Consulenza ebraica per lo studio del Cristianesimo e dell'Islam

Posts written by Zoahr

  1. .
    Scrivi qui sotto, scrivi ti prego!
    Di farfalle, api e fiori, di sassi e piatti rotti ma scrivi!

    Un italiano!
    Un italiano che sa scrivere italiano!
    Poi dicono che i miracoli non esistono!

    PS: Ciao, salve e benvenuto.
  2. .
    Ti saluto anche io con un anno di ritardo ( e di ritiro ).
    Visto che ti hanno bombardato di domande non ne aggiungo altre e visto che è un anno che partecipi evito la buona permanenza.

    Ciá!
    Ci si incrocia in giro!
  3. .
    Ashke, se fossi stata risentita con te 'ti ci avrei mandato' (con affetto).
    È il clima generale da mesi a questa parte, non farne una questione personale, davvero.


    @Lv.
    Gabriele, noi ne abbiamo già parlato, anche se mezzo-dormivi.
  4. .
    CITAZIONE (ashkenazi @ 31/5/2017, 03:32) 
    Non è che dire filosofico e teologico sia uno sminuire, solo che è utile distinguere i vari livelli, se si cerca di analizzare un testo o si vuole ricostruire la storia o l'evoluzione di una cultura casomai si può parlare di storia della filosofia o della teologia. Sempre tenendo a mente l'ambito proprio del forum.
    Le fedi personali non interessano né è di alcuna utilità esprimerle qui, andrebbero messe via o comunque non mescolate.

    "Silenzio di Dio" l'ho messo tra virgolette in quanto riferito ad una nota, proverbiale, tematica precisa (come ho fatto con "questione del male") all'interno di una conversazione e di un ragionamento spalmato su più post, basta leggere il 3D e si dovrebbe capire. Altrimenti più comodo chiarire lì. Per il "comunicare di Dio" ( le virgolette qui invece solo in quanto citato) vale lo stesso discorso.

    Grazie Ashke, colgo l'occasione per dire due parole personali, poi mi defilo, promesso.

    Ho notato come sia facile per praticamente tutti eccetto persone che ne abbiano assaggiato, bollare la filosofia e la teologia come aria fritta, tanto che basta nominarle in un discorso per pretendere di farne cadere le premesse.
    Punto primo: il rispetto.
    Rispetto per materie millenarie, rispetto per la materia (filosofia), senza la quale l'odierna scienza, tanto cara ai piú, strebbe ancora parlando di spiriti animali nei ventricoli o di demoni a comando delle pulsioni.
    Rispetto per chi spende una vita studiandovi sopra ed esercitando.
    Rispetto quando si fa presente che due frasi in italiano un po' più aulico non sono filosofia.
    Rispetto anche per la teologia, che, che vi piaccia o meno, vi fa sguazzare al proprio interno fin dal battesimo ( parlo dei cristiani e pseudo tali).
    E rispetto per le persone che fanno la fatica di cercare di mettere in moto due neuroni in pensione, perché provare a comprendere è più dispendioso che prendere per i fondelli.

    Fine sfogo.
    Fine dei miei interventi.

    Buona giornata.
  5. .
    CITAZIONE (armandoo @ 23/5/2017, 13:42) 
    Sicuramente interessante Ec 3:1. Ma Zoahr hai messo in evidenza solo la prima parte di quella scrittura, perciò non conta ...

    Ec 3:1 Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo.

    "C'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo"


    La scrittura completa parla delle cose mutabili che accadono sulla terra.

    Non parla non sta ad indicare un cambiamento un modo di porsi diverso da parte di D-o .

    Hai ragione. Tuttavia, proprio per via di ciò che evidenzi non è illegittimo porre la questione dal punto di vista umano,ovvero del destinatario, per cui essendo un essere immerso nel mutevole, concepisce anche l'immutabile come mutabile, che può giungere come mutevole nel mutevole, ma questo non implica il mutare dell'immutabile.

    CITAZIONE
    Malachia 3:6 dichiara "Poiché io, il Signore, non cambio;"

    CITAZIONE
    Il motivo della sua immutabilità sappiamo tutti risiede proprio nel tempo . Il tempo di D-o è eterno perché risulta fermo . Per questo Egli non cambia ne cambierà mai .

    Non è il tempo a mutare.

    CITAZIONE
    P.s.

    E se rendessimo il dialogo più piacevole senza quel massiccio culturismo culturale che dite ...non è forse meglio ?

    Cioè?

    @Ashke, ho visto ora che hai modificato.
    CITAZIONE
    Zohar, non ho capito oltre le prime otto parole (per chiarezza aggiungo che non sto cercando di tarpare le ali al tuo discorso, al tema che vuoi inserire, però forse puoi renderlo più comprensibile a chi ha riferimenti culturali e approcci differenti)

    Mi dispiace, purtroppo quando cerco di esser comprensibile ai non "addetti ai lavori" sembra che dal prossimo venga recepito il tutto come un inno di fede, un blaterare ermetico o, nel migliore dei casi una sintesi pratica.
    Se scrivo come ne parlerei comunemente mi capite in pochi, se dovessi fare entrambi ne verrebbe un O.T. di precedenti spiegazioni che mi autocensurerei.
    Dimmi tu che fare.

    Edited by Zoahr - 23/5/2017, 16:29
  6. .
    Se potessi apportare qualcosa in proposito ti leggerei volentieri, forse ciò che esula dall'orizzonte dialogico resta più semplice da non far scadere in fede ( nonostante sia supportato dalla psicologia, dalla fisiologia, dall'antropologia, dalla pedagogia e in una certa misura anche dalle Scritture).
  7. .
    CITAZIONE (Monia Speziale @ 23/5/2017, 09:08) 
    Che tono... :huh:

    era solo una battuta e una risposta di fede.

    Comunque non sapevo fossi un autore biblico!

    Non con te, con quanto riportato da te, in fondo siamo uno Tzimtzum a lancette, qualche scadenza, deve pur esserci, troppo bello sarebbe se fossimo già in grado di camminare senza la Sua guida.

    Shalom

    wtf?
  8. .
    Gentilmente torniamo in tema.

    Con tutta la felicità per il miracolo di Monia in accordo con me e il prendere nota della fede di Eva, il discorso non voleva scendere in un solipsistico sentire o in Gloria.
    Quando scrivo cerco di essere comprensibile ai più ma noto che forse un linguaggio tecnico sarebbe più appropriato anche se meno fruibile.

    Quindi ripartiamo.
    Tutto ha il suo tempo, il tempo che ruota attorno al mondo, il non-temporale in cui la Divinità si manifesta, sono intuiti dall'umano in maniera differente. Il secondo nel silenzio, e non per fede ma nell'apripri della relazione, in un presente non discorsivo e indefinito, nella percezione del mistero o della totalità d'Altri.
  9. .
    CITAZIONE (armandoo @ 22/5/2017, 21:55) 
    Ok "atto" finito ...

    Dunque eravamo rimasti sempre a mio avviso che D-o non comunica più perlomeno non come una volta .

    Per l'utente Zoahr che cita Heschel e Levinas , per provare a limare questo problema,sono spiacente , ma la realtà dei fatti , mi dice che stiamo realmente vivendo in un epoca dove tutti siamo abbandonati al triste silenzio Divino .

    Questo ora non mi preoccupa più di tanto ,e la discussione mi è servita per capire questa cosa .

    Il pensiero drammatico espresso sempre dall'utente Zoahr che ripropongo mi ha fatto riflettere ..."Se il dialogo si fosse interrotto probabilmente nulla sarebbe ancora qui."


    Dunque se ammetto che il dialogo e interrotto e siamo ancora in vita ,vuol dire solo che la Fonte della vita anche se non comunica più con noi come una volta non ci ha abbandonati.
    Sono due cose completamente diverse sbaglio ?

    Vedo quindi una realtà,che andrebbe ancora indagata ,che investe tutti o quasi , un campo aperto per molte convinzioni ,per il dialogo che ci può solo aiutare

    Ciao

    CITAZIONE
    Dunque se ammetto che il dialogo è interrotto e siamo ancora in vita ,vuol dire solo che la Fonte della vita anche se non comunica più con noi come una volta non ci ha abbandonati.
    Sono due cose completamente diverse sbaglio ?

    "Anche se non comunica più come una volta...non ci ha abbandonati."
    Quindi dialoga?

    Dal momento che li hai ri-citati, uno di loro lo ri-cito volentieri:
    "V'è una gerarchia di momenti nel tempo. Certo l'uomo può rivolgersi all'Eterno nella stessa maniera in tutti i luoghi, ma l'Eterno non parla all'uomo nella stessa maniera in tutti i momenti." Per tutto vi è il suo tempo (Qohelet 3,1).

    Edited by Zoahr - 22/5/2017, 23:47
  10. .
    E parecchi dubbi sull'appioppamento della santità.
  11. .
    Devi farlo su base storica.
    Fatti uno studio accelerato di storia del cristianesimo medievale, riferiscila poi alle traduzioni greco-latine e quindi torna all'ebraismo.
  12. .
    CITAZIONE (Evakant222 @ 20/5/2017, 19:48) 
    O forse il dialogo si è interrotto?
    Possibile che non ci sia stato nessun segno?

    Se il dialogo si fosse interrotto probabilmente nulla sarebbe ancora qui.

    CITAZIONE
    Scusate, sono domande alle quali non riesco a rispondere.
    Mi piace però l'ipotesi di una comunicazione con ogni uomo, ma chi sarà tanto meritevole di riceverla?

    Tutti.

    CITAZIONE
    E nel caso che la riceva, non dovrebbe divulgarla a tutta la popolazione?

    Dovrebbe.

    Teista ha provato a spiegarlo più volte nei suoi commenti spendendo molte e molte righe e minuti.
    In breve si tatterebbe dell'imperativo etico che emerge come accusa immemorabile da parte dell'Altro al fondo dell'intimità dell'uomo e che in quanto tale può essere 'divulgata' solo nell'azione morale e vivente.

    Traduzione brutale:
    Non uccidere.
    Non uccidendo in qualsiasi modo o maniera, ma anche salvando fino alla sostituzione di te ad Altri, tu testimoni.

    Edited by Zoahr - 20/5/2017, 22:29
  13. .
    Amos 3,8:"Il Signore ha parlato: chi non profetizzerá".

    Parafrasando Heschel, il fatto che la Sua voce in certe epoche non si faccia udire non vuol dire che tali epoche siano abbandonate al silenzio.
    Parimenti il versetto in alto è usato da Levinas come chiusura dell' affermazione che vi sia un pizzico di profeta in ogni uomo in quanto ogni uomo è da Lui intimamente interpellato.
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    Ti era stato risposto anche qui su Eva:
    https://consulenzaebraica.forumfree.it/m/?t=72516274
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    CITAZIONE (de.si.na @ 17/4/2017, 01:31) 
    "abbandono" traduce più che altro un termine che potrebbe essere "islam" (senza ricorere quindi agli abusi degli esistenzialisti, che non ho mai amato).
    non è tanto una negazione dell'io , quanto una sua articolazione in qualcosa che all'io sfugge, ma allo stesso tempo appartiene al sé.
    una specie di atto di fede, in sostanza, ma verso qualcosa la cui "presenza" non può non essere percepita, anziché nel Dio la cui presenza è sperimentata esclusivamente per intuizione.
    è in questa prospettiva che interpreto il rito, non in quanto comprensibile, o dotato di buon senso, ma in quanto capace - im certe occasioni e per qualche motivo a me sconosciuto - di stabilire un legame - non so specificare di che natura, ma la parte emotiva è prevalente - con ciò che da me è separato. se dovessi interpretare l'Altro in senso trascendente, perciò dubitabile per definizione , non riuscirei a provarne alcun amore, né orrore.

    comincerò a leggere il levitico , diciamo, a modo mio. spero di capirci quacosa :-)
    intanto ho trovato questa versione interlineare http://biblehub.com/lexicon/leviticus/1-1.htm

    Per il rito ti consiglio di leggere "Il Sabato" di Heschel.

    Per l'interpretazione dell'Altro: l'Altro non si interpreta. Non è tematizzabile, non è un dato,non è contenuto di coscienza, è tutt'al più un Volto e il Suo imperativo può essere benissimo ignorato, senza contare che non tutti gli uomini hanno uguale sensibilita e capacità intuitiva.
330 replies since 16/2/2011
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