Cosa ne pensate della traduzione fatta da Mauro Biglino della Torah

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  1. Negev
     
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    אריאל פינטור

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    Mi scusi Accept, troverà che il suo messaggio è modificato da me: ho solo fatto un errore nel rispondere, ma ho ripristinato l'originale. ecco la mia risposta:

    Allora attenderemo il prossimo libro :DMa queste affermazioni sono del tutto false e arbitrarie. Il testo ebraico e non quello che egli dice di avere in casa e che forse è la SUA traduzione CEI, non dicono affatto questo.
    Su elohim ho abbondantemente spiegato come sia assurda quella interpretazione. Elohim non è sempre Dio. Mosè, David, Salomone, il Sinedrio erano "elohim" cioè LEGISLATORI SUPREMI. Elohim è un titolo, non un nome proprio. quando è il plurale di "elohà" non è riferito a Dio e generalmente si accompagna ad un aggettivo, come ad esempio "elohim acherim".

    riporto di seguito quanto ho scritto a proposito di ruah e dell'uso della parola ebraica avult+sa dal contesto, che ho scritto sul facebook di Archeomisterica.
    CITAZIONE
    Il ruah è il soffio e il vento. Diventa "spirito" in senso traslato. Quando nel libro della Genesi si trova "Ruah elohim"tutta la tradizione ebraica lo intende come un vento impetuoso e potentissimo. in questo caso "elohim" va tradotto non riferito a qualcosa di spirituale, ma nella sua accezione di aggettivo superlativo, come potentissimo, incredibilmente forte. Questo perchè il contesto è chiaro: si parla di "teòm" un abisso di acque informi e il verbo usato è "merakefet" tradotto comunemente con "aleggiava" In realtà la radice indica un'azione di terribile vibrazione di movimento, atta a provocare un cambiamento. Comunemente un uccello che batte violentemente le ali a protezione del nido è "merakef". Il termine ruah, in questo specifico caso non può essere spiegato con "velivolo" perchè un velivolo è qualcosa di fisico, di visibile, di materiale. Se l'aria e il vento sono chiamati "ruah" è perché esistono, hanno forza e potenza, possono determinare effetti e cambiamenti, ma non sono visibili. Esistono ma non li vediamo, similmente a forze spirituali, che anche esistono ma non sono apprezzabili con la vista. Per questa ragione "ruah" è anche inteso come spirito, ma non veramente nel senso comune di "spirituale", piuttosto come azione. Infatti in ebraico si dice, come in italiano: "ruah milchamà" (vento o anche spirito di guerra), "ruah nekamà" (spriito di vendetta) ecc. Di conseguenza, leggere "ruah" come macchina o veicolo" è una forzatura di un vocabolo completamente avulso dai suoi significati e dal suo cntesto. Non vi è nulla di più fuorviante, in ebraico, che prendere un'espressione, toglierla dal suo contesto storico, temporale, grammaticale e di luogo e darle un significato che potrebbe anche essere vero ma che può generare dei falsi clamorosi. In ebraico, una He al posto della alef, o uno iod in più o in meno può radicalmente cambiare il significato della parola e la stessa parola cambia di senso a seconda del contesto. Pe esempio lo stesso verbo "levaker" può significare " visitare" (un amico, un luogo, una città) o "criticare" (un amico, un luogo o una città) a seconda di come è inserità. Per questo chi legge l'ebraico non deve mai tradurre un periodo parola per parola, senza prima avere ascoltato o letto l'intero. In conclusione, per rimanere in tema di oggetti volanti: ruah come "veicolo", non sta NE' IN CIELO NE' IN TERRA

    Quello che io voglio sottolineare è che per l'Ebreo non esistono verità difede o verità scomode, come Lei ha detto in un post precedente. Questo è un problema dei cristiani per i quali mettere in discussione la verità di fede è grave. Per l'Ebreo esiste solo lo studio e ognuno ha il diritto di interpretare las Torah come vuole. Ma vi sono dei criteri storici, ambientali, di tradizione, di grammatica sintassi e contesto, dai quali non si può prescindere. Troppo facile affermare che certe interpretazioni solo filologiche non vanno bene. Ma di una lingua e del suo significato conta innanzi tutto la lingua stessa, la sua grammatica, la sua sintassi e l'uso di certe espressioni nella letteratura di quella lingua.
    Pe me non vi è problema ad accettare una teoria ma questa deve avere delle basi reali che non stravolgano l'aleg bet della grammatica e della lingua stessa. Lei non troverà nessun ebreo che sarà d'accordo con questi concetti, non percghé siano shoccanti sulpiano ideologico o della fede, ma perché non poggiano su nulla. Mi rendo conto che è difficile credere a quanto dico, ma non vi è modo se non grammatica e letteratura ebraica alla mano.

    PS: Kevod non si usa in senso assoluto come lui fa, ma in senso costrutto. Si deve dire KAVOD, che diventa kevod se è seguito da un altro termine che precisa di chi è il kavod.
    Questo è veramente l'ABC dell'ebraico, mi creda almeno in questo, se le è difficile cfredere a elohim e ruah.
    Come può un traduttore di ebraico commettere questi errori?
     
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646 replies since 1/11/2011, 17:07   116729 views
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