Consulenza ebraica per lo studio del Cristianesimo e dell'Islam

Posts written by Abramo

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    CITAZIONE (Yehoudith @ 8/2/2017, 20:40) 
    Ma quando mi si dice:

    Cit. Abramo
    "Elohim" è quello che si chiama un plurale di indefinibilità. Esprime un concetto che viene reso al singolare.

    Esprime un concetto che viene reso al singolare in tutte le traduzioni della Bibbia. E' tradotto universalmente con D-o. Non è forse vero?

    CITAZIONE
    Allo stesso modo abbiamo in Ebraico "Shammaim" (cielo), "maim" (acqua) che pur sono scritti al plurale ma che si traducono al singolare, come altri nomi puramente astratti: "Zikunim"(vecchiaia), "Neurim" (giovinezza) (plurale di astrazione).

    Tutti questi termini sono tradotti al singolare pur avendo una desinenza plurale. Questo dimostra che molti termini che hanno la desinenza plurale non sono plurali.

    CITAZIONE
    Altri esempi (presi in prestito da Aialon)
    panim: il volto
    tzawarim: la nuca
    achorim: la schiena
    Mitsrayim: Egitto
    mamtakim:Dolcissima
    Yerushalayim: Gerusalemme

    Cit.Negev(Inviato il 7/2/2017, 08:26)
    <<nega il plurale di indefinibilità. comune nelle lingue semitiche e presente comunemente in una infinità di sostantivi: maim, panim, haim, neurim, zekunim, ecc.>>

    Mettendo in relazione la categoria del plurale di indefinibilità o astrazione a cui appartiene il sostantivo elohim con questi termini,è ovvio che come minimo viene qualche dubbio che ciò sia corretto.

    Questi sostantivi astratti e concreti pur avendo la desinenza al plurale esprimono un senso al singolare e NON hanno il corrispettivo sostantivo con al singolare,come ad esempio in italiano occhiali.

    Non tutti ce l'hanno, panim ce l'ha: pan, di haim è hai, di tsawarim è tsawar, di achorim è achor, di mamtakim è mamtak, Yerushalaym invece è una lettura duale successiva del singolare YeruShalem. Di alcuni che si pensava non ce l'avessero il singolare, poi si scoprì che non era così. Ma non è il caso di continuare perché vedo che tu non sai nemmeno di che stiamo parlando. Ci vogliono le basi prima di fare simili affermazioni. Un vero esperto, come prima cosa, avrebbe segnalato quali sono i termini biblici e quelli extrabiblici. Meglio prima assicurarsi di aver capito ciò che si legge, specialmente se non si è del campo.

    CITAZIONE
    Ora,a qualsiasi categoria appartengono,qualunque sia il nome con il quale vogliamo identificare questa categoria,questi sostantivi NON sono assimilabili al sostantivo elohim,per il semplice fatto che non possono seguire le medesime regole.

    Ci sono alcuni casi in cui il nome elohim è plurale di astrazione e segue le medesime regole. Nella maggioranza dei casi invece Elohim è un nome proprio di persona ed ha le regole dei nomi propri di persona. Negli altri casi elohim è un plurale intensivo oppure di adnut, che viene messo in relazione ad altri termini come be'alim=signore, padrone, che ha il suo singolare ba'al; 'adonim=padrone, signore che ha il suo plurale 'adon.

    CITAZIONE
    In quanto questi sostantivi NON hanno il corrispettivo singolare e non esprimono MAI un senso al plurale,ma sempre al singolare.

    Molti esprimono anche il plurale, i due citati be'alim e adonim, haim, panim, tamim etc.

    CITAZIONE
    Ad esempio panim,ha la desinenza al plurale “im”ma significa SEMPRE volto(singolare),panim non può avere un termine con desinenza al singolare.

    Ce l'ha, è pan e significa "aspetto". L'ebraico è tutto così, dipende dalla categoria e il significato cambia di un po'.


    CITAZIONE
    E evidente che panim e elohim NON sono assimilabili.

    Quando è plurale di astrazione si, quando accetta verbi e aggettivi al plurale. In questi casi elohim significa legislazione o divinità.

    Ma non mi è chiaro cosa si vuole dimostrare. Di queste cose si è parlato fino alla noia.

    Shalom
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    1 Cronache 20,3
    ואת העם אשר בה הוציא וישר במגרה ובחריצי הברזל ובמגרות

    il verbo è di radice sarar (=signoreggiare), confrontare con Giudici 9,32

    וישר אבימלך על ישראל שלש שנים

    22 E Abimelec signoreggiò sopra Israele tre anni. (Trad. Riveduta)

    Shalom
  3. .
    Leviticus, il "per" non c'è in ebraico nelle due forme in cui si presenta: 'ain be'ain (=occhio in occhio) e 'ain tachat 'ain (=occhio sotto occhio).Le due espressioni sono idiomatiche e in ebraico significano: in modo preciso. Per esempio questa espressione è usata anche per descrivere il modo in cui D-o si mostrò al Suo popolo: 'ain be'ain (=occhio in occhio, Deut. 14,14). La stessa identica espressione è tradotta in altro verso con: occhio per occhio.

    Incominciamo a studiare questo brano della tesi di Negev e poi approfondiamo citando altri versi:

    CITAZIONE
    L’espressione המאזנים מעויין (la bilancia è esattamente in equilibrio), pronunciata dai popoli in questo Midrash, ha il senso comune, nel linguaggio talmudico, di equilibrio fra le colpe e i meriti degli umani e quindi qui potrebbe significare che i popoli si considerano dei giusti perché osservano la Toràh scritta, considerata da loro l’unica esistente. Ma significa anche che gli stessi, in un futuro lontano, avrebbero considerato la Toràh Scritta come se appartenesse anche a loro. Come dire: “la bilancia è in esatto equilibrio, la Toràh fu data a loro Israeliti, come anche a noi allo stesso esatto modo”.
    L’aggettivo מעויין deriva dall’espressione עין בעין (occhio per occhio) il cui senso è “in modo esatto”:
    עין בעין שן בשן
    “occhio per occhio, dente per dente”
    (Devarim 19,21)

    עין תחת עין שן תחת שן
    “Occhio al posto di occhio, dente al posto di dente”
    (Shemot 21,24)

    “דמי עינא חולף עינא, דמי שינא חולף שינא”

    Traduzione:
    “il prezzo [stabilito] per l’occhio sostituisce l’occhio, il prezzo [stabilito] per il dente sostituisce il dente”.
    (Targum pseudoYonathan, Devarim 19,21; Shemot 21,24)

    #entry592740674

    Shalom
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    Benvenuto fra noi armandoo welcomeani
    Non ti preoccupare. I ragazzi vogliono solo dire che per ottenere buoni risultati dagli studi, bisogna mettere temporaneamente da parte la fede. Molti cristiani vengono qui in cerca di conferme alla fede cristiana e spesso rimangono delusi. Meglio affrontare gli argomenti in modo neutrale.

    Colui che Parlò e il mondo fu diriga i tuoi passi.

    Shalom
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    CITAZIONE (Gianni Montefameglio @ 16/1/2017, 15:57) 
    Shalòm. Buongiorno a tutti. Vorrei proporre una mia esegesi sulla questione del Sl 137.

    Benvenuto nel nostro forum. welcome(1)

    CITAZIONE
    Ritengo che il termine הַשְּׁדוּדָה (hashedudàh) di Sl 137:8 (e non 7) non è applicabile a Babilonia. Tra parentesi, parlare di donna israelita mi pare antistorico: si tratterebbe casomai di giudea (perché a Babilonia erano prigionieri i giudei e non gli israeliti). Comunque, non si comprende come בַּת־בָּבֶל (bat-bavèl), “figlia di Babilonia” possa applicarsi alla comunità giudaica esiliata.

    Esatto, dici bene, non è applicabile a Babilonia ed infatti nella tramandazione orale ebraica non è mai applicata a Babilonia. Si tratta infatti di un soprannome dispregiativo attribuito alla nazione israelitica deportata (Talmud Yerushalmi, Yebamot 9,8) o alla nazione di Edom (Midrash Tehilim, 121)
    Si, intendevo dire la donna israelita cittadina del Regno di Yehudah, il rimanente del popolo israelita, che si componeva di due regni. Non Giudea però come dici, dato che con Regno di Giudea si intende l'ultimo regno prima della fondazione dello Stato di Israel. Si tratta del regno fondato dopo il ritorno dall'esilio babilonese. Trattasi sempre e comunque di "donna israelita". Con israelita si è sempre inteso l'ebreo, a qualunque gruppo esso appartenga. Per esempio anche in Italia, ancor prima della fondazione dello Stato di Israel la comunità ebraica era chiamata: "comunità israelitica"

    CITAZIONE
    A me pare che הַשְּׁדוּדָה (hashedudàh) sia il participio passivo femminile del verbo שָׁדַד (shadàd), traducibile con “che devi essere distrutta”. La versione maschile la troviamo in Gdc 5:27: “Cadde distrutto [שָׁדוּד (shadùd)]”.

    Può significare "distrutta", ma non certo: "che devi essere distrutta". Questo è quello che solitamente traducono le traduzioni, ma non è conforme all'originale.

    CITAZIONE
    Che la Babilonia doveva essere distrutta è profetizzato da Is 47:1: “Scendi e siedi sulla polvere, vergine figlia di Babilonia! Siediti in terra, senza trono, figlia dei Caldei!”. E si noti che qui Babilonia, capitale della Babilonia, è chiamata parimenti בַּת־בָּבֶל (bat-bavèl).

    D'accordo, ma non è il caso del nostro salmo. Qui Bat Bavel Hashedudah è un soprannome e a dare questo soprannome sono i benè Edom che odiavano a morte gli israeliti, tale che cantavano inni di gioia durante l'invasione babilonese e in seguito si stabilirono a Sud di Israel in una regione che in seguito prese il nome di Edomia.
    Sono qui i benè Edom ad invocare che i bimbi israeliti siano assassinati crudelmente, loro desideravano la pulizia etnica per stabilirsi al loro posto. Avevano perso la guerra con gli israeliti del Regno di Yehudah e desideravano che l'esercito dell'impero facesse loro strada ed infatti anche loro ne uccisero di israeliti, tutti quelli che fuggivano.

    CITAZIONE
    Non sono affatto gli edomiti a parlare e a dire: “Beato chi afferrerà e sbatterà bambini di te contro la roccia” (v. 9, traduzione letterale dall’ebraico). Così non è. Si noti infatti il v. 7: “Ricorda, Yhvh, [i] figli di Edom [nel] giorno di Gerusalemme i dicenti: distruggete, distruggete fino a la base in essa” (traduzione letterale dall’ebraico). A parlare sono chiaramente i giudei, i quali si rivolgono al loro Dio Yhvh.

    Come no? Il verso in questione segue quello che apre con "i dicenti" il cui soggetto sono gli edomiti.
    CITAZIONE
    Come spiegare allora l’augurio che i bambini babilonesi fossero sfracellati contro la roccia?
    Si spiega con la legge del taglione, che era contro la tendenza a vendicarsi in maniera esagerata.

    La Legge del Taglione era la legge dei popoli gentili, anche i romani l'avevano incisa nelle loro XII Tavole, ma gli ebrei l'hanno sempre condannata come ingiusta e inapplicabile. Il tuo è un approccio del tutto cristiano che vede la Legge del Taglione laddove non c'è.

    Shalom
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    La letteratura ebraica è generalmente scritta in ebraico ed è sempre stata interna al popolo ebraico. Non potrebbe farsi strada perché non compatibile con quella del mondo cristiano e islamico. Una letteratura che rivela le incongruenze delle religioni, che da essa si dice derivano, si è dimostrata pericolosa per lo stesso popolo di Israel. La storia è piena di persecuzioni verso il popolo ebraico e verso la sua letteratura e quando andava meglio si applicavano le censure letterarie.

    Shalom

    CITAZIONE (leviticus @ 17/1/2017, 16:08) 
    Elh.ohim legislatore supremo umano vieta di seguire altri elhohim ,quindi un divieto politico , e vieta anche l idolatria,cioè adorazione di idoli (anche fossero del proprio elhohim) e di dei pagani( in ebraico mi pare "herev") quindi un Divieto chiamiamolo religioso.

    Il divieto è si politico, ma pur sempre divino ed è applicato per mezzo di un parlamento.

    Il divieto di seguire altre leggi non è esclusivo nel diritto ebraico perché ogni Stato obbliga i suoi cittadini a seguire le proprie leggi e non quelle degli altri stati stranieri.
    La religione qui c'entra solo per quanto riguarda l'idolatria che le leggi delle nazioni straniere prevedevano.
    Cherem non è un divieto religioso. Così è concepito nella religione cristiana che ha manipolato le sue traduzioni della Bibbia, ma così non è.

    Shalom
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    Che i vangeli sono antiebraici non è una nuova scoperta e le prove sono abbondanti. Tutt'altro che indizi. Sei troppo generoso a chiamarli "indizi".

    Riprendiamo il tema.

    D'accordo che l'autore non era ebreo, la mia osservazione però voleva mettere in evidenza un'altra cosa. Cioè, un autore non-ebreo non ha bisogno di specificare che Pesach, la sua "preparazione" o tutto ciò che la riguarda sono cose ebraiche perché ciò è già noto ai lettori, sta infatti parlando di cose ebraiche nel suo libro. Se parla però di Paraskevi degli ebrei sta dicendo in sostanza che sta parlando non del Venerdì normale e conosciuto nel mondo greco, ma di quello specifico degli ebrei dal cui uso ebbe origine questo termine. Cioè il giorno in cui gli ebrei si preparano per il sabato, le donne preparano le pietanze da mangiarsi di sabato e gli uomini smettono di lavorare a partire da mezzogiorno e si preparano per il riposo assoluto.

    Prima avevo messo in evidenza un'annotazione nel testo del Vangelo di Marco, considerato il più antico, nella quale specifica che paraskevi significa prosabbaton, cioè paraskevi significa Venerdì.

    C'è da chiedersi: come si rapportano coloro che sostengono che quel giorno non era Venerdì davanti a questa nota di Marco?

    Shalom
  8. .
    Vedi anche alla fine del capitolo 19 del vangelo di Giovanni al verso 42 come si riferisce alla paraskevi:
    παρασκευὴν τῶν Ἰουδαίων
    E la traduzione in lingua ebraica specifica ancora, che era 'Erev Shabbat per gli ebrei:
    שם שמו את-ישוע כי-ערב שבת היה ליהודים והקבר קרוב

    Traduzione dall'ebraico: Lì, misero Yeshùa perché 'Erev Shabbat (venerdì) era per gli ebrei e la tomba era vicina.

    Lo misero in una tomba vicina perché era venerdì e c'era l'obbligo di seppellirlo il più velocemente possibile perché è proibito ritardare la sepoltura ed era d'obbligo effettuarla prima che entri lo Shabbat perché è proibita di Shabbat.

    Perché specificare che si tratta del venerdì degli ebrei?

    Se con Shabbat l'autore avesse voluto intendere la festa di Pesach non ci sarebbe stato bisogno di questa specificazione perché è già chiaro e sottointeso che Pesach è una festa degli ebrei. A me pare ( ma è solo una mia supposizione), che qui si parli di qualcosa di più frequente di Pesach, qualcosa di più comune e conosciuto nel linguaggio greco di allora.

    Forse perché nel periodo della stesura dei vangeli il greco aveva già assunto il termine paraskevi con il senso di Venerdì come era in uso presso gli ebrei del periodo ellenistico al tempo dei maccabei?

    In ogni modo gli ebrei ellenisti mettevano in relazione paraskevi con Shabbat e mai con la festa di Pesach. Mettere paraskevi in relazione a Pesach deriva dall'ignoranza dei costumi ebraici.

    C'è però anche la locuzione: παρασκευὴ τοῦ πάσχα ed essendo παρασκευὴ 'Erev Shabbat, dunque παρασκευὴ τοῦ πάσχα è 'Erev Shabbat shel Pesach ovvero il venerdì del Sabato che precede la festa solenne di Pesach. Quindi la specificazione che il giorno dopo era sabato e che quel Shabbat era chiamato Gadol è perfettamente coerente alla massoret ebraica.

    Però questa volta, la medesima traduzione ebraica di prima, non ha 'Erev Shabbat shel Pesach, ma Erev Pesach , che significa la vigilia di Pesach.

    Ma come ho detto e ripeto ancora: non abbiamo nel greco degli ebrei ellenisti un uso di paraskevi riferito a Pesach.

    Probabilmente παρασκευὴ τοῦ πάσχα non è originale ma un'aggiunta successiva.

    Ho notato che nello stesso capitolo vi sono delle incongruenze importanti.

    Riprendiamo la fine del cap 19 del Vangelo di Giovanni (CEI):

    38 Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39 Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. 40 Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. 41 Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. 42 Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

    Questa frase non rispecchia l'usanza ebraica:
    lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei

    Gli ebrei non usano ungere i corpi dei morti allo scopo di profumarli e non usano bende. A questo scopo si usa ungere il letto del morto (quello della tomba, se scavata nella roccia) e poi si usa bruciare degli aromi (la mirra) accanto al morto.

    L'unzione precedeva il lavaggio e quindi non rimaneva nulla sul corpo perché portata via insieme alle impurità con il lavaggio. L'unzione veniva fatta con altro tipo di olio e serviva per far uscire le impurità (ad es. escrementi) e si usava avvolgere i morti in un lenzuolo intero e non in bende.

    Shalom
  9. .
    Al contrario il periodo del re messia è un periodo molto confuso, pieno di agitazioni politiche e di guerre, sarà suo compito risolverle per riportare l'umanità in una condizione adatta al mondo avvenire.

    I profeti erano degli ambasciatori della Divinità e membri del Sinedrio il cui compito era quello di controllare che tutto si svolga secondo la volontà divina.
    Dopo la distruzione del Tempio il Sinedrio continuò ad esistere e fu l'ultimo a perire. Pertanto in ordine cronologico esso sarà il primo ad essere ricostituito ed anche la profezia rinascerà per poter ungere il futuro re messia. Dopo che il profeta avrà unto il re, esso ricostruirà il Tempio e ricondurrà i dispersi di Israel, cioè le 10 tribù disperse al tempo della distruzione del I Tempio. Poi tutte le nazioni lo riconosceranno come loro re ed egli si impegnerà a portare Pace e benessere in tutto il mondo. Quando questo scopo sarà raggiunto ed egli arriverà alla fine dei suoi giorni, sarà allora che entrerà la nuova era, il mondo avvenire. Fra questo mondo ed il mondo avvenire il ponte è il periodo chiamato: "giorni del messia".

    Shalom
  10. .
    Certo un motivo in più. La profezia verrà ripristinata nel futuro come anche il Sinedrio.

    Shalom
  11. .
    Anche Gesù si limitava a quel piccolo blocco.
    Ma come è possibile? Il capitolo di Daniel spiega bene che si tratta di un sogno, tutta la descrizione è simbolica (vedi le parole che ho sottolineato).
    Poi alla fine viene data la spiegazione e viene rivelato cosa appresentano quei simboli.

    Come potrai vedere anche qui di seguito, nel vangelo, una mezza citazione come abbiamo visto anche nel caso di ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico.
    Gesù dice di essere il messia e attribuisce a se stesso il personaggio del sogno di Daniel quando invece il simile ad un figlio d'uomo, che viene con le nuvole, non è il messia, ma un simbolo che rappresenta il popolo di Israel:

    61 Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». 62 Gesù rispose: «Io lo sono!
    E vedrete il Figlio dell'uomo
    seduto alla destra della Potenza
    e venire con le nubi del cielo».
    (CEI Marco 14)

    Nel giro di poche righe altre tre incongruenze:

    1) il sommo sacerdote non aveva alcuna autorità giuridica
    2) secondo il diritto del sinedrio le confessioni non hanno alcun valore. Non si può condannare un uomo in base ad una sua ammissione.

    3) Il messia non viene unto dal cielo, ma viene incaricato e unto da un profeta con l'olio dell'unzione fatto da Moshé per tutte le generazioni.

    Anche altri vedono questo sogno male interpretato e per giunta trasformato in una realizzazione mistica:

    55 Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra 56 e disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio».
    (CEI Atti 7)

    Shalom
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    CITAZIONE (Videntem videre @ 16/12/2016, 21:37) 
    La fonte giudaica ci ha permesso di conoscere, dopo quasi due millenni, le date in cui le classi sacerdotali di Israele officiavano al Tempio di Gerusalemme, ciclicamente da sabato a sabato, quindi sempre nello stesso periodo dell’anno. Il testo in questione riferisce poi che la classe di Abia, l’VIII delle ventiquattro che ruotavano all’officiatura del Tempio - classe sacerdotale cui apparteneva il sacerdote Zaccaria, il padre di Giovanni Battista - entrava nel Tempio nella settimana compresa tra il 23 e il 30 settembre.

    E' un dato errato. Il secondo ciclo del turno di cui faceva parte Zachariah cadeva a circa fine Novembre inizio Dicembre. Le date precise non è possibile saperlo perché era proibito usare calendari scritti e le date venivano stabilite dal Sinedrio in base alle osservazioni astronomiche e agricole. In questo periodo invernale la visibilità della Luna è scarsa e a volte non era possibile stabilire il capomese dei mesi di 29 giorni e se la situazione si ripeteva per più mesi si potevano accumulare anche due giorni di errore perché i mesi venivano stabiliti al massimo di 30. Poi c'è anche il problema che il novilunio di Nissan poteva essere posticipato se Pesach cadeva prima dell'equinozio. Se si trattava di un giorno veniva aggiunto un giorno al mese precedente, se più di un giorno si intercalava un mese intero, un secondo Adar. Un altro problema è se Rosh haShannah cadeva di Sabato che faceva anche spostare di due turni in avanti. Insomma è complicato. Se servono fonti chiedi pure.

    CITAZIONE
    Secondo non pochi antichi trattati ebraici, i giudei distinguono tre tipi di greggi. Il primo, composto da sole pecore dalla lana bianca: considerate pure,

    Le pecore sono tutte pure.
    CITAZIONE
    possono rientrare, dopo i pascoli, nell’ovile del centro abitato.

    Sia pecore che capre non possono stare nei centri abitati devono rimanere lontani o nel deserto lo dice la fonte più autorevole, la Mishnàh.

    CITAZIONE
    Un secondo gruppo è, invece, formato da pecore la cui lana è in parte bianca, in parte nera: questi ovini possono entrare a sera nell’ovile, ma il luogo del ricovero deve essere obbligatoriamente al di fuori del centro abitato.

    I greggi sono misti di capre e pecore non c'è distinzione di gruppi in base al colore della lana. Boh! Mai sentito! Ma certo non sono pecoraio.

    Shalom
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    Questo è un forum pubblico, puoi copiare e incollare come vuoi l'importante è citare sempre la fonte.

    Shalom
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    Ma anche così non ci siamo perché il termine σαββάτων va interpretato in funzione di ciò che viene dopo μίαν σαββάτων. Quindi è il primo giorno settimanale dopo la settimana.

    Shalom
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    CITAZIONE (leviticus @ 18/12/2016, 18:35) 
    Scusa Abramo , che In daniele 7.13 quello simile a un uomo simboleggi il regno dei santi del popolo di israele e un interpretazione che posso anche per certi condividere ma il testo non lo dice ,e un interpretazione autorevole probabile ma sempre tale.
    Il testo credo dica che i popoli e le nazioni lo servono,non ce il futuro.Non ce scritto lo serviranno per x tempo.
    Poi il passo dice che quel soggetto farà un regno eccetera ma ne! Passo non si nomina ne Israele ne Messia ne giusti ne santi di israele ne che Israele o le altre nazioni entreranno in questo regno, o mi sbaglio.

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    Nel capitolo 7 di Daniel non c'è solo il verso 13, vi sono ben altri 28 versi. Leggili tutti, c'è anche l'interpretazione del sogno dal verso 16 in poi e al 27 ripete:
    Allora il regno, il potere e la grandezza di tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e obbediranno».

    Anche dalla traduzione risulta essere chiaro:

    C.E.I.:
    Daniele 7
    1 Nel primo anno di Baldassàr re di Babilonia, Daniele, mentre era a letto, ebbe un sogno e visioni nella sua mente. Egli scrisse il sogno e ne fece la relazione che dice:
    2 Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mar Mediterraneo 3 e quattro grandi bestie, differenti l'una dall'altra, salivano dal mare. 4 La prima era simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono tolte le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d'uomo.
    5 Poi ecco una seconda bestia, simile ad un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: «Su, divora molta carne».
    6 Mentre stavo guardando, eccone un'altra simile a un leopardo, la quale aveva quattro ali d'uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio.
    7 Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d'una forza eccezionale, con denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna.
    8 Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che parlava con alterigia.
    9 Io continuavo a guardare,
    quand'ecco furono collocati troni
    e un vegliardo si assise.
    La sua veste era candida come la neve
    e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
    il suo trono era come vampe di fuoco
    con le ruote come fuoco ardente.
    10 Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui,
    mille migliaia lo servivano
    e diecimila miriadi lo assistevano.
    La corte sedette e i libri furono aperti.
    11 Continuai a guardare a causa delle parole superbe che quel corno proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a bruciare sul fuoco.
    12 Alle altre bestie fu tolto il potere e fu loro concesso di prolungare la vita fino a un termine stabilito di tempo.
    13 Guardando ancora nelle visioni notturne,
    ecco apparire, sulle nubi del cielo,
    uno, simile ad un figlio di uomo;
    giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui,
    14 che gli diede potere, gloria e regno;
    tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano;
    il suo potere è un potere eterno,
    che non tramonta mai, e il suo regno è tale
    che non sarà mai distrutto.
    15 Io, Daniele, mi sentii venir meno le forze, tanto le visioni della mia mente mi avevano turbato; 16 mi accostai ad uno dei vicini e gli domandai il vero significato di tutte queste cose ed egli me ne diede questa spiegazione: 17 «Le quattro grandi bestie rappresentano quattro re, che sorgeranno dalla terra; 18 ma i santi dell'Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per secoli e secoli».
    19 Volli poi sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era diversa da tutte le altre e molto terribile, che aveva denti di ferro e artigli di bronzo e che mangiava e stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava; 20 intorno alle dieci corna che aveva sulla testa e intorno a quell'ultimo corno che era spuntato e davanti al quale erano cadute tre corna e del perché quel corno aveva occhi e una bocca che parlava con alterigia e appariva maggiore delle altre corna. 21 Io intanto stavo guardando e quel corno muoveva guerra ai santi e li vinceva, 22 finché venne il vegliardo e fu resa giustizia ai santi dell'Altissimo e giunse il tempo in cui i santi dovevano possedere il regno.
    23 Egli dunque mi disse: «La quarta bestia significa che ci sarà sulla terra un quarto regno diverso da tutti gli altri e divorerà tutta la terra, la stritolerà e la calpesterà.
    24 Le dieci corna significano che dieci re sorgeranno da quel regno e dopo di loro ne seguirà un altro, diverso dai precedenti: abbatterà tre re 25 e proferirà insulti contro l'Altissimo e distruggerà i santi dell'Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge; i santi gli saranno dati in mano per un tempo, più tempi e la metà di un tempo. 26 Si terrà poi il giudizio e gli sarà tolto il potere, quindi verrà sterminato e distrutto completamente. 27 Allora il regno, il potere e la grandezza di tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e obbediranno».
    28 Qui finisce la relazione. Io, Daniele, rimasi molto turbato nei pensieri, il colore del mio volto si cambiò e conservai tutto questo nel cuore.

    Non credo ci sia bisogno di spiegazioni colui che somiglia ad un umano è il popolo di Israel, non il messia.

    Shalom
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