato, e più ancora il suo apostolo Paolo, con il quale si è verificato il definitivo distacco dall’ebraismo.
    d) Anche l’idea del sacrificio umano in funzione di salvezza non è conciliabile con l’ebraismo, tenendo anche presente che nella Torà è espressamente vietato il sacrificio umano. Ricordiamo anche che Dio fermò la mano di Abramo che stava per sacrificare suo figlio Isacco.
    e) Il cristianesimo inoltre ha abbandonato il concetto di centralità della Terra promessa, concetto fondamentale per gli ebrei, insieme a quello di popolo e di Torà.

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    MATTEO (ne avesse azzeccata una)

    E' scritto in Matteo (1-22) a proposito della nascita di Gesu':
    " TUTTO CIO' ACCADDE AFFINCHE'SI ADEMPISSE QUANTO FU ANNUNCIATO DAL SIGNORE PER MEZZO DEL PROFETA CHE DICE :( ISAIA 7.14) : ECCO LA VERGINE CONCEPIRA' E DARA' ALLA LUCE UN FIGLIO ,CHE SARA' CHIAMATO EMMANUELE, CHE SIGNIFICA : CON NOI ( e' ) DIO."

    Testo greco originale ( ed. s.Paolo )e il testo latino della Vulgata Clementina, che riportano:

    Mt 1.23 " Idou, e' partevos ev gastri ecsei kai te'csetai uion....." (non disponendo di caratteri greci, la grafia e' ovviamente adattata!) " Ecce, virgo in utero habebit et pa'riet filium, et vocabunt nomen eius......".
    Entrambe le traduzioni, quella greca e quella latina, profetizzano una "PARTENOS ",(vergine) e una " VIRGO" (vergine) che dara' alla luce un figlio.
    La Bibbia ed. CEI cosi' traduce:
    " Ecco, la VERGINE concepira' e partorira'.......".

    Curiosità nell'attento lettore , domande circa l'attendibilita' del DOGMA sulla Verginita' di MARIA, (prima, durante, dopo)? Che sia stato un errore di traduzione, una leggerezza, una svista?

    BIBBIA nella versione originale ebraica:
    ISAIA 7.14, nell'originale ebraico non e' scritto VERGINE ( BETULAH) , ma e' scritto GIOVANE ( ALMAH) .
    Se ISAIA avesse voluto profetizzare una Vergine, avrebbe usato il vocabolo appropriato
    (BETULAH) .
    Forse una voluta forzatura di MATTEO o ad una sua scarsa conoscenza dell' ebraico ( cosa peraltro poco credibile!) ?
    No, la profezia IS 7.14 era relativa ad un pericolo incombente sul regno di Giuda e non certo ad un fatto che sarebbe accaduto circa 750 anni dopo!

    Vediamo ora in breve come era la situazione a quei tempi, per capire se Matteo aveva visto giusto nel riferirsi alla profezia IS 7.14 oppure no.

    Acaz, re di Giuda era seriamente minacciato da Rezim re di SIRIA e da Pekak re di ISRAELE. Contro il parere di Isaia strinse un trattato di mutuo soccorso con l' ASSIRO TIGLAT-PILEZER comprandone l'aiuto con il tesoro del Tempio. Gli Assiri sconfissero SIRIA e ISRAELE, uccisero i loro re, ma Acaz divenne vassallo degli Assiri prima di morire nel 724 a.c

    Osserviamo il dialogo a tre, DIO, ACAZ, ISAIA.

    ISAIA 10.14
    Il Signore parlo' ad Acaz, dicendo:
    "Chiedi un segno del Signore tuo Dio....."
    Ma Acaz rispose:" Non voglio tentare il Signore" .
    Acaz in sostanza non sa che farsene di un segno dal cielo, anche perche' confidare
    solo in Dio pareva un grosso rischio ad Acaz, quando la minaccia militare
    steva diventando pressante, e preferi' allearsi all'ASSIRIA.

    ISAIA, quindi a nome di DIO , annuncia ad ACAZ una promessa solenne:

    PROFEZIA:
    IS 7.14 :
    "Ecco, la fanciulla (Almah) concepisce (HaRaH) e partorira' un figlio che chiamera' Emmanuele. Egli mangera' panna e miele finche' non imparera' a rigettare il male e a scegliere il bene. Poiche' prima che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene, sara' abbandonato il paese di cui temi i due RE. Il Signore mandera' su di te , sul tuo popolo, e sulla casa di tuo padre giorni quali non vennero da quando Efraim si stacco' da Giuda; mandera' il RE di ASSIRIA!! "

    FINE DELLA PROFEZIA

    Tale profezia era quindi legata ad un fatto contingente e che si avvero' in brevissimo tempo con la
    sconfitta della lega SIRO-ISRAELITA e la sottomissione successiva del regno di Giuda all' ASSIRIA! Non certo ad un fatto che sarebbe successo circa 750 anni dopo!!!

    Che cosa stesse pensando MATTEO quando vide il compiersi della profezia di ISAIA 7.14 nella nascita di CRISTO, non e' possibile saperlo!
    L'unica cosa certa, e' che Matteo conosceva solo quelle due righe IS 7.14 che avrebbe poi riportato nel suo Vangelo. Se avesse letto ISAIA , avrebbe capito che la profezia si era
    gia' avverata da 750 anni
     
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  15. Marco8523
     
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    User deleted


    Ma che belle le vostre risposte, grazie! Mi hanno davvero arricchito, non solo intellettualmente! :)
    Nonchè rafforzato nelle mie convinzioni, ovviamente prendendo solo ciò che reputo giusto (a mio mero giudizio), non me ne vogliate;)
    Vero vero, i primi Cristiani lo ritenevano imminente! Uno dei motivi è spiegato nei Vangeli, ma non mi dilungo!
    Del resto è scritto: "Vegliate perchè non sapete nè il giorno nè l'ora". Se uno conoscesse in anticipo tutto, sarebbe forse tentato di farsi gli affaracci suoi fino a una mezz'oretta prima della venuta;) e inoltre ciò striderebbe con la dottrina del libero arbitrio e dell'inconoscibilità ultima del Signore.
    Ma è altresì vero che il Gesù Cristiano è stato vago solo su giorno e ora, non nel darci indicazioni precise su come, dove e quando (in maniera approssimata certo, ma fino a un certo punto, se poi qualcuno si aspettava una X rossa su un giorno del calendario, beh sara deluso!).
    Che dirvi, vi ringrazio!;)
    Pace e bene!
     
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19 replies since 24/5/2014, 17:51   1659 views
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