Consulenza ebraica per lo studio del Cristianesimo e dell'Islam

Posts written by Ayalon

  1. .
    CITAZIONE (Vladi_91 @ 18/1/2009, 15:59)
    Grazie mille per l'esauriente risposta ;)

    Shalom

    Gomèna ----> (gamta) trad err ----> (gamal)

    A.
  2. .
    CITAZIONE (Vladi_91 @ 17/1/2009, 17:45)
    Potete dirmi tutto cio' che sapete sul versetto riguardante il cammello e la cruna dell'ago? (errori di traduzione, relazioni con il mondo ebraico, etc.)

    Shalom

    È un errore di traduzione, uno dei tanti, come quello che ha fatto scolpire la statua di Mosè con le corna.
    (non sanno tradurre neanche il loro vangelo e vogliono venire a spiegare la Torah agli Ebrei )

    Non è cammello, è "gomèna" la parola.
    (Per chi non lo sapesse gomèna è la grossa corda che serve alle navi per attraccare al porto.)

    Tra l'altro, come esempio è più logico associare l'impossibilità di una gomèna di passare nella cruna dell'ago, che un cammello.

    A.
  3. .
    [QUOTE=Yitro ha Kushi,13/1/2009, 22:51]
    Aialon,

    ti vorrei ricordare che il forum si intitola "forum biblico"


    Premesso che la mia memoria e' buona e che Dovid non ha bisogno di avvocati,
    questo forum si intitola "Forum Biblico Ebraico" per cui, tutti questi
    gesummaria al massimo ci potrebbero entrare solo di striscio.

    A.

  4. .
    CITAZIONE (dovid @ 16/12/2008, 08:34)
    Andrebbe messo in Attualita' ed altro:

    alcuni testi a titolo informativo della tradizione spirituale cristiana sia occidentale che orientale dove affonderebbero le loro radici nel V.T.

    PRIMO GRUPO

    1. S. Agostino, Le confessioni
    2. S. Caterina da Siena, Dialoghi
    3. San Juan de la Cruz, Salita al Monte Carmelo
    4. Santa Teresa de Lisieux, Storia di un’anima


    SECONDO GRUPPO

    5. Padri Apostólici: San Clemente, san Ignacio de Antioquía, Didache, Pastor de Hermas
    6. San Basilio il Grande, Le due Regole
    7. S. Bernardo di Chiaravalle, De consideratione; In Cantica Canticorum
    8. S. Massimo il Confessore, Liber asceticus; Capita de Caritate; Capita theologica et oeconomica.
    9. Cassiano, Collationes; Instituta cenobiorum
    10. S. Gregorio Magno, Moralia in Job
    11. Gregorio Palamas, Triadi di difesa dei santi esicasti
    12. S. Bonaventura, Itinerarium mentis in Deum; Breviloquim; Incendium amoris
    13. S. Teresa d’Avila, Vita; Camino di perfezione; Castello interiore
    14. Giovanni D’Avila, Audi filia
    15. S. Francisco de Sales, Trattato dell’Amore di Dio
    16. S. Alfonso Maria de´Liguori, Glorie di Maria
    17. Giovanni Taulero, Opere
    18. B. Colomba Marmion, Cristo ideale del sacerdote
    19. S. Benedetto, Regola
    20. S. Luigi Grignon de Montfort, Trattato della vera devozione alla santa Vergine


    TERZO GRUPPO

    21. S. Gregorio di Nissa, Vita di Mosè ; Commento al Cantico dei Cantici
    22. Evagrio Pontico, De Oratione; De diversis malignis cogitationibus; Epistulae
    23. Dionigi l’Aeropagita, Opere complete
    24. S Ildegarda, Scivias (sci vias Domini)
    25. S. Matilde di Hackerborn, Revelationes (Libro delle grazie speciali)
    26. S. Gertrude la Grande, Rivelazioni
    27. B. Angela da Foligno, Il libro delle mirabili visioni, consolazioni e istruzioni
    28. Ludolfo di Sassonia, Vita di Cristo
    29. Walter Hilton, The Scale of Perfection
    30. Giuliana di Norwich, Revelations of Divine Love
    31. Giovanni Eckhart, I sermoni latini
    32. Giovanni Gerson, Teologia Mistica
    33. Ludovico Blosio, Institutio vitae spiritualis
    34. Francisco de Osuna, Primero, segundo y tercer Abedecedario espiritual
    35. Alonso Rodriguez, Ejercicio de perfección y virtudes cristianas
    36. Luis de Puente, Guía Espiritual
    37. Louis Lallemant, Ammaestramenti spirituali
    38. Pierre di Bérulle, Discorso sulla grandezza di Gesù
    39. Giovanni Surin, Guida Spirituale
    40. Jacques-Bénigne Bossuet, Instruction sue les états d’oraison
    41. Mons Gay, Della vita e delle virtù cristiane (3 vol)
    42. P. F. Pollien, La vita interiore semplificata e ridotta al suo fondamento (=Joseph Tissot, La vita Interiore)
    43. L. Beaudenom, Pratica progressiva della confessione e della direzione spirituale
    44. B. Colomba Marmion, Cristo vita dell’anima
    45. B. Colomba Marmion, Cristonei suoi misteri
    46. Jean B. Chautard, L’anima di ogni apostolato
    47. S. Cirillo di Gerusalemme, Catechesi mistagogiche
    48. Clemente Alessandrino, Pedagogus
    49. S. Giovanni Crisostomo, Sul sacerdozio; Catechesi mistagogiche
    50. S. Giovanni Climaco, Scala del Paradiso
    51. S. Gregorio Magno, Regula pastoralis
    52. S. Bernardo di Chiaravalle, De diligendo Deo; De gradibus humilitatis
    53. S. Brigida di Svezia, Rivelazioni
    54. Giovanni Ruysbroeck, L’Ornamento della nozze spirituali; I sette gradi della scala dell’amore spirituale
    55. Dionisio il Certosino, Della contemplazione; Del discernimento degli spiriti
    56. Tommaso di Kempis, De imitatione Christi
    57. Garcia de Cisneros, Ejercitario de la vida espiritual
    58. Luigi de Granada, Libro de oración y meditación; Guía de pecadores
    59. Pedro de Alcantara, Tratado de Oración y meditación
    60. Ignazio di Loyola, Gli Esercizi spirituali; Diario Spiriuale
    61. S. Giovanni della Croce, Noche oscura
    62. Antonio de Molina, L’Istituzione dei sacerdoti
    63. Pierre Caussade L’abbandono alla Divina Provvidenza
    64. S. Alfonso Maria de´Liguori, Pratica di amare Gesù Cristo; Il grande mezzo della preghiera
    65. S. Roberto Bellarmino, De Ascenscione mentis ad Deum
    66. Lorenzo Scupoli, Il combattimento spirituale
    67. S. Francisco de Sales ,Filotea o Introduzione alla vita devota
    68. Jean G. Olier, Il catechismo cristiano per la vita interiore
    69. S. Giovanni Eudes, La vita e il regno di Ges nelle anime cristiane
    70. Antonio Rosmini, Delle cinque piaghe della Santa Chiesa
    71. Antonio Rosmini, Massime di perfezione cristiana
    72. Federick William Faber, Tutto per Gesú; Il creatore e la creatura
    73. Joseph Tissot, L’arte di utilizzare le proprie colpe
    74. B. Elisabetta della Trinit , Ricordi e ritiri
    75. Anonimo, Racconti del Pellegrino Russo
    76. Augusto Poulain, Delle grazie d’orazione

    QUARTO GRUPPO

    77. Adolfo Tanquerey, Compendio di teologia ascetica e mistica
    78. Juan Gonzales Arintero, Evolución mística; Cuestiones místicas
    79. Ambrogio Gardeil, La structure de l’âme et l’esperience mystique
    80. Vladimir Losskij, La teologia mistica della Chiesa d’Oriente
    81. Reginaldo Garrigou-Lagrange, Perfezione Cristiana e contemplazione secondo S.Tommaso d´Aquino e S. Giovanni della Croce
    82. Reginaldo Garrigou-Lagrange, Le tre età della vita interiore
    83. Antonio Royo Marín, Teologia della perfezione cristiana
    84. Jean-Claude Larchet, Terapia della Malattie Spirituali. Introduzione alla tradizione ascetica della Chiesa ortodossa
    85. P. Ferlay, Compendio della vita spirituale
    86. J. Schrijvers, I principi della vita spirituale
    87. Eugene Boylan, This Tremendous Lover, Difficulties in Mental Prayer
    88. Ignazio Menéndez-Reigada, Los dones del Espíritu Santo y la perfección cristiana
    89. Dietricht von Hildebrand, Transformation in Christ
    90. J. C. Sagne, Traité de théologie spirituelle
    91. Cipriano Vagaggini, Il senso teologico della liturgia (cap 21-22)
    90. J. Aumann, Compendio di teologia spirituale
    91. C. A. Bernard, Traitè de la Vie spiritelle


    QUINTO GRUPPO / Filocalia (in completamento)


    Volume I
    Antonio il Grande
    Isaia Anacoreta
    Evagrio Monaco
    Cassiano il Romano
    Marco l’Asceta
    Esichjo Presbjtero
    Nilo Asceta
    Diadoco di Fotica
    Giovanni Carpazio
    Teodoro di Edessa

    Volume Il
    Massimo Confessore
    Taiassio Libico
    Giovanni Damasceno
    Teognosto Alessandrino
    Filoteo Sinaita
    Ella Presbitero
    Teofane Monaco

    Volume III
    Pietro Damasceno
    Macario E~ziano
    Simeone il Nuovo Teologo
    Niceta Stethatos
    Teolepto di Filadelfia
    Niceforo Monaco
    Gregorio Sinaita

    Volume IV
    Gregorio Palamas
    Callisto e Ignazio Xanthopouli
    Patriarca Callisto
    Callisto Telicoudes
    Callisto Cataphugiota
    Simeone di Tessalonica
    Simeone il Nuovo Teologo
    Gregorio Sinaita


    SESTO GRUPPO / testi non cristiani (in completamento)

    A che gioco giochi?

    A.






  5. .
    CITAZIONE (paola860 @ 14/12/2008, 18:27)
    CITAZIONE

    Fabio vedendo il tuo avatar credo che tra poco diventeremo tutti vegetariani. :D

    Forse è quello che il Creatore desidera.

    Il vegetarianesimo è la più alta forma di di kasherùt.

    Ciao

    Aialon

  6. .
    CITAZIONE (nagev @ 14/12/2008, 20:18)
    Si ma Giovanni è molto tardo

    Condivido, e non solo lui credo :D .

    ps
    In un post precedente qualcuno ha detto che gli arabi sono discendenti dagli ebrei.
    Non e´esatto discendono da Ismaele, il figlio di Abramo ed Agar.
  7. .
    Oltre allo splendito commento di Lattes, vorrei aggiunge qualche nota ( tratta dal colossale lavoro di traduzione della Torah, da parte di Rav Shlomo Bekhor, coordinatore del progetto con la collaborazione di molti altri maestri)

    25. Ya'akov fu lasciato solo:
    Rashì cita l'interpretazione talmudica (Talmud Khul/la9Ia) per cui Ya'akov aveva dimenticato delle piccole ampolle ed era tornato a recuperarle. Da ciò i saggi imparano che per gli tzaddikim, il loro
    danaro gli e piu caro del loro stesso corpo. Infatti, essi si allontanano scrupolosamente da qualunque forma di disonestà e poichè guadagnano ogni centesimo diligentemente e con la piu assoluta onestà, il denaro è a loro caro. Ovviamente i saggi non dono far trasparire che si debba mettere la proria vita in pericolo per del denaro e neppure grosse somme; l'intenzione e quella di evidenziare che
    Ya'akòv era tornato per degli oggetti apparentemente insignificanti, ma invece colmi di valore, poichè i beni guadagnati onestamente per gli tzaddiklm detengono grande valore spirituale e non devono essere trattati con indifferenza. Dal momento che la missione di-Ya'akòv era di portare santità anche nelle cose materiali, persino queste piccole ampolle erano diventate un veicolo e quindi erano molto preziose.

    Un uomo: si tratta di Samaèl, l'angelo custode d 'Essav (Bereshlt Rabbà 77. 3; Rashì) apparso in sembianze umane. La lotta di Ya'akòv contro di lui e simbolo della guerra contro il male che egli e i suoi discendenti avrebbero dovuto condurre da quel momento in poi (Rabbenu Bekhaye). I saggi insegnano che ogni popolo ha un potere celeste, un angelo che guida il suo destino nel mondo e che agisce da "interrnediario" tra esso e Hashem. Due popoli, però sono unici nel loro genere: quello di Israel e quello d 'Essav. Il primo non necessita di alcun intermediario, essendo il popolo di Hashèm per eccellenza. Quanto a 'Essav, il suo angelo custode e diverse da tutti gli altri, poichè proprio come 'Essav e la quintessenza del male, il suo angelo e la piu grande forza maligna - il Satàn stesso. It Satan scende e induce l'uomo [a peccare], quindi ascende a incitare [Hashem, a punire l'uorno per i suoi peccati] e quindi ottiene anche il permesso di irnpossessarsi della vita dell'uorno. 11 Satan, lo yètzer harà e l'angelo della morte sono un'unica cosa (Talmud Baba Batra 16a).

    • Un uomo lotto can lui: Hashèm rnandò l'angelo per tracciare la via della redenzione finale di Ya'akòv e dei suoi discendenti. Come Ya'akòv venne ferito nella lotta, ma alla fine prevalse e proseguì verso piu alti traguardi, così il popolo ebraico in futuro avrebbe sofferto, ma alla fine sarebbe risorto con maggiori vittorie e benedizioni (Sforno). Ba'al Hatturìm fa notare che il va¬lore numerico del termine vayeavèk (lottò) \119 è lo stesso di kissè hakkavòd (Trono della Gloria): la polvere (avàk) sollevata dal loro combattimento raggiunse il Trono di Hashem.

    • Fino alia spuntare dell'alba: l'angelo del male avrebbe combattuto contro i discendenti di Ya'akòv nel corso della storia. fino all'alba della redenzione (Lekakh Tov).

    26. Non ce la faceva contro di lui: l'angelo non riusciva a vincere perche Ya'akòv si attaccava tenacemente a Hashem; gli raccontò allora i futuri peccati delle guide di Israel e Ya'akòv, per il dispiacere, cessò momentaneamente di concentrarsi su Hashèm, permettendo così all'ange1o di ferirlo.
    • Colpì: lett. toccò.
    27 Lasciami andare: I 'angelo chiese di essere rilasciato perchè era giunto il suo turno di cantare le lodi divine nel coro celeste, rna Ya'akòv insistette nel voler ricevere la sua benedizione prima che se ne andasse. Questa benedizione da parte dell'angelo custode di 'Essav era il riconoscimento che le benedizioni di Yitzkhak spettavano a Ya'akov (Rashì).

    28. Qual e it tuo nome: l'angelo pose questa dornanda retorica per introdurre la sua benedizione; quindi afferrno: «Non sia più detto che meriti il nome Ya'akòv - che indica akèv, caviglia e per estensione inganno - poichè ottenesti la benedizione con l'inganno», come aveva affermato 'Essav in 27, 36. A Ya'akov verrà perciò aggiunto il nome Israel, che deriva da sarùt , vittoria, dominio, superiotà. Da allora in poi, sara riconosciuto a Ya'akòv di aver ricevuto la benedizione per aver prevalso in una lotta aperta dimo¬strando chi dei due fosse più meritevole (Rashì). L'angelo non aveva l'autorita di rinominare Ya'akov, ne questo cambiamento ebbe effetto irnrnediatamente; egli soltanto rivelo a Ya'akòv ciò che Hashèm Stesso avrebbe fatto più tardi (cf 35, 10).

    29. Esseri divini e su persone ossia l’angelo stesso, Lavàn e 'Essav (Ra¬shì).

    30. Il tuo nome: gli angeli esistono solo per eseguire la Volontà di Hashèm e il loro nome rispecchia la loro missione. Chiedendo all'angelo il suo nome, Ya'akov cercava di scoprire di più sulla
    natura della sua rnissione, ma questi rispose che non aveva un nome specifico, poichè i nomi degli angeli cambiano a seconda di ciò che viene lora assegnato (Rashì, da Bereshit Rabba 68, 2). «La conescenza del mio nome non può esserti di alcuna utilità: sono privo di potere, se non fosse per volere di Hashem. Se tu dovessi invocarmi, non risponderei, perchè non ti posso aiutare nei rnomenti di disgrazia», l 'angelo però lo benedisse poichè gli era stato comandato e non perché avesse forze proprie (Ramban: Ba'al Hatturìm).

    31 Penièl: nel v. 32 il nome è invece Penuèl. I nomi sono identici poichè le lettere , vav e yod sono intercambiabili (Radak), Per Ya'akòv il nome Penièl aveva una connotazione personale: il mio volto è rivolto verso Hashèm. Ma per le generazioni future, il nome Penuèl avrà un significato imperativo: volgetevi a Hashem (Rav Munk). Penièl era una località nei pressi di Sukkòt (cf 33, 16). Ge¬neralmente la si colloca a Tullul Edh Dhahab, sulla riva meridionale della Yabbok, presso la curva, circa 16 chilometri a est dello Yarden. Tuttavia, dal contesto parrebbe che Penièl fosse sulla riva settentrionale dello Yabbok (Rav Kaplan).





  8. .
    CITAZIONE
    pavel43,24/10/2008, 16:29

    CITAZIONE
    chiedo l'anima è questo soffio vitale?



    CITAZIONE
    Dove è alloggiata fino al momento del ricongiungimento?

    Dove è sempre stata.

    CITAZIONE
    Contiene il vissuto della persona con cui si ricongiunge?

    Certo.


    CITAZIONE
    Rappresenta il suo "io"?Ne è la sua coscienza?

    Fino a quando è contenuta lelle qelipot.

    A.



  9. .
    CITAZIONE
    Pecora selvatica,23/10/2008, 09:06

    Vi chiedo: se tutti i viventi hanno il medesimo soffio vitale e tutto alla fine ritorna alla 'polvere'...in base a quale insegnamento e con quali modalità l'ebraismo concepisce la resurrezione dei morti, alla fine dei tempi?

    Il concetto ebraico della resurrezione dei morti

    (Libero adattamento in inglese del Rabbino Y. Heschel Greenberg di un saggio in ebraico del Rebbe Lu- bavitcher Shlita)

    La resurrezione dei morti (Thyaat hammetim) e la vita eterna sono un principio fondamentale della fede ebraica. Sono però anche l'oggetto di numerose errate concezioni e di una generale mancanza di conoscenza. Costituiscono infine un tema che è stato abbondantemente trattato dai nostri Saggi. poiche tuttavia il materiale è disseminato fra molte fonti, con la presente ho cercato di riunire, di presentare sistematicamente e di analizzare alcuni di tali insegnamenti, con particolare enfasi sulla diffusione di una qualche luce sugli aspetti relativamente oscuri della Resurrezione. Ed in ge nerale vi è un bisogno di capire perchè la Resurrezione debba necessariamente coinvolgere il corpo fisico, in altri termini che l'espressione « morti » è intesa letteralmente, e che ciò che è stato in precedenza morto il corpo sarà risuscitato, o più esattamente ravvivato (Thyaah). Mentre è totalmente chiaro che l'anima come entità spirituale e come « parte di D-o » -debba durare in eterno, non è così completamente chìaro perche l'anima debba ritornare in un corpo. Che vantaggio ci può essere in questo fenomeno fisico? Prima di iniziare, è bene confutare l'obiezione sollevata da alcuni circa la legittimità di discutere argomenti di questo genere. Non è sufficiente si sostiene dichiarare quotidianamente ( come molti hanno l'abitudine di fare): « lo credo con fede perfetta che vi sarà la resurrezione dei Morti » ? Perche dobbiamo applicarci ad uno studio approfondito e dettagliato sulla resurrezione? La loro tesi è avvalorata da una asserzione di RAMBAM (Maimonide) nel suo commento alla Mishnà, « Tutti gli ebrei hanno una parte nel Mondo Avvenire » : ...pochi hanno veramente tentato di meditare su « Olam Habbà (il Mondo Avvenire)... e se rappresenta il bene supremo. Nè distinguono tra il « fine » ed il mezzo verso tale fine. Le masse sono invece preoccupate da quesiti come: I morti risorgeranno nudi o vestiti? Ci saranno ancora ricchi e poveri? E tuttavia certo che i suddetti quesiti di per se, non erano la vera ragione dell'irritazione di RAMBAM: i nostri Saggi, nel Talmud e nel Midrash, hanno lottato contro questi stessi quesiti. La polemica del RAMBAM fu contro l'ossessione delle masse di preoccuparsi di tali triviali dettagli a scapito dell'esame approfondito della grande idea del « Mondo a venire » e della « resurrezione dei morti » come da lui enunciata nella sua « Epistola sulla Resurrezione dei morti ». La gente discute sulla « resurrezione dei morti » sollevando soltanto questioni come queste: « Risorgeranno nudi etc. » trascurando completamente di esplorare il « Mondo Avvenire » («l' Olam Habbà » che secondo RAMBAM si riferisce al dopo vita dell' anima che seguirà l' era della resurrezione). È così nello spirito dell'esortazione di RAMBAM che vengono fatte le seguenti osservazioni. Innanzitutto, cercherò di chiarire il quesito più centrale del perche la Resurrezione sarà fisica, per poi esplorare alcuni degli aspetti specifici della Resurrezione . PERCHÈ UNA RESURREZIONE FISICA ? Resurrezione: per facilitare una Giusta Ricompensa Alcune autorità hanno offerto la spiegazione che la restaurazione dell'anima nel corpo è necessaria come mezzo per compensare sia il corpo che l'anima per il loro sforzo concertato nell'osservanza della Torà e delle Mitzvot. Perche le Mitzvot siano osservate nel vero senso della parola, cioè come comandamenti, ad esse si deve ubbidire. in virtù della libera, razionale scelta. Le Mitzvot non avrebbero potuto essere date all'anima dall'anima stessa, giacche l'anima, come entità spirituale e parte di D-o riflette automaticamente, o istintivamente il Volere Divino. Il corpo fisico presenta resistenza e una « alternativa », quindi libera scelta. Di conseguenza, la ricompensa per questa « joint venture » (impresa collettiva) al servizio di D-o -oppure punizione per la mancanza di tale « Joint venture » deve per com pleta giustizia coinvolgere il corpo insieme con l'anima. Questo concetto ha la sua origine nella famosa narrazione talmudica: Antonio disse a Rebbi (il rabbino Yehudà HaNassì): « Il corpo e l'anima possono ambedue esimersi dal Giudizio. Il corpo può argomenta sono congedata dallo stesso, io volo nell'aria come un uccello (e non commetto alcun peccato)!" ». Rebbi rispose: « Ti racconterò una parabola: A cosa può essere paragonato tutto ciò? A un re di questa terra che possedeva un bellissimo frutteto con splendidi fichi. Egli nominò due guardiani per proteggerlo: uno zoppo e l'altro cieco. Un giorno lo zoppo disse al cieco: "vedo bellissimi fichi nel frutteto. Vieni, portami sulle tue spalle, che si possa procurarci i fichi e mangiarli. Insieme essi raggiunsero i fichi e li mangiarono. Nello scoprire che i fichi non c'erano più, il re, proprietario del frutteto, li interrogò: "Dove sono quei bei fichi?". Lo zoppo rispose: "Ho io i piedi con CUI camminare?" Parimenti, il cieco rispose: "Ho io gli occhi con cui vedere?" Cosa fece egli allora? Caricò lo zoppo sul cieco e li giudicò insieme. Così il Santissimo benedetto Egli sia ripone l'anima nel corpo e li giudica insieme.». Questa spiegazione, tuttavia, chiarifica solo un aspetto secondario della questione, cioè quello riguardante la necessità di una forma di ricompensa diretta verso il corpo e verso l'anima. La nostra domanda primaria è: perché tale ricompensa orientata verso il fisico non deve essere semplicemente tale cioè una ricompensa piuttosto che l'espressione definitiva e più esaltante della bontà divina ? Tale dilemma rimane senza soluzione nonostante la suddetta spiegazione. Resurrezione: Realizzazione della Perfezione e dell' Estrema Ricompensa . Per meglio capire il perché per la Resurrezione dell'anima debba tornare al corpo fisico, è necessario innanzitutto esporre l'idea stessa della Resurrezione. Quando si parla della Resurrezione come fenomeno nell'ambito dell'umanità (in opposizione all'analisi dello stesso in termini di rivelazione Divina che avverrà allora) vi sono due temi ricorrenti: primo che la Resurrezione è la fase finale nello sviluppo del genere umano, quando l'essere umano raggiunge uno stato di perfezione; secondo che si tratta della ricompensa finale per una vita vissuta secondo il Volere Divino. Un esame più approfondito di questi due aspetti della Resurrezione dimostrano in effetti che essi sono essenzialmente un aspetto solo. L 'uomo ( così come ogni componente della creazione) fu creato in maniera tale da poter crescere su una scala di perfezione, ed egli è infatti incoraggiato a sforzarsi di farlo (attraverso l'osservanza della Torà e delle Mitzvot). E dopo aver fatto il suo meglio assoluto per avvicinarsi all'ideale, l'assistenza Divina gli permette di andare oltre e di trascendere il suo meglio. I nostri Saggi, nel Talmud, hanno alluso a ciò dicendo: « Un uomo che si santifica appena in questo mondo, nell'epoca attuale, sarà santificato molte volte di più in cielo, nel Mondo Avvenire ». Vi è una eco di tale idea nello Zohar, particolarmente illuminata nel pensiero hassidico: «Inizialmente vi è un « Risveglio dall' Alto » (itaruta d’e’ liaila) che sollecita un « risveglio dal basso » (itaruta de' litata), cioè ispirazione e servizio da parte dell'ebreo che, a sua volta, suscita un « risveglio dall' Alto » ancora maggiore. In breve: la nostra perfezione finale è raggiungibile attraverso lo sfruttamento al massimo delle nostre capacità umane per poi ricevere ancor più (molto più) ispirazione e potere dall' Alto. In altre parole la « risposta Divina » ai nostri sforzi e successi, la loro ricompensa e conseguente rivelazione ci permettono di andare ancora più oltre nel raggiungere la nostra ideale e definitiva perfezione Divina. Esaminiamo ora più in profondità il concetto di « ricompensa » . Una ricompensa, per definizione, è qualcosa che può essere apprezzata come benefica da chi la riceve. Ebbene, questo beneficio può provenire direttamente dalla ricompensa oppure utilizzandolo verso l'ottenimento di un bene ancora maggiore. È evidente che la grandezza ed autenticità della ricompensa è proporzionale. al grado di beneficio che deriva da tale ricompensa. Per esempio: un lavoratore può essere remunerato con cibo e abbigliamento, e così via, mentre uno studente, che serve il suo insegnante, sarà compensato per i suoi sforzi da parte del suo maestro, con maggiore sapienza. È assolutamente evidente che la seconda ricompensa è di valore molto maggiore della prima , poichè l'avanzamento spirituale che deriva dalle acquisite conoscenze trascende certamente qualsiasi bene materiale. Si può immaginare una ricompensa ancora maggiore del sapere. Per il servizio del maestro da parte dello studente, il maestro può compensarlo non soltanto insegnandogli una qualsiasi cosa, ma illuminandolo circa lo scopo stesso per il quale fu creato. Potrebbe persino offrirgli una guida nel sentiero da seguire al fine di raggiungere il suo traguardofinale. Quando valutiamo i vari gradi del beneficio, è chiaro che i valori spirituali sono di gran lunga più importanti di quelli materiali, ma è altrettanto ovvio che l'eterna beatitudine che si ottiene con l'essere a contatto con lo scopo stesso della propria esistenza è ancor più esaltante e ambita sia dal fisico che dallo spirituale. Ne consegue quindi che, così come abbiamo concluso che il sapere è una ricompensa maggiore del cibo, così anche la ricompensa per aver acquisito l'insegnamento circa il proprio eterno traguardo finale è di gran lunga superiore all'acquisizione della conoscenza. Ebbene, vi sono molti gradi di bene o di beneficio, alcuni a noi comprensibili, come quelli sopra numerati, ed alcuni oltre la portata della nostra comprensione. In ogni caso, ciò che tutti hanno in comune è che il corpo e l'anima derivano piacere da essi, e attraverso essi. Dobbiamo renderci conto che, poiche il corpo e l'anima sono semplici creature essenzialmente finite, ogni delizia che essi hanno la capacità di sperimentare deve anche necessariamente essere finita. Quale allora è una ricompensa genuina e infinita?Quando un essere umano adempie alla Volontà ed ai comandamenti (Mitzvot) del suo Creatore, ed in tal modo progredisce costantemente nel suo inseguimento della perfezione, egli raggiunge un « punto di contatto » con il Comandante e quindi una unione. Questa è una interpretazione della parola « mitzvà » che proviene dalla radice « tzavtà » legame o unione tra il Comandante e il comandato; raggiunge così una unione tra due entità altrimenti disgiunte e persino remote l'una dall'altra. Quell' uomo mortale diviene così legato al suo Creatore eterno e senza limiti. Si tratta evidentemente del bene e del beneficio più grandi che possano essere. È stato così dimostrato che la più grande impresa e ricompensa possibile è l'esecuzione della Mitzvà stessa. Ed è ciò che i nostri Saggi hanno voluto significare, secondo una interpretazione hassidica, quando hanno dichiarato « La ricompensa per una Mitzvà è la Mitzvà stessa »

    Rabbino Y. Heschel Greenberg
    _______________________________________________________

    In ogni modo essendo l'Ebraismo accentrato sulla vita, questo è
    un argomento un po' di "frontiera" che per approfondire bisogna
    addentrarsi nei meandri del misticismo ebraico, nella Kabbalah.
    L'anima è rivestita oltre che dal corpo fisico, anche da altri corpi o
    inviluppi chiamati qelipot, quindi a seconda del percorso che sta
    compiendo quell'anima, si ritroverà sempre in un corpo, o
    reincarnandosi nel mondo che ha lasciato o in uno un po' meglio,
    fino a che non avrà raggiunto la perfezione e potrà tornare al
    Creatore.
    Questa è una sintesi estrema, ma forse basta a rendere per un po'
    le concezioni ebraiche.

    Aialon
  10. .
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    Edited by Aialon - 21/10/2008, 13:04
  11. .

    É veramente un bel libro.
    Aialon


    Immaginate di camminare un'estate per una strada polverosa in Galilea, di imbattervi in un piccolo gruppo di giovani, guidati da un giovane uomo. La personalità dell'uomo attrae la vostra attenzione; egli parla. gli altri ascoltano... Se voi foste stati là, che cosa avreste fatto?".

    Così Jacob Neusner, il più noto studioso di giudaismo a livello mondiale, imposta questo straordinario libro. Il suo scopo è un salto di 2000 anni per porsi a diretto colloquio con Gesù, e mostrare che "laddove Gesù diverge da quanto Dío rivelò a Mosè sul monte Sinai, egli sbaglia e Mosè ha ragione".

    Il risultato è un libro innanzítutto avvincente, dallo stile piacevole, a tratti spiritoso, sempre intelligente. Ma soprattutto un libro che senza retorica, falsi irenismi o vecchie polemiche, delinea i veri problemi del dialogo due volte millenario tra ebraísmo e cristianesimo. Di esso, punto di forza del Jewish Book Club, il custode dell'ortodossia della fede cattolica, il Cardinale Joseph Ratzinger, ha scritto: "La mia impressione è che questo sia di gran lunga il saggio più importante per il dialogo ebraico-cristiano fra quelli pubblicati nell'ultimo decennio".

    Jacob Neusner, professore di Storia delle Religioni presso la South Florida University (Tampa), è oggi il più importante studioso al mondo del giudaismo dei primi secoli dell'era cristiana. Ordinato rabbino al Jewish Theological Seminary of America, ha svolto una straordinaria attività di ricerca e di divulgazione con circa 400 titoli pubblicati. Vanta oltre una dozzina di lauree "honoris causa" e di premi accademici. In italiano sono disponibili Fondamenti del giudaismo (Giuntina, 1992), Il giudaismo nei primi secoli del cristianesimo (Morcelliana 1989), Il giudaismo nella testimonianza della Mishnah (EDB, 1995).

    "La mia impressione è che questo sia di gran lunga il saggio più importante per il dialogo ebraico-cristiano, fra quelli pubblicati nell’ultimo decennio. L’assoluta onestà intellettuale, la precisione dell’analisi, il rispetto per l’altra parte unito ad una ben radicata lealtà verso la propria posizione, caratterizzano il libro e lo rendono una sfida, specialmente per i cristiani, che dovranno riflettere bene sul contrasto tra Mosè e Gesù. I quesiti che l’autore rivolge a noi cristiani sono fondati e, proprio per questo, fruttuosi. Ho apprezzato l’approccio dell’autore che non si rivolge, in fin dei conti, a Gesù come ad una figura storica, ma pone sempre in giusto rilievo la figura reale di Gesù, quale ci veine presentata dal Vangelo di Matteo. Si evita, pertanto, di cadere in fallaci armonizzazioni che non sono di aiuto a nessuno, poiché non servono a riconoscere la profondità della verità. Spero che la sfida lanciata da questo saggio sia raccolta in tutta onestà e avvicini cristiani ed ebrei, cosicché, nella condivisione delle comuni radici, essi possano considerare le vere differenze in spirito di grande lealtà e reciproca sincerità".

    Cardinale Joseph Ratzinger
  12. .

    Leggendo i vostri messaggi mi accorgo di quanti danni hanno provocato Costantino e la Chiesa Romana. E' con loro che bisogna prendersela, non con un rabbino del primo secolo (Yeshua) e un fariseo osservante (Shaul di Tarso).
    E' chiaro a mio parere che l'autentico messaggio del NT è la riconciliazione delle 10 tribù perdute attraverso la fede nell'Unico Dio e nella Sua salvezza, e attraverso il ritorno all'osservanza della Torah.
    Il resto sono interpretazioni successive, molto dannose, che sono alla base della rovina spirituale dell'Europa e dell'odio tra ebrei e "cristiani".

    Condivido in pieno il tuo parere, senz'altro Costantino vide nel Cristianesimo un collante per riaggregare l'impero romano che stava andando in pezzi.
    Aialon
1737 replies since 14/10/2007
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