Poveri in spirito

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  1. QUINTARGENTO
     
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    CITAZIONE (Beate @ 22/12/2008, 23:00)
    Credi che il riferimento che hai riportato qui sopra da "La regola della guerra" si riferisca agli stessi del passo di Atti 24:14 "...secondo la Via che essi chiamano setta...."?

    No, Atti 24:14 non ha niente a che fare con gli Esseni.

    D’accordo Abramo che “poveri in spirito” sia un riferimento agli umili, infatti l’umiltà è la condizione del povero, ma sono profondamente convinto che Gesù aveva in mente Isaia poiché tutto il “sermone sul monte” è pieno di citazioni o di riferimenti tratti dal Tanak. Isaia 66:2 e Isaia 61:1,2 vengono ripresi nelle “beatitudini”. Il prof. David Flusser dell’Università ebraica di Gerusalemme, uno dei massimi esperti del giudaismo antico, del cristianesimo delle origini e dei rotoli del Mar Morto, traduce l’espressione di Gesù con l’ebraico «aniye ruach»

    La stessa frase ritrovata tra gli Esseni è di fondamentale importanza. La loro ideologia della povertà era legata all’insegnamento della doppia predestinazione: essi, i veri figli della luce, i poveri eletti da D-o, alla fine dei giorni erediteranno la terra. Tanto per gli Esseni quanto per Gesù, povertà, umiltà, purezza di cuore e semplicità costituivano valori religiosi essenziali. Grazie ai testi scoperti sul Mar Morto, l’espressione “poveri in spirito”, che compare in essi come designazione onorifica usata dagli Esseni, diventa più chiara: sono i poveri a cui è stato conferito lo Spirito di D-o. In un passo del «Libro degli Inni» esseno (18:14,15) l’autore rende grazie a Dio per averlo designato ad annunciare la sua bontà, ad:

    «annunciare agli umili la Tua ricca misericordia e la salvezza che viene dalla fonte eterna agli
    spezzati spiritualmente e agli afflitti la gioia eterna»

    Queste espressioni corrispondono agli umili, ai poveri di spirito e agli afflitti delle prime tre beatitudini di Gesù.

    CITAZIONE
    Siamo sicuri di questo? Credo che la possiamo ritenere una espressione ebraica

    Si l’espressione è ebraica, ma è praticamente certo che Luca la rende più facile da capire per un ambiente greco. La beatitudine di Luca passa dalla terza persona plurale alla seconda (Beati voi che siete poveri). Il cambiamento di Luca alla seconda persona «hymeteros» è una sua scelta perché questa parola non ricorre mai né in Matteo né in Marco. Dunque Luca mostra di aver voluto adattare questa beatitudine. Un’altra prova che Matteo preserva il detto originale di Gesù è il fatto che la stessa espressione la si ritrova a Qumran.


     
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67 replies since 22/12/2008, 10:16   3451 views
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