Iskariot 1

Un enigma nel Nuovo Testamento

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  1. Elisha Kimron
     
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    Mi spiegate come mai in Giovanni 6,70 le traduzioni traducono:
    Giuda, figlio di Simone Iscariota
    e in Giovanni 13,2 e 13,26 invece:
    Giuda Iscariota, figlio di Simone?
    Shalom
     
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  2. Elisha Kimron
     
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    QUOTE (Abramo @ 10/10/2007, 13:37)
    Un'altra possibile interpretazione di Ish Keriot potrebbe essere: "Uomo di città (al plurale)", non so cosa può voler dire, forse un viaggiatore, uno che si sposta da una città all'altra.

    Un commerciante.
    Vorrei segnalare ad Hard che questa interpretazione ha ugual valore linguistico perfettamente come quella che intende Keriot come un nome di città.

    QUOTE
    Inoltre se si pensa ad una traslitterazione allora si deve tener conto che la Kuf ebraica si traslittera con la Kappa greca, mentre gli altri casi che abbiamo supposto come "uomo delle sacchette", in quel caso "cariot" è scritto con caf e il greco lo traslittera con Ki (X).

    Infatti Lachish in greco è scritta con x.

    Shalom

     
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    Lachish è scritto con caf: לכיש e sta nello stesso capitolo 15 di Yehoshua al verso 39 e קריות חצרון (kriot Chezron) nel verso 25.
    A proposito di Lachish, oggi ho fatto l'upload di una foto di un'incisione nella pietra che illustra la crocifissione durante la sua conquista, dovrei postarla nel forum, ricordo che da qualche parte ne avevo parlato.

    Shalom
     
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    "Se si sostiene che lo scrittore non capiva il senso di iskariot e lo ha lasciato così non si può parlare di traslitterazione. Se lo scrittore/ traduttore lo avesse letto in un testo ebraico avrebbe scritto il soprannome con due termini separati perchè così verrebbe scritto in ebraico: איש קריות (Ish Keriot)"

    Questo se avesse trovato il nome che non capiva scritto davvero in due parole,ma sappiamo, o almeno così avviene per il greco, che nei manoscritti le parole sotto tutte attaccate.
    Anziché pensare alla traduzione di un originale ebraico fatta da un greco incompetente si può pensare ad un semitismo di pensiero, cioè un autore madrelingua ebraica che scrive in greco. Come giustificare però che un ebreo non traduca con "uomo di x" ma lasci la forma ebraizzante? Forse perché quella designazione, cioè "Iscariota", era diventata un vero e proprio nome per distinguere Giuda il traditore dall'apostolo omonimo, e dunque essendo questo appellativo sulla bocca di tutti come segno distintivo, non ha creduto opportuno di doverlo tradurre perché ormai era una forma cristallizzata, tanto che al posto di "Giuda Iscariota" si poteva dire semplicemente "l'Iscariota".

    "si tenga pure conto che il nome della città Keriot non è traslitterato correttamente nemmeno nella LXX in Geremia 41:24, che lo scrive con teta finale invece che tau (Καριωθ)"

    Questo può essere un problema di omofonia, una traslitterazione fatta ad orecchio: la theta a seconda dei tempi e dei luoghi s'è pronunciata come la "th" dell'inglese "think", come la "z" di pazzo, o anche come una semplice "t".
     
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  5. Stella Maris2
     
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    QUOTE (Elisha Kimron @ 10/10/2007, 13:56)
    Mi spiegate come mai in Giovanni 6,70 le traduzioni traducono:
    Giuda, figlio di Simone Iscariota
    e in Giovanni 13,2 e 13,26 invece:
    Giuda Iscariota, figlio di Simone?
    Shalom

    Nel Greco è identico in tutti e tre i passaggi, forse c'è qualche altro manoscritto differente.


    QUOTE (Hard-Rain @ 10/10/2007, 10:13)
    Nel fine settimana vorrei mettere per iscritto queste considerazioni, con la parte greca in modo che sia tutto più chiaro e formalizzato meglio. Se mi autorizzate vorrei utilizzare anche le vostre considerazioni linguistiche sulla parte di pertinenza ebraica. Se avete piacere citerò i vostri nomi originali (che dovrete comunicarmi) come fonte del documento visto che la proprietà intellettuale è vostra: si tratta di una forma di tutela che utilizzo sempre con Abramo quando mi dà delle consulenze "speciali". Ditemi che ne pensate.

    Shalom.

    Puoi citare il forum, è più semplice. Il mio nome è Cochav Yona Menachem.


    QUOTE (Polymetis @ 10/10/2007, 14:52)
    "si tenga pure conto che il nome della città Keriot non è traslitterato correttamente nemmeno nella LXX in Geremia 41:24, che lo scrive con teta finale invece che tau (Καριωθ)"

    Questo può essere un problema di omofonia, una traslitterazione fatta ad orecchio: la theta a seconda dei tempi e dei luoghi s'è pronunciata come la "th" dell'inglese "think", come la "z" di pazzo, o anche come una semplice "t".

    Secondo me Abramo si sbaglia, credo che la theta sia l'esatta corrispondenza della tav finale che si pronuncia come nell'inglese "th", è il nuovo testamento a traslitterare male.
     
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  6. Hard-Rain
     
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    Abramo anche Barabba, Bartimeo, Barjona, Bariesus, ecc... sono scritti tutti attaccati nei manoscritti greci del Nuovo Testamento anche se laciano intuire una derivazione aramaica: bar (figlio) + Abba (Padre) o Jona, Iesus, Timeus, ecc... Eppure i copisti hanno riportato tutto attaccato. Anche altre parole (ricordate il Boaneghers di Marco?) sono scritte tutte attaccate. Però ad esempio Marco di Boaneghers riporta sia la traslitterazione in greco, sia la traduzione e spiega cosa significa secondo lui (dualità marciana). Nel caso di iscariota, invece, anche Marco è silente.

    Va poi tenuto presente che i mss. greci erano sottoposti alla ferrea regola della scriptio continua. Nel mondo greco romano la pratica era ancora più rigida che nel caso giudaico, per esempio nei mss. greci della LXX (antecedenti Cristo) scritti da ebrei si notano misteriose e ingiustificate violazioni della scriptio continua tra le parole che si pensa derivino dall'originale ebraico/aramaico. La frequenza di queste lacune è superiore a quella delle opere greco-romane (nel mio sito ci sono alcune immagini e trascrizione dei papiri della LXX, guardate in particolare P.Fouad 266a se non ricordo male). Ora i mss. neotestamentari sono tutti di area egiziana o derivano comunque dall'area romana (pur essendo sopravvissuti in Egitto) di conseguenza dobbiamo aspettarci molte meno violazioni gratuite della scriptio continua. E infatti così è, sono un caso misto tra i papiri più antichi della LXX e l'altro estremo costituito dalle opere greco-romane (filosofi, poeti, commedie, prose ecc...).

    Il fatto è che il Καριωθ della LXX è esattamente la seconda parte di Iscariota nei vangeli di Marco (considerato il più antico dalla filologia neotestamentaria) e Luca. A me questa coincidenza fa pensare.
     
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    QUOTE (Hard-Rain @ 10/10/2007, 17:12)
    Abramo anche Barabba, Bartimeo, Barjona, Bariesus, ecc... sono scritti tutti attaccati nei manoscritti greci del Nuovo Testamento anche se laciano intuire una derivazione aramaica: bar (figlio) + Abba (Padre) o Jona, Iesus, Timeus, ecc... Eppure i copisti hanno riportato tutto attaccato.

    Lo so, sono cose che però vanno in contrasto per esempio con il comune uso neotestamentario di "huion antropou" (figlio dell'uomo) che ha dato seguito a fraintendimenti. "Huion antropou" traduce l'ebraico "ben Adam", che letteralmente significa: appartenente all'umanità, Adam qui significa umanità e "ben" in questo caso indica appartenenza (non significa propriamente"figlio").
    Perchè il traduttore non ha tradotto con un solo termine corrispondente a "uomo" o "umano"?

    IN Atti (anche se non si suppone un originale ebraico) ricorre l'espressione "Αλεξανδρευς τω γενει "(Atti 18:24) che in ebraico richiederebbe la semplice anteposizione del termine "Ish" al nome di Alessandria, sarebbe l'equivalente di Ish Keriot: Καριωθευς τω γενει. Nel vangelo ricorre invece l'espressione ebraicizzata: "Ανθρωπον Κυρηναιον". Lecito chiedersi come mai lo scrittore non ha fatto lo stesso usando un'espressione in Greco ebraicizzata nel caso di Yehuda?
    Io credo che l'ipotesi della città di Keriot è da scartare perchè i soprannomi, essendo dei nomi, in greco vengono traslitterati e in questo caso avremmo avuto una traslitterazione perfetta con una teta finale e non una tau, come invece riporta il vangelo: "Ισκαριωτης".
    Riporto di seguito alcuni nomi in Greco che sono le traslitterazioni di nomi ebraici che terminano con la lettera ebraica tav (fra cui Keriot)
    Καριωθ
    Ιαφεθ
    Ασενεθ
    Σαλωμιθ
    Βασεμαθ
    Ναβαιωθ
    Come vedi i nomi Keriot, Yafet, Osnat (gr. Asenet), Salomit, Basemat, Nabaiot tutti terminano con teta, anche il nome ""Ισκαριωτης"" sarebbe dovuto essere scritto:"Ισκαριωθης".

    Riporto di seguito altri nomi greci che sono le traslitterazioni di nomi ebraici che terminano questa volta con la lettera ebraica tet :

    Αραρατ
    Λωτ
    Ελιφαλετ
    Ιωσαφατ
    Ναβατ

    Ararat, Lot,Elifallet, Yosafat, Nabat,
    come vedi tutti terminano con la lettera greca tau.

    QUOTE
    Il fatto è che il Καριωθ della LXX è esattamente la seconda parte di Iscariota nei vangeli di Marco (considerato il più antico dalla filologia neotestamentaria) e Luca. A me questa coincidenza fa pensare.

    Riassumendo:
    LXX: Καριωθ
    Vangeli: καριωτης
    Se comprendesse il nome della città "Καριωθ" sarebbe: Ισκαριωθης

    Quello di Marco porta anche l'articolo "o" che potrebbe escludere l'ipotesi della "provenienza" e raforzare quella del "mestiere" perchè se anche questa è una traslitterazione dall'Ebraico, l'Ebraico non ammetterebbe l'articolo nel primo caso, nel secondo invece si (l'articolo in Ebraico si attacca al termine e diviene una sola parola).

    Shalom

    QUOTE (Stella Maris2 @ 10/10/2007, 15:48)
    Secondo me Abramo si sbaglia, credo che la theta sia l'esatta corrispondenza della tav finale che si pronuncia come nell'inglese "th", è il nuovo testamento a traslitterare male.

    E' quello che ho scritto. Rileggi meglio.

    Shalom
     
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  8. Stella Maris2
     
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    QUOTE (Abramo @ 10/10/2007, 21:37)
    QUOTE (Stella Maris2 @ 10/10/2007, 15:48)
    Secondo me Abramo si sbaglia, credo che la theta sia l'esatta corrispondenza della tav finale che si pronuncia come nell'inglese "th", è il nuovo testamento a traslitterare male.

    E' quello che ho scritto. Rileggi meglio.

    Shalom

    Si è vero, ho letto meglio. Però Abbrà, sei tu l'imbranato che hai dimenticato una virgola (dopo "nemmeno") e inverti sempre le parole alla israeliana, :biggrin2.gif: rileggiti meglio tu:

    QUOTE (Abramo @ 10/10/2007, 13:37)
    Forse è un ingarbuglio dei successivi copisti, si tenga pure conto che il nome della città Keriot non è traslitterato correttamente nemmeno nella LXX in Geremia 41:24, che lo scrive con teta finale invece che tau (Καριωθ), il vangelo riporta Iskariota sempre con tau.

    Allora come d'accordo sposto la discussione sulla sezione linguistica.

     
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  9. Elisha Kimron
     
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    QUOTE (Stella Maris2 @ 10/10/2007, 15:48)
    QUOTE (Elisha Kimron @ 10/10/2007, 13:56)
    Mi spiegate come mai in Giovanni 6,70 le traduzioni traducono:
    Giuda, figlio di Simone Iscariota
    e in Giovanni 13,2 e 13,26 invece:
    Giuda Iscariota, figlio di Simone?
    Shalom

    Nel Greco è identico in tutti e tre i passaggi, forse c'è qualche altro manoscritto differente.

    Nessuno conosce la risposta a questa domanda? Hard Rain? Abramo? Polymetis?
    Questi versi sono la prova che ad essere chiamato Iscariota era solo il figlio Giuda e non il padre, un altro verso di Giovanni soprannomina Iscariota il Giuda, senza ricordare il padre Simone, come nei sinottici.



    QUOTE
    QUOTE (Hard-Rain @ 10/10/2007, 10:13)
    Nel fine settimana vorrei mettere per iscritto queste considerazioni, con la parte greca in modo che sia tutto più chiaro e formalizzato meglio. Se mi autorizzate vorrei utilizzare anche le vostre considerazioni linguistiche sulla parte di pertinenza ebraica. Se avete piacere citerò i vostri nomi originali (che dovrete comunicarmi) come fonte del documento visto che la proprietà intellettuale è vostra: si tratta di una forma di tutela che utilizzo sempre con Abramo quando mi dà delle consulenze "speciali". Ditemi che ne pensate.

    Shalom.

    Puoi citare il forum, è più semplice.

    Credo anch'io che l'idea migliore sia quella di citare questo forum, cosi possiamo rispondere meglio ad altri ulteriori quesiti e chiarimenti. Il mio nome e cognome è lo stesso del Nik, non ho segreti, il mio numero sta sull'elenco. Anche l'indirizzo :)

    QUOTE
    Il mio nome è Cochav Yona Menachem.

    Ora capisco perchè hai scelto il tuo nik "Stella Maris", mi è concesso rivelare il segreto?


    QUOTE
    QUOTE (Polymetis @ 10/10/2007, 14:52)
    "si tenga pure conto che il nome della città Keriot non è traslitterato correttamente nemmeno nella LXX in Geremia 41:24, che lo scrive con teta finale invece che tau (Καριωθ)"

    Questo può essere un problema di omofonia, una traslitterazione fatta ad orecchio: la theta a seconda dei tempi e dei luoghi s'è pronunciata come la "th" dell'inglese "think", come la "z" di pazzo, o anche come una semplice "t".

    Secondo me Abramo si sbaglia, credo che la theta sia l'esatta corrispondenza della tav finale che si pronuncia come nell'inglese "th", è il nuovo testamento a traslitterare male.

    Καριωθ non è solo una traslitterazione, ci istruiscce anche su un'altra pronuncia che ha patach al posto dello shvah presente nel Testo Masoretico. Secondo la LXX questo nome va letto Kariot e non Keriot co la "e" vocale breve in inizio di parola e muta conl'uso del prefisso.
    La traslitterazione è corretta con la theta. Se il Nuovo Testamento traslittera diversamente allora sono dell'opinione che la città di Kariot non ha nulla a che vedere con Giuda.

    Shalom




    QUOTE (Polymetis @ 10/10/2007, 14:52)
    al posto di "Giuda Iscariota" si poteva dire semplicemente "l'Iscariota".

    Da dove si evince?

    Shalom


    nb: complimenti per la nuova grafica.
     
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  10. Elisha Kimron
     
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    A questo punto direi che la trasliterazione dall'ebraico sia da escludere in tutti i casi che abbiamo esaminato perchè trattandosi di un soprannome, che è un nome che la richiede ci si aspetta che sia perfettamente corrispondente. Nel caso della città Kariot abbiamo il problema della theta finale e nel caso dei sacchi di monete oltre alla theta abbiamo il problema della Kappa, che non corrisponde alla caf ebraica del termine ebraico cariot, ci vorrebbe fosse una Khi.

    Shalom
     
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  11. Hard-Rain
     
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    C'è un altra osservazione interessante. Il codice Bezae-Cantabrigensis (D) e una versione della vetus latina parlano in tutti i casi del vangelo di Giovanni di Giuda di Kariot, utilizzando proprio la preposizione greca apo anteposta al nome della città. Questa preposizione greca, infatti, indica appartenenza, cioè Giuda di Kariot oppure da Kariot. Comunque è possibile che si tratti di un tentativo di spiegazione che ad un certo punto della tradizione manoscritta di Giovanni entrò nel cosiddetto testo occidentale (cui appartengono proprio la vetus latina e il Bezae-Cantabrigensis). Pur essendo molto antico il testo occidentale è considerato meno puro rispetto ad es. al testo neutrale-alessandrino del codice vaticano B e del sinaiticus dove tali lezioni sono assenti in Giovanni. Per esempio la tradizione manoscritta occidentale riporta in quasi tutti i testimoni la pericope dell'adultera in Giovanni, assente negli altri codici.

    Ma allora la LXX che traduce Kariot con la tetha finale greca (esttamente come in Marco e Luca secono i mss. più autorevoli) avrebbe traslitterato male il nome della città ebraica?
     
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  12. Stella Maris2
     
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    QUOTE (Elisha Kimron @ 9/10/2007, 15:28)
    Però tutte le ipotesi proposte sono possibili nell'ebraco mishnico dei dotti e non tengono conto che la lingua parlata all'epoca era l'aramaico occidentale che non ammette l'anteposizione di Ish, nemmeno nel suo corrispondente aramaico gvar, anche le desinenze plurali sono diverse. Forse si può proporre questo termine aramaico usato in Cohelet Rabbah: אסרדיוט , che significa ufficiale dell'esercito.
    Shalom

    Scusate dimenticavo di riportare la pronuncia:

    אסרדיוט (isradiot) potrebbe essere benissimo un ingarbuglio della difficoltà di pronuncia che si trasformò in iskariot.

    Shalom

    Ho riflettuto sullatua ipotesi e ne ho elaborato un'altra:

    Aramaico: אסרדיוט (isradiot)
    Ebraico: סרדיוט (sradiot) in Shabbat 32a, Berachot 57a.

    Se anteponiamo "ish" a "sradiot" diviene "ish-sradiot". Le lettere ebraiche samech e kuf, pur avendo grafia molto diversa hanno una geometria simile e nei manoscritti consumati è possibile confonderle l'una con l'altra. La stessa cosa vale per la dalet, spesso confusa con resh. Nei termini "ish-sradiot" abbiamo una samech e una dalet che se scambiate per kuf e resh danno luogo all'errata lettura: "Iskariot". Il lettore ebreo pur notando l'anteposto "ish" non capirebbe il secondo termine che con lo scambio diviene "scariot" e penserebbe di trovarsi davanti un'unica parola straniera intera: "iskariot". Se, come afferma Flusser il cristianesimo deriva interamente dall'ebraismo e il vangelo ha avuto un originale ebraico, può darsi che nel secondo secolo il traduttore si trovò davanti un manoscritto consumato.Ieri ho elaborato un grafico per illustrare ciò:
    image






    QUOTE (Hard-Rain @ 12/10/2007, 10:28)
    Ma allora la LXX che traduce Kariot con la tetha finale greca (esttamente come in Marco e Luca secono i mss. più autorevoli) avrebbe traslitterato male il nome della città ebraica?

    No, l'equivoco è già stato chiarito (Abramo si era confuso nell'esprimersi invertendo due termini e dimenticando una virgola) la LXX ha traslitterato bene con la theta. La theta corrisponde alla "tav" ebraica in fine parola del nome di città: Kariot. Tutti i vangeli che invece abbiamo consultato traslitterano con tau al posto della corrispondente theta. Puoi mostrarci questi manoscritti autorevoli? Sei sicuro che traslitterano con la theta? Perchè se è così abbiamo faticato inutilmente.
    Se hai dei link di consultazione elettronica puoi aggiungerli nella nuova sezione: Biblioteca Elettronia" compresi quelli del tuo sito che tanto appreziamo.
     
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  13. Stella Maris2
     
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    QUOTE (Elisha Kimron @ 11/10/2007, 15:02)
    QUOTE
    Il mio nome è Cochav Yona Menachem.

    Ora capisco perchè hai scelto il tuo nik "Stella Maris", mi è concesso rivelare il segreto?

    il mio nik è "Stella Maris2" che è diverso da "StellaMaris2", da "Stella Maris 2" e da "Stella Maris". Il 2 è riferito solo a "Maris", che in ebraico corrisponde a "yam", si scrive con 2 lettere "ים" che sono le iniziali dei miei due nomi: Yonah e Menachem. "Stella" in ebraico è Cochav, che è il mio cognome. Risolto il mistero.
     
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    QUOTE (Stella Maris2 @ 12/10/2007, 11:09)
    Ieri ho elaborato un grafico per illustrare ciò:
    image

    E' possibile. Se una samech scritta male o consumate può sembrare una kuf, anche la resh potrebbe sembrare una yud, può essere.
    Nei nomi della LXX non abbiamo traslitterazioni poi così perfette, per esempio traslittera con
    "Μαιηλ" (maiel) il nome "מְחִיָּיאֵל " (michiiael) e "Σεβωιμ"(zeboim) il nome "צְבֹיִים" (zevoiim) scritti in ebraico entrambi con due yud e il greco li riporta solo con una iota, non mi sorprenderebbe un caso come quello che hai supposto con due resh riportate in greco con una sola ro perchè la resh non prende il daghesh e abbiamo parole ebraiche scritti con due resh una delle quali rimane muta. Se il termine originale fù letto dall'ebraico con due yud o con due resh in entrambi questi casi la pronuncia sarebbe ugualmente "iskariot".

    QUOTE
    Tutti i vangeli che invece abbiamo consultato traslitterano con tau al posto della corrispondente theta. Puoi mostrarci questi manoscritti autorevoli? Sei sicuro che traslitterano con la theta? Perchè se è così abbiamo faticato inutilmente.
    Se hai dei link di consultazione elettronica puoi aggiungerli nella nuova sezione: Biblioteca Elettronia" compresi quelli del tuo sito che tanto appreziamo.

    Hard Rain, dovresti essere tu ad aggiungere qualche buon link nella Biblioteca sui manoscritti del Nuovo Testamento, noi non ne conosciamo, sei tu l'esperto in materia.

    QUOTE
    QUOTE (Hard-Rain @ 12/10/2007, 10:28)
    Ma allora la LXX che traduce Kariot con la tetha finale greca (esttamente come in Marco e Luca secono i mss. più autorevoli) avrebbe traslitterato male il nome della città ebraica?

    No, l'equivoco è già stato chiarito (Abramo si era confuso nell'esprimersi invertendo due termini e dimenticando una virgola) la LXX ha traslitterato bene con la theta. La theta corrisponde alla "tav" ebraica in fine parola del nome di città: Kariot.

    E' stato un lapsus, nessuna inversione di termini. Ho scritto proprio una cosa l'opposto di quello che pensavo di scrivere.

    Shalom
     
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  15. Hard-Rain
     
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    Non so quali edizioni del Nuovo Testamento greco abbiate consultato. La situazione è la seguente, come si evince da NA26, il famoso Nestle-Aland, il manuale più famoso di filologia neotestamentaria. Sto aspettando l'edizione NA27 che non possiedo.

    Marco 3:19 riporta proprio Iskαριωθ nel codice vaticano B e nel Sinaiticus (oltre che in tanti altri mss.).

    Anche Lc. 6:16 riporta Iskαριωθ in B, nella prima mano del Sinaiticus (cioè inizialmente compariva Isαριωθ, parola che poi fu corretta da un revisore del manoscritto) e persino nel papiro P4.

    Di nuovo, in Mc. 14:10 B e la prima mano del Sinaiticus riportano Iskαριωθ (oltre ad altri mss.).

    Guardate che il codice vaticano B è considerato uno dei migliori manoscritti in assoluto del Nuovo Testamento greco.

    Quello che emerge è che se prendiamo il vangelo più antico secondo la filologia neotestamentaria (quello secondo Marco) nel codice più autorevole (il vaticano B e se vogliamo, aggiungiamo anche il Sinaiticus nella prima versione poi corretta) abbiamo sempre Iskαριωθ. Infatti di Iscariota si parla soltanto in Mc. 3:19 e Mc. 14:10. Luca, poi, menziona la parola solamente in Lc. 6:16 dove, come ho detto, P4, B e la prima mano del Sinaiticus concordano nel riportare Iskαριωθ.

    Se consideriamo altri mss. e vangeli ci sono tantissime armonizzazioni e variazioni, chi scrive Iscariwths, chi armonizza in altro modo. Per esempio il codice Bezae Cantabrigensis (chiamato tecnicamente D) riporta per tutto il vangelo di Giovanni Ioudas apo Karywtoy cioè Giuda di (nome di una città). Anche una versione della vetus latina concorda con D. Però si tratta di testi la cui qualità testuale è considerata meno eccellente di B, Sinaiticus e dei papiri.

    Ora, torniamo al vangelo di Marco, quello più antico, e al manoscritto più antico che lo rappresenta, anzi ai mss. più autorevoli. Essi riportano come ho detto:

    Iskαριωθ = Is + Kαριωθ

    Ma Kαριωθ è esattamente quello che compare in Geremia 31:24 secondo la LXX per un nome di una città ebraica: Kαριωθ.

    Ditemi se vi è chiaro il discorso.

    Se avete il software La Parola, aprite le note sui manoscritti del NT, digitate i versetti e apparirà l'apparato critico del NA26 dove troverete conferma di quanto sopra riportato.

    P.S. Mi sono ricordato che ho le edizioni fotostatiche sia del prezioso codice B che del Sinaiticus! Se mi date un po' di tempo posso risalire direttamente ai passi di nostro interesse e passarvi l'immagine direttamente dal manoscritto originario (fotocopiato)!

    Marco 3:19 - Codice Vaticano (B)

    https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Iscariota/Mc3-19.bmp

    La parola di nostro interesse compare tra la fine della l. 1 e l'inizio della l. 2 nell'immagine di cui sopra. Le ultime quattro lettere della l. 1 sono, nell'ordine, iota (I), sigma (scritta come C, caratteristica dei mss. greci del periodo in scrittura maiuscola), kappa (K), alfa (praticamente danneggiata ma comunque intuibile, veniva scritta come una A maiuscola dell'alfabeto latino). All'inizio della l. 2 abbiamo ro (scritta come una P maiuscola dell'alfabeto latino), omega chiaramente intuibile, e una lettera tondeggiante che rappresenta proprio il teta. Notare che dopo questo teta abbiamo di nuovo una omicron seguita da sigma: il copista, infatti, usava scrivere allo stesso modo le omicron e le teta, queste ultime senza il tratto orizzontale. Certamente l'ultima lettera di Iskαριωθ in questo codice non è una tau, che veniva scritta come le T (maiuscole) latine...

    Potete vedere che il copista di B anche in Mc. 14:10 e Lc. 6:16 di nuovo riporta Iskαριωθ, lascio intuire a voi dove si trova la parola nelle linee del codice:

    Marco 14:10 - Codice Vaticano (B)

    https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Iscariota/Mc14-10.bmp

    Luca 6:16 - Codice Vaticano (B)

    https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Iscariota/Lc6-16.bmp

    Per una buona edizione del Nuovo Testamento greco rimando al link:

    http://www-users.cs.york.ac.uk/~fisher/gnt/chapters.html

    (cercate i versetti di nostro interesse) che dovrebbe seguire lo standard di NA26. Ho chiesto anche a una amica, mi ha confermato che B legge la tetha negli unici due vv. di Marco in cui si menziona Iscariota (oltre al passo di Luca) e la parola è proprio Iskαριωθ (interpretabile come Is + Kαριωθ). Questa mia amica mi ha confermato che anche l'edizione del Nuovo Testamento greco di Tischendorf riporta la tetha, nei passi che vi ho citato. B è uno dei massimi testimoni del Nuovo Testamento greco per i quattro vangeli. Condiziona il testo greco ricostruito di qualunque editore del Nuovo Testamento.

    Pertanto il quadro che emerge è il seguente. Il vangelo considerato più antico (si potrebbero citare una marea di studi che considerano Marco il vangelo più antico) negli unici due passi in cui menziona il nome Iscariota (Mc. 3:19 e Mc. 14:10) secondo il manoscritto più autorevole che lo attesta (B, ma anche altri) legge Iskαριωθ. B legge Iskαριωθ = Is + Kαριωθ anche in Lc. 6:16. Ma Kαριωθ è anche il nome che leggo in greco anche per la Kariot di Geremia 31:24 secondo la LXX.

    Shalom

    Edited by Hard-Rain - 12/10/2007, 22:02
     
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98 replies since 7/10/2007, 09:42   2778 views
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