Nascita verginale di Gesù considerazioni sul testo in Matteo e Luca di: Hard Rain

(spostato da "Bibbia Ebraica")

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  1. paola860
     
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    Ciao Gianluigi, ti riporto un commento della Parashat Tazria 5763 in merito alla donna, in attesa della risposta degli amici ebrei.

    Infatti prima del peccato, concepimento e parto coincidevano: Cain, Evel e le loro sorelle gemelle nascono istantaneamente dopo il rapporto prima del peccato "salirono in due dal letto, scesero in tre". Solo dopo il peccato compare la gravidanza.

    Ci vogliono nove mesi e tante cure ed attenzioni per creare la vita. Proprio la donna che ha corrotto il processo di trasmissione e della comunicazione trasgredendo la prima regola ricevuta da Adam suo genitore e maestro, deve educarsi ed educare il mondo alla centralità del processo.

    Ed ecco che dopo questo lungo processo, la donna arriva al momento del parto. In ebraico: yoshevet all’ammashber, siede sulla rottura. È pronta alla rottura delle acque anche e soprattutto dal punto di vista spirituale. Rav Mordechai Elon shlita sottolinea spesso che la parola shever, rottura significa anche alimento: Jacov vede che c’è shever in Egitto, alimentazione, c’è di che da mangiare. Questa è la natura di ogni momento di rottura. La rottura e la crisi porta con se un’opportunità di rinascita. E pensiamo alla prima gestazione dice il Rav.

    Chavvà ha visto il suo ventre gonfiarsi sempre più, ed i dolori aumentare sempre. Chi avrebbe mai detto che dopo tanto dolore, tutt’assieme essa sarebbe divenuta creatrice?

    Ed ecco che dopo il parto essa diviene impura. Ossia si trova in una condizione che non le consente l’accesso al Sacro, al Santuario. Essa necessita di un nuovo periodo di purificazione (variabile a seconda di parto di maschio o femmina) prima di potersi presentare nuovamente al Santuario accompagnata da una duplice offerta e completare quel ciclo che ha reso lei e suo marito partecipi dell’opera Creativa del Signore al suo più alto livello, la Creazione della vita.

    Ma perché la donna deve portare un’offerta espiatrice? Che cos’ha da espiare? Questa domanda è stata posta dagli alunni a Rabbì Shimo Bar Yochai (TB Niddà 35a). E risponde il Maestro:

    "Nell’ora in cui sta per partorire si contorce [per il dolore] e giura di non avere più rapporti sessuali con il marito."

    Ibn Ezra, lo abbiamo visto all’inizio, dice che in questo senso va intesa la duplicità dell’offerta: l’olocausto espia per il pensiero come generalmente avviene, mentre il chattat espia per l’eventuale pronuncia di questo giuramento. Notevole il fatto che tutte le donne debbono portare questa offerta nel dubbio che abbiano pensato o pronunciato questo giuramento. Il Ramban sottolinea che non si tratta di una regola legata ai giuramenti, sia per via del fatto che l’eventuale giuramento viene strappato dal dolore e quindi è invalido, sia per via del fatto che concerne anche il marito ed è quindi per definizione un giuramento invalido. Si tratta di altro qui: "ha voluto la Torà espiare il suo spirito, ed i pensieri del Signore sono profondi, e la Sua misericordia è grande che Egli vuole rendere giuste le Sue creature." Dunque per il Ramban, ciò che la Torà vuole è sanare quel conflitto spirituale che è interno alla donna nel momento del parto e guidarla con un apposito processo ad una nuova fase della sua vita. Il momento del parto è un momento particolare nel quale è particolarmente evidente la differenza uomo/donna ed il carico che questa si fa del mutamento del proprio stato successivo al peccato dell’albero. Prima che essa possa ricongiungersi con suo marito la Torà vuole che attraversi un apposito percorso rieducativo.

    Notevole il fatto che Rabbì Shimon bar Yochai imputa a tutte le donne di giurare di non avere più rapporti sessuali. Il Talmud elenca (TB Eruvin 100b) dieci "maledizioni" che Chavvà ha trascinato sul mondo femminile ed esse concernono in generale la sfera sessuale e più in particolare l’apparato riproduttivo della donna ed il fatto che questa si faccia carico degli aspetti più difficoltosi della procreazione e della crescita dei bambini. Esse coincidono con il mutamento della natura femminile dopo il peccato dell’albero. Secondo il Meshech Cochmà la maledizione legata all’aver dato il frutto ad Adam è "e lui dominerà su di te" ossia il fatto che la donna dipende economicamente dall’uomo. Lei ha peccato nel dare, dovrà educarsi nel ricevere. Quest’ultima "maledizione" il Talmud la rende: "la donna richiede [suo marito nell’atto sessuale] nel cuore e l’uomo con la bocca", ossia che l’uomo esprime chiaramente il proprio desiderio sessuale mentre la donna lo cela nel cuore.

    Notevole che abbiamo qui un ribaltamento della situazione. Quel desiderio che generalmente nella donna è tenuto nel cuore viene qui negato con la parola. La donna giura di non avere più rapporti con il marito. C’è dunque non solo un incrinatura del rapporto di coppia, ma anche una distorsione del mondo della parola.


    https://digilander.libero.it/parasha/archivio%2063/6327.htm


    P.S. riporto questa frase perchè mi ha colpita:

    Infatti prima del peccato, concepimento e parto coincidevano: Cain, Evel e le loro sorelle gemelle nascono istantaneamente dopo il rapporto prima del peccato "salirono in due dal letto, scesero in tre". Solo dopo il peccato compare la gravidanza.

    Prima del peccato la nascita, dopo il rapporto sessuale, era istantanea dopo il peccato compare la gravidanza e la purificazione della donna e del bambino.




    Edited by paola860 - 10/7/2008, 19:57
     
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46 replies since 9/7/2008, 19:16   2058 views
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