Ebraico non vocalizzato

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    Scusa Negev a proposito del serpente di Mose, ho sentito un biblista che traduce nakash nakoshet con serpente divinatorio.
    Puo' reggere almeno dal punto di vista linguistico?
     
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    אריאל פינטור

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    Credo che non sia una traduzione ma una sua interpretazione.
    nachash è serpente
    nechoshet è rame
    ne avrà dedotto erroneamente che fosse un oggetto divinatorio
    anche la lettura di nechoshet come femminile di nachash è una "lettura", quindi un modo di interpretare.
    A me non pare possibile che in una situazione in cui Mosè parla con Dio e prende ordini da lui, si creino i presupposti della superstizione e della divinazione, quindi dell'idolatria,
    per questo prendo per me la traduzione: "il veleno e il so antidodo".
    Dare un oggetto divinatorio contraddirrebbe tutta la Torah ed il comandamento più importante
     
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    Non potrebbe essere (ma questo e' un pensiero mio) che il senso sia questo: se Dio e' con Mose, Mose puo' fare tutto cio' che voi pensate possano fare i sacerdoti degli altri dei. Anzi se lo fa lui funziona davvero, mentre le pratiche idolatriche non hanno nessun reale potere.
    Un po come quando Elia per prendere in giro coloro che che credevano che baal avesse il potere di fare piovere fa cessare la pioggia indefinitivamente.

    Edited by Maurizio 1 - 8/1/2018, 14:30
     
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  4. Aizel
     
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    CITAZIONE (Negev @ 8/1/2018, 12:06)
    la citta ligure è un modo per farvi capire che non nominiamo il Tetragramma in nessuna vocalizzazione nemmeno se fantasiosa come quella in uso. infatti è virgolettato.

    Non è cosi fantasiosa Negev, è che purtroppo quando i poveri teologi cattolici hanno preso in mano il testo masoretico hanno letto con quella vocalizzazione e hanno incominciato a scriverlo su tutte le chiese, e poverini anche loro quando hanno visto quello gli sono andati dietro. Almeno adesso i cattolici hanno capito di aver fatto una cagata e si sono accorti che la vocalizzazione del testo masoretico indicava altro, loro invece no vanno avanti per tradizione.
     
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    CITAZIONE (Filippo Maria Leonardi @ 5/1/2018, 12:56) 
    In una lingua come l'ebraico la vocalizzazione conta poco dal punto di vista semantico.
    Quello che conta è la radice bi- o triconsonantica

    Chi sostiene questo?

    Edited by leviticus - 9/1/2018, 18:51
     
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    La vocalizzazione serve alla grammatica stessa, dalle "coniugazioni" verbali sino alla forma costrutta che rende il genitivo.
    Inoltre, dal momento in cui un radicale trasmette un significato "base", proprio a livello semantico le vocali sono ciò che spesso veicola il diverso significato di parole diverse costruite a partire da una radice comune

    CITAZIONE
    Almeno adesso i cattolici hanno capito di aver fatto una cagata e si sono accorti che la vocalizzazione del testo masoretico indicava altro, loro invece no vanno avanti per tradizione.

    ma.. anche no.
    L'errore di fondo sta nel considerare il cristianesimo davvero attinente all'ebraismo: NON lo è..
    Il cristianesimo ha i suoi testi e i suoi commentari; testi costruiti a partire dalla interpretazione morale ellenico-misterica (ma vedi anche la Persia) di quella letteratura che nei fatti è il riferimento (e base) legale del popolo di Israel.
    Insomma, è una religione diversa che presenta tratti a volte comuni (come li può avere anche con il buddhismo per intenderci) basata su una produzione letteraria di fatto propria e creatasi in ambiente gentile.

    Edited by LvBv1983 - 3/3/2018, 18:03
     
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    CITAZIONE (LvBv1983 @ 10/1/2018, 11:24) 
    Un folle?
    La vocalizzazione serve alla grammatica stessa, dalle "coniugazioni" verbali sino alla forma costrutta che rende il genitivo.
    Inoltre, dal momento in cui un radicale trasmette un significato "base", proprio a livello semantico le vocali sono ciò che spesso veicola il diverso significato di parole diverse costruite a partire da una radice comune

    In base a quello che hai detto allora bisognerebbe intendere la frase di partenza di Filippo Maria cosi:
    La vocalizzazione conta poco dal punto di vista del valore semantico, delle singole radici, ma conta eccome dal punto di vista del valore semantico (forse sarebbe meglio dire del significato definitivo) dei termini e delle frasi costruite intorno a tali radici.
    In mancanza di questa precisazione mi sembra che l'atteggiamento dubbioso di Leviticus era giustificato.

    Edited by Maurizio 1 - 10/1/2018, 13:18
     
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    Maurizio, fosse per me saresti fuori, tu e le tue frecciate.
    io lo so cosa è la semantica, anche senza wiki.
    Per il resto di lavoro fai il Bastian Contrario, ma senza una direzione di arrivo
     
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    Non mi sembra di essere l' unica persona che si e' mai appoggiata a una citazione di vichipedia per sostenere meglio il senso del suo discorso. Se e' quello il problema la cancello.
    Fatto.

    In cosa altro ho fatto il bastian contrario? Nel chiederti se gentilmente mi mostri qual'e' la radice ebraica comune a mabul e babel?

    Edited by Maurizio 1 - 10/1/2018, 13:53
     
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    Ma per favore.
    È per un atteggiamento reiterato da... Boh, anni?
    Se sai tutto, in linea generale, se per te le traduzioni sono quanto necessita e basta per avere una lauta comprensione della cultura ebraica, Cosa ci stai a fare qui?
    Questo vale in linea di massima.
    Ora non ho apprezzato il [poco utile] rimando a Wiki, ma di per sé non è un problema, solo l'ennesimo tentativo di "cogliere in fallo".
    Te lo ripeto: qui nessuno vuole fregarti, ma questa mia precisazione cadrà nuovamente nel vuoto.
    In ogni caso le spiegazioni non sono così incompatibili: se da un lato per avere spesso e volentieri l'insieme semantico di una parola e il suo senso intrinseco è davvero fondamentale guardare il radicale (e in poesia ancora di più), dall'altro è comunque innegabile che non si possa nemmeno trascurare l'importanza sia grammaticale che lessicale della vocalizzazione al fine di veicolare significati precisi
     
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    Ma io sono perfettamente d'accordo con te riguardo a questa ultima affermazione.
    Non lo ero prima nel modo in cu l ha messa Filippo.
    rimosso parti "personali".
    Invito a rimanere in topic e chiudere il resto.
    Per quello ci sono i MP


    Edited by LvBv1983 - 11/1/2018, 14:27
     
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    Posso chiederti , solo per curiosita'il motivo di tutte quelle frasi evidenziate in grassetto?
    Chi e' che ha sostenuto il contrario di quello che ti sei prenurato di rimarcare?
     
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    [QUOTE=yes yes,15/1/2018, 09:25 ?t=75213521&st=60#entry617411506]
    CITAZIONE
    Alcuni studiosi hanno dunque ipotizzato che la Septuaginta non derivi da quello che oggi è il Testo Masoretico, ma da un testo ebraico pre-masoretico [...]. [...]
    (non vocalizzato)

    Mi puoi spiegare cosa significa questo?
    Che al tempo della nascita della Septuaginta esistevano varie versioni del testo ebraico e che ne e'stato tradotto uno tra i tanti?
     
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    Guarda che forse non hai capito il senso del discorso.
    Lo studioso o gli studiosi con il termine testo premasoretico non intendono dire non vocalizzato.
    Intendo dire un testo consonantico diverso dal testo consonantico che avranno in mano i masoreti secoli dopo.
    Al momento della traduzione in greco siamo nel II sec A.C. e' ovvio che non era vocalizzato.
     
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    CITAZIONE (yes yes @ 25/1/2018, 00:09) 
    Ma qui si intendeva parlare di vocalizzazione, del fatto che già solo la questione vocalizzazione porta ad interpretazioni diverse.

    Appunto.
    Ti ho solo fatto notare che quella frase in questione parla di pluralita di testi consonantici secoli prima che i masoreti pensassero di inserire una vocalizzazione.
    E' una precisazione che ho voluto fare perché estrapolata dal contesto sembra che tu vuoi far passare che "pluralita' di testi" sia riferito alla diverse vocalizzazione.
    Non e' quello che intendono dire gli studiosi con quella frase.
    Altrimenti avrebbe parlato di "pluralita' di interpretazioni del testo" non di "pluralita' di testi"

    insomma di tutto quello che hai copiaincollato solo questo riguarda il discorso della vocalizzazione:

    Differenze di interpretazione del testo ebraico premasoretico (consonantico e privo di punteggiatura).

    n.1 esempio fra i tanti:

    in Salmi 23,6 (22,6 nella numerazione LXX) le consonanti ebraiche WShBTY possono essere vocalizzate in maniera diversa, dando origine sia alla lettura 'e tornerò' (TM) che 'e il abitare' (LXX), entrambe legittime.





    Ora facciamo un ragionamento.

    prendiamo il Salmo 23

    Il Signore è il mio pastore:
    non manco di nulla.
    2 Su pascoli erbosi mi fa riposare,
    ad acque tranquille mi conduce.
    3 Rinfranca l'anima mia,
    mi guida per il giusto cammino
    a motivo del suo nome.
    4 Anche se vado per una valle oscura,
    non temo alcun male, perché tu sei con me.
    Il tuo bastone e il tuo vincastro
    mi danno sicurezza.
    5 Davanti a me tu prepari una mensa
    sotto gli occhi dei miei nemici.
    Ungi di olio il mio capo;
    il mio calice trabocca.
    6 Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
    tutti i giorni della mia vita,
    abiterò (tornerò) ancora nella casa del Signore
    per lunghi giorni.

    Hai visto cosa comporta la diversa vocalizzazione?
    un tornero' al posto di un abiterò.

    Tu mi consiglieresti di non provare a leggere una traduzione del salmo 23 ma di studiare l'ebraico per poi poterlo leggere in originale se voglio capire il senso del salmo?

    Edited by Maurizio 1 - 25/1/2018, 01:26
     
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