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franketto.
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Per la mia esperienza di dibattiti, quando uno non vuol riconoscere i propri errori, allarga la questione per sviare l'attenzione.
Ci si perde quindi in infinite discussioni su troppi punti e non si conclude niente. In particolare chi non è dentro la questione rimane confuso su chi abbia ragione.
Quindi, pur essendo d'accordo che Biglino sbaglia su molti (troppi) punti che andrebbero puntualizzati, io mi focalizzerei su uno solo: Elhoim.
E' questo il punto focale di tutta la questione. Lui basa *tutto* su questo, perché se il discorso del plurale fosse vero, è possibile la sua spiegazione, altrimenti ha chiaramente torto. Dimostrare l'assurdità della sua interpretazione su elhoim e incalzarlo su una risposta definitiva su quell'unico punto, equivale a chiudere il caso Biglino.
Dopotutto questa è *grammatica*, mica teologia o analisi storica/metafisica...
@giallop
Che Biglino ci dica chi è l'israeliano e che si faccia dire dettagliatamente come giustifica la traduzione in ebraico di Elhoim e poi ne riparliamo.
Poi, siccome Biglino ha ammesso lui stesso di non essere laureato, direi che è ora di chiamarlo Sig. Biglino. Non che un non laureato non possa dire cose su cui anche i laureati possono sbagliare, anzi succede purtroppo, però non è il caso di attribuirgli titoli che non ha (e che non merita) per acquisire più importanza su quello che dice..