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CITAZIONE (Ayalon @ 15/4/2018, 12:41) In fondo nei secoli c'era stato chi aveva creduto (la Chiesa) che la terra fosse il centro dell'Universo e che la terra (ancora la Chiesa?) fosse anche piatta!
Mi pari un tantino fazioso. La Chiesa Cattolica, con tutte le sue pecche, in passato è stata più progredita di quanto non lo sia ora. Quella della terra piatta è una leggenda. I dotti di Salamanca obiettarono a Colombo sulla lunghezza della circonferenza, non sul fatto che fosse rotonda... Urbano VIII, dopo averlo sostenuto, se la prese con Galileo perché questi era stato poco cauto nell'esposizione dei due sistemi. Tra l'altro anche Copernico era un cattolico! Solo per farti esempi recenti, ti ricordo che la moderna scienza genetica si basa sulle scoperte del monaco agostiniano Mendel e che la teoria cosmologica del cosiddetto Big Bang, inizialmente osteggiata da Einstein in quanto troppo creazionista, fu introdotta dal prete cattolico Georges Lemaître che tra una messa e un rosario, fu il primo ad intuire che il red-shift delle galassie era legato all'espansione dell'universo.
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אילון
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CITAZIONE (Filippo Maria Leonardi @ 16/4/2018, 11:45) Mi pari un tantino fazioso. Ahemm...forse... un filino appena appena.
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CITAZIONE (Filippo Maria Leonardi @ 3/4/2018, 12:48) Nella Vulgata il greco epiousios è stato tradotto in due modi diversi: nel Vangelo di Matteo supersubstantialem, in Luca cotidianum.
Mt. 6, 9-13 sic ergo vos orabitis Pater noster qui in caelis es sanctificetur nomen tuum veniat regnum tuum fiat voluntas tua sicut in caelo et in terra panem nostrum supersubstantialem da nobis hodie et dimitte nobis debita nostra sicut et nos dimisimus debitoribus nostris et ne inducas nos in temptationem sed libera nos a malo
Lc. 11,2-4 et ait illis cum oratis dicite Pater sanctificetur nomen tuum adveniat regnum tuum panem nostrum cotidianum da nobis cotidie et dimitte nobis peccata nostra siquidem et ipsi dimittimus omni debenti nobis et ne nos inducas in temptationem
La versione liturgica propende per il cotidianum, cioè per l'interpretazione materialistica. Tuttavia epi-ousios deriva da ousia, che significa "essenza" ma che la tomistica tradusse un po' infelicemente con substantia, intendendo però la sostanza spirituale, non quella materiale. Di conseguenza la traduzione con supersubstantialem interpreta il pane (eucarestia) come nutrimento spirituale, non come la volgare pagnotta da mangiare ogni giorno per tirare a campare. Sono due visuali molto diverse. A me pare che l'interpretazione in senso "materiale" e quella di marca "spirituale" afferenti al "pane" di cui si parla nel Padre Nostro possano benissimo coesistere. Ricordiamoci inoltre che l'originaria lingua di questa meravigliosa preghiera, autenticamente ed integralmente ebraica,era quasi certamente l'aramaico ( più che l'ebraico);pertanto, l'aggettivo "epiousios",che non mi risulta presente in nessun altro testo in lingua greca a noi pervenuto, è la traduzione di un termine aramaico.Ora, il padre della chiesa Girolamo narra che nel perduto Vangelo secondo i Nazarei, scritto appunto in aramaico da Ebrei credenti in Gesù ( "in lingua caldea e siriaca ma con caratteri alfabetici ebraici" dice Girolamo) si leggeva "dacci oggi il nostro pane di domani ( aramaico "mahar"), vale a dire anticipa per noi ad oggi , o HaShem, il pane ( materiale/spirituale) che ci darai domani.A mio avviso, la versione di questo vangelo aramaico ha più probabilità di conservare l'originale testo della preghiera:perché altrimenti specificare che la consegna di questo "pane" debba avvenire "oggi", se non in riferimento ad un anticipo del pane "di domani"?Opinione personale naturalmente...
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