Poveri in spirito

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  1. QUINTARGENTO
     
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    Salve,
    ritengo che “poveri in spirito” sia una abbreviazione di “afflitto e contrito di spirito” di Isaia 66:2 (vedi Diodati). In ebraico il verso del vangelo di Matteo sarebbe stato: 'ashre aniye ruah ki mehem malkut shamayim.

    L’insolita frase «poveri in ispirito» che sarebbe difficile da capire in ambiente greco, Luca la cambia nella più semplice «beati i poveri». Gesù aveva certamente una buona considerazione della povertà, ma l'espressione non dovrebbe essere limitata allo stato economico. Alcuni hanno sostenuto che Matteo stava spiritualizzando, ma questo è molto improbabile dato che la frase ha dei paralleli nell’ebraico dei Rotoli del Mar Morto. I poveri in spirito sono quelli che, in quanto discepoli di Gesù, posseggono certe caratteristiche e quindi fanno parte del regno dei cieli. In questo contesto i poveri in spirito sono i discepoli di Gesù che formano il movimento da lui costituito e sono sotto il governo di D-o.

    Il termine «poveri in spirito», trova il suo fondamento in Isaia 66:2 ('ani unekeh ruah) ed è combinato insieme ai «mansueti» ('anawim) di Salmo 37:11; di conseguenza le parole del Salmo ('anawim yireshu 'arets) formano la terza Beatitudine (Matteo 5:5). Nella prima beatitudine le parole «erederanno la terra» del Salmo 37:11 sono interpretate in maniera midrashica: «per loro è il regno dei cieli». Ma dall’altra parte, i «poveri in ispirito» - ed i «mansueti» del Salmo 37:11 (e Matteo 5:5) - sono identici agli «umili» di Isaia 61:1. Di conseguenza, una variazione di Isaia 61:2 (lenahem kal 'abelim, per consolare tutti quelli che fanno cordoglio) la troviamo in Matteo 5:4.

    È interessante che anche gli Esseni concepivano se stessi come: «i poveri in ispirito». Nella Regola della guerra «i poveri in ispirito» vengono identificati con «i perfetti della Via»
     
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67 replies since 22/12/2008, 10:16   3451 views
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