Iskariot 4

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  1. Hard-Rain
     
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    Anche σχεδια significa infatti "zattera" in greco, come ho scritto nel documento.

    Ho spulciato una fonte interessante: san Girolamo, l'autore della vulgata latina. Egli nei suoi trattati non spiega esattamente l'etimologia del termine Iscariota, probabilmente non la conosceva neppure lui (visse nel V secolo d.C.) però in alcuni passaggi che si trovano nel Commentario a Matteo e nel Liber interpretationis Hebraicorum nominum riporta alcune idee interessanti al riguardo.

    Nel Commentario a Matteo fa risalire Iscariota a:

    (1) Da un villaggio (latino "vicus") da cui proveniva o era nato. Scrive Girolamo: "Iudas autem Scariothes vel a vico in quo ortus est ..." Evidentemente questa è la tesi del Yeudah ish Qeriot che abbiamo trattato.

    (2) Da Issachar, attraverso Genesi 30:18. Quando Lia dietro compenso riuscì ad avere un figlio da Giacobbe, lo chiamò Issachar. Il passo Gen. 30:18 secondo la traduzione CEI legge: "Lia disse: «Dio mi ha dato il mio salario, per avere io dato la mia schiava a mio marito». Perciò lo chiamò Issacar." Da qui, probabilmente, Girolamo dedusse che Issacar è equivalente a "salario" o "compenso" per cui Giuda "Iscariota" sarebbe derivato da questa parola come simbolismo del compenso che ricevette per il tracimento di Gesù: "Issachar enim interpretatur merces ut significetur pretium proditoris" cioè, traduco: "Issacar, infatti, si interpreta compenso dal significato del prezzo del tradimento".

    Girolamo, nel complesso, non sembra molto preoccupato dalla presenza o assenza della "I" davanti a Iscariota o dalla caf al posto della kuf. Ricordo che nella vulgata egli confermò "Scarioth" e "Scariothes". In Gen. 30:18 tradusse con Isachar.

    Shalom.
     
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  2. Elisha Kimron
     
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    QUOTE
    "Issacar, infatti, si interpreta compenso dal significato del prezzo del tradimento".

    Ricordo che una derivazione da questa radice (con shin invece che con samech) l'aveva avanzata Margalit. C'è il problema della desinenza "iot" che indica un termine femminile al plurale e lei lo aveva spiegato con sachariot (donne che si offrono dietro compenso). Tu non l'hai inserita questa, non ricordo di averla letta, è anche interessante, spiega il perché non fu spiegato questo termine in greco (per pudore).
    Shalom
     
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  3. Hard-Rain
     
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    Posso inserirla, certamente. Comunque anche Girolamo non aveva le idee chiarissime, purtroppo ci ha lasciato solo queste vaghe indicazioni. Oltretutto il collegamento con Gen. 30:18 lo fanno i commentatori di Girolamo che scrisse il commento al vangelo di Matteo dove si trovano i passaggi in latino che ho citato. Cioè si pensa che Girolamo avesse in mente Gen. 30:18. Penso comunque che valga la pena di riportare nel documento anche questa considerazione.

    Shalom.
     
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    QUOTE (Elisha Kimron @ 29/11/2007, 18:18)
    QUOTE
    Allora però ho un dubbio. Cosa leggiamo in Neg. 12,1? Iskaria (caf), Isqaria (kuf) o Isqadia con la dalet?

    Da una ricerca filologica che ho appena effettuato mi risulta che il termine in principio era "Iskedia" con la caf.
    Abbiamo infatti le seguenti versioni risalenti intorno al primo medioevo:
    אסקריא (Isqaria, leggibile anche asqaria)
    אסקדיא (Isqadia)
    אסכריה (Iskaiah)
    אכסדיא (acsadia)
    Tutti gli scrittori tranne qualcuno sono d'accordo che si tratta di una zattera, qualcuno pure spiega come è fatta: un insieme di travi legate fra loro che serve per attraversare i fiumi.
    Altri dicono che è una cabina costruita sul palo di una nave, altri ancora parlano di una casa su palafitte.
    Ma è chiaro che questo termine originalmente era אסכדיא (Iskedia) con la caf e la dalet perché in greco ha la x e la delta.

    Shalom

    Ed ecco la prova, nel Sifrà, un Midrash antichissimo che fu scritto prima delle due versioni del Talmud, questa è la prima edizione stampata, Venezia 1550:
    image
    Riporta proprio אסכדיא(Iskedia=zattera).
    L'edizione è consultabile anche via internet a questo link Sifrà, ed Venezia 1550

    Shalom


    Scusate dimenticavo il riferimento è Sifrà, p. Mezzorà 5,4.
    Metto anche il link diretto: http://www.daat.ac.il/daat/vl/sifra/sifra06.pdf
    Sta a pagina 13 del pdf, colonna destra.

    Shabbat Shalom
     
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    Ops, qui c'è una correzione proprio nel nostro termine, si tratta dell'edizione della Mishnàh con il commento di Rambam stampata a Napoli nel 1492.
    Il tipografo napoletano aveva commesso l'errore di invertire l'ordine caf-dalet scrivendo Iksediah invece di Iskedia, come vedete il termine fu corretto a mano con un altro termine, naturalmente è logico che si tratta di Iskedia, anche se scritto così lo si può leggere Iskeriah (o Iskariah).
    Tutte le edizioni moderne della Mishnàh riportano Isqaria (q per quf), tranne che l'edizione conil comento di Rambam curata dal prof. rav Kapach che riporta invece Iscariah (con caf e he finale).

    Questo il link diretto dalla biblioteca virtuale dell'Università ebraica :
    Mishnàh Napoli 1492
    La pagina è quella che si vede nella foto (314) il testo è quello discusso di nega'im 12,1.

    Shalom
     
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    ps. cliccare nella foto per ingrandire
     
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  7. Hard-Rain
     
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    Abramo, un attimo per i non esperti.

    Nel caso del Midrash Sifrà che hai citato e che legge Iskedia siamo davanti a un passo diverso di Neg. 12,1 vero?

    Nel caso della Mishnàh che hai citato qui sopra stai parlando proprio di Neg. 12,1? Nell'edizione a stampa del 1492 leggiamo Iskedia (con l'errore di stampa che segnali). Le edizioni moderne della Mishnah di cui parli riportano invece Isqaria con la kuf? Perchè non c'è Iskedia? Considerano Isqaria più autorevole?

    Shalom
     
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    Il Sifrà tratta lo stesso argomento di Negaim 12,1. Ma non è lo stesso passo.
    Quell'altro si è Negaim 12,1
    Si tratta di un errore di stampa.
    Ci risentiamo dopo lo Shabbat

    Shabbat Shalom
     
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  9. Hard-Rain
     
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    Nuova edizione aggiornata del documento, 02.12.2007,

    https://digilander.libero.it/Hard_Rain/ISCARIOTA.pdf

    Ho aggiunto anche un menù nei segnalibri PDF in modo da rendere più agevole la consultazione.

    Shalom.
     
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  10. Elisha Kimron
     
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    Ho visto che hai anche cambiato l'impostazione generale dei capitoli, buona, complimenti, ma non mi fare rileggere tutto, dammi per favore un elenco degli aggiornamenti.
    Il documento è scritto molto bene tranne quelle piccolezze che ti avevo segnalate.
    Altre osservazioni: non hai parlato dello scambio kaf-Quf che avviene già a livello biblico.
    Non hai corretto tutte le occorrenze del termine shevàh di Abramo, bisogna togliere la h ---> shevà.

    Shalom


    QUOTE (Abramo @ 30/11/2007, 15:37)
    Si tratta di un errore di stampa.

    Ma come un errore di stampa, ma hai controllato nei manoscritti?

    Shalom


    QUOTE
    Il tipografo napoletano aveva commesso l'errore di invertire l'ordine caf-dalet scrivendo Iksediah invece di Iskedia, come vedete il termine fu corretto a mano con un altro termine, naturalmente è logico che si tratta di Iskedia, anche se scritto così lo si può leggere Iskeriah (o Iskariah).

    A me pare che sia una resh, ha anche cancellato או e riscritto והאסכריה . Hai notato?

    Shalom
     
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    QUOTE (Elisha Kimron @ 2/12/2007, 11:23)
    non hai parlato dello scambio kaf-Quf che avviene già a livello biblico.

    In I Sam 17.5, Is. 59:17 e Ez. 27:10, 38:5 abbiamo כובע scritto con caf.

    I sam 17:38 e Ez.23:24 abbiamo קובע scritto con kuf

    Inoltre anche in Aramaico Unkelos קובעיא (con kuf) e pseudo Yonathan כובעיא (con caf)
    traducono l'ebraico מגבעת (con ghimmel) di Esodo 39:28

    QUOTE
    Ma come un errore di stampa, ma hai controllato nei manoscritti?

    Già fatto ho consultato anche l'A50 di Kaufman, ma devo metterli in rete, più tardi pubblico qualche foto.

    QUOTE
    A me pare che sia una resh, ha anche cancellato או e riscritto והאסכריה . Hai notato?

    Si ho notato e ci resterebbe da spiegare la versione del Talmud Yerushalmi che in tutte le versioni che ho controllato riporta Iscaria (con caf), ho consultato anche una vecchia stampa del sefer ha'aruch che cita quel passo.

    Shalom


     
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  12. Hard-Rain
     
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    Elisha Kimron wrote:

    CITAZIONE
    dammi per favore un elenco degli aggiornamenti

    Non ci sono grosse cose che vi riguardano, nel senso che coinvolgono aspetti della lingua ebraica:

    1) aggiunto il paragrafo 3.3.5 con le testimonianze di Tommaso d'Aquino (Catena Aurea) e Girolamo (Liber de Nominibus Hebraici) in latino;

    2) aggiunto il par. 7.2.4.1 sul cambio kappa gamma nella tradizione manoscritta greca: vi dico la verità, ci credo poco anche io però mi sembrava giusto almeno segnalare la possibilità, ovvio che il discorso richiede un esame approfondito;

    3) nel paragrafo 7.1 ho aggiunto le considerazioni sulla trasmissione di isqaria, iskedia, iskaria ecc... in Neg. 12,1 e nel passo del Midrash;

    4) ho corretto qualche errore di ortografia, per esempio ho il brutto vizio di scrivere tetha invece di theta, corro ai ripari perchè come mi segnalate qualche shevàh è scappato.

    Shalom.
     
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    Questo è l'A50 di Kaufman, il manoscritto più autorevole della MIshnàh.
    Nel termine in questione non si capisce se è una caf con daghesh o una samech. Non far caso alla vocalizzazione che è tarda e non è dello stesso scribba ( infatti non è considerata attendibile).
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    Questo è uno dei due conservati a Parma, nella biblioteca palatina. Non ci sono dubbi, il termine è Iskedia (con caf e dalet) anche se la vocalizzazione non è corretta.

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    Questo è l'altro. Ma che pasticcio!

    Ora passiamo allo Yerushalmi Berachot cap. 4, hal. 5:
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    questo è il famoso primo commento di rav. Shlomo bar Yosef. come vedete riporta "Iscaria" (con caf e resh)
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    Questa invece è l'Aruch che alla voce "Seda" riporta la citazionne del Talmud Yerushalmi, come vedete è identica.
    Per Hard Rain : nota che questo termine "seda" esiste anche nella forma "Isda" cioè prende l'Alef prosteticum. Il termine Isda è scritto anche con una yud mater lectionis per indicare che la alef va letta con "i" e questo significa che il termine senza il prosteticum è pronunciato con uno shevà, cioè una "e" brevissima nella samech.
    Si noti che il termine usato frequentemente nel talmud per zattera è Isda. Iskedia rappresenta un termine raro non sempre ben identificato questo spiega tutta la varietà di versioni.

    Shalom
     
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  14. Elisha Kimron
     
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    Askadia , Iskedia, Iscaria, Askaria Iskeria, Iksedia :D
    E' un termine straniero e nessuno sapeva bene cosa si intendeva vedi in Nazir 55a, leggi il commento di Rashi e fai un sorriso.

    Shalom
     
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    Tu hai visto Steinsalts?
    Ha una nota etimologica a lato sinistro.

    Shalom
     
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50 replies since 28/11/2007, 23:18   725 views
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