ipotesi su Gesù zelota

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  1. paola860
     
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    Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
    (Mt 7, 1-5)


    Questo vale per tutti :D
     
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    Una cosa è certa : gli Arpiolidi vietcong baryonym vengono letti anche dagli Accademici .

    Eccoooooome se vengono letti .


    zio ot :shifty:
     
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    che ne pensate, Jeohudda, Barionu, Saulnier ?

    Intanto io ti ringrazio per l'interessante segnalazione e per il materiale originale postato. Lasciami leggere con maggiore calma anche l'articolo spagnolo.
    Ed effettuare qualche ulteriore verifica/approfondimento.
    Ottima base comunque per discutere (ancora) della "lettura zelota" delle origini del cristianesimo.
    Ma come spesso dice Zio Ot, senza ansia e con i tempi ed i modi giusti...
    per restare/rovesciare nel/il paradigma da noi "zeloti" preferito, "do not hasten the time"
    ciao
     
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    Thank you, David. As to the non-canonical tradition of Jesus being associated with violence, besides Sossianus Hierocles we could also mention Celsus in Origen, Contra Celsum VIII 14 (where Origen must deny that Jesus was a “stáseos arkhegétes”).
    Anyway, I prefer not to use these sources for support of my case (I have used them sometimes, but just occasionally), not only because their value as historical sources is a hot-debated and debatable matter (the Slavonic Josephus being an obvious example), but also because I think the Gospels suffice to build a very strong argument.

    Mi sento molto vicino a queste parole . Infatti tutte le mie analisi sono esclusivamente sul testo dei Vangeli , e BEN INTESO ,

    sul loro substrato-base semitico , che ritengo la vera chiave per decriptare le maschere storiche del NT.

    ( per cui ti preannucio , per tua delizia , un prossimo bombardamento di etimi insider ... :shifty: )

    Ti rinnovo la mia ipotesi : 2 Gesù, un Mashiach e un Rav . Su questa idea sono anche Tranfo e Veritas con vari distinguo fra tutti e tre .


    Altra cosa : Hieronymus, sei un katerpillar da sfondamento , pensa che ho già deciso di occupare le ferie su tot tuoi post per rileggerli

    con attenzione , ; _ : naturalmente, in nome degli inferi , non ti fermare, ma è inevitabile che ci lasci in retroguardia ... :lol: :lol: :lol: :lol:



    zio ot :B):

    Edited by barionu - 28/5/2013, 13:31
     
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  5. Saulnier
     
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    Anyway, I prefer not to use these sources for support of my case (I have used them sometimes, but just occasionally), not only because their value as historical sources is a hot-debated and debatable matter (the Slavonic Josephus being an obvious example), but also because I think the Gospels suffice to build a very strong argument.

    Si tratterebbe quindi di un ritorno alle origini...già Reimarus infatti faceva uso dei soli Vangeli per appoggiare le sue teorie.
     
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    L'Egregio stimatissimo Signor Saulnier scrive:

    Si tratterebbe quindi di un ritorno alle origini...già Reimarus infatti faceva uso dei soli Vangeli per appoggiare le sue teorie.

    I soli scritti canonici non bastano, possono solo dimostrare attraverso le loro interpolazioni e contraddizioni la creazione di un D-o mito, in parte mutuato su un sfortunato e dimenticato presunto Messia Ebraico di quel tempo.

    Negli scritti di Filone Alessandrino si può trovare la prova dell'esistenza storica di una parte di quel presunto Messia Ebraico.

    In ciò che rimane delle opere di Giuseppe Flavio l'identificazione di quel presunto Messia Ebreo se accostate agli scritti Canonici.

    Dall'analisi dei suoi precedenti scritti se non sbaglio, gran parte di questo materiale lo aveva già individuato.

    Quanto sopra riportato si può dedurre direttamente dal vangelo di Matteo, Atti degli Apostoli e gli scritti di Giuseppe Flavio.

    Indirettamente dal Vangelo di Luca e scritti di Giuseppe Flavio.

    Mentre i Vangeli di Marco, di Giovanni, atti degli Apostoli e le lettere di Paolo offrono validi argomenti per convalidare il tutto.



    Un caro saluto
     
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    CITAZIONE (Haviland Tuf @ 28/5/2013, 07:37) 
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    Thank you, David. As to the non-canonical tradition of Jesus being associated with violence, besides Sossianus Hierocles we could also mention Celsus in Origen, Contra Celsum VIII 14 (where Origen must deny that Jesus was a “stáseos arkhegétes”).
    Anyway, I prefer not to use these sources for support of my case (I have used them sometimes, but just occasionally), not only because their value as historical sources is a hot-debated and debatable matter (the Slavonic Josephus being an obvious example), but also because I think the Gospels suffice to build a very strong argument.

    apprezzo questa onestà intellettuale dello studioso, che recide alla radice il desiderio degli arpiolidi italici soprattutto, e mi spiace dirlo (ma vorrebbe essere una critica costruttiva), anche di Saulnier, di cercare ad ogni costo di provare improbabili archetipi in aramaico, cervellotiche connessioni statistiche tra Sulpicio e Tacito e Tito, divagazioni fantasiose sull'onda di Giacomo fratello di Gesù, ecc.
    Semplicemente, gli storicisti hanno avuto il tempo di fare il loro caso per Gesù e il 99% di essi, ovvero gli apologeti, hanno fallito. Rimangono gli arpiolidi seri come il prof spagnolo, al quale preme sottolineare che the Gospels suffice to build a very strong argument.
    IO le vere critiche non apologetiche all'ipotesi zelota si dà il caso che le conosca grazie ad un'attenta lettura del duo Carrier/Robert Price in merito (Doherty è estremamente carente in merito, stranamente, perchè si limita a criticare Eisler dove più è facilmente criticabile: ha ragione certo, e la sua critica si estenderebbe a Saulnier per i motivi di sopra - e per l'ostinata predilezione di Saulnier verso Eisler - , però non colpirebbe ancora al cuore l'ipotesi zelota, che va riconsiderata sulla scorta di ciò che dice soprattutto il prof Price)

    prendo su di me questa critica (principalmente perché su un piano congetturale condivido molti degli spunti di Saulnier che poi non credo si identifichi quale arpiolide italico) per dire semplicemente che, da un punto di vista puramente metodologico e malgrado l’auspicata tua volontà di produrre una "critica costruttiva", essa mi appare, da queste parole almeno, decisamente distruttiva. Ma diciamo che non è un problema, sono (e credo che Saulnier lo sia più di me) abituato a sentir definire la cosiddetta” ipotesi zelota” e tutti i tentativi di argomentarla, improbabili, cervellotici, fantasiosamente divaganti ecc ecc. Anche peggio in verità. Ovviamente di solito codeste critiche “costruttive” provengono da un pulpito decisamente più… apologetico….
    Essendo inguaribilmente (purtroppo εἰς ἔτι τε νῦν non ho trovato medicamenti miracolosi) affetto dalla maledetta pregiudiziale zelota, che in realtà a me appare, da quando tanti anni fa ho cominciato ad interessarmi a questa appassionante questione storiografica, la matrice di decodifica più probabile, apprezzo in modo particolare la considerazione che hai ribadito in più di un’occasione, ossia che laddove da mitista “puro” dovessi prendere in considerazione la possibilità di una concreta figura storica soggiacente al sovrastrutturale Gesù mitico della posteriore teologia cristiana, questa figura storica potrebbe plausibilmente inquadrarsi, dati gli elementi che abbiamo a nostra disposizione, nella matrice di cui sopra.
    La teorizzazione di un Gesù puramente mitico, e quindi totalmente “inventato” a posteriori, e non quindi prodotto teologicamente modificato dalla successiva e progressiva de-formazione/ri-elaborazione fideistica di un personaggio reale (o Reale?) che all’origine sarebbe stato profondamente e visceralmente “figlio del suo tempo”, mi appare emblematicamente speculare (e pertanto ineluttabilmente connessa) alla fuorviante teorizzazione di un TF totalmente interpolato. E viceversa.
    In questa ottica, mi permetto di dire perfino che trovo ermeneuticamente errata la tua (ma non solo tua) equazione apologeti/storicisti. In realtà credo che ammettendo un modello che preveda l’esistenza di un uomo reale ed inquadrando lui e la genesi del cristianesimo in una matrice messianista/zelotica di originaria souche ebraica, gli unici mitisti in questa storia siano i credenti (apologeti o meno) e i mitisti puri e duri(la tua posizione attuale?).
    Storicizzare un mito non è proibito ma pretendere che un mito “storicizzato” sia Storia cogente (e non già, nel migliore dei casi, sublime/sublimante elaborazione interiore della stessa) mi pare alquanto discutibile.
    Tentare di sfrondare d’altra parte una palese rielaborazione mitica della Storia riducendo a nulla ( o quasi) i realia originari che da quella Storia, trasfigurati, sono traslati in una dimensione metastorica, è probabilmente altrettanto discutibile. Il rischio in questo caso è che in luogo di di sfrondare il mito per ritrovare la storia si finisca per annichilire la Storia e generare un contro-mito, di segno opposto ma con analogo (scarso) valore storico-fattuale.
    Ecco perché ho già scritto in passato, anche su altre pagine, che la rilettura mitista “hard” delle origini del cristianesimo ha da sempre paradossalmente fatto gioco proprio agli apologeti cattolici i quali hanno sapientemente e sagacemente compreso che non vi era miglior nemico che colui il quale “mitizzando il mito” ne amplificava la potenza, allontanando di riflesso il pericolo ben più temibile di un più profondo esame autoptico dei reali eventi sottesi al loro mito postumo.
    Mi torna in mente la storia di quel giovane squattrinato ed incazzato con la vita, idealista romantico che pur non avendone la forza avrebbe voluto cambiare un mondo ai suoi occhi profondamente iniquo, e che semel in anno, attanagliato dalla necessità di racimolare qualche soldo per le feste, accettava con una certa amarezza di vestire, per la gioia dei bambini, i panni del mitico Babbo Natale alla soglia del Tempio Commerciale di turno.
    Nessuno di quei bambini ha mai dubitato dell’ esistenza di quel mitico Babbo Natale. E nessuno dei genitori che li accompagnavano ha mai saputo (o voluto sapere) che dentro quel costume senza spazio e senza tempo si celasse un povero cristo in carne ed ossa il quale sotto quelle mentite spoglie, e dietro un sorriso artificiale imposto dalle circostanze, pensava angosciato, alle sue croci quotidiane….

    Ecco io, che non sono più un bambino e che considero il Mito una delle infinite possibili Rappresentazioni della Realtà, vorrei comprendere chi e cosa si cela dietro la "maschera rituale" gesuana, totem apparentemente ineffabile di una Rappresentazione diventata (malintesa) Verità grazie ad (o a causa di) un Trionfo storico di incredibile (e per certi versi esagerata) portata.

    CITAZIONE
    Quando mi vedrai aprire un thread intitolato IPOTESI ZELOTA CRITICAMENTE ESAMINATA o qualcosa del genere, allora significa che ho buone speranze di concludere la mia ricerca in merito (lascio la suspense sulla conclusione) perchè qualche idea ce l'avrei...

    Da te in particolare, a quel punto, Jehoudda, vorrei comunque maggior disponibilità al dialogo, ma in tutta calma e solo quando ti richiedo gentilmente un intervento.
    saluti

    Quando aprirai un simile thread sarò lieto di leggerti.
    E compatibilmente con i miei impegni quotidiani tenterò di parteciparvi con maggiore costanza.
    Magari intervenendo anche autonomamente, e non "solo quando mi richiederai gentilmente un intervento" :D
    saluti
     
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    Il personaggio censurato dalla storia, che alcuni studiosi identificano a causa della sua censura, come "Giovanni di Gamala", era conosciuto, chiamato "il Galileo" dalla gente del suo tempo, "Anche tu eri con Gesù, il Galileo!" (Mt 26, 69) come precedentemente suo padre Giuda il Galileo, "Fu allora che un certo Menahem, figlio di Giuda detto il galileo un dottore assai pericoloso che già ai tempi di Quirinio aveva rimproverato ai giudei di riconoscere la signoria dei romani quando già avevano Dio come signore, messosi alla testa di alcuni fidi raggiunse Masada," Guerra Giudaica II,433:

    Il personaggio storico Giuda il Galileo pur essendo figlio di Ezechia, viene identificato da Giuseppe Flavio

    (e "Fu allora che un certo Menahem, figlio di Giuda detto il galileo un dottore assai pericoloso che già ai tempi di Quirinio aveva rimproverato ai giudei di riconoscere la signoria dei romani quando già avevano Dio come signore, messosi alla testa di alcuni fidi raggiunse Masada," Guerra Giudaica II,433:) e confermato negli atti degli apostoli (5,37 "Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse molta gente a seguirlo, ma anch'egli perì e quanti s'erano lasciati persuadere da lui furono dispersi.")

    come Giuda il Galileo, non come da prassi di quel tempo, Giuda figlio di Ezechia, ("Antichità giudaiche libro XVII, 27; "V'era Giuda (il Galileo) figlio del capo bandito Ezechia, che era stato uomo di grande potere e fu catturato da Erode solo con molta difficoltà.").


    Per la gente del suo tempo, Giuda figlio di Ezechia era conosciuto attraverso il sopranome " il Galileo" che alla sua morte passerà di diritto al suo figlio primogenito e il vangelo di Matteo 26,69 così dice:"Anche tu eri con Gesù, il Galileo!";

    L’articolo determinativo in questo caso identifica una precisa persona “il Galileo” noto a chi parla e a chi ascolta e non “un Galileo” con l’articolo indeterminativo che indica persone e cose generiche, non note a chi parla e a chi ascolta.

    Il sopranome “Il Galileo” identificava prima, Giuda figlio di Ezechia e poi alla sua morte, suo figlio primogenito riportato da Matteo in 26,69 del suo vangelo:"Anche tu eri con Gesù, il Galileo!";

    In Atti Apostoli 5,3 "Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse molta gente a seguirlo, ma anch'egli perì e quanti s'erano lasciati persuadere da lui furono dispersi.")si può trovare una piccola informazione riguardante la morte di Giuda il Galileo, mentre negli scritti di Giuseppe Flavio è stata completamente censurata come l'epopea storica del suo primogenito.


    Tale personaggio (il primogenito di Giuda il Galileo) appariva negli scritti di Giuseppe Flavio, prima delle successive censure e interpolazioni e cosa più grave si poteva identificare in parte, con il Gesù il nazareno del primo vangelo di Marco.
    Constatato poi che gli apologeti cristiani nel secondo secolo d.c., non potevano ancora intervenire direttamente sugli archivi imperiali riguardanti gli scritti di Giuseppe Flavio; qualcuno pensò di scrivere sugli Atti degli Apostoli 5,34:

    "Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamaliele, dottore della legge, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli accusati, 35 disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare contro questi uomini. 36 Qualche tempo fa venne Tèuda, dicendo di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quanti s'erano lasciati persuadere da lui si dispersero e finirono nel nulla. 37 Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse molta gente a seguirlo, ma anch'egli perì e quanti s'erano lasciati persuadere da lui furono dispersi."

    Allora attraverso gli Atti degli Apostoli 5,34 , furono costretti a chiamare in causa Gamaliele, un autorevolissimo ebreo fariseo, un dottore della legge, stimato da tutto il popolo a testimoniare davanti al Sinedrio (niente meno che il concilio dei capi degli Ebrei) che la famiglia di Giuda il Galileo e Teuda non avevano nulla a che fare con gli apostoli e quindi con il pacifico e mite loro maestro Gesù Nazareno figlio di Dio, quando invece erano strettissimi parenti.

    Un caro saluto.

    Edited by Giovanni della Teva - 30/5/2013, 13:47
     
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    Vorrei far osservare a Giovanni della Teva, quant'anche ve ne fosse bisogno, che dalla testimonianza di Giuliano (l'Apostata, l'ultimo imperatore romano non cristiano) in Contra Galileos tutti i cristiani venivano definiti Galilei. Si tratta di una denominazione di provenienza geografica e non un nome proprio. La Galilea non era la Giudea o la Samaria ed era tristemente nota per essere la patria degli zeloti. Se la parola Galileo volesse significare zelota i cristiani al tempo di Costantino e di Giuliano non sarebbero esistiti.
    Giuseppe Flavio ci dice anche che lo zelotismo era una religione che oggi potremmo definire fondamentalista. Dai vangeli invece appare che la religione professata da Gesù fosse più filosofica e in particolare gnostica.
    Non capisco anche perché si voglia poi attribuire a Giuda il Galileo un figlio detto Gesù, mai riportato da Giuseppe Flavio, quando Epifanio in De Christo ci dice: “Iesus, hebraica lingua, curator appellatur, aut medicus et salvator” mettendo in luce un'altra caratteristica di Gesù che nulla aveva a che fare con gli zeloti, ma piuttosto con una setta terapeutica.
     
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    L'Egregio e stimatissimo Sig. Pier Tulip scrive:

    Vorrei far osservare a Giovanni della Teva, quant'anche ve ne fosse bisogno, che dalla testimonianza di Giuliano (l'Apostata, l'ultimo imperatore romano non cristiano) in Contra Galileos tutti i cristiani venivano definiti Galilei. Si tratta di una denominazione di provenienza geografica e non un nome proprio.

    I cristiani venivano definiti Galilei dal nome del loro fondatore "il Galileo".

    La loro denominazione non deriva dalla provenienza geografica ma dal nome del loro fondatore.

    Giuda prese il soprannome di Galileo perchè a capo di un gruppo "Galilaios" che identificava una parte del movimento insurrezionale nazional religioso e social giudaico che trovava aderenti e operava proprio in Galilea,

    Antichità giudaiche libro XVII, 27: "Questo Giuda, a Seffori, in Galilea, mise insieme un numero di uomini disperati e assalì il palazzo reale, prese tutte le armi che vi erano immagazzinate, armò ognuno dei suoi uomini e se ne andò con tutte le proprietà che potè prendere."



    Possiamo apprendere dei "Galilaios" anche dal vangelo di Luca 13,1: "In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici."


    Quindi il termine Galileo non deriva dalla località geografica di provenienza, perchè sappiamo da Antichità Giudaiche libro XVIII,

    4: "Ma un certo Giuda, un Gaulanita della città chiamata Gamala,......." che non era una città della Galilea, infatti la sua città era Gamala in Gaulanitide una regione al confine con la Siria,

    dove proprio aveva combattuto suo padre Ezechia,

    Antichità Giudaiche libro XIV, 159: "Venuto a sapere (riferito a Erode il Grande) che Ezechia un capo bandito, con un numeroso seguito, infestava ai confini della Siria con una numerosa banda".


    Avvalendosi di una buona conoscenza dei testi cristiani, l'imperatore Giuliano scrisse un trattato in tre libri, per combattere « l'empia setta dei seguaci del Galileo » Dimostrazione lampante dell'esistenza storica del Galileo; l'opera venne più tardi sistematicamente distrutta e, se ne conosciamo i punti essenziali, lo dobbiamo alla confutazione che ne stese, qualche decennio più tardi, il vescovo Cirillo di Alessandria.

    CITAZIONE
    Se la parola Galileo volesse significare zelota i cristiani al tempo di Costantino e di Giuliano non sarebbero esistiti.

    Si sono semplicemente trasformati in un arco di tempo durato tre secoli attraverso l'azione riformatrice di Paolo di Tarzo o chi per lui, degli evangelisti, dei padri apologisti e con l'introduzione di numerosi concetti mitologici (tra questi la verginità della Madre con l'intervento dello Spirito Santo, il contesto della sua nascita, i miracoli, la resurrezione, le apparizioni, l'ascensione eccetera).



    CITAZIONE
    Non capisco anche perché si voglia poi attribuire a Giuda il Galileo un figlio detto Gesù, mai riportato da Giuseppe Flavio,

    Perché risulta dalle contraddizioni, censure e interpolazioni dei testi a lui riguardanti.



    Un caro saluto

    Edited by Giovanni della Teva - 30/5/2013, 14:18
     
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    Certo, capisco che è difficile far cambiare certe convinzioni radicate.
    Ma prendiamo questa citazione portata da Giovanni della Teva:
    "Ma un certo Giuda, un Gaulanita della città chiamata Gamala,......." che non era una città della Galilea, infatti la sua città era Gamala in Gaulanitide una regione al confine con la Siria,..."
    a mio avviso è assolutamente controproducente per la sua tesi.
    Giuda il Galileo fu così nominato perché imperversò in Galilea e solo successivamente si trasferì a Gamala dove forse era anche nato.
    Riporto un piccolo estratto dal mio libro che non sarà più contenuto nella prossima edizione di KRST in quanto disconosco ogni possibile collegamento storico con Gesù e il cristianesimo del primo secolo:

    In AG XVII,271-272 leggiamo:
    "V'era Giuda, figlio del capo bandito Ezechia, che era stato uomo di grande potere e fu catturato da Erode solo con molta difficoltà. Questo Giuda, a Seffori, in Galilea, mise insieme un numero di uomini disperati e assalì il palazzo reale, prese tutte le armi che vi erano immagazzinate, armò ognuno dei suoi uomini e se ne andò con tutte le proprietà che poté prendere..."

    .....

    la famiglia di Ezechia, e probabilmente del padre Matthan e del fratello Giacobbe, era originaria di Seffori, la capitale dalla Galilea, qui si concentrano tutte le azioni dei patriarchi Galilei:
    GG II,56: “A Sepphoris, nella Galilea, Giuda, figlio del capobrigante Ezechia, che un tempo aveva infestato quel paese ed era stato catturato dal re Erode, avendo raccolto una banda non piccola fece irruzione negli arsenali regi e, riforniti di armi i suoi, attaccava gli altri che aspiravano al potere.

    Seffori fu distrutta dai Romani, da Vaio agli ordini di Quintilio Varo, nel 4 a.C. in seguito alla rivolta organizzata da Giuda, poi ricostruita da Erode Antipa figlio di Erode "il Grande" che la ricostruì per farne la sua capitale con i canoni architettonici romani, con il teatro e i templi.
    Seffori corrisponde all'odierna Zippori che dista solo sei chilometri dall'odierna Nazaret.
    Dopo la distruzione di Seffori è probabile che Giuda si trasferì a Gamala che considerava molto più sicura, e anche Giuseppe, ed è quindi estremamente probabile che Gesù, nato prima della distruzione di Seffori, abitasse in questa città o nella vicina Nazaret se esisteva; questa fuga, avvenuta tre anni dopo la nascita di Gesù, potrebbe corrispondere alla fuga in Egitto dei Vangeli.


    Cioè Giuda detto il Galileo era un Gaulanite. La città natale di Gesù invece era certamente in Galilea e non a Gamala. Si vedano le numerose discussioni in questo forum.
     
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    L'Egregio e stimatissimo Signor Pier Tulip scrive:

    Cioè Giuda detto il Galileo era un Gaulanite. La città natale di Gesù invece era certamente in Galilea e non a Gamala. Si vedano le numerose discussioni in questo forum.

    San Paolo, la prima persona che scrive di Gesù Cristo non riporta mai nelle sue lettere Nazaret.


    Gamala la città che esisteva, ma censurata nel nuovo testamento e dalle cartine geografiche al tempo di Gesù, Nazaret la città che doveva esserci secondo il nuovo testamento ma che nessun storico contemporaneo ne parla.

    Gesù Cristo” percorse, in lungo e in largo, la Palestina; ha navigato e passeggiato su e giù per il lago di Tiberiade, ha fatto miracoli e discorsi in città e villaggi molto meno importanti, ma a Gàmala no!: la evitava. Così come la evitava il geniale Apostolo, da Lui nominato “post mortem”, San Paolo, il quale, ligio alle "consegne" ricevute dal Maestro al momento della “folgorazione”, doveva visitare tutte le Sinagoghe tranne quella di Gàmala.
    In quella città, Paolo, non doveva fare proselitismo cristiano per la salvezza delle anime, né miracoli da lasciare in ricordo. Lo stesso dicasi per gli Apostoli, Simone Pietro, Giacomo, Giovanni eccetera nonché i membri al completo della “prima comunità cristiana”.

    Eppure questa città era (ed è) vicina al lago di Tiberiade, sul ciglio di un monte, con un precipizio, Sinagoga, attività produttive, sembra, anzi è la descrizione della “Nazaret” dei Vangeli.


    Ad esempio:

    Marco 3,7"......intanto si ritirò presso il mare (lago di Tiberiade) con i suoi discepoli e lo seguì molta folla....." Mc 3,13 "Salì poi sulla montagna (o monte), chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono con lui" (dodici persone non la folla precedente).... Mc 3,20 "Entrò in casa e si radunò attorno a lui molta folla (quindi in quel monte abitava tanta gente, c'era una città), al punto che non potevano nemmeno prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo uscirono (dalla loro casa, perché abitavano in quella città) per andare a prenderlo.........." Mc 3,31 "Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori lo mandarono a chiamare..............."
    E' chiaro che sua madre e suoi fratelli vivevano in una città sopra il monte che si trovava vicino al lago di Tiberiade cioè Gàmala

    Matteo 8,1 "Scese dal monte e molta folla lo seguì..........Entrato in Cafàrnao.........." Sul monte non c'é folla se nel monte non esiste una struttura abitativa e quella era la città di Gàmala. L'evangelista non ha voluto nemmeno nominarla perchè? Perché quella era la città della stirpe dei Galilei e doveva essere assolutamente censurata

    Uno potrebbe dire che la folla era salita prima con Gesù, ma allora sarebbe stato scritto " scese dal monte con tutta la folla" molta folla significa che una parte di persone restarono nel monte e non si resta nel monte se non esiste una struttura abitativa, quella struttura abitativa era Gàmala.


    Luca 4,16 " Si recò a Nazaret, dove era stato allevato;"..........................................
    28 All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29 si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.


    Giovanni

    "Nonostante che l'L'evangelista Giovanni o chi per lui, per nascondere meglio la verità su Gamala ambienti quasi tutta la vita pubblica del suo Messia Gesù Cristo a Gerusalemme o vicino a Gerusalemme ad esempio Betania" indica involontariamente ma chiaramente che la sua patria o paese era Gamala.

    Infatti:Gv.[1/35] Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli
    [1/36] e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!".
    [1/37] E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
    [1/38] Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro), dove abiti?".
    [1/39] Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
    [1/40] Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
    [1/41] Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)"
    [1/43] Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: "Seguimi".
    [1/44] Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.

    Riflessioni; Gesù appena battezzato, da Giovanni che operava oltre il Giordano, porta a casa sua, Andrea e Pietro che lo seguivano. Il giorno dopo da casa sua parte per la Galilea. Ma come Nazareth non è in Galilea? Allora se la sua casa non è in Galilea, in quale sito è posta? Parte da casa sua, e nel tragitto incontra Filippo, che era di Betsaida, come lo erano Pietro e Andrea. Ciò significa che Gesù era partito da casa sua, cioè Gamala che si trovava prima di Betsaida nella parte opposta della Galilea.A est c'era Gamala in mezzo Betsaida, e a ovest la Galilea.


    Un caro saluto e un caloroso ringraziamento a chi mi fa notare qualche mio errore
     
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    Non è mia intenzione ribattere punto per punto all'ottimo Giovanni della Teva.
    Riconosco che le argomentazioni portate hanno un certo fascino, ma per chi non è convinto che la città di Gesù fosse Gamala ci sono diversi argomenti per negare questa cittadinanza.

    CITAZIONE
    E' chiaro che sua madre e suoi fratelli vivevano in una città sopra il monte che si trovava vicino al lago di Tiberiade cioè Gàmala

    Matteo 8,1 "Scese dal monte e molta folla lo seguì..........Entrato in Cafàrnao

    Infatti. Ma c'è un'altra città proprio vicino a Cafarnao che più si addice a queste descrizioni.
    Io la individuo in
    "Alla base del monte Nitai, però, quasi sotto il precipizio, è attualmente in corso lo scavo di una città, alla periferia dell'odierna città di Hamam, probabilmente l'antica Arbela, visto che gli scavi sul monte Arbel sono insignificanti tranne per la presenza di una sinagoga. Anche ad Hamam è stata rinvenuta una sinagoga con un finissimo mosaico che rappresenta i costruttori del tempio e mi fa venire in mente Giuseppe il padre di Gesù."
    Qui lo dico ma anche lo nego perché è molto più probabile che Gesù proveniva dall'Egitto.
    Inoltre c'è un'atra località che da tempo immemorabile Negev e Abramo avrebbero dovuto riportare e che a parer loro si addice alla Nazaret dei Vangeli e che non è Gamala.

    Per quanto riguarda il seguente passo

    [1/37] E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
    [1/38] Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro), dove abiti?".
    [1/39] Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

    per me esso non indica niente di geografico, è solo una delle tante allegorie solari. Si veda KRST pag. 108
     
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    L'Egregio e stimatissimo Sig. Pier Tulip scrive:

    Infatti. Ma c'è un'altra città proprio vicino a Cafarnao che più si addice a queste descrizioni.
    Io la individuo in
    "Alla base del monte Nitai, però, quasi sotto il precipizio, è attualmente in corso lo scavo di una città, alla periferia dell'odierna città di Hamam, probabilmente l'antica Arbela, visto che gli scavi sul monte Arbel sono insignificanti tranne per la presenza di una sinagoga. Anche ad Hamam è stata rinvenuta una sinagoga con un finissimo mosaico che rappresenta i costruttori del tempio e mi fa venire in mente Giuseppe il padre di Gesù."
    Qui lo dico ma anche lo nego perché è molto più probabile che Gesù proveniva dall'Egitto.
    Inoltre c'è un'atra località che da tempo immemorabile Negev e Abramo avrebbero dovuto riportare e che a parer loro si addice alla Nazaret dei Vangeli e che non è Gamala.

    Antichità Giudaiche libro XVIII, 4: Ma un certo Giuda, un Gaulanita della città chiamata Gamala,


    La discussione riguarda la relazione tra Giuda il Galileo, il suo primogenito e Gamala. Altre città che non sono Gamala sono buchi nell'acqua.



    Un caro saluto e un grande ringraziamento.
     
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    CITAZIONE (Giovanni della Teva @ 30/5/2013, 15:58) 
    CITAZIONE
    L'Egregio e stimatissimo Sig. Pier Tulip scrive:

    Infatti. Ma c'è un'altra città proprio vicino a Cafarnao che più si addice a queste descrizioni.
    Io la individuo in
    "Alla base del monte Nitai, però, quasi sotto il precipizio, è attualmente in corso lo scavo di una città, alla periferia dell'odierna città di Hamam, probabilmente l'antica Arbela, visto che gli scavi sul monte Arbel sono insignificanti tranne per la presenza di una sinagoga. Anche ad Hamam è stata rinvenuta una sinagoga con un finissimo mosaico che rappresenta i costruttori del tempio e mi fa venire in mente Giuseppe il padre di Gesù."
    Qui lo dico ma anche lo nego perché è molto più probabile che Gesù proveniva dall'Egitto.
    Inoltre c'è un'atra località che da tempo immemorabile Negev e Abramo avrebbero dovuto riportare e che a parer loro si addice alla Nazaret dei Vangeli e che non è Gamala.

    Antichità Giudaiche libro XVIII, 4: Ma un certo Giuda, un Gaulanita della città chiamata Gamala,


    La discussione riguarda la relazione tra Giuda il Galileo, il suo primogenito e Gamala. Altre città che non sono Gamala sono buchi nell'acqua.



    Un caro saluto e un grande ringraziamento.

    Caro Giovanni il sig tulip non capirà mai quello che stai dicendo ,lui che ha scritto un libro delle cui pagine ci stiamo ancora pulendo il culo !!!
     
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