Consulenza ebraica per lo studio del Cristianesimo e dell'Islam

Posts written by Abramo

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    Καὶ ἤδη ὀψίας γενομένης ἐπεὶ ἦν παρασκευή ὅ ἐστιν προσάββατον

    ועת הערב הגיע ומפני אשר ערב שבת היה הוא היום שלפני השבת
    arrivò il tempo della sera ('erev) e dato che era Venerdì ('erev shabbat), cioè il giorno prima di sabato.

    Più di così cosa vuoi? Marco è considerato il più antico e dice che paraskevi significa prosabbaton. (Marco 15:42)

    Gli ebrei cominciano a parlare il greco dal tempo di Alessandro Magno e arrivano in Grecia e divengono suoi cittadini ancor prima della stesura dei vangeli. Suppongo quindi che il termine paraskevi era già usato da prima ma era allora conosciuto solo nel greco parlato dagli ebrei ellenisti, ciò spiega questa nota di Marco.

    Oggi se chiedi ad un ebreo medio probabilmente non sa nemmeno cosa sia Paraskevi essendo questo un termine greco, ma oggi tutti i greci con Paraskevi intendono il Venerdì.

    Shalom
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    CITAZIONE (bgaluppi @ 18/12/2016, 15:51) 
    Il problema è che, leggendo attentamente e in modo parallelo i vangeli, Yeshùa non poté morire di venerdi.

    Un uomo può morire in qualunque giorno.

    Quanto hai detto lo hai già scritto varie volte. Va bene, mail metodo non è corretto perché stai parlando di tre opere scritte da tre autori diversi che già presentano altre discordanze.

    Più di così io non ti posso aiutare, devi porle ai tuoi maestri queste domande.
    Purtroppo ci sono maestri che credono di sapere l'ebraico meglio degli ebrei e il greco meglio dei greci. Ai primi possiamo passarci sopra perché ormai ci siamo abituati, ma per quanto riguarda il greco ti consiglio di rivolgerti direttamente ad un maestro madrelingua greca che conosce e padroneggia una letteratura greca più ampia e fatti spiegare perché e da quale periodo i greci chiamano il Venerdì Paraskevi.

    Per quanto riguarda il termine Shabbat anche in ebraico significa settimana e anche può indicare una festa solenne, ma solo in alcuni casi in cui il contesto lo evidenzia per bene e senza che si crei un equivoco. Se il termine paraskevi fosse stato scritto senza specificare che l'indomani era Shabbat sarebbe già stato sufficiente per indicare il Venerdì nel linguaggio degli ebrei ellenisti di madrelingua greca.
    CITAZIONE
    In base a questa cronologia, quello non fu l'anno 33, ma il 30 (e i dati astronomici lo confermano).

    Quali dati astronomici?
    Perché il 30 e non il 33?

    Shalom
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    Con paraskevi=preparazione gli ebrei ellenisti intendevano la cottura dei cibi da mangiarsi di sabato. Non c'è una cottura dell'agnello nel giorno che precede la festa di Pesach perché in essa è permesso cucinare lo stesso giorno, sta scritto nella Toràh.

    Il 14 non si prepara il Pesach, deve essere già pronto per metteri a turno dato il forte affollamento nel Tempo. L'animale lo si prepara alcuni giorni prima, in Pesach Mizraim lo si preparò il 10 di Nissan.

    Il 13 di Nissan alla sera la casa deve essere già sgomberata dal chamez, alla notte del 14 si fa il bedikat chamez e poi di mattina lo si brucia.
    In questo giorno è proibito mangiare chamez, ma anche mazzot. Nel caso però che questo giorno cade di sabato allora è obbligatorio mangiare pane e poi eliminarlo prima della notte del 15.

    Il testo del Vangelo dice che dopo la paraskevi l'indomani è shabbat e ciò è perfettamente coerente con il linguaggio ebraico ellenistico. Per i greci è evidente che quel giorno era Venerdì e hanno posto la maiuscola a Paraskevi. Anche la traduzione ebraica intende allo stesso modo. Se si vuol dire qualcosa di diverso bisogna dimostrarlo perché è troppo contro l'evidenza.

    Ancora non capisco quale sia il problema.

    Shalom
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    CITAZIONE (Pier Tulip @ 18/6/2016, 10:45) 
    Agli amici conoscitori della liturgia ebraica vorrei chiedere un'ipotesi precisa sulla data in cui avviene l'annunciazione a Zaccaria in questo passo del Vangelo di Luca:

    CITAZIONE
    Luca 1: (8)Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, (9)secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. (10)Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso. ... l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni.

    Questa cerimonia può essere quella della Festa dell'Espiazione?

    No, perché nel giorno dell'Espiazione quest'operazione era effettuata dal sommo sacerdote.

    Questo rito era celebrato due volte al giorno, una all'inizio e uno alla fine del quotidiano giorno cultuale. Entravano nella sala del Tempio due sacerdoti, uno si occupava delle lampade del candelabro e l'altro della ktoret. Prima si accendevano 5 ampade, poi si faceva il rito della ketoret e poi si concludeva accendendo le altre due lampade. Durante il rito tutta la sala del Tempio veniva sgomberata completamente e ciò è conforme a quanto riportato nel Vangelo. Anzi quotidianamente si proibiva anche di accedere allo spazio fra l'altare esterno e le scale che portavano all'ingresso del tempio per impedire di entrare dalla porta che porta alla sala. Di Yom Kippur invece si permetteva di sostare in questo spazio, davanti l'ingresso. Una volta terminato il rito, il sacerdote che lo faceva aspettava sulle scale l'altro sacerdote che completava di accendere le ultime due lampade. Quando i due sacerdoti si incontravano sulle scale era permesso entrare nella sala.
    Questo rito era considerato molto onorevole e ogni giorno si tirava a sorte un sacerdote su 1250 circa.

    CITAZIONE
    Un altro passo trovato senza fonti online dice:
    CITAZIONE
    Il turno al Tempio d’Abìa, prescritto per due volte l’anno, cadeva dall’8 di al 14 del terzo mese del calendario lunare ebraico e dal 24 al 30 dell’ottavo mese. La seconda volta corrisponde, secondo il calendario solare, all’ultima decade di settembre.

    IL primo turno cominciava con il primo mese secondo il calendario cultuale del Tempio, il mese di Nissan che corrisponde al settimo mese del calendario civile ebraico.
    Il terzo mese di cui si parla è Sivan, ma è errato perché prima di Shavu'ot, che cade il 6 di Sivan si completavano 10 turni ed il turno di Avyiah di cui faceva parte Zachariah è l'ottavo, quindi veniva due settimane prima. Nei casi invece in cui il capomese cadeva di sabato allora si perdevano due turni e l'ottavo turno veniva poco prima del 6 di Sivan. Siamo intorno a maggio giugno e la seconda decade viene intorno a novembre dicembre.

    Shalom
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    bgaluppi, posso capire che le intenzioni sono quelle di sistemare le cose, ma si va contro l'evidenza inventando significato estranei a quelli ebraici. La festa di Pesach, nel linguaggio comune, non è mai chiamata Shabbat anche perché è meno solenne del sabato settimanale. Ma anche se fosse, l'autore non avrebbe mai usato questo termine per non fare confusione. A maggior ragione perché il giorno prima di questo sabato è detto paraskevi. D'accordo ora, che paraskevi significa preparazione, ma se questo termine è usato in un contesto che si parla di sabato è chiaro che si parli di Venerdì. Come vedi la traduzione ebraica lo traduce erev shabbat=Venerdì. Ci sono anche testi greci del NT che scrivono paraskevi con la maiuscola per ribadire che si sta parlando di Venerdì. A questo punto bisognerebbe chiedere ai greci da quando hanno posto la maiuscola e perché, se proprio si vuole andare contro l'evidenza.

    Altro punto è che non esiste alcuna "preparazione" del Pesach. Il 14 di Nissan non è giorno di preparazione perché l'agnello lo si prepara la notte del 15 dopo il tramonto e buio completo del 14. Con paraskevi di Pesach si può intendere il Venerdì di Pesach nel caso in cui Pesach cade di Shabbat.

    Shabbat haGadol non significa Grande Sabato perché Shabbat in ebraico è un sostantivo femminile e non si adatta a gadol che è invece maschile. Gadol è probabilmente riferito al termine yom=giorno o al termine rav oppure al termine nes=miracolo, secondo quale significato si vuole dare perché Shabbat haGadol è un sabato molto antico il cui senso si perde nella notte dei tempi. Ci sono saggi che lo fanno risalire all'uscita dall'egitto, al 10 di Nissan con il grande miracolo legato all'uso dell'agnello, che gli egiziani consideravano una divinità.

    Shalom
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    Gesù usava spesso la locuzione ben Adam che significa semplicemente uomo/umano. Alcuni passi paiono riferiti a se stesso, altri invece sono chiaramente generici. La teologia cristiana ritiene che Gesù faceva allusione all'equivalente locuzione aramaica bar Enash (lett. figlio di Enosh= uomo/umano) del sogno del passo di Daniel 7:13 scritto in aramaico. Ora se Gesù avesse voluto alludere a tale sogno avrebbe citato la locuzione per intero che
    כבר אנש (ke-bar Enash=come un umano, simile ad un uomo). Nel sogno infatti Daniele, dopo aver visto quattro bestie, che simboleggiano quattro regni, intravede fra le nuvole una figura che somiglia ad un uomo che simboleggia il regno dei santi del popolo ebraico, che alla fine prenderà il dominio del mondo.

    Shalom
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    CITAZIONE (bgaluppi @ 16/12/2016, 01:21) 
    e lui stesso dichiara: “anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire” (Lc 16:13).

    Figlio dell'uomo secondo me con la maiuscola non ci sta. Vorrebbe rispecchiare l'ebraico ben adam che vuol dire però "essere umano". L'aramaico di Daniel ha invece ke-bar enashche significa "simile ad un umano". Credo che il NT abbia tanto frainteso questi termini.

    CITAZIONE
    Il Messia non è forse il servo di Dio? Come Israele è servo di Dio? Dio forse considera il Messia e Israele come servi in senso letterale?

    Definire Gesù il messia è un'anomalia religiosa.

    Nel linguaggio ebraico con messia si intende una massima carica politica che può essere un re o un sommo sacerdote. Nel caso del messia atteso da noi ebrei, si tratta della nostra speranza della ricostituzione dell'antico regno unito di Israel. Pertanto il Messia è un re. E un re secondo la normativa del regno poteva essere unto solo dalla corte suprema del Sinedrio. La discendenza non è sufficiente. Nel caso di Gesù nemmeno quella abbiamo. Vedi ad esempio che in due vangeli abbiamo due genealogie discordanti e confuse, non affatto adatte ad un messia.

    CITAZIONE
    E poi, chi dice che Yeshùa era "divino"? Non certamente le Scritture Greche.

    Il prologo del vangelo di Giovanni lo chiama teos.

    Shalom
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    CITAZIONE (bgaluppi @ 16/12/2016, 01:05) 
    Ti risulta che il testo tradotto in ebraico dica “ky-erev shabbàt hayàh vegadòl yòm hashabbàt hahù”? Non si parla di shabbath hagadol, ma di "sera del sabato e giorno grande".

    L'ho citato in ebraico e spiegato nel mio ultimo post, leggi anche quelli precedenti per quanto riguarda 'erev e ben ha'arbaim.

    No "sera del sabato" in ebraico si dice: shabbat ba'erev, qui invece abbiamo 'erev shabbat che significa Venerdì. Poi dice: e grande quel giorno di Sabato, che potrebbe essere compatibile con Shabbat haGadol. Dal punto di vista del linguaggio ebraico al momento non mi viene in mente nient'altro. Da quanto mi risulta non esiste nessun altro giorno che può essere definito gran giorno di sabato. Appunto chiedevo come viene interpretato da coloro che negano che era Venerdì. Bisogna vedere gli altri vangeli cosa dicono, consultare il greco, le versioni latine, la Peshitta e le antiche tradizioni, se ce ne sono.

    Forse con megale si potrebbe intendere "lungo"? Nel senso che quel sabato era più lungo del solito? Per esempio un sabato di Pesach che cade in un anno embolismico. Il contesto pare dire che il tempo stringeva e stava per entrare il Sabato.

    Se l'anno era il 33 allora è embolismico perché si usava intercalare l'anno prima di quello sabbatico, che fu il 34.

    Non è nemmeno possibile stabilirlo con dati astronomici perché, in quel periodo, era proibito usare calendari fissi per il culto del tempio. Il nostro calendario ebraico fisso appare circa nel 350 e ha motivo di esistere fin quando non si ricostruirà il tempio.

    Astronomicamente possiamo sapere a che ora ci fu il novilunio, il capo mese solitamente è il giorno dopo. Ma dato che i capi mesi si stabilivano con le osservazioni, se la visibilità non era buona i mesi potevano essere di 30 giorni e se ne potevano accumulare anche quattro con un ritardo di circa 2 giorni. Il periodo che precede Pesach è invernale con scarsa o zero visibilità.
    Poi c'è da sapere se era un anno embolismo oppure no, perché la differenza non è poca, è un mese in più. E questo non è possibile saperlo perché il Sinedrio lo stabiliva in base a calcoli complicati e avvistamenti e quando c'era da aggiustare aggiustava per far combaciare Pesach con la stagione di Aviv secondo il comandamento della Toràh. Il fatto è che non abbiamo nemmeno testimonianze storiche di quel periodo.

    CITAZIONE
    Gli altri vangeli sono concordi, solo Giovanni riferisce questo particolare

    Concordi su cosa? Su paraskevi almeno rispecchiano quanto detto da Giovanni?

    Shalom
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    Marvin, il riferimento alle scritture è chiaro. In quel discorso Gesù fa altre 5 citazioni del Pentateuco, tutte precedute dalla formula fu detto come di regola negli scritti dei maestri ebrei. Il Vangelo vuole imitare quei maestri con il maestro Gesù, ma aimè, la sesta citazione sarebbe dovuta essere: ama il tuo prossimo come te stesso: ואהבת לרעך כמוך ma invece è: ואהבת לרעך ושנאת את איבך
    Quest'ultima è una citazione falsata, una mezza citazione, la prima parte corrisponde la terza è una spudorata menzogna. La Toràh dice chiaramente di amare il nemico e lo comanda con atti pratici. Sarà stata forse un'aggiunta successiva? Chi può saperlo? Con tutte le manomissioni che hanno subito gli scritti neotestamentari...


    bgaluppi, l'ultima citazione che hai fatto, l'ho letta nella traduzione ebraica e non ti nascondo che a me ha fatto un certo ribrezzo. A chi crede in Gesù come essere divino o comunque lo venera certo potrà non capire questa mia reazione.
    In questo capitolo traspare un uomo esaltato, non le parole di un umile maestro.
    Ma cosa significa: Io non vi chiamo più servi? Perché prima aveva chiamato i suoi discepoli servi? Incredibile!!! In seguito però li richiama servi!!! Poi chiama D-o avì=mio padre invece di avinu=nostro padre. Dice che solo chi fa ciò che dice lui lo considera suo amico. Invece di toratenu=Torà nostra, dice toratam= la loro Toràh, esprimendo un certo distacco dalla Toràh.

    Shalom
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    Una traduzione dal greco all'ebraico di un testo che si presume parli di cose ebraiche è certamente più importante di una traduzione dal greco all'italiano perché si dovrebbero ripristinare i concetti ebraici svaniti con l'uso di una lingua straniera, in questo caso il greco.

    I italiano paraskevi lo si è tradotto con giorno della preparazione e un italiano non sa esattamente cosa sia.
    In ebraico invece lo si è tradotto 'erev shabbat che può significare solo Venerdì.

    Shalom
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    Più vicini alle affermazioni di Gesù? Quali affermazioni?

    Shalom
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    Prego bgaluppi, lo scopo di questo forum è quello di aiutarvi a comprendere meglio il NT, sono felice che i miei interventi siano stati utili. Prenditi pure tutto il tempo che vuoi, meglio però non fare interventi troppo lunghi, scrivi una cosa per volta e concisamente.

    Shalom

    CITAZIONE (Naar @ 14/12/2016, 17:28) 
    Grazie Abramo. Gentilissimo. Ho solo il dubbio che quel giorno della preparazione fosse venerdì. Ma è altra cosa.

    Ho consultato la traduzione del Vangelo di Giovanni in lingua ebraica e conferma in pieno che il giorno della preparazione era Venerdì, lo traduce infatti con ערב שבת ('erev shabbat=Venerdì):

    והיהודים אמרו לא ילינו הפגרים על-הצלוב ביום השבת כי-ערב שבת היה וגדול יום השבת ההוא וישאלו מן-פילטוס לשבר את-שוקיהם ולהוריד אתם
    Link: יוחנן פרק יט

    Questo conferma indirettamente che il giorno dopo era uno shabbat (il shabbat prima di Pesach prende il nome di Shabbat haGadol).
    Inoltre il testo di Yochanan parla di Yom haShabbat e dice che era Gadol quel giorno di sabato.

    Almeno secondo chi ha fatto questa traduzione qui si tratterebbe di Venerdì.

    La mia domanda è: chi sostiene che non era un Venerdì come spiega la specificazione: "era grande quel giorno di sabato" che cadeva l giorno dopo?

    E' chiaro che "sabato" qui non può riferirsi alla festa solenne di Pesach tranne il caso in cui questa cada di sabato, resta però da spiegare cosa intendeva dire che era un "gran giorno". Una festa che cade di sabato non è mai detta "gran giorno" e se l'autore avesse voluto intendere questo avrebbe scritto che quel sabato era Pesach non certo che era "gran giorno".

    Perché era un gran giorno?
    Cosa intendeva dire l'autore con questa importante specificazione?

    Shalom
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    Questo purtroppo non si può sapere con certezza. Considera però che nel greco del tempo degli ebrei allenisti paraskevi significava proprio Venerdì e tutt'oggi in Grecia il Venerdì si chiama Paraskevi=preparazione.

    Ora vediamo di tradurre il verso di Deuteronomio 16:6 come avevi chiesto:

    כי אם אל המקום אשר יבחר יהוה אלהיך לשכן שמו שם תזבח את הפסח בערב כבוא השמש מועד צאתך ממצרים

    ma verso il luogo che sceglierà HaShem tuo legislatore nel far risiedere il Suo Nome lì, sacrificherai il Pesach, nella sera, come il venire (=tramontare) del sole, la festa della tua uscita dall'Egitto.

    In questa forma poetica, come avviene in molti altri versi del Tanach, si accoppiano i verbi בוא (bo=venire) nel senso di entrare e יצא(iaza'=uscire). Ma in Italiano purtroppo non è perfettamente traducibile e non è possibile far riapparire la poesia contenuta in questo verso.
    A grandi linee il senso è questo:
    Quando si costruirà il Tempio e vi presenterete ad Hashem per ricordarvi di questo grande evento, sacrificherai il Pesach nella sera, come l'entrare del sole e come il tuo uscire in libertà al suo sorgere. Vengono descritti tre periodi che costituiscono tre fasi della procedura dell'offerta:

    1) la 'erev, ovvero la vigilia, il 14 di Nissan, quando si scanna il Pesach.

    2) dopo il tramonto del sole, la notte del 15 di Nissan, festa solenne, quando si cucina e si mangia.

    3) Il mattino del 15 di Nissan, quando si brucia il rimanente, dopo la veglia e quando avviene l'uscita dall'Egitto assimilata al sorgere del sole.

    Shalom

    Edited by Abramo - 14/12/2016, 18:00
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    CITAZIONE (Naar @ 14/12/2016, 07:29) 
    Qualcuno mi aiuterebbe con la traduzione corretta di deuteronomio 16:6 e quando è da intendersi il periodo tra le due sere? Anche con altri passi della scrittura

    Prima bisogna chiarire alcuni termini ed il loro senso in lingua ebraica.

    Il termine ebraico ערב ('erev) non corrisponde all'italiano sera. In italiano, come in spagnolo tarde si intende il periodo tardivo del giorno, ciò che viene dopo il giorno. Nella cultura ebraica invece è all'inverso, la 'erev è il periodo che precede il giorno dopo. Con 'erev si può indicare anche una vigilia, cioè tutto il giorno precedente un giorno importante, come ad esempio 'erev pesach, la vigilia della festività di Pesach, 'erev shabbat, il giorno prima di Sabato, cioè Venerdì, 'erev chag, la vigilia di una festa, 'erev milchamàh, il giorno prima dell'inizio di una guerra etc.

    Nel culto del Tempio vi era un periodo assegnato per l'offerta pomeridiana che veniva fatta nel tardo pomeriggio (tranne casi particolari in cui si poteva antecipare nel primo pomeriggio, ma non prima di mezzogiorno).
    Questo periodo è detto ben ha'arbaim, che a grandi linee possiamo tradurre con "fra le due sere".

    Non bisogna però commettere l'errore di interpretare come prima e seconda sera dell'italiano della Divina Commedia. La prima "sera" di ben ha'arbaim non è il tramonto del sole cui segue la seconda sera con l'entrata della notte. Non è il periodo fra il tramonto e il buio della notte perché nella concezione ebraica il giorno comincia con la notte e con 'erev si intende il periodo che precede il giorno dopo, che comincia con la notte. Pertanto è la seconda sera il periodo che va dal tramonto al buio completo della notte e l'uscita delle stelle. La prima "sera" è invece un periodo vicino al tramonto, che lo precede.

    In un primo tempo, ben ha'arbaim, nella legislazione ebraica del Tempio, aveva assunto un periodo di circa tre ore prima del tramonto del sole. Ben ha'arbaim era inteso come l'arco di tempo fra il periodo che precede il tramonto e l'inizio del tramonto stesso che è l'inizio della seconda "sera", la sera vera e propria detta semplicemente 'erev. Questo è il senso prettamente biblico di ben ha'arbaim, il tardo pomeriggio, ma rigorosamente prima del tramonto.

    Quando i sacrifici Pesach cominciarono ad essere in sovrannumero e tre ore non bastavano per l'offerta e la macellazione, la legislazione assegnò un periodo più lungo che va da mezzogiorno al tramonto. Si consideri che i sacrifici di Pesach sono obbligatori per ogni cittadino ebreo e ne veniva offerto uno per ogni gruppo di circa 50 persone. Quindi nell'area del Tempio c'era molto affollamento.

    Quindi riepiloghiamo:
    1) con 'erev si intende, in senso ristretto, il periodo che va dal tramonto al buio completo.
    2) Il giorno prima, la vigilia di un giorno importante e noto.

    Con ben ha'arbaim si intende:
    1) in senso ristretto, il periodo prima del tramonto, il tardo pomeriggio.
    2) in senso largo tutto il pomeriggio, da mezzogiorno fino al tramonto.

    Pesach veniva scelto e comprato il 10 di Nissan e poi macellato nel pomeriggio del 14 di Nissan. Con la notte entrava il 15 di Nissan che è giorno di festa solenne e veniva mangiato il pesach insieme alle mazzot e alle erbe amare. Poi seguivano altri sei giorni della festa delle mazzot.

    Il termine "preparazione" che figura nei vangeli non mi è chiaro a cosa si riferisce esattamente.

    Può infatti riferirsi a due cose completamente diverse:

    1) la compera dell'animale, un agnello o capretto fino ad un anno di età, nel giorno 10 di Nissan come Pesach dorot o qualche giorno dopo, per essere pronto per il 14 di Nissan.

    2) il giorno in cui si prepara il cibo da mangiare per Shabbat, cioè la vigilia di Shabbat, il Venerdì. Attenzione però: non la vigilia della festa di Pesah perché nelle feste è permesso cucinare e il Pesach veniva cucinato la stessa notte all'inizio del 15 di Nissan.

    Penso che la seconda è più adatta ai termini usati, dato che con "preparazione" in ebraico si intende la preparazione dei cibi, il cucinare. Ma non si può comunque escludere del tutto la prima dati i numerosi errori presenti nei vangeli e in tutto il NT. E' quindi verosimile che abbiano usato un termine inappropriato.

    Uno dei Vangeli parla di Shabbat haGadol (=Sabato, il grande), che è il sabato che precede la festività di Pesach. E' probabile che con "giorno della preparazione" si intenda il venerdì che precedeva questo sabato.

    Shalom
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    Perché vai così lontano? Allora che dire delle guerre descritte nella stessa Bibbia?
    Odio e guerra non sempre hanno corrispondenza. Le guerre bibliche spesso sono per necessità e sopravvivenza. Comunque il discorso che faceva Gesù non era riferito al nemico straniero, ma a chi ti odia, chi desidera il tuo male e dunque la sua citazione bisogna ricercarla in questo contesto; ma il fatto è che non esiste in nessun contesto in tutto il Tanach.

    Shalom
1727 replies since 22/1/2004
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