Cosa ne pensate della traduzione fatta da Mauro Biglino della Torah

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  1. Cochav YaM
     
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    QUOTE (Hard-Rain @ 8/11/2012, 08:00) 
    Ma stai scherzando? Qui c'è da sbalordirsi che uno che abbia abbozzato una versione interlineare di non si capisce quanti libri biblici, vada spacciando in giro di aver tradotto la Bibbia dall'ebraico. Questa è la meraviglia. Dove sono queste fantomatiche traduzioni? I siti web riportano link a testi di libri scritti da AA.VV., poi afferma di aver "collaborato" alla produzione di versioni interlineari e non è chiaro neppure di quanti libri e quanto tempo ci abbia messo.

    VABBE', ma lasciamo perdere se no poi Abramo si arrabbia. Io non credo di aver sbagliato nei confronti del Sign. Biglino perchè penso che ognuno si deve prendere le responsabilità di quello che scrive e che va a dire in giro. Poteva prima studiare l'ebraico prima di fare queste figuraccie. Se qui vengono a chiedere che dobbiamo fare? Che consulenza saremmo se non diciamo le cose per bene. Non siamo mica religiosi che abbiamo bisogno di testimoniare qualcosa e nemmeno fanatici di UFO. ho letto anzi che si prendono gioco di noi nel suo blog e tutto quello che diciamo qui lo fanno apparire come una difesa della fede, ma quando mai gli ebrei hanno difeso una fede? BAAAAHHH
    Ma poi perchè si fa chiamare dottore e professore se non ha nessuna laurea?
     
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    sempre peggio :blink:

    http://blog.miglioriamo.it/2454/tempodicambiare-20/

    consiglio di irrobustire lo staff moderatori , come avevo detto mesi fa

    siamo alla ALIEN INVASION


    zio ot navy :cry:
     
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  3. Cochav YaM
     
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    Non vedo nulla.
     
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  4. Zep Tepi
     
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    L'Ancient Hebrew Research Center’ sostiene che Bara significa ‘ingrassare – aumentare – rendere più corposo – formare’. Inoltre l’ utilizzo di Bara come ‘creare’ é un concetto astratto e non implica una creazione dal nulla.
    Su Genesi 1:1 loro scrivono “In Genesis 1:1 it does not say that God “created” the heavens and the earth, instead he “fattened” them or “filled” them. Notice that the remaining chapter is about this “filling” of the heavens with sun, moon, birds and and the “filling” of the earth with animals, plants and man.” Cioè Dio non ha creato cielo e terra ma li ha ‘riempiti’.
     
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  5. orange8
     
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    www.youtube.com/watch?v=V7ic45Ms2lQ

    In quest'intervista spiega bene il suo lavoro alla San Paolo e come è arrivato a tradurre i libri.
     
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    אריאל פינטור

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    CITAZIONE (Zep Tepi @ 8/11/2012, 19:07) 
    L'Ancient Hebrew Research Center’ sostiene che Bara significa ‘ingrassare – aumentare – rendere più corposo – formare’. Inoltre l’ utilizzo di Bara come ‘creare’ é un concetto astratto e non implica una creazione dal nulla.
    Su Genesi 1:1 loro scrivono “In Genesis 1:1 it does not say that God “created” the heavens and the earth, instead he “fattened” them or “filled” them. Notice that the remaining chapter is about this “filling” of the heavens with sun, moon, birds and and the “filling” of the earth with animals, plants and man.” Cioè Dio non ha creato cielo e terra ma li ha ‘riempiti’.

    La radice barà ha il significato di creare in senso molto maestoso.
    è vero, non presuppone il creare dal nulla. "Formare" è invece reso dal verbo "litzor". Barà è un verbo usato quasi esclusivamente per D-O.
    Il problema è che in italiano questi verbi possono essere resi solo con "creare", mentre in ebraico esistono vari verbi e per ogni verbo un differente binian (costruzione) L'accezione di aumentare va intesa con il rendere grandioso, maestoso.
    La Torah non fa riferimento al come fossero le cose prima. Se l'inizio è come è: ”bereshit barà Elohim et hashammaim veet haaretz" intende dire che tutto ciò che è, è stato creato da D-O e da nessun altro.
    In "Bereshit Rabbà” i saggi spiegano che il Creatore ha creato il mondo ma aveva "buoni ingredienti".
     
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  7. Cochav YaM
     
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    E' una domanda o un'imposizione?
    Vuoi sapere ciò che non è?
    Gli ebrei non hanno mai creduto alla creazione dal nulla, quella è un'interpretazione cattolica.
    E' usato una quarantina di volte con il senso di -CREARE- .
    Il significato di "INGRASSARE" è tardo, abbiamo una sola ricorrenza nei profeti anteriori. Questo senso deriva sempre da l senso di creare. GESù diceva: intenda chi può.

    Biglino però l'ha fatta grossa, dice che barà deriva da be-ra, nel vedere. Ma che affermazione da ignorante. ma aveva già risposto Abramo. Mi fermo qui.

    A proposito Abramo non aggiungere niente, mi raccomando.
     
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    אריאל פינטור

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    dice che barà deriva da be-ra

    Addirittura? Pensavo che becol meod, Reach nichochà fossero già il massimo, ma vedo che non ci sono limiti
     
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    עם ישראל חי

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    Demontis mi aveva posto questa domanda:
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    2Samuele 7:23
    dove viene utilizzato halchu (plurale) anzi che halach (singolare), sebbene dopo venga utilizzato che‘amcha (la tua = singolare).

    Ho già risposto, ma mettiamola ora in relazione con quanto affermato da Biglino.

    A pag. 134 del suo libro, Biglino, citando Deut. 32:12 afferma che Y a h w e h avrebbe condotto da solo il suo popolo e che non c'erano altri colleghi con lui per farsi aiutare. Inutile ripetere quanto fantasia ci sia in questa interpretazione, ne ho già parlato in uno scorso post.

    Ma il verso di II Sam. 7:23 secondo Demontis direbbe l'esatto opposto di del succitato verso.

    ומי כעמך כישראל, גוי אחד בארץ--אשר הלכו-אלהים לפדות-לו לעם ולשום לו שם

    Traduco (come gli ignoranti):E chi è come il tuo popolo, come Israel, unica nazione sulla terra che gli elohim vennero a riscattare perché sia un popolo e imporgli un nome?

    Ora questo però ce lo dovrebbero spiegare Biglino. :D

    Shalom

     
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    La prima pagina del bereshit ed San Paolo



    2012119388_principio

    Edited by barionu - 22/11/2012, 01:20
     
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    אריאל פינטור

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    Notate come traduce "p'nè" al plurale, con "facce".
    "p'nè" è lo stato costrutto di "panim" ed ì ancora un plurale indefinito, che si traduce al singolare con "faccia" (anche tutt'oggi in ebraico moderno.
    Siamo allora di fronte a un completo ignorare di questa particolarità della grammatica ebraica. ora mi vengano a dire gli illustri oppositori, che cosa volevano "nascondere" gli ebrei dietro quest'uso singolare di un termine con desinenza plurale.

    Vorrei inoltre sapere perché ha tradotto "raqìa" con "soffitto. "Raqìa" è "distesa" "firmamento" (sia su vocabolari di poco conto, sia sul dizionario di Artom). può assumere anche il senso di "laminatura"
    Soffitto è "Tiqrà", sugli stessi dizionari.
    Mah! misteri dei traduttori!
    In compenso, ha tradotto Elohim al singolare correttamente
     
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  12. Hard-Rain
     
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    Spero dunque che per "qualcuno" sia chiaro il lavoro che in realtà è stato fatto. Quella postata sopra da barionu è una traduzione interlineare, secondo voi è una "traduzione" in lingua italiana? A parte eventuali errori di morfologia che possono essere stati commessi per ignoranza o per sbaglio, come fa notare Negev, a parte eventuali errori semantici (stabilire come rendere in italiano una determinata parola a volte è facile, altre volte dipende dal contesto e da altri fattori), a parte tutto ciò che cosa significa: "uno giorno mattina fu e sera fu e notte chiamò la tenebra e separante e sia le acque di mezzo, ecc...."? Che cosa significa "Elohim chiamò il soffitto?" Non si capisce un tubo, una traduzione è una versione in lingua italiana corretta e comprensibile del testo ebraico, ed è precisamente un altro genere di lavoro, molto più complesso di una traduzione interlineare, un lavoro che può svolgere in modo decente solo chi ha conoscenze sufficienti di ebraico ed italiano, ed è solo attraverso una vera e propria traduzione che uno dimostra di aver capito il testo e di conoscere la lingua. Di cercare le parole su un vocabolario o risalire alla forma grammaticale più o meno sono capaci tutti, oggi esistono persino analizzatori morfologici software che fanno il lavoro al posto dell'operatore umano (per greco e latino è così, non so per l'ebraico) sono capaci tutti.
     
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    CITAZIONE (Hard-Rain @ 9/11/2012, 08:15) 
    "uno giorno mattina fu e sera fu e notte chiamò la tenebra e separante e sia le acque di mezzo, ecc...."?

    Credo che comunque la si debba leggere al contrario. Da destra a sinistra anche in italiano.
     
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  14. Solleticoso
     
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    Hard-Rain, io sapevo benissimo che tipo di lavoro ha fatto Biglino.

    Si chiama traduzione interlineare.

    L'ha sempre detto, l'ha sempre scritto.

    I suoi libri, che a questo punto ti regalerò per Natale, visto che continui pervicacemente a voler "scoprire il segreto di Biglino" rifiutandoti però di leggere due libretti di un centinaio di pagine c.a. il primo, e un 200 c.a. il secondo, sono pieni di queste traduzioni interlineari, riportate ad esempio!!

    In più, nel primo libro, ma non nel secondo, Biglino aggiunge, per chi è ignorante in ebraico, una "terza linea", in cui scrive in Italiano come vanno lette le parole in ebraico utilizzando l'alfabeto Italiano.

    Una traduzione interlineare è un lavoro elementare, dici? Mah, a me sembra gran parte del lavoro!! A questo punto, ad un curatore non rimane che capire il senso di quello che c'è scritto, e metterlo giù in un Italiano decente... non è un compito da poco, ma mi pare il meno!!

    Oltretutto, mettendo giù il testo in Italiano, dò io il significato al testo che voglio!! Invece, traducendo il testo letteralmente, non si scappa: il testo vuol dire quello (lo so che l'Ebraico è una lingua particolare, ma qui siamo di fronte ad un testo già "punteggiato") e basta. Che "capacità interpretativa" ho? 0.
     
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  15. Hard-Rain
     
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    @Solleticoso

    Ma come fai a dire cose del genere? In tantissimi casi le parole dipendono dal contesto, in greco ad esempio parole come αρχη, βουλη, γνωμη, δοξα, δεινος, ecc..., verbi come ιστημι, δοκεω, βαινω, ειμι, ερχομαι (che può voler dire sia "andare a", che "venire da"), ecc..., hanno decine di significati anche contrastanti da loro. Persino una congiunzione banale come και può significare, "e" oppure, a seconda del contesto, "anche". Dipende da cosa si sta dicendo, ma quello che tu stai dicendo lo capisci da tutto il discorso, e tutto il discorso dipende a sua volta dalle parole. Non so se è chiaro il tipo di retroazione che entra in gioco: il senso della parola che devo cercare nel "vocabolario", dipende: (i) da quello che sto dicendo (ma questo a sua volta dipende .... dalle specifiche parole!); (ii) dalla sintassi e da alcune regole di base della lingua. Una lingua come il greco ha una sintassi assolutamente bizzarra e non regolamentata, la posizione delle parole all'interno della frase è a libera scelta dello scrittore che le mette giù in quell'ordine per motivazioni essenzialmente stilistiche ed eufoniche. Come fai a differenziare il soggetto dall'oggetto (espressi entrambi all'accusativo) di un infinito greco, posto che non c'è una regola grammaticale per stabilirlo, se non hai chiaro tutto il senso del discorso? Come fai a stabilire il "valore" di un participio coingiunto o assoluto, se non ti è chiaro tutto il contesto nelle minime sfumature? In base a cosa vai a colmare l'ellissi di un verbo, di una copula o di un sostantivo, se non hai chiaro tutto il discorso? Come fai a capire a chi si riferisce un pronome o una subordinata relativa (il greco ad es. fa un uso abbondante di pronomi: ουτος, εκεινος, οδε, αυτος, ecc..., vale a dire questo, quello, lui, lei, essi, senza che a volte si capisca a chi ci si riferisce).

    QUOTE
    L'ha sempre detto, l'ha sempre scritto.

    Quello che si trova nei vari siti è che lui ha "tradotto" tantissimi libri biblici (sul numero non c'è chiarezza, alcune fonti riportano un dato, altre altri dati). Ma il concetto di traduzione letterale è totalmente diverso e ben più complesso dal concetto di traduzione interlineare. Quello che ha fatto è in realtà una analisi morfologica delle varie parole (Negev evidenzia peraltro alcuni errori), cercando un significato per ognuna nel vocabolario (a fronte di tanti) e copiandolo sotto ogni parola del testo ebraico. Se si capisce qualcosa, è probabilmente perchè la sintassi ebraica è più semplice di quella greca o latina e il periodare è meno ampio e privilegia la paratassi all'ipotassi. Prova a produrre una interlineare di Flavio Giuseppe o di Cicerone e poi vedi se si capisce qualcosa!

    Edited by Hard-Rain - 9/11/2012, 11:47
     
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646 replies since 1/11/2011, 17:07   116733 views
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