Cosa ne pensate della traduzione fatta da Mauro Biglino della Torah

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  1. Negev
     
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    אריאל פינטור

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    ha inteso rivolgere il suo lavoro ai suoi connazionali e (principalmente) ai suoi co-credenti (che brutto termine... d'altronde "fratelli nella Fede" mi sembrava un tantino esasperato come termine), e di certo non pretende di insegnare l' Ebraico antico ai Rabbi e a chi lo studia da una vita!! :) Il suo è, per l'appunto, un lavoro "per il popolo"... o "di divulgazione", che forse suona un po' meno offensivo.

    Ma diffondere un messaggio strampalato, senza né capo né coda e non fondato su nulla, le pare corretto, soprattutto se si tratta di persone che pendono dalle labbra e accettano tutto come oro colato?

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    'Ebraico, così come qualche altra lungua medio-orientale, si scrive senza le vocali... e mi chiedevo: e allora come fanno a capire cosa c'è scritto

    Innanzi tutto occorre GIA' conoscere la parola e le altre possibilità, quindi, dal contesto si capisce il senso, ma non sempre è facile, tant'è che oggi se davvero vi può essere una possibilità di equivoco, si usa punteggiare alcune parole. Vi sono inoltre delle regole grammaticali e fonetiche varie, una delle quali è, ad esempio, l'uso delle madri di lettura, che sono delle lettere che possono essere, a seconda della circostanza, usate come vocali o consonanti, come la alef, la vav ecc..

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    Circa il Talmud: ribadisco la mia ignoranza in materia, ma, da quanto mi par di aver capito, trattasi di un'opera TEOLOGICA

    Non esiste una teologia ebraica e non esistono dogmi nell'ebraismo: tutto si può discutere e la discussione è alla base dello studio. Infatti si studia in due affinchè vi sia una disputa dialettica costante.
    I Talmud sono due: Talmud Bavli (babilonese, ciò scritto in quell'epoca) e Yerushalmi (Gerosolimitano).
    Sono due opere di una ventina di volumi ciascuna e non trattano di religione ma abbracciano in diversi trattati tutto lo scibile della cultura ebraica dell'epoca: dalla medicina, all'astrologia, matematica, fisica, etica, morale ecc. Sono scritti in un linguaggio di difficilissima comprensione affinché non fosse accessibile ai non ebrei e tra questi a veri studiosi: parti in ebraico, altre in aramaico e altre miste con periodi dell'uno e parole o periodi dell'altro.

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    volesse leggere il Nuovo Testamento (cosa che probabilmente avrà anche già fatto) e io l'esortassi, però, a leggersi anche i trattati di San Agostino e San Tommaso in merito... più qualche libro di Ratzinger.

    I Vangeli, gli atti e le lettere paoline possono tranquillamente prescindere dal resto se si è interessati al solo Cristianesimo delle origini, ma una conoscenza di tutto il fenomeno cristiano, non può di certo ignorarne la letteratura, patristica, tomistica ecc.

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    proprio per questo propone di sgomberare la mente dai pregiudizi, e affrontare i Libri Sacri come se stessimo leggendo una sorta di diario, un racconto di eventi VERAMENTE ACCADUTI, proprio così come scritti... il fedele sorriderà: può benissimo farlo, ma non puoi impedire a noi di compiere quest'operazione.

    Ma è proprio questo il punto: l'ebreo non legge questi testi con l'occhio della fede, ma come i libri della propria storia.
    Il Tanach(Bibbia ebraica) non è per l'ebreo assolutamente un libro di religione.
    E' il cristiano che lo legge con occhio di fede. L'approccio fideistico esula dalla mentalità ebraica. Per questo le interpretazioni di Biglino possono fare presa su di un pubblico ingenuo e digiuno, non su chi conosce a fondo l'argomento e la lingua con la quale è scritto. (lingua che ha stili e forme molto differenti, con le relative difficoltà, procedendo da un libro ad un altro: l'ebraico di Genesi non è altrettanto comprensibile che l'ebraico di Numeri o dei Profeti)

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    è impossibile paragonare l'Ebraico antico ad una lingua classica come il Latino o il Greco antico,

    Oltre che per la vocalizzazione, faccio un altre esempio: le forme verbali. In ebraico non esistono modi come indicativo, congiuntivo, condizionale participio ecc, ma delle costruzioni chiamate "Binianim": piel paal, hifil, nifal, hitpael pual, hufal, che rendono ognuno un modo particolare in cui l'azione si compie. A partire dalla stessa radice, ad esempio se si dice "LIr'ot" nella forma "paal" vuol dire "vedere" ma se si usa lo stesso verbo, nella forma "Hifil", "Learot" significa "far vedere" cioè "mostrare". Similmente, "lifgosh" vuol dire "incontrare", nella forma "paal, ma la sua forma nifal "leipaghesh, è un riflessivo e vuol dire "incontrarsi con qualcuno" Poi vi è il modo di costruire la frase che è molto peculiare. Non ultimo vi è il fatto che la lingua di allora è rimasta più o meno la stessa oggi per almeno il 90% dei vocaboli e della costruzione, a parte la scomparsa di alcune forme bibliche eleganti e poetiche e l'ovvia semplificazione della lingua nei millenni. Di conseguenza non è possibile capire l'ebraico biblico e soprattutto i Talmud, senza una profonda conoscenza dell'ebraico moderno, unica risorsa per avere accesso alla letteratura ebraica

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    ha studiato per diversi anni Ebraico sotto la guida di un Maestro, un rabbino, credo della comunità Ebraica di Torino... non ricordo esattamente, casomai potrei andarlo a cercare, se a lei interessa... ovviamente non ne dice il nome... insomma, non ha fatto un corso di ebraico antico per corrispondenza!! Si è preparato adeguatamente con dei maestri di fede ebraica.

    non metto in dubbio che abbia studiato, di certo non poteva inventarsi nemmeno le più lontane ipotesi fantasiose. Ciò che sostengo è che studiare sui libri non è sufficiente senza la pratica continua. In tutta modestia, io dedico almeno due ore al giorno alla lettura della Torah e contemporaneamente dei quotidiani, parlo ogni giorno su skype con Abramo e con altri amici Israeliani e vado in Israele per una settimana ogni tre mesi al massimo, perché si tratta di una lingua proibitiva, difficilissima e la minima interruzione provoca subito vuoti, errori, dimenticanze.
    Che abbia studiato con un Rabbino non gli dà la patente di esperto di Ebraico e se interpreta Il Tanach con quegli errori così grossolani, al di fuori di ogni regola fonetica, grammaticale e di tradizione, deduco che non ha studiato abbastanza, che non ne ha tratto profitto o che non ha capito molto.

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    Ma come mai la tradizione cristiana ha sempre tradotto con "vitello d'oro"?

    Perché vocalizzare con "Eghel" è la cosa più semplice e ovvia e anche presso gli ebrei, comunemente si dice "vitello"
    Quella di Abramo è già una interpretazione rabbinica molto avanzata, per chi ha una conoscenza molto profonda delle etimologie, non è una interpretazione di tutti i giorni, per l'uomo comune

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    Chi ha letto, magari una volta e distrattamente, la Bibbia, avrà sentito nominare Baa, letteralmente "Il Signore", chiamato per scherno dagli Ebrei "Baal Ze Bub", cioè "Il Signore delle Mosche", da cui Belzebù, sinonimo di Satana per i Cristiani.

    Questo è un argomento molto interessante che va al di là delle apparenze. Baal è il padrone, il signore, anche in ebraico moderno. Vuol dire anche marito.
    "Baal zevuv" "il signore (padrone) delle mosche, potrebbe riferirsi ad un agente portatore di infezioni microbiche, essendo la mosca uno dei veicoli principali delle infezioni ed epidemie, attraverso la trasmissione dei microbi. Abramo ha studiato a lungo questo concetto, che si ritrova nella letteratura ebraica.

    Edited by Negev - 13/6/2012, 19:31
     
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646 replies since 1/11/2011, 17:07   116740 views
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