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Leviticus, verissimo. Qui, ad esempio, in italiano si perde tutto il gioco di parole musicale:
וקראת את־שמו ישוע כי הוא יושיע את־עמו
vekaràta etshmò yeshùa ki yoshìa etamò
lo chiamerai Yèshuàh poiché egli salverà il suo popolo. -
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A e verooo in.effetti questa frase.Gesù sarebbe in rima con la.penultima parola .ce.poi tutto.il.resto della.rima. se cambia Gesù.cade tutta la rima del testo.
Sempre ovviamente.ammesso che altri termini.siano giusti che la.rima ci debba essere.
Scusa ma.sono in movimento .che versetto e ? Abbi pazienza so che potrei cercar melo dà solo nei test a.fronte ma sai com e
Edited by leviticus - 6/12/2016, 21:27. -
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Scusami, non ho citato il versetto. Mt 1:21. . -
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Giusto per info , i vangeli erano in greco, si ipotizza una versione originale in ebraico o aramaico che al momento non ce, tu staresti citando vangeli in ebraico tradotti dal greco, quella che su Internet chiamano retroversione.
in questa~ queste traduzioni si è poi riscontrato o si sarebbero riscontrati simmetrie giochi di parole ecc,simili a quelli del tanack o di altri testi. Ho ben riassunto?Ammetto che su questo campo non mi sono ancora avventurato ho troppa carne al fuoco adesso che mi hanno dato qua sul forum da studiare :-) però l argomento e interessante ,un giorno sicuramente lo verifichero:-)
Edited by leviticus - 7/12/2016, 18:22. -
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Ciò che è davvero interessante, per uno studioso di Scritture Greche, è osservare come un ebreo traduce il greco. Molti dogmi, sostenuti da religiosi cristiani che traducono tendenziosamente, vengono annullati. Un esempio è Flp 2:6,7. . -
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E be immagino i problemi di concetti e di traduzioni sono sia in andata che in ritorno.
Cioè il mio ebraico a livello uno su dieci potrebbe anche consentirmi di fermarmi alla prima retroversione in ebraico senza ritradurre in italiano, però sono tutti passi da fare con estrema attenzione ,non ho elementi per dire se possa avere senso o meno, ma un giorno andrò anche su queste cose :-)
Comunque per quanto mi riguarda sono più interessato all aspetto legalistico di vangeli e tanach, cioè come questi testi suggeriscomo di operare, poi certamentd i temi religiosi come quello dei filippesi sono sempre affascinanti.Inviato tramite ForumFree Mobile
Edited by leviticus - 8/12/2016, 15:43. -
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Che i Vangeli abbiamo avuto una prima stesura in ebraico è una ipotesi fondata sul nulla. Chiunque conosca bene mentalità,tradizione, udì ebraico e abbia una decente conoscenza del Tanach, si accorge immediatamente degli errori relativi a usanza, citazioni del Tanach ecc.
appare subito chiaro che i redattori avevano una infarinatura superficiale ma non conoscevano la società ebraica, le tradizioni e molto probabilmente la lingua.
Sembrano testi scritti da chi era già abbondantemente cristiano econosceva il giudaismo solo di striscio. Di ebraico c'è solo il fatto che gli eventi si svolsero in quella terra. -
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Forse, più che cercare traduzioni dirette ed inverse tra greco ed ebraico, si potrebbe guardare alla Peshitta, la Bibbia scritta in lingua aramaica. Certamente più vicina alla Tanakh (da quel poco che sono riuscito a leggere sulla questione, pare che il Targumin, traduzione ebraica della Tanakh, sia più vicino all'originale rispetto alla Septuaginta greca), certamente più vicina alla stesura originaria dei Vangeli rispetto alla versione greca.
Solo che chi lo conosce l'aramaico?. -
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L aramaico lo conosce chiunque studi il Talmud . -
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Ops... perdonami per l'ignoranza. Pensavo che il Talmud fosse in ebraico... . -
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Parte in ebraico, parte in aramaico e parte misto . -
.Che i Vangeli abbiamo avuto una prima stesura in ebraico è una ipotesi fondata sul nulla. Chiunque conosca bene mentalità,tradizione, udì ebraico e abbia una decente conoscenza del Tanach, si accorge immediatamente degli errori relativi a usanza, citazioni del Tanach ecc.
Negev, sono d'accordo sulla debolezza della teoria che i Vangeli, soprattutto Matteo, fossero originariamente scritti in ebraico, anche perché non esistono manoscritti antichi in ebraico. Però, puoi citare degli esempi che secondo te svelano errori relativi alla conoscenza della cultura ebraica degli agiografi? Magari ne nasce una interessante discussione (se non esiste già).. -
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Ciao Negev. Qualcuno ipotizza di una prima stesura in aramaico. In alcuni passi vi sono citazioni aramaiche.
Riguardo alla traduzione di nomi da una lingua all'altra concordo che non andrebbe fatta. Anche se gli stranieri avebbero difficoltà a pronunciare correttamente un nome nella lingua originale ma almeno ci possono provare. Se mio figlio lo chiamo Roger Waters credo che si offenderebbe se in italiano lo chiamassero Ruggero Cessi.
oppure:
NICOLAS CAGE: Nico La Scheggia
JOHNNY DEPP: Giovanni Depresso
GEORGE CLOONEY: Giorgio Nuvoloso
JUSTINE TIMBERLAKE: Giustino del Lago Timberio
Per Bgaluppi che cita un violinista avrei : Volfango Amedeo Mozart. -
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Anch'io ho sentito nell'aria l'ipotesi di
una prima stesura del Vangelo di Matteo Levi
in Aramaico, e
successiva traduzione dall'Aramaico al Greco.
Fra l'altro codesta ipotesi l'ho appresa da
qualcuno che studia per fare il GHIUR
per diventare Ebreo Ortodosso.
Non ho trovato mai la smentita di
questa ipotesi, ventilata da un ex cristiano, ora simpatizzante
per l'Ebraismo.
Sandro_48. -
.Che i Vangeli abbiamo avuto una prima stesura in ebraico è una ipotesi fondata sul nulla. Chiunque conosca bene mentalità,tradizione, udì ebraico e abbia una decente conoscenza del Tanach, si accorge immediatamente degli errori relativi a usanza, citazioni del Tanach ecc.
Negev, sono d'accordo sulla debolezza della teoria che i Vangeli, soprattutto Matteo, fossero originariamente scritti in ebraico, anche perché non esistono manoscritti antichi in ebraico. Però, puoi citare degli esempi che secondo te svelano errori relativi alla conoscenza della cultura ebraica degli agiografi? Magari ne nasce una interessante discussione (se non esiste già).
cito a memoria quindi imprecisamente
In Matteo: "vi è è stato detto ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico"
"odia il tuo nemico" è una espressione che non esiste da nessuna parte
In occasione del rimprovero ai discepoli su non aver gatto le abluzioni prima di toccare il pane (il netillat iadaim si fa solo per il pane): "Non è impuro ciò che entra ma ciò che esce dalla bocca dell'uomo". Nessun ebreo avrebbe potuto rispondere così perché non si trattava di purità o impurità degli alimenti ma di puro e semplice ringraziamento e santificazione dell'alimento principe della vita dell'uomo.
In occasione del rimprovero per aver raccolto le spighe di sabato:
"Anche il Re Davide mangiò i pani del Tempio". E allora? I pani del Tempio erano destinati ad essere mangiati da coloro che non ne avevano (tranne la parte destinata all'alimentazione dei cohanim cioè i sacerdoti al servizio del Tempio) e quindi Davide non fece nulla di anomalo ed inoltre che cosa c'entra questa risposta con la violazione del Sabato? Se sei un Maestro riformista puoi semplicemente contestare la regola che non ritieni dover rispettare, non citare un altro evento che non c'entra nulla.
Contro i mercanti del Tempio e i cambia valute
Era del tutto normale ed obbligatorio che ci fossero venditori di animali nell'atrio, altrimenti dove si prendevano gli animali, da parte di coloro che non ne possedevano? ed ancor di più: nel Tempio si poteva introdurre solo lo shekel kodesh (sacro), non lo shekel di uso comune. MA SOPRATTUTTO, non si poteva introdurre la moneta romana che, avendo incisa l'effigie dell'imperatore, considerato divino dai romani stessi, era a tutti gli effetti rappresentazione idolatrica di divinità straniera, quindi avrebbe costituito una gravissima profanazione. Di conseguenza l'ira di Gesù non trova nessuna giustificazione, tranne che nell'ignoranza di chi ha scritto quelle pagine. Un ebreo si sarebbe scandalizzato del contrario. Inoltre, l'area antistante il Tempio era da sempre un'area di mercato, poiché era il luogo di incontro di tutti i pellegrini che arrivavano lì da tutto il paese.
Anzi, il Nazareno le regole le conosceva bene perché quando, sempre nell'area antistante il Tempio, gli si chiede se bisognava pagare le tasse, risponde molto scaltramente. Innanzi tutto chiede che gli si dia una moneta, dimostrando che non portava addosso immagini idolatriche. Secondariamente chiede di chi sia quella moneta e poiché per la Legge romana la moneta apparteneva a colui la cui immagine era raffigurata, risponde "restituite a Cesare ciò che è di Cesare".
Le parole dure rivolte alla Samaritana (non ricordo bene il testo), riguardo ai cagnolini che mangiano le briciole della tavola, non sono un linguaggio da Rabbi. Nessun Rabbi avrebbe usato un linguaggio sprezzante, nemmeno nei riguardi di una persona considerata idolatra, e soprattutto non verso una donna.
L'esortazione all'uomo che voleva seppellire il padre per poi seguire Gesù. Seppellire il genitore è una mitzwà non derogabile. "onora il padre e la madre" è un obbligo chiaro della Torah, scritto come quinda parola sulla tavola degli obblighi verso Dio, mentre le altre cinque parole sono scritte sulla seconda tavola tra gli obblighi verso gli uomini. Di conseguenza, non assolvere a quest'obbligo per seguire il maestro non è possibile e non è accettabile che un Maestro esorti a violare questo precetto.
"Lascia tutto ciò che hai e seguimi" significa non assolvere ai doveri verso la moglie ed i figli che sono doveri importanti e fondamentali. Seguire un maestro non implica venire meno ai doveri di sostentamento verso la propria famiglia
In tutti i Vangeli non si fa mai menzione al 9 di Av , data della distruzione del primo Tempio (poi sarà anche la data della distruzione del secondo Tempio). Questo evento drammatico ancora oggi è impresso nella mente degli ebrei e viene commemorato con un giorno di lutto, tanto fu il trauma che ne derivò. Solo un non ebreo poteva non ricordarsene e non menzionarlo
Il processo a Gesù descrive una riunione notturna del Sinedrio: la Legge ebraica proibisce la riunione dopo il tramonto. Inoltre il Sanhedrin era composto da 71 membri (70 + il nassì, presidente). Senza telefono, cellulare, email, fax e telegrammi, era letteralmente impossibile riunirli in quattro e quattr'otto. Inoltre la condanna a morte non era permessa all'epoca della dominazione romana. In più, per condannare a morte occorrevano due testimoni oculari, non in relazione fra di loro o con l'imputato e occorreva l'avvertimento preventivo a non commettere il reato.
Infine sdi quale reato si parla? Falso profeta? In tal caso la condanna era di soffocamento ancorché occorreva prima aspettare che la profezia eventuale non si fosse verificata. Falso Messia? non vi era condanna a morte come no avvenne un secolo dopo per bar Kochbà al quale aveva creduto nemmeno il grande rabbi Aqiva. Figlio di Dio? Qualsiasi ebreo si definisce Ben Elohim e si rivolge a Dio chiamandolo Abba (Padre) e nessuno si è mai strappato le vesti ascoltando queste espressioni o qualcuno è stato condannato a morte.
Il citare Satana come entità reale indica che chi ha scritto proveniva da una cultura enochica e non giudaica tradizionale. Non esistono entità spirituali reali al di fuori di Dio.
La figura di Pilato: la storia reale lo mostra come un duro che aveva soffocato rivolte con migliaia di crocifissioni e non come il sensibile individuo che non vorrebbe condannare Gesù. Figuriamoci se Pilato, una vera canaglia, si faceva impressionare dalla folla e si lavava le mani, demandando ad altri la decisione.
Mai è stata concessa la liberazione di un prigioniero durante la pasqua ebraica, meno che mai di un prigioniero politico e a giudicare dal nome, Bar Abbà doveva essere uno zelota, dato il nome da combattente tipico degli oppositori. "Figlio del Padre" (Vedi Bar Kochbà: figlòio della stella), da cui il gioco di parole: "Volete libero Gesù, figlio del padre? o Gesù Bar Abbà (figlio del Padre)? Ed il popolo non ebbe dubbi, scegliendo il braccio armato e non quello teorico (ammesso che sia davvero andata così nell'immaginaria descrizione evangelica.
"la vergine partorirà un figlio"
Il testo scrive "betulàh" che non è vergine nel senso fisico. Betulàh è un ragazza di età compresa tra 12 anni e 12 anni e sei mesi ed è uno status giuridico che implica una dote diversa quando va in moglie e altre prerogative. La verginità fisica non c'entra nulla con questa definizione. Prima di quell'epoca, la donna è una ialdàh (semplicemente bambina) e dopo è almàh (ragazza), e poi ishàh (donna), indipendentemente dalla sua verginità. Cambia stato civile semplicemente.
Solo che la traduzione parthenos fa intendere una verginità fisica e basta, ma questo non era noto ai redattori ignoranti di lingua e legge ebraica.
Mi fermo qui, ma potrei trovare difformità in tutta la stesura.
per chi conosce la tradizione, la storia, la lingua e le usanze, appare chiaro che i redattori stavano comodamente seduti a Roma, ad Aleppo o ad Atene ma probabilmente gli eventi li conoscevano per sentito dire e mai avevano messo piede in quella terra..