Consulenza ebraica per lo studio del Cristianesimo e dell'Islam

Posts written by bgaluppi

  1. .
    Ho aperto una nuova discussione su "odia il tuo nemico"
  2. .
    :)
  3. .
    Non era un modo per snobbarti, sono con la mia piccolina e devo fare lavori in casa... Non riesco a trovare un momento per intavolare questa discussione, che è complessa. Ti rinnovo l'invito per biblistica.eu, se vuoi.

    Troveremo il tempo su questo forum :)
  4. .
    Bloccoporta, sei il benvenuto sul forum biblistica.eu a discutere questi argomenti! :)
  5. .
    CITAZIONE
    Negev ha scritto:

    “In Matteo: "vi è è stato detto ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico"
    "odia il tuo nemico" è una espressione che non esiste da nessuna parte”

    Inizio con una valutazione sul termine "odiare" e pongo una prima domanda. In greco, come riportato dal versetto mattaico, è μισέω (misèo), che in italiano significa odiare, ma in greco anche e soprattutto "amare meno"; i dizionari biblici spiegano che il senso è quello di rinunciare a qualcosa in favore di un'altra, quindi amare qualcuno o qualcosa meno di qualcun altro o qualche altra cosa. Esiste il termine "odiare" in ebraico?

    Edited by bgaluppi - 11/12/2016, 18:28
  6. .
    Ok Negev, grazie.
  7. .
    “P.s.: Il mio vuole essere solo un dialogo, senza polemiche, e spero che appaia tale.”

    Ma certo, Bloccoporta. :) Ti risponderò appena posso.

    Ma Ashkenazi ha ragione...
  8. .
    Negev, poni troppi punti tutti insieme, è impossibile analizzarli tutti in un commento. Con l'utente ebreo Besàseà, sul forum di Biblistica, avevamo iniziato ad esaminare il primo punto che poni, dal "discorso della montagna"; solo su questo sono state necessarie molte pagine di forum e non siamo comunque giunti alla conclusione...
  9. .
    Bloccoporta, gli apostoli dovevano predicare, perché la congregazione nascesse. Yeshùa disse a loro, i testimoni diretti, di andare a testimoniare; come potrebbe rendere testimonianza chi non fu testimone? E così fecero. Poi, una volta nata la congregazione, tutto si è trasformato in qualcosa di molto diverso, per via dell'apostasia, predetta da Yeshua e dagli apostoli e già attiva ai tempi di Paolo. Quando il testo parla di tutto il mondo, si riferisce al mondo romano, quello riconosciuto; ciò che era fuori dai confini dell'Impero, non era preso in considerazione. Con la nascita della religione di stato, la dottrina trasmessa dagli apostoli è stata infiltrata da riti e dottrine pagani. La ekklesìa è nascosta, mescolata alle zizzanie, e sarà rivelata solo all'arrivo del Messia.

    “«Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. 25 Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. 26 Quando l'erba germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. 27 E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?" 28 Egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". I servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a coglierla?" 29 Ma egli rispose: "No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. 30 Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: 'Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio'"»” - Mt 13:24-30

    La Bibbia è tradotta in migliaia di lingue. La fede è un dono. E Dio conosce quelli che sono suoi.
  10. .
    Ashkenazi, sarebbe sbagliato cogliere ciò che si preferisce. Invece, credo sia importante cogliere ciò che è scritto. Il testo specifica chiaramente il significato simbolico dell'insegnamento contenuto nella visione: “Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure” (e poi Pietro la spiega, dopo averla compresa); non si tratta di cibi o di costumi, si tratta di non considerare le cose in un modo che non è conforme a quella che è la volontà di Dio. Con quella visione, Pietro viene semplicemente rassicurato sulla validità della missione che stava per presentarsi davanti a lui. Che i giudei non entrassero nelle case degli stranieri è un fatto; certo che gli stranieri non erano considerati "di per sé" impuri, ma certamente un giudeo non sarebbe entrato nella casa di un pagano per parlargli di Dio. Quella visione contiene un significato simbolico atto a rassicurare Pietro che ciò che si sarebbe verificato era conforme alla volontà di Dio: se Dio ti dice che una cosa è giusta, tu non considerarla che è ingiusta.

    Perché tale insegnamento fu dato tramite il paragone con i cibi? Si tenga presente che poco prima di avere la sua visione, Pietro aveva “fame e desiderava prender cibo”, per cui il mezzo espressivo fu appropriato. Neppure per un momento Pietro intese che le norme alimentari bibliche venissero revocate. Infatti, egli non solo non mangiò ma “dentro di sé, si domandava che cosa significasse la visione” (At 10:17). Questa sua perplessità indica che egli non comprese la visione nel senso che le danno oggi tanti cosiddetti cristiani, altrimenti non si sarebbe posto domande. Con perfetto tempismo, mentre Pietro cercava di capirne il senso, “ecco gli uomini mandati da Cornelio” (Ibidem). Che ciò non fosse una semplice coincidenza è mostrato dai successivi vv. 19 e 20: “Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse: «Ecco tre uomini che ti cercano. Àlzati dunque, scendi e va' con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io»”. Ecco qua il significato simbolico della visione.

    Comunque, a parte questo excursus, mi interesserebbe piuttosto il tuo parere relativamente ai miei due commenti sull'osservanza, riportati poco dietro.

    Su Corinti, dimentichi a chi stava parlando Paolo. Non erano ebrei... Le parole di Paolo riportate in 1Cor 10:25 si riferiscono a carne venduta al macello e che poteva provenire da un sacrificio fatto in un tempio di idoli. La carne avanzava da quei sacrifici era poi venduta al mercato. "Di per sé" non era contaminata. Sugli altari pagani il sangue di quegli animali era fatto scolare durante il sacrificio. A quel punto un credente poteva acquistare e consumare la carne rimasta che poi veniva messa in vendita.

    Edited by bgaluppi - 10/12/2016, 17:15
  11. .
    La visione dei cibi impuri non riguarda i cibi ma gli stranieri. Pietro non sarebbe andato a trovare dei pagani se non avesse compreso il significato di quella visione (v. 28), che afferma che Dio ha dichiarato gli stranieri degni di entrare.

    Pietro, su indicazione dello spirito (vv. 19,20), incontra Cornelio dopo aver avuto la visione di una tovaglia stracolma di ogni sorta di animali, rettili e uccelli che scendeva dal cielo e una voce che lo invitava a mangiare; Pietro si rifiuta di mangiare animali considerati impuri, e la voce lo istruisce a non considerare impuro ciò che Dio ha dichiarato puro. Si tratta degli stranieri, non dei cibi. Ma l'apostolo non comprende ancora il significato della visione. Il giorno precedente, anche Cornelio aveva avuto la visione di un angelo di Dio che lo invitava ad inviare degli uomini a Giaffa a recuperare Pietro per portarlo da lui. Assieme a Cornelio, erano presenti all'incontro anche "i suoi parenti e i suoi amici intimi" (v. 24), tutti pagani (v. 45). Quando Cornelio gli racconta la sua esperienza con l'angelo, Pietro inizia a comprendere il significato della visione sui cibi impuri dichiarati puri: Dio ha dichiarato gli stranieri degni di entrare. Pietro non doveva più considerare impuri gli stranieri: “Voi sapete come non sia lecito a un Giudeo aver relazioni con uno straniero o entrare in casa sua; ma Dio mi ha mostrato che nessun uomo deve essere ritenuto impuro o contaminato.” (v. 28).

    Poi, che uno creda o non creda a questa testimonianza non ha importanza; ciò che conta è capire cosa sta dicendo esattamente il testo: Dio non dichiara puro ciò che aveva dichiarato impuro (i cibi), ma che è giunto il momento che anche gli stranieri entrino nella Sua grazia.

    Comunque non mi avete risposto sui miei due messaggi sull'osservanza. ;)

    Edited by bgaluppi - 10/12/2016, 14:31
  12. .
    Ashkenazi, Naar ha dato un otimo suggerimento. Devi inquadrare nel contesto quale fu la funzione di quella visione, in cui Dio inviterebbe Pietro a violare l'osservanza. Nota anche che Pietro si rifiuta. La soluzione del dilemma è presentata successivamente nel cap. 10.
  13. .
    Scrive A. J. Heschel in Man's Quest for God. Studies in Prayer and Symbolism:

    “Un certo numero di idee riguardanti la legge ebraica si sono rivelate particolarmente ostili alla sua sopravvivenza. Desidero esaminarne un paio. La prima è l'assunzione che si osserva tutto o niente; ogni regola ha eguale importanza, e se un solo mattone viene rimosso, l'intero edificio finirà per crollare. Una simile intransigenza, per quanto sia lodevole se intesa come manifestazione di religiosità, non è giustificabile né sul piano storico né a livello teologico. Vi furono periodi della storia ebraica nei quali alcuni aspetti delle osservanze rituali non venivano contemplati, e questo da parte di persone che per il resto vivevano rispettando pienamente la legge. E dov'è l'uomo che può affermare di esser stato capace di adempiere alla lettera la mizwà: “Ama il prossimo tuo come te stesso”? Dov'è la preoccupazione per l'inadeguatezza spirituale di ciò che a detta di tutti non dovrebbe essere abbandonato? Dov'è l'angoscia per l'aridità della nostra preghiera e per la convenzionalità del nostro obbedire? Il dilemma a cui bisogna senz'altro dare risposta non è allora “tutto o niente”, abbandono totale o piena osservanza della legge. Il problema è se siamo alla ricerca di un'obbedienza autentica oppure contraffatta, genuina o artificiosa. Il problema non è quanto ma come obbedire. Dobbiamo verificare se obbediamo per davvero, oppure se ci prendiamo gioco della parola di Dio.”

    Parole molto forti, che richiamano i versetti di Isaia sopracitati e riportano alla memoria ciò che Yeshùa disse a chi, dall'alto della piena osservanza, lo accusava di violare la Torah:

    “16 Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non importa; ma se giura per l'oro del tempio, resta obbligato. 17 Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che santifica l'oro? 18 E se uno, voi dite, giura per l'altare, non importa; ma se giura per l'offerta che c'è sopra, resta obbligato. 19 Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che santifica l'offerta? 20 Chi dunque giura per l'altare, giura per esso e per tutto quello che c'è sopra; 21 e chi giura per il tempio, giura per esso e per Colui che lo abita; 22 e chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra. 23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello. 25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d'intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto, affinché anche l'esterno diventi pulito. 27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia. 28 Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.” - Mt 23:16-28 (NR)

    E che dire sulla risposta che Yeshua dette a chi lo accusava di violare il sabato (in base ad una certa tradizione basata sull'osservanza rigida e intransigente)?:

    “Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato” - Mr 2:27

    Insegnamento condiviso alla lettera in tempi successivi da Rabbi Simeon ben Menasya. C'è da chiedersi se il saggio ebreo non si sia ispirato all'insegnamento di Yeshua.

    Edited by bgaluppi - 10/12/2016, 14:30
  14. .
    Molto giuste le osservazioni di Naar. Ci sarebbe da approfondire il testo greco e analizzare il contesto in cui certe parole sono collocate, per capire la veridicità delle affermazioni di Naar. La cosa che non si deve mai fare è sostenere una teoria per partito preso senza prima verificare il testo originale.

    Tra i giudei esistevano diverse correnti di pensiero. Di ciò è testimone, oltre ai vangeli, Giuseppe Flavio. Farisei, sadducei ed esseni avevano modi diversi di interpretare certi precetti della Torah. Molto ci sarebbe da dire, ad esempio, sulle presunte violazioni del Sabato da parte di Yeshua e dei suoi discepoli. Molto ci sarebbe da dire sul significato delle parole: “non sono venuto ad abolire, ma a portare a compimento”. Significa forse che la Torah non fosse "completa" e avesse bisogno di essere "completata"? Certamente no. Dunque, cosa voleva dire il molto discusso rabbi di Nazareth? Bisogna vedere il testo greco, capire cosa dice veramente e inquadrare il suo discorso all'interno di un ragionamento molto ampio su cosa significhi "osservare" e "mettere in pratica" i comandamenti della Torah. Certo, se si considera la Torah come un testo sqisitamente giuridico, allora basta l'osservanza pratica; ma viene da pensare che la Parola dell'Altissimo riguardi qualcosa che va oltre la mera osservanza materiale. A tal proposito, come indizio, cito da Is 1 (NR):

    “10 Ascoltate la parola del Signore, capi di Sodoma! Prestate orecchio alla legge del nostro Dio, popolo di Gomorra! 11 «Che m'importa dei vostri numerosi sacrifici?», dice il Signore; «io sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri, io non lo gradisco. 12 Quando venite a presentarvi davanti a me, chi vi ha chiesto di contaminare i miei cortili? 13 Smettete di portare offerte inutili; l'incenso io lo detesto; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, io non posso sopportare l'iniquità unita all'assemblea solenne. 14 L'anima mia odia i vostri noviluni e le vostre feste stabilite; mi sono un peso che sono stanco di portare. 15 Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue. 16 Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; 17 imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l'oppresso, fate giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova! 18 Poi venite, e discutiamo», dice il Signore; «anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana. 19 Se siete disposti a ubbidire, mangerete i frutti migliori del paese; 20 ma se rifiutate e siete ribelli, sarete divorati dalla spada»; poiché la bocca del Signore ha parlato.”

    Si tratta di osservare con la purezza delle intenzioni. L'osservanza senza la purezza a cosa giova? A cosa serve offrire un sacrificio espiatorio se prima non si comprende di aver commessa una violazione e soprattutto in qual modo la si è commessa? Ecco perché Yeshua dice: “E io vi dico: chiunque si adira contro suo fratello sarà sottoposto al tribunale; e chi avrà detto a suo fratello: "Raca" sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: "Pazzo!" sarà condannato alla geenna del fuoco. 23 Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, 24 lascia lì la tua offerta davanti all'altare, e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta” (Mt 5:22-24). L'offerta sarà inutile, se prima non ci si purifica da ogni rancore nei confronti di un fratello, se ci si presenta davanti a Dio senza prima lavarsi di ogni impurità: “rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori” (Mt 6:12).
  15. .
    CITAZIONE (Negev @ 8/12/2016, 15:51) 
    Che i Vangeli abbiamo avuto una prima stesura in ebraico è una ipotesi fondata sul nulla. Chiunque conosca bene mentalità,tradizione, udì ebraico e abbia una decente conoscenza del Tanach, si accorge immediatamente degli errori relativi a usanza, citazioni del Tanach ecc.

    Negev, sono d'accordo sulla debolezza della teoria che i Vangeli, soprattutto Matteo, fossero originariamente scritti in ebraico, anche perché non esistono manoscritti antichi in ebraico. Però, puoi citare degli esempi che secondo te svelano errori relativi alla conoscenza della cultura ebraica degli agiografi? Magari ne nasce una interessante discussione (se non esiste già).
117 replies since 2/12/2016
.