Dell'accanimento contro le salme.

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    Erich Priebke è morto sereno centenario pochi giorni fa in Roma.

    Il fedelissimo membro della second'ora del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi, condannato da sentenza mai eseguita, provocando l'unico tumulto ebraico dai tempi del del ghetto di Białystok, straordinaria impunità dell' ufficiale nazista.



    E l'acclamato giornalista italiano scriveva
    ...da vecchio soldato, e sia pure di un Esercito molto diverso dal Suo, so benissimo che Lei non poteva fare nulla di diverso da ciò che ha fatto.
    ... Il processo si dovrebbe fare alle aberrazioni dei totalitarismi e a certe leggi di guerra che imponevano la rappresaglia. Certo: lei, Priebke, poteva non eseguire l'ordine, e in pratica suicidarsi.
    Questo avrebbe fatto di lei un martire.
    Invece, quell'ordine lo eseguì.
    Ma questo non fa di lei un criminale.


    Edited by ashkenazi - 28/1/2017, 18:27
     
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    CITAZIONE (ashkenazi @ 14/10/2013, 18:40) 
    Erich Priebke è morto sereno centenario pochi giorni fa in Roma.

    Che tempi: amico ashkenazi !
    Mi chiedo, ma Erich Priebke è morto completamente o in parte ?
    Uno che muore, oltre alle prove scientifiche del decesso, neccesita sinanco dell'avvenuta sepoltura
    affinche sia ritenuto morto completamente ?
    Forse....qualcuno desidera che non lo sia...nonostante le evidenze ?

    O forse esiste una regola per cui uno come lui non può permettersi di morire ?
    O forse esiste una regola per cui uno come lui non può permettersi di morire ed essere seppellito ?
    O forse esiste una regola per cui uno come lui deve essere conservato in un FREZER a -80 gradi ?
    O forse ...

    Oppure... l'avvocato e l'autorità competente alle sepolture,
    non hanno semplicemente, raggiunto un'accordo sul prezzo di una sepoltura in ROMA ?
    (Che pretese !)


    Ti Confesso,
    che l'atteggiamento su questo caso, da parte delle varie .....chiamiamole ISTITUZIONI,
    ma per sola convenzione sul caso del CADAVERE di Erich Priebke:
    MI DISTURBA profondamente, esattamente quanto lo stesso operato in vita del criminale !

    Secondo la Dottrina Cristiana Cattolica Romana Paolina (quasi Pietrina oggi meno ieri domani si vedrà),
    c'è differenza tra un morto che muore con un funerale e uno che muore senza funerale ?
    Quali? Dove stà scritto ?

    Il luogo della sepoltura deve essere il suo paese di origine ?
    Ma se, per motivi "tecnici" il suo paese di origine non c'è più perchè ha cambiato nome,
    o perchè non è più parte della terra in cui è nato e che ora è parte di un altro stato ....
    ........... e così via all'infinito !!!!!!!!!!
    :(

    Ma....
    ammettendo pure che tutte le istituzioni ( :alienff: ) in gioco riescano a raggiungere un "compromesso",
    circa la perfetta consapevolezza scientifica che Erich Priebke sia morto (e già questo non sarebbe poco)
    dove deve essere sepolto ?
    Il TALMUD può venirci incontro a questi "dilemmi" ..... esiste un caso simile ( :huh: ) ?

    Teniamo in conto che quello che leggiamo nella STAMPA italiana,
    secondo l'edizione più recente del report pubblicato dall'organizzazione Freedom House,
    potrebbe essere affidabile ( :rolleyes: )
    infatti l'Italia sarebbe il nono paese al Mondo per libertà della Rete ( :woot: ),
    un risultato tutto sommato lusinghiero se si conta che nella top ten
    della classifica non vi sono paesi molto vicini a noi come Gran Bretagna e Spagna.
    Ma..... attenti:
    anche questo è un altro caso.... clinico !
     
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    Roma - I funerali di Erich Priebke si terranno nel pomeriggio in forma privata vicino a Roma, nell’istituto Pio X di Albano Laziale che appartiene ai padri Lefebvriani. Ancora non è chiaro, però, dove l’ex ufficiale delle Ss sarà sepolto.

    Edited by ashkenazi - 22/9/2015, 19:47
     
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    CITAZIONE (ashkenazi @ 15/10/2013, 18:55) 
    O tempora o mores!

    Roma - I funerali di Erich Priebke si terranno nel pomeriggio in forma privata vicino a Roma, nell’istituto Pio X di Albano Laziale che appartiene ai padri Lefebvriani. Ancora non è chiaro, però, dove l’ex ufficiale delle Ss sarà sepolto.

    Quindi si sono TUTTI messi d'accordo che sia morto;
    avevo paura che si prolungasse troppo....questa "follia" !

    Una sola cosa mi meraviglia:
    ma come a fatto a vivere così tanto dopo quello che ha combinato ?

    Qualcuno voleva fargliela pagare.....da MORTO ? :rolleyes:
     
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    CITAZIONE (aky62 @ 15/10/2013, 20:45) 
    CITAZIONE (ashkenazi @ 15/10/2013, 18:55) 
    O tempora o mores!

    Roma - I funerali di Erich Priebke si terranno nel pomeriggio in forma privata vicino a Roma, nell’istituto Pio X di Albano Laziale che appartiene ai padri Lefebvriani. Ancora non è chiaro, però, dove l’ex ufficiale delle Ss sarà sepolto.

    Quindi si sono TUTTI messi d'accordo che sia morto;
    avevo paura che si prolungasse troppo....questa "follia" !

    ........
    Non è ancora finita per il cadavere di Erich Priebke :
    CALCI E PUGNI ALLA BARA :o:

    Scrive testè un quotidiano italiano (ne ho preso uno a caso)
    il CORRIERE DELLA SERA nel suo sito web di oggi 15 Ottobre 2013, ore 21:13:
    LA PROTESTA - Calci e pugni al carro funebre. Un prete aggredito.
    Venti neofascisti bloccati dalle forze dell’ordine perché indossano caschi e hanno il volto coperto da cappucci e sciarpe.
    Quando la salma di Priebke è giunta ad Albano per i funerali, ci sono stati momenti di forte tensione.
    Una donna è svenuta.
    «Priebke Boia» era scritto su uno striscione. «Lo portino alla discarica che è qui vicino» ha detto qualcuno.
    I gruppi di destra hanno fatto il saluto fascista e gridato «boia chi molla».
    La polizia in tenuta anti-sommossa, con 5 mezzi blindati, ha iniziato a presidiare il cancello della Confraternita dei padri Lefebvriani dalle prime ore del pomeriggio di martedì per i funerali che si dovevano svolgere alle 17,30.
    Tra le persone in strada anche estremisti di destra:
    «Siamo qui per il funerale, fa parte del nostro mondo, entreremo con una delegazione di 5 o 6 persone».
    Il sindaco Nicola Marini aveva provato a fermare il transito della salma con un’ordinanza
    ma il Prefetto ha rigettato l’ordinanza: può passare.
    Albano Laziale è città riconosciuta medaglia d’argento al valore della Resistenza.


    SCRIPTA MANENT !


    I Media italiani sono ormai alla canna del gas ! Brutta battuta: ma realistica.
    Pur di vendere .....SCRIVONO E ISTIGANO ALL'ODIO RAZZIALE !
    In questa disperazione per paura di perdere il posto di lavoro,
    .....i giornalisti si sforzano a dare il meglio di loro:
    certi, anzi tanti vogliono fare intendere che il rabbino di Roma .....è in qualche modo la causa del pasticcio !

    Stanno utilizzando un CADAVERE per cercare di vendere i loro giornali ......agli ultimi
    (non nel senso paolino BENENTINTESO, ma nel senso vero del termine);
    i LORO giornali non li compra più nessuno.....
    e senza gli aiuti statali sarebbero morti il 99,99% dei giornali italiani !!!!!

    Ma ora .....quanto saranno contenti, gli ultimi, di trovarsi sul giornale e in evidenza le loro frasi IDIOTE !


    VERGOGNA !
     
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  6. Hard-Rain
     
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    QUOTE
    «Lo portino alla discarica che è qui vicino» ha detto qualcuno.

    Devo dire che l'idea della discarica non è male...
     
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  7. alice_w
     
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    Personalmente avrei gradito più rumore e critiche nei suoi confronti e verso il suo criminale operato anche da vivo, più che da morto.
     
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  8. laila7
     
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    Volendo essere razionali e intellettualmente onesti riesco a capire le circostanze in cui Priebke ha, per così dire, "operato". In guerra e, purtroppo, a volte anche in pace si possono commettere delle azioni aberranti. Un sodato deve obbedire agli ordini, non credo possano esserci dubbi. Quello che fa di Priebke un essere ignobile , rivoltante, indegno di pietà e che ne rivela la sua totale idiozia è l'atteggiamento che ha assunto fino al suo ultimo respiro. Nazista, fascista, assassino e soprattutto … non un povero idiota. Un arrogante, colpevole idiota. Tanto stupido da aver aderito al nazismo e non essere stato in grado di uscirne fuori e prenderne le distanze. Sbagliare è umano perseverare è diabolico … che sia dannato per sempre lui e chi si schiera dalla sua parte.
     
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  9. Hard-Rain
     
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    Allora se vuoi essere onesta e razionale, dovresti comprendere anche le ragioni di chi ha protestato e di chi ha parenti tra quei morti. Parliamoci chiaro: ognuno ha delle "ragioni", ce le ha un pedofilo (la natura lo ha creato così, socialmente malato), ce le ha un criminale, ce le ha un terrorista, perchè il male e l'odio, purtroppo, sono cose naturali e fanno parte della realtà, oltre ad essere cose molto relative (per esempio, i patrioti italiani per noi sono stati degli eroi nazionali, per gli austriaci in quel contesto erano magari dei semplici terroristi). Non per questo dobbiamo far finta di niente. Certo inveire contro un feretro non serve a molto, servirebbe piuttosto mantenere viva la coscienza della gente su quei problemi.

    Edited by Hard-Rain - 16/10/2013, 08:47
     
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  10. alice_w
     
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    CITAZIONE
    Un sodato deve obbedire agli ordini, non credo possano esserci dubbi

    Non ne sono certa. Un soldato non può forse sottrarsi dall'obbedire agli ordini se essi vanno contro degli imperativi che vengono prima in quanto uomo e non in qualitá di soldato?

    Edited by alice_w - 16/10/2013, 09:02
     
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    Roma il 23 marzo 44.

    Rimasero uccisi dai diciotto chili di tritolo trentadue delle centocinquanta Schutzstaffeln dell'undicesima compagnia del Polizeiregiment "Bozen". Centodieci rimasero feriti.

    Nell'esplosione morirono anche Antonio Chiaretti e un ragazzino italiano.

    Un altro tedesco morirà all'ospedale nella notte, mentre altri nove spireranno nei giorni successivi,

    Giorgio Amendola, membro designato dal PCI nella giunta militare antifascista del CLN con Sandro Pertini (PSIUP), Riccardo Bauer (PdA), Giuseppe Spataro (DC), Manlio Brosio (PLI) e Mario Cevolotto (DL) rivendicò di essere l'ideatore dell'azione di guerra eseguita dai Gap.

    A Roma i Gap Centrali vennero organizzati da Antonello Trombadori (nome di battaglia: "Giacomo"), poi sostituito da Alfio Marchini comandante militare della città.
    Mentre, come già detto, l'organizzazione dipendeva direttamente da Amendola. membro del Comando generale delle Brigate Garibaldi.

    I Gap Centrali erano suddivisi in due reti:

    Quella diretta da Carlo Salinari ("Spartaco") e distinta nei due Gap Gramsci (comandante: Mario Fiorentini, "Giovanni") e Gap Pisacane (comandante: Rosario Bentivegna, "Paolo"): ne facevano parte, tra gli altri Carla Capponi, Lucia Ottobrini, Franco di Lernia, Antonio Rezza, Gioacchino Gesmundo, Giorgio Sangalli, Valerio Fiorentini, Umberto Scattoni, Guido Rattoppatore, Giuseppe Felici, Enzo Russo, Franco Albanese, Sergio Maggi, Danilo Nicli, Enzo Catenucci, sia resa gloria a loro.

    Quella diretta da Franco Calamandrei ("Cola") e distinta nei due Gap Sozzi e Giuseppe Garibaldi: ne facevano parte, tra gli altri, Francesco Curreli, Marisa Musu, Maria Teresa Regard, Roul Falcioni, Fernando Vitagliano, Silvio Serra, Pasquale Balsamo, Luigi Pintor, Franco Ferri, Ernesto Borghesi, Marina Girelli, Alfredo Reichlin, Arminio Savioli, Guglielmo Blasi, che D-o li benedica.

    L’organizzazione del movimento clandestino aveva diviso la città in otto zone operative:

    I zona: i quartieri Prati, Trionfale e Monte Mario;
    II zona: Trastevere, Monteverde;
    III zona: Flaminio, Parioli, Salario;
    IV zona: Centro città, nel perimetro della linea tramviaria circolare interna;
    V zona: Macao, Monte Sacro, San Lorenzo, Tiburtino;
    VI zona: Appio, Monti, Esquilino;
    VII zona: Ostiense, Portuense, Testaccio, San Saba;
    VIII zona: Prenestino, Torpignattara, Quadraro, Centocelle, Quarticciolo.

    In occasione delle celebrazioni fasciste per l'anniversario della Marcia su Roma (28 ottobre 1943), i partigiani dei GAP attaccarono con bombe a mano e colpi d'arma da fuoco un corteo fascista in pieno centro, ferendo dodici partecipanti. Analoga tecnica venne impiegata contro i militi di guardia alla caserma di via Brenta, contro una pattuglia della R.S.I. di fronte alla scuola Gelasio Caetani, in viale Mazzini, in Trastevere e al quartiere Flaminio, dove restò ucciso un fascista. Il 5 dicembre successivo, di fronte al Teatro dell'Opera i GAP attaccarono una pattuglia tedesca, dando alle fiamme due loro automezzi. Imprecisato il numero delle vittime.
    Il 17 dicembre, in via Veneto, i GAP uccisero un ufficiale tedesco, mentre due militanti della R.S.I. subirono la stessa sorte in via Donizetti e in via Cola di Rienzo. Un’altra azione partigiana fu attuata il 18 dicembre 1943 contro la trattoria "Antonelli" in via Fabio Massimo 101, affollata di militari tedeschi e fascisti: il bilancio fu di 10 morti e numerosi feriti. Contemporaneamente, otto militari tedeschi furono uccisi e numerosi altri rimasero feriti all'uscita dal cinema "Barberini", in piazza del Tritone, in conseguenza di una bomba lanciata dai GAP. Il giorno dopo, in via Veneto Maria Teresa Regard, Ernesto Borghesi e Franco Calamandrei, coadiuvati da Antonello Trombadori, deposero tre ordigni sui davanzali delle finestre dell'Albergo Flora, sede del Tribunale Militare tedesco. Due gli ordigni che esplosero, causando notevoli danni al pianterreno dello stabile e almeno sei morti tra i tedeschi[6].

    Il 20 dicembre 1943, ci fu un nuovo attacco dei GAP al comando militare tedesco in Corso d'Italia. Numero delle vittime: imprecisato. Il 26 dicembre, Mario Fiorentini, in bicicletta, dal lungotevere sovrastante via della Lungara, lanciò un ordigno esplosivo contro l'ingresso del carcere di Regina Coeli, mentre 28 militari tedeschi erano impegnati nel cambio della guardia. Contemporaneamente, nei paraggi, parteciparono all’azione Carla Capponi, Lucia Ottobrini, Franco di Lernia e Rosario Bentivegna. Rimasero uccisi otto militari tedeschi e molti altri feriti. Fiorentini, riuscì a sfuggire al fuoco cui fu fatto segno da altri militari affacciatisi alle finestre. Il 24 gennaio 1944 una bomba deposta da Maria Teresa Regard e Guglielmo Blasi nel posto di ristoro tedesco alla stazione Termini causò tre vittime nemiche e circa diciannove feriti[7].



    Carla Capponi, medaglia d'oro al valor militare; partecipò a numerosi azioni dei G.A.P., compreso l'attacco di Via Rasella
    Il 1º febbraio 1944, fu scoperto dalla Gestapo il deposito d'armi ed esplosivi dei GAP Centrali in Via Giulia; vennero arrestati,detenuti e torturati nella famigerata sede fascista di Via Tasso gli artificieri Giorgio Labò, che sarà fucilato a Forte Bravetta,e Gianfranco Mattei, ventisettenne docente universitario di fisica, che s'impiccherà in una cella nella notte tra il 6 e il 7 febbraio.
    Il 2 febbraio successivo fu arrestato in Via Giulia il comandante dei GAP centrali Antonello Trombadori, che si salvò dalla fucilazione perché i compagni arrestati o trattenuti a Via Tasso non ne rivelarono l'identità.

    Il 10 marzo 1944 Rosario Bentivegna, Lucia Ottobrini, Mario Fiorentini e Franco Ferri spuntarono improvvisamente da dietro ai chioschi del mercato di Piazza Monte d’Oro e lanciarono alcune bombe su un corteo di fascisti che sfilavano in Via Tomacelli. I partigiani si dileguarono, dopo aver causato tre morti e numerosi feriti, in un’azione che, per la sua perfezione, già prefigura il successivo Attentato di via Rasella.

    Nessuna delle suddette azioni, che causarono complessivamente a tedeschi e fascisti un numero di morti superiore ai cinquanta, aveva determinato ancora alcuna rappresaglia.

    Il 23 marzo, i GAP Centrali al comando di Carlo Salinari (Spartaco) e Franco Calamandrei (Cola) compirono il loro più importante attacco in Via Rasella, durante il transito di una compagnia in assetto di guerra del I battaglione del Polizeiregiment Bozen delle SS, composto da 156 uomini[9]. All'azione, iniziata con lo scoppio di una bomba al tritolo deposta da Rosario Bentivegna, parteciparono altri 11 gappisti[10], che effettuarono anche un fuoco di copertura con bombe da mortaio brixia[11].


    Tre giorni dopo, il 26 marzo, Amendola chiese al CLN romano di approvare l'azione.
    Il democristiano Spataro si oppose e chiese di emanare un comunicato di dissociazione.
    A quel punto Amendola affermò che:

    « Il P.C.I. non avrebbe mai accettato che prevalesse una posizione praticamente attendista. La direttiva data dal CLN era di colpire il nemico ovunque si trovasse.
    Se non si rispettava questa linea di azione, venivano meno le basi dell'accordo costituito tra i partiti antifascisti, e il PCI sarebbe stato costretto a rivedere le ragioni della partecipazione"

    Tale visione fu confermata da Pertini in un'intervista del 1977:

    « Le azioni contro i tedeschi erano coperte dal segreto cospirativo. L'azione di via Rasella fu fatta dai Gap comunisti. Naturalmente io non ne ero al corrente. L'ho però totalmente approvata quando ne venni a conoscenza. Il nemico doveva essere colpito dovunque si trovava. Questa era la legge della guerra partigiana. Perciò fui d'accordo, a posteriori, con la decisione che era partita da Giorgio Amendola"



    Nel 2009 Napolitano si defini allievo di Amendola

    Quando la notizia dell'azione partigiana, in pieno giorno e nel centro di Roma, arriva direttamente sulla scrivania dell'imbianchino, egli dispone che per ogni soldato tedesco morto vengano uccisi cinquanta cittadini italiani, e che l'intero quartiere venga dato alle fiamme.
    La decisione arriva al capo della Gestapo a Roma, Herbert Kappler, che di buon grado obbedisce, riducebdo per ragioni logistiche l'entità dell'azione di rappresaglia.

    Alcuni dei responsabili dell'attacco di via Rasella, Rosario Bentivegna, Carla Capponi, furono citati parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine per risarcimento danni, ma la Corte di Cassazione, l'11 maggio 1957, confermò le precedenti sentenze del Tribunale e della Corte d'Appello civili di Roma, e sentenziò definitivamente che ogni attacco contro i tedeschi costituiva un “atto di guerra".

    Successivamente attaccati dal direttore del Il Giornale, Vittorio Feltri, quali "responsabili" dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, i GAP romani, nella persona del partigiano Rosario Bentivegna, sono stati ancora una volta riconosciuti quali combattenti per la libertà ed "Il Giornale" condannato a risarcire i gappisti con decine di migliaia di euro.



    E che siano maledetti i Lefevriani dell’istituto Pio X di Albano Laziale,




    ___

    @ Cecca
    Mio grossolano errore riguardo la sepoltura di Khomeyni.

    ________________
    @Laila

    CITAZIONE
    Volendo essere razionali e intellettualmente onesti riesco a capire le circostanze in cui Priebke ha, per così dire, "operato". In guerra e, purtroppo, a volte anche in pace si possono commettere delle azioni aberranti. Un sodato deve obbedire agli ordini, non credo possano esserci dubbi.

    La responsabilità è personale, e in questo caso condanna lui e la sua salma ad ogni possibile ingiuria.

    Edited by ashkenazi - 22/9/2015, 19:51
     
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  12. laila7
     
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    Allora se vuoi essere onesta e razionale, dovresti comprendere anche le ragioni di chi ha protestato e di chi ha parenti tra quei morti. Parliamoci chiaro: ognuno ha delle "ragioni", ce le ha un pedofilo (la natura lo ha creato così, socialmente malato), ce le ha un criminale, ce le ha un terrorista, perchè il male e l'odio, purtroppo, sono cose naturali e fanno parte della realtà, oltre ad essere cose molto relative (per esempio, i patrioti italiani per noi sono stati degli eroi nazionali, per gli austriaci in quel contesto erano magari dei semplici terroristi). Non per questo dobbiamo far finta di niente. Certo inveire contro un feretro non serve a molto, servirebbe piuttosto mantenere viva la coscienza della gente su quei problemi.


    Io ho parenti tra quei morti. Probabilmente non mi sono spiegata. Priebke era un nazista , impensabile che si sottraesse agli ordini. Dal suo punto di vista è stato coerente. Dal mio un verme dall'inizio. Sì i soldati possono disertare, rifiutarsi di obbedire ed altro, ma parliamo di uomini , i nazisti erano piuttosto una setta. Molti corpi, un unico cervello.
     
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  13. alice_w
     
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    CITAZIONE
    Io ho parenti tra quei morti. Probabilmente non mi sono spiegata. Priebke era un nazista , impensabile che si sottraesse agli ordini. Dal suo punto di vista è stato coerente. Dal mio un verme dall'inizio. Sì i soldati possono disertare, rifiutarsi di obbedire ed altro, ma parliamo di uomini , i nazisti erano piuttosto una setta. Molti corpi, un unico cervello.

    Abdicare alla propria facoltá di giudizio, alla facoltá del pensare e del valutare, rimetterla ad altri non è giustificabile, è un atto doloso che preclude la possibilitá di agire moralmente.
     
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    Dichiarazione di
    Don Floriano Abrahamowicz


    Priebke era un mio amico e lo considero un cristiano cattolico, un soldato fedele, unico caso di innocente dietro le sbarre. È uno scandalo come è stato trattato in Italia, è stato perseguitato mentre si accolgono modo dignitoso gli immigrati a Lampedusa.
    È una vergogna».


    «Negli stati cattolici di una volta dove c'era la pena di morte però il condannato aveva la sepoltura e i sacramenti, e questa democrazia rifiuta a un innocente vegliardo anche la sepoltura.
    Priebke non era nazista ma semplicemente un poliziotto che vive la sua epoca.
    Per le Ardeatine era stato prosciolto due volte
    »
    .

    «All'epoca sicuramente non sarei stato con i partigiani che hanno fatto saltare in aria quei ragazzi in via Rasella e ai quali oggi nessuno rende conto, e i partigiani ricevono medaglie d'oro.
    Priebke semplicemente ha applicato la legge internazionale marziale, non lo condanno assolutamente».


    «Non è un criminale.
    I criminali sono stati quelli che hanno fatto saltare i ragazzi in via Rasella, dite a loro di pentirsi.
    Uno era semplicemente nella legge, gli altri erano dei privati senza uniforme che sparavano e facevano saltare gente per strada
    ».
    Le camere a gas sono esistite?:
    «Io le rispondo che è una vergogna che non ci sia ancora un vero e proprio studio scientifico.
    Io confermo tutto quello che ho detto sulle camere a gas che venivano usate per disinfettare.

    Priebke era una persona molto intelligente e non faceva passare una camera a gas per una cucina.

    L'olocausto?
    L'unico è la morte di nostro signore Gesù Cristo che si è offerto liberamente come vera vittima, quello degli ebrei è stato un eccidio
    ».


    Che il suo dio non abbia pietà di questo stronzo.

    Edited by ashkenazi - 22/9/2015, 19:51
     
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  15. laila7
     
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    mai parlato di giustificazione! ho detto che dal SUO punto di vista è stato coerente ed è per questo che non si è pentito. dal mio punto di vista non conosco la parola perdono. per quanto mi riguarda solo D-o può perdonare.
     
    .
31 replies since 14/10/2013, 17:40   995 views
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