L'espulsione dei cristiani sotto Tiberio

Il cavaliere Mundo e la signora Paolina

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  1. Giovanni Dalla Teva
     
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    CITAZIONE
    Giovanni Dalla Teva scrive:

    Purtroppo li ho stracciati, ma mi ricordo bene i punti fondanti e di averne parlato anche con il grande storico Sig. Emilio Salsi.

    Mi aveva particolarmente colpito la frase finale.

    "Allora i ribelli ancora una volta incitarono il popolo a fare guerra contro i Romani, dicendo di non obbedire loro; e a quanti non li seguivano incendiavano e saccheggiavano i villaggi."

    Ma questa era la tipica strategia di Giuda il Galileo e dei suoi figli.

    E poi tutta una serie di altre coincidenze.

    Un caro saluto, caro grande amico, ti ringrazio infinitamente per i tuoi interventi.
     
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  2. Saulnier
     
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    Cit Negev
    CITAZIONE
    Tenete presente che nel Talmud "Ieshu" non vuol dire "Gesù" né Jeshua o Jeoshua.
    "Ieshu" è un acronimo che significa "che il suo nome si maledetto e mai più nominato" e veniva attribuito a eretici o malfattori, come nel caso in esame, esercitanti arti magiche o riti pagani e idolatrici

    Ti ringrazio Negev, questa tua osservazione è molto importante.
    Io ho pochi dubbi che il Talmud ed i Toledoth abbiano voluto riferirsi con questo nome al Gesù evangelico. Ieshu è solo uno degli pseudonimi con i quali gli scritti rabbinici hanno dovuto nascondere il protagonista dei Vangeli.
    Rabbi Bechai, in Kad Hakkemach, al cap.1 è formale:

    “La lettera Ain è stata tolta dal suo nome [Ieshua], perché tali sono gli adoratori di colui che fu appeso”

    Colui che doveva essere lo Ieshua (il Salvatore) del popolo giudaico dal dominio Romano (e dopo la sua morte, grazie all’impostura paolina, anche dei goym) per la tradizione rabbinica divenne Ieshu, “che il suo nome si maledetto e mai più nominato.”
    Quasi duemila anni di storia testimoniano le durissime persecuzioni che ha dovuto subire il popolo ebraico a partire dal trionfo del cristianesimo e per gli oltre mille anni successivi. Un odio profondo nei confronti di questo popolo ha accomunato cattolici e protestanti e bolle, editti intimanti la ghettizzazione degli ebrei e la distruzione con il fuoco di tutti i loro libri si sono succeduti nel corso di un millennio.

    Martin Lutero (De Iudeis et eorum mendaciis, tomo VII):

    “Per mettere un termine alla dottrina blasfematoria dei Giudei, sarebbe utile innanzitutto mettere a fuoco le loro sinagoghe e ciò che dovesse sfuggire all’incendio, bisognerebbe coprirlo di sabbia e fango, in modo che nessuno possa più scorgervi una tegola e una pietra. Se Mosè vivesse ai nostri tempi non mancherebbe egli stesso di incendiare le sinagoghe e le case dei Giudei. Bisognerebbe distruggere e devastare le loro case private, li si potrebbe alloggiare nelle stalle o sotto delle tende, come dei semplici mendicanti. Bisognerebbe levargli i loro libri di preghiere e i loro Talmuds”

    Parole che danno il voltastomaco.
    Per poter salvare i loro scritti gli ebrei sono stati costretti a revisionare, nei loro scritti, tutti i passaggi concernenti il Cristo. Essi hanno dovuto:
    -semplicemente cancellare i passaggi compromettenti
    -utilizzare una terminologia compresa dai soli iniziati ebrei (uso di pseudonimi)
    -modificare la cronologia relativa al loro Gesù e alla sua famiglia per dissociarla da quello dei cristiani.

    Per la tradizione rabbinica il Nazareno fu come Bar Kocheva (o Bar Kokheba) “Il capo di una delle sfortunate generazioni che tentarono di forzare la redenzione messianica di Israele prima del tempo voluto da Dio.”
    Come Bar Kocheba (il figlio della Stella) divenne dopo il fallimento della sua missione Bar Koziba (il figlio della Menzogna) allo stesso modo Ieshua (il Salvatore) per i rabbini divenne Ieshu (“che il suo nome si maledetto e mai più nominato”).
     
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  3. Deicida
     
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    CITAZIONE
    Giovanni Dalla Teva: Mi aveva particolarmente colpito la frase finale.

    "Allora i ribelli ancora una volta incitarono il popolo a fare guerra contro i Romani, dicendo di non obbedire loro; e a quanti non li seguivano incendiavano e saccheggiavano i villaggi."

    Ma questa era la tipica strategia di Giuda il Galileo e dei suoi figli.

    E poi tutta una serie di altre coincidenze.

    Un caro saluto, caro grande amico, ti ringrazio infinitamente per i tuoi interventi.

    Un carissimo saluto anche a te,se puoi ritrovare tutte queste coincidenze te ne sarei grato se le postassi.

    CITAZIONE
    Saulnier: Ti ringrazio Negev, questa tua osservazione è molto importante.
    Io ho pochi dubbi che il Talmud ed i Toledoth abbiano voluto riferirsi con questo nome al Gesù evangelico. Ieshu è solo uno degli pseudonimi con i quali gli scritti rabbinici hanno dovuto nascondere il protagonista dei Vangeli.
    Rabbi Bechai, in Kad Hakkemach, al cap.1 è formale:

    “La lettera Ain è stata tolta dal suo nome [Ieshua], perché tali sono gli adoratori di colui che fu appeso”

    Colui che doveva essere lo Ieshua (il Salvatore) del popolo giudaico dal dominio Romano (e dopo la sua morte, grazie all’impostura paolina, anche dei goym) per la tradizione rabbinica divenne Ieshu, “che il suo nome si maledetto e mai più nominato.”
    Quasi duemila anni di storia testimoniano le durissime persecuzioni che ha dovuto subire il popolo ebraico a partire dal trionfo del cristianesimo e per gli oltre mille anni successivi. Un odio profondo nei confronti di questo popolo ha accomunato cattolici e protestanti e bolle, editti intimanti la ghettizzazione degli ebrei e la distruzione con il fuoco di tutti i loro libri si sono succeduti nel corso di un millennio.

    Martin Lutero (De Iudeis et eorum mendaciis, tomo VII):

    “Per mettere un termine alla dottrina blasfematoria dei Giudei, sarebbe utile innanzitutto mettere a fuoco le loro sinagoghe e ciò che dovesse sfuggire all’incendio, bisognerebbe coprirlo di sabbia e fango, in modo che nessuno possa più scorgervi una tegola e una pietra. Se Mosè vivesse ai nostri tempi non mancherebbe egli stesso di incendiare le sinagoghe e le case dei Giudei. Bisognerebbe distruggere e devastare le loro case private, li si potrebbe alloggiare nelle stalle o sotto delle tende, come dei semplici mendicanti. Bisognerebbe levargli i loro libri di preghiere e i loro Talmuds”

    Parole che danno il voltastomaco.
    Per poter salvare i loro scritti gli ebrei sono stati costretti a revisionare, nei loro scritti, tutti i passaggi concernenti il Cristo. Essi hanno dovuto:
    -semplicemente cancellare i passaggi compromettenti
    -utilizzare una terminologia compresa dai soli iniziati ebrei (uso di pseudonimi)
    -modificare la cronologia relativa al loro Gesù e alla sua famiglia per dissociarla da quello dei cristiani.

    Per la tradizione rabbinica il Nazareno fu come Bar Kocheva (o Bar Kokheba) “Il capo di una delle sfortunate generazioni che tentarono di forzare la redenzione messianica di Israele prima del tempo voluto da Dio.”
    Come Bar Kocheba (il figlio della Stella) divenne dopo il fallimento della sua missione Bar Koziba (il figlio della Menzogna) allo stesso modo Ieshua (il Salvatore) per i rabbini divenne Ieshu (“che il suo nome si maledetto e mai più nominato”).

    Caro Saulnier,che splendido intervento;purtroppo non mi sono ancora interessato del Talmud,ma trovo senz'altro importante quello che hai scritto.
    Ma quindi fammi capire una cosa:chi scrisse il Talmud disprezzava Gesù come falso messia,oppure cambiò il nome per nascondere il protagonista dei vangeli e sfuggire alle persecuzioni?

    Nauseanti ovviamente le parole di Lutero,personaggio che se da un lato ha costretto la Chiesa alla controriforma,dall'altro lato non si è mostrato più intelligente dei suoi colleghi cattolici.

    Un caro saluto.
     
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  4. Giovanni Dalla Teva
     
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    CITAZIONE
    Sig. Deicida scrive:
    Un carissimo saluto anche a te,se puoi ritrovare tutte queste coincidenze te ne sarei grato se le postassi.

    Ricambio i saluti. presto penso di riprendere le osservazioni partendo dai supestiti della tribù di Ezechia il padre di Giuda il Galileo che dovettero emigrare in Egitto. Nel libro di Martin Hegel qualche studioso afferma che sia Ezechia, sia suo figlio Giuda il Galileo avevano ambizioni messianiche.

    CITAZIONE
    Sig. Deicida scrive:

    Caro Saulnier,che splendido intervento;purtroppo non mi sono ancora interessato del Talmud,ma trovo senz'altro importante quello che hai scritto.
    Ma quindi fammi capire una cosa:chi scrisse il Talmud disprezzava Gesù come falso messia,oppure cambiò il nome per nascondere il protagonista dei vangeli e sfuggire alle persecuzioni?

    Nauseanti ovviamente le parole di Lutero,personaggio che se da un lato ha costretto la Chiesa alla controriforma,dall'altro lato non si è mostrato più intelligente dei suoi colleghi cattolici.

    Concordo perfettamente in tutto, anche io non mi sono ancora interessato, cioè attualmente non sono competente del Tamud, ma ho l'impressione che qualcosa sia avvenuto sui nomi dei fratelli.

    Un caro saluto.
     
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  5. Giovanni Dalla Teva
     
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    CITAZIONE
    Giovanni Dalla Teva scrive:
    Tacito, Annales, 2.85.4 "Si discusse anche sull'opportunità di sopprimere i culti egiziani e giudaici e per decreto del senato quattromila liberti contaminati da quelle credenze superstiziose e in età di portare le armi furono trasferiti in Sardegna per reprimervi il brigantaggio. E si riteneva che, se vi fossero morti per l'insalubrità del clima, sarebbe stata una perdita di poco conto. Tutti gli altri seguaci di quei culti dovevano lasciare l'Italia a meno che, entro una data stabilita, avessero rinunciato ai loro riti profani."

    G. Flavio, Ant. 18.83-84. [83] "Saturnino, sollecitato dalla moglie Fulvia, riferì tutto a Tiberio, suo amico; per tale motivo egli ordinò a tutta la comunità giudaica di abbandonare Roma. [84] I consoli redassero un elenco di quattromila di questi Giudei per il servizio militare e li inviarono nell'isola di Sardegna; ma ne penalizzarono molti di più, che per timore di infrangere la legge giudaica, rifiutavano il servizio militare. E così per la malvagità di quattro persone, i Giudei furono espulsi dalla città."

    Svetonio, Tib., XXXVI - Egli [Tiberio] soppresse i culti stranieri, e i riti Egiziani e dei Giudei, obbligando tutti quelli che praticavano quel tipo di superstizione a bruciare i loro paramenti e tutti i loro utensili sacri. Egli inviò la gioventù dei Giudei, sotto l'obbligo del servizio militare, nelle province note per il loro clima inospitale, e allontanò dalla città il resto di quella nazione così come tutti coloro che facevano proseliti in quella religione, sotto minaccia di morte.

    Analizzando tutti gli scritti di Giuseppe Flavio, si comprende che gli obbiettivi di questo storico sono:

    Illustrare ed esaltare il giudaismo davanti ai pagani (Lui non conosce assolutamente i cristiani).

    Difendere l'opera da Lui svolta e dal suo partito filo-romano durante la ribellione, cerca di nascondere il messianismo e quando non lo può fare, lo condanna come il peggiore dei mali e causa della rovina del popolo ebreo.


    Tale condotta appare anche nel suo scritto sopra riportato.

    Infatti si può notare, che a differenza degli altri due storici Giuseppe Flavio attribuisce l'obbligo del servizio militare e la penalizzazione di altri giudei alla malvagità di quattro persone e non ad un comportamento responsabile e diffuso di tutti i Giudei interessati al provvedimento punitivo.

    Inoltre, Giuseppe Flavio non riporta che questi Ebrei erano ritenute persone di poco conto, e se morivano tanto meglio, ecco spiegato il loro invio in zone insalubri e inospitali.

    La colpa di questi Giudei Romani per Tacito e Svetonio, dipendeva dalla loro contaminazione con credenze superstiziose e frequenze a riti profani.

    Le credenze superstiziose consistevano nel credere al tempo della guerra escatologica contro gli oppressori di Israele seguendo una lettura apocalittica.

    Giuda il Galileo predicava mescolando concetti esseni e zeloti, una guerra santa in collaborazione con D-o in Palestina e in Egitto che poi veniva esportata in altri territori abitati da Ebrei e in modo particolare a Roma dove erano numerosi.

    Giuda il Galieo auspicava una guerra santa contro i romani, senza considerare i rapporti di forza perchè credeva che questa fosse la volontà di D-o e nel suo aiuto per l'instaurazione di un regno messianico.


    Questa nuova dottrina chiamata quarta filosofia era ritenuta profana, cioè estranea alla dottrina tradizionale Ebrea ed era molto temuta dai romani, perchè una persona carismatica anche estranea al fondatore poteva presentarsi come profeta e poi se fortunato dal destino dichiararsi messia in luoghi anche lontani dalla Palestina.


    Evento che certamente si verificò sotto l'imperatore Claudio riportato da Svetonio, Vita Claudii,23,4: "Espulse da Roma i Giudei che per istigazione di un certo Cresto erano continua causa di disordine" in un periodo che va dal 41 al 54 d. c..

    continuazione



    La stessa cosa si verifica esaminando, sempre di Giuseppe Flavio Antichità Giudaiche, 19,285, :

    "Io voglio che nessuno dei diritti dei Giudei vada perso per la pazzia di Gaio, non solo, ma che siano preservati anche gli antichi privilegi, purché non si discostino dalle loro usanze; e ad ambedue le parti comando che pongano la più grande preoccupazione affinché, dopo l'affissione del mio editto, non sorga una qualsiasi agitazione."

    e la lettera di Claudio ai cittadini di Alessandria (Egitto) di cui al British Museum è conservata una copia su papiro che fu scoperta nel 1924 (P. Lond. 1912 = CPJ II 153).

    P.Lond. 1912 (= CPJ II 153), Col. V, ll. 95-100, 41 d.C. - "Non si facciano entrare o avvicinare da Siria o Egitto Giudei naviganti verso terra, o ciò mi farà prendere sospetti più grandi: altrimenti in tutti i modi mi opporrò a loro come quelli che alimentano una piaga del mondo."


    Documento importante che documenta in modo opposto, i rapporti tra Claudio e i Giudei di Alessandria, che vengono descritti come una piaga del mondo.

    Cosa era cambiato da quel tempo non molto remoto, quando Giulio Cesare fece scrivere una tavola di bronzo per i giudei di Alessandria che essi erano cittadini di Alessandria (Ant. XIV, 188),

    Sempre Giulio Cesare fece scrivere:

    "Siccome il giudeo Ircano, figlio di Alessandro, ora e in passato, in tempo di pace come in guerra ha dimostrato lealtà e zelo per le cose nostre come fanno fede molti comandanti, e nell’ultima guerra di Alessandria è venuto in mio aiuto con mille e cinquecento soldati, e inviato da me a Mitridate sorpassò in valore tutti quanti erano nei ranghi, per tali motivi voglio che Ircano, figlio di Alessandro, e i suoi figli siano etnarchi dei Giudei e mantengano l’ufficio di sommo sacerdote dei Giudei per tutto il tempo conforme ai costumi della sua nazione, e che lui e i suoi figli siano nostri alleati militari, e ancora siano annoverati tra i nostri amici particolari; " Ant. XIV 192.

    Sempre Giulio Cesare fece scrivere:

    " è bene e opportuno che noi serbiamo memoria di questo e provvediamo a che dal Senato e dal popolo di Roma, a Ircano e alla nazione Giudaica e ai figli di Ircano sia dato un segno di gratitudine degno della loro lealtà verso di noi e dei benefici che ci hanno fatto». Ant. XIV 212


    Giuseppe Flavio con il suo scritto "purchè non si discostino dalle loro usanze" ci avverte però, che qualcosa attualmente era cambiata.

    Infatti scrive loro usanze, cioè lo stesso concetto usato da Tacito "con i riti profani, cioè la liturgia , la propaganda della nuova dottrina chiamata quarta filosofia del Giuda Galileo, ritenuta estranea alla dottrina tradizionale Ebrea e riconosciuta dall'imperatore Claudio come piaga del mondo. Motivo per il quale lo stesso imperatore Claudio, espulse da Roma i Giudei che per istigazione di un certo Cresto erano continua causa di disordine.

    E' da sottolineare che sia Tacito, sia Giuseppe Flavio, sia Svetonio scrivono che i provvedimenti repressivi vengono imposti solo verso i Giudei e non gli Egiziani.

    Quindi si può benissimo interpretare che la nuova realtà religiosa superstiziosa fosse unica, come i suoi seguaci cioè Ebrei di cui un numero rilevante fossero di provenienza Egiziana.

    In Egitto i primi concetti embrionali della nuova quarta filosofia arrivarono da chi fuggiva dalle vendette di Erode dopo l'inizio del suo regno nel 37 a.c..

    I primi che dovettero rifugiarsi in Egitto furono: i parenti di Ezechia ucciso dieci anni prima, e padre di Giuda il Galileo e tutti quelli che chiesero la condanna di chi l'aveva ammazzato, cioè Erode.

    Ezechia, per i Giudei e le loro Istituzioni, fu una figura molto importante, se il Sinedrio e Ircano giunsero a convocare Erode per rendere conto della sua uccisione; ma fu Sesto Cesare che, dopo aver minacciato Ircano di intervento militare, impedì ai Giudei di giustiziare Erode; e quest'ultimo, memore del pericolo corso in quella circostanza quando assunse il potere regio uccise Ircano e tutti gli altri membri del Sinedrìo, eccetto Samaia " (Antichità XIV, 175)

    Sicuramente un'altra ondata di profughi verso l'Egitto si verificò quando "nel 22 a. c. Augusto amplia il regno di Erode annettendovi le regioni di Traconitide, Auranitide e Batanea, a cui due anni dopo , aggiunse la Gaulanitide." (Elvira Migliario in Giuseppe Flavio Autobiografia pag.53)

    Non dobbiamo dimenticare che l'importanza della figura storica di Ezechia fu prima nascosta e tradita dallo storico di corte erodiana, Nicola di Damasco e successivamente dallo storico ebreo Giuseppe Flavio, perché capostipite di una dinastia di potere a lui nemica, sebbene dello stesso suo sangue Asmoneo. Dalle mie analisi, sono convinto che Giuseppe Flavio conoscesse molto bene le aspettative messianiche che molti Ebrei dimostrarono di riconoscere alla dinastia di Ezechia, ma per questioni personali e apologetiche le ha deformate e nascoste fin dove era possibile, senza dimenticare l'intervento censorio del gruppo di lavoro guidato da Eusebio da Cesarea nel III secolo d.c. fatto ai danni dei discendenti di Ezechia.

    A mio modesto avviso, anche la letteratura Ebrea volle stendere un velo di silenzio sulla storia di questa scomoda dinastia di pretendenti Messianici, per la semplice ragione, che a forza di urlare al lupo, al lupo, quando non c'è, poi nessuno crede più al lupo.

    Chiedo scusa di questa mia semplice riflessione.

    Un’interpretazione messianica di Ezechia è già stata sostenuta da A. Geiger: Judische Zeitschrift 8(1870)37 s.;

    H. Gressmann, Der Messias, 1929, 458 s. e soprattutto R. Meyer, DerProphetaus Galilàa, 1940,73 ss.; cf.

    anche A. v. Gall, 1926, 375 e R. Eisler II,, 683 n. 5. Secondo una tradizione del III secolo d.c., immediatamente prima di morire r. Johanan b. Zakkai avrebbe detto: «Sgomberate la corte... e preparate un trono per Ezechia, il re di Giuda!


    . Ora, Johanan b. Zakkai è del tutto fuori luogo come testimone principale delle pretese messianiche di un capobanda. Nella discussione, relativamente tarda, svoltasi nel III e IV secolo d.c., fu considerata solo la questione se il re veterotestamentario Ezechia potesse essere il messia. Cf. Bill. I, 31.75;

    A. v. GalI, op. cit., 397 e M. Zobel, Gottes Gesalbter, 1938, 87-90. L’idea di Ezechia come messia si spiega tutt’al più in base a 2 Re 18,5.::"Egli ripose tutta la sua fiducia nel Signore, D-o d’Israele, e dopo di lui non ci fu, tra tutti i re di Giuda, nessuno come lui, come non c’era stato neanche prima. Si mantenne legato al Signore, senza minimamente staccarsi, e osservò i comandamenti che il Signore aveva imposto a Mosè. ‘Il Signore fu con lui, cosicché egli ebbe successo in tutto ciò che intraprese. Si ribellò al re d’Assiria e non gli fu più soggetto. ‘Colpì i Filistei e il loro territorio fino a Gaza, dalla torre di guardia fino alla città fortificata."

    e all’interpretazione proposta volentieri in antitesi al cristianesimo di salmi e passi messianici di Isaia riferiti a Ezechia: v. Giustino, Dial. 33,1; 43,8; 67,1 e passim. V. anche M. Zobel, op. cit., 88 e A. v. Gall, loc. cit., n. 3.
    da Martin Hengel- Gli zeloti- pag. 331

    Uscirà sicuramente dalla stirpe di Ezechia, il pretendente Messia Ebreo fallito, da cui San Paolo prende spunto per creare il Cristo figlio di D-o.

    Successivamente cercherò di giustificare l'ultima mia affermazione.

    Un grande, grandissimo ringraziamento per le sue ricerche anche al stimatissimo Sig. jeudda

    Un caro saluto a tutti

    Edited by Giovanni Dalla Teva - 29/9/2009, 06:57
     
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  6. ipazia56
     
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    Carissimo Giovanni
    Voglio ringraziare Jeudda, Deicida, Saulnier e soprattutto te,
    perche nei vostri illuminati post,(si dice da noi c'è tanta ciccia)
    Questa è vera ricerca. Grazie, grazie a voi, Ipazia
     
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    Sanhedrin 107b conferma:
    “Yeoshua ben Perachja e Yeshu si recarono insieme ad Alessandria d’Egitto.

    Tenete presente che nel Talmud "Ieshu" non vuol dire "Gesù" né Jeshua o Jeoshua.
    "Ieshu" è un acronimo che significa "che il suo nome si maledetto e mai più nominato" e veniva attribuito a eretici o malfattori, come nel caso in esame, esercitanti arti magiche o riti pagani e idolatrici

    Shalom Negev we Avraham iedidim !

    Abramo, potresti specificare e dettagliare in Ebraico la questione Ieshu spiegando l' acronimo ?


    zio ot :rolleyes:
     
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