Consulenza ebraica per lo studio del Cristianesimo e dell'Islam

Posts written by LvBv1983

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    In Genesi, in quel passo, ma non solo, si condanna di solito l'approccio prevaricatorio e arrogante dell'uomo che "bypassa" le leggi.
    Nel caso dello sviluppo cittadino vedo applicato questo criterio, non una condanna fine a se stessa
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    A dire il vero ho risposto eccome.
    Per il resto la domanda la lascio aperta sì, ogni consulenza è ben voluta :P
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    CITAZIONE
    perche' Set o i suoi discendenti non costruiscono città e non inventano niente?

    LOL :lol:
    CITAZIONE
    Se Adamo e Eva non avessero generato almeno una figlia dopo Set, Caino con chi lo faceva suo figlio?
    Quindi vedi bene che Set c'era gia' quando Caino decise di costruire la prima citta'.

    Il punto sono tutti i figli e le figlie non menzionati dell'Adam e di Chavah; non vi è alcuna necessità che Cain si fosse congiunto con una discendente di Set.
    Così come non è escludibile esistessero altri assembramenti umani.
    CITAZIONE
    E sempre i discendenti di Caino dopo molte generazioni sono quelli che hanno imparato a lavorare il rame e il ferro.
    Perche' sono solo i cattivi a occuparsi di tutto cio' e a inventare qualcosa?

    Come già detto e ripetuto e ridetto la tecnologia serve anche a costruire il Tempio, il saper lavorare i metalli serve a costruire l'Arca, l'Efod eccetera eccetera... NON è esclusivo appannaggio de "i cattivi"...
    La scrittura serve a conservare la Torah shebikhtav ma anche, paradossalmente (per cause di forza maggiore) la Torah sheb'al peh...
    Non è lo sviluppo ad essere "negativo", ma, semplicemente vi è la consapevolezza di come questo sia spesso mosso dalle motivazioni più sbagliate (la conquista, il dominio, la supremazia attraverso la violenza) e la discendenza di Caino con tali finalità si muove, sviluppando ad esempio la forgia dei metalli per costruire armi, piuttosto che beni di utilità sociale, e via cantando.
    A me, leggendo il testo pare chiaro. Altrimenti a maggior ragione dopo il Mabul la società umana sarebbe dovuta ripiombare nell'assoluta assenza di sapere tecnico e così avrebbe dovuto perdurare... Ma sai, i discendenti di Set non hanno inventato nulla. :lol:
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    CITAZIONE
    A te sembra una scelta casuale?

    No.

    Ma il valore che dai tu al passaggio NON è biblico.
    Set nasce dopo, Habel è morto, a livello narrativo dato che Cain veniva prima è quasi fatto dovuto e che le prime novità appartenessero a lui appare conseguenza logica.
    La differenza poi è sempre sul piano etico.
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    Città comunque costruite da uomini e successivamente ampliate dagli uomini.
    Anche solo per costruire il Tempio serve la tecnologia per farlo.
    Non a caso da quanto mi risulta l'ebraismo non è mai stato avverso al progresso scientifico :)
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    Non hai detto discendenti di Abele, è vero, ma pur sempre hai indicato il suo "essere pastore" come uno status quo che, secondo te, nel contesto ebraico andava mantenuto pena l'infrangere una specie di Legge presente nei primordi che vedeva nella stanziazione e nella costruzione di città un affronto a D-o.
    Non posso escludere che qualche conservatore reazionario del tempo possa essersi espresso in siffatti termini, tuttavia il Tanakh è compilato proprio in un contesto urbano che ammette la presenza di scribi e permette la raccolta delle diverse parti che compongono i rotoli... Insomma il testo stesso esiste per iscritto grazie alla presenza delle strutture e delle comodità offerte dal contesto cittadino.
    Idem, in coerenza a questo, molte leggi inerenti all'agricoltura e alla gestione dei campi, fino all'Anno Sabbatico non avrebbero senso in un contesto puramente nomade e in un contesto che condanna a priori l'edificazione di centri urbani.
    Anzi, la "fuga" di Caino ricorda molto quella che era una prassi fruibile da parte dei colpevoli di omicidio colposo che constava nel raggiungere una città franca adibita allo scopo onde evitare le ritorsioni dei parenti della vittima. A quel punto solo un decreto del tribunale avrebbe permesso l'estradizione.
    Anche tutto questo è possibile solo in un contesto stanziale e l'importante differenza è che Caino è colpevole di omicidio volontario se non quasi premeditato.
    La sua discendenza poi viene alla luce all'insegna della violenza e del disprezzo delle leggi umane e naturali: lo sviluppo dei discendenti di Caino è appunto slegato e sregolato, non rispettoso dell'uomo e della natura circostante.
    Vedasi anche la condanna di Sodom e Amorah sulla base della mancata concessione del diritto di ospitalità.
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    Seguo con piacere :)
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    CITAZIONE
    La storia di Caino e Abele vuol dire questo:
    Come mai i babilonesi ci hanno sopraffatto come mai sono cosi potenti? (oltre che malvagi)
    Risposta:
    Per forza quando i nostri antenati erano semplici pastori (abele) i loro antenati costruivano gia città (caino).

    Quindi secondo te un popolo potrebbe considerarsi discente di Habel... un deceduto senza prole? Pare logico a chi e come?
    Contando che hevel הבל traduce un senso (oltre a quello di "discorso, affermazione appresa") quale "essere poco consistente", "fiato", "vapore", "effimero", questa ipotesi (per di più spacciata come "Verità")
    CITAZIONE
    La storia di Caino e Abele vuol dire...

    appare.. davvero... HeVeL...
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    Condivido con quanto espresso da Filippo.
    Il conflitto tra "valori etici dal Tanakh" e "stanzializzazione", visto come uno scontro fra "nomadismo" (positivo) e "edificazione di città" (negativo) non ha senso se non legato relativo al "come" questa dinamica che porta alla costruzione di città sia messa in atto.

    CITAZIONE
    in sostanza Israele deve vivere nella citta di Dio come un inquilino di passaggio che rispetta le regole del Padrone di casa

    Questa è una assurdità per più di un motivo:
    1) Se vogliamo nell'ottica biblica, tutto nell'universo "appartiene" al Padrone di Casa, quindi ogni cosa (dato che è mortale) è di passaggio e deve rispettare le regole, soprattutto (è questo che non si riesce spesso a capire del Tanakh) a suo stesso beneficio, non tanto del Creatore in Sé.
    2) Israele è la terra promessa appunto al popolo di Israele e il popolo di Israele ne è protagonista in casa, così come tutta l'umanità è la protagonista delle Leggi e della società civile.

    La stanzializzazione infatti è abbondantemente contemplata nel corpus legale del diritto ebraico e non come "un male" previsto ma contestato (ad esempio esistono leggi inerenti all'omicidio che, per ovvi motivi, lo dipingono unicamente come qualcosa di esecrabile); nel caso della formazione di città, invece, le porte stesse delle mura cittadine diventano uno dei luoghi principali per poter adempiere ad una delle mitzvah positive fra le più importanti: la carità e il sostegno a orfani e vedove.
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    CITAZIONE
    Se l'inverosimile che si pensa legato al simbolismo si dissolve alla luce di una corretta traduzione vuol dire che il simbolismo in realta non c'è.

    Oppure che i simbolismi presenti sono differenti da quelli che il "grande pubblico", abituato a certe traduzioni, si aspetta.

    CITAZIONE
    Se tu sei d'accordo con me che la bibbia e' scritta in linguaggio poetico vuol dire che accetti la possibile simbologia che la poesia comporta.

    La poesia comporta simbologia, ma anche "gioco di parole". Nel Tanakh questo è spesso usato (spesso? Direi quasi sempre, per il poco che ho visto) anche per veicolare significati sovrapposti, occasionalmente persino antitetici, in una sorta di vera e propria stratificazione che incomincia con la possibilità di applicare vocalizzazioni differenti.
    Poesia inoltre significa anche (benché non sia aspetto legato unicamente al contesto poetico) idiomatismo, e l'idiomatismo, per essere correttamente inteso, richiede quasi sempre una "stele di Rosetta" relativa, pena il non riuscire a dipanare il reale senso in uso della locuzione.

    Shabbat Shalom
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    Parto dal presupposto che
    1) si guarda il testo e lo so relaziona alle teorie scientifiche. Il credere o meno al suo contenuto è fatto personale

    2) Alcune recenti indagini sembrano indicare un impatto cometario o meteoritico con il nostro pianeta in epoca relativamente recente.
    Queste indagini si basano su reperti fra cui il santuario di Gobekli Tepe. Insomma non sono ipotesi campate in aria.

    3) il Mabul di fatto non è un "diluvio" ma un disastro di proporzioni inaudite.
    La sua descrizione coincide (per fatto riportato o coincidenza, qui ognuno può vederla come vuole) con disastri vulcanici o meteoritici che hanno scatenato le acque

    Nel testo il Mabul "mescola", per questo non ho usato il condizionale.
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    CITAZIONE
    Al di la del super-continente di cui ci parla anche la Geologia confermando la testimonianza biblica del Bereshith

    La pangea è ritenuta essere realtà concreta molti milioni di anni prima della comparsa dell'uomo; tra l'altro non mi viene in mente dove in B'reshit si accenni al fatto che ci sia un continente solo, ma, sono serio, potrei essere io a non ricordarmi (dimentico un sacco di cose :lol:). Mi piacerebbe approfondire

    CITAZIONE
    non credo alla "dottrina darwiniana" circa la per me fantasiosa "deriva dei continenti". Credo invece che sia stato proprio il Diluvio a mutare la topografia dell'intero pianeta Terra una volta che le acque si sono abbassate, facendo riemergere non tutte le terre di prima e lasciando sotto gli abissi altre terre che prima respiravano ossigeno.

    Il Mabul ha sicuramente "mescolato" come il nome stesso indica, un sacco di cose e invertito un sacco di terre asciutte e marine fra loro, ma la deriva dei continenti esiste a prescindere, con movimenti che misuriamo ogni anno.
    D'altronde un cataclisma tale da modificare completamente (e sottolineo il "completamente") la geografia dell'intero pianeta, probabilmente avrebbe segnato l'estinzione dei mammiferi
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    CITAZIONE
    Anche seguendo la tua risposta non riesco ad inquadrare come la mescolanza del sangue tra i figli dei legislatori e le figlie degli uomini possa aver fatto perdere ai loro discendenti quelle caratteristiche divine peculiari dei beni-elohim.

    Per lo stesso motivo per cui, nonostante una totale identità razziale, se venisse fuori mai che tu fossi in possesso di chissà che lontana parentela con i Windsor, nessun suddito di sua maestà ti accetterebbe mai come re dell'impero britannico.

    Insomma, contando poi che da che mondo e mondo (fino ad oggi grazie al test del DNA), solo la madre è certa, nel mondo antico un figlio di re illegittimo spesso poteva vantare ben poche pretese di essere assunto al rango dei suoi antenati per linea paterna.
    Non a caso come dicevo prima, l'eroe, spesso è un "mezzosangue", fra un Dio e un mortale o fra un umano di appartenenza "nobiliare" ed una popolana (contando che il dichiarare un essere umano semi-dio spesso è una metafora proprio della seconda categoria); in quanto benché in possesso di regalità per nascita, deve comunque dimostrare il suo valore per essere pienamente accolto fra i suoi simili di lignaggio elevato.
    Nella cultura ebraica che non ammette una pluralità di Divinità, questo passa dall'essere possibile chiave di lettura del mito ad una constatazione esplicita e chiara: raffrontando anche con altri passi nel Tanakh emerge infatti chiaramente come "elohim" sia comunemente usato per indicare esseri umani, ancorché eccezionali nella loro riconosciuta potenza legislatrice.

    Anche il tanto controverso Salmo 82 mostra come i legislatori (tranne appunto il Legislatore Supremo) siano mortali, soggetti, presto o tardi, bene o male, alla cessazione delle loro attività organiche; appare evidente che non siano Divinità, in quanto gli Dei mesopotamici e/o ugaritici non "muoiono" nel senso umano del termine.
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    bnei-adam significa, oggi come allora, persona.
    Viene usato anche nel parlato comune, anche se sulle prime può sembrare strano a chi intende questo per la prima volta.
    I bnei elohim erano invece persone depositarie di un potere legale eccezionale: erano i governatori e i legislatori assoluti del tempo.
    Una volta, e questo è un aspetto ricorrente anche in modo trasversale presso differenti culture, il principio di autorità era difficilmente separato da "il Divino", anche se appunto, in senso antico e non moderno, per cui "il Divino" è ciò che lascia libero il legislatore di esercitare con autorità.
    Nell'area mesopotamica e semitica questo concetto è largamente diffuso e differisce ad esempio da quello affermatosi in Egitto per cui il sovrano era di fatto un "Dio" sotto spoglie mortali (i faraoni, oltre a quella che potrebbe essere detta "anima umana", erano ritenuti avere una "anima divina" in più)
    Non mi soprende quindi che all'interno sempre dei "bnei adam", l'autore operi una divisione lessicale e distingua quindi i bnei elohim; altresì è lo stesso procedimento per cui potremmo distinguere fra "popolo" ed "eroi" o anche più semplicemente fra "popolo" e "guerrieri".
    Credo che questi ultimi parallelismi possano aiutare nella comprensione: i guerrieri sono parte del popolo, ma allo stesso tempo sono in un qualche modo riconosciuti come eccezionali in merito ad alcuni aspetti loro peculiari, che tuttavia non hanno necessariamente, presso una data cultura, una origine spiritista o sovrannaturale, ma anzi sono solo frutto dello sviluppo di umanissime abilità.
    Non vi è dunque nessuna necessità di intendere i bnei elohim come "speciali" a livello di nascita e/o genetica, secondo alcune più moderne e tecnologiche fantasie in merito alla esegesi biblica; basta avere un minimo presente il concetto di "potere come possibile con il bene placito dall'Alto" (e comunque quasi sempre tramandato a livello dinastico!) per comprendere come potessero essere considerati al tempo stesso sia umani fra gli umani, sia individui dotati di un quid dinastico superiore che li rendeva in un qualche modo meritori di poter prendere iniziative legislative che poi il popolo (o i vari popoli) doveva seguire.
    Allo stesso modo, per fornire un altro esempio, la casa dei cohanim non differisce minimamente in umanità rispetto al resto di Israele, ma per discendenza ad essa e solo ad essa spetta il sacerdozio nel Tempio.
    Insomma essere regnante assoluto non rendeva dis-umani, ma era comunque una prerogativa eccezionale a prescindere anche dai concetti di razza, etnia e quant'altro; senza contare che in quel passo il Tanakh descrive in sintesi una situazione riferibile all'intero pianeta, contemplando dunque anche le varie differenze culturali possibili internamente ad ogni popolo, in merito allo status del regnante in vita.
    I figli di questi grandi sovrani e delle popolane erano figli di re senza eredità e senza regno; un altro leit motiv tipico della figura dell'eroe che è quasi costretto a dover recuperare il suo status regale attraverso opere meritorie e gloriose.

    Ne approfitto per fare un paio di domande a Negev in merito alla radice di mal'akh:
    1) intendo bene a vedere מלאך (mal'akh) legato al pi'el della radice לאך -> m'la'ekh מְלָאֵךְ che, se ho capito come si deve, dovrebbe avere più o meno il significato di "lavorante"?
    2) il verbo למלוא (lim'lo) dalla radice מלא che se non sbaglio può tradurre come "essere compiuto, essere completato", è relazionato in qualche modo alla radice לאך, anche attraverso eventuali rapporti di derivazioni fra radicali a me ignoti? Se sì, il senso di "lavorare, compiere una azione" di מלאכה (m'lakha - lavoro/azione) e della radice לאך potrebbe essere connesso, appunto, ad una azione portata a compimento e quindi mal'akh indicare, anche attraverso questa derivazione, una "azione compiuta già sul nascere", in quanto infallibile espressione della Volontà di D-o?

    Shalom a tutti
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    Negev ha ragione: l'ebraico è lingua semitica.
    Basta dare un'occhiata alla diversa costruzione temporale e alla diversa importanza della precisione nelle "consecutio", per capire come dalle indoeuropee alle semitiche cambi proprio il modo di pensare.
    Per quanto si possa fornire una precisa indicazione temporale di due eventi in ebraico, per farlo non so può certamente usare il verbo come in italiano, con tutti i suoi passati e trapassati.
    Allo stesso modo in italiano si possono modulare i verbi con ausiliari e quant'altro, ma non esiste un corrispettivo, ad esempio, del pi'el o di altre firme intensive per i verbi che, in traduzione, rendono spesso necessario il ricorso ad un verbo differente.
    Se non si accetta il fatto che le lingue nel mondo siano anche incredibilmente dissimili, in questo come in altri campi di studio, non si può fare molta strada
1447 replies since 16/7/2015
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