Consulenza ebraica per lo studio del Cristianesimo e dell'Islam

Posts written by Eterea

  1. .
    CITAZIONE (yes yes @ 27/9/2016, 18:50) 
    Eh?! Urtato? A me nessuno ha urtato, anzi, sono molto allegro (purchè qualcuno mi spieghi come avere la tastiera ebraica! :lol:) quindi non vedo perchè devo sentirmi urtato.

    Non so se può esserti utile ... io nella mia ignoranza e uso limitato, quando ho bisogno, uso questo sito http://italian.keyboard.su/
  2. .
    Non conosco i testi sacri, quelli cristiani ancor meno di quelli del giudaismo ... Dove se non sbaglio (Levitico) si parla di mettere a morte x persone x motivi. Ma le cose vanno anche contestualizzate e interpretate; infatti non ricordo di crimini e/o stragi commesse dagli ebrei ... Va bhe eccezion fatta per il decidio e l'infanticidio rituale ... (Scherzo neh!!) ;)
  3. .
    CITAZIONE (ashkenazi @ 27/9/2016, 16:23) 
    ....
    Nonché di evitare le seduzioni del pensiero critico o comunque"altro".
    ***
    ...

    Il pensiero critico, sarebbe un male?! Senza pensiero critico, non c'è ricerca e quindi non ci può essere miglioramento e questo in tutti i campi. Si impara anche, se non soprattutto, nel momento del confronto. Del resto gli altri non sono altro che specchi di noi stessi e quindi vuoi per associazione o vuoi per dissociazione, ma comunque alla fine qualcosa si acquisisce sempre.
    Ora inizio a capire, come i grandi medici, studiosi, matematici … siano un lontano ricordo.
  4. .
    CITAZIONE (ashkenazi @ 27/9/2016, 15:42) 
    Dicevamo dei possibili motivi che rendono difficile trovare forumisti islamici fuori dai luoghi appositamente preparati

    Quindi riducendo tutto ai minimi termini si può dire che o devono essere pronti a fare del buon proselitismo o che evitino luoghi in cui potrebbero rischiare di ritrovarsi a mettere in discussione le proprie convinzioni?
  5. .
    Capisco il tuo discorso Evakant e ho la tua stessa paura, solo che io temo che le cose possano degenerare e si possa tornare a politiche estreme, proprio perché la politica attuale è troppo passiva. Quindi credo che sarebbe meglio porre dei limiti ora, prima di portare all’esasperazione il popolo, con tutte le pessime conseguenze che il furor di popolo può portare.

    CITAZIONE (takimiri @ 27/9/2016, 14:10) 
    Eterea, hai mai pensato a fare la frontaliera in Nuova Zelanda? Potrebbe essere un'ulteriore possibilità se trovi un vettore aereo che ti fa l'abbonamento annuale; perdi un po' di tempo negli spostamenti ma vuoi mettere farsi 24 ore al giorno di aereo per andare a lavorare? :blink:

    No … la frontaliera Italia/Nuova Zelanda no so … sai, so già che farei troppo casino con le lancette dell’orologio, però potrei fare la spola in kayak tra un isolotto e l’altro nell’arcipelago delle Tonga
  6. .
    Stavo riflettendo sui due punti di vista di Evakant e takimiri … sul discorso Svizzera.
    Ho conoscenze sia fra gli Svizzeri del Canton Ticino e sia con ragazzi che per lavorare in Svizzera hanno dovuto trasferire la residenza in territorio elvetico. Quello che forse non è noto, è che i frontalieri percepiscono uno stipendio che per gli standard svizzeri è da fame, mentre per coloro che poi se lo spendono tutto in Italia risulta essere ottimo. Questo cosa comporta? Che certi datori di lavoro svizzeri preferiscono assumere i frontalieri al fine di ottimizzare i loro guadagni e questo va a discapito dei residenti in Svizzera (quindi sia svizzeri che italiani, che quello che vuoi che vi risiedono) che o accettano condizioni di lavoro che nemmeno gli permetterebbero di coprire le alte spese, il costo della vita decisamente più alto (due caffè a Lugano costano 8€) e di pagarsi l’assicurazione sanitaria o rischiano di restare senza lavoro.
    Ora dal momento che il mondo è dei “furbetti” e che la nostra coscienza sociale non è abbastanza evoluta da permetterci di vivere nell’autarchia, in quanto non siamo ancora in grado di essere legge di noi stessi … i Governi devono mettere ordine nel caos, così come i genitori devono educare i propri figli, porre dei limiti quando la situazione lo richiede e dargli delle regole. E in questo caso particolare, secondo me, non è nemmeno corretto parlare di razzismo/discriminazione, perché agli italiani che vogliono lavorare in Svizzera, viene “semplicemente” richiesto di trasferirsi lì.
    Quello che io temo, è che noi europei soffriamo di un po’ di una sorta di “buonismo post-nazifascimo”, ovvero che abbiamo tanta paura di sentirci dare dei razzisti, ecc... che abbiamo svenduto anche il buonsenso.
    Tempo fa avevo accarezzato il pensiero di trasferirmi in Nuova Zelanda, ho passato molto tempo a studiare il loro sistema per l’immigrazione e l’ho trovato molto funzionale. Certo era un sistema che mi escludeva, ma non per questo l’ho mal giudicato. Devi avere un lavoro richiesto, devi dimostrare di avere esperienza, di avere la fedina penale linda e superare un test di conoscenza della loro lingua, ecc… . Quindi se io non parlassi inglese dovrei sentirmi discriminata perché parlo un’altra lingua? Un po’ come per l’ebraismo, vuoi diventare ebreo, devi dimostrare di accettare tutto quello che comporta. Sei tu che ne vuoi farne parte, sei tu che ti devi adattare. Semplice buon senso e dimostrazione di rispetto, per chi sarebbe poi pronto ad accoglierti.
    Quindi ok che i lupi si vestono da pecorelle, ma non vestiamo nemmeno gli agnelli da lupi
  7. .
    ... Per quanto riguarda poi i tassi di mortalità, mentre l'infanticidio nel mondo pagano era largamente diffuso, era rigorosamente vietato nel mondo ebraico. Tacito accusava i giudei ai quali "è proibito sopprimere uno dei figli dopo il primogenito" ritenendola un'altra delle loro usanze "sinistre e laide". Oltre all'infanticidio, nell'antichità classica la natalità veniva ridotta dal fatto che si ricorreva spesso all'aborto, proibito nella religione ebraica. Altri fattori che potevano diminuire i tassi di mortalità fra gli ebrei, riguardavano sia le prescrizioni igieniche che alimentari ...

    Tratto da "Il miracolo degli ebrei" di Alfredo Del Monte

    ... direi che si commenta da sola.
  8. .
    CITAZIONE (acarlo @ 21/9/2016, 12:50) 
    Rimane il fatto che "ebreo ateo" ha un suo preciso e concreto significato anche nel presente, anche per chi non è mai stato un religioso.
    Mentre "cristiano ateo" ha significato solo per il passato, come ex religioso.
    Quindi sono due situazioni diverse che non possono essere accomunate.

    La domanda “chi è ebreo?” … ha sempre creato molte discussioni e libri interi dedicati all’argomento … quindi lungi da me credere di poter trovare una risposta. Forse nemmeno c’è una risposta, in quanto è tutto relativo al contesto e forse alla fine sono più gli altri a definirci.
    Se non ricordo male Hitler era andato indietro di 3 generazioni per definire chi fosse ebreo, coinvolgendo così anche i figli dei convertiti che erano cresciuti in ambiente cristiano. Allo stesso modo mi trovo a riflettere su cosa comporterebbe se io oggi scoprissi che mia nonna materna era una convertita dall’ebraismo … quindi io (con tutto ciò che il mio vissuto ha comportato) magicamente sparirei e avrebbe vita Ingrid l’ebrea? Sarei quindi più ebrea di un ghiur? Di una persona che mossa da una forte spinta spirituale interiore si avvicina alla Torah e abbraccia con essa tutta la storia del popolo ebraico con le sue tradizioni, che decide di mettersi in gioco, fino a subire l’antisemitismo che ancora esiste?
    Se io invece morissi ignara del mio retaggio, cosa cambierebbe nella percezione di me stessa e nella percezione che gli altri hanno avuto di me? Se io morissi da atea senza aver mai saputo di essere ebrea “di diritto” … e solo dopo la mia morte si rendesse nota la cosa, tu inizieresti a considerarmi “un’ebrea atea”? Quindi in un’ottica atea, è solo la consapevolezza che ti rende ebreo?
    CITAZIONE (acarlo @ 21/9/2016, 12:33) 
    Beh direi che ci sono diverse situazioni con cui si abbraccia una religione. Ci quelle descritte da te, e ci sono anche quelle somministrate sbrigativamente da adulti dai missionari.
    Ad esempio, uscendo da una grande moschea che avevo visitato, mi è stato chiesto di che nazionalità ero. Quindi mi hanno dato un libretto in cui si descriveva l'islamismo, e poi si diceva che per convertirsi basta pronunciare 4 volte una certa frase.
    Unico inconveniente, la circoncisione e che per l'apostasia è prevista la pena di morte.

    Io mi sono rifatta alla tua frase circa coloro che hanno ricevuto un’educazione religiosa. Per coloro che sono stati fatti oggetto di conversioni più o meno coercitive, come il caso dei marrani o dei vari indios, bhè in quel caso non credo che la nostra mente, il nostro “sentire” funzioni come un interruttore “on/off”, per esempio spegnendo un credo pagano e accendendo un forte credo monoteistico. Vedi infatti come la religione cristiana per ingraziarsi molti più proseliti si è adattata ai gusti pagani dell’epoca. Gusti che per altro secondo me ancora non si sono abbandonati.
    Vedi tutti i santi che si hanno nel cattolicesimo … per non parlare della quantità infinita di madonne (… strano che poi si sia contrari alla clonazione). Quindi oggi è normale pregare un dato santo perché protettore di una certa causa o sperare in un'intercessione per avere una grazia … ma a me onestamente non sembra diverso da quando si andava a pregare divinità “con debolezze umane” nei vari templi dedicati ad Apollo, ecc…
  9. .
    CITAZIONE (acarlo @ 21/9/2016, 11:22) 
    ...
    Ma chi ha ricevuto una educazione cristiana (o islamica) e poi non crede in D.o e in Gesù, è un ateo, e basta.
    ...

    Non ne sono proprio sicura, secondo me Aialon non sbaglia. Quando nasci sotto una bandiera, quella traccia ti resta addosso.
    Conosco molte persone che a causa dell’educazione ricevuta si definiscono “cristiani atei”. Quindi se mi venisse chiesto da un ebreo, un islamico, ecc … qual è il mio credo, probabilmente risponderei “nasco cristiana, ma oggi credo ad altro”. Stessa cosa se un cristiano non cattolico mi chiedesse di definirmi, probabilmente risponderei “nasco cattolica, ma non è roba che m’interessi”.
    E questo perché penso che definirsi solo atei, agnostici, ecc.. quando si è ricevuta un’educazione religiosa, sia una mezza verità. E credo che sia anche per la stessa logica che si continua a definire “convertito al …” chi ha cambiato fede. Stessa cosa anche per i“naturalizzati” se io italiana decido di acquisire la cittadinanza russa ... in Russia verrò sempre percepita e considerata un’italiana, sebbene abbia dovuto rinunciare alla mia cittadinanza di nascita.
    Per esempio nel mio caso. Sebbene sia stata cresciuta in una famiglia di atei, per convenzione sociale, per non fare di me una “diversa”, mi hanno fatto comunque seguire il catechismo e fatto prendere i vari sacramenti. E anche se fin dai primi giorni di catechismo sono stata in forte contestazione con quanto sentivo … oggi mi rendo conto che purtroppo una parte di quello ascoltato è entrato lo stesso in me condizionando certe mie strutture mentali. Purtroppo un imprinting c’è stato e non lo si può negare.
  10. .
    Ieri per la giornata Europea della Cultura Ebraica mi sono recata alla Sinagoga di Genova e durante l’intervento del Rabbino capo di Genova sul tema “Lashon ivrit Lashon hakodesh – Ebraico lingua di Santità” è stato citato un passo del Talmud dove si racconta come dei bambini di una scuola (ahimè non ricordo quale) descrivano ed interpretino le lettere dell’alfabeto ebraico. Il Rav Giuseppe Momigliano ha spiegato anche come il loro nome per assonanza rimandi ad altre parole e di come esse siano concatenate le une alle altre fino a formare parte del pensiero ebraico religioso e delle mitzvot.
    Un esempio che ricordo con maggiore chiarezza è quello della lettera Ghimel che unita alla successiva Dalet ci ricorda di essere benefattori nei confronti dei bisognosi. Oltre all’assonanza con altri termini, il concetto è ribadito anche a livello visivo, infatti il piedino della lettera Ghimel è proteso verso la lettera Dalet che è simbolico di come il benefattore deve andare in cerca dei bisognosi e la posizione delle “schiene” ricorda di farlo in modo da non umiliarli ecc …

    Inutile dire che sono rimasta stregata dall’argomento e lo vorrei rileggere e approfondire come merita. Al momento sto ancora leggendo la Torah e non posseggo il Talmud a questo punto scattano le domande:
    1. Ha senso iniziare a leggere il Talmud se non si è ancora terminata la lettura della Torah?
    2. Potreste citarmi dov’è questo passo o trascriverlo se non è chieder troppo?
    3. On line ho trovato il “Talmud Babilonese – Trattati Rosh haShanà”. Ma non ho capito se è completo o va integrato con il Talmud di Gerusalemme. Quando ho cercato on line quest’ultimo per acquistarlo sono stata rimandata al Talmud di Cohen Abrham. A questo punto sono totalmente confusa :o: , voi quale consigliate?

    Credo che sia lampante la mia ignoranza in materia in quanto è da poco tempo che mi sto addentrando con maggiore serietà nello studio, quindi vi prego di perdonare anche l’eventuale uso scorretto di termini, ecc…
  11. .
    Grazie ashkenazi :)

    e .. Aialon, non conoscevo questo sito, grazie di cuore!! :)

    Per quanto riguarda la Torah, ho appena acquistato: Bibbia: Pentateuco e Haftarot. Non vedo l'ora di riceverlo e iniziare la lettura, non so come ringraziarti!
  12. .
    Grazie :)
  13. .
    Buongiorno a tutti,

    Da dove iniziare ... allora credo che sia doveroso premettere che sono oramai anni che mi sento attratta dalla cultura ebraica, ma mi rendo anche conto che è un sentimento a cui non so dare una spiegazione logica. A seguito di questa mancanza di razionalità nel trovare un’origine a questo “sentire”, ho provato a soffocarlo anche nel timore di farvi perdere tempo prezioso.
    Mi sono vietata così, fino ad oggi, anche di prendere contatti sia qui che nella vita reale. Contatti per altro resi potenzialmente difficoltosi a causa dell’esiguo numero di ebrei praticanti residenti nella provincia da cui scrivo; infatti che io sappia non ci sono nemmeno rabbini a cui rivolgersi.
    Al contrario di quello che pensavo, questa attrazione invece di sopirsi col tempo, si è fatta via via sempre più intensa, forse complice anche del fatto che non ho mai avuto modo di instaurare un dialogo con una persona ebrea religiosa; infatti ho “solo” un corrispondente ed oramai caro amico da Tel Aviv, ma essendo così lontano e non religioso, non riesce a soddisfare del tutto questo vuoto.
    E così alla fine ho trovato finalmente il coraggio di provare a contattavi per chiedere inizialmente se potete consigliarmi dei testi di introduzione all’ebraismo e allo studio della Torà.
    Sempre grazie al web, ho avuto modo di leggere molto materiale, per esempio ho appena ordinato: Il Miracolo degli Ebrei di Alfredo Del Monte e Storia degli Ebrei di Chaim Potok; ma sento crescere anche la necessità di dare un “metodo” e apporre un "filtro" a questa ricerca in quanto non voglio perdermi per strada o deviare su strade che mi creerebbero solo altra confusione.

    Grazie per il tempo dedicatomi

    Shalom

    Ingrid
208 replies since 7/9/2016
.