Dove nacque Gesù

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  1. Karmelsr
     
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    Sento dire di studi che provano che non sarebbe nato come dice la tradizione a Betlemme, ma a Nazareth

    Ho anche letto che la Nazareth attuale, che si trova in Galilea non è la stessa Nazaret della Bibbia, gli esperti possono illuminarmi su queste domande?
     
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    Ne abbiamo parlato in almeno 20 topic ,

    per iniziare :

    www.vangeliestoria.eu/approfondimento.asp?ID=9

    se hai coraggio : :blink:

    http://originidellereligioni.forumfree.it/?t=63923974

    http://originidellereligioni.forumfree.it/?t=63975065



    zio ot :B):
     
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  3. Karmelsr
     
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    pardon ops
     
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    No problem carissimo , :D

    Arbel è molto gettonata come la vera natzrat

    www.biblewalks.com/Sites/arbel.html


    Buona lettura !



    zio ot :B):
     
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  5. elisabeth rossi
     
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    CITAZIONE (barionu @ 25/4/2013, 23:51) 
    No problem carissimo , :D

    Arbel è molto gettonata come la vera natzrat

    www.biblewalks.com/Sites/arbel.html


    Buona lettura !



    zio ot :B):

    :lol: :lol: :lol: Buona lettura????? :shifty:

    Okkio Karmelsr!! ....tutte teorie internettiane ,molto poco storiche,molto fantasiose (e pure complottiste) ....e non certo prese in molta considerazione dal mondo accademico e da chi é esperto per davvero.... ;)
     
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  6. Karmelsr
     
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    Parla di vangeli gnostici sono per caso quelli scoperti a Nag Hammadi in Egitto? Io ne possiedo delle traduzioni (certo tradurre è tradire) dove mostrano un Cristo "esoterico"
     
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    CITAZIONE
    Buona lettura?????

    Okkio Karmelsr!! ....tutte teorie internettiane ,molto poco storiche,molto fantasiose (e pure complottiste) ....e non certo prese in molta considerazione dal mondo accademico e da chi é esperto per davvero....

    Scolta Madama Dorè ,

    sono anni di studio che abbiamo fatto in molti , e l' attribuzione ad Arbel è di Abramo ,

    quindi, o sei in grado tu di entrare nel merito con fatti e studi specifici ,

    o continui con il tuo lavoro a maglia che è meglio .

    Io ho risposto ad una domanda precisa di Kar .

    E degli Accademici che mi dicono risolutiva la lapide di Avy Yonah è meglio che vadano a dirigere un pollaio .


    zio ot :B):
     
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  8. sky@line
     
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    L'importanza della lapide risiede nel fatto che si incastra perfettamente (forse troppo, come ci ricordava Saulnier!), tra due testimonianze convergenti ma di fronte opposto: quella ebraica di Eleazar Ḳalir, il quale menziona una classe sacerdotale stabilitasi a Nazaret dopo le guerre giudaiche, e quella cristiana di Epifanio, il quale riporta che almeno fino al tempo di Costantino la cittadina era abitata solo da giudei.


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    CITAZIONE (sky@line @ 26/4/2013, 12:21) 
    L'importanza della lapide risiede nel fatto che si incastra perfettamente (forse troppo, come ci ricordava Saulnier!), tra due testimonianze convergenti ma di fronte opposto: quella ebraica di Eleazar Ḳalir, il quale menziona una classe sacerdotale stabilitasi a Nazaret dopo le guerre giudaiche, e quella cristiana di Epifanio, il quale riporta che almeno fino al tempo di Costantino la cittadina era abitata solo da giudei.


    -

    Ma andatela a vedere le ricostruzione !!!!!!!!!!! ( pag 757 )

    http://books.google.it/books?id=cG5SZO00S1...epage&q&f=false

    Tre frammenti che potrebbero avere MILIARDI di altri significati .

    Sempre considerando che il 3 frammento ( il primo in alto ) nessuno lo ha mai visto ,

    come ricordava Saulnier .



    zio ot :B):
     
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  10. sky@line
     
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    Personalmente mi sono già fatto una lunga e appassionante discussione sull'argomento, con approfondimenti che, sebbene dilettanteschi, difficilmente credo si troveranno in rete da qualche altra parte. Del resto l'unica riproduzione a colori del frammento principale che si può reperire in internet è proprio quella che ho scannerizzato io stesso. Per quello che mi ricordo l'interpretazione dei frammenti lascerebbe ben pochi dubbi in relazione a Nazaret. L'insinuazione di Saulnier circa l'autenticità degli stessi non è tuttavia del tutto infondata, non fosse altro perchè la presenza di questi benedetti frammenti si perde un pò nelle nebbie.


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    Per quello che mi ricordo l'interpretazione dei frammenti lascerebbe ben pochi dubbi in relazione a Nazaret.

    Nel senso che natzrat risulta del tutto inamissibile ?

    Sei pregato di specificare , in quanto Abramo e io siamo andati molto al dettaglio sulla questione.


    zio ot :B):

    p,s, Urca !!!!!!! sei hai uno scanning dei frammenti riesci a postarlo ?
     
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  12. Hard-Rain
     
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    Vi ricordo quale fu la conclusione di Saulnier:

    QUOTE
    Le poche lettere conservate nell'epigrafe bastano e avanzano per poter dire che il frammento indichi proprio Nazareth, per dei motivi che sono stati ampiamenti discussi in questo topic. Tali motivi risultano ignoti alla stragrande maggioranza delle persone che si sono interessate in maniera superficiale alla questione.

    fonte: http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it...50331178&st=210 (Posted on 24/4/2011, 20:24)

    Dopodichè Saulnier concludeva: "I problemi dell'epigrafe in realtà sono ben altri. Per un riassunto vedi il mio post del 22/9/2010, 10:54", sospettando ritocchi ai frammenti per opera di Vardaman (così ho capito io, almeno).
     
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    Bene, vogliamo fare il punto della situazione ?

    Magari riportando qui i brani indicati ?

    zio ot :B):
     
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    SAULNIER



    Il testo archetipo esiste e non è stato ricostruito da Avi-Yonah o Vardaman.

    Samuel Klein (deceduto nel 1940), partendo dall’analisi dei piyyutim elaborata da Rapoport, sviluppò una teoria davvero interessante sul significato e l’origine di questi piyyutim tra cui naturalmente la Lamentazione per il 9 Ab di Eleazar ha-Kalir.

    https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=35842464

    Secondo Klein (ripreso da Avi-Yonah) la lista dei turni sacerdotali con i villaggi abitati dalle famiglie poteva essere stata composta solamente dopo la distruzione del Tempio e molto probabilmente solo dopo la sconfitta finale di Bar Kokhvà (135 d.C.) poiché gli ebrei continuarono a vivere in Giudea anche dopo il 70 d.C.
    Quando la persecuzione venne a termine (circa 140 d.C.) gli ebrei si riorganizzarono in Galilea e i sopravvissuti delle varie classi sacerdotali furono trasferiti lì e si stabilirono nei vari villaggi dal Nord al Sud della Galilea.

    Mettendo per iscritto tale lista si voleva mantenere viva l’identità e le tradizioni di ciascun turno sacerdotale. La convinzione del popolo ebraico era che presto il Tempio sarebbe stato ricostruito e a quel punto le famiglie avrebbero lasciato i villaggi di Galilea per tornare a Gerusalemme.

    Klein credeva che i poeti che componevano questi qeroboth a partire dal VI secolo fossero stati ispirati direttamente dalle iscrizioni che essi leggevano sulle mura della sinagoga, nelle quali appunto era inciso l’elenco dei turni sacerdotali.

    I poeti, come Kalir, costruivano i loro versi con sofisticate alternanze ed allusioni ai nomi dei villaggi della Galilea della famiglia, ai loro soprannomi, al segno zodiacale a loro associato, avendo come base di riferimento questo tipo di tavolette di marmo affisse sulle sinagoghe.

    Secondo Klein vi era un abitudine in Palestina di richiamare ogni Sabbath nei piyyutim i nomi del turno sacerdotale che era in carica quella settimana.
    Menzionare il turno sacerdotale nei piyyutim significava in qualche maniera invocare un loro ritorno e quindi la ricostruzione del Tempio.
    La formula liturgica si ritrova in un antico manoscritto ebraico.

    Oggi è il sacro Sabbath, il Sabbath sacro per il Signore, qual è la classe sacerdotale? [nome della classe] è la classe sacerdotale. Possa il Misericordioso far ritornare la classe sacerdotale presto alsuo posto, nei nostri giorni. Amen.

    L’ipotesi di Klein (avallata anche da Yonah) è davvero molto interessante e personalmente la trovo in gran parte condivisibile.
    Inutile però nascondere che essa si presta ad alcune obiezioni che in effetti le sono state mosse da alcuni studiosi dopo gli anni ’50, ma resta il dato fondamentale che, qualora la teoria di Klein si rilevasse dimostrata, allora avremmo certificata l’esistenza di un villaggio di nome Nazareth a partire dalla meta del II secolo d.C.

    Klein si era spinto ancora oltre.
    Lo studioso ebreo aveva provato a ricostruire in maniera teorica questa iscrizione che secondo lui doveva comparire sulle mura delle sinagoghe e lo aveva fatto sulla base di una serie di indizi fondamentali che riepilogo in maniera succinta di seguito.

    1) Frammento di Ascalon

    Intorno al 1920 ad Ascalon fu ritrovato un frammento di un tavola di marmo, simile per contenuto al frammento 2 ritrovato a Cesarea nel 1962, solo che più completo.

    משמר
    משמר ש
    משמר א



    Il frammento certifica la presenza di liste sacerdotali incise su tavole di pietre e probabilmente affisse sulle mura della sinagoga.

    2) Un passo del Talmud di Gerusalemme, Taanit’4, 6, 68d.

    Si tratta della più antica fonte che include un passaggio della lista. Vi troviamo due amoraim del IV secolo che commentano, spiegando ogni parola, le prime due righe di una lista sacerdotale appartenente ad un testo che non ci è pervenuto.
    La prima riga:

    יהויריב מםרביי מירון
    Jehoiarib Mesarbai Meiron.

    Rabbi Levi commenta:

    Jehoiarib è un uomo. Meiron è una città. Mesarbai: Egli consegnò la casa ai nemici.

    Il riferimento è al fatto che il Tempio (la casa) fu distrutto quando era di turno la classe sacerdotale di Jehoiarib.
    Il nome (Jehoiarib), l’appellativo (Mesarbai) e la città (Meiron) si trovano associati nella prima riga della lista.
    La seconda riga:

    ידעיה עמוק ציפורים
    Jedaiah Amok Zipporim.

    Rabbi Berakhiya commenta:

    D-o conosceva la grande cospirazione che era nei loro cuori e li esiliò a Zipporim.

    Il nome (Jedahia ) l’appellativo (Amok) e la città (Zipporim) si trovano associati nella seconda riga della lista.

    3) I due poemi di Kalir

    Il primo e più importante per la ricostruzione è la Lamentazione per il 9 di Ab tratto da una composizione intitolata Ekha yashebah habaseleth ha Sharon.
    Si tratta di 24 strofe ognuna delle quali associata ad un turno sacerdotale. Nell’ultima riga di ogni strofa si trova il nome della città galilea di appartenenza delle famiglia oltre che, in alcuni casi, allusioni al soprannome della famiglia.

    Il secondo si intitola Zekhor ekha anu shafahnu e anch'esso contiene riferimenti ai 24 turni sacerdotali e alle città di Galilea (oltre che al segno zodiacale associato a ciascuna famiglia), ma in maniera meno organica rispetto alla Lamentazione per il 9 Ab.

    4) I manoscritti ritrovati nella Genizah del Cairo.

    Tra i numerosi manoscritti in ebraico e in aramaico ritrovati nel XIX secolo in una Genizah del Cairo, si trovano anche alcuni poemi liturgici, piyyutim, contenenti alcuni riferimenti alle classi sacerdotali con delle note a margine in ebraico tese ad esplicare proprio questi riferimenti.
    Riporto di seguito queste note relativamente alle quattro classi sacerdotali che si ritrovano nel frammento 1 ritrovato a Cesarea. Le note risalgono all’ XI secolo.

    הזיר ממליה משמ שבע עשרה
    Hezir, Mamliah diciassettesimo turno sacerdotale.

    הפ נצרת משמ שמזנה עשרה
    Hap(pizess), Nazareth diciottesimo turno sacerdotale.

    פתהיה אב ער משמ תשע עשרה
    Pethahiah, Akh(lah) Ar(av) diciannovesimo turno sacerdotale.

    יהז מגדל נוניה משמ העשרים
    Jehez(kel), Migdal Nunaiya, ventesimo turno sacerdotale.

    Deceduto nel 1940, Samuel Klein nel 1939 pubblicò un volume, in lingua ebraica, intitolato Sepher ha-Yishuvà. In questo testo Klein tentò di ricomporre in maniera teorica e sulla base degli indizi sopra riportati, l’epigrafe dei turni sacerdotali affissa sulle sinagoghe.
    Riporto di seguito la ricostruzione di Klein, anteriore di più di vent’anni alla scoperta del frammento 1.

    17esima.
    Nome Turno Sacerdotale
    משמר הזיר
    Appellativo e Località
    ממליח

    18esima.
    Nome Turno Sacerdotale
    משמר הפצץ
    Appellativo e Località
    נצרת

    19esima.
    Nome Turno Sacerdotale
    משמר פתהיה
    Appellativo e Località
    אכלה ערב

    20esima.
    Nome Turno Sacerdotale
    משמר יהזקאל
    Appellativo e Località
    מגדל נוניה

    Confrontiamole con le quattro righe ricostruite sulla base dei tre frammenti di Cesarea.

    משמרת שבע עשרה חזיר ממליח
    משמרת שמונה עשרה הפיצץ נצרת
    משמרת תשע עשרה פתחיה אכלה ערב
    משמרת עשרים יחזקאל מגדל נוניא


    Le due ricostruzioni coincidono nella maniera più assoluta per quel che riguarda le lettere che effettivamente compaiono sul frammento 1 (a meno delle incertezze sulla ‘nun’ di Nazareth).

    Questo significa che Avi Yonah non ha dovuto compiere nessuna forzatura per interpretare l’epigrafe essendo la ricostruzione di Klein anteriore di più di venti anni alla scoperta di Cesarea.

    Avi-Yonah nel suo articolo (in the Teacher’s Yoke) giustamente afferma:

    La chiave per la comprensione dell’inscrizione deve essere trovata nel Frammento 1. Se paragoniamo il testo con la lista dei turni sacerdotali come è stata stabilita teoricamente dal Professor Klein, con i loro appellativi e i nomi dei villaggi nei quali vissero in Galilea, l’identità è stupefacente.

    Il frammento 1, trovato da Vardaman negli anni ‘60, andava a dimostrare in maniera apparentemente inconfutabile la teoria di Samuel Klein.

    Ovvero:

    Un villaggio di nome Nazareth in Galilea era esistito almeno a partire dalla seconda metà del II secolo.

    Inutile immagino sottolineare l’importanza ed il valore di un tale dato, su una questione che tra gli eruditi aveva acceso dibattiti infuocati.

    Sull’esistenza di Nazareth, riporto le parole di un autorità del tempo in materia di cristianesimo primitivo, Charles Guignebert (Jesus, 1933):

    Una primo questione assai inquietante si impone all’erudito: nessun testo antico, pagano o giudeo, fa menzione di Nazareth. Per quanto riguarda gli scritti pagani, noi desisteremo volentieri, poiché se la borgata galilea non ha giocato un ruolo importante nelle rivolte giudaiche e se essa non ha attirato colonie greche o romane, l’oscurità che la circonda non ha di che sorprenderci.

    Ma non può dirsi altrettanto dei testi giudaici. Non si incontra il nome di Nazareth né nella Bibbia, né nella letteratura Talmudica e neppure nei libri di Giuseppe Flavio che pure molto bene conosceva gli affari di Galilea e che ci ha enumerato una gran quantità di città e villaggi di questo paese.

    Si può solo indebolire l’impressione fastidiosa che lascia questa unanimità nel silenzio ma non la si può cancellare.

    Naturalmente i mitologi l’hanno sfruttata a fondo e si sono sforzati di stabilire che l’esistenza di Nazareth al tempo della nascita di Gesù è solamente una fiction geografica.

    L’epigrafe di Cesarea andava a cambiare radicalmente la questione.
    Fino ad allora la più antica menzione di Nazareth in un testo non cristiano, restava quell’ambigua menzione del poeta sinagogale Eleazar ha Kalir, risalente però al VII-VIII secolo, totalmente insufficiente a contrastare quella fastidiosa unanimità del silenzio di cui parlava Guignebert.
    Come abbiamo visto Samuel Klein, partendo dalla Lamentazione sul 9 di Ab di Kalir e mediante una congettura arguta, supponeva l’esistenza di un villaggio di Galilea di nome Nazareth a partire dalla seconda metà del II secolo.

    Ma senza le prove, quella di Klein, per quanto verosimile, restava pur sempre un’ipotesi peraltro sconosciuta ai più.

    Ma il 14 Agosto 1962 arrivò la prova archeologica.

    Una menzione di נצרת in quello che appariva come il frammento di una di quelle tavole di marmo delle quali tanto aveva parlato Klein.

    Per una straordinaria coincidenza, le uniche due testimonianze extra-cristiane concernenti un’esistenza ‘antica’ di Nazareth andavano ad incastrarsi in maniera perfetta.

    Lamentazione di Kalir e frammento 1 di Cesarea.

    Di più, la congettura di Klein sulla ricostruzione delle quattro righe dei turni sacerdotali poi ricomposte sulla base dei tre frammenti di Cesarea, si era dimostrata assolutamente perfetta.

    Per comprendere appieno la straordinarietà dell’evento, è sufficiente confrontare la ricostruzione dell’intera lista da parte di Yonah con l’epigrafe poi scoperta a Bayt al-Hadir negli anni ’70.

    Le differenze sono numerose e in alcuni casi sostanziali.

    Nel caso di Klein invece:

    The identity is astonishing.

    Talmente stupefacente da destare qualche sospetto.

    Scoperta e interpretazione della lapide di Cesarea sono oggi attribuite al professor Avi Yonah ed è il suo nome che viene associato a questa grandissima scoperta.

    Avi Yonah iniziò gli scavi a Cesarea nel 1956, ma in questa campagna non si rinvennero frammenti relativi alla tavola di marmo con i turni sacerdotali.
    Maria Luisa Rigato (Il Titolo della Croce di Gesù, pag.54, 2003) scrive:

    Riferisce Avi-Yonah (1904-1974):

    Nella campagna di scavi 1954-58 in Israele “Durante gli scavi effettuati a Cesarea dal Dipartimento di Archeologia dell’Università ebraica […] furono trovati frammenti di un’iscrizione ebraica […] di interesse eccezionale”.

    Il ritrovamento avvenne nel 1958, e nel 1962 Avi-Yonah pubblicò le sue conclusioni circa la natura dei tre frammenti, datandoli al III / IV secolo.

    La Rigato ha davanti il testo di Yonah, eppure la arricchisce con degli elementi che non si ritrovano nell’articolo.

    In particolare aggiunge delle date sbagliate.
    Afferma che il ritrovamento di Yonah avvenne nel 1958.

    Questo è falso. Gli unici due frammenti ritrovati dalla spedizione condotta da Yonah come direttore degli scavi, furono entrambi ritrovati nel 1962.

    La Rigato omette di dire inoltre che oltre che dal Dipartimento di Archeologia dell’Università ebraica gli scavi furono finanziati anche dal Southwestern Baptist Theological Seminary che aveva fornito ad Avi Yonah i suoi principali assistenti, tra cui il prof. Vardaman e Mr. Oren con al seguito alcuni studenti dell’istituto, volontari nelle operazioni di scavo.

    La faccenda ha una sua rilevanza.

    Perché fu Jerry Vardaman il vero autore della scoperta del frammento 1 della lapide di Cesarea, laureato alla Baylor University, nel 1962 Vardaman era professore al Southwestern Baptist Theological Seminary.

    Per questo l’articolo completo di Avi-Yonah, in inglese, venne pubblicato non su una rivista internazionale specializzata in archeologia bensì su un memoriale, The Teacher’s Yoke, edito a cura del prof. Jerry Vardaman e pubblicato nel 1964 dalla Baylor University, un’università cristiano-battista privata.

    Jerry Vardaman con ogni probabilità si interessò all’argomento negli anni ‘50 sotto la guida del grandissimo archeologo americano e studioso biblico, di confessione evangelico-metodista, William Foxwell Albright.

    Albright si era ovviamente interessato alla problematica relativa a Nazareth (The names Nazareth and Nazoraean, J. of Biblical Lit, Giugno 1946) e conosceva ed apprezzava le teorie di Klein riguardo i poemi liturgici di Kalir e i suoi riferimenti ai luoghi geografici di Palestina (The archeology of the Palestine and the Bible, 1932).

    Albright conobbe anche personalmente lo studioso ebreo del quale ammirava la straordinaria erudizione talmudica.

    Ancora più interessante rilevare (lettera di S.Klein del 10 Giugno 1930, ATQ/226 Dept of Antiquities) come fu proprio Samuel Klein il primo ad individuare il sito della sinagoga a Cesarea (esplorata poi sistematicamente da Avi-Yonah in due sessioni di scavi, 1956 e 1962).

    Cioè di fatto fu Klein a scoprire il sito che avrebbe convalidato, post mortem, le sue ricostruzioni teoriche sui turni sacerdotali.

    Nel 1959 Vardaman, prima di intraprendere una serie di missioni archeologiche sul campo, studiò con William Albright al Theological Seminary di Pittsburgh.

    I rapporti tra Vardaman e Albright erano vivi nel 1962 e nella corrispondenza relativa al breve periodo di scavi a Cesarea si conservano lettere tra Vardaman e il famoso archeologo americano

    La Rigato parla della scoperta come avvenuta nel 1958, ma in questa data fu solamente pubblicata a cura di Talmon in Scripta Hierosolymitana (1958) una foto di un frammento (il frammento 3 della ricostruzione di Yonah) ritrovato a Cesarea facente chiaramente riferimento a quelle liste sacerdotali che Klein aveva supposto iscritte su tavole di marmo sulle mura delle sinagoghe.

    Del frammento 3, già nel 1962, esisteva solo una foto ma tale ritrovamento fu decisivo per il successivo intervento finanziario del Southwestern Baptist Theological Seminary per sovvenzionare la successiva campagna di scavi.

    I motivi sono ovvi.
    Il frammento 3, dimostrava evidentemente che anche sulla sinagoga di Cesarea era esistita una di quelle tavole di marmo ipotizzate da Klein e se così stavano le cose, nel sito di Cesarea se si fosse ritrovato il frammento giusto, si poteva dimostrare una volta per tutta l’esistenza di Nazareth almeno dal II secolo.

    A partire dal frammento 3 e con la conoscenza del frammento ritrovato ad Ascalon (vedi sopra) era già possibile dopo il 1958 ricomporre in maniera precia quella che poi divenne la ricostruzione dell’epigrafe di Yonah, sfruttando gli studi teorici di Klein.

    Come sappiamo il Southwestern Baptist Theological Seminary fornì anche a Yonah i suoi principali assistenti tra cui Jerry Vardaman, il cui ruolo nella spedizione fu tutt’altro che marginale.

    Marylinda Govaars che ha pubblicato appunti e foto di Vardaman relativi al periodo di Cesarea (Photographs of Caesarea Maritima, 2008) scrive:

    Vardaman, supervisore dell’area D, fu strumentale nel ritrovamento del frammento con la parola “Nazareth”.
    ...
    In virtù del suo ruolo di assistente del direttore, Vardaman ebbe accesso a tutte le aree in cui si svolgevano gli scavi durante i suoi due mesi a Cesarea...

    Due mesi sono pochi ma il contributo di Vardaman fu decisivo.

    Lo stesso Vardaman, nella sua introduzione all’articolo di Yonah descrive il ritrovamento.

    Questo frammento dell’iscrizione fu trovato il 14 Agosto del 1962 ad una profondità di 90 cm, sotto la superficie delle sabbie di Cesarea. Fu registrato con un cesto di porcellana D.V.9.

    Fu trovato verso la fine della stagione di scavi e, a causa della fatica, gli uomini che stavano lavorando con zappe e picconi diventavano sempre meno attenti nell’individuazione di qualcuno degli oggetti che stavano venendo fuori in quest’area di lavoro.

    Per questa ragione, in qualità di addetto agli scavi, diedi precise istruzioni all’uomo con la carriola (il cui nome era Shalom Attiah) affinché prestasse cura ai frammenti che venivano scaricati dagli uomini con i cesti.

    Questa cosa si rivelò particolarmente fortunosa in quanto, il particolare frammento sopra menzionato fu trovato da Mr. Attiah quando cercò dentro la carriola prima di gettare i frammenti in discarica. Il frammento fu rapidamente pulito e all’inizio si rivelò difficile da leggere.

    Io immediatamente lessi sulla seconda linea N S R T (“Nazareth”) sebbene altri leggessero B S R T (“siccità”). Si deve comprendere come il Prof. Avi-Yonah ha fatto un brillante lavoro di interpretazione epigrafica, avendo egli così pochi indizi sulla natura dei documenti che Eleazar Oren ed io trovammo e ricostruendo il tutto con tanta maestria. Pieno credito per il significato e i collegamenti dei vari frammenti fra loro e a fonti più antiche deve essere dato alla sua ingegnosità come epigrafista.

    Vardaman si attribuisce il merito della scoperta dell’epigrafe (merito confermato dallo stesso Yonah nel suo articolo) ma conferisce pieno credito al professor Avi Yonah per la ricostruzione del testo alla quale Vardaman sembra estraneo.
    In Chronos, Kairos, Christos 2, 1998 lo stesso Vardaman arricchisce la ricostruzione dell’episodio con numerosi particolari.

    Non ho ancora richiamato l’attenzione sulla mia scoperta della sezione critica di un inscrizione a Cesarea delle 24 classi sacerdotali, con la sua menzione di una Nazareth come uno dei villaggi definiti nel tardo primo secolo A.D o inizio secondo secolo A.D. dalla classe sacerdotale giudaica del tempio (la linea degli Hapizezz, la diciottesima famiglia, stabilita a Nazareth). Vedi Jerry Vardaman e Leo Garrett, The Teacher’s Yoke: Studies in Memory of Henry Trantham (Waco TX: Baylor University Press, 1964) 42-5.

    Sebbene il testo fu trovato nel 1962, io tornai a Gerusalemme nell’estate del 1963, studiando nella prima classe organizzata dal presidente Nelson Glueck della nuova Hebrew Union College Archaeological and Biblical School.
    Il professor Avi-Yonah, indicativo del suo spirito generoso, insistette quella estate che io, in quanto persona che si era fatta venire in mente il testo, avrei dovuto sedere al suo fianco nel King David Hotel, quando gli onori gli furono conferiti ad un banchetto (per coloro che avevano recentemente fatto importanti scoperte in Israele).
    Egli mi confidò privatamente che la nostra scoperta congiunta dell’iscrizione aveva provocato la sua recente promozione da professore associato a professore ordinario all’Università Ebraica.

    Propriamente compresa, l’inscrizione manda in frantumi le teorie di coloro che negano l’esistenza di Nazareth ai tempi di Gesù o prima.

    Coloro cioè che, secondo Guignebert, sfruttando il fastidioso silenzio delle fonti su Nazareth avevano osato negarne l’esistenza.

    Il nome di Jerry Vardaman, per lunghi anni stimato archeologo e deceduto nel 2000, e oggi macchiato da una vicenda che ha rovinato in maniera indelebile la sua reputazione.

    La data di nascita di Gesù costituisce un cruccio di difficile soluzione a causa di quella che appare come una contraddizione all’interno delle narrazioni evangeliche.
    Come conciliare infatti una nascita avvenuta durante il censimento di Quirino (6 d.C.) con una che prevede invece Erode il Grande ancora in vita (4 a.C.)?

    Jerry Vardaman supponeva Gesù nato il 12 a.C e in questa data supponeva essere avvenuto un primo censimento ad opera Quirino. Il problema è che per convalidare questa cronologia Vardaman non aveva esitato a proporre alla comunità scientifica delle ‘prove’ decisamente straordinarie.
    Fa il punto della situazione Richard R. Racy (Nativity: The Christmas Story, Which You Have Never Heard Before)

    Sfortunatamente ci sono stati tentativi da parte dei moderni apologeti di difendere il racconto di Luca e riconciliarlo con Matteo che hanno oltrepassato la sola mancanza di competenza professionale per sfociare nella follia più completa e nella frode.
    Probabilmente il peggiore di questi è il caso delle monete di Vardaman.

    Il Dr. E. Jerry Vardaman era un rispettato studioso ed archeologo, un esperto nella cronologia del Nuovo Testamento, autore di sei libri o dissertazioni e di molti altri articoli accademici e un docente universitario. Fu un ministro Battista con un Th.D conseguito al Southwestern Baptist Theological Seminary e un Ph.D dalla Baylor University. Fu un archeologo sul campo in più di una mezza dozzina di siti biblici, un professore di religione al Tarleton State College in Stephenville, Texas e un istruttore di due seminari Battisti in cui insegnava archeologia biblica prima di diventare il direttore e fondatore del Cobb Institute di Archeologia al Mississippi State University nel 1973 dove insegnò anche come professore di religione prima del pensionamento nel 1994. Morì nel Novembre del 2000 ancora attivo come conferenziere di archeologia biblica.

    Con una tale quantità di credenziali, ci aspetteremmo cura e piena evidenza per ogni dichiarazione fatta riguardante ogni controversia biblica. Comunque sia, il suo contributo a questa questione del conflitto tra i racconti di Matteo e Luca si staglia come un assoluto deludente nonsenso.

    Vardaman dichiarò che lui ed un altro studioso, Nikos Kokinos, avevano scoperto certe antiche monete di bronzo Romane al British Museum che erano ricoperte di quelle che egli chiamò microlettere o lettere micrografiche, lettere presumibilmente incise a mano sulla moneta stessa o sullo stampo con il quale la moneta era stata creata. Tali lettere erano così piccole da poter essere lette solo con una lente speciale.

    Secondo Vardaman, le lettere si riferivano ad alcuni dei titoli biblici di Gesù indicato come “Re dei Giudei”, “Messia”, “Il Giusto”, etc. Utilizzando la data in microlettere indicante l’anno A.D. 16, che contraddiceva però la data sulla moneta (LHKT DAMASKWN ovvero “320° anno dei Damasceni), Vardaman ne concludeva che Gesù era nato nel 12 BCE, e da lì proseguiva per generare una cronologia del nuovo Testamento fino alla conversione di Paolo.

    Vardaman affermò anche di aver trovato altre microlettere su monumenti di pietra, ma i monumenti di pietra di quel periodo non erano lucide e le superfici scabre non avrebbe mai potuto essere incise con tali microlettere.

    I difetti di queste oltraggiose affermazioni sono troppo numerosi da elencare qui, ma basteranno pochi esempi per fare il punto.

    In primo luogo, le monete presenti nel British Museums non hanno alcun tipo di incisione.

    In secondo luogo, tali caratteri minuscoli (altezze di circa 1/50 di pollice secondo la maniera con cui Vardaman le ha rappresentate nei suoi disegni) sarebbero stati impossibile da realizzare nel primo secolo perché la tecnologia adatta per questo genere di iscrizioni non è esistita fino
    alla fine dell'età industriale (forse nel 1700…)

    In terzo luogo, le monete sono così consumate che l'immagine originale ha perso tutti i suoi dettagli, così anche questi caratteri minuscoli sarebbe dovuti scomparire secoli fa.

    In quarto luogo, le lettere sono tutte in latino, ma esse figurano su monete ritrovate in zone del mondo in cui erano usate solo lettere greche.

    Vardaman riconosce anche alcune lettere latine come la "J" e la "W" che erano inesistenti all’epoca e hanno iniziato a comparire solo nel Medioevo.

    Inoltre, senza entrare nel dettaglio, egli interpreta anche le date in modo molto contradditorio. Vardaman non ha mai fornito alcuna prova per giustificare le sue pretese e non ha invitato nessuno ad effettuare un esame tecnico delle monete. Ha sempre riprodotto solo disegni e mai neppure una fotografia. Non ha mai pubblicato un articolo su queste microlettere ma solo esposto alcune lezioni
    per lo più in Cina, in seminari.

    Possiamo solo immaginare come un uomo con tali esperienze, colui che nella sua storia precedente era stato un rispettato studioso, possa aver ceduto alla tentazione di produrre alcune prove sorprendenti al fine di provare la sua posizione accademica e contemporaneamente fornire conferma ai principi di base della sua fede - un atto di disperazione frustrata che molto somiglia a quello di un predicatore che vuole disperatamente che le persone credano nella divina guarigione tanto da desiderare che le persone mentano sulle loro guarigioni per convincere altri a credere.

    In una di queste monete del I secolo Vardaman pretendeva trovare scritto in microlettere latine:

    Anno primo di Gesu di Nazareth in Galilea

    Ancora a proposito di queste microlettere relativamente alla sua scoperta di una microiscrizione da lui ritrovata sul Lapis Venetus, che andava a dimostrare in maniera inconfutabile l’esistenza di un censimento ad opera di Quirino avvenuto nel 12 a.C., Vardaman dichiara in una lettera inviata a Ronald L. Conte Jr il 18 maggio del 2000:

    Le microlettere (ma queste sono chiare e definite ai miei occhi) LA CONS P.S. QVIRINI sono sul Lapis Venetus (Iscrizione di Venezia) sulla linea riferita al census che A. Secundus fece ad Apamea, essendo stato mandato da Quirino con questo obiettivo. Quirino fu console una sola volta nel 12 a.C.. Per qualcuno vi sono problemi in quanto in tale maniera il Greco sarebbe mescolato con il Latino, ma tali critici dovrebbero rimproverare l’autore delle microlettere. Io sono certo della mia lettura.
    ...
    Io credo che anche il Lapis Tiburtinus sia correlato a Quirino, contro la maggior parte degli eruditi. E’ il mio “Sì” migliore del loro “No”?

    Vardaman fino alla sua morte, sopraggiunta pochi mesi dopo questa lettera, non ammise mai la frode relativa alle microiscrizioni fantasma ed il mio più grande dubbio è che non sia questo il solo segreto che si è portato nella tomba.

    Edited by barionu - 26/4/2013, 21:53
     
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    Rain

    Oltre a questo mi ha interessato quanto scritto in quel libro, cioè che il rabbino Yehospeh Schwarz (1804-1865) riteneva che Nazaret fosse citata con un nome diverso e forse molto antico in Mishnà Menachot 8,6, dove si parla di "Bet Laban in collina" che significa "casa/località bianca in collina", per via delle rocce di gesso bianche che si troverebbero a Nazaret.

    Abramo

    Ho consultato il commento alla Mishnah di Kehati e colloca questa localita a Ovest di Shilò, lontano da Nazrat. Consultanto la cartina e anche un'enciclopedia di località e viaggi israeliana, fanno corrispondere questa località alla città araba "aLuban".


    """"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""


    Rain sta parlando del libro della Rigato ed 2005 il titolo della croce nel capitolo III , pag 53

    http://books.google.it/books?id=Zn-kyk2YHY...20laban&f=false


    Rain su Nazaret

    https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Nazaret.htm



    zio ot :B):

    Edited by barionu - 26/4/2013, 21:56
     
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