Giacobbe e l'Angelo

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  1. Laurent
     
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    Grazie yesyes della tua risposta.

    Hai ragione d-o è imperscrutabile. Mi hai fatto pensare a Isaia 40.28 che dice “la Sua sapienza è insondabile”; e al Salmo (139.6) ‘la Sua conoscenza è troppo grande per essere compresa e troppo elevata per essere raggiunta’. Concedimi dire che è difficile non osservare “l’occhio” del Padre celeste sugli eventi che accaddero a Giacobbe. Volevo sottolineare che su questo argomento è sfuggito l’elemento centrale: la continuazione del proseguimento della promessa abraamica collegata al proposito di Dio di “benedire tutte le famiglie della terra”. (Ge 12.1)

    Senza dubbio non ti è sfuggito che fu il vero Dio a rendere prospero Giacobbe in Paddam-Aran. È fu sempre il vero Dio ha dirgli di tornare dai suoi parenti. Quando si spaventò per i 400 uomini di Esau, fece appello al vero Dio e nella preghiera si soffermò sul Suo invito e sulla Sua promessa. Per cui il punto centrale del brano biblico non è Essav, ma la promessa che è parte del proposito di Dio e ciò che Egli voleva costruire con Giacobbe, iniziato con suo nonno Abramo.

    I messaggeri che avevano incontrano Giacobbe prima del guado, sono identificati “di Dio”. (Luzzato scrive: Giacobbe poi seguì il suo viaggio ed incontrò angeli di Dio). La “benedizione” che Giacobbe riceve include la conferma che sopravvivrà non solo all'incontro con suo fratello, ma anche hai fatti del futuro. (Luzzato scrive: E quegli disse: Il tuo nome non suonerà più Giacobbe, ma Israel: poiché lottando con dèi e con uomini, sarai vincitore). Questo “uomo” predice il futuro. Parla molto bene di Giacobbe. Quale “governante” poteva dare una simile benedizione? Chi poteva essere una sicura protezione di Giacobbe e assicurare che “la promessa” sarebbe continuata fino all'adempiersi? Solo dei “ser inviati dal Governante Celeste”. Anche il nome che Giacobbe scelse per il luogo della lotta non chiama in causa Essav, ma è un rimando all'Autore celeste. (Luzzato scrive: Penièl, (dicendo): Poiché vidi Iddio [un angelo] faccia a faccia.

    Credo che la tua frase (ma questo d-o non ha proprio nulla di meglio da fare per "rassicurare” una persona) scaturisce dall'aver sottovalutato l'elemento importante e primario dell’episodio. Poi, non è affatto vero (o meglio concludere) che l’intenzione del “ser” fosse quello di “ammazzarlo”. Che cosa si deve capire quando Giacobbe ammette: “mi è stata risparmiata la vita”? (Luzzato scrive: Poiché vidi Iddio [un angelo] faccia a faccia, e la mia vita rimase salva).

    Sarai d’accordo che limitando l’uomo a un “ser di Essav” nascono davvero incongruenze quando rifletti il brano. Tali “incongruenze” non possono essere superate semplicemente dal concetto “traduzione” in altra lingua.

    Comunque, ampio rispetto per la tradizione ebraica su questo episodio.

    Saluti a te yesyes

    Ho letto il post annuncio.
    Essendo nuovo nel forum non avevo idea di simili comportamenti che non trovano giustificazione. Ma è permesso indicare una lettura del testo (comprovante) che non sia espressamente rabbinico? Approfitto per dire che non sono cattolico, né appartengo ad altra denominazione della cristianità (protestante-evangelico e simili). Non sono nemmeno un israeliano. Ritengo importante conoscere l’ebraismo. Personalmente mi attengo l’insegnamento di Colui descritto in Isaia 48.17-19; 54.13 e Michea 4.1-5. Se il sito rimarrà spero non mi banniate.

    Grazie.
     
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  2. yesyes
     
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    Innanzitutto sei benvenuto.

    La mia risposta, o quel che penso io, conta poco o nulla. Basati su persone come Negev o altri centrati sull'esegesi ebraica, se desideri orientarti in proposito.

    CITAZIONE
    Questo “uomo” predice il futuro.

    Ne convengo. Infatti l'ho definito un'evento che mi appare in qualche modo come profetico. Ma è opinione personale.

    Concordo anche sul ravvisare diversità importanti fra i personaggi di Esav e Giacobbe.

    Ovviamente io considero il 'sar essav' sufficiente.

    Per il resto mi tolgo di mezzo e ti lascio parlare con Negev.

    Buona permanenza.
     
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    Mi permetto di intervenire soltanto per evidenziare che non sono soltanto le autorevoli traduzioni italiane di Rav Dario Disegni e di Rav Daniel Luzzatto a parlare in questo episodio di Giacobbe che ha combattuto e visto ( un angelo di) D-o.

    Diamo un'occhiata a due celebri versioni inglesi edite sempre in campo ebraico ortodosso:

    Jewish Publication Society -edizione del 1917:

    29 And he said: 'Thy name shall be called no more Jacob, but Israel; for thou hast striven with God and with men, and hast prevailed.' 30 And Jacob asked him, and said: 'Tell me, I pray thee, thy name.' And he said: 'Wherefore is it that thou dost ask after my name?' And he blessed him there. 31 And Jacob called the name of the place Peniel: 'for I have seen God face to face, and my life is preserved.'

    Judaica Press:

    And he said, "Your name shall no longer be called Jacob, but Israel, because you have commanding power with [an angel of] God and with men, and you have prevailed.And Jacob asked and said, "Now tell me your name," and he said, "Why is it that you ask for my name?" And he blessed him there.And Jacob named the place Peniel, for [he said,] "I saw an angel face to face, and my soul was saved."

    Aggiungerei anche l'antica versione greca dei LXX:

    ἠρώτησε δὲ ᾿Ιακὼβ καὶ εἶπεν· ἀνάγγειλόν μοι τὸ ὄνομά σου. καὶ εἶπεν· ἱνατί τοῦτο ἐρωτᾶς σὺ τὸ ὄνομά μου; καὶ εὐλόγησεν αὐτὸν ἐκεῖ. καὶ ἐκάλεσεν ᾿Ιακὼβ τὸ ὄνομα τοῦ τόπου ἐκείνου, Εἶδος Θεοῦ· εἶδον γὰρ Θεὸν πρόσωπον πρὸς πρόσωπον, καὶ ἐσώθη μου ἡ ψυχή. ἀνέτειλε δὲ αὐτῷ ὁ ἥλιος, ἡνίκα παρῆλθε τὸ εἶδος τοῦ Θεοῦ· αὐτὸς δέ ἐπέσκαζε τῷ μηρῷ αὐτοῦ·


    Secondo le traduzioni inglesi che ho rinvenuto,così si esprime altresì il Targum Onkelos :

    E disse: "Il tuo nome non sarà più Giacobbe ma Israele, perché ti sei esaltato con gli angeli del Signore e con i potenti, e hai prevalso su di loro". (....) E Giacobbe chiamò il nome del luogo Peniel, poiché disse: ho visto gli Angeli del Signore faccia a faccia e la mia anima si è salvata.

    Ecco anche una celebre versione francese ,con la traduzione dell'ebreo ortodosso Jacques Kohn :

    Il reprit: "Jacob ne sera plus désormais ton nom, mais bien Israël; car tu as jouté contre des puissances célestes et humaines et tu es resté fort." 30 Jacob l'interrogea en disant: "Apprends-moi, je te prie, ton nom." II répondit: "Pourquoi t'enquérir de mon nom?" Et il le bénit alors. 31 Jacob appela ce lieu Penïel "parce que j'ai vu un être divin face à face et que ma vie est restée sauve

    Infine, ho consultato la Exapla di Origene di Alessandria, che riporta tra le altre due traduzioni greche di parte israelita molto famose ed apprezzate nell'antichità : quella del gher tzedek Aquila di Sinope e quella dell'ebreo Teodozione: ebbene, entrambi traducono il termine Elohim presente al versetto 29 con "θεός".


    Rispetto ovviamente la diversa interpretazione proposta, ma non è che possiamo semplicemente liquidare tutte le predette traduzioni come "errate", non trovate? Onkelos ha sbagliato?I traduttori dei LXX hanno sbagliato?Aquila di Sinope e Teodozione hanno sbagliato? I rabbini ortodossi della Jewish Publication Society e della Judaica Press hanno sbagliato? Non è che forse l'interpretazione esposta in queste traduzioni sia quella maggioritaria, e sia invece minoritaria, seppur rispettabilissima s'intende, quella che fornisce un'esegesi puramente "umana" all'episodio?

    Edited by Amos74 - 9/11/2018, 23:11
     
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  4. yesyes
     
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    lo so anch'io, Amos, che p.e. la Luzzato, riportata da Laurent scrive così
    CITAZIONE (Laurent @ 9/11/2018, 18:51) 
    (Luzzato scrive: Poiché vidi Iddio [un angelo] faccia a faccia, e la mia vita rimase salva).

    Evvabbè, non si capisce che senso abbia tradurre "Dio" e poi mettere fra parentesi "un angelo".
    Traspare una fortissima incongruità in ciò.

    Ma, non si stava parlando di traduzione, è stato inserito il riferimento alla tradizione orale (rif. intervento di negev) che dice ciò che dice. Uno può dire: si, mi interessa la tradizione orale perchè il racconto così come appare non mi soddisfa; un altro può dire, io sto bene così e voglio sentire e basarmi solo su ciò, non mi va di farmi venire dubbi al riguardo.
    La tradizione orale - ci informa Negev - legge quanto in ebraico scritto e non ci legge quel "Dio (un angelo)" [n.b. o è l'uno o è l'altro, se traduci dio e fra parentesi specifichi che no, non è dio, ma un angelo o hai le idee un po' confuse o ti stai riferendo a qualcosa di invece abbastanza preciso (angelo=messo di un elohim=governatore o similia), io non accetto una traduzione che riporta d-o e poi si corregge immediatamente con una parentesi in cui specifica cosa differente, a meno che non capisca che il traduttore sta segnalando qualcosa].

    Dirimente a mio avviso non è tanto consultare la traduzione, ma casomai riscontrare la tradizione orale che orale non è sempre rimasta.
    Poi se uno vuole assumere la sola scriptura e gli tornano tutti i conti va benissimo. Qualcuno potrebbe non essere convinto che i conti quadrano.

    Sappiamo dove fare riscontri per quanto attiene alla tradizione orale, che orale non è rimasta? Qualcuno ha letto in proposito e sa riferire cosa esattamente vi sia detto a parte Negev?

    Allora a chi i conti quadrano così, bene, per quelli a cui i conti non quadrano si può imboccare un'altra via e per questi siamo qui, non per discutere la posizione pre-scelta da chi è già soddisfatto dalla prima di cui non si aspira a cambiare l'opinione.

    Basta provare a far finta per un attimo, anche se non lo si pensa realmente, che sia plausibile quanto Negev afferma riportato dalla tradizione orale: può darsi che ad alcuni allora il racconto dica altre cose. Magari a qualcuno non piacciono, altri potrebbero trovarle invece più interessanti.

    Potrebbero essere giuste e sensate entrambe, salvo che una soddisfa un certo tipo di persone, l'altra risponde invece ad altre.

    Per me, ad esempio, dio/angelo è insensato.

    Il discorso è sempre lo stesso, c'è a chi interessa questa benedetta tradizione orale e a chi no.


    Intanto finora, a parte Negev che per forza di cose lo sa, chi l'ha consultata e sa dire cosa dice, dove e perchè lo dice?

    Da quanto tempo esiste questa lettura ai più sconosciuta?
    Quante persone hanno letto il testo in questo altro modo?

    E se il testo è stato realmente letto invece in questo altro modo che deduzioni ha tratto chi lo ha letto così?

    Poi tale lettura si potrebbe pure non condividere, ma farei attenzione a comunicare qualcosa come "non andiamo a vedere perchè tanto è sicuramente errato, il testo tradotto dice altro, e quella - invece - è invenzione". Perchè mai dovrebbe esserlo più di quanto appare emergere dal testo?

    Orale non significa che qualcuno se lo è inventato l'altro ieri, ma significa che molte persone per un tempo forse non irrisorio si sono distaccate dalle apparenze di prima lettura del testo.

    Ripeto che chi è soddisfatto così, va benissimo. Ma qualcuno continua a dire: noi non leggiamo questo così (e magari senza che la fede, per chi ne ha, ne risenta).

    Tutto ciò da dove spunta fuori?
     
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    CITAZIONE (yesyes @ 9/11/2018, 23:31) 
    lo so anch'io, Amos, che p.e. la Luzzato, riportata da Laurent scrive così
    CITAZIONE (Laurent @ 9/11/2018, 18:51) 
    (Luzzato scrive: Poiché vidi Iddio [un angelo] faccia a faccia, e la mia vita rimase salva).

    Evvabbè, non si capisce che senso abbia tradurre "Dio" e poi mettere fra parentesi "un angelo".
    Traspare una fortissima incongruità in ciò.

    Ma, non si stava parlando di traduzione, è stato inserito il riferimento alla tradizione orale (rif. intervento di negev) che dice ciò che dice. Uno può dire: si, mi interessa la tradizione orale perchè il racconto così come appare non mi soddisfa; un altro può dire, io sto bene così e voglio sentire e basarmi solo su ciò, non mi va di farmi venire dubbi al riguardo.
    La tradizione orale - ci informa Negev - legge quanto in ebraico scritto e non ci legge quel "Dio (un angelo)" [n.b. o è l'uno o è l'altro, se traduci dio e fra parentesi specifichi che no, non è dio, ma un angelo o hai le idee un po' confuse o ti stai riferendo a qualcosa di invece abbastanza preciso (angelo=messo di un elohim=governatore o similia), io non accetto una traduzione che riporta d-o e poi si corregge immediatamente con una parentesi in cui specifica cosa differente, a meno che non capisca che il traduttore sta segnalando qualcosa].

    Dirimente a mio avviso non è tanto consultare la traduzione, ma casomai riscontrare la tradizione orale che orale non è sempre rimasta.
    Poi se uno vuole assumere la sola scriptura e gli tornano tutti i conti va benissimo. Qualcuno potrebbe non essere convinto che i conti quadrano.

    Sappiamo dove fare riscontri per quanto attiene alla tradizione orale, che orale non è rimasta? Qualcuno ha letto in proposito e sa riferire cosa esattamente vi sia detto a parte Negev?

    Allora a chi i conti quadrano così, bene, per quelli a cui i conti non quadrano si può imboccare un'altra via e per questi siamo qui, non per discutere la posizione pre-scelta da chi è già soddisfatto dalla prima di cui non si aspira a cambiare l'opinione.

    Basta provare a far finta per un attimo, anche se non lo si pensa realmente, che sia plausibile quanto Negev afferma riportato dalla tradizione orale: può darsi che ad alcuni allora il racconto dica altre cose. Magari a qualcuno non piacciono, altri potrebbero trovarle invece più interessanti.

    Potrebbero essere giuste e sensate entrambe, salvo che una soddisfa un certo tipo di persone, l'altra risponde invece ad altre.

    Per me, ad esempio, dio/angelo è insensato.

    Il discorso è sempre lo stesso, c'è a chi interessa questa benedetta tradizione orale e a chi no.


    Intanto finora, a parte Negev che per forza di cose lo sa, chi l'ha consultata e sa dire cosa dice, dove e perchè lo dice?

    Da quanto tempo esiste questa lettura ai più sconosciuta?
    Quante persone hanno letto il testo in questo altro modo?

    E se il testo è stato realmente letto invece in questo altro modo che deduzioni ha tratto chi lo ha letto così?

    Poi tale lettura si potrebbe pure non condividere, ma farei attenzione a comunicare qualcosa come "non andiamo a vedere perchè tanto è sicuramente errato, il testo tradotto dice altro, e quella - invece - è invenzione". Perchè mai dovrebbe esserlo più di quanto appare emergere dal testo?

    Orale non significa che qualcuno se lo è inventato l'altro ieri, ma significa che molte persone per un tempo forse non irrisorio si sono distaccate dalle apparenze di prima lettura del testo.

    Ripeto che chi è soddisfatto così, va benissimo. Ma qualcuno continua a dire: noi non leggiamo questo così (e magari senza che la fede, per chi ne ha, ne risenta).

    Tutto ciò da dove spunta fuori?

    Yesyes,per favore non attribuirmi parole che NON ho detto. Chiunque legga il mio intervento con attenzione vedrà che non ho affatto sostenuto che sia erronea l'interpretazione puramente "umana" dell'episodio. Come potrei sostenere una tesi del genere?Io sono un dilettante in materia ebraica,non ne conosco neppure la lingua! Però, se mi permettete,non possiamo neanche liquidare le traduzioni come un fatto meramente secondario,perché se Ebrei devoti, in epoche molto diverse, hanno tradotto il brano in un'ottica che vede ivi presente una teofania, questo è un dato importante.

    Dalla versione di Rav David Luzzatto emerge secondo te una "fortissima incongruità"?Non stai parlando di un pinco pallino, ma di Shadal, uno dei più grandi rabbini italiani del XIX sec. e.v.. E' criticabile? Certamente,ma credo che dovresti mostrare più rispetto per la sua figura, non credi? Aggiungo: dov'è questa incongruità?Ha tradotto Elohim con D-o,aderendo all'interpretazione teofanica dell'evento.La parola "angelo" tra parentesi? Mi sembra cristallino : come sarebbe potuto apparire a Giacobbe l'Eterno, se non attraverso una manifestazione apparentemente umana qual è quella di un malak ? Tu dici "o è D-o o è un angelo": sei sicuro di questa dicotomia manichea ? Ti invito a leggere quello che sugli "angeli" dice Rav Dante Lattes nel suo "Nuovo Commento alla Torah",da cui cito soltanto le seguenti parole:

    "L'angelofania si intreccia e si combina colla teofania e vi si rivolve.(...)Gli angioli non sono che la manifestazione occasionale,materializzata per così dire,o antroporficamente figurata della divinità (....)".

    Io credo che le interpretazioni teofanica ed umana dell'episodio possano benissimo coesistere, non è che uno debba per forza aderire ad una delle due. Tuttavia, la concezione teofanica del brano è certamente molto antica, perché è attestata nelle risalenti traduzioni greche curate da Ebrei, vedi:

    La Settanta ( III/II sec. aev)
    La traduzione del proselita (gher tezedek) Aquila di Sinope , vissuto nel II sec. ev e secondo alcune fonti allievo di Rabbi Akiba ( non esattamente uno sprovveduto,quindi)
    La traduzione di Teodozione (sempre II sec. ev)

    Io non parteggio per nessuna delle due tesi , a me interessano solo lo studio e l'approfondimento, nel rispetto di tutti.Cerchiamo di analizzare tutte le fonti in nostro possesso, senza aprioristiche idee esegetiche, dico solo questo.

    Shalom amici.



     
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  6. yesyes
     
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    Ciao Amos,

    no, tranquillo, ho compreso cosa hai detto, nè intendo attribuirti nulla, fra l'altro conosco la tua estrema precisione e so che ci si può contare.

    Ho condotto - nel mio pensiero - solo un certo quadro/prospettiva alle sue estreme conseguenze.


    Da quanto voi, un po' tutti, esponete -infatti- fra Esav e Jacov, pane, amore e fantasia, o tarallucci e vino, in pratica (scusate il linguaggio così ma faccio un inciso del tutto al volo): questo è ciò che molti espongono.

    L'esegesi ebraica sembra invece dire: baci abbracci e coccole un accidente.

    Quale è la conseguenza di ciò?

    Inizia con il sottolineare Esav come antenato di Amaleck, e significa vedere - nel rapporto fra i fratelli e in quello spostamento dei 'diritti di primogenitura' che è avvenuto - il preludio e l'inizio di una faida che si trasmette alle generazioni successive.

    Si giunge così ad Amalek.
    E qui ne possiamo parlare (sempre iniziando nuovo 3D) e forse chiarirsi la questione Amalek non sarebbe male dato che:
    1) quando i rabbini pubblicano la parashah corrispondente ed espongono i commenti si viene a conoscere l'espressione
    "morte/guerra ad Amalek di generazione in generazione"
    2) quando, come spesso ha spiegato Negev, verrà il messia, dovranno accadere alcune cose
    - avverà la ricostruzione del tempio
    - verra instauata la teocrazia (non ho capito se solo in Israele o in tutto il mondo)
    - ci sarà un grande guerra
    - tutte le nazioni riconosceranno Israele e il suo ruolo di guida, oltre al messia stesso, e vi sarà solo allora la pace

    Che cosa è questa grande guerra?

    Dio, spiegano questi rav. tutti nella stessa maniera (mi limito a riferire quanto da altri detto, non sono mie conclusioni, vorrei fosse chiaro):
    disse che l'ordine per gli amaleciti (NON casualmente discendenti di Esaù) era che fossero tutti sterminati, ma qualcuno non eseguì l'ordine (l'ordine era di d-o, e quindi qualcuno 'disobbedì'), e fu lasciato vivo mi pare il re e forse qualcun'altro ancora (devo avere appuntato qualcosa da qualche parte ma ora non lo posso consultare).

    L'ordine - dicono sempre i rav. - deve essere eseguito e portato a termine: lo farà il messia.

    Chi siano questi discendenti di Amalek io questo non lo ho capito, nemmeno come si faccia a individuarli e riconoscerli, nemmeno se ne esistano ancora di amaleciti, e nemmeno so se casomai sappiano di esserlo.

    Ma perchè tutto ciò non è fuori tema? (anche se l'approfondimento potrebbe essere demandato solo ad un 3d dedicato dato che immagino sarebbe lungo)

    Perchè quel combattimento di Jacov con un messo di Esav, che tenta di uccidere Jacov, a quanto qualcuno di voi dice sarebbe l'unico elemento che testimonierebbe dell'esistenza di questa faida che si trasmetterebbe di generazione in generazione, sia da parte di Esav, sia da parte dell'esegesi ebraica che si trasmette in merito all'esistenza di questo nemico, di queste pendenze, che giungono fino ai tempi del messia e riguardano specificatamente uno dei suoi compiti: completare l'ordine rimasto non eseguito perchè fu d-o stesso ad ordinarlo.

    Se facciamo diventare il sar essav un angelo di d-o stiamo semplicemente nascondendo e negando delle realtà.

    Cioè a dire è una interpretazione "coprente", come mettere un velo per rendere invisibile una realtà.

    Cosa che invece non fanno i nostri amici ebrei.

    Come dire che loro sanno, e leggono senza veli, mentre altri continuano a leggere velando, affinchè non si sappia.

    Il risultato di tale azione di copertura (che a me ricorda un po' la politica dello struzzo) è che di Amalek scopro in questi anni. Io non ne sapevo nulla in termini di valore che assume nella tradizione ebraica.
    Per me è storia vecchia da rottamare, per l'esegesi ebraica invece vedo che no.



    Detto tutto ciò vale la pena secondo voi considerare quanto viene continuamente segnalato, oppure ancora no?
    (n.b. i nostri amici ebrei qui del forum, non nascondo, continuano a segnalare, cose che non vengono mai raccolte).

    Se no, continuamo pure a dire Dio/Angelo, ma gli amici ebrei difficilmente si convinceranno perchè è altro ciò che viene trasmesso di generazione in generazione.

    Fate vobis.





    chiedo scusa se ho perfezionato correggendo refusi e tentando di rendere più chiaro possibile, il post, appena ho potuto fermarmi un attimo a rileggerlo, fra una interruzione e un'altra.

    Edited by yesyes - 10/11/2018, 21:04
     
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    CITAZIONE (yesyes @ 10/11/2018, 12:02) 
    Ciao Amos,

    no, tranquillo, ho compreso cosa hai detto, nè intendo attribuirti nulla, fra l'altro conosco la tua estrema precisione e so che ci si può contare.

    Ho condotto - nel mio pensiero - solo un certo quadro/prospettiva alle sue estreme conseguenze.


    Da quanto voi, un po' tutti, esponete -infatti- fra Esav e Jacov, pane, amore e fantasia, o tarallucci e vino, in pratica (scusate il linguaggio così ma faccio un inciso del tutto al volo): questo è ciò che molti espongono.

    L'esegesi ebraica sembra invece dire: baci abbracci e coccole un accidente.

    Quale è la conseguenza di ciò?

    Inizia con il sottolineare Esav come antenato di Amaleck, e significa vedere - nel rapporto fra i fratelli e in quello spostamento dei 'diritti di primogenitura' che è avvenuto - il preludio e l'inizio di una faida che si trasmette alle generazioni successive.

    Si giunge così ad Amalek.
    E qui ne possiamo parlare (sempre iniziando nuovo 3D) e forse chiarirsi la questione Amalek non sarebbe male dato che:
    1) quando i rabbini pubblicano la parashah corrispondente ed espongono i commenti si viene a conoscere l'espressione
    "morte ad Amalek di generazione in generazione"
    2) quando, come spesso ha spiegato Negev, verrà il messia, dovranno accadere alcune cose
    - avverà la ricostruzione del tempio
    - verra instauata la teocrazia (non ho capito se solo in Israele o in tutto il mondo)
    - ci sarà un grande guerra
    - tutte le nazioni riconosceranno Israele e il suo ruolo di guida, oltre al messia stesso, e vi sarà solo allora la pace

    Che cosa è questa grande guerra?

    Dio, spiegano questi rav. tutti nella stessa maniera (mi limito a riferire quanto da altri detto, non sono mie conclusioni, vorrei fosse chiaro):
    disse che l'ordine per gli amaleciti (NON casualmente discendenti di Esaù) era che fossero tutti sterminati, ma qualcuno non eseguì l'ordine (l'ordine era di d-o, e quindi qualcuno 'disobbedì'), e fu lasciato vivo mi pare il re e forse qualcun'altro ancora (devo avere appuntato qualcosa da qualche parte ma ora non lo posso consultare).

    L'ordine - dicono sempre i rav. - deve essere eseguito e portato a termine: lo farà il messia.

    Chi siano questi discendenti di Amalek io questo non lo ho capito, nemmeno come si faccia a individuarli e riconoscerli, nemmeno se ne esistano ancora di amaleciti, e nemmeno so se casomai sappiano di esserlo.

    Ma perchè tutto ciò non è fuori tema? (anche se l'approfondimento potrebbe essere demandato solo ad un 3d dedicato dato che immagino sarebbe lungo)

    Perchè quel combattimento di Jacov con un messo di Esav, che tenta di uccidere Jacov, a quanto qualcuno di voi dice sarebbe l'unico elemento che testimonierebbe dell'esistenza di questa faida che si trasmetterebbe di generazione in generazione, sia da parte di Esav, sia da parte dell'esegesi ebraica che si trasmette in merito all'esistenza di questo nemico, di queste pendenze, che giungono fino ai tempi del messia e riguardano specificatamente uno dei suoi compiti: completare l'ordine rimasto non eseguito perchè fu d-o stesso ad ordinarlo.

    Se facciamo diventare il sar essav un angelo di d-o stiamo semplicemente nascondendo e negando delle realtà.

    Cioè a dire è una interpretazione "coprente", come mettere un velo per rendere invisibile una realtà.

    Cosa che invece non fanno i nostri amici ebrei.

    Come dire che loro sanno, e leggono senza veli, mentre altri continuano a leggere velando, affinchè non si sappia.

    Il risultato di tale azione di copertura (che a me ricorda un po' la politica dello struzzo) è che di Amalek scopro in questi anni. Io non ne sapevo nulla in termini di valore che assume nella tradizione ebraica.
    Per me è storia vecchia da rottamare, per l'esegesi ebraica invece vedo che no.



    Detto tutto ciò vale la pena secondo voi considerare quanto viene continuamente segnalato, oppure ancora no?
    (n.b. i nostri amici ebrei qui del forum, non nascondo, continuano a segnalare, cose che non vengono mai raccolte).

    Se no, continuamo pure a dire Dio/Angelo, ma gli amici ebrei difficilmente si convinceranno perchè è altro ciò che viene trasmesso di generazione in generazione.

    Fate vobis.





    chiedo scusa se ho perfezionato correggendo refusi e tentando di rendere più chiaro possibile, il post, appena ho potuto fermarmi un attimo a rileggerlo, fra una interruzione e un'altra.

    Per carità Yesyes,comprendo la serietà dei tuoi riferimenti, ma riporto un mio passato intervento sul questa tematica:


    Nell'edizione in lingua italiana del Pentateuco a cura di Rav Dario Disegni ( Giuntina) ,che si è avvalso per la Genesi della collaborazione di Rav Alfredo Sabato Toaff, il versetto 25 del cap. 32 è così tradotto: "Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui sino allo spuntar del'alba".La relativa nota afferma :"Era un angelo in sembianze umane.Poi è chiamato Elohim= "essere divino".Il versetto 29 è così reso:"Non Giacobbe sarai chiamato,ma Israele,perché hai lottato con un essere divino e con uomini e ce l'hai potuta".Versetto 31:"Giacobbe chiamò quel luogo Peniel poiché disse:"Ho veduto faccia a faccia un essere divino e ho avuto salva la vita".La pertinente nota dice: "(Peniel) significa "volto di Dio".Giacobbe lottando con l'angelo ebbe l'impressione di essersi trovato di fronte a Dio".


    Pongo a te e a chiunque voglia rispondere,ma soprattutto a Negev , la domanda che a suo tempo mi sono fatto : ma se l'interpretazione teofanica dell'evento è così lontana dall'esegesi che ne dà la tradizione orale ebraica, per quale misterioso motivo Rav Dario Disegni e Rav Alfredo Toaff, nella traduzione di questi brani e nelle note a corredo, usano parole ed espressioni come "angelo in sembianze umane","Dio" ed "essere divino"?

    Rav Dario Disegni e Rav Alfredo Sabato Toaff sono stati due tra i più grandi rabbini ortodossi nella storia dell'Ebraismo italiano del XX secolo; Rav A. Toaff è stato pure presidente dell'Assemblea dei Rabbini d'Italia (ARI): non sono affidabili secondo voi?Potete per favore chiarire una volta per tutte questo punto?


    "Se facciamo diventare il sar essav un angelo di d-o stiamo semplicemente nascondendo e negando delle realtà"
    "Se no, continuiamo pure a dire Dio/Angelo, ma gli amici ebrei difficilmente si convinceranno perché è altro ciò che viene trasmesso di generazione in generazione"


    Yesyes, sono i due grandi rabbini sopra richiamati a parlare di "angelo/essere divino", non il dilettante Amos74. Vuoi affermare quindi che Rav Dario Disegni e Rav Alfredo Toaff abbiano "semplicemente nascosto e negato la realtà", o sostenere che fossero degli ignoranti in tema di tradizione orale? Se la pensi così hai il diritto di dirlo, ma dovresti affermarlo chiaramente ed in modo netto , non sei d'accordo?

    In ultimo: ti ricordo che, salvo errore, nel Targum Onkelos il termine Elohim al versetto 31 è tradotto con "l'angelo del Signore".Onkelos è stato uno stimatissimo studioso della Torà, pur essendo un gher tzedek, ed è più volte citato nel Talmud: come la mettiamo?

    Edited by Amos74 - 10/11/2018, 15:38
     
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  8. yesyes
     
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    Ho in grande stima la tradizione dei rabbini italiani, Rav. Toaff poi è un mito. Essere rabbini a Roma è un compito assai arduo (non so come siano considerati in Israele).

    Ma Amalek è un discendente di Esau ed a ciò altri pare diano una certa non lieve importanza. Coincidenza si apprende che esiste un'altra interpretazione dei fatti che lo fa vendicativo nemico di Jacov almeno nelle intenzioni. E coincidenza quanto Negev dice "collima" con una visione storica complessiva che pone in evidenza una relazione fra Esau e Amalek.

    Potrebbe anche darsi che esistano due impronte interpretative (o più di due) diverse in seno all'ebraismo, che magari confliggono fra di loro stesse.

    Sarebbe - questa - almeno una spiegazione.

    Vorrei saperne di più.

    In ogni caso a questo punto penso solo Negev possa dirimere i dubbi di tutti. Io so che non sta però inventando una interpretazione personale, riferisce di qualcosa che esiste realmente e che in un certo contesto ha un senso.

    Edited by yesyes - 10/11/2018, 17:15
     
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    CITAZIONE (yesyes @ 10/11/2018, 16:52) 
    Ho in grande stima la tradizione dei rabbini italiani, Rav. Toaff poi è un mito. Essere rabbini a Roma è un compito assai arduo (non so come siano considerati in Israele).

    Solo per precisione yesyes,non mi risulta salvo errore che Rav Alfredo Sabato Toaff sia stato rabbino a Roma.Forse ti stai riferendo a suo figlio,il celebre Rav Elio Toaff.
     
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  10. yesyes
     
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    Vero, mi sono confuso.
     
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    Vorrei fornire uno spunto di riflessione.
    (Naturalmente se non vi pare sensato buttatelo via)
    Il fatto che la discendenza degli uomini che camminano con Dio deve passare da Giacobbe escludendo Esau e' soltanto...
    un espediente narrativo.
    Mi spiego meglio.
    E lo stesso meccanismo che entra sempre in funzione a partire da Adamo generazione per generazione.
    Fateci caso.
    Ogni patriarca dispone di un solo figlio "utile" a intraprendere la strada di "chi cammina con Dio".
    Non importa quanti altri figli puo' avere.
    Gli altri figli aumenteranno le file di chi "non cammina con Dio" serviranno al narratore biblico per lo piu' a costruire gli antenati a tutti i popoli della terra.
    Ma il narratore non puo' andare avanti all'infinito dicendo che ogni patriarca biblico della discendenza di "quelli che camminano con Dio" riesce (per sua o altrui volonta) a coinvolgere un solo figlio a seguire quella strada.
    Semplicemente si prende il tempo (un numero di generazioni congrue) necessarie a completare una tavola dei popolo abbastanza ampia da comprendere quelli da lui conosciuti.
    Terminato cio'viene il momento in cui si deve parlare della formazione di quel popolo di Dio numeroso quanto i granelli di sabbia.
    Cio' non sarebbe mai possibile se l'uomo che cammina con Dio riesce a generare un solo successore che cammina con Dio.
    Ed ecco che il narratore mette in campo Giacobbe che per la prima volta Nel corso di millenni spezza la maledizione del "non piu'di un figlio che prende la strada giusta" e ti genera ben 12 figli che risulteranno tutti abili e arruolati per "camminare con Dio."
    Esau' e' escluso perche ancora serviva al narratore un personaggio antenato di un popolo che aveva creato grossi problemi al suo.

    Edited by Maurizio 1 - 13/9/2019, 08:40
     
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    אריאל פינטור

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    CITAZIONE (Maurizio 1 @ 10/11/2018, 23:22) 
    Vorrei fornire uno spunto di riflessione.
    (Naturalmente se non vi pare sensato buttatelo via)
    Il fatto che la discendenza degli uomini che camminano con Dio deve passare da Giacobbe escludendo Esau e' soltanto...
    un espediente narrativo.

    Rinuncio a intervenire ulteriormente

    CITAZIONE
    In ogni caso a questo punto penso solo Negev possa dirimere i dubbi di tutti. Io so che non sta però inventando una interpretazione personale, riferisce di qualcosa che esiste realmente e che in un certo contesto ha un senso.

    E' ovvio che non esprimo il mio punto di vista.
    Il problema è solo nella giusta traduzione.
    Elohim viene dalla radice alàh (norma giuridica).
    Elohim era il sinedrio, erano Shem (Tra l'altro identificato con Malchitzedek, cioè "RE DI GIUSTIZIA") Mosè, Abramo, Davide, Salomone e chiunque abbia legiferato
    Quindi è riferito a Dio se si tratta del Legislatore supremo o a governati umani. Perfino Giuseppe Flavio traduce Elohim con Legislatore)
    Se i Rabbini traducono con Dio in questo caso è solo perché quelle traduzioni non servono agli ebrei ma ai cristiani. Inoltre si rende sempre al singolare e si traduce al plurale solo nell'espressione "elohim acherim" (divinità altre)
    Nel caso di Giacobbe, che senso avrebbe la traduzione "lottato con Dio"? perché mai avrebbe dovuto lottare con Dio?.
    espressa questa ultima considerazione, che ognuno resti delle sue idee e con la traduzione che più gli aggrada, con la mia assoluta berachà (benedizione)





    scusa negev se sono entrato nel tuo post, ho solo aggiustato il quote di cui era saltata la parentesi.

    Edited by yesyes - 11/11/2018, 11:02
     
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    Il problema sarebbe dunque che alcuni ebrei scrivendo per cristiani non dicono bene le cose come stanno?
    Che ne dite allora di dare un occhiata a cosa ci puo' dire di Giacobbe , Esau, di un eventuale scontro tra i due , del cambio del nome un libro scritto da Ebrei prima dell'era cristiana, come il libro dei Giubilei?
    Se volete io vi estrapolo velocemente i passi interessanti.
     
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  14. yesyes
     
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    Oggi, in ogni caso stabilisco una nuova regola.

    I veterani del forum cui sono già noti gli orientamenti della tradizione ebraica e che hanno espresso già ampiamente il loro dissensi, in ogni caso evitino di intervenire e sovrapporsi nei 3D laddove facciano ingresso nuovi ospiti, i quali, al contrario, potrebbero trovare interessanti e plausibili le posizioni ebraiche. Nel caso utilizzeranno il proprio senso critico di cui non dubito siano dotati: la documentazione è ovunque.

    Ritengo inopportuno continuare a permanere per l'esclusivo scopo di contrastare.

    Non si è d'accordo, bon è stato espresso a sufficienza. Il forum può servire ad altri, lo si lasci usare a chi invece interessa e trova sensata o perlomeno interessante l'esegesi ebraica.

    A tutti, ma soprattutto ai nuovi ospiti invece prego di studiare attentamente la documentazione che troveranno in
    Torah orale e Torah scritta: la tradizione orale



    Per quanto riguarda le traduzioni dei termini elohim, malach, e tutti quelli che ruotarno intorno all'identificazione di determinati personaggi si prega di studiare i contenuti del Forum Biblico Ebraico ultilizzando il motore di ricerca.

    Il presente messaggio è in rosso non perchè costituisca una "penalty", ma è da utilizzare come criterio futuro.

    Infatti le persone interessate stanno rimanendo ferme perchè il forum è stato "stallato" sempre sugli stessi argomenti/obiezioni.

    Ora è pieno, zeppo, sempre delle stesse obiezioni, non esiste il pericolo che i nuovi ospiti non le leggano :)

    Associomi alle berachot di Negev, ed aggiungo un grosso: grazie!
    .


    A titolo personale.

    Amos, non diminuisce la mia stima dei traduttori ebrei per come hanno scelto di tradurre.
    Ma si capisce perfettamente sia posando l'occhio sul testo ebraico, sia insistendo a leggere e leggere ad esempio commenti ebraici alle parashot, che continuano tutti gli anni.
    Ma a mio avviso una minima osservazione lascia trapelare sempre e piuttosto immediatamente che, comunque, si tratta di un "frontespizio", poi bisogna aprire il libro della tradizione orale. Il frontespizio non può dire tutto.


    Già Luzzato è chiaro nel suo modo di fare
    Luzzato scrive: Poiché vidi Iddio [un angelo] faccia a faccia.
    E qui già comunica chiaro: attenzione, posso scrivere D-o, posso scrivere un angelo (e noi già sappiamo che angelo è messo e noi già sappiamo che elohim è anche altro da D-o), e come faccio ciò potrebbero esserci altre parentesi ancora da mettere.
    Tutto dipende dal lettore, se è informato o meno che esista una tradizione orale, cosa dica e a seconda che la voglia considerare o meno.

    Non vi è alcuna incompetenza nè inganno nello scrivente/traduttore (il quale non può scrivere un tomo per ogni parola neppure in nota) e che però sa che ciascuno può, a seconda degli strumenti che vuole o non vuole usare, giungere o meno agli approfondimenti dovuti o voluti.

    Ma impugnare ancora le traduzioni equivale a non intendere considerare una quantità di cose niente affatto ininfluente che sono state dette.

    E senza considerarle non si potrà mai accedere ad un dialogo sensato ed utile, nè a titolo personale nè a titolo di dialogo fra tradizioni "religiose" diverse, per cui tutto diventa sterile.
     
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    Salve a tutti. Scusatemi se ogni tanto mi faccio vivo... :) Ho letto quello che ha scritto laurent post addietro. Anche se non concordo del tutto con ciò che esprime, vorrei anch’io fargli i complimenti per la sua disamina. Sottolineo anche quello che riporta Amos, cioè che gli angeli, i messaggeri, non sono sempre e solo uomini. Aggiungo anche, però, che nel tanach angeli intesi come esseri spirituali veri e propri, senzienti, secondo me ci sono veramente. Basta considerare alcuni passaggi. Vediamone qualcuno...


    Deuteronomio 33:2:

    2 Disse:
    “G... venne dal Sinai,
    e brillò su di loro da Sèir.
    Brillò con gloria dalla regione montuosa di Pàran,
    e con lui c’erano sante miriadi,
    alla sua destra i suoi guerrieri.



    1 Re 22:19:

    19 Micaìa proseguì: “Ora ascoltate la parola di G.... Ho visto G... seduto sul suo trono e tutto l’esercito dei cieli presso di lui, alla sua destra e alla sua sinistra.


    Già in deuteronomio si parla di sante miriadi che sono assieme a Dio. Poi si continua in altri libri. Cosa interessante, si nota che queste miriadi in questo passo di deuteronomio sono definite come “suoi guerrieri”. Nel passo di 1 re in linea con questa espressione si parla dell’ “esercito dei cieli”. L’espressione “G... degli eserciti”, quindi, che ricorre spesso nella Bibbia, non è riferita ad eserciti di uomini, ma agli eserciti di angeli celesti.


    Daniele 7:9,10 riconferma quanto detto in questi due passaggi:

    9 “Continuai a guardare: furono collocati dei troni e l’Antico di Giorni si sedette. La sua veste era bianca come la neve, e i suoi capelli erano come lana pura. Il suo trono era fiamme di fuoco, con ruote di fuoco ardente. 10 Un fiume di fuoco scorreva uscendo davanti a lui. Mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi stavano in piedi davanti a lui. La Corte si sedette, e furono aperti dei libri.


    Poi c’ è Isaia 24:21,22:

    21 Quel giorno G... rivolgerà la sua attenzione in alto all’esercito dell’alto,
    e sulla terra ai re della terra.
    22 Saranno radunati insieme
    come prigionieri radunati in una fossa,
    e saranno rinchiusi in una prigione sotterranea;
    e dopo molti giorni egli rivolgerà loro la sua attenzione.


    In questo caso l’espressione “esercito dell’ alto” logicamente non è riferito agli angeli fedeli, ma agli angeli che si erano ribellati. (Cfr. Riv. 12:7-9).


    Poi abbiamo ulteriori indicazioni. Ad esempio, in 2 cronache 32:7,8 Ezechìa dice agli israeliti che erano più numerosi rispetto agli assiri. Cosa significa? Perché Ezechìa sottolinea questa cosa?
    2 cronache 32:7,8:

    7 “Siate coraggiosi e forti. Non abbiate paura e non provate terrore a causa del re d’Assiria e del gran numero di persone che sono con lui, perché con noi ce ne sono più di quanti ce ne sono con lui. 8 Con lui c’è la forza dell’uomo, ma con noi c’è G... nostro Dio, per aiutarci e per combattere le nostre battaglie”. E il popolo fu rafforzato dalle parole di Ezechìa, re di Giuda.

    Erano in numero maggiore perché con loro c’era Dio, e Dio mandava le sue sante miriadi, l’esercito dei cieli. Questa lettura secondo me appare logica, ma per chiarirsi ulteriormente le idee basta confrontare questo passo con 2 re 6:15-17 dove troviamo un episodio simile, con un’ espressione simile per dire che gli israeliti erano in numero maggiore, ma con in più la descrizione dell’esercito aggiuntivo che era al loro fianco:

    15 Il servitore dell’uomo del vero Dio si alzò di buon’ora e, quando uscì, vide la città accerchiata da un esercito con cavalli e carri da guerra. Subito disse: “Oh, mio signore! Che facciamo?” 16 Ma Eliseo rispose: “Non aver paura! Quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro”. 17 Poi pregò dicendo: “O G..., ti prego, apri i suoi occhi perché veda”. E G... aprì gli occhi del servitore, che fu in grado di vedere. Ed ecco, la regione montuosa era piena di cavalli e di carri da guerra di fuoco, tutt’intorno a Eliseo.


    Cavalli e carri da guerra di fuoco, di sicuro non un esercito di uomini.


    Saluti a tutti.
     
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144 replies since 11/9/2012, 02:19   7167 views
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