Nascita verginale di Gesù considerazioni sul testo in Matteo e Luca di: Hard Rain

(spostato da "Bibbia Ebraica")

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  1. Hard-Rain
     
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    Avevo scritto:

    CITAZIONE
    Ma perchè non si sospetta nulla circa la verginità di Elisabetta? Perchè Lc. 1:57 dice espressamente che Zaccaria è "padre" di Giovanni, quindi siamo certi che è nato dal "seme" di Zaccaria, per così dire.

    In realtà, ad essere pignoli, in Lc. 2:48 Maria dice a Gesù: "Tuo padre (patêr) e io, angosciati, ti cercavamo". Qui con patêr si intende evidentemente Giuseppe. Così come in Lc. 1:59 Zaccaria è padre di Giovanni Battista. La successiva risposta di Gesù ai genitori: "Non sapevate che devo occuparmi delle cose del padre mio?" (Lc. 2:49) non è detto che intenda alludere a un rapporto di figliolanza divina tra Gesù e Dio. Per un ebreo, difatti, è normale chiamare Dio come Padre-mio (sostantivo + possessivo) come si evince dalla letteratura giudaica (meno accettabile è invece la forma assoluta "Il Padre" per indicare Dio).

    Di conseguenza:

    (i) Da un lato abbiamo un verso come Lc. 3:23 in cui l'agiografo sembra dire che Gesù non era figlio di Giuseppe, oppure non lo si poteva considerare tale, essendo nato in modo miracoloso. Io, almeno, sono propenso a respingere come inapplicabili le ipotesi di lavoro di Giulio Africano (di cui ho parlato). Se fossero vere, d'altra parte, non si potrebbe utilizzare più Lc. 3:23 per sostenere la nascita verginale di Gesù secondo Luca in quanto hôs enomizeto sarebbe stato utilizzato per spiegare la differenza tra le genealogie tra Lc. e Mt. (come se Lc. fosse a conoscenza di tale differenza e intendesse precisare meglio: ripeto, mi sembra una teoria apologetica insostenibile, oltre che formalmente basata su un errore di applicazione della cultura ebraica).

    (ii) D'altra parte Lc. 2:48 parla di Giuseppe come padre di Gesù, la risposta di quest'ultimo non ha nulla di sovrannaturale, Padre-mio è un nome per Dio utilizzato dagli ebrei, come il Signore, ecc...

    A parte tutti i problemi legati alla nascita e alla conservazione della LXX (il più antico documento della LXX che riporti la parola parthenos in Is. 7:14 molto probabilmente è il codice vaticano B, del IV secolo dopo Cristo, scritto e conservato da cristiani, sebbene Ireneo ci dia attestazione che alla fine del II secolo la versione greca conteneva già tale parola; invece il rotolo 1QIs a, in ebraico, scritto quello sì ben prima di Cristo, conserva Is. 7:14 e riporta esattamente 'almah come nella massorà), a parte questi problemi testuali non è neppure detto che parthenos in greco debba significare sempre e comunque "vergine" nel senso che lo intendiamo noi. Come 'almah, può significare semplicemente giovane ragazza, figlia in attesa del matrimonio, anche parthenos può assumere esattamente lo stesso senso, come attestato in vari autori (IL. 2.514 PIND. P. 3.34 SOPH. TR. 1219 ARISTOPH. NUB. 530, ecc...). Di conseguenza non è assurdo dire: la giovane ragazza (parthenos) concepirà e partorirà un figlio, sottointendendo che quando sarà sposata, tra un po' di tempo, attraverso suo marito darà alla luce questo figlio. Matteo, come sappiamo, è esplicito nel parlare di una nascita da una vergine, qui sono d'accordo che non vi sono dubbi, usa infatti parole che incontestabilmente puntano a una nascita verginale. Ma Luca no, se si conferisce a parthenos questo senso. O, meglio, a conti fatti il verso più esplicito che a parer mio indica che anche Luca intendeva una nascita da una vergine (quindi una nascita assolutamente paradossale, fuori dell'ordinario) rimane Lc. 3:23.

    Addenda. Stavo leggendo per caso "Un ebreo marginale" del cattolicissimo biblista americano John P. Meier, ediz. Queriniana, pag. 221 (in part. nota 70). Egli scrive (cito testualmente) a pag. 221:

    "Anche la traduzione dei LXX di Is. 7:14 non si riferisce necessariamente a un concepimento verginale. Anche se parthenos, la parola usata dai LXX per tradurre 'almah, spesso significa "vergine", può anche comportare il più generale significato di giovane ragazza in età di matrimonio, e così è usata a volte nei LXX. L'esempio più vistoso è il suo uso per Dina dopo essere stata violentata (Gen. 34:3) (In effetti noto qui che il greco parthenos rende l'ebraico na'ara, nota di Hard Rain). Conseguentemente la forma greca di Is. 7:14 può aver comportato esattamente lo stesso significato dell'originale ebraico. Non abbiamo alcuna prova sicura che i giudei ellenisti, prima del tempo di Gesù, comprendessero il testo dei LXX nel senso di un concepimento verginale".

    Meier, si appoggia in nota 72 a G. Delling, parthenos, in TDNT 5 (1968) 827 e aggiunge: "Il significato in greco antico era spesso: "ragazza", o "giovane donna"; una tale donna era, di fatto, usualmente vergine, ma l'accento non cadeva su questo".

    E' evidente che, su questo fatto specifico, vi è convergenza di opinioni tra me e il professor Meier: i campi semantici del greco "parthenos" e dell'italiano "vergine" non sono perfettamente sovrapponibili. Se anche la parola parthenos così come è usata da Luca significa solo giovane ragazza promessa sposa (ciò che di fatto è Maria), si svuota molto persino il concepimento verginale, giacchè Luca non usa tutti quei rafforzativi che impiega Matteo. Il tutto, come dicevo, rimane fortemente legato più che altro a un passo chiave, Lc. 3:23.
     
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46 replies since 9/7/2008, 19:16   2058 views
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